SPEGNETE E NON RIACCENDETE
tutto tranne la realta'

SPEGNETE E NON RIACCENDETE

Il 18 luglio terribile degli aeroporti.  La Tech ha bloccato il mondo. Ed  in Italia, abbiamo anche avuto fuochi in autostrada, e blocchi nell’alta velocità . Tutti fermi . Tutto complicato. Andare in vacanza è più faticoso che lavorare , ma anche lavorare bisogna dirlo soprattutto  nella moda è una vacanza. Tanto non c’è molto da fare. Perche’ anche qui è tutto bloccato. Non si vende , non si consuma non si cresce, non si assume. Ma mentre Crowdstrike ,forse è stato risolto spegnendo e riaccendo 2 milioni di servers,  purtroppo il grande lusso , la moda, meglio tenerli spenti. Per un po’. Forse non sono da riaccendere, ma da riconvertire . Addirittura, sarebbero proprio da riscrivere. Ma c’e’ molta resistenza. Cambiare non si puo’. Preferiremo essere cambiati dagli altri ? ecco come svanisce il famoso sistema moda italia.


PAURA DI RISOLVERE LE COSE

Molte cose stanno bollendo in pentola. Il futuro di Yoox, il futuro di Farfetch. Il rosso sprofondissimo di una serie di altri grandi retailers. La crisi dei Department stores americani. L’impennata dei costi di digital marketing, la grande penuria di personale vendita preparato. La crisi dei costi dei voli, e del turismo.

Molto cose si sono fermate e molti fanno finta di non capire perche’ sia successo.

Altri dicono “ tra un po’ passa”. Ma cosa ci sarà dopo non lo dice nessuno . Perche’ il dopo è sconosciuto, e perche ‘il dopo necessita di dover riscrivere i racconti. Ma la storia nuova o la soluzione nessuno la vuole tirare fuori. Perche’ in molti ci perderebbero e perche’ in molti altri dovrebbero sbaraccare da posizioni semi pubbliche che contano. In certe aziende, in certi uffici, la porta non si apre da anni. Tutti chiusi a fare burocrazia.

In pratica, qui non c’è più la paura del problema. C’è paura della soluzione.  Forse perche’ in questo stallo tendendo al crollo molti stanno bene. Forse perche’ nella paura è più ‘ facile vivere di rendita che brillare per coraggio.

 

CROWDSTRIKE SYNDROME

Eppure, se torniamo indietro vediamo chiaramente i problemi . Tutto è fermo sappiamo perche’

 

1.          Mercato liquido e metodologie di vendita ferree. Budget alti e parallelo e marketplace intasati, retail diretti vuoti,  per pagare la stagione AI si svende la PE. Tutti lo sanno. Silenzio .

2.          Stagioni con metriche superate e stagionalità inesistenti. Invernale consegnato al 90 % in giugno e 40 gradi fino a fine ottobre, la Ai si vende solo durante lo sconto. In pratica nelle ultime tre stagioni nessuno ha mai superato il 28% di gross margin retail. Silenzio

3.          Clienti sempre più illeggibili e irraggiungibili, marchi tutti centralizzati e coordinati. Il dirigismo dei grandi gruppi, che assorbono il 70% delle vendite , genera poca marginalità, senza marginalità non si comprano più piccoli marchi. Senza piccoli marchi ne nuovi clienti, ne nuove tendenze, ne cataloghi interessanti , tutto è uguale tutto è depresso. Silenzio

 

In questo meccanismo tipo carillon , la gente, il pubblico , si sta stancando , per tenerli incollati, sconti e marketing. Marketing e sconti…. Ma il consumo non si sta generando.

 

Quindi un po’ come nella canzone,  “alla fiera dell’est” , come in una matrioska , come in un comunicato della sfilata noiosa , tutto è tristemente leggibile. E non sono bastate due guerre ed una probabile elezione di Trump, ed un nuovo ordine mondiale per convincere chi guida il modello a cambiare.

 

TENTENNATION ISLAND

L’Italia silenziosamente complice. Chi guida il sistema moda, tra un’intervista e l’altra non si accorge del declino. Ma mentre sia gli americani ( con il commercio elettronico), che gli inglesi ( con la leadership nella comunicazione) che i francesi ( con la proprietà dei brands ) hanno guadagnato da questa situazione, noi italiani ci troviamo con :

·       aziende medie in crisi profonda

·       assenza di supporto finanziario

·       possibili decimazioni di personale

·       arretratezza tecnologia

·       bizantinismi politici in ogni dove in ogni azienda

·       scarsa generazione di nuove proposte

·       aziende digitali in rosso

·       retail indipendente castrato e senza cassa

·       assenza di ricambio generazionale

·       gestione dei costi fuori controllo

·       assenza di una reale agenda

·       blockchain flops

·       ricambio generazionale cortocircuitato dai fondi

Ci ripetiamo tra un forum e l’altro che siamo i più forti, ma sotto sotto non ci crediamo più. Produciamo in Portogallo o Polonia  per consumatori cinesi ed australiani. E se non abbiamo finanza ci arrabattiamo con un po’ di fondi. Oppure viviamo sui post datati.

