Alessandra Prato e Gianni Moi, voci recitanti
Plurimo Ensemble Junior, Paolo Favorido, direttore
Coro dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri
Cecilia Vendrasco: Maestro del Coro
Interpreti
Mikail e la lepre dalla coda dorata
Flauti: Benedetta Campolonghi, Miryam Scifo
Clarinetti: Maria Luciani, Massimo Restifo Pecorella
Arpe: Caterina Artuso, Sofia Surian
Percussioni: Sebastiano Bergamaschi, Giovanni De Fraja
Violino: Francesco Zanchetta. Violoncello: Matteo Artuso
Coro: Barbara Ongarato, Alessia Seibezzi, Clotilde Vernier, Gaia Chiggiato,
Marianna Gallo, Elena Grimani, Alice Parravicini, Benedetta Ballarin, Rebecca
Masut, Matilde Milan, Marietta Gasparini, Gaia Barbirato
La storia di Renetta e Albero Rosso
Flauti: Elena Bernaus, Chiara Pinzan
Clarinetti: Maria Luciani, Massimo Restifo Pecorella
Arpe: Virginia Pestugia, Caterina Artuso
Violoncello: Matteo Artuso
Percussioni: Giovanni De Fraja, Sebastiano Bergamaschi
Coro: Giovanna Favorido, Lilia Torcinovich, Marta Gavagnin, Sara Mancuso,
Barbara Ongarato, Alessia Seibezzi, Clotilde Vernier, Gaia Chiggiato, Marianna
Gallo, Elena Grimani, Alice Parravicini, Benedetta Ballarin, Rebecca Masut,
Benedetta Campolonghi, Miryam Scifo, Ruiz Matilde, Matilde Milan, Marietta
Gasparini , Gaia Barbirato
Docenti preparatori:
Cecilia Vendrasco - Istituto Comprensivo Dante Alighieri - Flauto
Roberto Palma - Conservatorio B. Marcello - Clarinetto
Peter Gallo - Liceo Marco Polo - Percussioni
Alessandra Trentin - Liceo Marco Polo e Istituto Hack - Arpa
Lara Matteini - Liceo Marco Polo - Canto
Giovanni Scarpa - Liceo Marco Polo - Violino
Donatella Colombo - Liceo Marco Polo – Violoncello
Maurizio Favaretto- Liceo Artistico M. Polo- Discipline Pittoriche
Contributi figurativi a cura degli Studenti del Liceo Artistico M. Polo: Silvia Arrigucci,
Giulia Ballarin, Giada Bergamo, Giulia Bonaventura, Marta Cafiero, Simona
Cagnatel, Giorgia Caon, Lorenzo Casarin, Aurora Concolato, Marta Teresa
Coppola, Dikshita Della Sala, Ivon De Pol Mandich, Camilla Digito, Maila Favaro,
Ambra Fossaluzza, Sabrina Furlan, Nina Gambaro, Laura Garbin, Caterina Garbisi,
Carol Gavardina, Claudia Gerotto, Daniel Giacomello, Giacomo Gobbato, Angela
Hu, Elia Lacchin Giangaspero, Giorgia Lampitelli, Nicola Luppino, Elisabetta
Malloci, Caterina Muneratti, Chiara Padovan, Marta Parisi, Greta Paruzzolo,
Verena Perlari, Patrick Piazza, Catalina Popescu, Agnese Povelato, Filippo Pradal,
Leonardo Quaggio, Giulia Rigutto, Cristian Andres Rossetto, Elena Salvadori,
Enrica Scarpa, Giorgia Scarpa, Sofia Secco, Mariana Sirbu, Eva Maria Vittoria
Tasso, Anna Vittoria Teso, Beatrice Valeri, Beatrice Vallerugo Rossello, Beatrce
Vergerio, Letizia Vian, Sophia Voltolina
www.agimusvenezia.it/20160131.htm per ulteriori dettagli e informazioni su autori e
direttori. www.letiziamichielon.it/plurimo.htm per informazioni sul Plurimo Ensemble
A.GI.MUS. VENEZIA
www.agimusvenezia.i
t
STAGIONE 2016
Shéhérazade
Centro Culturale Candiani di Mestre
domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00
Due favole musicali
su testo di Gemma Moldi
Mikail Tolka e la lepre dalla coda dorata
Musica di Fabio Grasso
La storia di Renetta e Albero Rosso
Musica di Letizia Michielon
Plurimo Ensemble Junior
In collaborazione con
Liceo Marco Polo di Venezia - Istituto comprensivo M. Hack di Spinea
Istituto Comprensivo Dante Alighieri - Conservatorio B. Marcello di Venezia
All'entrata saranno distribuiti materiali informativi e gadgets dell'A.I.L. per raccogliere
fondi che verranno devoluti al sostegno dei malati, delle loro famiglie e dei reparti di
Ematologia degli Ospedali di Mestre e Venezia.
