Ascolto e Memoria
Dimentichiamo circa la metà di ciò che sentiamo subito dopo averlo sentito, ricordiamo mediamente il 35% dopo otto ore e ricordiamo il 20% dopo un giorno.
La nostra capacità di ricordare le informazioni dipende da alcuni dei limiti fisiologici del funzionamento della memoria. Nel complesso, i nostri ricordi possono essere dimenticati e per questo motivo preferiamo la comunicazione scritta (appunti, email, ecc.) per conservare informazioni, che siamo in grado di richiamare senza dover compiere un particolare sforzo mnemonico. Possediamo gli strumenti per potenziare le nostre capacità di ascolto e di memoria, ottenendo dei benefici che non riguardano solo la nostra efficienza comunicativa.
Sebbene il ricordo sia una parte importante del processo di ascolto, non c'è una correlazione diretta tra essere bravi a ricordare le informazioni ed essere un buon ascoltatore. Ciononostante, il richiamo è una fase fondamentale del processo di ascolto ed essere capaci di ricordare argomenti e fatti, anche meno recenti, è utile per l’efficacia dell’ascolto. La stessa memoria a breve termine ci aiuta a seguire e associare ciò che ci viene detto, permettendo di dare continuità all’ascolto. Al contrario, se siamo distratti e di conseguenza trascuriamo parte dei messaggi ricevuti, riduciamo significativamente la nostra capacità di ricordare.
Quando il ricordo è il nostro unico obiettivo, eccelliamo in questo compito. Gli esperimenti effettuati in questo campo hanno scoperto che le persone possono memorizzare e successivamente ricordare una serie di volti e nomi con un risultato vicino al 100% quando sono in un ambiente tranquillo e in assenza altre distrazioni. Con l’aggiunta di eccessivo rumore esterno o troppi stimoli visivi e influenze contestuali o emotive, non riusciamo a ricordare il nome della persona a cui siamo stati presentati un minuto prima.
Le nostre memorie
La nostra memoria è composta da più “unità di archiviazione”:
La memoria sensoriale
È molto ampia in termini di capacità ma limitata in termini di durata della conservazione. Può contenere grandi quantità di informazioni visive ma solo per circa un decimo di secondo e può conservare grandi quantità di informazioni uditive più a lungo, fino a quattro secondi. Questa unità di memoria iniziale non fornisce molta utilità per il nostro studio dell’ascolto, poiché questi blocchi di dati sensoriali, grandi ma in rapida scadenza, sono utilizzati principalmente in modi reazionari e istintivi.
Memoria a breve termine
Man mano che gli stimoli vengono organizzati e interpretati, si dirigono verso la memoria a breve termine dove si trovano davanti a un bivio: scadono definitivamente e vengono dimenticati o vengono trasferiti alla memoria a lungo termine. La memoria a breve termine è una capacità di immagazzinamento mentale che può trattenere gli stimoli da venti secondi a un minuto.
La memoria a lungo termine
È una capacità di archiviazione mentale alla quale gli stimoli nella memoria a breve termine possono essere trasferiti se vengono collegati a schemi esistenti e in cui le informazioni possono essere archiviate per un periodo indefinito. Grazie alla memoria a lungo termine, siamo in grado di immagazzinare informazioni e ricordi per un tempo che varia da pochi minuti a decenni. Corrisponde al nostro magazzino, il nostro “hard disk”, dove depositiamo tutte le informazioni che ci servono per essere richiamate quando ci servono.
La memoria di lavoro
È uno spazio di archiviazione della memoria a cui si accede temporaneamente che viene attivato durante i periodi di elevata domanda cognitiva. Quando si utilizza la memoria di lavoro, è possibile memorizzare temporaneamente informazioni ed elaborarle e utilizzarle allo stesso tempo. Questo è diverso dalla nostra tipica funzione di memoria in quanto le informazioni di solito devono arrivare alla memoria a lungo termine prima di poterle richiamare per applicarle a una situazione attuale. Le persone con una buona memoria di lavoro sono in grado di tenere a mente le informazioni recenti, elaborarle e applicarle ad altre informazioni in arrivo.
Come ricordare meglio durante l’ascolto?
1. Manteniamo in forma il nostro cervello
Prima di tutto dobbiamo considerare che l'archiviazione e il recupero dei ricordi si basano sulla prestazione di alcuni specifici neurotrasmettitori: sostanze che svolgono un ruolo essenziale nella trasmissione degli impulsi e che veicolano le informazioni fra i neuroni attraverso la trasmissione sinaptica. Questi trasmettitori sono più forti in un cervello attivo, che ascolta e apprende, che sfida continuamente sé stesso a ricordare di più, garantendo così una continua produzione degli stessi neurotrasmettitori: con l’esercizio, così come in palestra per il nostro fisico, manteniamo vivo e sano il nostro sistema mnemonico. Più connessioni riusciamo a stabilire con ciò che già conosciamo, più forte diventa la nostra memoria.
2. Mens sana in corpore sano
Il sistema di memoria è complesso e svolge un ruolo importante nelle capacità di ascolto che può diventare ancora più efficiente grazie anche alle abitudini di vita. Riusciamo a ragionare e a ricordare di più dopo una buona notte di sonno. Infatti alcune ricerche sulle capacità celebrali hanno provato che la fase di sonno profondo del sonno ripristina la capacità di ricordare. Il sonno abbinato alla cura della nostra salute, con la corretta alimentazione ed esercizio fisico, consentono anche di praticare il nostro ascolto con una maggiore resistenza alle distrazioni, con una più forte elaborazione del segnale ricevuto e l'eliminazione del rumore.
2. Usiamo più sensi
La percezione sensoriale è un’altra strada per aumentare le prestazioni mnemoniche mentre ascoltiamo: utilizzare i sensi della vista, del tatto, del gusto e dell'olfatto ci possono aiutare a registrare il messaggio. Sintonizzandoci con alcuni di questi sensi mentre ascoltiamo, ci poniamo in condizione di moltiplicare il numero di connessioni neurali necessarie per passare in modo sicuro i blocchi di informazioni nella nostra memoria. Ad esempio, la breve conversazione con un collega potrebbe essere ricordata meglio se, mentre ascoltiamo, facciamo attenzione all’ambiente visivo, ai suoni e gli odori vicini a noi, dando alla conversazione un contesto più ricco e permettendo così in futuro di richiamare non solo il dato ma anche ricordi sensoriali, quali un profumo o un colore.
3. Ripetere
Un altro metodo a supporto della memorizzazione consiste nel ripetere ciò che vogliamo ricordare. Meglio ancora se ripetiamo con altre parole in quanto il nostro cervello fissa nella memoria soprattutto ciò che percepisce nuovo o espresso in una nuova versione. Come tutti abbiamo sperimentato in molte occasioni, contribuiamo al ricordo di ciò che ascoltiamo con la ripetizione continua ad alta voce, fino a quando non otterremo un numero sufficiente di connessioni per intrappolare e trattenere le nuove conoscenze nella memoria a lungo termine. Questo sistema può bastare per un argomento comprensibile e che riteniamo interessante per un uso futuro ma potrebbe non funzionare per argomenti che troviamo difficili o noiosi. Per superare l’ostacolo, dobbiamo prestare la stessa attenzione che riserviamo agli argomenti interessanti, superando la nostra resistenza all’argomento e liberando la nostra mente da distrazioni e pensieri ostili a riguardo. Al nostro cervello verrà automaticamente inviato il messaggio che qualcosa di importante deve essere ascoltato.
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