Musk è un un nodo cruciale per l’informazione e la democrazia in Europa. Fatti e dati, la disinformazione dalle elezioni rumene a quelle tedesche

Musk è un un nodo cruciale per l’informazione e la democrazia in Europa. Fatti e dati, la disinformazione dalle elezioni rumene a quelle tedesche

Fatto numero 1, piuttosto conosciuto: la corte costituzionale rumena ha annullato le elezioni presidenziali perché sarebbero state condizionate da 20 mila account social falsi di propaganda. Fatto numero 2, meno conosciuto: le elezioni europee in Germania del 2019 sono state condizionate da oltre 200 mila account Facebook falsi a favore di AFD, cioè dieci volte di più di quelli registrati in Romania. Gli account con notizie false a favore di AFD in Germania sono stati rilevati da una ricerca della George Washington University. Questa ricerca ci fu presentata al tavolo tecnico di Agcom sulla correttezza dell’informazione ed è reperibile integralmente qui: https://iddp.gwu.edu/suspicious-election-campaign-activity-facebook . È anche interessante sapere che per quelle elezioni del 2019 Facebook si impegnò a bloccare profili creati al di fuori del Paese coinvolto. Cioè i nuovi profili tedeschi potevano essere creati solo in Germania. I dati a pagina 9 e 11 della ricerca dimostrano che nemmeno questa semplice limitazione fu fatta rispettare da Facebook. I profili falsi furono generati e promossi da ogni parte del mondo provocando una valanga di contenuti a favore della formazione estremista.

Avvicinandoci alle elezioni in Germania e alla luce della recente esperienza rumena, vediamo qual è la situazione oggi e il ruolo di Elon Musk in questo scenario, sia come proprietario di X dal 2022 sia come personalità chiave della politica del presidente eletto degli Stati Uniti.

Musk in questi giorni ha espresso sostegno esplicito all’AFD (“solo loro possono salvare la Germania”) e ha pronunciato insulti contro il cancelliere Scholz. L’imparzialità di X è stata spesso messa in discussione e che il suo proprietario abbia una posizione politica non aiuta a credere nel pluralismo del social network in queste elezioni. Dal 2019, forse, Meta ha migliorato la sua capacità di bloccare profili falsi, ma ciò che accadde allora dimostra che non ci fu un reale impegno, e il nuovo corso politico statunitense con il ruolo centrale di Musk non depone per una accanita lotta alle fake news. Ma è ovviamente solo una ipotesi. TikTok, indicato dalla corte costituzionale rumena com il principale veicolo di disinformazione, sta vivendo giorni difficili per il bando voluto dall’amministrazione Biden. Trump ha già chiesto alla Corte Suprema di sospendere la chiusura di TikTok con una lettera in cui si legge: “il presidente non sta prendendo posizione sul merito», ma è solo contrario alla misura «in questa fase»: «Il presidente Trump è l'unico con l'esperienza per raggiungere accordi, il mandato delle urne e la volontà politica di negoziare una soluzione per salvare la piattaforma e allo stesso tempo affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale». Trump aveva già riconosciuto che TikTok è stata fondamentale per la sua elezione.

Riassumiamo la situazione: X è di Elon Musk che sostiene Afd. Meta non ha dimostrato di saper arginare campagne di notizie false (magari ora sono diventati bravissimi, lo vedremo) e certamente ha un occhio attento al nuovo corso politico statunitense e al ruolo di Musk. TikTok rischia la chiusura negli Usa, a meno che la nuova amministrazione, di cui fa parte Musk, non intervenga per sospendere il provvedimento. Questa sintesi ci aiuta a capire che il ruolo del miliardario statunitense è fondamentale per il futuro dell’informazione e della democrazia. Poco gli importa che il valore di X sia crollato del 71% da quando l’ha rilevato. Ha saputo conquistare una posizione centrale nella nuova amministrazione che combinata con la disinvoltura alle ingerenze è un fattore critico per la democrazia nell’era dei social, un’era in cui un Paese democratico come la Romania annulla le elezioni per quello che accade su piattaforme di proprietà o influenzate da un solo uomo.

P.S. L’immagine è stata creata con l’IA di X, Grok.


#ElonMusk

#Disinformazione

#SocialMedia

#Democrazia

#FakeNews

Roberto Giua

Freelance Writer & Editor, USA

8 mesi

Interessante

Giorgio Tedeschi

Consulente di comunicazione, formazione e gestione delle crisi

8 mesi

E infine oggi Meta ha annunciato l'abolizione dei fact checkers di Facebook che erano stati imposti da governi e enti di controllo negli anni scorsi vista la valanga di disinformazione veicolata sulle piattaforme social. Sono diventati "inutili censori" secondo l'azienda.

Giorgio Tedeschi

Consulente di comunicazione, formazione e gestione delle crisi

8 mesi

Commento odierno a ulteriore integrazione. “Kickl, probabile primo cancelliere di estrema destra in Austria dalla fine del nazismo «è una macchina da guerra. Disciplinato, maniaco del controllo della narrazione, con un grande talento per i social media, strumento privilegiato della sua campagna vincente nella quale non ha dato una sola intervista a giornali, radio o televisioni”.

Sara Tortelli

Web marketing e comunicazione | Focus Rischi e assicurazioni | Digital Advertising & social media marketing | Giornalista | Scrivo di Comunicazione su #ASSINEWS | Mentoring

8 mesi

Molto interessante grazie!

Giorgio Tedeschi

Consulente di comunicazione, formazione e gestione delle crisi

8 mesi

A integrazione di quanto scritto nell'articolo, si apprende oggi che "l'ex vicepremier britannico centrista Nick Clegg viene sostituito, come responsabile dell'immagine esterna del gruppo Meta-Facebook di Mark Zuckerberg, da un repubblicano doc: Joel Kaplan, per otto anni vicecapo di gabinetto di George W. Bush alla Casa Bianca, per poi essere assunto da Zuckerberg proprio per gestire i rapporti con i repubblicani e costruire una forte lobby da capo della sede di Washington di Meta".

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