L’AI che ricerca se stessa: un futuro tra accelerazione e rischio La capacità dell’intelligenza artificiale di condurre ricerca e sviluppo su sé stessa (AI R&D) è considerata da molti osservatori una delle frontiere più delicate. Se i sistemi raggiungessero la parità con i migliori ricercatori umani, si potrebbe innescare una dinamica di auto-miglioramento ricorsivo, nota come intelligence explosion. Questa eventualità, secondo alcuni, avrebbe conseguenze dirompenti sull’economia globale, sull’energia e sulla sicurezza collettiva. Uno studio pilota recente ha applicato il judgmental forecasting, metodo che affida a esperti e “superforecaster” la stima di scenari futuri, per indagare due domande cruciali: l’AI R&D porterà a un’accelerazione senza precedenti del progresso e, se sì, tale accelerazione potrà generare eventi estremi per la società? I risultati mostrano divergenze significative. Gli esperti del settore attribuiscono il 20% di probabilità a un’accelerazione almeno tripla entro il 2029, contro l’8% stimato dai superforecaster. La forbice si amplia se si considera lo scenario in cui l’AI sostituisca pienamente un ricercatore di punta: qui gli esperti salgono al 52,5%, mentre i superforecaster restano su un modesto 7,5%. Entrambi i gruppi concordano che i progressi più plausibili non arriveranno dal semplice aumento della potenza computazionale, ma da miglioramenti post-training, come ottimizzazione delle catene di ragionamento o tecniche di inferenza scalata. Più incerta invece la traiettoria dell’innovazione algoritmica, mentre l’ipotesi di un salto radicale nell’hardware è ritenuta poco probabile. Sul fronte degli impatti sociali, la distanza è ancora più marcata. Gli esperti ritengono non trascurabile (fino al 35%) il rischio che entro il 2035 si verifichi un cambiamento radicale nei consumi energetici globali o un disastro paragonabile al COVID-19. I superforecaster, al contrario, collocano queste probabilità sotto l’1%, richiamando vincoli fisici, costi e capacità di intervento umano. Il confronto rivela dunque due visioni opposte: da un lato gli esperti, consapevoli delle potenzialità trasformative e dei rischi intrinseci; dall’altro i superprevisori, che adottano un approccio più scettico e ancorato alla storia delle innovazioni tecnologiche. Trattandosi di un campione ridotto, i risultati sono solo indizi preliminari. Ma lo studio segnala l’urgenza di sviluppare metodologie robuste per stimare non solo i progressi dell’AI, ma anche la loro capacità di generare scenari di rischio sistemico. La domanda di fondo resta aperta: la ricerca autonoma delle macchine sarà scintilla di progresso sostenibile o detonatore di nuove fragilità globali?
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🔍 AI: tecnologia speciale o solo “normale tecnologia”? Il dibattito su intelligenza artificiale è spesso polarizzato: da un lato le visioni utopiche, che immaginano un’AI capace di accelerare la scienza, far crescere l’economia e persino “sconfiggere la morte”. Dall’altro le narrazioni distopiche, dove l’AI distrugge posti di lavoro, genera caos economico o minaccia l’umanità. Un recente paper di Arvind Narayanan e Sayash Kapoor (Princeton University) propone però una prospettiva alternativa: considerare l’AI come una tecnologia “normale”, destinata a seguire le traiettorie delle rivoluzioni industriali precedenti. Delusi? No, questo significa che i suoi effetti saranno profondi ma graduali: - L’adozione sarà più lenta dell’innovazione, perché servono tempo e adattamenti organizzativi. - Le trasformazioni del lavoro non significheranno solo “sostituzione”, ma anche nuovi compiti di supervisione e gestione dei sistemi AI. - I rischi esistono, ma vanno affrontati con politiche concrete (cybersecurity, biosicurezza, trasparenza) invece che con scenari da fantascienza. 💡 Trattare l’AI come una “tecnologia normale” non riduce la sua importanza. Credo aiuti a sviluppare strategie più pragmatiche per affrontarne le sfide, evitando sia l’hype incontrollato sia il catastrofismo. La domanda è: abbiamo bisogno di meno fantascienza e più realismo nel modo in cui parliamo e regoliamo l’AI? Lo chiedo da scettico...
