Comunicazione accessibile: un atto di responsabilità

Comunicazione accessibile: un atto di responsabilità

Il Global Accessibility Awareness Day, che sarà il prossimo 15 maggio, ci invita a riflettere su quanto il digitale sia davvero accessibile a tuttə.

Oltre 1 miliardo di persone nel mondo vive con una qualche forma di disabilità. E gran parte di loro incontra ogni giorno barriere visive, cognitive, motorie, sensoriali quando accede a contenuti digitali. Parliamo di siti, newsletter, PDF, post social, video, app. Strumenti che noi comunicatori usiamo quotidianamente per “raggiungere tutti”. Ma siamo sicuri che stiamo davvero includendo tuttə?

L’accessibilità digitale non riguarda solo le persone con disabilità. Riguarda chiunque, in qualunque momento, possa trovarsi in una situazione temporanea o permanente che limita l’accesso a contenuti, strumenti o esperienze digitali.

Inclusività significa smettere di pensare all’utente "medio" e iniziare a considerare le reali complessità e varietà dell’esperienza umana, e riconoscere la pluralità di modi in cui le persone leggono, navigano, ascoltano, interagiscono. In una comunicazione responsabile, la forma è sostanza.

L’accessibilità digitale non è solo un tema tecnico o di design. È una questione etica, culturale e legale.

Dal 2025, con l’European Accessibility Act, anche molti operatori privati dovranno garantire che i propri prodotti e servizi digitali siano accessibili. Questo riguarda anche la comunicazione: dai contenuti web alle interfacce, dai documenti pubblici alle piattaforme e-commerce.

Qui entra in gioco l’universal design: progettare contenuti pensando fin dall’inizio alla diversità degli utenti. Un testo leggibile, una grafica comprensibile, un video con sottotitoli o trascrizione non sono dettagli. Sono scelte. E migliorano l’esperienza per tutti, non solo per chi ha disabilità.

Accessibilità in pratica significa:

  • Sensibilizzare il team sull’importanza dell’accessibilità (non solo i tecnici o i designer).
  • Coinvolgere persone con disabilità nei processi di test e co-design
  • Inserire l’accessibilità come requisito nei brief e nei progetti di comunicazione
  • Per i documenti, ad esempio rendendo accessibili i PDF e gli altri formati di file,
  • Per gli eventi ad esempio fornendo materiali accessibili in anticipo (slide, scalette),
  • Per i canali digitali ad esempio compilando sempre i campi alt dei CMS,
  • Per i contenuti visivi ad esempio non inserendo testo importante nelle immagini
  • Per i contenuti testuali ad esempio usando un linguaggio diretto e inclusivo, assicurando che i link siano descrittivi.

L’accessibilità non è un favore: è un diritto. E lavorando nella comunicazione, abbiamo un ruolo cruciale nel costruire un ecosistema informativo che sia davvero inclusivo, trasparente e accessibile a tuttə.

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