La storia di Andrea, probabilità di fallimento 0.008
Andrea nasce nel periodo tra la fine degli anni 90 e l’inizio del XXI secolo, la sua famiglia abita in un paese entro 60 km da una comunissima metropoli italiana, come circa l’80% della popolazione nel nostro paese.
Andrea cresce, come tutti i nativi digitali italiani dell’epoca, in una realtà di benessere e d’innovazione costante con un mondo mediatico di guerra e crisi presunte. In questa realtà Andrea vede affermarsi Google e Youtube, mentre vengono occupati paesi e le persone dicono di aver paura perché è un mondo difficile, un futuro incerto.
Per Andrea arriva un momento molto delicato, l’inserimento nel sistema sociale derivante dalla scelta della scuola superiore e degli studi successivi. Nell'epoca in cui vive Andrea la distanza è uno tra i tanti fattori, non è più un ostacolo invalicabile. L’emancipazione sociale dell’Italia permette ad Andrea di accedere a tantissimi percorsi di studi, ad informazioni inerenti le sue passioni e a persone che sono “simili” per interessi, territorialità e alfabetizzazione tecnologica. Andrea accede ad una vasta scelta di modelli comportamentali, informazioni, amici e storie di altre persone. Tutte queste risorse possono essere un supporto per coltivare le sue passioni e orientare gli studi verso i suoi interessi, il tutto con costi ecologici e risorse disponibili per i più meritevoli.
2019: Andrea vive, con la famiglia, a circa 15 km da una metropoli. Ha coltivato i suoi interessi e gli studi perché cerca un lavoro intellettualmente interessante, in un’azienda che voglia giovani menti e che offra un benessere adeguato al suo stile di vita. I media parlano di crisi, guerra, malattie e gossip, nulla di diverso negli ultimi vent'anni a pensarci bene. Gli amici di Andrea dicono che non c’è lavoro, perché le aziende fanno lavorare solo le persone con esperienza e se l’esperienza non l’hai non potrai mai averla. Andrea scopre che l’esperienza si può acquisire se ci si mette in gioco per primi: stage curriculari interessanti, formazione, contratti di breve periodo, etc… Perché il lavoro oggi è diventato come le relazioni, prima di darti la mia fiducia voglio conoscerti e in quel periodo entrambi dobbiamo essere sinceri se vogliamo che il rapporto funzioni.
2020: Andrea vive, con la famiglia, a circa 15 km da una metropoli. Ora sta cercando casa in città, forse una stanza in un appartamento condiviso per iniziare. Dopo uno stage di sei mesi, un corso professionalizzante da ottanta ore e due sgradevoli esperienze in cui ha stretto i denti per un paio di mesi sembra che ci sia una svolta nella sua vita lavorativa. Ha inviato la sua candidatura ad una società HR e hanno fissato un colloquio per una vacancy che era aperta da sei mesi presso un loro cliente e forse aspettava proprio Andrea.
Quali conclusioni possiamo trarre dalla storia di Andrea?
La prima conclusione è che se nasci in un’epoca come questa, in Italia e in un contesto “normale”, tale da renderti un nativo digitale, allora la tua probabilità di non aver risorse per creare il tuo futuro è approssimativamente il 20%.
La seconda conclusione è che se hai ricevuto un’istruzione “normale” per quest’epoca e hai coltivato degli interessi che ti hanno allenato nelle relazioni sociali allora la tua probabilità di essere senza alcuna professionalità è approssimativamente il 20%.
La terza conclusione è che se hai sviluppato la volontà e quando gli altri ti hanno detto: “è inutile!”, tu hai provato comunque, allora la tua probabilità di non trovare un lavoro è del 0,8% circa.
Quindi possiamo affermare che chiunque sia nato nell'era dei nativi digitali e sia cresciuto in un contesto “normale” e abbia avuto un’istruzione ed una vita sociale “normale” ha il 4% di probabilità di essere inadeguato a qualsiasi vacancy aperta. Se poi una persona utilizza anche la propria forza di volontà compiendo azioni concrete allora la probabilità di non avere un ruolo nell'attuale mondo del lavoro diventa approssimativamente il 0,8%.
Nota solo per gli statisti ed eventuali hater
È certo che esistano altre infinite storie di Andrea con infinite varianti statistiche, quindi invito chiunque voglia prendersi il merito di avere indici migliori a farlo.
È altresì certo che con l’opportunità e la volontà si può creare una professionalità, se ci si trova tra quelle persone che non vivono la guerra direttamente, non patiscono la fame e vivono in condizioni dignitose.