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⚙️ Human-in-the-Loop: l’#AI senza uomo è un rischio sistemico, non un’opportunità... Nella narrativa corrente si parla spesso di “AI che sostituirà l’uomo”, ed è un dialogo che giornalmente mi trovo ad affrontare in azienda. In realtà, i sistemi realmente scalabili e resilienti si basano su un’architettura Human-in-the-Loop (HITL): un modello in cui l’intelligenza artificiale non è mai lasciata a sé stessa, ma viene addestrata, validata e corretta da competenze umane qualificate. 🎯 Perché questo è cruciale a livello #enterprise? Perché un #algoritmo è potente nell’analisi massiva dei dati, ma resta cieco al contesto, all’#etica e alla strategia dell'#azienda e del #team (quantomeno ancor oggi). Il risultato? Decisioni potenzialmente distorte, #bias amplificati, rischi reputazionali ed errori che non si limitano al singolo processo, ma possono impattare l’intera #valuechain. 🧠 L’Human-in-the-Loop garantisce: 👉 Mitigazione dei bias tramite supervisione critica e feedback ciclici (educo il sistema alla correttezza necessaria); 👉 Adaptive learning: modelli che evolvono non solo in base ai dati, ma anche alle scelte umane (machine learning avanzato); 👉 Explainability by design: perché le decisioni non devono solo essere “giuste”, ma anche comprese (vedi anche XAI); 👉 Governance e accountability: l’AI diventa uno strumento conforme, non una “black box” incontrollata ed incontrollabile; 🚀 Il punto provocatorio: Un’azienda che pensa di sostituire totalmente l’uomo con l’AI non sta accelerando, sta giocando alla roulette russa con il proprio futuro. La vera rivoluzione è capire che l’AI scala l’analisi, e l’uomo definisce il significato, talvolta con un "pizzico emozionale" (ma solo un tocco, è pur sempre business). Insieme creano un sistema antifragile, capace di crescere proprio grazie all’interazione continua tra calcolo algoritmico e intelligenza critica. Questo è ciò che sto consigliando per la #supplychain dei clienti di MULTI LEVEL Consulting. 💡Il mio #pov è che l’AI senza Human-in-the-Loop non è progresso, è un rischio. Le imprese che comprenderanno ed adotteranno questo modello, magari facendosi guidare correttamente, trasformeranno l’AI da minaccia a moltiplicatore di valore umano e competitivo. Domanda: tu sai cosa fa un Forward Deployed Engineer (FDE)? Parliamone 😉 #enjoylogistics #enjoylife https://lnkd.in/gapKzds
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🤝 "L'intelligenza artificiale toglierà lavoro alle persone?" È la domanda più frequente quando si parla di #AI. Ma forse stiamo guardando dalla prospettiva sbagliata. La vera sfida non è SE l'AI sostituirà i professionisti, ma COME integrarla senza perdere il valore umano. L'approccio? Pensare all'AI come a un collega digitale che: ✅ Gestisce le attività ripetitive ✅ Analizza dati complessi in tempo record ✅ Offre nuove prospettive Così noi possiamo concentrarci su creatività, decisioni strategiche e relazioni autentiche. Il futuro del lavoro non è uomini VS macchine. È competenze umane + intelligenza artificiale = team imbattibili. E voi, avete già il vostro "collega digitale"? #IntelligenzaArtificiale #FuturoDelLavoro #Innovazione #Leadership #AI
