SlideShare a Scribd company logo
Mercoledì 22 agosto
Partenza dal piazzale dell’Oratorio S.G.Bosco ore 6.00 (ritrovo 5,45 per carico bagagli)
Arrivo a San Leo entro le ore 11.30. Partenza con la Navetta in 2 viaggi.
Ore 12.00 ritrovo sul piazzale antistante l’ingresso della Fortezza e visita guidata agli edifici e
ai musei
Ore 13.30 pranzo al sacco e in seguito visita ai principali monumenti del centro storico
Ore 15.00 ritrovo alla fermata della Navetta presso il centro storico
Ore 15.30 Partenza per Macerata e arrivo per le 18.30
Cena e Macerata by Night


DOMUS SAN GIULIANO
Via Cincinelli n° 4, 62100 Macerata tel. 0733.232738
E-Mail: sangiuliano@domusmacerata.it

Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 1
stanti le navate: la cripta o confessionale ed il
San Leo                                              cosiddetto Sacello di San Leone che reca le
LA PIEVE                                             tracce di una sorta di abside scavata diretta-
La Pieve è il più antico monumento religioso         mente nella roccia, al quale si accede da una
di San Leo e dell’intero territorio del Montefel-    porta esterna in prossimità della facciata.
tro. Costituisce la prima testimonianza mate-        In esso si conserva, reimpiegato nello strom-
riale della cristianizzazione di questa zona         bo di una monofora, il fronte di un sarcofago,
dell’entroterra: la primitiva cellula di una         con la raffigurazione mistica di due pavoni
storia che si mescola e confonde con la tradi-       che si abbeverano al cantaro che, insieme al
zione.                                               rilievo murato nella parete sud della chiesa,
Il termine latino plebs sta a significare popolo     costituisce la più antica testimonianza sculto-
e cioè lo strato sociale                                                         rea dell’edificio,
più umile della popo-                                                            forse antecedente
lazione, che aveva                                                               l’VIII secolo.
fatto propri i valori                                                            La chiesa è innalzata
cristiani rapidamente                                                            su una pianta basili-
propagati nel mondo                                                              cale; la muratura
latino. Durante il Me-                                                           esterna, in conci
dioevo il termine pas-                                                           d’arenaria, calcare e
sò ad indicare                                                                   pietre d’altra natura,
l’edificio in cui non                                                            è scandita da lesene
solo si celebravano i                                                            originate da uno
sacramenti e si parte-                                                           zoccolo più ampio
cipava alle messe                                                                conformato a mo’ di
solenni, ma si svolge-                               base. Il curvo profilo delle tre absidi è sottoli-
vano anche le riunioni dei capifamiglia per il       neato da archetti pensili, formati da conci
dibattimento dei problemi legati alla comuni-        alternati a laterizi, ritmicamente disposti a tre
tà. Infatti, dopo la riorganizzazione del retico-    a tre fra una lesena e la successiva. L’abside
lo plebano, avvenuta in età carolingia, sem-         maggiore è ampia più del doppio delle due
pre maggiore risultò il ruolo ricoperto dalla        minori, cosicché queste ultime sono inglobate
pieve, anche in campo civile e amministrati-         in essa per un terzo circa del loro perimetro,
vo.                                                  dando vita ad un carattere peculiare del ro-
Il masso di Montefeltro fu evangelizzato dal         manico leontino che si ritrova anche nella
Santo dalmata Leone in epoca tardo-antica            vicina Cattedrale.
(III-IV secolo). Fu lo stesso Santo, che la tradi-   Non è sopravvissuta la probabile archeggiatu-
zione vuole esercitasse il mestiere di taglia-       ra dei fianchi e della facciata. Quest’ultima,
pietre, ad edificare una prima chiesa dedicata       altissima sulla roccia a strapiombo, è animata
all’Assunzione di Maria (la Dormitio Virginis        da cinque possenti contrafforti, il mediano
dalla liturgia orientale).                           dei quali è interrotto dalla bifora posta al
La Pieve di San Leo può essere raffigurata           centro della facciata. Si accede all’interno
metaforicamente come una nave incagliata             della chiesa da due portali praticati nei muri
su uno scoglio, una nave di pietra ancorata          di fianco, ambedue -ad arco a pieno sesto-
per sempre alla roccia che la sorregge e di cui      sormontati da una caratteristica loggetta
si compone. L’edificio è infatti posto a cava-       cieca, nelle ghiere della quale, l’alternarsi dei
liere di una protuberanza rocciosa del masso         conci bicolori, costituisce un rinnovato richia-
leontino cosicché, rispettivamente a levante e       mo all’arte bizantina-ravennate.
a ponente, c’è spazio per due ambienti sotto-        L’interno, ad impianto longitudinale, è scandi-
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                               pag. 2
to dalle arcate a pieno centro, impostate su        altomedievali (come i pilastrini riutilizzati
sostegni alterni che dividono le tre navate.        nelle pseudologgette esterne, provenienti
L’alternanza dei sostegni è congegnata nel          dalla recinzione del presbiterio, i quali pre-
succedersi di due colonne a due pilastri e di       sentano dei capitelli molto simili a quelli del
una colonna ad un pilastro, secondo un ritmo        ciborio) posticipano l’attuale assetto architet-
i cui precedenti vanno ricercati                    tonico della chiesa al secolo XI.
nell’architettura medievale d’oltralpe.             La chiesa carolingia, probabilmente compro-
Tutte e sei le colonne sono elementi di reim-       messa nella struttura da un evento traumati-
piego e cioè frammenti d’epoca romana o             co quale un terremoto, venne quasi comple-
tardo-antica utilizzati originariamente in altre    tamente ricostruita nel nuovo stile romanico
costruzioni; lo stesso vale per i quattro capi-     certamente pochi anni dopo il fatidico anno
telli corinzi che sormontano le colonne delle       mille.
navate (databili tra il I ed il IV secolo).         A tutt’oggi la Pieve costituisce comunque uno
Le pareti interne della chiesa erano certa-         dei monumenti medievali più affascinanti
mente intonacate ed in gran parte decorate          dell’Italia centrale: insieme all’adiacente Duo-
da pitture ed affreschi di varia epoca, le trac-    mo ed alla Torre campanaria va a conformare
ce dei quali sono state disgraziatamente can-       un vero e proprio ‘campo dei miracoli’.
cellate dai radicali restauri degli anni trenta.
Il Presbiterio, rialzato sulla cripta, accoglie     IL DUOMO
nell’incavo dell’abside centrale il bellissimo      Alta come su un podio, saldamente ancorata
ciborio datato 882, che un’iscrizione recita        alla roccia che la sostiene, la cattedrale di San
dedicato dal Duca Orso alla Vergine:«AD HO-         Leo si erge su una protuberanza del masso
NORE (M) D (OMI) NOSTRI IH (ES) U XP (IST) I        leontino, in luogo consacrato sin dall’era prei-
ET S (AN) C (T) E D (E) I IENETRICIS SE (M) P       storica alla divinità.
(ER)/QUE VIRGINIS MARIE. ECO QUIDEM                 E’ certamente il più alto esempio
URSUS PECCATOR/DUX IUSSIT ROGO VOS OM               d’architettura medievale conservato nel
(NE) S QUI HUNC LEGITIS ORATE P(RO) ME/             Montefeltro e costituisce una delle più singo-
TEMPORIBUS DOM(I) NO IOH(ANNIS) P (A) P             lari ed importanti testimonianze
(E) ET KAROLI TERTIO IMP (ERATORIS) IND             dell’architettura romanico-lombardo ingloba
(ICTIONE) XV/». (Ad onore del Signore nostro        ed occulta i resti di una più antica fondazione
Gesù Cristo e della Santa Madre di Dio la           religiosa, il Duomo altomedievale, costruito a
Sempre Vergine Maria, io Orso Duca, pecca-          ridosso del VII secolo quando Montefeltro
tore, feci fare questa                                                               (San Leo), eretta
opera. Supplico voi                                                                  a ‘civitas’, di-
che leggete di pregare                                                               venne sede di
per me. Fatto al tem-                                                                una nuova dio-
po di Giovanni Papa e                                                                cesi.
di Carlo III imperato-                                                               Di questa prima
re, nell’Indizione XV)                                                               chiesa rimango-
La preziosa data è                                                                   no numerosi
stata ritenuta valida                                                                frammenti scul-
per datare l’intera                                                                  torei, come gli
costruzione, ma ele-                                                                 eloquenti resti
menti strutturali pie-                                                               del ciborio dedi-
namente romanici,                                                                    cato a San Leo-
come la composizione delle murature a filari        ne, alcuni capitelli con caratteristici motivi
regolari, o il reimpiego di frammenti scultorei     fitomorfici ed i leoni alati del protiro
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                              pag. 3
(dimezzati ed assemblati a sostenere una            volta suddivisa in cinque navatelle.
colonna della navata).                              Nell’abside della cripta era collocato il sarco-
Non siamo a conoscenza delle cause che por-         fago con le spoglie del santo fondatore, del
tano gli uomini del XII secolo ad erigere una       quale si conferma il coperchio con l’iscrizione,
nuova cattedrale (un’iscrizione afferma pe-         datato al VI secolo: esso era certamente meta
rentoria la data di riconsacrazione, (1173).        dei pellegrini che abbandonando la costa
Il Duomo ‘nuovo’ è opera di maestranze ro-          s’inoltravano nell’Appennino passando per
maniche guidata da archetti (o capo-mastri)         San Leo alla volta di Roma.
emiliano-lombardo: sorprendente, come               L’edificio è interamente soffittato a volta sin
pochi altri monumenti dell’epoca, per la gran-      dalla fondazione; alcune delle volte sono
de omogeneità stilistica, sia nell’esterno orna-    state parzialmente restaurate nel tardo ’500.
to quanto nella spoglia severità dell’interno.      Le navate sono delimitate da pilastri a fisco e
Il paramento murario è interamente compo-           da colonne di spoglio (di marmo cipollino), su
sto di arenaria concia e legata, di caldo color     cui s’innalzarono archi a sesto spezzato rite-
ocra all’esterno, grigio-ferrigna all’interno,      nuti preannuncio dello stile gotico imminen-
forse estratta da una cava posta nei pressi del     te.
convento di Sant’Igne, della quale è persa          Presentano straordinario interesse i costoloni
l’esatta localizzazione.                                          sottostanti le volte della nave
Le murature perimetrali esterne                                   centrale, originale da quattro
sono scandite da lesene semicir-                                  telamoni, indizio sicuro di un
colari e recano al culmine                                        influsso della prima architettura
un’archeggiatura pensile che                                      borgognona-cistercense.
corre interrotta sotto il cornicio-                               La chiesa conserva un eccezionale
ne.                                                               corredo scultoreo che annovera,
Non v’è ingresso in facciata,                                     oltre ai capitelli corinzi del III
come nell’adiacente Pieve                                         secolo (d.C.), numerosi capitelli
dell’assunta, ma il portale è                                     romanici variamente figurati, i
aperto su un fianco ed è sor-                                     più antichi dei quali rappresenta-
montato dei busti scolpiti di San                                 no icasticamente i simboli del
Leone e di San Valentino,                                         cristianesimo primitivo.
anch’essi provenienti della chiesa antica           Numerose incisioni raffigurano enigmatici
(probabile dalla recinzione presbiterale).          emblemi interpretati quale marchio delle
Il busto con San Leone è la più antica raffigu-     maestranze costruttrici e dei committenti; la
razione del santo pervenuta ai nostri giorni;       gran parte delle sculture ripropone con sapi-
non presenta particolari attributi iconografici     da medievale.
se non il cartiglio con l’epigrafe col nome in      Alcuni fra i capitelli di qualità più elevata o-
lettere capitali.                                   stentano una fattura tornita e corposa, una
Il superbo isolamento in cui si trova oggi          fisicità accusata ed intesa, certamente debi-
l’edificio non corrisponde alla sua connotazio-     trice alla scultura romanica emiliane di Wili-
ne originaria, quando era circondata dal pa-        gelmo e di Nicolò.
lazzo vescovile e comunicativa direttamente         LA TORRE CAMPANARIA
con la possente torre campanaria coeva.             E’ il monumento più appartato di San Leo,
La pianta della chiesa si sviluppa intorno ad       non per sua mole, massiccia e imponente,
una croce latina, affiancata da due navate          quanto per sua collocazione impervia ed una
minori, divise in quattro campate; il transetto     sorta d’innata alterigia che, ancor’ oggi, inti-
pausa lo spazio prima dell’alto presbiterio         morisce ed allontana.
