Il mercato del lavoro:
contesto socio-economico e prospettive
Lucia Schirru
1° dicembre 2012
2
Struttura della presentazione
• Analisi demografica
• Le caratteristiche dell’attuale mercato del lavoro
• Il contesto economico regionale
• Le prospettive per il futuro:
o Il livello europeo
o Il livello regionale
Partire da una analisi demografica
La demografia è in grado di descrivere e interpretare i cambiamenti che si
verificano nell’ambito delle popolazioni e di fornire importanti elementi per
l’attuazione di politiche e di interventi in campo sociale ed economico.
Analizza gli aspetti sociali del mutamento demografico: il mercato, il
malessere sociale, la povertà, l’invecchiamento della popolazione, la crescita
economica, il sistema pensionistico.
3
4
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
5
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
6
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
8 nati ogni 1000
residenti 6,7 nati ogni
1000 residenti
8,8 morti ogni
1000 residenti 13,9 morti ogni
1000 residenti
2% di stranieri
8% di stranieri
Tasso di crescita
negativo
Età media popolazione
Oggi: 43,8
2061: 52,9 anni
7
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
8
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
9
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
Carbonia
10
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Analisi demografica
11
Nel 2011 il tasso di crescita regionale è dello 0,6, ma varia tra le province
Provincia
Crescita totale
(per 1000 residenti)
Olbia-Tempio 9,2
Cagliari 2,4
Sardegna 0,6
Sassari 0,4
Ogliastra -0,8
Carbonia-Iglesias -2,5
Nuoro -3,2
Medio-Campitano -4,0
Oristano -4,6
Analisi demografica
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
12
In sintesi:
• Invecchiamento della popolazione
• Ripartizione geografica non omogenea della popolazione (abbandono dei
piccoli centri in favore delle città costiere)
• Basso tasso di natalità
• La crescita è dovuta solo all’immigrazione
• Indice di vecchiaia molto elevato (rapporto tra anziani e giovani= 355 nel 2061)
• Previsioni per il 2061: riduzione della popolazione di 300 mila unità
Cosa fare?
• politiche di sostegno alla famiglia
• politiche in favore dell’immigrazione e dell’inclusione sociale
Analisi demografica
13
Distribuzione degli occupati per classe d’età nel 2011 (media annua)
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
14
Occupati in Sardegna
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
15
Anno 2011
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
16
Anno 2011
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
Ci basterà aspettare …
…entro i prossimi 50 anni,
ma anche prima stando ai dati demografici,
non ci sarà più la disoccupazione giovanile!!
17
Province Agricoltura Industria Servizi
Totale
occupati
Sassari 2,5% 15,8% 81,7% 120
Nuoro 12,1% 27,6% 60,3% 58
Cagliari 2,9% 15,9% 81,2% 207
Oristano 10,3% 19,0% 70,7% 58
Olbia-Tempio 4,5% 21,2% 74,2% 66
Ogliastra 10,0% 15,0% 70,0% 20
Medio Campidano 12,1% 18,2% 69,7% 33
Carbonia Iglesias 2,4% 31,7% 65,9% 41
Sardegna 5,3% 19,1% 75,5% 603
Italia 4,4% 38,2% 57,4% 13.619
18
Distribuzione percentuale degli occupati – anno 2011
Totale in migliaia di unitàFonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
Comprende anche i cassaintegrati
19
Distribuzione percentuale degli occupati – anno 2011
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
Il mercato del lavoro
Province
agricoltura,
silvicoltura e pesca
totale industria
escluse
costruzioni
costruzioni
commercio,
alberghi e
ristoranti
altre attività dei
servizi
Sassari 2,5% 6,7% 9,2% 24,2% 57,5%
Nuoro 12,1% 17,2% 10,3% 20,7% 39,7%
Cagliari 2,9% 8,2% 7,7% 20,3% 60,9%
Oristano 10,3% 10,3% 8,6% 17,2% 55,2%
Olbia-Tempio 4,5% 10,6% 10,6% 27,3% 47,0%
Ogliastra 10,0% 5,0% 10,0% 20,0% 50,0%
Medio Campidano 12,1% 9,1% 9,1% 24,2% 45,5%
Carbonia Iglesias 2,4% 24,4% 9,8% 22,0% 43,9%
Sardegna 5,3% 10,3% 9,0% 21,9% 53,7%
Italia 4,4% 25,6% 12,7% 18,8% 38,6%
Agricoltura Industria Servizi
Settore non
indicato
Totale
occupati
Sardegna 8,3% 23,1% 64,4% 4,2% 27
Italia 8,5% 29,6% 57,0% 4,9% 3.648
20
Distribuzione percentuale degli occupati stranieri – anno 2011
Totale in migliaia di unitàFonte: Elaborazione Centro Studi su dati Dossier statistico Immigrazione Caritas e Migrantes
Il mercato del lavoro
5,6% degli occupati residenti
16,4% degli occupati residenti
21
In sintesi:
• L’occupazione è concentrata principalmente nel settore dei servizi
• Sta sparendo il contributo dell’industria
• I giovani contribuiscono sempre meno al mercato del lavoro
• Invecchiamento della forza lavoro
• L’occupazione e la disoccupazione seguono le variazioni produttive del
territorio.
Cosa fare?