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L'Atlante dei Paradossi dell'AI 🌍 Avete mai pensato che l'Intelligenza Artificiale sia fatta più di domande che di risposte? Nel DIPARTIMENTO STUDI TEORICI | E.N.I.A.® di ENTE NAZIONALE per l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - E.N.I.A.®, crediamo che per comprendere davvero l'AI dobbiamo esplorarne i paradossi: le sue contraddizioni, le tensioni che attraversano etica, diritto, cultura e tecnologia. Per questo nasce il nostro nuovo progetto pilota: l'Atlante dei Paradossi dell'Intelligenza Artificiale. Coordinato da Alessio Vasselli e PASQUALE SICIGNANO, il #DST propone un'esplorazione collaborativa e interdisciplinare che non vuole semplificare, ma rendere “abitabile” la complessità, trasformando le domande più scomode in spunti per una riflessione collettiva e costruttiva. ✨ Alcuni paradossi che stiamo mappando: * Algoritmo neutrale? 👉 Quanto può esserlo se i dati riflettono pregiudizi reali? * Responsabilità senza agente 👉 Come attribuire la responsabilità etica e legale di un errore dell’AI? * Delega cognitiva 👉 Cosa perdiamo quando smettiamo di decidere da soli? 👥 È un invito aperto: professionisti, studiosi, studenti, curiosi. Che tu ti occupi di etica, governance, neuroscienze, società, economia o tecnologia, il tuo contributo può arricchire la nostra mappa. 👉 Non cerchiamo risposte facili. Cerchiamo compagni di viaggio per formulare insieme le domande giuste. 💬 Vuoi partecipare? Scrivilo nei commenti o contattaci in privato. Insieme, possiamo trasformare i paradossi in occasioni di pensiero collettivo e innovazione concreta. #ENIA #DipartimentoStudiTeorici #AI #Innovazione #Etica #Governance #Paradossi #Ricerca
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🔎 L’AI non è fatta solo di risposte, ma soprattutto di domande. Sono felice di condividere il nuovo progetto del DIPARTIMENTO STUDI TEORICI | E.N.I.A.® di E.N.I.A.(ENTE NAZIONALE per l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - E.N.I.A.® ) l’Atlante dei Paradossi dell’Intelligenza Artificiale, che coordino insieme ad Alessio Vasselli. L’obiettivo? Mappare contraddizioni e tensioni che attraversano etica, diritto, cultura e tecnologia, trasformandole in occasione di riflessione collettiva. Non cerchiamo risposte facili: cerchiamo le domande giuste. ✨ Alcuni dei paradossi che stiamo esplorando: • Algoritmo neutrale? 👉 Quanto può esserlo davvero se i dati riflettono pregiudizi reali? • Responsabilità senza agente 👉 Chi risponde di un errore dell’AI? • Delega cognitiva 👉 Cosa perdiamo quando smettiamo di decidere da soli? 👉 È un invito aperto a professionisti, studiosi, studenti e curiosi: ogni contributo può arricchire la nostra mappa. 📌 Qui il post ufficiale di ENIA ⬇️
L'Atlante dei Paradossi dell'AI 🌍 Avete mai pensato che l'Intelligenza Artificiale sia fatta più di domande che di risposte? Nel DIPARTIMENTO STUDI TEORICI | E.N.I.A.® di ENTE NAZIONALE per l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - E.N.I.A.®, crediamo che per comprendere davvero l'AI dobbiamo esplorarne i paradossi: le sue contraddizioni, le tensioni che attraversano etica, diritto, cultura e tecnologia. Per questo nasce il nostro nuovo progetto pilota: l'Atlante dei Paradossi dell'Intelligenza Artificiale. Coordinato da Alessio Vasselli e PASQUALE SICIGNANO, il #DST propone un'esplorazione collaborativa e interdisciplinare che non vuole semplificare, ma rendere “abitabile” la complessità, trasformando le domande più scomode in spunti per una riflessione collettiva e costruttiva. ✨ Alcuni paradossi che stiamo mappando: * Algoritmo neutrale? 👉 Quanto può esserlo se i dati riflettono pregiudizi reali? * Responsabilità senza agente 👉 Come attribuire la responsabilità etica e legale di un errore dell’AI? * Delega cognitiva 👉 Cosa perdiamo quando smettiamo di decidere da soli? 👥 È un invito aperto: professionisti, studiosi, studenti, curiosi. Che tu ti occupi di etica, governance, neuroscienze, società, economia o tecnologia, il tuo contributo può arricchire la nostra mappa. 👉 Non cerchiamo risposte facili. Cerchiamo compagni di viaggio per formulare insieme le domande giuste. 💬 Vuoi partecipare? Scrivilo nei commenti o contattaci in privato. Insieme, possiamo trasformare i paradossi in occasioni di pensiero collettivo e innovazione concreta. #ENIA #DipartimentoStudiTeorici #AI #Innovazione #Etica #Governance #Paradossi #Ricerca