Co-
organizzazione
Mikail Tolka e la lepre dalla coda dorata
Sommario
PROLOGO recitato; A - Il Mago Holod; B - Gli abitanti del villaggio;
C - Jugendblatt n. 1, Chionómelos; D - La regina Gaiaci;
E - Jugendblatt n. 2, Exhalation de la Terre; F - Mikail;
G - Jugendblatt n. 3, Évocation rituelle; H - Inizio di primavera;
I - Jugendblatt n. 4, Wintertraum; J - La partenza; K - La lepre dalla coda
dorata; L - Jugendblatt n. 5, Tiergespräch “Chelonolagós”, Omaggio a Esopo:
M - I festeggiamenti e il ritorno; N - Jugendblatt n. 6, Russische Kinderszene: O
- La tormenta; P - Jugendblatt n. 7, Baumgespräch “An den Zauberlehrling”; Q
- L’orsa; R - La marcia dei lupi e degli orsi;
S - Finale; T - Jugendblatt n. 8, Piccolo Requiem per un ghiacciaio.Coro
La vita in un villaggio coperto dalla neve per la maggior parte dell'anno non è poi così
male. Le sfumature di bianco, di grigio e di azzurro sono infinite, l'aria è trasparente e
pulita ed è sempre bello ritrovarsi nelle case. Una corrente d'acqua sotterranea dà loro
calore e gli abitanti hanno sviluppato un ottimo carattere. Quando poi Holod, il grande
mago del gelo, si ritira per un breve periodo verso Nord, arriva la regina delle brezze
tiepide Gaiaci e si può andare alla fiera. Tutto potrebbe continuare così se non fosse
per Mikail Tolka il bambino che un giorno prende in braccio una lepre ferita anche se ha
la coda dorata e quindi è riservata ai lupi di Holod. Basta questo gesto a scatenare una
lotta furibonda tra il mago, Gaiaci e i loro aiutanti. Il cielo si colora di azzurri e di rossi
ma alla fine Mikail e la lepre sono salvi.
La fiaba riprende i temi tipici della tradizione favolistica russa, il ruolo caratteristico di
alcuni animali e i sentimenti legati alle avversità e ai forti contrasti che il clima impone.
Nello stesso tempo mette in luce quanto di speciale possa esistere per colori e sonorità
in un simile ambiente ma anche per coraggio, come quello di cui è capace Mikail Tolka.
Il suo cognome del resto riprende la parola только che significa singolo, unico.
Gemma Moldi
La colonna portante delle musiche di scena è una suite di brani autonomi, con rotazione
ragionata dell'organico, detti Jugendblätter, in omaggio alla terminologia schumanniana
associata ai pezzi "per la gioventù". Ad essi si alternano sezioni di sostegno alla
recitazione.
L'approccio compositivo antidescrittivista mira a creare una contronarrazione musicale,
oniricamente dialettica rispetto a quella parlata. Le manipolazioni temporali del testo
(accelerazioni e dilatazioni della declamazione, anticipazioni e riprese) puntano a far
emergere spunti latenti, sottesi al dato favolistico di superficie. in primis la tematica del
surriscaldamento del pianeta (fra l'altro in qualche modo preconizzata da alcune
visionarie teorie care a Skrjabin) e dello scioglimento dei ghiacci, esplicitamente
dichiarata nello Jugendblatt di chiusura. Il materiale musicale, in sintonia con
l'ambientazione, è punteggiato di velate reminiscenze di Prokofiev, Strawinsky, Rimsky
Korsakov, Skrjabin, ma allude anche all'idea ligetiana di "illusionismo sonoro" e allo
schubertiano Winterreise, il tutto nel contesto di un linguaggio che cerca di introdurre
giovani strumentisti al mondo della cameristica moderna e contemporanea, attribuendo
alla scrittura aleatoria un ruolo di particolare rilievo. Alla poetica schumanniana fa
riferimento la scelta di alcuni titoli e dei testi per il coro: una coppia di versi di Rückert
tratti dallo "Jugendlied" schumanniano Schneeglöckchen, e, per il brano conclusivo,
frammenti riadattati di versi dedicati a paesaggi montani dal Manfred di Byron.