triabsidato, innalzato su un’ampia cripta a sua     Il campanile-torre è edificio di grande bellez-
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                             pag. 4
za, opera compiuta del romanico anzi, emble-          vado" parla Giambattista Marini nelle sue
matico esempio di quello stile architettonico.        memorie manoscritte del 1730, conservate
Le sue murature esterne - principalmente              nell’archivio storico comunale di San Leo.
d’arenaria ocra - sono costruite con perizia
certosina, i conci sono connessi l’uno all’altro,     IL FORTE RINASCIMENTALE
in filari regolari, senza rivelare lo strato di       Il possente masso calcareo di San Leo, tra-
malta che li incolla, così che il muro è un uni-      sportato nel Miocene dal Tirreno verso
co blocco compatto di pietra dalla base al            l’Adriatico, con le pareti perimetrali scoscese
culmine.                                              e perpendicolari al suolo, costituisce di per sé
L’architettura come escrescenza naturale              una fortezza naturale.
della roccia su cui è fondata, un tutt'uno con        I Romani, consapevoli di tale straordinaria
la stessa roccia, come da parabola evangelica:        attitudine, costruirono una prima fortificazio-
manifesto della fede cristiana per secoli.            ne sul culmine del monte. Durante il Medioe-
Storicamente sappiamo ben poco della torre,           vo, la fortezza venne aspramente contesa da
che nell’impianto esterno è certamente con-           Bizantini, Goti, Franchi e Longobardi. Beren-
temporanea all’adiacente cattedrale del               gario II, ultimo re del regno longobardo
1173.                                                 d’Italia, venne qui stretto d’assedio da Ottone
Il suo perimetro quadrato ingloba ed occulta          I di Sassonia, tra il 961 e il 963.
all’interno una costruzione a piante circolare,       Intorno alla metà del XI secolo, da Carpegna
alta sino alla cella campanaria.                      scesero a San Leo – allora chiamata Montefel-
Si tratta probabilmente di una
torre precedente, più antica,
per alcuni versi affine alla Pieve
dell’assunta (IX-XI secolo); vi si
ritrova il medesimo tipo d'alcu-
ne monofore di quest’interno
presentano un impianto e
strombatura simili a quelle
delle absidi della stessa Pieve.
Qualcuno ha prospettato che il
corpo cilindrico-raccordato al
rivestimento quadrato da una
scala a chiocciola in muratura
costituisse il campanile della
cattedrale altomedioevale.
Certamente questa torre ha rivestito funzioni         tro – i conti di Montecopiolo; da questo im-
militari-difensive, rappresentando il più vicino      portantissimo feudo, essi trassero il nome e il
rifugio per il vescovo ed i canonici della catte-     titolo di conti di Montefeltro.
drale in caso di pericolo.                            Nella seconda metà del Trecento, la fortezza
Essa è raffigurata in tutti i "ritratti" del masso    venne espugnata dai Malatesta che si alterna-
leontino; nell’acquerello del 1626 di France-         rono nel suo dominio ai Montefeltro sino alla
sco Mingucci vi si scorgono ben due ordini di         metà del secolo successivo.
finestroni arcuati ed un’altezza ben maggiore:        Nel 1441, il giovanissimo Federico da Monte-
come se la torre fosse munita di due sopra-           feltro fu protagonista di un’ardita scalata
stanti celle campanarie di cui non v’è traccia        della Rocca. Nel frattempo, l’arte della guerra
nell’originale.                                       aveva conosciuto determinanti innovazioni e
Di lavori approntati al "campanile del Vesco-         la fortezza con la sua struttura medioevale,
Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                             pag. 5
composta di semplici torri quadrangolari scar-       una ‘’compagnia di disciplina’’ fino al 1914.
pate, disposte a recinto del mastio centrale,        Oggi la Rocca, ripulita dalle sovrastrutture
non era più in grado di sostenere l’avvento          ottocentesche che ne alteravano le eleganti
delle armi da fuoco. Federico affidò al grande       linee rinascimentali, è tornata al suo splendo-
architetto e ingegnere senese Francesco di           re architettonico che ne fa una delle più cele-
Giorgio Martini il compito di ridisegnare la         brate testimonianze di arte militare, in una
rocca e approntarla alle nuove esigenze di           cornice di storia e di arte tra le più belle
guerra.                                              d’Italia.
La nuova forma, che ridisegnò completamen-           CAGLIOSTRO
te l’architettura del forte, prevedeva una
risposta al fuoco secondo i canoni di una con-       Anno del
troffensiva dinamica che potesse garantire           Signore
direzioni di tiri incrociati. Per questo motivo i    1795, nel
lati della rocca erano dotati di artiglieria e le    giorno 28
vie d’accesso, defilate dalla traiettoria del        del mese
fuoco nemico, erano protette da avamposti            di Agosto
militari. La fortezza veniva a costituire così il    Giuseppe
culmine di un sistema guerresco che si esten-        Balsamo,
deva a tutto il masso.                               sopranno-
Il forte di San Leo assunte così un emblemati-       minato
co significato tanto che il Bembo ebbe a defi-       Conte di
nirle ‘’fortissimo propugnacolo e mirabile           Caglio-
arnese di guerra’’, ammirevole punto                 stro, di
d’incontro tra natura e arte.                        Palermo,
Nel 1502, Cesare Borgia, detto il Valentino,         battezza-
sostenuto da Papa Alessandro VI, riuscì ad           to ma
impadronirsi della fortezza. Tuttavia, alla          incredulo,
morte del Papa (1503), Guidobaldo da Mon-            eretico, celebre per cattiva fama, dopo aver
tefeltro ritornò in possesso dei suoi domini         diffuso per diverse Nazioni d’Europa l’empia
sino al 1516, quando le truppe fiorentine            dottrina della massoneria egiziana, alla quale
capitanate da Antonio Ricasoli, spalleggiate         guadagnò con sottili inganni un numero infini-
alla corte papale da Leone X de’ Medici, pe-         to di seguaci, incappò in varie peripezie, alle
netrarono nella città e fecero capitolare la         quali non si sottrasse senza danno, in virtù
fortezza.                                            della sua astuzia e abilità; finalmente per
I Della Rovere ripresero San Leo nel 1527 e la       sentenza della Santa Inquisizione relegato in
tennero sino alla devoluzione del Ducato di          carcere perpetuo nella rocca di questa città,
Urbino al dominio diretto dello Stato Pontifi-       con la speranza che si ravvedesse, avendo
cio nel 1631.                                        sopportato con altrettanta fermezza e ostina-
Dal 1631 la Fortezza venne adattata a carcere        zione i disagi del carcere per quattro anni,
nelle cui anguste celle, ricavate dagli originari    quattro mesi, cinque giorni, colto da un im-
alloggi militari, furono imprigionati patrioti       provviso colpo apoplettico, di mente perfida e
risorgimentali dei quali il più celebre fu Felice    cuore malvagio qual era, non avendo dato il
Orsini e liberi pensatori come il palermitano        minimo segno di pentimento, muore senza
Cagliostro.                                          compianto, fuori della Comunione di Santa M.
Anche dopo l’Unità d’Italia, la fortezza conti-      Chiesa, all’età di cinquantadue anni, due mesi
nuò ad assolvere la sua funzione di carcere,         e diciotto giorni. Nasce infelice, più infelice
fino al 1906. In seguito, per otto anni, ospitò      vive infelicissimo muore il giorno 26 agosto
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 6
dell’anno suddetto verso le ore 22,45. Nella         pareti sono modanate da arcate in stucco.
circostanza fu indetta pubblica preghiera, se        Di notevole bellezza e originalità è il grande
mai il misericordioso Iddio volgesse lo sguar-       altare composto in una sorta di ampio retablo
do all’opera delle sue mani. Come eretico,           ligneo intagliato, dipinto e dorato, datato
scomunicato, peccato-                                                   1732, al centro del quale è
re impenitente gli viene                                                ricavata una nicchia conte-
negata la sepoltura                                                     nente l’immagine della Ma-
secondo il rito ecclesia-                                               donna col Bambino. Trattasi
stico. Il cadavere è                                                    di una statua a manichino
tumulato proprio sulla                                                  risalente al XVIII secolo;
estrema punta del                                                       l’abito serico di cui era palu-
monte che guarda ad                                                     data sino a qualche tempo fa,
occidente, quasi ad                                                     era stato ricavato dal vestito
uguale distanza tra i                                                   di nozze di una contessa Nar-
due fortilizi destinati                                                 dini. Il carattere peculiare
alle sentinelle, comu-                                                  della statua lascia intendere il
nemente denominati il                                                   suo primitivo uso processio-
Palazzetto e il Casino,                                                 nale, ancora praticato: essa
sul terreno della Reve-                                                 viene, infatti, collocata in
renda Camera Aposto-                                                    cima al modello ligneo della
lica il giorno 28 alle ore                                              Santa Casa, nella festa annu-
18, 15.                                                                 ale del 9 dicembre.
                     In fede Luigi Marini,           Nell’edificio, insieme ad altri arredi prove-
                  Arciprete di propria mano          nienti da chiese leontine, è conservata una
CHIESA DELLE MADONNA DI LORETO                       tela della fine del ‘500 con l’Annunciazione, in
La chiesa intitolata alla Madonna di Loreto          origine pala d’altare della distrutta chiesa
venne edificata nel 1640, dalla comunità leon-       dell’Annunziata; si tratta di un evidente deri-
tina a ringraziamento dello scampato pericolo        vazione dalla celebre composizione di Tiziano
costituito dalla terribile frana che travolse la     divulgata in una stampa di Giacomo Caraglio.
seconda porta d’accesso al masso e buona             FONTANA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI
parte dell’abitato antico.
L’edificio, situato all’inizio della via Montefel-   Fontana neoclassica sita nella piazza centrale
tro, la strada che conduce a quella che è ri-        del paese, risale al 1893.
masta l’unica porta d’ingresso al paese, inau-       Secondo la tradizione, la fonte, avrebbe virtu
gura urbanisticamente l’ampliamento secen-           miracolose.
tesco del nucleo medievale.                          Qui si sarebbe dissetato San Francesco d'As-
Originariamente la chiesa era costituita da          sisi nel 1213.
un’aula rettangolare col tetto a capriate ligne-
e; al di sopra della volta, innalzata nella modi-
ficazione ottocentesca dell’edificio, è ancora
visibile nella parete dell’altar maggiore un
medaglione ovale, contornato di racemi, di-
pinto a tempere vivaci direttamente
sull’intonaco, con all’interno l’iscrizione: «FA
UT ARDEAT». La chiesa è oggi composta di
una navata e di un’abside divise da un arcone
trionfale, il soffitto è a volta ribassata e le
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                               pag. 7
Giovedì 23 agosto

PROGRAMMA :
partenza ore 8.30 e arrivo a Loreto (9.30)
Ore 10.00 visita guidata al Santuario di Loreto
Ore 11.00 S. Messa
Ore 12.30 Pranzo a Loreto alla “Taverna del Gufo”
Ore 14.30 partenza per Recanati e Montecassiano
Rientro per cena
SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ DI M ACERATA

                                                  mento secondo l'iniziale progetto, il quale
Loreto                                            prevedeva un basamento di m. 1,35. L'unico
LA CITTÀ                                          pannello scultoreo eseguito raffigura Papa
Loreto (11.000 abitanti) realizza il tipico caso Giovanni benedicente.
in cui un santuario genera un centro urbano       BASTIONE DEL COMUNE
definendone le caratteristiche e le funzioni.     Sull'estremo lato di via Sisto V troneggia il
Conseguentemente le vicende di Loreto han- Bastione del Comune, costruito nel 1518-
no coinciso nei secoli quasi sempre con quelle 1519 da Cristoforo Resse su progetto proprio
del suo santuario. Una                                                   o, secondo altri, su dise-
passeggiata per Loreto                                                   gno di Andrea Sansovino
offre la visione di alcuni                                               o di Antonio da Sangallo
monumenti e luoghi di                                                    il Giovane, per volontà di
interesse.                                                               Leone X, preoccupato
PIAZZA GIOVANNI XXIII                                                    delle incursioni dei tur-
Merita attenzione il                                                     chi nel vicino Adriatico.
