Stiamo rinunciando alla nostra creatività.
Non dipingeremo più, perché qualcun altro è già in grado di farlo più in fretta e meglio di noi. Non scriveremo più canzoni e nemmeno dovremo saperle più cantare. I vostri figli non scriveranno più un tema, perché qualcun altro lo farà al posto loro rielaborando i temi che abbiamo scritto noi fino ad oggi.
Baie! La soluzione è l'intelligenza artificiale (AI) generativa, che appunto non solo rielabora, ma genera nuovi contenuti. Genera oggi da ciò che le abbiamo insegnato noi ieri, da ciò con cui l'abbiamo alimentata giorno dopo giorno. In pochi secondi, cucina oggi polpette con l'arrosto che abbiamo cucinato e cotto ieri per due ore. Poi domani da queste polpette preparerà un ragù, che finirà nelle lasagne la domenica a pranzo. Così facendo, si alimenterà, giorno per giorno, di contenuti triti e ritriti e che essa stessa avrà prodotto. E quando uno di questi prodotti inconsapevolmente creati smetterà di funzionare, non saremo in grado di capirne il motivo. Non capiremo il motivo di quelle polpette così asciutte, o dell'algoritmo che "abbiamo" scritto ma non gira. Perché abbiamo rinunciato a capire il "come", a sbattere la testa cento volte prima di arrivare alla soluzione, perché tanto il risultato finale, stampato sulla carta, è identico.
Poco tempo fa, ad un workshop appunto su AI, esprimevo timidamente queste idee balzane, che ancora oggi mi sembrano banali e alla portata di un bambino (lo dico senza presunzione). Un relatore, professore e ricercatore universitario, mi rispose: "siamo sinceri, quanta originalità c'è davvero in quello che scriviamo?". Direi ancora ora: "Tutto. Dalla Section 1 alla Discussion". (La risposta originale, a caldo, fu "forse non in quello che scrivi tu, ma in quello che scrivo io, tutto").
E' vero: un testo come questo forse sarebbe stato scritto meglio e in minor tempo da un programma di AI, con un prodotto finale che sarebbe apparso identico, o addirittura più rifinito, agli occhi di un lettore. Sarebbero mancate invece la riflessione e l'analisi personale che conducono una persona alla formulazione di un pensiero critico davvero originale e consapevole, alla sua assimilazione e divulgazione.
Ora, parliamoci chiaro. Non si può rinnegare il progresso, in qualunque direzione esso vada. Né si possono negare i risvolti e le implicazioni positive che l'AI abbia su numerosissimi aspetti della vita quotidiana. Quello che ritengo sia fondamentale è la promozione di un uso consapevole e razionale degli strumenti che ci fornisce. Come fu già con il web, ma ora con portata e rischi a mio parere molto più grandi. Perché a differenza di allora, oggi viviamo l'illusione della creatività, solo perché i contenuti che produciamo non si trovano già su Google. Questo è quello che dovremo insegnare nei prossimi anni ai nostri studenti, prima di ogni altra cosa, senza presunzione.
P.S. Spero che l'uso di termini quali "balzano" o le metafore gastronomiche siano suggello dell'originalità di queste righe. Ci scommetto, ChatGPT, non l'avresti potuto scrivere meglio per me.
F.to Federico Castelletti
Grande Fede, come sempre, grande