Infrastrutture sostenibili e investimenti pubblici e privati alla base delle “nuove” città. Bene la spinta che arriva dal Mims
Progettare città sostenibili e resilienti vuol dire favorire riscontri sia di carattere socio-economico, che di welfare e inclusione. In questo contesto, la gestione dei sistemi delle infrastrutture e dei servizi pubblici è funzionale a un’economia circolare. Questa è la direzione auspicata dalle politiche europee e dell’ONU. Il nostro Paese l’ha recepita puntando alla rigenerazione di contesti urbani con opere infrastrutturali e di mobilità attraverso tecnologie e approcci innovativi. Una sfida che, però, deve essere affrontata anche sotto l’aspetto della sostenibilità finanziaria dei singoli interventi.
La rigenerazione delle città vede come primi artefici le pubbliche amministrazioni. Seppur con i debiti distinguo, finora sono state spesso diffidenti verso la condivisione di progetti e la realizzazione di opere con il settore privato. Ora la spinta ad adottare questo sistema collaborativo arriva dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che nei giorni scorsi ha presentato due rapporti delle sue Commissioni di Studio proprio per la definizione di nuove strategie per il settore che tengano conto di investimenti pubblici e privati.
L’impegno che mi aspetto è di far convergere posizioni diverse su soluzioni condivise e su una maggiore semplificazione dei processi per tutta la filiera, dalla fase istruttoria alla progettazione fino alla messa a terra in cui il supporto del settore privato è strategico anche per il sostegno finanziario.