Portale cinquecentesco,                                                  PIAZZA LEOPARDI O "DEI
costruito per la facciata                                                GALLI"
della basilica su disegno                                                A lato della piazza si
attribuito da alcuni al                                                  scorge un Loggiato edifi-
Bramante e da altri ad Antonio da Sangallo il cato nella seconda metà del Settecento, al
Giovane.Nel 1537 il Nerucci lo murò nella         tempo della costruzione del campanile del
facciata della basilica, da cui fu tolto e murato Vanvitelli. Sembra che in antico servisse al
in questa sede nel 1580. Si fa ammirare per lo riparo dei pellegrini che, giungendo di notte
stile squisitamente classico, per le proporzio- al santuario, trovavano già chiuse le porte
ni slanciate e per il rilievo contenuto ed ele-   della città.
gante dell'ornato, ciò che lo fa spiccare sui
grigi e austeri muri in laterizio dei Palazzo.    La fontana, tra il verde della Piazza, fu fatta
                                                    costruire da Antonio M.Gallo. E' decorata con
A lato si scorge il Monumento a Giovanni            stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fra-
XXIII, che dà il nome alla Piazza. Fu voluto        telli Tarquinio e Paolo Jacometti (1614-1616).
dalla città di Loreto a ricordo dello storico       PORTA ROMANA
pellegrinaggio del papa alla S. Casa (4 ottobre     Edificata su disegno di Pompeo Floriani verso
1962). L' opera è di Alessandro Monteleone          il 1590, quando fu anche adornata con due
(1897-1967) che non poté portarlo a compi-
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                            pag. 8
statue di Profeti                                                               PIAZZALE GIOVANNI
scolpite da Simone                                                              PAOLO II (O DI POR-
Cioli, destinate in un                                                          TA MARINA)
primo momento al                                                                Attraversata Porta
Rivestimento mar-                                                               Marina, si giunge in
moreo (1538-1541).                                                              uno spiazzale a bal-
PALAZZO COMUNA-                                                                 cone, da cui si gode
LE                                                                              un suggestivo pano-
Il Palazzo comunale,                                                            rama che si dispiega
in laterizio, presenta                                                          verso il mare e il
una torre civica del                                                            Monte Conero, vario
sec. XVII di Giovanni                                                           e vivace. La piazza è
Branca munita di una merlatura aggiunta nel         stata di recente arricchita da un monumento
1887. Nella piazzetta si scorge il Monumento        dedicato a San Pio da Pietrelcina.
a Garibaldi, con busto marmoreo di Ettore           LA SANTA CASA
Ferrari (1886).                                     "La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario
CORSO BOCCALINI                                     di portata internazionale dedicato alla Vergi-
La via principale del Centro Storico di Loreto è    ne e vero cuore mariano della cristiani-
Corso Traiano Boccalini (insigne letterato,         tà" (Giovanni Paolo lI). Il Santuario di Loreto
nato a Loreto nel 1556 e morto nel 1613),           conserva infatti, secondo un'antica tradizio-
chiamato fino al 1889 'Via dei Coronari'.           ne, oggi comprovata dalle ricerche storiche e
PIAZZALE LOTTO                                      archeologiche, la casa nazaretana della Ma-
Piazzale Lotto si apre sotto le stupende absi-      donna. La dimora terrena di Maria a Nazaret
di. Si ha subito l'idea della basilica-fortezza,    era costituita da due parti: da una Grotta
col camminamento di ronda su beccatelli,            scavata nella roccia, tuttora venerata nella
quasi a coronamento, punteggiato di piomba-         basilica dell'Annunciazione a Nazaret, e da
toi e di feritoie, tra "merli" occhieggianti        una camera in muratura antistante, composta
dall'alto: opera superba di Baccio Pontelli         da tre pareti di pietre poste a chiusura della
(1487-1488). Qui felicemente convivono l'esi-       grotta (vedi fig. 2). Secondo la tradizione, nel
genza pratica della difesa militare e il gusto      1291, quando i crociati furono espulsi definiti-
estetico rinascimentale.                            vamente dalla Palestina, le pareti in muratura
PORTA MARINA                                        della casa della Madonna furono trasportate
Dietro Piazzale Lotto si apre Porta Marina,         "per ministero angelico", prima in Illiria (a
costruita da Giovanni Branca nel sec. XVII con      Tersatto, nell'odierna Croazia) e poi nel terri-
l'ornamento delle caratteristiche api barberi-      torio di Loreto (10 dicembre 1294). Oggi, in
niane di Urbano VIII (1623-1644). Attraversa-       base a nuove indicazioni documentali, ai risul-
ta Porta Marina, si giunge in uno spiazzale a
balcone, da cui si gode un suggestivo panora-
ma che si dispiega verso il mare e il Monte
Conero, vario e vivace. La piazza è stata di
recente arricchita da un monumento dedica-
to a San Pio da Pietrelcina.
LE MURA CASTELLANE
Sul lato meridionale si levano le Mura Castel-
lane e il Torrione opera di Cristoforo Resse
che li realizzò nel 1517-1520 su probabile
disegno di Antonio da Sangallo il Giovane.
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                              pag. 9
ret hanno messo in luce la coesistenza e la
                                                      contiguità delle due parti (vedi fig. 2). A con-
                                                      ferma della tradizione è di grande importanza
                                                      un recente studio sul modo in cui sono lavo-
                                                      rate le pietre, cioè secondo l'uso dei Nabatei,
                                                      diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù (vedi fig.
                                                      1). Di grande interesse risultano anche nume-
                                                      rosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa,
                                                      giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-
                                                      cristiana e assai simili a quelli riscontrati a
                                                      Nazaret (vedi fig. 3). La Santa Casa, nel suo
                                                      nucleo originario è costituita solo da tre pare-
                                                      ti perché la parte orientale, ove sorge l'altare,
                                                      era aperta verso la Grotta (vedi fig. 2). Le tre
                                                      pareti originarie - senza fondamenta proprie
tati degli scavi archeologici a Nazaret e nel         e poggianti su un'antica via - si innalzano da
sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a             terra per tre metri appena. Il materiale sovra-
studi filologici e iconografici, si va sempre più     stante, costituito da mattoni locali, è stato
confermando l'ipotesi secondo cui le pietre           aggiunto in seguito, compresa la volta (1536),
della Santa Casa sono state trasportate a             per rendere l'ambiente più adatto al culto. Il
Loreto su nave, per iniziativa della nobile           rivestimento marmoreo, che avvolge le pareti
famiglia Angeli, che regnava sull'Epiro. Infatti,     della Santa Casa, fu voluto da Giulio II e fu
un documento del settembre 1294, scoperto             realizzato su disegno del Bramante (1507 c).
di recente, attesta che Niceforo Angeli, de-          da rinomati artisti del Rinascimento italiano.
spota dell'Epiro, nel dare la propria figlia Itha-    La statua della Vergine col Bambino, in legno
mar in sposa a Filippo di Taranto, quartogeni-        di cedro del Libano, sostituisce quella del sec.
to di Carlo II d'Angiò, re di Napoli, trasmise a      XIV, distrutta da un incendio nel 1921. Grandi
lui una serie di beni dotali, fra i quali com-        artisti si sono succeduti lungo i secoli per
paiono con spiccata evidenza: "le sante pietre        abbellire il Santuario la cui fama si è diffusa
portate via dalla Casa della Nostra Signora la        rapidamente in tutto il mondo divenendo
Vergine Madre di Dio". Murate tra le pietre           meta privilegiata di milioni di pellegrini. L'insi-
della Santa Casa sono state trovate cinque            gne reliquia della Santa Casa di Maria è per il
croci di stoffa rossa di crociati o, più probabil-    pellegrino occasione e invito per meditare gli
mente, di cavalieri di un ordine militare che         alti messaggi teologici e spirituali legati al
nel medioevo difendevano i                                              mistero dell'Incarnazione e
luoghi santi e le reliquie. Vi                                          all'annuncio della Salvezza.
sono stati trovati anche alcuni
resti di un uovo di struzzo, il                                       La S. Casa, nel suo nucleo origi-
quale subito richiama la Pale-                                        nario, è costituita da sole tre
stina e una simbologia riferen-                                       pareti, perché la parte dove
tesi al mistero dell'Incarnazio-                                      sorge l'altare dava, a Nazaret,
ne. La Santa Casa inoltre, per                                        sulla bocca della Grotta e,
la sua struttura e per il mate-                                       quindi, non esisteva come
riale in pietra non reperibile in zona, è un          muro. Delle tre pareti originarie le sezioni
manufatto estraneo alla cultura e agli usi            inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono
edilizi marchigiani. D'altra parte i raffronti        costituite prevalentemente da filari di pietre,
tecnici della Santa Casa con la Grotta di Naza-       per lo più arenarie, rintracciabili a Nazaret, e
Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                              pag. 10
le sezioni superiori aggiunte successivamente      fu affrescata da Cristoforo Roncalli, detto il
e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli      Pomarancio. Deperiti quegli affreschi e stac-
unici materiali edilizi usati nella zona.          cate alcune loro porzioni, la cupola fu nuova-
Alcune pietre risultano rifinite esternamente      mente dipinta da Cesare Maccari tra il 1895 e
con tecnica che richiama                                                 il 1907.
quella dei nabatei, diffusa in                                           CAPPELLA DEL CROCIFISSO
Palestina e anche in Galilea                                             Nel mezzo si ammira un
fino ai tempi di Gesù. Vi sono                                           Crocifisso scolpito su legno
stati individuati una sessanti-                                          da fra Innocenzo da Petra-
na di graffiti, molti dei quali                                          lia nel 1637 e donato al
giudicati dagli esperti riferibili                                       santuario da una confra-
a quelli giudeo-cristiani di                                             ternita nel secolo XVIII. Gli
epoca remota, esistenti in                                               affreschi sono di Biagio
Terra Santa, compresa Naza-                                              Biagetti (1928-1932)
ret. Le sezioni superiori delle                                          CAPPELLA FRANCESE O DEL
pareti, di minor valore storico                                          SACRAMENTO
e devozionale, nel secolo XIV                                            E' stata decorata con le
furono coperte da dipinti a                                              offerte dei cattolici france-
fresco, mentre le sottostanti                                            si. Charles Lameire dal
sezioni in pietra furono lascia-                                         1896 al 1903 ha dipinto a
te a vista, esposte alla vene-                                           fresco il "Trionfo della
razione dei fedeli.                                croce" e "Santi francesi" nella volta, e ha raffi-
Il rivestimento marmoreo è il capolavoro           gurato scene di "Crociati francesi" e di "S.
dell'arte lauretana. Esso custodisce l'umile       Luigi IX a Nazaret" su tre tele applicate a mu-
Casa di Nazareth come lo scrigno accoglie la       ro.
perla. Voluto da Giulio II ed ideato dal sommo     CAPPELLA SLAVA O DEI SANTI CIRILLO E ME-
architetto Donato Bramante, che nel 1509 ne        TODIO
approntò il disegno, fu attuato sotto la dire-     Fu fatta decorare con i contributi dei fedeli
zione di Andrea Sansovino (1513-27), di Ra-        soprattutto croati. Gli affreschi, scene di vita
nieri Nerucci e di Antonio da Sangallo il Gio-     dei santi fratelli Cirillo e Metodio, apostoli dei
vane. In seguito furono collocate nelle nicchie    popoli slavi, si devono a Biagio Biagetti (1912-
le statue delle Sibille e dei Profeti.             1913). Il trittico dell'altare è opera di Stanisla-
Il rivestimento è costituito da un basamento       o de Witten (1897).
con ornamentazioni geometriche, da cui si          CAPPELLA DELL'ASSUNTA O AMERICANA
diparte un ordine di colonne striate a due         Fu decorata con le offerte dei cattolici ameri-
sezioni, con capitelli corinzi che sostengono      cani di lingua inglese, per iniziativa della Con-
un cornicione aggettante. La balaustra è stata     gregazione Universale, da Beppe Steffanina
aggiunta da Antonio da Sangallo (1533-34)          negli anni 1953-1970 con scene relative a
con lo scopo di nascondere la goffa volta a        Maria Regina, alla Proclamazione del dogma
botte della S. Casa e di circoscrivere con ele-    dell'Assunta, alla Glorificazione della Vergine
gante riquadratura tutto il mirabile recinto       Lauretana patrona dell'aviazione. Vi è narrata
marmoreo.                                          anche la storia del volo umano, dal mitico
INTERNO SANTUARIO                                  Icaro a Leonardo da Vinci e ai moderni astro-
LA CUPOLA                                          nauti.
