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Moria delle api:
l’effetto degli erbicidi
Prof. Giovanni Dinelli
Dipartimento di Scienze Agrarie
Università di Bologna
Moria
delle Api
Specie
invasive
Aumento
patologie
Cambiamenti
climatici
Bassa
biodiversità-
degradazione
habitat
Parassiti
Pesticidi/
erbicidi
Fenomeno in
continua
espansione: in
stretta relazione
con la
progressiva
intensificazione
della produzione
agricola
mondiale
Effetto degli erbicidi/pesticidi
Effetti diretti: a) principi attivi; b) co-
formulanti (surfattanti)
Effetti indiretti: “desertificazione”
della flora spontanea
Moria delle api:l’effetto degli erbicidi di Giovanni Dinelli (Università di Bologna) alla sessione 6 del 33° Convegno di Agricoltura Biodinamica 20 febbraio 2015
Surfattanti comunemente usati nella
maggior parte delle formulazioni di
erbicidi commerciali sono in grado di
indurre gravi effetti sulle popolazioni di
impollinatori alle comuni dosi di
applicazioni
A livello mondiale il glyphosate è l’erbicida che vanta un primato assoluto
sia in termini di volumi applicati (oltre 650.000 tonnellate nel 2011) che in
termini di volumi di vendite (oltre 6,5 miliardi di dollari nel 2010, che
rappresenta un valore superiore alla vendita di tutti gli altri erbicidi
attualmente commercializzati per uso agricolo).
Generally the concentrations of glyphosate and AMPA that have been detected in
environmental waters have been below the relevant standards or objectives for
protection of the environment, though significant proportions of surface water samples
in Europe have glyphosate concentrations that exceed the European Union’s objective
for drinking water, which is 0.1 μg L−1 (Horth and Blackmore, 2009).
Esposizioni al GLY inducono effetti sull’abilità sensoriale e
sull’apprendimento sociale delle api, determinando effetti sul loro
stato sanitario e sulla loro sopravvivenza.
Effetto dei pesticidi/insetticidi
Effetti dell’esposizione ai neonicotinoidi
Incremento mortalità
CCD Colony Collapse Disorder
Aumentano I livelli di patogeni intestinali come Nosema (Pettis et al. 2012)
I neonicotinoidi
• Sono una classe di insetticidi, fortemente neurotossici, derivanti
dalla nicotina, introdotti come alternativa sicura al DDT
• Possono essere spruzzati sulle foglie, messi nel suolo in forma
granulare o usati per trattare i semi.
• Uso inizia negli anni ‘90, nel 2011 rappresentavano il 40% del
mercato globale.
• Nel 2013 l’EFSA si esprime sui rischi connessi all’impiego di tre
particolari neonicotinoidi (clothianidina, imidacloprid e
tiamethoxam). I pesticidi in esame provocano effetti acuti e cronici
sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle colonie di api. Viene
vietato l’utilizzo per due anni di clothianidin, thiamethoxam e
imidacloprid sulle colture che attraggono le api.
• Continua diatriba tra ambientalisti e multinazionali della chimica: i
primi considerano le misure addottate non sufficienti, i secondi
continuano a fare richieste di deroghe ai provvedimenti
MORIA DELLE API
In una recente ricerca condotta ad Harvard, gli esperti hanno studiato lo
stato di salute di 18 colonie di api in tre località centrali del Massachusetts,
tra ottobre 2012 e aprile 2013.
Hanno poi esaminato gli effetti dei due neonicotinoidi incriminati sugli insetti
e con l'inizio dell'inverno hanno potuto assistere al declino progressivo della
popolazioni di api che erano entrate in contatto con i pesticidi.
Gli esperti hanno dunque calcolato un tasso di mortalità pari al 94%.
Le rigide temperature invernali e i neonicotinoidi, secondo quanto
confermato dai ricercatori, aggraverebbero dunque il CCD
CONCLUSIONI
• Esistono in letteratura numerosissime evidenze sperimentali
sugli effetti dei pesticidi sugli impollinatori
• E’ evidente che la strategia dei divieti/messa al bando di
singoli prodotti non risolve il problema!!! Si dovrebbe mettere
in discussione un paradigma produttivo!
• Il servizio di impollinazione che le api assicurano alle sole
coltivazioni di interesse alimentare è pari a 153 miliardi di
Euro/Anno(UFZ, Centro Tedesco per le Ricerche Ambientali).
• In conseguenza della moria delle api : le analisi condotte
riferiscono di una contrazione del 9,5% del valore globale dei
prodotti commestibili di derivazione agricola.
• Chi paga questi danni economici??
