TRA LE LACRIME E SPERAVI
Gli è apparsa una croce rossa sulla rotaia mentre saldava. L'ha postata, ed è stata l'ultima volta sui social perché poi è morto Michael. E con lui quattro colleghi.
Si è chiesto perché quella croce. Un segnale, ha detto, tra i tanti che Dio mi manda. Non è un bel periodo, ha ammesso.
Una spiegazione semplice, immediata.
Perché non è che pensi ad un presagio. Pensi che ci sia stato un incrocio di prospettive, un miraggio, che ne so alla Fata Morgana dei saldatori.
Non è che dici "Forse non devo continuare a lavorare."
Anche se ti rimane dentro quella sensazione strana, come di irrisolto, di non compreso o compreso male. Ma che non riesci ad incasellare in niente, è più un odore che non riesci a definire e forse è meglio perché altrimenti vivremmo nel terrore, alla perenne ricerca di segni che magari invece risulteranno essere solo difetti di fabbrica o incontri casuali o città che ci ricordano qualcuno lontano, o canzoni o libri, o...
Saremmo persi dietro a quell'istinto che ci dice che sta per succedere qualcosa e magari non succede mai nulla e allora smettiamo di crederci, e quella è la volta buona che, invece, qualcosa accade davvero.
Eppure ora coniugare il presagio, la premonizione con quella croce lascia perplessi se si è credenti.
Nel senso che noi a quella croce ci aggrappiamo, non la consideriamo una cosa dalla quale prendere le distanze.
"Abbraccia la tua croce" " Ognuno ha la sua croce" diciamo, a significare che la croce è nelle vite di tutti, è comune, e se ci appare da qualche parte noi lo consideriamo un segno di vicinanza. Partecipazione, compassione. Questo ci vediamo. In quella croce che per noi rappresenta il momento di sgomento in cui prendiamo atto che se Dio non arriva a salvare suo Figlio, vuol dire che a tutti toccherà una croce, alla fine, chi siamo noi?
Ci ho sempre visto una manifestazione dell'ecumenismo di cui ho sempre sentito parlare, sin dai tempi della scuola elementare, dalle suore dell'Addolorata che si chiamavano così ma erano gioiose e allegre e io chiedevo "Suore, cambiate nome" e loro sorridevano e una mi disse una volta "Sei una bambina originale" che poi non ho mai saputo cosa intendesse, ma l'ho sempre preso come un complimento e in effetti anche oggi mi capita di sentirmelo dire e mi viene in mente lei, che ora ha quasi novant'anni e mi scrive su whatsapp. Giusto per rimanere nell'originalità.
E se penso alla croce, il richiamo è per forza al segno che facciamo quando entriamo in un luogo di culto, o ne usciamo. È rendere omaggio. È dire buongiorno al padrone di casa. E ci segniamo anche quando abbiamo paura, quando siamo disperati, quando chiediamo qualcosa. È qui che il sacro si fonde e si confonde, nella vita quotidiana delle persone semplici, quasi con la superstizione, con quei gesti apotropaici che meccanimente facciamo e che invece, se crediamo, dovremmo fuggire. Ma siamo uomini, non è colpa nostra.
E forse l'unica volta in cui mamma dubitò della bontà della decisione di averci mandati a scuola dalle suore fu quando le raccontai che durante il terremoto suor Giovanna ci raccomandava "Fatevi il segno della croce".
"Sotto al banco?" chiese speranzosa.
“No"
Eravamo tutti lì in piedi, una suora e una classe di bambini di sette anni a piangere, a farci la croce, a chiedere aiuto al divino e non ai muri portanti.
La croce ci protegge, quello pensiamo.
Ci parla, ci racconta di una vicinanza ineluttabile, di un destino comune che ci fa soffrire, ci crea problemi ma poi c'è il "dopo". La resurrezione, la rinascita, il ritorno.
Avrà pensato sicuramente questo Michael, gli sarà sembrato sì un segno, ma un segno positivo, di un punto fermo oltre il quale guardare, di uno spartiacque.
Di qua il dolore, di là l'amore. Fino ad oggi così, da domani si cambia.
Alla fine così è stato. Non c'è una spiegazione in quella croce, nessuno ce le darà, e possiamo crederci o no, intanto è lì.
E qualunque cosa sia stata, quelle che aspettiamo ora sono le spiegazioni della giustizia, che non consoleranno ma le vogliamo lo stesso.
Che il racconto di Michael sia attendibile o no, nessuno può sapere. Riposino in pace le vittime di questa sciagura figlia del profitto e della superficialità e possano almeno avere giustizia. Viceversa non abbia pace chi ne è responsabile.
dirigente esperto negli acquisti e in impiantistica stabilimenti
2 anni🙏
Istruttore amministrativo-contabile
2 anniNon so cosa scrivere so solo che non si può non si deve morire così . Che il Signore li accolga e dia pace alle loro famiglie 🙏🏻
AU diellemme srl SB
2 anniSimonetta Molinaro sai bene che delle attività che facciamo come diellemme s.r.l. S.B. una parte importante risiede nella #sicurezzaneiluoghidilavoro, e che sono scettica rispetto ad ogni forma di predeterminazione, ma questa immagine ha scosso profondamente anche me, che fondo ogni cosa nella pianificazione e valutazione dei rischi, di tutti i rischi. Parliamone!