E' stata elevata fino al tamburo da Giuliano       CAPPELLA DEL CORO O TEDESCA
da Maiano e voltata nella calotta da Giuliano      Fu decorata con le offerte dei cattolici di lin-
da Sangallo (1499-1500). Tra il 1610 e il 1615     gua tedesca, per iniziativa della Congregazio-
Loreto, la Santa Casa                agosto 2012                                              pag. 11
ne Universale, nel VI Centenario della Trasla-      CAPPELLA SVIZZERA O DEI SANTI GIOACCHI-
zione. Gli affreschi si devono a Ludovico Seitz     NO E ANNA
che li eseguì negli anni 1892-1902.                 E' stata affrescata da Carlo Donati negli anni
CAPPELLA DEL SACRO CUORE O POLACCA                  1935-1938 con le offerte dei cattolici svizzeri.
Fu decorata con le offerte dei cattolici polac-     Il pittore ha decorato le sezioni superiori delle
chi da Arturo Gatti negli anni 1912-1939. Il        pareti con figure si santi nati o operanti in
pittore ha raffigurato "Maria Regina della          Svizzera e in quelle inferiori, entro quattro
Polonia", la "Vittoria di                                               grandi quadri, episodi dei
Sobieski a Vienna contro i                                              Ss.Gioacchino e Anna e di
turchi" e il "Miracolo                                                  Maria Bambina.
della Vistola".                                                         SAGRESTIA DI SAN MARCO O
SAGRESTIA DI SAN GIO-                                                   DEL MELOZZO
VANNI O DEL SIGNORELLI                                                  Custodisce i pregevolissimi
Custodisce i pregevoli                                                  affreschi di Melozzo da Forlì
affreschi di Luca Signorel-                                             che li eseguì tra il 1477 e il
li, eseguiti probabilmente                                              1479. Nella volta ha raffigu-
tra il 1481 e il 1485, con                                              rato otto Angeli recanti sim-
otto "Angeli Musicanti"                                                 boli della Passione e altret-
nella volta, con i quattro                                              tanti Profeti.
Evangelisti intercalati a                                               CAPPELLE LATERALI
quattro Dottori della                                                   Nelle due navate laterali
Chiesa, con cinque cop-                                                 della basilica si trovano do-
pie di Apostoli e l'Incre-                                              dici cappelle, sei per lato.
dulità di San Tommaso, e                                                Aperte agli inizi del sec. XVI
con la Conversione di                                                   dal Bramante, sono state
Saulo. Il Lavabo è opera                                                abbellite con pale settecen-
di Benedetto da Maiano                                                  tesche in mosaico e con
mentre gli Armadi intar-                                                modesti dipinti del sec. XX.
siati sono attribuiti ad                                                La più importante tra queste
artefici fiorentini del secolo XVI.                 è la Cappella del Battistero, con dipinti del
CAPPELLA DEI DUCHI DI URBINO                        Pomarancio e con il battistero in bronzo di
La Cappella fu fatta decorare a proprie spese       Tiburzio Vergelli, lavorato tra il 1600 e il 1607.
dai duchi di Urbino Guidobaldo II e Francesco       SALA DEL TESORO O DEL POMARANCIO
Maria II della Rovere negli anni 1571-1584.         La volta è decorata con affreschi raffiguranti
Gli affreschi alle pareti sono opera di Federico    scene della vita della Madonna, eseguite nel
Zuccari (1582/1583), la pala in mosaico con         1605-1610 da Cristoforo Roncalli, detto il
l'Annunciazione è copia di una tela di Federi-      Pomarancio. Sua è anche la pala d'altare con
co Barocci (1582-1584) trafugata dai francesi       la Crocifissione. La Sala fu voluta da Clemente
nel 1797.                                           VIII per accogliervi l'ingente cumulo dei doni
CAPPELLA DI S.GIUSEPPE O SPAGNOLA                   votivi lasciati dai pellegrini di ogni tempo ed
Questa cappella è stata la prima ad essere          estrazione sociale. Oggi vi sono conservati
decorata, nel piano generale di abbellimento        pochi doni votivi e di scarso valore, perchè il
pittorico promosso dalla Congregazione Uni-         Tesoro prima è stato spogliato da Napoleone,
versale. E' stata decorata negli anni 1886-         nel 1797, che qui venne di persona per dirige-
1890 con le offerte dei cattolici spagnoli. Gli     re le operazioni di rapina, e poi, dopo la rapi-
affreschi delle pareti sono di Modesto Fausti-      da ricostruzione, dai ladri nel 1974. Ciò che di
ni.                                                 più prezioso si è salvato dalle due devastazio-
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                             pag. 12
ni ora è custodito nel museo-pinacoteca. Gli          tenza i soggetti biblici ivi raffigurati sono inte-
affreschi del Pomarancio sono giudicati dalla         si ad accornpagnare spiritualmente il pellegri-
critica uno dei capolavori del tardo manieri-         no alla contemplazione del mistero dell'Incar-
smo romano.                                           nazione, di cui fa memoria la S. Casa. Le tre
ESTERNO SANTUARIO                                     porte sono state lavorate nella fonderia di
LA PIAZZA                                             Recanati e hanno subito un recente restauro
E’ delimitata a est dalla facciata della basilica,    ad opera della ditta Morigi (1988-1992). La
a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico e a           porta centrale fu lavorata da Antonio di Giro-
sud dal Palazzo Illirico, ed è abbellita da una       lamo Lombardo, con la collaborazione dei
Fontana posta al centro e da un Campanile             fratelli Pietro, Paolo e Giacomo. Iniziata nel
sul lato sinistro.                                    1590 fu terminata nel 1610.
IL SANTUARIO                                          La Porta destra fu commissionata ad Antonio
Iniziata nel 1469 in stile tardo-gotico, proba-       Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte
bilmente su un progetto di Francesco di Gior-         la modellò. Dopo la sua morte (1593) fu por-
gio Martini, fu comple-                                                       tata a termine nell'anno
tata nel 1587 con la                                                          1600 dal nipote Tarqui-
facciata in stile tardo-                                                      nio Jacometti e da Seba-
rinascimentale. Nel                                                           stiano Sebastiani, i quali
1468 il vescovo di Reca-                                                      rielaborarono e integra-
nati Nicolò delle Aste                                                        rono il progetto iniziale.
decise la costruzione                                                         Qualche studioso la
dell'attuale tempio,                                                          giudica la più bella delle
iniziato nell'anno suc-                                                       tre.
cessivo. Morto il vesco-                                                      La Porta sinistra fu com-
vo nel 1469, prese a                                                          missionata nel 1590 a
cuore i lavori il pontefice Paolo II che nel          Tiburzio Vergelli che si avvalse della collabo-
1464, ancora cardinale, era stato prodigiosa-         razione di Giovan B. Vitali e la portò a termine
mente guarito in S. Casa.                             nel 1596. Questa porta è giudicata un capola-
LA CUPOLA                                             voro di maestria tecnica, di armonia composi-
Fu costruita nella parte del tamburo ottago-          tiva e di decorazione ornamentale.
nale, sino al cornicione, da Giuliano da Maia-        IL MONUMENTO A SISTO V
no e fu voltata da Giuliano da Sangallo in soli       Sul lato sinistro del sagrato si scorge la Statua
otto mesi, dal settembre 1499 al maggio               a di Sisto V, opera eseguita nel 1587 da Anto-
1500.                                                 nio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio
LA FACCIATA                                           Vergelli. Fu eretta a spese della Provincia
Fu progettata e iniziata da Giovanni Boccalini        della Marca e di otto prelati piceni creati
nel 1571, portata avanti, a partire dal corni-        cardinali da Sisto V.
cione inferiore, da Giovan B. Chioldi e termi-        IL PALAZZO APOSTOLICO
nata nel 1587 da Lattanzio Ventura, sotto             Si apre davanti alla facciata della basilica, a
Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione         due piani, con due lati, uno più lungo, a nord,
superiore.                                            e uno più breve, a ovest. Qualche studioso
LE PORTE DI BRONZO                                    ritiene che sia stato iniziato nel 1498 su dise-
I tre portali in bronzo che abbelliscono la           gno di Giuliano da Sangallo o di Francesco di
facciata della basilica furono voluti dal cardi-      Giorgio Martini. Nella parte visibile dalla Piaz-
nale Antonio Maria Gallo, protettore del san-         za il Palazzo si deve a Donato Bramante, invi-
tuario (1587-1620), in vista del giubileo             ato a Loreto da Giulio II con l'incarico di
dell'anno 1600. Nell'intenzione della commit-         'disegnare molte opere'.
Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                              pag. 13
IL PALAZZO ILLIRICO                                   lo quando i signori di tre alture decisero di
Si eleva sul lato sud della Piazza. E' una deco-      unirsi. Le tre alture (Monte Volpino, Monte
rosa costruzione in laterizio, ridotta alle for-      San Vito e Monte Morello), conservano i loro
me attuali nel 1831-1835 dall'architetto Giu-         nomi e caratteristiche costruttive antiche.
seppe Marini. La precedente struttura, inizia-        A Monte Volpino esiste ancora una casa fian-
ta nel 1580, ospitò per lunghi anni i giovani         cheggiata da un arco che risale all’epoca più
studenti provenienti dall'antica Illiria. Oggi il     antica della città.
Palazzo, modernamente ristrutturato, funge            Agli inizi della lotta per le investiture, Recana-
da ostello per i pelegrini, soprattutto dei           ti appoggiò Federico II e ne ebbe in cambio la
"treni-malati".                                       licenza di costruire un porto tra le foci
LA FONTANA                                            dell’Aspio e del Potenza e l’esenzione dai
Al centro della Piazza si eleva un'artistica          dazi.
Fontana, opera del celebre Carlo Maderno e            L’alleanza con i ghibellini è testimoniata an-
dello zio Giovanni Fontana che la realizzarono        che dai merli a coda di rondine della torre
tra il 1604 e il 1614. Ornano la Fontana alcune       civica.
sculture in bronzo, lavorate da Tarquinio e           La Bolla Aurea dell’Imperatore è conservata
Pietro Paolo Jacometti nel 1622. Il Maderno e         nel Museo Villa Colloredo Mels ed è una delle
il Fontana, attraverso una galleria di quasi 5        testimonianze più interessanti della presenza
chilometri, vi condussero acque scaturienti in        in Italia degli Svevi.
territorio recanatese per soddisfare le esigen-       Successivamente Recanati si schierò dalla
ze, anche igieniche, dei pellegrini.                  parte dei vescovi e del Papa e ricevette il
IL CAMPANILE                                          diritto di chiamarsi città e di battere moneta.
Il disegno si deve a Luigi Vanvitelli, celebre        Famosa per i suoi Statuti, per la sua Fiera e i
architetto, autore della ben nota Reggia di           suoi traffici, condotti in parte da ebrei, accol-
Caserta. I lavori iniziarono nel 1750 e si con-       se generosamente emigranti albanesi e schia-
clusero nel 1755, sotto la sorveglianza di Pie-       voni ai quali affidò terre da coltivare.
tro Bernasconi.                                       La fama di Justissima Civitas era dovuta alla
Il Campanile ospita nove campane, fra le quali        competenza dei suoi magistrati, le cui senten-
merita di essere menzionata quella denomi-            ze erano richieste anche in grandi comuni.
nata Loreta, opera di Bernardino da Rimini            Costruita sul crinale di un colle, fu protetta da
(1515). Ha un diametro di 184 cm. e pesa 73           una cerchia robusta di mura, fatta rinforzare
quintali.                                             da Francesco Sforza e nella quale si aprivano
                                                      stretti varchi chiusi da porte.
                                                      Porta San Domenico, Porta Cerasa, Porta San
Recanati                                              Filippo, le più caratteristiche, consentivano
STORIA                                                l’accesso al centro della città, di cui il Palazzo
È stata l’acqua, con i due fiumi Musone e             Comunale e la chiesa di San Domenico erano
Potenza e con i numerosi torrentelli, a dare il il cuore.
via nel territorio di Recanati allo sviluppo e        Nel 1798 fu occupata da Napoleone e annes-
alla civilizzazione.                                  sa al Regno Italico nel 1808.
