Il problema dei giovani d'oggi
Nel mio ultimo post social ti ho raccontato di mio nonno Ferruccio che lavorava nei campi e quando finiva... aveva FINITO.
Mentre oggi apri il laptop e non sai più quando fermarti. Ti avevo promesso di spiegarti cosa di più profondo è cambiato dalla rivoluzione agricolare al knowledge work, e cosa ha capito la Gen Z che noi abbiamo dimenticato.
COSA ABBIAMO PERSO DI FONDAMENTALE
Per millenni il lavoro è stato identità.
Il lavoro è identità, il lavoro è dignità, il lavoro rappresenta la crescita di una persona, il lavoro accompagna la crescita di una persona, il lavoro è una parte della persona, il lavoro rappresenta una persona, il lavoro definisce l'autostima di una persona, il lavoro aiuta la persona ad elevarsi.
Mio nonno era "il contadino della Contessa". Aveva un ruolo preciso, una dignità che veniva dal lavoro compiuto. Quando aveva finito di arare il campo o nutrire il bestiame, aveva davvero finito. E con quella fine arrivava la soddisfazione del dovere compiuto.
Il knowledge work ci ha tolto questo. Ci ha dato progetti infiniti, email senza fine, obiettivi che si moltiplicano appena raggiunti. Ci ha fatto perdere la dignità che viene dal lavoro finito.
Il rischio è il blocco totale, il rischio è l'inattività mentale. Viviamo nell'ansia perpetua del "non ho mai finito", del "sono sempre in ritardo su tutto".
Abbiamo perso il lavoro come fonte di identità e lo abbiamo trasformato in fonte di ansia.
COSA HA CAPITO LA GEN Z (E NOI ABBIAMO DIMENTICATO)
I giovani della Gen Z hanno deciso. Sono al comando e ci hanno detto a chiare lettere che non intendono scambiare 8 ore di lavoro per vivere 8 ore di libertà.
Ma vogliono di più, vogliono altro.
Vogliono il lavoro d'identità.
Come diceva Sandro Pertini: "Siamo noi che dobbiamo avvicinarci ai giovani e non viceversa”
La Gen Z ha capito che il lavoro nella vita deve essere un punto di riferimento, un punto da cui ripartire in tutte le difficoltà. Non qualcosa che ti consuma, ma qualcosa che ti fa crescere attraverso le sfide.
La Gen Z ha capito che:
Non cercano un "posto qualsiasi". Cercano un purpose, un significato. Cercano di costruire la loro identità attraverso il lavoro, non di distruggerla.
Ecco perché stanno rivoluzionando il mercato del lavoro.
Non è pigrizia. È intelligenza. Hanno capito che senza identità nel lavoro, il lavoro diventa solo ansia. E l'ansia non costruisce niente di duraturo.
Stanno riportando il lavoro alla sua funzione originaria: essere strumento di crescita e dignità personale, non macchina di produttività infinita.
A proposito, se ti sei perso i miei post social, le più grandi testate giornalistiche italiane stanno parlando del nostro approccio con i giovani e delle nostre aziende. E ci sono molte altre novità in vista.
Siamo solo all'inizio,
Marco
Libero professionista Pubbliche relazioni e comunicazioni
2 mesiCondivido pienamente tutto ciò che è stato scritto da te e spero che evolva sempre di più . Grazie e buona settimana ! 👏🏻👏🏻👏🏻🤗