• Individuare le potenzialità dell’isola a partire dalla situazione economica
attuale
• Individuare le professioni più richieste e ricercate e riconvertire attraverso la
formazione professionale la forza lavoro non più occupata nei settori in crisi
(politica di breve periodo)
Il mercato del lavoro
Imprese registrate in Camera di Commercio al 30/09/2012
22
Il contesto economico
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Movimprese
Settore di attività economica Numero %
Commercio 43.059 26%
Agricoltura, silvicoltura pesca 35.001 21%
Costruzioni 24.200 14%
Attività dei servizi alloggio e ristorazione 12.831 8%
Attività manifatturiere 12.458 7%
Altre attività 29.714 18%
Imprese non classificate 11.287 7%
TOTALE 168.550 100%
Titolari d’impresa stranieri, propensione all’imprenditorialità
e valore aggiunto creato nel 2011
23
Il contesto economico
Regione Titolari stranieri
Imprese
straniere su
tot imprese
Valore aggiunto creato dall'occupazione
straniera (2010)
Tasso di crescita
dello stock di
titolari stranieri
(2011/2010)
numero % su Italia
valore in mln di
euro % su Italia
% su VA
totale
Sardegna 3.396 1,4% 2% 1.317,3 0,8% 4,4% 15%
Italia 249.464 100% 4,1% 167571,9 100% 12% 9,2%
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Dossier statistico Immigrazione Caritas e Migrantes
La propensione ad investire
24
Ripartizione Rapporto Impieghi/depositi*100
Cagliari 111
Sassari 142
Nuoro 82
Oristano 86
Carbonia-Iglesias 99
Ogliastra 80
Olbia-Tempio 225
Medio Campidano 101
SARDEGNA 118
ITALIA NORD-OCCIDENTALE 173
ITALIA NORD-ORIENTALE 160
ITALIA CENTRALE 202
ITALIA MERIDIONALE 101
ITALIA INSULARE 120
TOTALE NAZIONALE 162
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Banca d’Italia
Il contesto economico
Valore al 31/12/2011
25
In sintesi:
• Solo le zone prettamente turistiche (es. Olbia Tempio) sono in grado di
attirare capitali d’investimento
• E’ sempre più difficile fare impresa, a causa di: infrastrutture carenti, costi
energetici, burocrazia, credito, ecc
• Ci sono troppe micro imprese
Cosa fare?
• Politiche industriali di lungo periodo e bonifica dei siti industriali dismessi
• Economia a basso impatto ambientale
• Favorire l’integrazione tra i settori, partendo dal turismo che funge da volano
• Favorire «l’Industria della conoscenza e culturale»
• Incentivare l’attività d’impresa – credito e microcredito, start up, imprese
innovative
• Attirare capitali d’investimento
Il contesto economico
26
I vincoli
• I NEET
• Il contesto europeo (e/o internazionale)
• Il contesto nazionale: assenza di risorse e vincoli alla
spesa pubblica (patto di stabilità)
27
Incidenza dei Neet per classi di laurea e tipologia di diploma (valori percentuali)
Classi di laurea (1)
Discipline
umanistiche
Scienze
sociali
Scienze
naturali
Ingegneria e
architettura
Scienze
Mediche Altro Totale
Sardegna 34,2 24,8 15,2 17,2 10,1 14,9 22,7
Mezzogiorno 36,5 35,7 27,9 24,4 18,3 30,9 31,4
Italia 24,9 24,3 17,4 13,6 11,9 19,8 20,3
(1) Laureati nella classe di età 25-34, medie dei valori trimestrali, dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2011. Rapporto fra il
numero di Neet appartenenti a ciascuna classe di laurea e il totale dei laureati della stessa classe.
(2) Diplomati nella classe di età 19-24, medie dei valori trimestrali, dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2011. Rapporto fra il
numero di Neet appartenenti a ciascuna tipologia di diploma e il totale dei diplomati
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Banca d’Italia
I NEET
Tipologia di diploma (2)
Istituti
professionali Istituti tecnici
Licei classici e
scientifici
Istituti magistrali,
licei artistici e
linguistici Totale
Sardegna 51 32 11 31 28,7
Mezzogiorno 48 37 8 28 28,9
Italia 33 25 7 21 20,7
28
Caratteristiche dei NEET
I NEET
Alto tasso di NEET
Alta disoccupazione femminile
Molti NEET non attivi e senza esperienza di lavoro
Profili professionali elevati
Basso tasso di NEET
Molti NEET non attivi con esperienza di lavoro
Profili professionali bassi
Basso tasso di NEET con esperienza di lavoro
Più uomini NEET che donne
Basso tasso di NEET
Disoccupati con esperienza
Più donne NEET che uomini
Profili professionali medi
29
Costo in percentuale sul PIL - 2011
I NEET
Europa:
Incidenza sul PIL 1,21%
Italia:
Incidenza sul PIL 2%
30
Il contesto europeo:
Una previsione per il 2020
31
Fonte: European Centre for the Development of Vocational Training (Cedefop)
Il contesto europeo
32
Il contesto europeo
33
Il contesto europeo
34
Il contesto europeo
35
Il contesto europeo
36
Il contesto europeo
37
Variazione nella popolazione e nelle forze di lavoro per classi di età, tra il 2010 e il 2020
(EU 27 + Norvegia e Svizzera) – Cedefop 2010
Il contesto europeo
38
La crisi ha accelerato la ristrutturazione economica che avrà un effetto
duraturo e strutturale sul volume e la struttura della domanda di
competenze. Ma non è l’unica causa, hanno rilevanza anche:
• il progresso tecnico,
• la globalizzazione,
• l'invecchiamento della popolazione
• l'economia verde.
