Unione Europea, trasformazione digitale e intelligenza artificiale
Da qualche mese sono stato nominato all'interno del Focus Group sull'Intelligenza Artificiale della European Digital SME Alliance. Tale ruolo, oltre a permettermi di entrare in contatto con imprenditori e ricercatori di tutta Europa nel campo dell'intelligenza artificiale, mi permette di essere sulla frontiera della discussione su queste tematiche e, più in generale, sulle tematiche legate alla digitalizzazione in ambito europeo.
Trovo che il lavoro che l'Unione Europea sta compiendo, attraverso tutte le sue propaggini, sia complessissimo, completissimo e bellissimo. Cerco di riassumere in questo articolo, tutti i vari princìpi, affinché la maggior parte di voi ne entri a conoscenza e, perché no, si senta un po' più orgoglioso di far parte di questa grande Unione.
Trasformazione Digitale
È inutile parlare di intelligenza artificiale e altro senza contestualizzarla nel discorso più ampio di trasformazione digitale. L'approccio dell'Unione Europea relativamente alla trasformazione digitale si fonda su tre pilastri:
- La tecnologia deve servire alle persone. Questo significa investire nelle competenze digitali, fornire protezione e assicurarsi che le implementazioni (anche se fondate su intelligenza artificiale) rispettino le persone e i loro diritti. Questo è un dettaglio non da poco e credo dovremmo essere tutti fieri di far parte di una comunità in cui l'Uomo e i suoi diritti sono stati anteposti agli aspetti squisitamente tecnologici. Attenzione però: questo non significa accettare complottismi. Nel programma dell'Unione è riconosciuto come fondamentale, ovviamente, lo sviluppo di infrastrutture come 5G e il futuro 6G. Ad esempio, uno degli obiettivi a questo proposito è che tutte le abitazioni (sia che siano in città che in zone rurali) abbiano accesso, entro il 2025, ad una connessione di almeno 100Mbps estendibile a 1Gbps. Fortunatamente a discutere le politiche della nostra Unione ci sono persone ragionevoli e non i gilet arancioni.
- L'economia digitale deve essere giusta e competitiva. Questo significa permettere l'accesso a fondi per startup e piccole-medie imprese che operano nel mondo dell'innovazione per creare uno strato vibrante, "smart", dinamico. Ma anche che ci siano regole chiare di competizione e di responsabilità, anche per le piattaforme online. Insomma: gareggiamo in velocità, ma a regole chiare, non interpretabili, eque e comprensibili a tutti.
- La società deve essere aperta, democratica e sostenibile. Trovo fantastico che nel quadro di trasformazione digitale si parli di sostenibilità ambientale. L'obiettivo dell'Unione Europea è far sì che, entro il 2050, la tecnologia aiuti a raggiungere la neutralità climatica. Non solo, le persone devono poter avere il controllo dei proprio dati e essere protette dalla disinformazione. Insomma, tutto questo significa: gareggiamo in velocità, ma facendo in modo tale che il nostro pianeta venga rispettato, poiché diversamente non avrebbe alcun senso.
Di queste cose potete leggere nel documento "Shaping Europe's Digital Future" che è stato presentato a Febbraio di quest'anno proprio dalla Commissione Europea. Vi suggerisco di leggerlo: è veramente molto ben fatto e approfondisce più nel dettaglio i punti esposti qui sopra.
Intelligenza Artificiale
Sempre a Febbraio di quest'anno, la Commissione Europea ha presentato il "White Paper on Artificial Intelligence", un corposissimo documento in cui vengono indicate le opzioni politiche affinché l'intelligenza artificiale venga impiegata rispettando i pilastri della trasformazione digitale enunciati precedentemente. Contestualmente è stato presentato anche una "European strategy for data" che, ovviamente, va a braccetto.