La élite che guida la moda, non è facilmente leggibile, perché quello dice è così fuori span che nessuno ci crede . Si riunisce d’abitudine in convegni dorati dove parlano di Uber Luxury, ma nessuno dei nostri consolidati paperoni vuole avere il coraggio di dire come stanno realmente le cose. E cioè che il sistema va riscritto .Forse anche aprendo un nuovo tavolo di crisi, non a Ferragosto, ma 365 giorni all’anno.

 

PRIORITA’ DA LIONS CLUB

Da 4 anni con i problemi che ho descritto sopra, sento solo parlare di :

-               Sustainability ( i nostri centri invasi da fast fashion di dubbia origine )

-               Inclusivity ( c’è un problema di età che nessuno vuole vedere)

-               Talent ( un sacco di bravissimi giovani, meta dei quali in stage e senza crescita)

-               Digital Transformation ( appena entri nell’operativo ogni azienda è una giungla di satrapie del budget e dei consulenti)

-               Qualità e artigianalità : in 4 anni i prezzi hanno fatto più 100% e non riesce a comprendere dove sta questa qualità o a cosa e chi serve, perché’ nessun italiano si puo più permettere nulla di queste cose. E tutte le manifatture sono state colonizzate dai francesi ( che dite noi potremo andare la a comprare vigne?)

La sensazione che i brand italiani ed i loro Patriarchi abbiamo costruito un fortino , per elevarsi è facile da percepire. La sensazione che la locomotiva del lusso abbia sganciato una serie dei suoi vagoni, lasciando moltissimi brands da soli è evidente. Hanno iniziato un po’ di piccoli retailers, poi qualche grande gruppo, poi iniziano i marchi, il sistema sente l’infezione, ma fa finta di nulla.

 

Come in un Charter fondativo del Lions , ci sono tavoli in prima fila e tavoli in quarta fila. Il nuovo feudalesimo è qua. Ma queste volte non riuscirà a far ricca la filiera. Questa volta il conflitto è per la sopravvivenza. I grandi si pentiranno di questo elitismo animato dai loro scriba, e dovranno caricarsi di aiutare le piccole case in crisi.

 

IL CORAGGIO DELLA SEMPLICITA’

Il modello del business sempre in crescita non funziona. Azioni vere ed urgenti.

Quindi serve una serie di interventi atti a leggere bene i numeri e a ripartire

1.          innanzitutto, stimolando il consumo italiano. Se noi pensiamo he un management italiano non sa più leggere il consumatore che parla la sua lingua, come possiamo credere che conosca quello giapponese ?

2.          Poi velocemente buttarsi sulla organizzazione del modello di distribuzione, generando equilibrio più solido tra canali. Evitando di avere lo stesso prodotto in 30 prezzi diversi in 20 sotto canali diversi, tutti lontani tutti raggiungibili. La tecnologia puo dare tutti i servizi che vogliamo. Ma pochi hanno il coraggio di vendere di meno, e di ridurre i prezzi. Possiamo avere un bilancio trasparente di dove vende e ache prezzo ogni brand? E’ vero che ci sono condizioni di fornitura diverse per lo stesso prodotto ?

3.          E poi il problema più grave, l’organizzazione e la leadership. Ci vorrebbe una legge, una regola che obbligasse le aziende ad aver un comitato di under 35. Un governo ombra di manager e clienti. Non più un monte di dosati e ben misurati leccapiedi, ma un tavolo di idee sempre aperto. Un team capace di dare una contro lettura a decisioni e a flussi di organizzazione che nascendo in ritardo, sono e saranno  sempre inefficaci. Avere ceo di 60 anni e puntare a consumatori di 25, è come andare a ballare la trap vestiti da Loredana Berte’. Se lo fa lei ridiamo, se lo dice la camera della moda applaudiamo.

4.          Poi sento di sottolineare la monocultura. Molte compagnie non hanno rotazione di managers, e anzi si costruiscono feudi attorno a posizioni, che danno come prodotto la costruzione di potentati e cordate. Politiche e posizioni così vecchie che neanche i titolari saprebbero più smantellare. Al contrario si dovrebbero ruotare subito tutte e posizioni che durano da più di 4 anni, per dare nuova linfa al pensiero e per vedere una generazione nuova alla guida. Ogni azienda nel presentare i dirigenti dovrebbe avere almeno un 30 % delle THINKING MINDS sotto i 35 anni e con meno di 2 anni di anzianita’ , in un settore allo sbando non c’e’ posto per posizioni di rendita. In questo momento, pero’ sta accendo il contrario, mandiamo via i bravi giovani per tenere i cardinali e i mandarini.

