Non perdere tempo con loro...
Qualche settimana fa mi è capitato di vedere un post su LinkedIn con un'immagine familiare, talmente familiare da farmi fermare e rileggere. Era praticamente identico a un post che avevo visto, e letto con interesse, tempo prima: uguale nella forma, identico nel tono, e con buona parte del testo, come dire… "riciclato".
Siccome conosco l’autore del post originale, Angelo Greco , un collegamento LinkedIn e non uno qualunque, ma un Top Voice, ho deciso di scrivergli in privato; niente crociate, solo una segnalazione, un “guarda che hanno copiato il tuo lavoro”. La risposta che ho ricevuto è stata così disarmante, così secca e precisa, che l’ho copiata anche io (ma con il giusto credito): “Se perdi tempo con loro, non farai mai nulla per te.”
Boom. Ci ho pensato su per giorni, perché in fondo è vero: passiamo una quantità di tempo non indifferente a proteggere il nostro orto, a verificare che nessuno rubi le carote, che le nostre idee non vengano copiate, che i testi non vengano assorbiti di peso nella loro interezza; ma se invece impiegassimo quel tempo a coltivare nuove varietà di carote? A inventare zuppe? A scrivere ricette tutte nostre?
Il punto è questo: chi copia, chi incolla, chi si nutre di contenuti altrui senza rielaborarli, continuerà sempre a inseguire, a vivere di luce riflessa, senza mai brillare davvero. Magari avrà qualche reazione, qualche like, perfino un po’ di visibilità, ma mai una vera identità.
E qui ci tengo a fare una riflessione personale. Verso i trent’anni, quando cominciavo ad avere un po’ di esperienza e anche un po’ di stanchezza, mi sono trovato a fare i conti con una nuova generazione di professionisti: più giovani, più freschi, più affamati. La tentazione era quella di proteggermi, di difendere il mio spazio, ma poi ho capito che l’unico modo per restare avanti era continuare a muovermi, non restare fermo a difendere il fortino. Fare, creare, studiare, proporre e condividere; perché, se continui a innovare, nessuno può davvero copiarti.
Diciamocelo: prendere spunto è sano, è giusto, è il modo con cui cresciamo, impariamo, evolviamo. Ma prendere spunto significa osservare, riflettere, assorbire e rielaborare, non è fare copia-incolla e cambiare l’emoji iniziale.
Oggi, molte agenzie di comunicazione consigliano di seguire i trend, studiare cosa funziona, intercettare i contenuti di valore (e va benissimo), ma tutto questo deve essere un punto di partenza, non un copione da recitare. Se ti limiti a ripetere, non costruisci nulla; se, invece, ci metti del tuo inizi a dire qualcosa.
E allora torno a quella frase: non perdere tempo con loro… Non inseguire chi ti copia, non preoccuparti troppo: concentrati sul tuo, continua a proporre idee, a pensare in grande, anche a sbagliare, ma sbagliando per conto tuo. Perché chi copia ti rincorre, ma è sempre un passo indietro.
E tu? Sei mai stato copiato, superato, imitato? Hai mai avuto la tentazione di smettere di creare per iniziare a difendere? Raccontamelo nei commenti, ma soprattutto: continua a coltivare le tue carote.
Formazione Venditori, il mio lavoro consiste nel creare professionisti della vendita attraverso corsi presso Aziende - Assistant Director presso BNI - Emilia ovest - Formatore per Relationship Master.
4 mesiRispondo con una frase di Dale Carnegie: “nessuno prende a calci un cane morto”. Che ti copino o che ti critichino ti stanno dicendo che sei meglio di loro.
Uno spunto di riflessione notevole: grazie Corrado. Personalmente non mi sono mai preoccupata di salvaguardare ciò che pubblico, nemmeno quando facevo eventi e tutti mi consigliavano di mettere un watermark alle immagini. Partivo dal presupposto che fondamentalmente a nessuno importasse di copiare cose mie. Poi ultimamente è successa una cosa che mi ha fatto riflettere, e in prima battuta anche un pò arrabbiare. Stavo guardando un film italiano e a un certo punto il personaggio che rappresenta il professionista di supporto del protagonista (nel film non coach ma psicoterapeuta), per spiegare un concetto ha usato una metafora, una spiegazione e delle parole che mi hanno lasciato basita, esterrefatta e paralizzata. In pratica, era come se in quel momento sullo schermo ci fossi io, con le mie parole, le mie immagini.... per qualche (interminabile) secondo ho pensato a tutte le persone a cui negli anni ho rappresentato quella metafora... cercando di capire come fosse possibile. Poi (dopo qualche giorno) ho pensato che fosse molto bello ascoltarla in un film. E che alla fine originale o non originale, l'importante è che sia di aiuto a qualcuno
Founder & C.E.O. @NOMILA | Brand Naming Expert | Trasformiamo i Sogni in Suoni, i Suoni in Segni, i Segni in Scudi, ovunque nel mondo |
4 mesiParole forti e vere, che da ieri sono diventate per me occasione di riflessione su un tema a me caro: creare è un atto di identità. Conoscere i trend è importante, soprattutto per non seguirli. Creare qualcosa di nuovo è coinvolgente, genera entusiasmo, lascia un’impronta. Comprendo il fastidio di vedere la propria opera copiata o riciclata. È come se qualcosa di te venisse sottratto. Esistono strumenti per tutelarsi, come ad esempio la prova giuridica della data certa. Ma c’è qualcosa di più forte. Se ti copiano, significa che hai generato interesse, hai acceso una scintilla. A quel punto hai due scelte: continuare a difendere ciò che hai creato oppure continuare a creare. E questa seconda via è il più alto atto d’identità che puoi fare verso te stesso e che certamente ripaga. Dopotutto, come diceva Eraclito, l' Essere sta nel Divenire.