BIM Agile Framework - Team cross-funzionali & pericolo di hand-off
Progettando edifici dobbiamo necessariamente lavorare in team con all'interno professionalità molto diverse, per quanto legate da un obbiettivo comune evidente.
Questo significa molto spesso che alcuni membri del team debbano rispondere, oltre che al project manager, anche al loro manager di settore, che potrebbere rimuoverli saltuariamente dal team per farlo lavorare su altri progetti.
In assenza di questo specialista alcune lavorazioni possono subire dei ritardi anche se non dipendono direttamente da lui.
Inoltre potremo avere dei problemi di comunicazione: il project manager parla di diagrammi di Gantt e di contratti, lo strutturista parla di coppelle e ciabatte, l'impiantista parla di potenze necessarie e volumetrie e l'operatore BIM parla di workset e parametri.
Ognuno parla la sua lingua che per molti, soprattutto per chi non ha molta esperienza (ma spesso anche per chi ne ha troppa), è sconosciuta.
L'esperienza in molti casi appiana queste disparità lessicali perchè, tendenzialmente, in questo settore si impara a sbrogliare la matassa, qualunque forma essa abbia assunto.
A questo però si aggiunge l'operatore BIM che molto spesso è entrato nel mondo del lavoro come tale, e non come progettista, e quindi manca delle competenze tecniche che i suoi interlocutori hanno conquistato nella loro storia lavorativa.
L'operatore BIM deve, spesso senza questa base, avere sotto controllo molti aspetti tecnici per poter lavorare in modo esatto.
E' importante che le comuincazioni all'interno del team siano quanto possibile sempici e comprensibili da chiunque.
Dobbiamo lavorare come un team crossfunzionale per riuscire ad essere a nostra volta crossfunzionali.
In un team cross-funzionale ognuno mette a disposizione le sue competenze e le rende leggibili e comprensibili, in questo modo, mantendo chiare le specifiche competenze dei singoli, tutti saranno progressivamente capaci di gestire le diverse anche in assenza di uno dei membri.
Lavorare uno alla volta, circoscrivendo le nostre attività alle nostre competenze e non rendendole leggibili agli altri funziona solo fino al che un membro non incotra una difficoltà o non viene rimosso momentaneamente dal team.
Se il resto dei membri non sarà in grado di intervenire, dovrà aspettare un suo sblocco senza poter intervenire.
Tutto il team andrà alla velocità del suo membro più lento e avremo un hand-off.
Per hand-off si intende il momento in cui si deve aspettare che qualcuno finisca il suo lavoro per poter procedere.
Fortunatamente, lavorando su modelli condivisi, questo fenomeno non può che diminuire.
Inoltre suddividendo il lavoro in brevi cicli, come proposto dalle metodologie Agile, avremo modo di controllare al meglio l'avanzamento e il team potrà convergere in aiuto dei suoi membri assenti o in difficoltà.
Questo non deve significare essere multitasking, ma conoscere a sufficienza il lavoro degli altri membri per poterli comprendere e sostenere.
Bisogna arricchire le proprie competenze ibridandole con quelle degli altri, non per imparare il loro lavoro ma per migliorare nel nostro.
Diventando veramente crossfunzionali potremo migliorare la curva di apprendimento dei più giovani (soprattutto di chi ricopre i nuovi ruoli introdotti dal BIM) e creare nuovi stimoli per chi invece è gia esperto e specializzato.
Per lavorare bene sono necessari specialisti, ma per collaborare bene è necessario che si possa comprendere e tradurre la complessità della loro specializzazione.