• Sistema educativo obsoleto
Però le competenze e le qualifiche previste dagli attuali sistemi educativi
non sono in grado di soddisfare le necessità del futuro mercato del lavoro!!
In sintesi
39
Cosa fare?
Le prospettive per il futuro
Con un indice di dipendenza strutturale crescente, la forza lavoro dovrà
diventare più produttiva, al fine di sostenere le persone al di fuori del
mercato del lavoro.
Ci sarà bisogno di far aumentare la partecipazione al mercato del lavoro - in
particolare delle donne e dei lavoratori più anziani. In aggiunta, come
componente di una soluzione di lungo periodo, saranno necessarie politiche
di integrazione degli stranieri per reperire dall’esterno talenti e competenze.
Sarà infine necessario reinserire i disoccupati per ridurre lo spreco di talenti,
di competenze e di capitale umano.
Ma non solo…
40Fonte: New Skills for New Jobs: Action Now. Febbraio 2010
Linee d’azione proposte
Le prospettive per il futuro
41
anticipare le future
esigenze di competenze
e fare spazio ai talenti!
Avvicinare i mondi
dell'istruzione e
della formazione e
del lavoro!
Sviluppare il giusto
mix di competenze
Linee d’azione proposte
Le prospettive per il futuro
42
Fornire i giusti
incentivi per i
privati ​​e datori di
lavoro!
anticipare le future
esigenze di competenze
e fare spazio ai talenti!Sviluppare il giusto
mix di competenze
Linee d’azione proposte
Le prospettive per il futuro
43
Fornire i giusti
incentivi per i
privati ​​e datori di
lavoro!
anticipare le future
esigenze di competenze
e fare spazio ai talenti!
Avvicinare i mondi
dell'istruzione e
della formazione e
del lavoro!
Linee d’azione proposte
Le prospettive per il futuro
44
Fornire i giusti
incentivi per i
privati ​​e datori di
lavoro!
Avvicinare i mondi
dell'istruzione e
della formazione e
del lavoro!
Sviluppare il giusto
mix di competenze
Linee d’azione proposte
Le prospettive per il futuro
45
Alcune priorità della strategia Europa 2020
La proposta di Regolamento contenente disposizioni comuni dei Fondi
individua 11 obiettivi tematici (art. 9), in linea con la strategia Europa 2020:
1) rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione
2) migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime
3) promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore
agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell'acquacoltura (per il
FEAMP)
4) sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di
carbonio in tutti i settori
5) promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la
gestione dei rischi
6) tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse
Le prospettive per il futuro
46
7) promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature
nelle principali infrastrutture di rete
8) promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori
9) promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà
10) investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento
permanente
11) Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione
pubblica efficiente.
“Conformemente alle norme specifiche per Fondo, gli Stati membri concentrano
il sostegno sugli interventi che apportano il maggiore valore aggiunto in
relazione alla strategia dell’UE per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva […]” (art. 16 del RRDC)
Alcune priorità della strategia Europa 2020
Le prospettive per il futuro
47
Qualche idea per la Sardegna
• Economia sostenibile e competitiva: “green jobs”
• Valorizzazione del patrimonio storico-paesaggistico (filiera del turismo
e dei saperi locali)
• Connessione ricerca-innovazione-produzione
• Sfruttare le potenzialità del sistema universitario e di ricerca e del
capitale umano delle nuove generazioni
48
Grazie per l’attenzione
Il mercato del lavoro:
contesto socio- economico e prospettive

More Related Content

PDF
Progetto WEF Romagna - Appendice statistica e dati di scenario, ottobre 2013
PDF
Il posizionamento del_sistema_territoriale_
PPTX
Italy 2017 OECD Economic Survey Le riforme stanno dando risultati, ma restano...
PDF
Sviluppo nuoro 09-09-2013
PPT
A. Militello - Rapporto statistico Liguria 2013
PDF
Europa 2020: quali sfide per la Liguria? - Claudio Torrigian
PDF
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
PDF
Piano attuazione regione marche GARANZIA GIOVANI
Progetto WEF Romagna - Appendice statistica e dati di scenario, ottobre 2013
Il posizionamento del_sistema_territoriale_
Italy 2017 OECD Economic Survey Le riforme stanno dando risultati, ma restano...
Sviluppo nuoro 09-09-2013
A. Militello - Rapporto statistico Liguria 2013
Europa 2020: quali sfide per la Liguria? - Claudio Torrigian
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Piano attuazione regione marche GARANZIA GIOVANI

Viewers also liked (9)

PPT
La donna nel mercato del lavoro. Un'analisi sulle imprese medio-grandi attive...
PDF
Corso paghe
PDF
Gestione e amministrazione risorse umane
PDF
Cambiamento organizzativo e gestione delle risorse umane
PPTX
La gestione delle risorse umane
PDF
11 Signs Of A Sneaky Sociopath
PPT
Human Resource Management
PPT
Strategic Human Resource Management
PPTX
The Maker as a Reflective Practitioner
La donna nel mercato del lavoro. Un'analisi sulle imprese medio-grandi attive...
Corso paghe
Gestione e amministrazione risorse umane
Cambiamento organizzativo e gestione delle risorse umane
La gestione delle risorse umane
11 Signs Of A Sneaky Sociopath
Human Resource Management
Strategic Human Resource Management
The Maker as a Reflective Practitioner
Ad

Similar to Il mercato del lavoro Presentazione del 01-12-2012 - Oristano (20)

PDF
Istantanea di un'isola
PPS
Claudio gentili. il merito come bussola. Proposte per restituire il futuro ai...
