Lo Studio Liquido, una variabile strategica per la trasformazione digitale degli Studi Professionali

Lo Studio Liquido, una variabile strategica per la trasformazione digitale degli Studi Professionali

L’idea di fondo in questa nuova cultura "liquida" è probabilmente quella di immaginare una realtà che si aggrega svincolandosi dal limite dello spazio fisico, in cui le unità interessate possano incontrarsi e connettersi in modo agevole grazie all'uso della tecnologia. Un open space virtuale, che grazie ad una sapiente riorganizzazione e all’uso del digitale sappia ricostruire spazi fisici non solo senza far rimpiangere "l'approccio retrò" ma che sia anche stimolo per un nuovo modo di lavorare. Occorre sicuramente uscire dalla concezione dello studio al centro di tutto inteso come l'unico luogo in cui è possibile svolgere l’attività professionale. Serve immaginare una realtà nuova, in cui lo studio resta al limite un posto dove incontrare clienti e colleghi scambiando valori e idee ma con l'idea che questa sia più un'opportunità e non un obbligo.

Abbandonare la vecchia concezione secondo la quale le attività operative debbano necessariamente dipendere dalla presenza in studio dei professionisti o dei collaboratori, potrebbe rappresentare una chiave di lettura veramente nuova e in grado di scardinare le logiche sino ad ora utilizzate per poche altre professioni. Recentemente un collega mi ha detto che per non perdere un valido collaboratore che aveva intenzione di trasferirsi in una località di mare per soddisfare il proprio sogno e quello della moglie, ha dato la possibilità di lavorare da casa. Da quando lo ha fatto, la sua produttività, è addirittura aumentata.

Forse la vera rivoluzione nasce proprio dall’idea che ciascun soggetto della struttura possa operare da qualsiasi luogo gli risulti comodo, valutati ovviamente limiti e opportunità, date dalla normativa e dalle esigenze della clientela. Uno “Studio Liquido” che possa adattarsi alle esigenze dei clienti ma anche dei collaboratori. Fare questo passo, sicuramente non banale, equivale a gettare fondamenta più solide all’innovazione dello studio. Così l’informatica diventa commodity, ed costo variabile in grado di seguire lo Studio nella sua evoluzione, in modo tutto sommato semplice e immediato. Una cosa è certa: non ci si può più sottrarre al fatto che la tecnologia e la facilità con cui questa può essere utilizzata abbia scardinato logiche organizzazione e lavorative. Anche la collaborazione Studio - Cliente è troppo spesso ancora intesa come una totale sottomissione del professionista nei confronti del cliente. E questo semplicemente perché spesso anche l'informazione non circola, non è condivisa, non è "liquida" appunto, con una conseguente ridondanza di processi o di richiesta informazioni reciproche. E' ormai evidente invece come la collaborazione o meglio ancora, la condivisione, porti un vantaggio nel rapporto professionale enorme, diventando spesso condicio sine qua non per la buona riuscita della prestazione. Il buon cliente in grado di capire questo salto epocale esiste, e se anche non fosse in grado di capirlo nell'immediato, occorre un percorso di sensibilizzazione che passi da un suo coinvolgimento. Investire sulla tecnologia smontando la parte fisica porta a tenere l'essenziale. Il rapporto tra cliente e professionista e i rapporti in generale. Condividere la mission, il percorso di crescita, e diffondere una buona cultura di impresa anche negli studi professionali è ciò che serve per fare un balzo in un nuovo mondo della professione. Le ricerche dimostrano come irrigidire e pianificare alcuni processi condividendo le informazioni porti enormi benefici in termini di velocità, esecuzione e trasparenza nei confronti del cliente. In questo contesto lo studio deve essere quindi concepito come un modello in costante equilibrio precario, che tende costantemente a validare le proprie pratiche e se necessario rivedere la rotta.

Adriano Gazzerro

Brilliant Global Entrepreneur in @MartechRevolution SL

6 anni

Ciao Massimo, ottima riflessione che non solo condivido ma è origine del mio mestiere. Siamo proprio in una fase dove al di là degli slogan si sta capendo in modo reale e concreto che al centro di tutto ci sono le persone, e questo ora è constatabile da chi in mondo lungimirante ha cominciato ad utilizzare la tecnologia per dare libertà, autonomia e centralità ai singoli individui all'interno della propria organizzazione.

Silvia Veronese

Impiegata multitasking

6 anni

Quasi sconvolgente..grazie, letto con interesse. Un precursore ...vista l'arretratezza del settore dal punto di vista trattato. Condivido ed estenderei anche alle aziende clienti! Complimenti

Stefano Ricca

Collaboratore reparto contabilità | Comunicazione e social media specialist presso Gestimpresa Consulting Srl

7 anni

Post interessante e audace. Una visione che pare un lampo di luce in una categoria francamente un po’ troppo legata a vecchi schemi e impostazioni.

J. Salvatore Totino Longo

Chartered Accountant - Auditor - CEO Masserie Digitali Srls; CEO Netec Research; CEO iFarm.Management Srls

7 anni

cose ovvie per chi le pratica da 5 anni. Quanto alla strada da te indicata è, ahimè, quella che ha condotto molte aziende a morire.

Stefano Garuti

Imprenditore, formatore, autore, content creator.

7 anni

Condivido molto l'analisi e mi piace insistere sulle opportunità di svincolare luogo fisico, competenze e teconologia in una logica di aggregazione secondo le necessità del momento, del progetto, dell'incarico.

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