SACE e la Dichiarazione che Non Fila
Immagine: www.sace.it

SACE e la Dichiarazione che Non Fila

In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente, SACE annuncia con orgoglio la pubblicazione della sua DNF: la Dichiarazione Non Finanziaria 2023. Questo documento dovrebbe raccontare l’impegno verso la sostenibilità dell’assicuratore pubblico italiano, controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Secondo noi, se l’obiettivo è la sostenibilità si tratta invece di una Dichiarazione che Non Fila, ecco perché:

  • Come denunciato da ReCommon nel recente esposto alla Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, nel 2023 l’esposizione di SACE verso i settori più rischiosi (crocieristico, petrolio e gas) pare essere cresciuta rispetto all’anno precedente: dal 53,1% al 63%, ponendo un serio rischio per le casse pubbliche. Inoltre, il 76% del portafoglio garanzie è esposto a rischi fisici acuti legati al cambiamento climatico, “mentre per quanto riguarda i rischi fisici cronici il profilo di rischio risulta collocarsi in area medio-alta (89% delle esposizioni del portafoglio garanzie)”. Nel 2023, le garanzie emesse per progetti fossili ammontano a 4,95 miliardi di dollari. È l’operatività di SACE a fare dell’Italia il primo finanziatore pubblico di combustibili fossili in Europa e il quinto a livello globale.
  •  In riferimento alla sua policy sul cambiamento climatico, SACE afferma più volte che è in corso la “dismissione progressiva del supporto al settore dei combustibili fossili”, salvo “alcune eccezioni limitate a casi specifici” e che per il gas è previsto “un percorso di uscita più graduale”. È davvero così? Policy alla mano, i progetti per esplorazione e produzione di gas potranno essere finanziati fino a gennaio 2026, e le eccezioni possono posticipare la data ultima ancora più avanti. Per i progetti di trasporto e stoccaggio di gas, invece, la data ultima non è proprio menzionata perché “ancora da definire”. Una formula che sembra voler dire “per sempre”.

SACE giustifica queste poco limitate eccezioni nel nome del “carattere strategico per la sicurezza energetica dell’Italia”. Tuttavia, sempre dati alla mano, molte garanzie sui prestiti rilasciate da SACE per progetti fossili hanno poco o nulla a che fare con l’approvvigionamento energetico italiano: Coral South FLNG (Mozambico), Sakarya Gas Field Development (Phase I) Project, Talara Refinery Modernization Project (Perù), le tre recenti Floating Production, Storage, and Offloading unit al largo delle coste brasiliane.

  •  Si può accogliere favorevolmente la trasparenza nel calcolo dell’impronta carbonica derivante dalle operazioni garantite (18.058.787 tCO2 eq), anche se il dato è molto inferiore a quello riportato da Oil Change International calcolando le emissioni per l’intera catena del valore di vari progetti garantiti o in fase di valutazione per l’emissione di garanzia: 1.200.000.000 ca. tCO2 eq.

Utilizzare ricorrenze importanti come la Giornata Mondiale dell’Ambiente per fare greenwashing ci sembra a dir poco inadeguato. Se il governo italiano e SACE vogliono davvero celebrare in maniera adeguata l’edizione 2025 di questa ricorrenza, non devono fare che una cosa: chiudere una volta per tutte con i combustibili fossili, attraverso l’implementazione di una policy degna di questo nome.

 

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