PDF
giovanni campagnoli (2009): Contesto ipotesi per le politiche giovanili, Monza
PDF
Estratto dal Rapporto Caritas 2013
PDF
Excelsior 2009
PDF
BNL Focus #8
PPTX
Osservatorio IRES-CGIL sull'Economia e il Lavoro nella provincia di Forlì-Ces...
PDF
Prima le donne e poi i bambini
PDF
Progetto lavoro giovani
PDF
Lavoro e crescita .pptx
PDF
Lavoro e sistema produttivo ott.2014 def1
PPTX
Fondazioni d'impresa per i giovani
PDF
Lavoro e crescita .pptx
PDF
Cs almalaurea condocclaureati2015
PDF
ISFOL, sintesi 2009 Rapporto
PDF
M.C. Pellicani, A. Rotondo, R.A. Palumbo, M. Carbonara, Formazione e mercato ...
PDF
Vivere e lavorare in Italia 2008
PDF
Arti 15 maggio 2015
PPSX
Lavoro E Immigrazione Nova Milanese 29 Aprile 2009
PPTX
In-Forma il futuro 2015
Istantanea di un'isola
Claudio gentili. il merito come bussola. Proposte per restituire il futuro ai...
giovanni campagnoli (2009): Contesto ipotesi per le politiche giovanili, Monza
Estratto dal Rapporto Caritas 2013
Excelsior 2009
BNL Focus #8
Osservatorio IRES-CGIL sull'Economia e il Lavoro nella provincia di Forlì-Ces...
Prima le donne e poi i bambini
Progetto lavoro giovani
Lavoro e crescita .pptx
Lavoro e sistema produttivo ott.2014 def1
Fondazioni d'impresa per i giovani
Lavoro e crescita .pptx
Cs almalaurea condocclaureati2015
ISFOL, sintesi 2009 Rapporto
M.C. Pellicani, A. Rotondo, R.A. Palumbo, M. Carbonara, Formazione e mercato ...
Vivere e lavorare in Italia 2008
Arti 15 maggio 2015
Lavoro E Immigrazione Nova Milanese 29 Aprile 2009
In-Forma il futuro 2015
Ad

More from Lucia Schirru (8)

PPTX
Presentazione sul Federalismo municipale del 25/02/2011
PDF
Povertà, consumi e statistiche (Dossier Caritas 2014)
PDF
Povertà e consumi delle famiglie - Rapporto Caritas 2013
PPTX
Statistica sociale
PDF
Indici di mutua variabilità
PPTX
Analisi socio-demografica del comune di Castiadas
PDF
Sardegna in cifre (2012)
PDF
Sviluppo Sassari 22-07-2013
Presentazione sul Federalismo municipale del 25/02/2011
Povertà, consumi e statistiche (Dossier Caritas 2014)
Povertà e consumi delle famiglie - Rapporto Caritas 2013
Statistica sociale
Indici di mutua variabilità
Analisi socio-demografica del comune di Castiadas
Sardegna in cifre (2012)
Sviluppo Sassari 22-07-2013

Il mercato del lavoro Presentazione del 01-12-2012 - Oristano

  • 1. Il mercato del lavoro: contesto socio-economico e prospettive Lucia Schirru 1° dicembre 2012
  • 2. 2 Struttura della presentazione • Analisi demografica • Le caratteristiche dell’attuale mercato del lavoro • Il contesto economico regionale • Le prospettive per il futuro: o Il livello europeo o Il livello regionale
  • 3. Partire da una analisi demografica La demografia è in grado di descrivere e interpretare i cambiamenti che si verificano nell’ambito delle popolazioni e di fornire importanti elementi per l’attuazione di politiche e di interventi in campo sociale ed economico. Analizza gli aspetti sociali del mutamento demografico: il mercato, il malessere sociale, la povertà, l’invecchiamento della popolazione, la crescita economica, il sistema pensionistico. 3
  • 4. 4 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica
  • 5. 5 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica
  • 6. 6 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica 8 nati ogni 1000 residenti 6,7 nati ogni 1000 residenti 8,8 morti ogni 1000 residenti 13,9 morti ogni 1000 residenti 2% di stranieri 8% di stranieri Tasso di crescita negativo Età media popolazione Oggi: 43,8 2061: 52,9 anni
  • 7. 7 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica
  • 8. 8 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica
  • 9. 9 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica Carbonia
  • 10. 10 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Analisi demografica
  • 11. 11 Nel 2011 il tasso di crescita regionale è dello 0,6, ma varia tra le province Provincia Crescita totale (per 1000 residenti) Olbia-Tempio 9,2 Cagliari 2,4 Sardegna 0,6 Sassari 0,4 Ogliastra -0,8 Carbonia-Iglesias -2,5 Nuoro -3,2 Medio-Campitano -4,0 Oristano -4,6 Analisi demografica Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat
  • 12. 12 In sintesi: • Invecchiamento della popolazione • Ripartizione geografica non omogenea della popolazione (abbandono dei piccoli centri in favore delle città costiere) • Basso tasso di natalità • La crescita è dovuta solo all’immigrazione • Indice di vecchiaia molto elevato (rapporto tra anziani e giovani= 355 nel 2061) • Previsioni per il 2061: riduzione della popolazione di 300 mila unità Cosa fare? • politiche di sostegno alla famiglia • politiche in favore dell’immigrazione e dell’inclusione sociale Analisi demografica
  • 13. 13 Distribuzione degli occupati per classe d’età nel 2011 (media annua) Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro
  • 14. 14 Occupati in Sardegna Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro
  • 15. 15 Anno 2011 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro
  • 16. 16 Anno 2011 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro
  • 17. Ci basterà aspettare … …entro i prossimi 50 anni, ma anche prima stando ai dati demografici, non ci sarà più la disoccupazione giovanile!! 17