Prof. Giovanni Dinelli
Dipartimento di Scienze Agrarie
giovanni.dinelli@unibo.it
www.unibo.it
Per maggiori informazioni…
http://www.cbsnews.com/news/are-pesticides-killing-off-honey-bees/
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Api-il-bottino-avvelenato/
http://www.panna.org/issues/publication/pesticides-and-honey-bees-state-science
Link utili
Moria delle api:l’effetto degli erbicidi di Giovanni Dinelli (Università di Bologna) alla sessione 6 del 33° Convegno di Agricoltura Biodinamica 20 febbraio 2015
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Moria delle api:l’effetto degli erbicidi di Giovanni Dinelli (Università di Bologna) alla sessione 6 del 33° Convegno di Agricoltura Biodinamica 20 febbraio 2015
MORIA DELLE API: cause
principali
•Colony Collapse Disorder (CCD)
•Virosi: Dwv (o
sindrome delle ali
deformi)
•Patogeni: Nosema
ceranae, Varroa,
Melissococcus pluton,
etc.
MORIA DELLE API
•Prime segnalazioni in Italia risalgono al 1999 e sono
proseguite fino al 2007; dal 2008 il fenomeno della
mortalità ha registrato una brusca impennata;
•La maggior parte delle morie sono avvenute nel periodo
della semina primaverile;
•I residui maggiormente riscontrati nei campioni di api
morte appartengono alla classe dei neonicotinoidi.
MORIA DELLE API
•Numerosi studi sono stati effettuati al riguardo, evidenziando il
legame tra moria delle api, pesticidi e inverni più rigidi.
•I neonicotinoidi (imidacloprid e clothianidin su tutti), risultano
essere sostanze nocive in grado di compromettere alcuni
meccanismi biologici delle api, che condurrebbero gli alveari al
collasso.
MORIA DELLE API
Numerosi studi sono stati condotti anche in Italia, finanziati dal Mipaaf.
Da tali studi si è visto un miglioramento della situazione di mortalità negli
anni di sospensione dei prodotti usati per la concia del mais.
Da qui si è arrivati alla decisione comunitaria (485/2013) di sospensione
provvisoria (due anni) di parte delle autorizzazioni di utilizzazione di
imidacloprid, thiametoxam e clothianidin anche a seguito della relazione
dell’Efsa sulle carenze di valutazioni sugli effetti di questi principi attivi sulle
api.

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Moria delle api:l’effetto degli erbicidi di Giovanni Dinelli (Università di Bologna) alla sessione 6 del 33° Convegno di Agricoltura Biodinamica 20 febbraio 2015

  • 1. Moria delle api: l’effetto degli erbicidi Prof. Giovanni Dinelli Dipartimento di Scienze Agrarie Università di Bologna
  • 3. Effetto degli erbicidi/pesticidi Effetti diretti: a) principi attivi; b) co- formulanti (surfattanti) Effetti indiretti: “desertificazione” della flora spontanea
  • 5. Surfattanti comunemente usati nella maggior parte delle formulazioni di erbicidi commerciali sono in grado di indurre gravi effetti sulle popolazioni di impollinatori alle comuni dosi di applicazioni
  • 6. A livello mondiale il glyphosate è l’erbicida che vanta un primato assoluto sia in termini di volumi applicati (oltre 650.000 tonnellate nel 2011) che in termini di volumi di vendite (oltre 6,5 miliardi di dollari nel 2010, che rappresenta un valore superiore alla vendita di tutti gli altri erbicidi attualmente commercializzati per uso agricolo).
  • 7. Generally the concentrations of glyphosate and AMPA that have been detected in environmental waters have been below the relevant standards or objectives for protection of the environment, though significant proportions of surface water samples in Europe have glyphosate concentrations that exceed the European Union’s objective for drinking water, which is 0.1 μg L−1 (Horth and Blackmore, 2009).
  • 8. Esposizioni al GLY inducono effetti sull’abilità sensoriale e sull’apprendimento sociale delle api, determinando effetti sul loro stato sanitario e sulla loro sopravvivenza.