Quando in età preromana vi arrivarono i Pice- Ritornata allo Stato della Chiesa dopo il Con-
ni, già esistevano nuclei abitativi più antichi.      gresso di Vienna, fu conquistata nel 1860
L’attuale città, nonostante una storia leggen- dall’esercito piemontese che si ricongiungeva
daria che la fa risalire a una colonia romana         alle truppe garibaldine provenienti dal Sud ed
(”Recina sum, peperit romana colonia” fecero entrò a far parte del nuovissimo Regno
scrivere nel ‘500 i recanatesi sotto lo stemma d’Italia.
della città), si è costituita alla fine del XII seco-
Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                             pag. 14
PIAZZUOLA SABATO
                                                                            DEL VILLAGGIO - CASA DI
                                                                            SILVIA
                                                                            La piazza, visibile in una
                                                                            foto d’epoca, antistante il
                                                                            palazzo, è delimitata a
                                                                            nord dalla Chiesa di Santa
                                                                            Maria di Montemorello,
                                                                            costruita nel secolo XVI
                                                                            per volere e a spese di
                                                                            Pierniccolò Leopardi; qui
                                                                            è conservato l’atto batte-
                                                                            simale del poeta. Ad est si
                                                                            trova la cosiddetta “casa
                                                                            di Silvia”, una lunga co-
                                                                            struzione che in parte era
                                                                            adibita a scuderia, in par-
                                                                            te era abitata dalla fami-
                                                                            glia di Teresa Fattorini
                                                                            che, morta giovanissima,
                                                                            fu immortalata da Giaco-
                                                                            mo nella poesia “A Silvia”.
                                                                            Sul lato ovest esisteva,
                                                                            ora demolita, la casetta
                                                                            ove sedeva “su la scala a
                                                                            filar la vecchierella”. An-
                                                                            cora oggi spesso “I fan-
                                                      ciulli gridando – su la piazzuola in frotta e
      PALAZZO LEOPARDI                                qual e là saltando – fanno un lieto romore”.
La casa natale del poeta sorge nel rione di           Come nei versi del canto da cui la piazza stes-
Monte Morello, che prende nome da uno dei             sa prende il nome.
tre castelli di cui l’antica città era costituita.
                                                            CENTRO NAZIONALE STUDI LEOPARDIA-
Alla metà del XVIII secolo l’architetto Carlo
                                                      NI
Orazio Leopardi riunì in un unico nucleo i vari
                                                      Il C.N.S.L. ha sede in un edificio contiguo a
edifici in cui la famiglia aveva abitato ininter-
                                                      palazzo Leopardi, costruito nel 1937 su inizia-
rottamente fino dal secolo XIII; a questa ope-
                                                      tiva della famiglia del poeta, al fine di
razione di restauro si devono l’attuale faccia-
                                                      “promuovere e favorire gli studi e le ricerche
ta in stile neoclassico e lo scalone d’ingresso.
                                                      intorno alla vita ed alle opere di Giacomo
Il palazzo, oltre alla parte abitata dalla fami-
                                                      Leopardi”.
glia, contiene, aperti e visitabili tutto l’anno,
                                                      Esso possiede una ricca biblioteca specifica
l’importante biblioteca raccolta da Monaldo,
                                                      aperta agli studiosi per la consultazione, una
fonte inesauribile di sapere per i suoi figli, ed
                                                      sala espositiva di materiale leopardiano ed
una sezione museale ricca di oggetti e docu-
                                                      ospita di frequente corsi di studio, convegni e
menti riguardanti la famiglia e particolarmen-
                                                      seminari diretti a realizzare i fini della sua
te il poeta.
                                                      istituzione. Esso costituisce il punto di riferi-

Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                             pag. 15
mento costante per tutte le iniziative leopar-      nel secolo XVI su disegno del Bibiena. Dal
diane, sia in Italia che nel mondo.                 chiostro interno è visibile la torre resa celebre
                                                    dalla poesia leopardiana " Il passero solita-
      IL COLLE DELL'INFINITO                        rio".
Il colle, celebrato nell’idillio omonimo, era
meta delle passeggiate di Giacomo che vi
accedeva direttamente dal giardino di casa,         Montecassiano
passando attraverso l’orto del convento di
Santo Stefano e lì usava soffermarsi per gode-
re lo splendido vastissimo panorama, dal
monte al mare.

      CONVENTO DI SANTO STEFANO
L'area su cui esso sorge fu donata il 6 aprile
1443 dalla famiglia Leopardi, allora proprieta-
ria di tutto il colle, per la costruzione dell'
edificio attualmente visibile, da sempre fino a
poco tempo fa sede di un convento femmini-
le.
Il convento è ora proprietà della Regione e
della Provincia e è la prestigiosa sede del      IL NOME
Centro Mondiale della Poesia.                    Castrum Montis Sancte Marie è il primitivo
                                                 toponimo del paese come risulta dal primo
      PALAZZO ANTICI                             documento conservato nell’Archivio Comuna-
Casa natale di Adelaide, madre del poeta.        le e datato 5 Luglio 1151, per poi apparire
L'edificio, dalle linee semplici ed eleganti,    trasformato a partire dal 1200 in “Montis
contiene fra l'altro un importante archivio, in Sancte Marie in Cassiano”.
parte proveniente per eredità dalla famiglia     LA STORIA
romana dei Principi Mattei, cui apparteneva il - III secolo A.C: Nei pressi della collina dove
cardinale omonimo che siglò con Napoleone sorge Montecassiano, che si affaccia sulla
Bonaparte il trattato di Tolentino.              pianura lambita dal fiume Potenza, gli abitan-
      CHIESA DI SAN VITO                         ti di Ricina edificano il tempio del “genius
Costruita nel secolo XVIII, porta traccia        loci” ossia Venere Ericina e accanto ad esso
dell'arte vanvitelliana nella facciata del 1771. uno dei magistrati ricinesi costruisce la sua
Nel 1557 il complesso fu ceduto ai padri della “domus rusticationis”.
Compagnia di Gesù i quali, a spese principal- - 408 D.C.: Le invasioni dei Visigoti di Alarico e
mente di due fratelli Leopardi, vi fondarono     le guerre gotiche causano danni enormi a
un collegio.Nell' adiacente oratorio della Con- tutto il territorio, provocando la morte per
gregazione dei nobili, dove è conservata una fame e stenti di oltre cinquantamila abitanti
bella tela del Pomarancio, il giovane Leopardi del Piceno. I pochi scampati si arroccarono
lesse in varie solennità religiose i suoi        sulle colline più vicine ribattezzate successiva-
"Discorsi sacri".                                mente con il nome di Castrum Montis Urbani
                                                 (Monte Libano) e Castrum Colline (Collina):
      CHIESA DI SANT'AGOSTINO                    loro centro principale era l’altura sulla quale
La costruzione risale al XIV secolo e di         sorgeva il tempio di Venere che, come sopra
quest'epoca conserva eleganti decorazioni in detto, faceva capo alla “domus rusticationis”
cotto sul portale, mentre l'interno fu rifatto   del vecchio magistrato i cui discendenti, con il

Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                            pag. 16
trascorrere dei secoli, fondarono una famiglia       maceratese del 1268-1269, il Comune di Ma-
di così detti “Conti rurali” ossia i Cassini.        cerata si disinteressa di quella zona lontana
- 1151: Pietro, figlio del Conte Cassiano, quale     dalla città, posta oltre il fiume e il castello
signore del luogo, conferma l’enfiteusi che          finisce per essere inglobato nel territorio di
Pagano Barone aveva ottenuto già in prece-           Monte Santa Maria.
denza sulla quarta parte del Castrum Montis          - 1234: l’Abate Giasone decide di riedificare la
Sancte Marie, su un aliud castrum e sulla            chiesa madre dell’attuale Montecassiano,
quarta parte ancora della chiesa di Santa            forse anche per rinsaldare i vincoli enfiteutici
Maria. Con il tempo però la potenza dei Cassi        e per legare il comune alla politica pragmatica
viene meno.                                          dell’ordine cistercense ora guelfa, ora ghibel-
- Gennaio 1165: sia Pietro sia i figli di Pagano     lina a seconda delle circostanze, come anno-
Barone che gli abitanti di Castrum Colline si        tava un cronista dell’epoca.
dichiarano a loro volta enfiteuti dei Benedet-       - 1334: il comune di Montecassiano è condan-
tini cistercensi, insediati sin dal 1142 nella       nato al versamento degli arretrati dei canoni
valle del Fiastra, obbligandosi a versare loro,      derivanti dai vincoli enfiteutici, dopo aver
quale riconoscimento di sudditanza, un cano-         tentato invano di sciogliersi dagli stessi evi-
ne annuale.                                          tando talvolta di versare il canone oppure
- 1202: Il Comune di Mons Sancte Marie in            cedendo in enfiteusi terre che appartenevano
Cassiano partecipa, come Comune indipen-             ai cistercensi;
dente, alla Pace di Polverigi, così come il vici-    - 1348: come anche gran parte del resto
no Castrum Montis Urbani che gravita nella           d’Europa, Montecassiano viene colpito dalla
sfera della potentissima Osimo anche se in           “peste nera” e la sua popolazione decimata
seguito gli abitanti del paese, sfuggendo alla       tanto che, a seguito di altre vessazioni, nel
tenaglia osimana e alle angherie dei vicini,         1357 viene definita “civitas parva” contando
decidono di trasferirsi a Macerata precisa-          all’incirca solamente mille abitanti.
mente presso il “borgo San Salvatore”. A             - 1378/1417: Il Comune di Montecassiano
Monte Santa Maria si appoggia invece il vici-        partecipa alle lotte fra Papi ed Antipapi se-
nissimo Castrum Colline che preferirà invece         guendo o le parti dei Varano o dei Malatesta
inurbarsi nel Monte stesso.                          e talvolta degli avventurieri come Braccio da
- 1225: Anno della                                                                Montone. Placatesi
stesura dello Statu-                                                              le lotte e dopo il
to di Montecassiano                                                               Concilio di Costanza,
che risulta essere                                                                il nuovo Papa Marti-
uno dei più antichi                                                               no V nel 1418 assol-
delle Marche.                                                                     ve il paese da ogni
- 1239: Nuncastro o                                                               irregolarità compiuta
Novum Castrum                                                                     durante lo scisma
(ora Valle Cascia e                                                               d’occidente.
Palazzetto), residuo                                                              - 1434: giunge nella
di un borgo a est di                                                              Marca Francesco
Ricina a sinistra del                                                             Sforza che impone a
Potenza, viene in-                                                                Montecassiano i suoi
cluso nei confini del Comune di Macerata, su         Podestà, esattori di balzelli. Inizia un periodo
concessione dal re Enzo, figlio di Federico II,      di relativa pace.
come ringraziamento per l’aiuto ricevuto             - 1437: costruzione delle mura castellane.
nella lotta antipapale. In verità, anche se la       - 1445, dopo un breve periodo di dipendenza
contrada verrà ancora menzionata nel catasto         da Osimo, Montecassiano entra a far parte
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                             pag. 17
della ormai pontificia “Marca d’Ancona”. Solo         dello stesso anno lungo la cinta muraria sfila il
allora grazie all’intervento sia pure interessa-      corteggio di Vittorio Emanuele II. Secondo la
to del Legato Cardinal Rodrigo Borgia, Com-           tradizione, il sovrano abbevera il suo cavallo
mendatario di Fiastra, tra il 1456 ed il 1457,        alla “Fontana dei cavalli”, ripristinata di re-
Montecassiano riesce a liberarsi completa-            cente nel sito originario a fianco della Porta
mente da ogni legame con l’Abbazia di Fia-            Battisti.
stra, recuperando la “libertas ecclesiastica”.        - 4-5 novembre 1860: Plebiscito a seguito del
- 1451/1527: periodo ricco di committenze             quale Montecassiano entra a far parte del
artistiche ed eventi civili e religiosi, come il      Regno d’Italia. In questo periodo vengono
dossale in maiolica robbiano, la sistemazione         realizzati importanti lavori pubblici relativi
della chiesa di Salimbeni, l’istituzione della        all’acquedotto ed all’installazione dell’energia
Festa di Santa Croce e la proclamazione di            elettrica; viene inoltre inaugurato, nell’ex
San Giuseppe a protettore del paese (1521).           convento degli Osservanti, un nuovo Ospeda-
All’ambiente umanistico dell’epoca si deve la         le. Si restaurano chiese e, principalmente,
formazione culturale di Nicolò Peranzoni,             quella di Santa Maria.
poeta petrarchesco ed autore del “De laudi-           - 1925/1939 vengono realizzati degli interven-
bus Piceni” fonte di non poche notizie sulla          ti urbanistici da parte dei Podestà che ammi-
provincia maceratese. Vicino agli am-                 nistrano il paese quali lo sventramento di Via
bienti della riforma cattolica fu invece il Vene-     Monreale, l’abbattimento delle case di Via
rabile Giovanni da San Guglielmo, agostiniano         Catena per far posto ai giardini comunali, le
morto in odore di santità a Batignano (GR).           manutenzioni straordinarie del settecentesco
- 1586: Montecassiano si libera della tutela          Giardino Ferri e la costruzione della Chiesa di
ecclesiastica di Osimo: Papa Sisto V infatti,         Sambucheto. Sempre nella prima metà del
per rendere più importante la nuova diocesi           novecento si restaurano la chiesa
di Loreto-Recanati, stacca il territorio monte-       dell’Annunziata adibita a sacrario dei caduti
cassianese da quello osimano, aggregandolo            della prima guerra mondiale e il Palazzo dei
al vescovato lauretano.                               Priori.