  • 18. Province Agricoltura Industria Servizi Totale occupati Sassari 2,5% 15,8% 81,7% 120 Nuoro 12,1% 27,6% 60,3% 58 Cagliari 2,9% 15,9% 81,2% 207 Oristano 10,3% 19,0% 70,7% 58 Olbia-Tempio 4,5% 21,2% 74,2% 66 Ogliastra 10,0% 15,0% 70,0% 20 Medio Campidano 12,1% 18,2% 69,7% 33 Carbonia Iglesias 2,4% 31,7% 65,9% 41 Sardegna 5,3% 19,1% 75,5% 603 Italia 4,4% 38,2% 57,4% 13.619 18 Distribuzione percentuale degli occupati – anno 2011 Totale in migliaia di unitàFonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro Comprende anche i cassaintegrati
  • 19. 19 Distribuzione percentuale degli occupati – anno 2011 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Istat Il mercato del lavoro Province agricoltura, silvicoltura e pesca totale industria escluse costruzioni costruzioni commercio, alberghi e ristoranti altre attività dei servizi Sassari 2,5% 6,7% 9,2% 24,2% 57,5% Nuoro 12,1% 17,2% 10,3% 20,7% 39,7% Cagliari 2,9% 8,2% 7,7% 20,3% 60,9% Oristano 10,3% 10,3% 8,6% 17,2% 55,2% Olbia-Tempio 4,5% 10,6% 10,6% 27,3% 47,0% Ogliastra 10,0% 5,0% 10,0% 20,0% 50,0% Medio Campidano 12,1% 9,1% 9,1% 24,2% 45,5% Carbonia Iglesias 2,4% 24,4% 9,8% 22,0% 43,9% Sardegna 5,3% 10,3% 9,0% 21,9% 53,7% Italia 4,4% 25,6% 12,7% 18,8% 38,6%
  • 20. Agricoltura Industria Servizi Settore non indicato Totale occupati Sardegna 8,3% 23,1% 64,4% 4,2% 27 Italia 8,5% 29,6% 57,0% 4,9% 3.648 20 Distribuzione percentuale degli occupati stranieri – anno 2011 Totale in migliaia di unitàFonte: Elaborazione Centro Studi su dati Dossier statistico Immigrazione Caritas e Migrantes Il mercato del lavoro 5,6% degli occupati residenti 16,4% degli occupati residenti
  • 21. 21 In sintesi: • L’occupazione è concentrata principalmente nel settore dei servizi • Sta sparendo il contributo dell’industria • I giovani contribuiscono sempre meno al mercato del lavoro • Invecchiamento della forza lavoro • L’occupazione e la disoccupazione seguono le variazioni produttive del territorio. Cosa fare? • Individuare le potenzialità dell’isola a partire dalla situazione economica attuale • Individuare le professioni più richieste e ricercate e riconvertire attraverso la formazione professionale la forza lavoro non più occupata nei settori in crisi (politica di breve periodo) Il mercato del lavoro
  • 22. Imprese registrate in Camera di Commercio al 30/09/2012 22 Il contesto economico Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Movimprese Settore di attività economica Numero % Commercio 43.059 26% Agricoltura, silvicoltura pesca 35.001 21% Costruzioni 24.200 14% Attività dei servizi alloggio e ristorazione 12.831 8% Attività manifatturiere 12.458 7% Altre attività 29.714 18% Imprese non classificate 11.287 7% TOTALE 168.550 100%
  • 23. Titolari d’impresa stranieri, propensione all’imprenditorialità e valore aggiunto creato nel 2011 23 Il contesto economico Regione Titolari stranieri Imprese straniere su tot imprese Valore aggiunto creato dall'occupazione straniera (2010) Tasso di crescita dello stock di titolari stranieri (2011/2010) numero % su Italia valore in mln di euro % su Italia % su VA totale Sardegna 3.396 1,4% 2% 1.317,3 0,8% 4,4% 15% Italia 249.464 100% 4,1% 167571,9 100% 12% 9,2% Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Dossier statistico Immigrazione Caritas e Migrantes
  • 24. La propensione ad investire 24 Ripartizione Rapporto Impieghi/depositi*100 Cagliari 111 Sassari 142 Nuoro 82 Oristano 86 Carbonia-Iglesias 99 Ogliastra 80 Olbia-Tempio 225 Medio Campidano 101 SARDEGNA 118 ITALIA NORD-OCCIDENTALE 173 ITALIA NORD-ORIENTALE 160 ITALIA CENTRALE 202 ITALIA MERIDIONALE 101 ITALIA INSULARE 120 TOTALE NAZIONALE 162 Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Banca d’Italia Il contesto economico Valore al 31/12/2011
  • 25. 25 In sintesi: • Solo le zone prettamente turistiche (es. Olbia Tempio) sono in grado di attirare capitali d’investimento • E’ sempre più difficile fare impresa, a causa di: infrastrutture carenti, costi energetici, burocrazia, credito, ecc • Ci sono troppe micro imprese Cosa fare? • Politiche industriali di lungo periodo e bonifica dei siti industriali dismessi • Economia a basso impatto ambientale • Favorire l’integrazione tra i settori, partendo dal turismo che funge da volano • Favorire «l’Industria della conoscenza e culturale» • Incentivare l’attività d’impresa – credito e microcredito, start up, imprese innovative • Attirare capitali d’investimento Il contesto economico
  • 26. 26 I vincoli • I NEET • Il contesto europeo (e/o internazionale) • Il contesto nazionale: assenza di risorse e vincoli alla spesa pubblica (patto di stabilità)
  • 27. 27 Incidenza dei Neet per classi di laurea e tipologia di diploma (valori percentuali) Classi di laurea (1) Discipline umanistiche Scienze sociali Scienze naturali Ingegneria e architettura Scienze Mediche Altro Totale Sardegna 34,2 24,8 15,2 17,2 10,1 14,9 22,7 Mezzogiorno 36,5 35,7 27,9 24,4 18,3 30,9 31,4 Italia 24,9 24,3 17,4 13,6 11,9 19,8 20,3 (1) Laureati nella classe di età 25-34, medie dei valori trimestrali, dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2011. Rapporto fra il numero di Neet appartenenti a ciascuna classe di laurea e il totale dei laureati della stessa classe. (2) Diplomati nella classe di età 19-24, medie dei valori trimestrali, dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2011. Rapporto fra il numero di Neet appartenenti a ciascuna tipologia di diploma e il totale dei diplomati Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Banca d’Italia I NEET Tipologia di diploma (2) Istituti professionali Istituti tecnici Licei classici e scientifici Istituti magistrali, licei artistici e linguistici Totale Sardegna 51 32 11 31 28,7 Mezzogiorno 48 37 8 28 28,9 Italia 33 25 7 21 20,7
