Se non ti piace il mondo, cambia Te stesso!
Ecco il testo integrale della nuova Rubrica che andrà in onda ogni lunedì alle 8.30 circa su ÈTv Marche Marche nel corso della Rassegna Stampa Maurizio Socci dà il "Buongiorno èTV" , Lune-dì Benessere.
Buona lettura!
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Prima puntata:
I Media siamo noi
Se il mondo non ti piace, cambia Te stesso!
Questa rubrica nasce da un incontro, un confronto, una conoscenza, uno scambio umano, oltre che professionale, ma prima di tutto e soprattutto da una attenta osservazione e un profondo ascolto.
Ascoltare, etimologicamente, implica il prestare orecchio. Con attenzione. Una propensione, quest’ultima, sempre più rara e preziosa nella nostra società.
Una infinità di stimoli, sollecitazioni, urgenze, presunte priorità, impegni caratterizzano la nostra esistenza quotidiana, privata e professionale.
Questo senso di ripienezza, di urgenza, di saturazione, il timore di non farcela, di non avere mai “tempo abbastanza”, si riverbera immancabilmente anche sul nostro modo di porci all’altro e di comunicare.
Mai come oggi le forme di comunicazione, gli strumenti, le strategie, i canali si sono moltiplicati a dismisura e, quasi inevitabilmente, più tempo, attenzione, energie dedichiamo al dichiarare, proferire, emettere i nostri, più o meno importanti messaggi, più diminuisce di pari passo lo spazio che si può dedicare all’ascolto.
Come per le due facce di una medaglia, un versante implica necessariamente l’altro.
Anche quando ci occupiamo professionalmente di comunicazione, spesso, presi da questo vortice comunicativo, comunichiamo troppo, mettiamo letteralmente in comune opinioni, fatti, notizie, giudizi, e troppo poco ascoltiamo i riscontri che ci provengono dal mondo.
E’ come se fossimo sempre più delle monadi che autisticamente, chiusi nel nostro mondo, isolati nel nostro guscio, emettessimo pensieri, sensazioni, emozioni, giudizi, lamenti, accuse, recriminazioni, auto celebrazioni incuranti dei mondi altrui e degli effetti che possiamo sortire su ciò e chi ci circonda.
I nuovi Media, e ancora più i Social Media e i Social Network hanno amplificato a dismisura e spesso anche distorto le nostre comunicazioni e condivisioni, umane e professionali. Di conseguenza anche la nostra visione del mondo è cambiata radicalmente, e con essa sogni visioni, speranze, intenzioni, interpretazioni.
E le relazioni umane, come logica conseguenza, in molti casi ne hanno fatto le spese.
Quale è il mio contributo al mondo?
Di frequente ci lamentiamo che il mondo in cui viviamo non ci piace, ci sta stretto, è cattivo, egoista, corrotto, superficiale, banale, utilitarista, egocentrato, ma assai raramente ci chiediamo quale possa essere il nostro ruolo attivo nel creare un mondo più vivibile, sereno, in una parola: umano.
Sia che ci guardiamo attorno direttamente, senza mediazioni, nel nostro piccolo mondo quotidiano, a casa, in famiglia, tra amici, nel contesto sociale, al lavoro, sia che lo facciamo tramite la mediazione dello schermo di uno smartphone, di un tablet, di un desktop, di un televisore, l’immagine implacabile e le sensazioni che ne derivano sono assai simili e sconsolanti.
Ci si sente sempre più estranei a se stessi, al mondo, al prossimo. Potremmo disporre e soprattutto fare ottimo uso di strumenti e occasioni per essere più in connessione, vicini, empatici, collaborativi, compassionevoli con il mondo e gli altri, mentre invece, paradossalmente, siamo sempre più chiusi, isolati in noi stessi.
Un numero crescente di ricerche psicologiche indicano quanto l’uso eccessivo di smartphone e Social Media possano incrementare l’incidenza di vissuti depressivi, sia tra adulti, sia ancora più tra i giovani.
I Media siamo noi: Cambia Te stesso!
Quante volte tendiamo a proiettare intorno a noi le nostre responsabilità. Quante volte accusiamo dei nostri mali, sventure, insuccessi, sofferenze gli altri. Dai familiari, al partner, dai figli, ai nipoti, dai colleghi di lavoro, ai capo ufficio, dai politicanti di turno, agli esponenti religiosi.
Tutto e tutti possono essere validi espedienti per non assumersi le proprie responsabilità, per non riconoscere il proprio ruolo nella creazione del mondo che diciamo essere così invivibile e inviso.
Tutti, nel nostro piccolo, abbiamo un margine di potere di cambiamento.
Questa è la buona notizia.
Quella, forse, al tempo stesso più indigesta da digerire, è proprio questa.
Se il mondo non corrisponde alle nostre attese, possiamo cambiare il nostro modo di vederlo, interpretarlo, giudicarlo. Possiamo allentare la presa, essere più empatici, comprensivi, capaci di rispettare, accettare, con compassione, rispetto, amore.
Perché la diversità spaventa, minaccia, ma è anche anche foriera di grandi opportunità, risorse, insegnamenti. Se solo si resta aperti, ricettivi, disponibili all’ascolto e all’accoglienza.
Al tempo stesso, però, possiamo anche agire concretamente con delle azioni nella realtà esterna.
Nei Social Media di cui siamo parte, possiamo apportare un contributo costruttivo, conciliante, collaborativo, anziché costantemente polemico, litigioso, distruttivo, negativo.
Se è vero che le notizie negative nel Web, in televisione, su carta vengono lette e condivise più ampiamente rispetto a quelle positive, la scelta di leggerle resta nostra. Soprattutto nel Web l’ascolto degli utenti condiziona quello che poi viene pubblicato.
Nei Social Media siamo tutti piccoli editori, relativamente indipendenti, conformemente alle regole ed eventuali censure che può esercitare sui nostri contenuti la piattaforma ospitante, e come tali responsabili di quello che pubblichiamo, oltre che leggiamo e condividiamo.
Nella realtà della vita di tutti i giorni esistono tante piccole e grandi azioni e gesti capaci di andare incontro al prossimo. Tenere una porta aperta quando ci accorgiamo che sta entrando una persona dopo di noi, ringraziare a prescindere e non considerare ogni cosa sempre dovuta, porgere per primi gli auguri di compleanno, senza aspettarsi che siano gli altri per primi a farli a noi, gioire dei successi altrui, senza invidie né doppi fini, regalare un sorriso ai colleghi di ufficio quando si arriva al mattino, anche se si vorrebbe essere altrove o fare altro, comprendere che tutto quello che ci aspettiamo fuori, in realtà, siamo noi a doverlo donare per primi.
Anche se a volte, presi dai nostri egoismi, crediamo di non poterlo fare.
Nessuno è così povero dentro da non avere proprio nulla da offrire al prossimo e al mondo.
E allora, la prossima volta che siamo tentati di lamentarci del mondo, iniziamo a cambiare noi stessi atteggiamento.
Anna Fata
armoniabenessere.it
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