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🤖 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗟𝗟𝗜𝗚𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗨𝗠𝗔𝗡𝗔 𝗘 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗟𝗟𝗜𝗚𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗥𝗧𝗜𝗙𝗜𝗖𝗜𝗔𝗟𝗘 𝘐𝘓 𝘋𝘐𝘓𝘌𝘔𝘔𝘈 𝘋𝘌𝘓𝘓𝘈 𝘕𝘖𝘚𝘛𝘙𝘈 𝘌𝘗𝘖𝘊𝘈 🧠 Viviamo in un’epoca in cui la linea di confine tra intelligenza umana e intelligenza artificiale sembra farsi sempre più sottile. L’AI entra in ogni ambito della vita quotidiana: dal lavoro alla medicina, dall’istruzione all’intrattenimento. Questa convivenza genera entusiasmo, ma anche interrogativi profondi. 🏛️ L’intelligenza dell’uomo non si limita alla capacità di elaborare dati. Essa include immaginazione, intuizione, empatia, senso critico e capacità di attribuire significato alle esperienze. È proprio questo intreccio di logica ed emozione che ci permette di dare forma alla cultura, all’arte, all’etica e alle relazioni. ⚙️ L’intelligenza artificiale, al contrario, eccelle nella velocità di calcolo, nell’analisi di enormi quantità di informazioni e nell’automazione dei processi. È uno strumento che amplifica le possibilità dell’uomo, alleggerendo compiti ripetitivi e aprendo scenari prima impensabili. Ma, da sola, non ha coscienza né valori: non ha consapevolezza, nel senso umano del termine. ⚠️ Il vero pericolo non sta nell’AI in sé, ma nel nostro atteggiamento verso di essa. Se delegassimo interamente il pensiero critico e creativo alle macchine, il nostro cervello rischierebbe di “atrofizzarsi”. La comodità non deve trasformarsi in pigrizia intellettuale. È fondamentale continuare a ragionare, a dubitare, a coltivare la capacità di interpretare. 🤝 Il dilemma della nostra epoca non è “uomo contro macchina”, ma “uomo con macchina”. La sfida è mantenere il primato della coscienza e della responsabilità, utilizzando l’intelligenza artificiale come alleata e non come sostituta. L’AI può estendere i confini delle nostre possibilità, ma la direzione rimane nelle mani dell’uomo. 🚀 L’intelligenza artificiale è destinata a restare e a crescere. Sta a noi decidere se viverla come minaccia o come opportunità. Non dobbiamo demonizzarla, ma nemmeno idolatrarla: il vero compito è continuare ad allenare il nostro pensiero, custodendo ciò che rende unica l'intelligenza Umana. 🤔 Riflettiamo! La vera intelligenza nasce quando sappiamo fermarci in silenzio e osservare: ogni strumento è utile finché non diventa dipendenza, e la vera libertà è imparare a lasciar andare, anche ciò di cui crediamo di non poter far a meno. . . . #IntelligenzaUmana #IntelligenzaArtificiale #AI #Coscienza #Responsabilità #Creatività #PensieroCritico #Opportunità #TecnologiaEtica #UomoEMacchina
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Oggi più che mai si parla di Intelligenza Artificiale come della soluzione a tutto. Ma siamo sicuri che il futuro delle imprese passi solo attraverso la tecnologia? In questo nuovo video sul canale SecretVolution, esploro un punto chiave spesso dimenticato: 👉 Cosa ci dice il cervello sull’uso dell’IA e perché la Natura resta il miglior alleato degli imprenditori. Il rischio per molti professionisti è quello di affidarsi esclusivamente all’IA, dimenticando che il nostro cervello e la connessione con la Natura offrono ancora oggi i veri vantaggi competitivi: lucidità, creatività e decisioni sostenibili. 📺 Guarda il video completo qui: [link YouTube] 🌐 Scopri di più su www.secretvolution.com E tu, pensi che l’IA sia davvero sufficiente senza l’intelligenza naturale? Scrivilo nei commenti ⬇️ #AI #Neuroscienze #Business #SecretVolution #Imprenditori https://lnkd.in/ecxQNdAT