- 1741: Oltre alla carestie e alle saltuari pesti-    IL PAESAGGIO
lenze si verifica una serie di terremoti che          La straordinaria bellezza artistica e paesaggi-
comportano la caduta della cuspide del cam-           stica, le numerose tradizioni, la vivacità asso-
panile della chiesa madre.                            ciazionistica e il notevole sviluppo economico
- 1836: epidemia di colera che spinge la popo-        e demografico degli ultimi decenni rendono
lazione a rivolgersi alla Madonna del Buon            Montecassiano una cittadina tra le più vivibili,
Cuore, la cui immagine viene trasportata dalla        accoglienti e d’interesse turistico-culturale
chiesetta di Salimbeni nella Collegiata. A que-       del maceratese.
sta decisione
si attribusce la                                                                      Originato,
salvezza della                                                                        secondo la
popolazione                                                                           tradizione, da
dal morbo.                                                                            nobili sfuggiti
- 8 settembre                                                                         alla distruzio-
1860: Monte-                                                                          ne di Helvia
cassiano viene                                                                        Recina, Mon-
occupato dai                                                                          tecassiano si è
piemontesi e                                                                          sviluppato nei
nell’ottobre                                                                          secoli intorno
                                                                                      al nucleo stori-
Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                            pag. 18
co di Castrum Montis Sancte Marie (dove          PALIO DEI TERZIERI
ancora oggi si trovano gli edifici più importan- Il Palio dei Terzieri è la rievocazione storica
ti) con un’armonia tale da conservare intatta    che assume la sua denominazione dal nome
e unitaria la struttura urbanistica medievale.   degli antichi borghinei quali era suddiviso
                                                 Montecassiano durante il Medioevo.
Attraverso vicoli e piagge si scoprono i tesori Ambientato nella matà del 1400, il Palio vuole
custoditi nel cuore del paese seguendo un        essere non soltanto un momento di aggrega-
percorso rimasto inalterato nel corso dei        zione popolare, ma soprattutto occasione di
secoli. Le porte di ingresso delle mura si apro- riscoperta e di valorizzazione del Comune di
no su scorci di panorama intenso, che può        Montecassiano, del suo territorio e della sua
essere apprezzato pienamente con lunghe e        identità culturale.
rilassanti passeggiate. Viali freschi e alberati L'occasione che ha dato vita alla rievocazione,
circondano l’esterno delle mura e si snodano risale al 18 ottobre 1418, alloquando Monte-
sugli spalti delle stesse, assicurando una ve-   cassiano, dopo alterne vicende politiche,
duta a tutto tondo sulla valle del Fiume Po-     elesse dodici uomini appartenenti ai terzieri,
tenza che scorre ai piedi della collina. Dal     per riformare gli antichi Statuti del Comune,
nucleo urbano in un attimo si è in aperta        con facoltà di correggerli e modificarli sotto il
campagna, ancora                                                                controllo dell'auto-
venata da ombrose                                                               rità ecclesiastica.
stradine dove è                                                                 Nell'edizione mo-
piacevole passeg-                                                               derna, il paese e le
giare. Durante il                                                               contrade sono stati
lento camminare                                                                 ripartiti in funzione
non di rado ci si                                                               di un ideale appar-
imbatte in solitarie                                                            tenenza agli antichi
e antiche chiesette                                                             terzieri di San Sal-
rurali, con vecchie                                                             vatore (Colori
campane suonate a                                                               bianco/rosso), San
mano, e in edicole                                                              Nicolò (giallo/
sacre, che custodi-                                                             azzurro), San Mi-
scono immagini ed effigi venerate. Ovunque chele (verde/nero).
ci si trovi basta alzare lo sguardo e subito     Il Palio si svolge tutti gli anni dalla terza alla
riappare a poca distanza la sommità del colle quarta domenica di luglio.
di Montecassiano, con il campanile che svetta IL PIATTO DEL BORGO
sulle abitazioni.                                Il piatto tipico è quello dei “sughitti”, un dol-
                                                 ce, per certi aspetti simile ad una polenta
IL PRODOTTO DEL BORGO                            dolce, realizzata con farina di mais, mosto e
A Montecassiano viene prodotto olio extra-       noci. Il procedimento per la preparazione
vergine di oliva, secondo una versione affabi- prevede di far bollire il mosto per 30 minuti,
le e rustica, con certificazione biologica, che  di aggiungere successivamente lo zucchero, la
sprigiona sapori e odori della migliore terra    farina e le noci e di continuare a mescolare
marchigiana. L’olio viene utilizzato anche per per un’altra mezzora. Al termine delle opera-
la conservazione di verdure, come pomodori zioni il dolce deve essere versato su un piatto
secchi, peperoni grigliati, cipolle balsamiche   e lasciato raffreddare. Ai “sughitti” viene
ed olive con mandorle, secondo ricette tradi- dedicata, sin dagli anni ’20, una sagra che si
zionali. Altre produzioni locali sono legate al  svolge nel mese di ottobre di ogni anno.
miele, al vino, alla farina ed alla pasta.
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                           pag. 19
Venerdì 24 agosto
PROGRAMMA :
partenza ore 8.45 e arrivo alla Abbadia di Fiastra alle ore 9.30.
Ore 10.00 inizio visita guidata alla Abbadia
Ore 11.45 ritrovo sul piazzale del pullman e partenza per LORO PICENO
Ore 12.15 arrivo a LORO PICENO, visita al borgo
Ore 13.00 Pranzo al Ristorante “Le Grazie” a LORO PICENO
Ore 14.30 partenza per visita ai borghi URBISAGLIA, TOLENTINO, CASTELLO DELLA RANCIA
Rientro per cena a Macerata

SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ


                                                     Salvia, distrutta da Alarico tra il 408 e il 410 e
Abbadia di Fiastra                                   poi abbandonata. Contemporaneamente fu
Il centro abitato Abbadia di Fiastra lega il suo     avviata anche la bonifica dei terreni circostan-
nome all'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che       ti.
è una delle abbazie cistercensi meglio conser-       La Chiesa abbaziale è una monumentale co-
vate in Italia. Qui l'ideale benedettino di lavo-    struzione regolata dalle severe forme cister-
ro e preghiera, oltre a diventare concreto e         censi.
visibile attraverso un linguaggio architettoni-      A fianco della chiesa è ancora oggi conservato
co di rara bellezza, ha saputo segnare profon-                                              il mona-
damente anche                                                                               stero,
la storia del                                                                               realizzato
territorio circo-                                                                           anch’esso
stante arric-                                                                               secondo
chendola di                                                                                 gli schemi
preziose ed                                                                                 cistercen-
interessanti                                                                                si, con un
testimonianze.                                                                              bel chio-
                                                                                            stro rico-
STORIA                                                                                      struito nel
L'Abbazia di                                                                                XV secolo.
Chiaravalle di                                                                              L’Abbazia
Fiastra fu fon-                                                                             conobbe
data nel 1142,                                                                              una rigo-
quando Guar-                                                                                gliosa
nerio II, duca di                                    floridezza per tre secoli e, grazie ai Monaci
Spoleto e marchese della Marca di Ancona,            Cistercensi che osservavano la regola di San
donò un vasto territorio nei pressi del fiume        Benedetto "Ora et labora", promosse lo svi-
Fiastra ai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di        luppo religioso, economico e sociale di tutta
Chiaravalle di Milano. I religiosi arrivati da       l’area. Nel 1422 venne saccheggiata da Brac-
Milano iniziarono la costruzione del monaste-        cio da Montone ed in seguito l’Abbazia fu
ro utilizzando anche materiale proveniente           affidata ad otto cardinali commendatari; nel
dalle rovine della vicina città romana di Urbs       1581 passò alla Compagnia di Gesù ed infine
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                             pag. 20
nel 1773 l’intera proprietà fu                                       leggere un capitolo della
ceduta alla nobile famiglia                                          regola di San Benedetto.
Bandini e quindi, per volontà                                        Il lato sud del chiostro ospi-
dell’ultimo erede di questa,                                         tava le cucine e i refettori.
all’attuale Fondazione Giu-                                          All'inizio del XIX secolo que-
stiniani Bandini.                                                    sti locali sono stati demoliti
Su invito della Fondazione,                                          per fare spazio al Palazzo
nel marzo 1985 i Monaci                                              Giustiniani Bandini. Oggi
Cistercensi, provenienti                                             resta solo il Refettorio dei
anche questa volta da Mila-                                          conversi (monaci dediti al
no, sono ritornati a vivere                                          lavoro manuale) con volte a
nell'Abbazia di Chiaravalle di                                       crociera e sette colonne
Fiastra. La loro presenza ha                                         composte da basamenti,
ridato vita all'antico mona-                                         fusti e capitelli provenienti
stero portandolo ad essere                                           dalle rovine della vicina città
di nuovo un punto di riferi-                                         di Urbs Salvia. Sul lato ovest
mento spirituale per tante                                           del chiostro si trova il cella-
persone.                                                             rium che era usato come
Complesso abbaziale                                  magazzino e deposito.

Il complesso si presenta nella sua struttura       Sotto al lato nord del chiostro si trova la Sala
originaria, con la chiesa abbaziale che occupa     delle Oliere che originariamente era usata dai
il lato nord del chiostro.                         monaci per la conservazione dell'olio e dove
La chiesa è dedicata alla Vergine Maria, come      adesso è allestita la Raccolta Archeologica
è consuetudine per i cistercensi. In stile ci-     Abbadia di Fiastra. Il lato sud del chiostro è
stercense-lombardo-borgognone, presenta            attualmente occupato dal Palazzo Giustiniani
tre navate, ed ha l'altare rivolto verso est e si  Bandini, fatto costruire dalla famiglia Bandini
presenta spoglia ed austera in quanto il Capi-     che, alla soppressione della Compagnia di
tolo generale dell'Ordine cistercense proibiva     Gesù, aveva ottenuto in enfiteusi tutti i beni
l'uso di decorazioni ed affreschi. È quasi com-    dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra.
pletamente costruita in laterizio; in pietra,      Sul lato est del chiostro, a fianco della chiesa,
proveniente dalle rovine romane di Urbs Sal-       si apre un passaggio che conduce alle Grotte
via, sono i portali, i rosoni e i capitelli che    del monastero, sotterranei con temperatura
furono scolpiti dai monaci stessi con motivi       costante tutto l'anno, che venivano usate dai
floreali, geometrici ed arabeschi.                 monaci per la conservazione dei viveri. Lo
                                                   stesso passaggio conduce alle Cantine dove
Il chiostro è il simbolo della vita monastica.     venivano lavorate le uve raccolte nelle vigne
Nelle sue forme attuali è frutto della ristruttu- dell'Abbazia. Furono edificate nel periodo dei
razione operata alla fine del 1400 dai cardina- Gesuiti e sono formate da un grande locale
li commendatari, dopo il saccheggio del 1422. con un piano interrato; qui è stato recente-
Il pozzo ottagonale al centro del chiostro era mente allestito il Museo del Vino.
usato per attingere l'acqua da una cisterna
dove veniva convogliata l'acqua piovana. La        LA CHIESA ABBAZIALE
struttura in ferro è del periodo dei Gesuiti.      LA STRUTTURA
Il lato a fianco alla chiesa era per la preghiera; La pianta della chiesa è a croce latina a tre
sul lato orientale si trovava la Sala del capito- navate. Misura 70 metri di lunghezza
lo dove ogni giorno i monaci si riunivano per
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                           pag. 21
L'Abbazia di Fiastra fondata da S.Bernardo
                                                     tramite l'Abbazia di Chiaravalle Milanese,
                                                     esprime in modo nitido le caratteristiche di
                                                     povertà, semplicità, essenzialità con evidenti
                                                     analogie alle chiese cistercensi di Lombardia,
                                                     da cui provenivano i monaci di Fiastra.
