Resilienza 2.0​: Veltionenza

Resilienza 2.0: Veltionenza

L'altro giorno sfogliando, per cosi' dire, LinkedIn (o dovrei dire "sfeedando"?) mi sono imbattuto in un nuovo concetto, quello dell'Anti-Fragilita'. L'articolo era "Anti-Fragilita' e una brutta corsa" di Federica Restelli. Il concetto era nuovo solo per me, essendo in circolazione, a mia insaputa, dal 2012.

L'idea di anti-fragilita' e' stata sviluppata dal filosofo, saggista, matematico e accademico Nassim Nicholas Taleb nel suo libro "Anti-fragile", pubblicato appunto nel 2012. Taleb e' un autore che tra l'altro conoscevo, avendolo anche citato un altro suo libro famoso, "Il Cigno Nero", in una presentazione che avevo dato per conto del CII (Chartered Insurance Institute) sui rischi delle filiere produttive. Ma "Anti-Fragile" me l'ero proprio perso. Pensa l'ignoranza.

Devo dire che, di primo acchito, questa espressione non mi ispira per niente. Quando l'ho incontrata per la prima volta mi e' sembrata l'ennesima "buzzword" creata da qualche consulente per far parlare di se', o per creare un nuovo trend "virale", insomma le solite vanita' da social media. In particolare, non ritenevo si dovesse cercare un'altra orrenda espressione quando avevamo gia' un termine bruttissimo con significato analogo: la "resilienza".

Secondo il Dottor Taleb, il principio di antifragilità va pero' oltre il concetto di resilienza, indicando l'attitudine di alcuni sistemi di modificarsi e migliorare a fronte di sollecitazioni esterne, fattori di stress, volatilità e disordine. Quindi non, o non solo, la capacita' di "rimbalzare" da un evento negativo e riprendere il proprio sentiero come se nulla fosse, ma anche e soprattutto la capacita' di imparare dall'esperienza subita e migliorare.

L'anti-fragilita' cosi descritta e' un fenomeno diffusissimo. Pensiamo alla natura, per esempio. L'evoluzione naturale è un comportamento messo in atto dagli organismi viventi per modificarsi a fronte di condizioni avverse. Tali condizioni portano all'estinzione di alcuni organismi ma alla sopravvivenza di quelli che si sono modificati. L'evoluzione non si basa sulla protezione e difesa degli organismi e sulla loro capacita' di "tenere botto" (resilienza), ma sul cambiamento che porta gli organismi nuovi ad essere più forti di quelli precedenti. La virologia, materia in cui tutti noi ci siamo laureati nell'ultimo anno, insegna che i virus cercano di sopravvivere ai vaccini mutando e rendendosi piu' aggressivi o contagiosi. E proprio l'esperienza del Covid-19 ci ha dimostrato che anche la societa' umana dimostra anti-fragilita' imparando ad operare su piattaforme virtuali, eliminando inefficienze, riducendo costi e promuovendo un miglior rapporto tra lavoro e vita familiare attraverso un'accelerazione dell'evoluzione tecnologica.

Nel mio mondo della prevenzione sinistri e della gestione del rischio, penso a quelle aziende che non solo superano eventi catastrofici come incendi ed alluvioni grazie alla loro resilienza, ma imparano da tali sinistri migliorando i propri processi e impianti in modo da prevenirne una ripetizione ed acquisendo in questo modo vantaggi competitivi sulla concorrenza.

L'unica cosa che imputerei al Dottor Taleb e' il nome scelto per questa idea. Spero siate d'accordo con me se dico che Anti-fragilita' non si puo' proprio sentire. Mi fa pensare ad un'arma segreta di Goldrake (il famoso raggio anti-fragilita', che invece di abbattere i nemici, masochisticamente li potenzia). E poi e' proprio un termine inadeguato in quanto l'opposto di fragilita', in metallurgia, e' proprio la resilienza. Allora come completare l'idea di resilienza condendola con il sale del miglioramento e dell'evoluzione?

Servirebbe un neologismo, per esempio partendo dal greco o dal latino come tutte 'ste parole filosofiche. Dell'etimologia della parola "resilienza" ho parlato qualche mese fa in due miei articoli su LinkedIn; adesso la sfida e' quella opposta, di trovare un termine appropriato per descrivere l'anti-fragilita', ripercorrendo il sentiero etimologico in senso inverso. Una semplice ricerca su Google mi permette di trovare le seguenti parole in greco antico per "migliorare": epanorthoo, metarmozo, dyeuthino and diorthoo. Per "evoluzione" trovo: anadyomai, apostazo e metabole. Come vedete, tutte parole abbastanza astruse che poco si presterebbero al conio di un nuovo termine di successo, ad eccezione di metabole che pero' e' stata gia utilizzata come tutti sanno, per battezzare il processo di conversione del cibo in energia.

Vi risparmio tutti i tentativi che ho fatto per piegare il greco antico al mio volere (tanto e' una domenica piovosa, il Milan ha giocato ieri e avevo tempo da perdere). Alla fine ho scelto Veltionomai, una forma verbale passiva che significa "migliorare se stessi" (da beltior/belteros = meglio).

Vi diro' poi come reagiranno gli ascoltatori quando al prossimo seminario sui rischi industriali menzionero' la necessita' di lavorare sulla VELTIONENZA delle imprese.

Guido Mastrobuono

Chief Risk Officer | AI, ESG, Value & Safety Engineer | C-Suite Advisor on Complex Projects

4 anni

Buon Giorno Adriano Lanzilotto, trovo che ogni articolo che parli di antifragilità sia utilissimo per far filtrare questo concetto che è fondamentale per avviare una delle componenti fondamentali del sistema immunitario delle imprese contro gli unknown unknown e per gli eventi che, seppur conosciuti, sono troppo "lievi" per ottenere le risorse necessarie alla prevenzione. Infatti, quanto e vero che le analisi di rischio sono utilissime, tanto è vero che il lago del caos è infinitamente più ampio di qualunque budget. Detto ciò, lasciate dire il termine "VELTIONENZA" non si può ascoltare! Per la mia esperienza, il peggior nemico di un innovatore è un direttore di linea o di staff a cui scappa da ridere per un termine o un aspetto della proposta di cambiamento. Dopo tanta fatica spesa per non farmi ridere in faccia quando parlavo di antifragilità, penso che continuerò ad usare un termine che, poco a poco, si sta facendo strada nella cultura aziendale.

Federica Restelli

Consulente di Carriera | Career Coach | Executive Coach ACTP | Networking Trainer | Strategie di Personal Branding | DoLquest Expert

4 anni

Adriano Lanzilotto, prima di tutto e con molta onestà alcune parti del tuo articolo avrei voluto scriverle io. Bello e documentato. Il neologismo mi piace. Grazie anche per la condivisione e la citazione. Stasera dovrebbe arrivare il libro, poi ti dico com’è 😊🤩

Valeria Cardillo Piccolino

Leadership & Talent Development Strategist | Empowering Organisations to accelerate Performance through People, at scale

4 anni

Grazie Adriano Lanzilotto per aver elaborato ed addirittura coniato un nuovo termine. Ammetto che spesso le buzzword stanno antipatiche anche a me, soprattutto perché sembrano perdere spessore mentre dietro ognuna di esse c'è un lavoro abbastanza profondo e tortuoso su sé stessi. Andiamo con la Veltionolenza :)

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