La creatività diventerà artificiale?
Avete presente quell’attimo quando nella vostra testa nasce un’idea geniale? Iniziate quasi a tremare, vi aumenta il battito, vi sentite l’adrenalina a mille? Spesso il manifestarsi di questi “sintomi” indica che state facendo la cosa giusta. Anzi, vi dirò di più, sono proprio queste le emozioni che scaturiscono il cosiddetto pensiero creativo di cui si sente parlare cosi tanto.
Allora che cos’è questo pensiero creativo?
Il pensiero creativo, a differenza di quello logico, ci aiuta a risolvere un problema in un modo non convenzionale, cercando di osservare il problema da diverse angolazioni e di uscire “fuori dagli schemi”. Infatti, tutte le grandi invenzioni sono nate dal pensiero creativo: a partire dalla costruzione del numero nella preistoria alla “banale” (che tanto banale non è) scelta del nuovo burger packaging di McDonald’s.
Come si fa ad attivare il pensiero creativo?
Al di là della definizione del concetto, la domanda che vi pongo è: come si fa ad attivare il processo creativo in un cervello continuamente sommerso da informazioni che inevitabilmente predispongono alla nascita delle idee “ovvie” e non utili all’obiettivo? So benissimo che, a tal fine, vengono utilizzate diverse metodiche, come il brainstorming e il team working, so benissimo anche che esistono diversi esercizi, giochi e tutorial online. Ma la mia domanda è: in un mondo sempre più competitivo questi strumenti potranno bastare?
La creatività artificiale
Uno studio svolto pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science, afferma che quando si è alla ricerca di un pensiero creativo nell'emisfero destro del cervello si verifica l’intensificarsi delle oscillazioni alfa che bloccano i ragionamenti su soluzioni ovvie e stimolano la nascita di idee creative.
Pensate che oggi la tecnologia permette, addirittura, di alterare l’attività elettrica del cervello umano inducendovi artificialmente le onde alfa. Ma voi ve lo immaginate un futuro in cui ci saranno dei dispositivi, magari a portata di mano, che con un clic ci permetteranno di potenziare la nostra creatività al momento più appropriato?
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Topografo, Editoria e Self Publishing, Esperto di Marketing Digitale, Esperto della qualità Aziendale
4 anniConcordo pienamente. Anche il sonno aiuta il pensiero creativo ed ora lo conferma lo studio della dott.ssa Penny Lewis, neuroscienziata della Scuola di Psicologia dell'Università di Cardiff (rivista Trends in Cognitive Sciences). Il sonno prende tutti i ricordi che vi occorrono e li ristruttura, crea connessioni tra pensieri che non avevate collegato, integra elementi che non avevate considerato. La scienziata è interessata ai cambiamenti che si verificano mentre un ricordo non viene codificato, praticato o richiamato. Questi possono accadere sia durante il sonno che durante la veglia. Porta avanti gli studi di "Ingegneria del sonno" o modi per manipolare il sonno per maggiori benefici cognitivi e / o per la salute. Il sonno in sostanza potrebbe nascondere il segreto fondamentale della cognizione.