Riflessioni ai tempi del Covid.
In questi giorni ho riflettuto sulle cose che queste settimane fuori dall’ordinario mi stanno insegnando. Ci sono alcune parole chiave che hanno caratterizzato gli ultimi tre mesi e che mi tornano alla mente spesso.
Discontinuità. Sembra esistere per tutti noi, un ‘prima’ ed un ‘dopo’ Covid. Da un giorno all’altro sono cambiati i nostri punti di riferimento, le nostre mappe mentali per orientarci nel mondo. In particolare, differenti sono state – e sono tutt’ora - le relazioni ora basate sulla distanza fisica e sulla digitalizzazione. In Grom erano pronti gli strumenti tecnici e organizzativi (smart working) per affrontare il nuovo modo di essere lavorativo, ma è stato necessario, ed ancora lo è ogni giorno, un cambio di passo culturale, a tutti i livelli.
Vicinanza (nella distanza). La lontananza fisica ha prodotto un nuovo modo di essere vicini. La mancata frequentazione ‘reale’ ha portato ad aumentare le occasioni e le opportunità di contatto virtuale, dandogli più struttura, per compensare la spontaneità degli incontri casuali che si è andata perdendo. Ogni settimana abbiamo organizzato delle video call – town hall – con tutte le persone di Grom, così come i line manager e la prima linea sono stati invitati, soprattutto nelle prime settimane, a organizzare video-incontri e colloqui individuali. Il risultato: le persone si sono sentite ancor più coese rispetto al periodo pre Covid, ed il senso di squadra si è rafforzato.
Sentire. Per poter interagire nella nuova modalità ‘virtuale’, abbiamo imparato a utilizzare maggiormente il nostro ‘sesto senso’. Nelle comunicazioni virtuali, a volte fatte a telecamere chiuse, per non aprire la finestra sulle nostre case, sulle nostre vite personali, è più difficile valutare le espressioni dei singoli e più in generale gli aspetti non-verbali della comunicazione. Abbiamo dovuto perciò affinare le nostre capacità di interpretare oltre agli aspetti verbali, i silenzi, il non-detto. Esplorando la ‘profondità’ delle persone al di là dello schermo, andando al di là della doppia dimensione del video.
Singolarità. Parliamo delle ‘nostre persone’ ma in realtà sono Laura, Elena, Diego, Arianna. Ognuna con le sue caratteristiche psicologiche e con la sua storia personale, passata e attuale. Single, mamme o papà con figli, venticinquenni o ultracinquantenni. Esigenze diverse di cui tenere conto. Ecco allora l’importanza dell’iniziativa che parte dagli individui e che l’azienda deve semplicemente favorire fornendo gli strumenti organizzativi: dal baby sitting virtuale alle video ricette ai corsi per la gestione delle pagine social. Ciò ha portato ad un coinvolgimento maggiore – a tutti i livelli – nella vita aziendale ed il fare squadra è diventato più che uno slogan.
Definizione dello spazio e tempo. Lavoro/vita privata. Il rischio in questi tre mesi è stato quello di eliminare lo slash e di vivere in un unico continuum spazio-temporale di lavorovitaprivata. La mia esperienza di mamma di due figli mi ha aiutato a mantenere la disciplina della separazione tra le due parti, e ad organizzare la mia giornata costruendo delle ‘barriere protettive’ dei diversi momenti, lavorativi e familiari.
Crisi. Quella che stiamo attraversando è una grande crisi, che mette in discussione il nostro modo di lavorare, di fare le cose. Ma nelle crisi, ci sono i semi delle opportunità, della crescita. La crisi ci spinge a rivedere quello che facciamo, a lasciar andare comportamenti che non ci sono più utili, e a cercare nuove soluzioni a cui prima non saremmo riusciti ad arrivare. Questo vale per tutte le crisi, personali, professionali, e di sistema come quella che stiamo vivendo. Ed in questo contesto la flessibilità, la capacità di adattarsi ai cambiamenti anche improvvisi del contesto in cui ci muoviamo, incerto e continuamente mutevole, diventa assolutamente fondamentale.
Owner and CEO at Pea Srl
5 anniSara complimenti un analisi lucida,personale che arriva!!!