Senza Transizione 4.0 e Fondo Centrale di Garanzia entriamo in recessione. E serve disaccoppiare il prezzo dell'energia

Senza Transizione 4.0 e Fondo Centrale di Garanzia entriamo in recessione. E serve disaccoppiare il prezzo dell'energia

La mia intervista a Il Sole 24 Ore

"Veniamo da 24 mesi consecutivi, su 25 di governo Meloni, di calo della produzione industriale. Io non ho memoria di una fase produttiva così depressa. Che cosa sta facendo il governo in proposito? Ancora poche ore fa, in Senato, ho sentito negli interventi degli esponenti della maggioranza disegnare un Paese che non esiste. C'è un Paese che sta soffrendo e non se ne accorgono”.

A lanciare l'allarme rosso è l'ex ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, capogruppo del M5s a Palazzo Madama. Che vuole anche rivolgere un appello al mondo imprenditoriale: “Riattivare oggi una dinamica di crescita virtuosa è fondamentale. C'è stata una fase in cui è stato detto che il governo Conte ha fatto più danni del Covid. Ora, non dico di andare allo scontro ma un po' più di onestà intellettuale rispetto al fatto che questo governo non sta facendo nulla io da Confindustria e dalle altre associazioni datoriali me lo aspetterei”.

Insomma si rischia la recessione, senatore Patuanelli?

"Segnalo come già il 2024 in realtà non si è chiuso in recessione esclusivamente per l'apporto dello 0,7 del Pil del Pnrr. Quindi di fatto al netto del Pnrr, che è un elemento non strutturale del bilancio pubblico, il Pil è in negativo. Non è difficile ipotizzare che il 2025 si possa chiudere in recessione anche compreso il contributo del Pnrr".

L'occupazione però cresce.

"Se noi mettiamo in relazione il numero delle ore lavorate e l'aumento della cassa integrazione ci rendiamo conto che la gente sì lavora, ma guadagna sempre meno. C'è una fascia di popolazione sempre più ampia che pur lavorando non arriva alla terza settimana del mese. Non c'è molto da festeggiare: i salari non crescono, l'inflazione continua ad esserci e il potere d'acquisto delle famiglie viene completamente distrutto dall'aumento del costo dell'energia".

Quali sono i rimedi possibili? Da più parti si chiede il ritorno a Industria 4.0...

"Userei le parole giuste: io non propongo di tornare a Industria 4.0 ma a Transizione 4.0. C'è una grande differenza tra proporre oggi al mondo produttivo il ritorno al superammortamento o proporre il credito di imposta. La vera forza di Transizione 4.0 è stata proprio quella del credito di imposta, che per altro non ha tagliato fuori tutto il mondo agricolo come era accaduto con Industria 4.0. C'è poi un'enorme difficoltà di accesso al credito: bisogna tornate alla piena operatività del Fondo centrale di garanzia, lo Stato in qualche modo deve accompagnare la possibilità di investimento delle imprese con delle procedute agevolate rispetto al merito creditizio. Contro il caro bollette, poi, si potrebbero usare le risorse dell'extragettito legato all'aumento del costo dell'energia come fatto dal governo Draghi. Oltre a slegare il costo dell'energia elettrica da quello del gas. Le risposte possono essere varie, a me basterebbe che da parte del governo ce ne fosse almeno una".

La manifestazione annunciata da Conte sarà proprio su crescita, lavoro e caro energia. Temi condivisi dal Pd. È proprio necessario inserire nella piattaforma anche il tema divisivo del no allo scorporo degli investimenti nella Difesa, per altro storica richiesta del nostro Paese?

"Dal momento che c'è un limite oggettivo nel consentire agli Stati membri di scorporare alcune spese, non comincio dagli armamenti. Se devo chiedere qualcosa oggi all'Europa chiedo di fare un fondo da 500 miliardi per sostenere le filiere industriali, in particolare l' automotive. Noi siamo favorevoli ad una politica estera comune a cui segue una politica di difesa comune, ma per razionalizzare la spesa e non per aumentarla. Quanto alla manifestazione, secondo me la piattaforma del M5s deve tenere dentro tutte le nostre posizioni. Poi saranno le altre forze politiche a decidere cosa fare".

ANDREA URSO

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6 mesi

Condivido il valore della distinzione tra Industria 4.0 e Transizione 4.0, e apprezzo il richiamo al credito d’imposta come leva più efficace rispetto al superammortamento. Ma credo sia importante riconoscere anche quello che il governo ha già fatto e sta cercando di migliorare. Il credito d’imposta per beni strumentali 4.0 è stato confermato. Le aliquote sono più basse? Sì. Ma c’è un lavoro in corso per rafforzare lo strumento, renderlo più mirato e più stabile. Non è perfetto, ma il governo non e' fermo. Anche il Fondo Centrale di Garanzia continua a funzionare: con priorità alle PMI e ai settori in transizione. Serve semplificazione, è chiaro. Ma il governo lavorando in quella direzione, soprattutto per facilitare l’accesso al credito a chi investe in innovazione reale. Sul caro energia: crediti d’imposta per energia e gas, incentivi per l’autoproduzione, comunità energetiche.È solo l’inizio,ma ci sono segnali concreti. E sul tema della separazione tra prezzo dell’elettricità e gas, si sta spingendo in sede europea. In sintesi: le risposte non sono tutte lì, ma il governo non parte da zero. La strada giusta è quella di pochi strumenti, ben costruiti e stabili nel tempo. Adesso serve continuità e coraggio da parte del governo.

Claudia Marrosu

Psicologa Clinica, Psicologa dello Sport, Sociologa Organizzativista

6 mesi

Già siamo in recessione

Paolo Beltrami

Senior Agronomist | AGRIPV | Investments | International experience

7 mesi

Interessante riflessione sul Fondo centrale di garanzia fondamentale per uscire dagli effetti del COVID ma anche considerando, guardando al futuro, gli effetti delle politiche nazionali (dazi) sulla possibilità per le imprese di competere a livello internazionale a prescindere dalle dimensioni patrimoniali.

FRANCESCO PEPE

Technical Advisor PV Plants & Wind Farms / WTG Quality Inspector / Transizione 4.0 - 5.0 / Machinary Safety Expert 2006/42/EC / Expert lifting engineer UNI ISO 9927-1

7 mesi

Pur di non ammettere che le misure messe in campo dal M5S e dal Presidente Conte hanno funzionato in questi anni, preferiscono affossare INDUSTRIA ed economia in generale....... stanno collezionando solo DISASTRI su DISASTRI... dall'esclusione dal tavolo delle trattative nella guerra in UCRAINA all'economia in generale.

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