Essere sempre impegnati non è un distintivo d’onore
Tutti sono sempre molto impegnati. O almeno, sembrano esserlo. Le persone sono travolte in continuazione da informazioni e opportunità. Sentiamo il bisogno di controllare in modo compulsivo la nostra casella di posta elettronica e i profili sui social network, anche se così facendo trascuriamo ciò che conta veramente nella vita, come passare una serata con gli amici, assistere alla recita scolastica di nostro figlio o far visita alla famiglia.
Secondo lo psicologo del lavoro Tony Crabbe, non c’è alcun legame apparente tra i carichi di lavoro e gli impegni effettivi che abbiamo. La nostra giornata in ufficio non è diventata più intensa, ma siamo noi ad avere questa percezione.
A partire dall’ultimo secolo, le macchine e la tecnologia hanno iniziato a sostituire sempre più spesso il nostro lavoro - come la lavatrice e l’aspirapolvere in casa e il computer in ufficio. Immaginate solo a quanto tempo risparmiamo grazie all’utilizzo dei messaggi di posta elettronica al posto delle lettere e dei documenti digitali invece degli archivi cartacei. E la creazione di un report finanziario attraverso un foglio di calcolo online? E’ certamente più efficace del vecchio metodo di fare calcoli e grafici a mano su carta stampata.
Ci stiamo lentamente rendendo conto che gran parte del lavoro può essere automatizzato, e non sappiamo ancora se rimarrà lavoro sufficiente per il genere umano. La Legge di Moore prevede che avremo computer sempre più potenti nel corso dei prossimi decenni; addirittura, secondo alcuni studiosi l'intelligenza artificiale toglierà definitivamente il lavoro a molte persone.
Allora perché continuiamo a essere così indaffarati? Il Dott. Crabbe, nel suo libro Busy, spiega che la 'frenesia' è diventata ormai come un distintivo d'onore. È visto come segno di importanza, un invito a rispettare il tempo altrui. Dopotutto, le persone di successo devono avere l’agenda piena, no?
Secondo Crabbe questo modo di pensare affonda le proprie origini nel periodo della Rivoluzione Industriale, quando tutto ruotava intorno alla produzione. Un lavoratore instancabile era un lavoratore efficace. All’inizio della nostra carriera, ci viene trasmesso il concetto che essere indaffarati è una qualità positiva. Lavorando sodo, ci si può distinguere dalla massa.
Prima di un avanzamento di carriera ognuno di noi cerca di impegnarsi ancora più del solito, ma lavorare più ore e aumentare la produttività non rappresenta un elemento di differenziazione. A livello manageriale, l'impatto è ben più importante della produzione in sé: sviluppare nuove idee, prodotti e servizi che diversificano l'azienda dalla concorrenza. Ma ancora in molti sono bloccati nel vortice dell’essere impegnati - e apparentemente lo sono davvero .
Cosa ne pensate? Vi rispecchiate anche voi in questa situazione? Vi sentite sotto pressione pur di sembrare sempre impegnati? O avete trovato un modo per rompere questo ciclo? Aggiungete i vostri commenti qui di seguito.
Titolare di Crea Si
8 anniMolto interessante e vero, ma a mio parere in parte.Per quanto mi riguarda è credo sia un aspetto diffuso oggi per cercare/mantenere /fidelizzare un cliente o fare alcuni lavori devi lavorare di più dal punto di vista relazionale.Certo se la smettessimo di controllare ogni due minuti i nostri device probabilmente ci rimarrebbe molto più tempo.