In questo documento è centrale il concetto di fiducia poiché, senza di essa, è impensabile che una tecnologia come l'intelligenza artificiale possa essere utilizzata, accettata e compresa. Questa considerazione mi trova completamente d'accordo. Inoltre è centrale il fatto che la tecnologia debba rispettare i principi fondamentali della nostra società civile: leggi, privacy, diritti e dignità umana.
Sostanzialmente il documento è suddiviso in due macro-obiettivi:
- la creazione di un ecosistema di eccellenza
- la creazione di un ecosistema di fiducia
L'ecosistema di eccellenza è raggiungibile lavorando a diversi livelli:
- cooperazione fra gli Stati Membri, in modo tale da attrarre investimenti pubblici e privati difficilmente raggiungibili dai singoli. L'obiettivo è quello di raccogliere investimenti in AI pari a 20 miliardi di Euro all'anno per i prossimi dieci anni. A tal proposito, l'Unione Europea rilascerà fondi presi dai programmi "Digital Europe Programme", "Horizon Europe" e altri.
- maggiore attenzione sui centri di ricerca e sulle comunità di innovatori, in modo tale che vengano connessi, facendoli crescere assieme e raggiungere risultati irraggiungibili dai singoli.
- competenze. Questo a mio avviso è un aspetto fondamentale, poiché in questo mondo il rischio è non avere le persone in grado di lavorare per mancanza, appunto, di competenze. È necessario che si lavori in questo senso, anche stimolando l'accesso di un maggior numero di donne che, attualmente, costituiscono una parte residuale sul totale delle persone impiegate.
- piccole-medie aziende. È indispensabile che le piccole e medie aziende possano accedere alle tecnologie basate su intelligenza artificiale. Per questo, oltre a finanziamenti dedicati, sono state lanciate piattaforme di AI-on-demand come www.ai4eu.eu, in modo tale da connettere il mondo della ricerca con il mondo delle aziende.
- altri aspetti come: collaborazioni con il settore privato, promozione dell'intelligenza artificiale nel settore pubblico, sviluppo e accesso ad infrastrutture dati e di calcolo
Che cosa propone la European Digital SME Alliance?
La Digital SME Alliance, anche grazie alla consultazione con i membri del Focus Group, risponde a questo dettagliatissimo white paper, portando numerosissime considerazioni. Quelle che più ritengo interessanti:
- necessità di una minor burocrazia nell'accesso a fondi per l'innovazione: Cina e Stati Uniti, infatti, sembrano avere dei processi più snelli ed efficienti
- composizioni sociali differenti e livelli di tassazione agevolati per le startup che investono in intelligenza artificiale: in un ecosistema europeo in cui la stragrande maggioranza delle piccole-medie aziende è di proprietà famigliare, con ai vertici persone mature e non orientate a investimenti rischiosi, questo potrebbe rallentare (e tagliare fuori completamente) l'Unione Europea dalla gara
- necessità di maggior informazione ai livelli direzionali affinché nasca la comprensione e, quindi, la consapevolezza che sia necessario innovare. Intelligenza artificiale e IoT saranno avranno un impatto enorme nei prossimi anni, per cui è necessario che chi sta al timone percepisca queste tecnologie come strategiche per il business in un ottica di lungo termine
- normare l'uso dell'intelligenza artificiale, cercando però di non renderne impossibile l'uso in produzione imponendo troppi vincoli
Conclusioni
Spero di aver reso, almeno in parte, la profondità del lavoro che viene svolto a Bruxelles per far sì che le più recenti tecnologie non ci facciano paura (come spesso i giornalisti vogliono farci credere), ma ci permettano di rimanere competitivi in un mercato globale sempre più rapido e agguerrito.
azione movimento vita🇮🇹
5 anniGrazie. Buon lavoro 🇪🇺💪🏻
Account manager presso DBN Communication srl
5 anniGrazie Marco:)
Secretary General (CEO), European DIGITAL SME Alliance
5 anniGrazie Marco, sia per la promozione che per gli ottimi contributi che stai dando al lavoro della European DIGITAL SME Alliance!