  • 28. 28 Caratteristiche dei NEET I NEET Alto tasso di NEET Alta disoccupazione femminile Molti NEET non attivi e senza esperienza di lavoro Profili professionali elevati Basso tasso di NEET Molti NEET non attivi con esperienza di lavoro Profili professionali bassi Basso tasso di NEET con esperienza di lavoro Più uomini NEET che donne Basso tasso di NEET Disoccupati con esperienza Più donne NEET che uomini Profili professionali medi
  • 29. 29 Costo in percentuale sul PIL - 2011 I NEET Europa: Incidenza sul PIL 1,21% Italia: Incidenza sul PIL 2%
  • 30. 30 Il contesto europeo: Una previsione per il 2020
  • 31. 31 Fonte: European Centre for the Development of Vocational Training (Cedefop) Il contesto europeo
  • 37. 37 Variazione nella popolazione e nelle forze di lavoro per classi di età, tra il 2010 e il 2020 (EU 27 + Norvegia e Svizzera) – Cedefop 2010 Il contesto europeo
  • 38. 38 La crisi ha accelerato la ristrutturazione economica che avrà un effetto duraturo e strutturale sul volume e la struttura della domanda di competenze. Ma non è l’unica causa, hanno rilevanza anche: • il progresso tecnico, • la globalizzazione, • l'invecchiamento della popolazione • l'economia verde. • Sistema educativo obsoleto Però le competenze e le qualifiche previste dagli attuali sistemi educativi non sono in grado di soddisfare le necessità del futuro mercato del lavoro!! In sintesi
  • 39. 39 Cosa fare? Le prospettive per il futuro Con un indice di dipendenza strutturale crescente, la forza lavoro dovrà diventare più produttiva, al fine di sostenere le persone al di fuori del mercato del lavoro. Ci sarà bisogno di far aumentare la partecipazione al mercato del lavoro - in particolare delle donne e dei lavoratori più anziani. In aggiunta, come componente di una soluzione di lungo periodo, saranno necessarie politiche di integrazione degli stranieri per reperire dall’esterno talenti e competenze. Sarà infine necessario reinserire i disoccupati per ridurre lo spreco di talenti, di competenze e di capitale umano. Ma non solo…
  • 40. 40Fonte: New Skills for New Jobs: Action Now. Febbraio 2010 Linee d’azione proposte Le prospettive per il futuro
  • 41. 41 anticipare le future esigenze di competenze e fare spazio ai talenti! Avvicinare i mondi dell'istruzione e della formazione e del lavoro! Sviluppare il giusto mix di competenze Linee d’azione proposte Le prospettive per il futuro
  • 42. 42 Fornire i giusti incentivi per i privati ​​e datori di lavoro! anticipare le future esigenze di competenze e fare spazio ai talenti!Sviluppare il giusto mix di competenze Linee d’azione proposte Le prospettive per il futuro
  • 43. 43 Fornire i giusti incentivi per i privati ​​e datori di lavoro! anticipare le future esigenze di competenze e fare spazio ai talenti! Avvicinare i mondi dell'istruzione e della formazione e del lavoro! Linee d’azione proposte Le prospettive per il futuro
  • 44. 44 Fornire i giusti incentivi per i privati ​​e datori di lavoro! Avvicinare i mondi dell'istruzione e della formazione e del lavoro! Sviluppare il giusto mix di competenze Linee d’azione proposte Le prospettive per il futuro
  • 45. 45 Alcune priorità della strategia Europa 2020 La proposta di Regolamento contenente disposizioni comuni dei Fondi individua 11 obiettivi tematici (art. 9), in linea con la strategia Europa 2020: 1) rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione 2) migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime 3) promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell'acquacoltura (per il FEAMP) 4) sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori 5) promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi 6) tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse Le prospettive per il futuro
  • 46. 46 7) promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete 8) promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori 9) promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà 10) investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente 11) Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente. “Conformemente alle norme specifiche per Fondo, gli Stati membri concentrano il sostegno sugli interventi che apportano il maggiore valore aggiunto in relazione alla strategia dell’UE per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva […]” (art. 16 del RRDC) Alcune priorità della strategia Europa 2020 Le prospettive per il futuro
  • 47. 47 Qualche idea per la Sardegna • Economia sostenibile e competitiva: “green jobs” • Valorizzazione del patrimonio storico-paesaggistico (filiera del turismo e dei saperi locali) • Connessione ricerca-innovazione-produzione • Sfruttare le potenzialità del sistema universitario e di ricerca e del capitale umano delle nuove generazioni
  • 48. 48 Grazie per l’attenzione Il mercato del lavoro: contesto socio- economico e prospettive

Editor's Notes

  • #21: Quale è il contributo degli stranieri al mercato del lavoro regionale? La percentuale di occupati stranieri supera la percentuale di stranieri nella popolazione, il che significa che chi sceglie l’Isola come destinazione lo fa avendo già delle prospettive occupazionali o semplicemente si accontenta delle occupazioni «lasciate libere» dai sardi. Il loro impiego è distribuito in tutti i settori, ma in maggior misura nei servizi.
