LA CRUNA DELL'AGO
E' stato un sogno e una sensazione fisica insieme. Un dormiveglia, forse. Siamo tutti nella cruna di un dannatissimo ago. Di qua l'incertezza, la preoccupazione, la paralisi. Di là la salvezza. O almeno la speranza.
Ognuno di noi, in attesa di un vaccino per tutti, cerca la medicina per sé. E magari, per non farsi stritolare, prova a sentirsi già dall'altra parte della cruna. Almeno in ispirito. Per farlo, si appella a ciò che per lui è importante e salvifico.
La sottoscritta, ad esempio, ogni tanto torna al Cinema Maestro. Quello dei Valori Universali che non scadono, non cambiano e non perdono significato. Il Cinema che, in qualche modo, ci mostra il traguardo dello stesso gioco dell'oca che, oggi, ha deciso di farci star fermi un giro.
L'altra sera ho rivisto Amistad, film del 1997 di Steven Spielberg. Narra la vera storia di un gruppo di schiavi africani che, ammutinatisi durante una tempesta nel 1839, vengono catturati e trascinati in un tribunale americano. Il processo diventerà una vera e propria querelle pro e contro l'abolizione della schiavitù, che sfocerà poi nella Guerra di Secessione.
L'ho trovato un po' datato, un pelino lungo. Ma ci sono alcune scene indimenticabili, tra cui una particolarmente potente che, ancora una volta, mi ha fatto riflettere sul significato di “nucleo familiare”. Cinque, capo del gruppo degli ammutinati, sta parlando con Jhon Quincy Adams /Antony Hopkins, alla vigilia dell'arringa finale. Con fierezza e commozione, gli racconta cosa fanno gli appartenenti alla sua tribù, quando un grave pericolo li minaccia: chiamano a raccolta gli antenati perché accorrano al loro fianco, li assistano e infondano loro il coraggio che serve per superare le difficoltà.
Nel film, in quel momento, si crea un ponte emotivo e culturale tra due persone che non potrebbero sembrare più diverse. Jhon Quincy Adams, chiamando a testimoni i padri fondatori della sua patria, nell'arringa (di fatto) userà le parole di Cinque.
Ed è questa la riflessione che la scena mi ha suggerito: ciò che veramente siamo, dipende anche da chi è arrivato prima di noi. Avi, nonni, genitori... nel bene e nel male, sono le nostre radici. Il nostro vissuto. Le fondamenta della nostra “casa”. Sono ciò che del passato ci portiamo appresso; compreso quel che vorremmo dimenticare o rimuovere.
Gli amori e gli amici che abitano la nostra vita attuale sono la Famiglia d'Elezione: la scelta, il presente, la fiducia. Il risultato dell'elaborazione che abbiamo compiuto. Che sia accettazione, imitazione o presa di distanza dalla famiglia d'origine. Rappresentano quello che siamo “diventati” e diventeremo. Il ponte che collega il prima al dopo. Per quanto possiamo dimenticarlo, per quanto possiamo, a volte, rinnegare le figure del passato, chi amiamo oggi è, in qualche modo,“figlio” di chi abbiamo amato o combattuto ieri.
Oggi quasi più nessuno chiama a raccolta gli antenati per essere aiutato a passare dalla parte giusta della cruna dell'ago. Solo chi ha fede, probabilmente.
Io mi accontento di aver fatto pace con tutti. E di sentirla (quella pace) forte e chiara, in certi sogni strani o in certi rari, struggenti dormiveglia che sembrano quasi veri. Quasi fisici. Protettivi e rassicuranti come una mano sulla spalla.
Communication Manager | Marketing addicted | Entusiasta per natura
4 anniLe tue parole Marina profumano di verità. Tanto vere da farmi sentire terrorizzata quando penso a quale eredità la mia generazione lascerà ai propri figli e nipoti. Cosa ricorderanno loro di noi? Quali insegnamenti avremo tramandato? Che esempio saremo stati per loro? Quali valori gli avremo trasmesso? Forse questo filo con i nostri antenati è destinato a spezzarsi per sempre?
Founder e brand analyst Banana Splint • Brand analysis dei touchpoint digitali e fisici e brand project per startup, medie imprese e studi professionali tecnici
4 anniLe tue considerazioni sono preziose, Marina. Nonostante io non sia incline né al rancore, né al perdono, né all'oblio. P.s.: bellissimo film "Amistad". Doloroso e bellissimo.
Copywriter, redattrice, autrice e scriptwriter freelance
4 anniBof, Danilo Spanu... forse il primo ancora ancora. Il secondo l'ho trovato deludente. Il terzo non mia ha vista.
Packaging designer Free lance
4 anniLa mia famiglia, anche guardando più indietro nel tempo, è sempre stata numerosa. Un dobermann, svariati bracchi da caccia, un paio di spinoni, un collie, bastardini vari, una volpina e andando indietro nel tempo, molti altri esemplari. Come tutte le famiglie, tanto mi hanno dato e (poco) mi hanno preso. Spesso li sogno, soprattutto uno, li evoco, li ricordo, li chiamo. In una parola, spesso mi mancano. Nulla da perdonare, molto di cui esser perdonato. I genitori? Mi hanno insegnato a stare bene a tavola. Marina, ma non si può mettere più di un like ai tuoi pensieri, maledetto avaro di un algoritmo!?
Responsabile vendite letti specialistici.
4 anniBellissime considerazioni......