Start-up e smart working nel 1977
Alcuni giorni fa, nel riordinare alcuni vecchi documenti, mi sono ritrovato sotto gli occhi una copia del settembre del 1987 della rivista “SICUREZZA”, giornale di settore nell’ambito dei sistemi di sicurezza, anticrimine e anti-rapina, riferimento per gli addetti ai lavori.
Non ho ricordato subito il perché avessi conservato una rivista vecchia di 33 anni fino a quando, complice un post-it piazzato a suo tempo in modo strategico per futura referenza (e possibile dimenticanza), mi trovo a rileggere un’intervista fatta a un’imprenditore italiano che in quella occasione festeggiava i 10 anni della sua impresa, la VDS srl fondata appunto nel 1977.
Leggendo l’articolo, riscoprivo e ripercorrevo la storia di questo imprenditore che, dopo alcuni anni di lavoro come dipendente per una ditta che installava sistemi di sicurezza e videosorveglianza, decideva di mettersi in proprio, non senza rischi, per inseguire un semplice ideale: essere padrone del proprio tempo lavorativo, godere dei risultati positivi della propria fatica e assumersi ovviamente la responsabilità di eventuali difficoltà o, nel peggiore dei casi, fallimenti.
Un autentico “start-upper” ante litteram, anche se spesso ci piace pensare che certi termini, o certe pratiche, nascano con il nostro tempo: un uomo, marito e padre di due figli che nel 1977 firma 4 milioni (di lire, eh 😄)di cambiali e consegna alla moglie due mesi di stipendio da gestire come solo una donna italiana nata nel dopoguerra avrebbe saputo fare, dicendole “o la va o la spacca”…o è dotato di una straordinaria incoscienza (forse un pochino sì), oppure vede qualcosa che altri non vedono o non hanno il coraggio di vedere.
Più start-up di così 😄
Nel leggere l’articolo, si legge anche un simpatico aneddoto di come il primo preventivo della neonata VDS srl fu scritto a macchina dalla moglie con una inaffondabile Olivetti Lettera-32, rigorosamente da casa, con un bimbo di 3 anni sulle ginocchia e il marito-imprenditore (insieme al socio) a intrattenere l’altro figlio un po’ più grande (7 anni).
Suona qualche campanello? Smart working, home working, equilibrio vita-lavoro, l’insostituibile apporto delle donne a questo equilibrio….sembrano storie di oggi, rese ancora più numerose ed evidenti dalla pandemia che abbiamo attraversato con la speranza di averla lasciata alla spalle.
L’articolo prosegue e termina poi con la soddisfazione dell’imprenditore, che nel decimo anniversario della sua impresa, registra un fatturato di 4 miliardi (di lire eh 😄) al 31 dicembre del 1986, con ulteriori prospettive di crescita per gli anni a venire.
Una storia di successo, insomma, nel leggere (ri-leggere, in effetti) la quale mi sono “portato a casa” tre riflessioni:
- Essere imprenditori non ha a che fare con grandi capitali, tecnologie di frontiera o partnership strategiche: intraprendere e innovare hanno prevalentemente a che fare con un’idea, un convincimento intimo che supera i “numeri” e la “sostenibilità”, una risposta ad una passione interiore che ti dice “credici, lo puoi fare”.
- Lo smart working è sempre esistito e non ha a che fare (solo) con il lavorare da casa: ha a che fare con il mettere insieme gli strumenti che hai, nel posto in cui sei, per portare a compimento un obiettivo. A prescindere dalle ore di lavoro e dall’essere o meno in un ufficio (l’imprenditore di cui sopra, all’inizio, un ufficio non lo aveva).
- Sembrerà scontato, ma non esistono grandi uomini capaci di grandi imprese senza donne di valore capaci di stare al loro fianco (sì, sulla stessa riga, non dietro). Le donne hanno sviluppato la capacità di fare più cose contemporaneamente, di applicare la loro intelligenza in modi flessibili, di supportare in modo evidente o silenzioso e su questo saranno sempre un passo avanti (qui sì) rispetto agli uomini. Facciamocene una ragione, facciamoci aiutare (se mia moglie sta leggendo, come si dice, “this one is for you” 😄).
E da ultimo, mi sono portato a casa anche un rinnovato orgoglio, in un momento non semplice, leggendo quell’articolo: perché quel bambino seduto sulle ginocchia di quella straordinaria donna e mamma ero io :)
E quell’imprenditore visionario, coraggioso, sanamente incosciente e straordinariamente capace, è un uomo a cui tendo ogni giorno a ispirarmi con la pacata consapevolezza che non riuscirò mai (un po’ perché unico, un po’ perché ci sono sempre combinazioni irripetibili) nemmeno ad avvicinare: è mio padre, che continua gagliardamente a darmi lezioni – che lo sappia o no – alla bella età di 75 anni :).
Thanks for reading.
© 2020 - Alessandro De Salve
Technology Team Leader presso AxL S.p.A. - ALTI PROFILI
5 anniGrazie Alessandro per questo articolo che, non nascondo, mi ha anche commosso e mi ha ricordato come il legame tra vita privata e vita lavorativa siano legate intrinsecamente in modo molto profondo.
Gas Detection/Man down - Connected Safety Specialist.
5 anniBellissimo articolo..quando hai 3 o 7 anni (ero anche io un bambino 😉) non ti rendi conto di ciò che due genitori, con un pizzico di incoscienza, possano aver fatto. Una mamma e un papà eccezionali anche oggi, esattamente come nel 1977!
Direttore di Filiale presso Adecco
5 anniBellissimo Ale!
Articolo veramente ben fatto e che fa riflettere (e molto) tanto sulla storia umana che sui contenuti più legati al lavoro in sé. Bravo Alessandro 👏🏻