Come ti comporti sulle scale mobili?

Come ti comporti sulle scale mobili?

Chi prende abitualmente una scala mobile (soprattutto quella delle metropolitane) nota che una parte delle persone resta ferma sulla destra e si lascia trasportare, un’altra risale invece velocemente i gradini per arrivare più rapidamente in cima. Una ricerca dell’Università di Greenwich ha misurato che tre quarti delle persone rimane ferma, mentre un quarto preferisce salire le scale camminando.

Quale è il comportamento ottimale per un individuo? E quello per la collettività?

Sembrerebbe una domanda senza senso, anzi, quel quarto che non riesce a stare fermo si spazientisce se si trova davanti persone ferme e, mentre chiede “permesso”, pensa che il mondo funzionerebbe molto meglio se tutti si “dessero una mossa”. La risposta a questa domanda sembrerebbe quindi scontata per queste persone abituate ad “arrivare prima degli altri” e soprattutto ad avere un approccio alla vita che li porta freneticamente ad “arrivare primi”, non rendendosi conto che, forse, l’importante è “arrivare prima”.

Transport for London (TfL) ha verificato nella stazione metropolitana di Holborn (che ogni anno vede passare 56 milioni di persone) che stare tutti fermi sulle scale mobili consente di aumentare del 40 per cento il numero dei passeggeri trasportati! Questo vale soprattutto nei momenti di grande affollamento, mentre quando non c’è congestione conviene ovviamente camminare…

Questi diversi comportamenti ricordano l’atteggiamento di molti dei manager che incontro per la consulenza alla loro carriera. Una parte vuole risalire rapidamente le gerarchie aziendali, crescendo in modo accelerato all’interno dell’azienda e, se non trova rapidamente nuovi spazi, guarda subito al mercato. Altri preferiscono capire quale sia la strategia più corretta di medio termine e se accelerare nel breve non comporti il rischio di condizionare negativamente la loro carriera e la costruzione delle loro competenze.

Come è scontato non esiste un’unica risposta corretta per l’individuo-manager. In alcuni casi occorre comportarsi come i primi, altre volte come i secondi.

Tuttavia voglio sottolineare che nelle loro richieste esce ben poche volte l’interesse “collettivo”, cioè l’attaccamento al bene dell’azienda per la quale lavorano e verso la quale dovrebbero impegnarsi per raggiungere migliori risultati, sia in termini quantitativi, sia qualitativi.

A questo punto mi chiedo se questi individui-manager siano solamente degli egoisti-individualisti, oppure se siano le aziende che non sanno costruire, comunicare e condividere quei sentieri di carriera per fare in modo che i loro manager si coordinino in modo ordinato e producano una maggiore efficienza di sistema. 

La parte di chiusura dell'articolo potrebbe essere un importante punto di discussione all'interno delle aziende. Ottimo articolo.

Emanuele Tosatti

Global Marketing Leader | Electrification, Buildings, Energy Efficiency, B2B

6 anni

Pietro Varvello Sempre interessanti e brillanti le tue riflessioni!

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