  • #22: La disoccupazione aumenta se entra in crisi l’attività in cui il territorio è specializzato. Qualsiasi decisione futura dipende dalla condizione attuale del sistema economico regionale. In cosa consiste il nostro tessuto imprenditoriale? Le nostre imprese sono in grado di attirare capitali d’investimento?
  • #23: Le imprese si concentrano in pochi settori: commercio, agricoltura e costruzioni in prevalenza. I servizi di alloggio e ristorazione e la manifattura non sono molto rilevanti come numero di imprese, anche se probabilmente in questi settori le imprese hanno le dimensioni maggiori, sia in termini di fatturato che di addetti. Se si considera la ripartizione per forma giuridica, si osserva una netta prevalenza delle imprese individuali, il 65%; le società di persone sono il 17% e quelle di capitali il 15%. Le cooperative e le altre forme giuridiche sono appena il 3%. Se si considerano le dimensioni aziendali, in termini di occupati, oltre il 95% delle imprese non supera i 10 addetti. La partecipazione attiva dei giovani nelle attività d’impresa si può valutare contando gli under 30 che hanno incarichi direzionali in azienda: meno del 5%, mentre quasi la metà degli imprenditori (a vario titolo, soci, amministratori o proprietari) hanno superato i 50 anni. Neanche per le donne c’è molto spazio. Considerando i titolari d’impresa, i soci e gli amministratori, appena il 27% è di genere femminile.
  • #24: E gli stranieri? Anche loro fanno impresa e il tasso di crescita delle loro attività è decisamente più elevato delle imprese italiane. I tassi di crescita sono rispettivamente del 15% per gli stranieri e dello 0,3% per i sardi. I Paesi di provenienza dei titolari d’impresa sono in ordine di importanza: Senegal (31,5%), Marocco (21,9), Cina (12%). Questo fa capire che le attività d’impresa non riguardano grossi gruppi aziendali, ma piccoli imprenditori impegnati nella vendita ambulante (senegalesi e marocchini) e in ogni caso nel settore del commercio (cinesi).
  • #25: Ma i nostri territori sono in grado di attirare capitali esterni di investimento? E’ evidente, dai dati riportati in tabella, che non è così. Per misurare la capacità di attrazione dei capitali d’investimento, solitamente si usa la propensione ad investire, calcolata come rapporto tra gli impieghi bancari nel territorio in esame e i depositi dei residenti nello stesso territorio. In Sardegna 100 euro depositati in banca producono 118 euro impiegati (cioè richiesti per investimenti). Più è alto questo rapporto più è alto il contributo dei capitali esterni. In Sardegna il moltiplicatore è ridotto (118) se si confronta col resto del paese, in cui il ritorno in termini di investimento arriva a 162. Ma anche questo valore è ridotto se si prende a riferimento l’Italia centrale: 202 euro di investimenti. Olbia Tempio è l’unica provincia sarda in cui gli impieghi sono il doppio dei depositi, questo significa che il territorio è in grado di attirare investitori. Viceversa a Nuoro, come in altre 4 province sarde gli investimenti non raggiungono neanche l’ammontare dei depositi.
  • #26: L’elenco dei vincoli è di sicuro più lungo… Nota: Imprese culturali nell’accezione allargata comprendono i settori che realizzano i beni materiali che veicolano i prodotti culturali, in particolare il settore della stampa e dei supporti registrati e quello della produzione di apparecchi elettrici. Comprende altresì le attività di produzione di beni immateriali e servizi in cui il contenuto culturale è elevato, come la produzione di software, la pubblicità, il design e l’architettura, le attività di intrattenimento e divertimento. Le divisioni Ateco 2007 sono 13: 18 Stampa e Riproduzione di supporti registrati, 26 Fabbricazione di Computer e Prodotti di Elettronica e Ottica; Apparecchi elettromedicali, Apparecchi di misurazione e di orologi; 58 Attività editoriali; 59 Attività di Produzione cinematografica, di Video e di Programmi televisivi, di Registrazioni musicali e sonore; 60 Attività di Programmazione e Trasmissione; 62 Produzione di Software, Consulenza informatica e Attività connesse; 70 Attività di Direzione aziendale e di Consulenza gestionale; 71 Attività degli Studi di Architettura e di ingegneria; Collaudi e Analisi tecniche; 73 Pubblicità e Ricerche di mercato; 74 Altre Attività professionali, scientifiche e tecniche; 90 Attività creative, artistiche e di intrattenimento; 91 Attività di Biblioteche, Archivi, Musei e Altre Attività culturali, 93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento.