Fabio Grasso
La Storia di Renetta e Albero Rosso s’ispira alla ricerca del pittore olandese
verso l'astrattismo e, come tutte le fiabe, riprende i temi del viaggio di rinascita
e del superamento delle paure. La protagonista è una bambina che sa ancora
stupirsi per la fioritura dei meli in primavera e che sente tanto forte il legame
con la natura da intraprendere, unica nel suo villaggio, un lungo viaggio verso il
grande Albero Rosso, origine di tutti gli alberi del mondo. Nel donare a Renetta
la soluzione al problema per cui era stato cercato, il grande albero si frantuma
nell'aria e vi resta per un po' sospeso, come in quadro di Mondrian, quasi a
mostrare in che cosa consista la sua essenza. Poi si dissolve e al suo posto
Renetta vede un albero nuovo, promessa di una nuova vita, e migliore. La
rappresentazione di questa fiaba nasce da una bella collaborazione tra docenti
e studenti di diversa provenienza e formazione che hanno accettato di
impegnarsi in un'impresa complessa quale può essere l'integrazione tra il testo
narrativo, la musica (nelle sue componenti strumentali e vocali) e gli elementi
scenografici.
Gemma Moldi
La musica
La favola musicale fa parte di un più ampio ciclo compositivo dedicato a
Mondrian comprendente brani cameristici e solistici i cui temi sono tutti derivati
da due intervalli basilari: quello di seconda e quello di sesta. Questi due spazi
intervallari vengono simbolicamente a rappresentare rispettivamente i principi
fondanti del mondo pittorico di Mondrian, quello dell’orizzontalità e quello della
verticalità, e restituiscono anche dal punto di vista visivo l’intuizione delle
celebri croci con intersezioni perpendicolari che caratterizzano la produzione
matura del pittore olandese. La favola, pensata per un organico cameristico a
coppie, con coro e voce narrante che spazia anche al canto, si articola in
quattro quadri che corrispondono ai quattro momenti salienti della vicenda
formativa di Renetta: la vita nel suo villaggio e la passione della bambina per la
natura; il dramma della morte dei meli e l’esodo degli abitanti del villaggio, cui
la protagonista non aderisce; l’avventura nel cuore del pozzo, ove conosce Eco
che le rivela un cammino iniziatico da intraprendere per vincere le proprie
paure e la conduce a stringere legami affettivi con nuovi amici, portatori di
nuovi valori; infine la conoscenza di Albero Rosso che segna la svolta della
sua vita e ridona la felicità all’intero villaggio. Il linguaggio armonico è
fondamentalmente tonale ma si utilizzano effettismi che aiutano a scoprire gli
strumenti tradizionali sotto nuovi aspetti timbrici, avviando alla conoscenza di
notazioni contemporanee. Alcuni degli strumenti sono identificati con i
personaggi chiave della vicenda: le due lucciole, simbolo dell’immaginazione e
della creatività, sono rappresentate dai due flauti; il clarinetto secondo, che
agisce in parte fuori campo, incarna invece la figura di Eco, deus ex machina
della favola; il violoncello, che entra significativamente solo nel quadro quarto,
evoca invece l’albero rosso. Il coro di voci bianche non solo commenta la storia
ma alle volte interviene anche attivamente nella drammaturgia collaborando ad
arricchire con nuovi suoni la scrittura musicale. Le percussioni, sempre molto
ariose, trapuntano la scrittura e la impreziosiscono con effetti a tratti
onomatopeici grazie all’uso di un rumorismo evocativo.