                                                     In base a tali criteri la chiesa non aveva altri
                                                     elementi decorativi se non i capitelli, tutti
                                                     diversi per forma e decorazione, ornati preva-
                                                     lentemente cori motivi floreali, agresti o ara-
                                                     bescati: gigli, foglie, rosette, rami, pesci, uc-
                                                     celli; ad eccezione di un
(compreso il portico) e 20 di larghezza. La          drago che inghiotte un serpente, riproducen-
navata centrale, alta 25 metri, riceve la luce
                                                     te lo stemma del Duca di Spoleto e Marchese
da 8 semplici monofore centinate, oltre che
                                                     di Ancona, Guarnerio, il mecenate che aveva
dal rosone della facciata. Le volte originaria-
                                                     offerto i suoi beni per la fondazione dell'Ab-
mente erano tutte a crociera come quella
                                                     bazia.
della prima campata vicino alla porta e quella
                                                     Fa eccezione solo la Madonna di Scuola Sa-
del presbiterio. Ora invece, da quando l'Abba-
                                                     limbeni di cui si parla più avanti.
zia fu saccheggiata da Forte Braccio da Mon-
                                                     LA FACCIATA
tone, Signore di Perugia nel 1422, la copertu-
                                                     La facciata si presenta semplice con un avan-
ra è a capriate. Il presbiterio quadrangolare è
                                                     corpo formato da un portico a tre campate -
illuminato da un rosone più semplice di quel-
                                                     rinnovato nel 1904 e restaurato nel 2010 -
lo della facciata. Il coro ligneo e la sede del
                                                     con volte a crociera che poggiano su colonne
celebrante sono di fattura recente (1995).
                                                     addossate ai muri. E’ illuminato da quattro
Funge da base del nuovo altare maggiore
                                                     trifore a colonne binate e ha un bel portale in
un'ara pagana proveniente dall'antica vicina
                                                     marmo grigio, terminante in un arco a tutto
città di Urbs Salvia, da cui i Cistercensi aspor-
                                                     sesto.
tarono molto materiale. L'ara presenta scolpi-
                                                     Vi si accede con tre gradini dall'ampio piazza-
ta in facciata una croce, circondata da raggi
                                                     le realizzato nel 1998.
solari. Queste caratteristiche, proprie delle
                                                     La facciata che termina con un profilo a fron-
croci dei Cavalieri del Tempio, detti Templari,
                                                     tone, è abbellita da un gran rosone e da una
farebbero pensare a una presenza di questi
                                                     fascia di archetti.
cavalieri per l'accoglienza dei viandanti e dei
                                                     IL ROSONE
pellegrini. Tale ipotesi è avvalorata da alcuni
                                                     Il rosone di marmo è formato da una raggiera
grafiti rappresentanti cavalli e cavalieri, esi-
                                                     di 12 colonnine agili e slanciate, disposte
stenti negli archi della foresteria.
                                                     radialmente, partenti da un nucleo centrale e
LO STILE
                                                     raccordate tra loro da archi a tutto sesto. A
L'architettura cistercense rispecchia la spiri-
                                                     decoro della facciata e dei fianchi vi è un sem-
tualità di questo Ordine che, nato come rifor-
                                                     plice motivo di archetti intrecciati in cotto
ma dell'Ordine benedettino di Cluny, ricerca-
                                                     scalpellato e due file di denti di sega, eseguiti
va l'autenticità nella povertà, ispirandosi ai
                                                     con mattoni posti di spigolo, con inclinazione
Padri del deserto e rifiutando tutto ciò che
                                                     diversa.
appariva superfluo. Così anche le chiese ci-
                                                     IL PORTALE
stercensi nascevano spoglie in contrapposi-
                                                     Il portale di accesso alla chiesa, in marmo
zione a quelle cluniacensi che abbondavano
                                                     policromo, alterna pilastri e colonne, con
in ornamenti e decorazioni.
                                                     notevole effetto cromatico e plastico; i capi-
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 22
telli sono modellati semplicemente a foglia-         anch'esse quadrangolari, si affacciano sul
me accartocciato.                                    transetto, i cui bracci, originariamente a una
L'INTERNO                                            sola campata con una volta a crociera, ora
All'ingresso si rimane subito colpiti dall'armo-     sono divisi da un'arcata rompitratta. All'incro-
nia di linee e spazi, come pure dall'imponenza       cio della navata centrale col transetto sopra
e dalla grandiosità della struttura, anche se        la volta si elevava, secondo l'uso cistercense,
menomata dagli avvenimenti storici che               la torre campanaria che si suppone fosse
l'hanno privata di gran parte della copertura        molto alta e solenne a imitazione di quella di
originale e del tiburio (la torre campanaria         Chiaravalle Milanese, dai cui monaci questa
che si innalzava al centro del transetto, carat-     abbazia fu fondata.
teristica delle abbazie cistercensii). Semplicità    Nel braccio sinistro del transetto c'è la porta
e povertà e anche la luce che penetra dalle          che conduce al cimitero dei monaci, ripristi-
monofore accentuan il richiamo alla contem-          nato nell'anno 2000; nel braccio destro inve-
plazione e alla preghiera.                           ce c'era una porta più piccola che immetteva
Le arcate con archi a tutto sesto sono soste-        nella sacrestia e più in alto c'è quella che
nute da robusti pilastri quadrilobati sormon-        conduce al dormitorio dei monaci.
tati da pregevoli capitelli.                         OPERE PITTORICHE
Altrettanti pilastri minori sorreggono gli archi     Solo a partire dal secolo XV, al tempo dei
delle navate laterali, dalle volte a crociera        Cardinali Commendatari, si sono aggiunte le
liscia, che risultano così raddoppiate rispetto      poche decorazioni pittoriche della chiesa
alla navata centrale e danno un'immagine             abbaziale.
molto suggestiva nello snodarsi delle arcate.        A metà parete della navata destra c'è una
PILASTRI E PEDUCCI                                                      Madonna col Bambino tra S.
Nei pilastri maggiori le                                                Nicola di Bari e S. Sebastia-
semicolonne non partono                                                 no, del 1539: un affresco
dal pavimento ma all'altez-                                             senza grandi pregi. Con tutta
za di circa mt. 2.50, da                                                probabilità si tratta di un ex-
mensole o peducci di pietra                                             voto.
a forma di cono rovesciato                                              Al terzo pilastro a sinistra
e si ergono addossate a                                                 della navata centrale è raffi-
larghe lesene nei cui angoli                                            gurato S. Amico, monaco
sono inserite le colonnine                                              converso cistercense: un
da cui partono i costoloni                                              affresco del 1539 dalle linee
di volta di recente fattura.                                            essenziali e dal cromatismo
Nei pilastri intermedi inve-                                            elementare.
ce la semicolonna si eleva                                              Nell'ultimo pilastro a sinistra
da terra mozza fino all'al-                                             possiamo ammirare un'altra
tezza di 9 metri.                                                       Madonna col Bambino.
I quattro pilastri dell'ultima                                          Lo stile è il gotico internazio-
campata della navata centrale sono formati           nale della Scuola marchigiana della fine del
da possenti dadi murari lungo i quali si addos-      XIV secolo.
sava il coro dei monaci, con ogni probabilità        Il dipinto è attribuito alla Scuola fratelli Salim-
sono componenti originali di un primo nucleo         beni da S. Severino. La Vergine siede sul trono
della costruzione, come si rileva anche da           finemente intarsiato.
altre chiese cistercensi.                            Lo sfondo formato da due archi dà il senso
IL TRANSETTO                                         della profondità e l'immagine sembra uscire
Ai lati del presbiterio quattro cappelle,            dal fondo dominando la scena.
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                              pag. 23
La delicata figura della Vergine è curata nei        La prima cappella a destra è dedicata alla
minimi dettagli. Lo sguardo dolce ed espressi-       Madonna di Loreto.
vo è amorevolmente rivolto a chi la guarda. Il       Nella volta a botte è rappresentata la scena
Bambino, vestito di rosso, porta un uccellino        della traslazione della Santa Casa da Nazareth
nella mano destra, è in piedi sulle ginocchia        a Loreto. Il dipinto è attribuito alla Scuola
della Madre e a lei volge lo sguardo.                bolognese del XVII secolo.
Nel presbiterio sotto il rosone domina una           Il volto della Madonna irraggia mirabile dol-
Crocifissione.                                       cezza. Gradevole l'effetto dell'insieme che si
Ai lati in due nicchie, originariamente mono-        libra lievemente nello spazio.
fore, S. Benedetto e S. Bernardo, e al suo lato      La seconda cappella a destra è dedicata a S.
in ginocchio il Cardinale Commendatario,             Bernardo ed è artisticamente la più interes-
Latino Orsini.                                       sante.
Il Cristo morto col capo chino e il volto sereno     I pregevoli affreschi del secolo XV, attribuiti
dopo l'acerbo dolore, ci viene amorevolmen-          alla Scuola camerinese, presentano scene
te indicato dalla Madre che, avvolta in un           della vita dei Santi eremiti Antonio e Paolo.
manto nero, volge piangente lo sguardo ai            In fondo a sinistra una figura non facilmente
fedeli.                                              identificabile, forse l'apostolo S. Giacomo. A
In ginocchio abbracciata con tenerissimo             destra l'immagine maestosa di S. Antonio
affetto alla croce è Maria Maddalena dai             Abate.
lunghi biondi capelli fluenti lungo le spalle.       Nella parete destra nel primo riquadro l'in-
L'Apostolo Giovanni a mani giunte fissa addo-        contro di S. Antonio con S. Paolo; nel secondo
lorato il volto di Gesù.                             i due in preghiera e nel terzo S. Antonio sep-
Da tutti i volti si sprigiona un profondo senso      pellisce S. Paolo.
di umanità colta nel momento culminante              Queste figure di Santi esprimono nella loro
della morte del Signore.                             povertà e semplicità, ma anche ieraticità, il
La scena si apre verso i fedeli per invitarli a      mistero cristiano della vita e della morte:
partecipare al dolore della Crocifissione. L'af-     serenità, luminosità, trasfigurazione.
fresco, attribuito a Stefano Folchetti - scuola
del Crivelli - reca una data leggibile a distanza:
                                                     Loro Piceno
1473.                                                STORIA
Sulla parete destra è il grande dipinto seicen-
tesco a tempera, rappresentante S. Girolamo
penitente nel deserto, senza particolari pregi
artistici.
 LE CAPPELLE LATERALI
La seconda cappella a sinistra è dedicata a S.
Benedetto.