  • #27: Qualsiasi politica si sceglierà è necessario tenere a mente alcuni vincoli. Ne cito tre, ma sono sicuramente più numerosi. I NEET, il contesto nazionale ed ancora di più quello europeo, perché la globalizzazione o anche il solo appartenere all’Europa condiziona le scelte a livello regionale.
  • #28: Ho già fatto cenno al problema della disoccupazione giovanile, che si aggrava quando si parla di NEET (Not in educational, employment or training). E’ un problema che accomuna tutti gli Stati europei anche se talvolta è più rilevante, come nel nostro caso in cui il 22,7% dei laureati fa parte di questa categoria. Ci sono differenze per classe di laurea, ma i valori sono in molti casi più elevati rispetto alla media nazionale, anche se inferiori alla media del Mezzogiorno. Se si considerano i diplomati il fenomeno è ben più rilevante e i livelli medi regionali si attestano su quelli del Mezzogiorno. Il 29% dei giovani tra i 19 e 24 anni è nella condizione NEET, l’8% in più dei coetanei italiani. I dati sono stati presi dal rapporto sull’economia della Sardegna presentato dalla Banca d’Italia a giugno del 2012.
  • #29: Nella cartina l’Europa è divisa in 4 gruppi a seconda delle caratteristiche dei NEET. Noi apparteniamo al cluster 2, in verde (Italia, Grecia, Bulgaria, Ungheria, Romania, Polonia e Slovacchia) che si caratterizza per un alto tasso di NEET, una disparità di genere, quindi il valore è più elevato per le donne, una elevata percentuale di NEET inattivi (NFL), non hanno precedenti esperienze di lavoro, o sono limitate, ma i loro profili professionali sono elevati. Il cluster 1, rosso (Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Svezia e Gran Bretagna) si caratterizza per un basso tasso di NEET, la maggior parte dei quali sono inattivi anche se hanno avuto precedenti esperienze di lavoro. Hanno bassi livelli di specializzazione ed è questa la motivazione per cui si sono ritirati dal lavoro e dalla formazione. Nel cluster 3, viola (Estonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo e Spagna), non è elevato il tasso di NEET, che hanno comunque precedenti esperienze di lavoro; sono più frequenti gli uomini che appartengono alla categoria dei NEET. Questo cluster è caratterizzato dal fatto che i NEET sono disoccupati a seguito della crisi. Il cluster 4, celeste si riferisce a Belgio, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, e Slovenia. In questi paesi il tasso di NEET è leggermente al di sotto della media europea ed è relativo per lo più alle donne. La maggior parte dei NEET sono disoccupati con precedenti esperienze di lavoro. La percentuale di scoraggiati è al di sotto della media europea e le professionalità dei NEET sono di medio livello.
  • #30: Secondo uno studio di Eurofound (Fondazione dell’Unione Europea specializzata nella consulenza sui temi del lavoro e delle condizioni di vita) la generazione NEET, se fosse integrata nel tessuto sociale e produttivo, contribuirebbe a far crescere il PIL europeo dell’1,21% che in «moneta» diventano 153 miliardi di euro. In Italia il contributo sarebbe invece del 2% (che si traduce in 32,6 miliardi di euro). Questi costi sono misurati sia in termini di spesa pubblica, per le prestazioni sociali erogate in favore dei NEET, sussidi di disoccupazione, ecc., sia in termini di minor produzione di risorse: mancando i contributi versati dai NEET, i mancati guadagni e minori tasse e contributi sociali versati.
  • #46: Fin qui le proposte d’azione di un gruppo di esperti indipendenti, che si riferiscono nello specifico al mercato del lavoro. Ma la strategia Europa 2020 richiama in parte le stesse idee: Rafforzare la ricerca, promuovere la competitività delle PMI, sostenere un’economia a basse emissioni, tutelare l’ambiente…
  • #47: Promuovere l’occupazione e favorire la mobilità dei lavoratori. Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente
  • #48: Gli scenari futuri per la Sardegna possono essere immaginati e costruiti a partire dalle attuali dinamiche della produzione (crisi/rilancio di industria pesante), delineando scelte di sviluppo (turismo, agroalimentare, bonifiche industriali, industria culturale, ecc) e solo poi potranno essere tradotti in nuovi bacini d’impiego. Note: Uno studio della Svimez di ottobre 2012 sostiene ad esempio che: ‘‘L’inoccupazione meridionale rischia di concentrarsi sulla fascia più qualificata dei giovani, evidenziando un elevato mismatch con le esigenze di un sistema produttivo il cui modello di specializzazione si concentra su settori e/o attività a basso contenuto di conoscenza’’. Secondo la ricerca svolta dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l’Organizzazione Internazionale dei Datori di Lavoro e dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), i green jobs sono tutte  quelle «occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale». Si definiscono così anche i settori maggiormente interessati dalla rivoluzione verde: rinnovabili, edilizia, trasporto, industria di base e riciclaggio, agricoltura e silvicoltura.