Neuroscienze e IA: la lezione che ogni imprenditore deve imparare
https://www.youtube.com/
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La semplice curiosità tecnologica non è sufficiente. È ormai evidente che l’intelligenza artificiale modificherà in modo profondo la nostra quotidianità, incidendo sui processi produttivi, organizzativi e sociali. Di conseguenza, la preparazione e il riassetto delle organizzazioni diventano condizioni imprescindibili: prima di adottare soluzioni basate sull’#IA, è necessario comprenderne appieno le potenzialità e rivedere i processi interni, così da favorire un’integrazione coerente ed efficace. A ciò si aggiunge l’esigenza di un utilizzo #consapevole ed #etico, affinché l’#innovazione non alimenti #disuguaglianze, ma diventi invece un autentico strumento di #progresso condiviso. https://lnkd.in/dNSyaxtr
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WE HAD ENOUGH ATTENTION, SET UP IS ALL YOU NEED NOW. L'IA è come un teenager viziato: ha avuto troppa attenzione e ora bisogna metterla al lavoro. L'industria dell'intelligenza artificiale sta attraversando una trasformazione profonda e quasi controintuitiva: dopo anni di ossessione per modelli sempre più grandi e potenti, il focus si sta spostando radicalmente dall'AGI verso qualcosa di molto più prezioso: implementazione che funziona davvero. Verso l'hardware, l'implementazione pratica e l'infrastruttura. Ho scritto un manifesto su questo cambio di paradigma, partendo da una provocazione: dall'"Attention Is All You Need" del 2017 siamo arrivati secondo me al "Set Up Is All You Need" nel 2025. Il punto centrale? I problemi dell'IA non sono più (solo) tecnologici: sono pratici e organizzativi. Mentre tutti inseguivano l'AGI come fosse il Graal, l'IA "noiosa" stava già trasformando il mondo, un processo aziendale alla volta. Il futuro oggi appartiene a chi orchestra meglio, non a chi scala di più. A chi implementa invece di promettere. A chi risolve problemi reali invece di collezionare parametri come Pokemon cards. L'industria IA sta maturando dal tech evangelism al business pragmatism, dalla ricerca dell'AGI impossibile alla creazione di valore reale attraverso specializzazione ed efficienza. È soprattutto uno shift verso implementazione e adoption che deve confrontarsi con logiche organizzative diverse e penetrare culture e processi aziendali consolidati, richiedendo competenze e risorse completamente nuove. L'Attention Economy dell'IA generativa è finita. Welcome to the Infrastructure Economy dell'IA in azienda. Bentornati sulla Terra - il wifi funziona e c'è tanto da fare. PDF completo scaricabile qui per chi è interessato (anche senza dover scrivere 'Vaswani' nei commenti):
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Per chi volesse approfondire l'argomento IA da un punto di vista non solo tecnologico, ma anche etico e politico.
📘 "Il secolo dell’IA – Capire l’intelligenza artificiale, decidere il futuro (Il Mulino)": scritto da Lorenzo Basso, informatico e Vicepresidente della Commissione Ambiente, Trasporti e Innovazione tecnologica al Senato, e Marco Bani, esperto di politiche dell’innovazione e trasformazione digitale. Il volume esplora #etica, #politica e #tecnologia, offrendo una riflessione accessibile sul ruolo che l’#AI avrà nel futuro della nostra società. 👉 Appuntamento il 15 settembre alla Terrazza Colombo di Genova: gli autori presenteranno il libro insieme a Giorgio Metta, Direttore Scientifico di IIT. La recensione di Livia Gelosi ↙️ https://lnkd.in/dEGmrivj
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