Letizia Michielon

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Il suo cognome del resto riprende la parola только che significa singolo, unico. Gemma Moldi La colonna portante delle musiche di scena è una suite di brani autonomi, con rotazione ragionata dell'organico, detti Jugendblätter, in omaggio alla terminologia schumanniana associata ai pezzi "per la gioventù". Ad essi si alternano sezioni di sostegno alla recitazione. L'approccio compositivo antidescrittivista mira a creare una contronarrazione musicale, oniricamente dialettica rispetto a quella parlata. Le manipolazioni temporali del testo (accelerazioni e dilatazioni della declamazione, anticipazioni e riprese) puntano a far emergere spunti latenti, sottesi al dato favolistico di superficie. in primis la tematica del surriscaldamento del pianeta (fra l'altro in qualche modo preconizzata da alcune visionarie teorie care a Skrjabin) e dello scioglimento dei ghiacci, esplicitamente dichiarata nello Jugendblatt di chiusura. 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La protagonista è una bambina che sa ancora stupirsi per la fioritura dei meli in primavera e che sente tanto forte il legame con la natura da intraprendere, unica nel suo villaggio, un lungo viaggio verso il grande Albero Rosso, origine di tutti gli alberi del mondo. Nel donare a Renetta la soluzione al problema per cui era stato cercato, il grande albero si frantuma nell'aria e vi resta per un po' sospeso, come in quadro di Mondrian, quasi a mostrare in che cosa consista la sua essenza. Poi si dissolve e al suo posto Renetta vede un albero nuovo, promessa di una nuova vita, e migliore. La rappresentazione di questa fiaba nasce da una bella collaborazione tra docenti e studenti di diversa provenienza e formazione che hanno accettato di impegnarsi in un'impresa complessa quale può essere l'integrazione tra il testo narrativo, la musica (nelle sue componenti strumentali e vocali) e gli elementi scenografici. Gemma Moldi La musica La favola musicale fa parte di un più ampio ciclo compositivo dedicato a Mondrian comprendente brani cameristici e solistici i cui temi sono tutti derivati da due intervalli basilari: quello di seconda e quello di sesta. Questi due spazi intervallari vengono simbolicamente a rappresentare rispettivamente i principi fondanti del mondo pittorico di Mondrian, quello dell’orizzontalità e quello della verticalità, e restituiscono anche dal punto di vista visivo l’intuizione delle celebri croci con intersezioni perpendicolari che caratterizzano la produzione matura del pittore olandese. La favola, pensata per un organico cameristico a coppie, con coro e voce narrante che spazia anche al canto, si articola in quattro quadri che corrispondono ai quattro momenti salienti della vicenda formativa di Renetta: la vita nel suo villaggio e la passione della bambina per la natura; il dramma della morte dei meli e l’esodo degli abitanti del villaggio, cui la protagonista non aderisce; l’avventura nel cuore del pozzo, ove conosce Eco che le rivela un cammino iniziatico da intraprendere per vincere le proprie paure e la conduce a stringere legami affettivi con nuovi amici, portatori di nuovi valori; infine la conoscenza di Albero Rosso che segna la svolta della sua vita e ridona la felicità all’intero villaggio. Il linguaggio armonico è fondamentalmente tonale ma si utilizzano effettismi che aiutano a scoprire gli strumenti tradizionali sotto nuovi aspetti timbrici, avviando alla conoscenza di notazioni contemporanee. Alcuni degli strumenti sono identificati con i personaggi chiave della vicenda: le due lucciole, simbolo dell’immaginazione e della creatività, sono rappresentate dai due flauti; il clarinetto secondo, che agisce in parte fuori campo, incarna invece la figura di Eco, deus ex machina della favola; il violoncello, che entra significativamente solo nel quadro quarto, evoca invece l’albero rosso. Il coro di voci bianche non solo commenta la storia ma alle volte interviene anche attivamente nella drammaturgia collaborando ad arricchire con nuovi suoni la scrittura musicale. Le percussioni, sempre molto ariose, trapuntano la scrittura e la impreziosiscono con effetti a tratti onomatopeici grazie all’uso di un rumorismo evocativo. Letizia Michielon