5.          Per ultimo levare la sensazione di immanenza delle case di consulenza che guidano e controllano la sezione digitale delle aziende. In realta in queste bellissime realta di laureati Uber talent , quasi nessuno ha mai lavorato sul campo. E poi diciamolo da 4 anni non hanno confezionato un bel risultato. L’Italia è piena di professionalità brillantissime sul retail e sul digitale, ma forse , perche’ suonano con strumenti antichi non possono essere ascoltati. Diamo spazio a chi ha fatto realmente le cose. Non a chi le interpreta dal file.

 

L’INDUSTRIA CON LA BOMBETTA. SURREALISMO INCOMBENTE

il sistema che non assorbe più e non si ricambia più Un sistema che non assorbe nuove persone, e che non si ricambia più si estingue. CHI CI LAVORA LO FA PER SOLDI. Ma questo è un mestiere che si fa anche con e per passione. E nessuno ha più passione degli italiani (me escluso, stanco,  freddo e disilluso come dice Riccardo).

Se la passione e’ solo il denaro perderemo sempre.

O meglio prima si crea una uber class di brand. Una élite di management. Poi lentamente vediamo morire di asfissia i restanti stakeholders del sistema.

-               Showrooms

-               Agenti

-               Retailers

-               Agenzie

Per poi arrivare ai marchi . E non sapete quanti oggi , sono li fermi, bloccati senza comprendere dove andare. Ma nessuno che ha voglia di sedersi e rivedere i fondamentali.

Siamo pieni di giovani stilisti emergenti di 45 anni e siamo pieni di nuove realta digitali, straniere che assorbono da basi di capitale italiano.

 

Questo sistema come un quadro di Magritte. “L’uomo con la bombetta”: nel dipinto omonimo rappresenta un uomo con la bombetta il cui viso è coperto da una colomba. La contraddizione consiste nell’esistenza di un uomo di cui non si riconosce il viso e, quindi, la vera identità. In questa tela SI vuole raffigurare una realtà che solo in apparenza è visibile, ma che in realtà viene celata da qualcos’altro: «Noi vogliamo sempre vedere quello che è nascosto da ciò che vediamo» afferma Magritte, interrogandosi così sulla distanza che intercorre tra realtà e illusione.

 

Secondo il pittore, non si dovrebbe indugiare troppo su quello che la tela mostra ma su quello che non mostra, perché bisogna andare oltre ed esplorare il lato più nascosto dell’essere umano. Mentre purtroppo da troppo tempo indecisi se, essere grandi imprenditori , o imprenditori grandi , i nostri leader, follemente hanno staccato la spina e si sono chiusi nel loro surreale bisogno di vedere solo l’apparenza. La realta’ non la vedono piu’ neanche loro. Che peccato.

 

Se non si cambia, il cambiamento ci sorprenderà. E non sarà solo un Inverno Atomico, ma a questo punto non servirà spegnere e riaccendere, nel bunker stavolta ci restiamo. Per uscire, servira’ riscrivere. In una lingua che sapremo leggere in pochi. E poi…. Oltre a non riuscire a vedere, non si potra’ piu comprendere, potremo solo parlare a chi non ci sapra’ ascoltare. E sopratutto dopo quella dei 40enni briceremo anche i 30enni. Oppure possiamo organizzare sempre un bel convegno, appunto con temi surreali. Ho gia un titolo :" Green Logistics on Jupiter: a guide to interplanetari luxury business ( nella terra i clienti saranno gia estinti) "






Salvatore D'Alessandro

Dirigente presso Nida

1 anno

Concordo su tutta la visione. Finalmente qualcuno che pensa a come risollevare questo settore!!!

Nicola Simone

Titolare Showroom Simone

1 anno

Concordo su tutto

Bravo Francesco . !! Tromboni che non sanno suonare, creativi assoggettati e deludenti .. serve più coraggio e creatività vera, siamo tornati ad essere meri priduttori, che peccato… eppure abbiamo tutto ciò’ che servirebbe.. e ka ricetta non sarebbe così difficile .

Leonardo Tagliente

Vice direttore corsi di Laurea e Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale presso UNIRSM - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

1 anno

i veri signori del lusso, veri signori del vero lusso, sono davvero pochissimi. Essi sono però circondati da emuli sfigati bravi solo a strombazzare perché incapaci di lavorare e investire. Finché il mercato darà loro ragione il declino resterà in agguato. Quindi non "meno" ma "meglio"

Massimiliano Chiesa

Doing things at Grace Brigade

1 anno

Tutto molto condivisibile. Mentre l’unica soluzione, come sempre, è guardare indietro vaneggiando di quiet luxury come panacea di tutti i mali.

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