  • 9. Effetto dei pesticidi/insetticidi Effetti dell’esposizione ai neonicotinoidi Incremento mortalità CCD Colony Collapse Disorder Aumentano I livelli di patogeni intestinali come Nosema (Pettis et al. 2012)
  • 10. I neonicotinoidi • Sono una classe di insetticidi, fortemente neurotossici, derivanti dalla nicotina, introdotti come alternativa sicura al DDT • Possono essere spruzzati sulle foglie, messi nel suolo in forma granulare o usati per trattare i semi. • Uso inizia negli anni ‘90, nel 2011 rappresentavano il 40% del mercato globale. • Nel 2013 l’EFSA si esprime sui rischi connessi all’impiego di tre particolari neonicotinoidi (clothianidina, imidacloprid e tiamethoxam). I pesticidi in esame provocano effetti acuti e cronici sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle colonie di api. Viene vietato l’utilizzo per due anni di clothianidin, thiamethoxam e imidacloprid sulle colture che attraggono le api. • Continua diatriba tra ambientalisti e multinazionali della chimica: i primi considerano le misure addottate non sufficienti, i secondi continuano a fare richieste di deroghe ai provvedimenti
  • 11. MORIA DELLE API In una recente ricerca condotta ad Harvard, gli esperti hanno studiato lo stato di salute di 18 colonie di api in tre località centrali del Massachusetts, tra ottobre 2012 e aprile 2013. Hanno poi esaminato gli effetti dei due neonicotinoidi incriminati sugli insetti e con l'inizio dell'inverno hanno potuto assistere al declino progressivo della popolazioni di api che erano entrate in contatto con i pesticidi. Gli esperti hanno dunque calcolato un tasso di mortalità pari al 94%. Le rigide temperature invernali e i neonicotinoidi, secondo quanto confermato dai ricercatori, aggraverebbero dunque il CCD
  • 12. CONCLUSIONI • Esistono in letteratura numerosissime evidenze sperimentali sugli effetti dei pesticidi sugli impollinatori • E’ evidente che la strategia dei divieti/messa al bando di singoli prodotti non risolve il problema!!! Si dovrebbe mettere in discussione un paradigma produttivo! • Il servizio di impollinazione che le api assicurano alle sole coltivazioni di interesse alimentare è pari a 153 miliardi di Euro/Anno(UFZ, Centro Tedesco per le Ricerche Ambientali). • In conseguenza della moria delle api : le analisi condotte riferiscono di una contrazione del 9,5% del valore globale dei prodotti commestibili di derivazione agricola. • Chi paga questi danni economici??
  • 13. Prof. Giovanni Dinelli Dipartimento di Scienze Agrarie giovanni.dinelli@unibo.it www.unibo.it Per maggiori informazioni…
  • 23. MORIA DELLE API: cause principali •Colony Collapse Disorder (CCD) •Virosi: Dwv (o sindrome delle ali deformi) •Patogeni: Nosema ceranae, Varroa, Melissococcus pluton, etc.
  • 24. MORIA DELLE API •Prime segnalazioni in Italia risalgono al 1999 e sono proseguite fino al 2007; dal 2008 il fenomeno della mortalità ha registrato una brusca impennata; •La maggior parte delle morie sono avvenute nel periodo della semina primaverile; •I residui maggiormente riscontrati nei campioni di api morte appartengono alla classe dei neonicotinoidi.
  • 25. MORIA DELLE API •Numerosi studi sono stati effettuati al riguardo, evidenziando il legame tra moria delle api, pesticidi e inverni più rigidi. •I neonicotinoidi (imidacloprid e clothianidin su tutti), risultano essere sostanze nocive in grado di compromettere alcuni meccanismi biologici delle api, che condurrebbero gli alveari al collasso.
  • 26. MORIA DELLE API Numerosi studi sono stati condotti anche in Italia, finanziati dal Mipaaf. Da tali studi si è visto un miglioramento della situazione di mortalità negli anni di sospensione dei prodotti usati per la concia del mais. Da qui si è arrivati alla decisione comunitaria (485/2013) di sospensione provvisoria (due anni) di parte delle autorizzazioni di utilizzazione di imidacloprid, thiametoxam e clothianidin anche a seguito della relazione dell’Efsa sulle carenze di valutazioni sugli effetti di questi principi attivi sulle api.

Editor's Notes

  • #6: Dadad dada
  • #9: Effect of a prolonged exposure to glyphosate (GLY) on sensitivity to sucrose and learning performance in honeybees. Caged bees were exposed to different GLY concentrations (0, 2.5 and 5 mg GLY per litre of 1.8 mol l−1 sucrose solution) during the first 15 days of their adult life. Behavioural parameters of bees at 15 days of age were tested through: (A) sensitivity to reward that was evaluated with a gustatory response score (GRS) test; (B) an absolute classical conditioning protocol in which the proboscis extension response (PER; %) towards the trained odour was quantified over the course of three acquisition trials; and (C) the conditioned response (PER) towards the trained odour alone measured 15 min after acquisition. The number of bees tested is shown in brackets below each box (A) or in the top right corner (B,C). Boxes indicate the inter-quartile range, horizontal lines within boxes indicate the medians, whiskers include all points within 1.5 times the inter-quartiles, solid circles indicate outliers [(A) Dunn comparisons: *P<0.05; (B) Tukey post hoc comparisons: *P<0.05; ***significant differences between treatments in the second trial].