Vi è rappresentata al centro in alto la scena
dell'Annunciazione; a sinistra S. Pietro con i
simboli di martire, apostolo e pescatore: la
croce, il libro, il pesce; a destra S. Caterina di
Alessandria con la ruota dentata, strumento
del suo supplizio.                                   Lo sky line di Loro Piceno e l'essenza stessa
L'opera è attribuita alla Scuola camerinese e        della sua antica storia sono rappresentati e
in particolare a Girolamo di Giovanni. Vi spic-      impersonati dall'imponente castello alto-
cano la dolcezza e l'umiltà della Madonna, la        medioevale, intorno ai cui gironi si è dipanata
semplicità e l'umanità nelle altre figure.           per secoli la vita del borgo feudale, della Ter-

Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 24
ra e del Comune, e che tuttora è l'anima e il        Loro Piceno è conosciuto da sempre per il
corpo da cui si snodano vicoli di ciottoli anti-     famoso “vino cotto”, al cui mito e alla cui
chi, case e palazzi in cotto dorato, degradan-       pratica è stato dedicato un museo che, all'oc-
do dolcemente verso il piano e la modernità.         casione, diventa anche mescita. Alla benevo-
E intanto lo sguardo corre lontano dal mare ai       lenza del dio Bacco i Loresi dedicano la “Sagra
monti, dalla Marca di Ancona al Piceno, tra un       del Vino Cotto”, una settimana di festeggia-
incresparsi di terre                                                              menti durante i
feraci e un traspa-                                                               quali i numerosissi-
rente sovrapporsi di                                                              mi visitatori, accolti
crinali ridenti. La                                                               da un brulicare di
dolcezza delle colli-                                                             cantine e degusta-
ne circostanti, la                                                                zioni, vengono coin-
serenità del paesag-                                                              volti nell'allegria
gio, il lindore e il                                                              della sfilata di carri
rigore dei vari re-                                                               allegorici giocati su
stauri apportati                                                                  temi satirico - orgia-
all'impianto urbano,                                                              stici.
fanno di Loro Piceno un luogo piacevolissimo         STORIA DEL VINO COTTO
di residenza e una apprezzata mèta turistica.        Vino tipicamente e tradizionalmente marchi-
Il complesso del Castello occupa una superfi-        giano, il vino cotto interessa particolarmente
cie di 1.600 mq e si erge superbo, su tre livelli    una ristretta zona enologica, quella del mace-
fuori terra e tre seminterrati, con mura a           ratese e di una parte del fermano. E' un vino
scarpata che cingono il nucleo fortificato           forte, dal colore giallo ambrato con tendenza
intorno al cosiddetto Giròne al quale si acce-       a sfumature nocciola (definito proprio per
deva tramite quattro porte, ora scomparse.           questa tonalità occhju de gallu), limpido e dal
Quattro torri, ancora svettanti dal perimetro        profumo fruttato, dal sapore in perfetto equi-
esterno del càssero, testimoniano il grandioso       librio fra acidità e dolcezza.
sistema difensivo eretto a protezione dai            La sua produzione è antichissima (ne parla già
Signori feudali di Loro. In questo spazio si         Plinio nel 70 d. C.) e fino ad un secolo fa era
ergevano il Palazzo del Vicario di Fermo e la        un momento significativo della vita campe-
residenza del Signore di Loro. Lo stemma di          stre autunnale. La tecnica di vinificazione è
Loro Piceno, un castello a due torri e al centro     altrettanto antica ed è rimasta sostanzial-
una pianta di alloro, rivela l'origine dell'antico   mente invariata. Nelle Marche la sua produ-
nome “Castrum Lauri”, Castello di Loro, nome         zione e il suo consumo sono ormai ampia-
che, dopo l'annessione al Regno d'Italia, si         mente diffusi, ma il paese che ha acquistato
trasformò nel 1863 in Loro Piceno.                   fama per la qualità di tale liquore è proprio
A Loro Piceno è legato indissolubilmente il          Loro Piceno. Lo conferma anche il fatto che
nome di uno dei primi seguaci di S.Francesco         nei palazzi nobiliari e padronali, che fiancheg-
da Assisi, l'anonimo fraticello dei Fioretti, del    giano le caratteristiche vie del paese, si è
47° capitolo dei Fioretti, S. Liberato da Loro. I    sviluppata una interessante architettura in
Francescani rivestirono un ruolo importante          funzione della pigiatura dell'uva e della bolli-
nella Terra del Castello di Loro e furono pre-       tura del mosto nelle voluminose caldaie di
senti e determinanti nella vita della Comunità       rame in una struttura in muratura alla cui
con due Famiglie, quella dei Minori Conven-          base vi è lo spazio necessario per la legna da
tuali nella chiesa e convento di S.Francesco di      ardere. Nonostante il successo fra enologi e
Assisi e quella dei Cappuccini nella chiesa e        degustatori, l'articolo 2 del C.P.R. del 12 feb-
convento di S.Antonio da Padova.                     braio 1985 ne vietava la commercializzazione,
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                              pag. 25
non considerandolo propriamente un vino.             struita in muratura la fornacchiola, quel com-
Tuttavia, dopo una battaglia durata anni,            plesso di ‘posto per far ardere un fuoco a
iniziata nel 1973 con l'interrogazione al Go-        legna' e soprastante caldaia in rame, utilizzati
verno presentata dall'On. ascolano Renato            per cuocere il mosto, trasportato al suo inter-
Tozzi-Condivi, il vino cotto di Loro Piceno ha       no con lu stanatu, attrezzo di rame con mani-
ottenuto finalmente il riconoscimento che            co, come un grosso ramaiolo. Durante la lun-
meritava: con decreto ministeriale del 18            ga bollitura sulla superficie del liquido era
luglio 2000 è stato inserito nell'elenco nazio-      passata la schiumarola, una ramina per schiu-
nale dei prodotti tradizionali. Ciò significa che    mare il mosto. Con la ‘mbottatora, una sorta
può continuare ad essere non solo prodotto,          di grande imbuto, si riempivano le votti con il
ma anche commercializzato.                           vino ancora caldo. Questa operazione veniva
Loro Piceno, paese che vanta la più alta quali-      fatta con lu stanatu, o con le ‘moderne' pom-
tà nella regione per la produzione del vino          pe meccaniche.
cotto, gli dedica ogni anno una festa ricca di
manifestazioni: la rinomata Sagra del Vino
                                                     Urbisaglia
Cotto. Iniziata nel 1948 come Festa dell'Uva         URBS SALVIA, città della Regio V (Picenum),
con festeggiamenti semplici e popolari, con          venne verosimilmente fondata nella prima
carri allegorici addobbati con viti e grano, è       metà del I secolo a.C., in un sito dove, almeno
giunta oggi ad essere un avvenimento apprez-         sinora, non si sono trovate tracce di insedia-
zato a livello regionale.                            menti precedenti al periodo romano, sebbe-
A questa tradizione è lagata anche la Mostra         ne tutto il territorio circostante sia ricco di
Permanente del Vino Cotto,                           presenze picene; come si verifica spesso in
allestita nei suggestivi am-                                           ambiente romano, la sua na-
bienti adiacenti al chiostro                                           scita va messa in relazione con
della chiesa di San Francesco.                                         la particolare posizione topo-
L'allestimento, pensato come                                           grafica del luogo, costituita
un percorso dalla raccolta                                             dall'incrocio di due importanti
dell'uva all'invecchiamento                                            strade, quella che univa Fir-
del vino nelle botti, si apre                                          mum (Fermo) a Septempeda
con canestre in vimini e can-                                          (San Severino Marche) e quel-
ne, cassette di legno e viun-                                          la che conduceva da Asculum
zitti, le bigoncette, che veni-                                        (Ascoli) attraverso Ricina (Villa
vano usati per la raccolta                                             Potenza) ad Auximum
delle uve durante lo velegnà,                                          (Osimo).
la vendemmia. Dopo la rac-                                             Municipio in epoca repubbli-
colta l'ùa o era gettata nelle                                         cana ed in seguito, probabil-
canà, recipienti a base rettan-                                        mente sotto Augusto, colonia;
golare o quadrata di legno o                                           era iscritta nella tribù Velina;
in muratura dove veniva pi-                                            due grandi iscrizioni rinvenute
giata, oppure in una pigiatrice manuale come                           durante lo scavo dell'Anfitea-
quella in mostra. Lo musto, il liquido così          tro, presso i muri esterni, confermano lo sta-
ottenuto, si raccoglieva in una secchia, la          tuto coloniale.
secchja, contenitore in legno con due doghe          Il periodo del suo massimo fulgore si situa alla
opposte più alte delle altre, da utilizzare co-      prima metà del I sec. a.C., quando importanti
me presa. Le scorze e i graspi erano messi ne        discendenti di famiglie originarie del territorio
lu trocchju, il torchio, per la seconda spremi-      di Urbs Salvia che avevano raggiunto ragguar-
tura. All'interno dell'allestimento è stata rico-    devoli magistrature in Roma, contribuirono

Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                              pag. 26
con consistenti doni                                                              più accettabile di
allo sviluppo monu-                                                               Elena Tomacelli,
mentale della città.                                                              nipote di Bonifacio
Dopo la distruzione                                                               IX, moglie di Talia-
ad opera dei barbari                                                              no Furlano, capita-
nel V sec. d.C., ven-                                                             no di ventura.
ne abbandonata e                                                                  Terminata nelle
l'abitato si spostò,                                                              Marche la signoria
per ovvi motivi di                                                                di Francesco Sforza,
difesa, sulla sommi-                                                              di cui Furlano era
tà della collina, nel                                                             stato capitano, gli
luogo occupato                                                                    urbisagliesi, con
dall'attuale Urbisaglia. Questa mancata so-          breve del di Eugenio IV del 24 dicembre 1466,
vrapposizione dell'insediamento più recente a        ritornarono sotto la dipendenza da Tolentino.
quello romano, l'utilizzazione non sistematica       Questa continuò (con alterne vicende) fino al
della città antica come cava di pietra venien-       1569, quando il nobile maceratese Giulio
te, uno sfruttamento agricolo tardivo della          Fedeli potè prendere possesso di Urbisaglia in
zona hanno fatto sì che Urbs Salvia giungesse        nome della Camera Apostolica.
al tempo attuale come il complesso archeolo-         Nel 1696 arrivò finalmente la pace tra defini-
gico più importante delle Marche, in un pae-         tiva tra urbisagliesi e tolentinati.
saggio ancor oggi non molto dissimile da             LA ROCCA
quello antico.                                       Per castello, in questo caso, si intende un
Urbisaglia fu fondata dai superstiti della città     borgo difeso da mura di cinta, torri e porte
romana distrutta, che si insediarono sulle           fortificate. La rocca era invece la fortificazio-
alture circostanti dando origine al Castro di        ne destinata esclusivamente a funzioni milita-
Orbesallia.                                          ri di controllo all'esterno ed interno del ca-
Nel XII secolo fu dominata dagli Abbraccia-          stello.
monte. Gualtiero Abbracciamonte nel 1195             Due antiche porte principali sono tuttora
cedette Villamagna a Matteo e Forte Offone.          visibili. Porta Entogge ad ovest (detta poi
Questo atto fu la causa di tutti i mali futuri.      Porta Trento) e Porta Fiastra (detta poi Porta
Nel 1199 Matteo e Forte Offone cedettero             Piave). Le porte hanno perduto i loro attributi
Villamagna a Tolentino. Gualtiero, nel 1213          militari, ciononostante sono tuttora ben leg-
cedette a Tolentino anche la sua parte di            gibili e documentano i due sistemi principali
diritti sul castello di Urbisaglia.                  di ingresso al castello.
La malattia delle cessioni a Tolentino fu eredi-     Il castello di Urbisaglia venne eretto nell'area
taria. Come Gualtiero, anche suo figlio Rosso        nord-occidentale della distrutta città romana
nel 1251 e il figlio di lui Rosso nel 1290, e poi    di Urbs Salvia.
Gualtiero nel 1293, e ancora Silimbene di            Rovine di tale città furono inglobate tanto
Marino nel 1296 cedettero a varie riprese i          nell'area del castello che in quella della rocca.
diritti sul castello.                                Essa venne eretta agli inizi del Cinquecento
L'opera di asservimento fu compiuta da Filde-        da Tolentino occupando id sito di un preesi-
smido.                                               stente Girone medioevale (di cui residua la
La grande Urbisaglia, sotto il dominio tolenti-      parte basamentale del mastio) e insistendo
nate si ridusse in pessime condizioni.               quindi anche nel sito di quella che era verosi-
Per quasi un secolo e mezzo gli urbisagliesi         milmente l'Arce (Arx o rocca) della città roma-
sopportarono la tirannia tolentinate, finché,        na di Urbisaglia.
intorno al 1436, andarono sotto la signoria          La rocca, costruita da maestranze lombarde,
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 27
ha pianta trapezoidale con fronte SO più este-   sgorgò, allora come in molteplici occasioni
so rispetto a quello NO. Ai quattro lati si inne-posteriori, del sangue vivo.
stano altrettanti torrioni circolari scarpati.   Allo scopo di evitare ulteriori simili tentativi, il
Una torre d'ingresso situata sul fronte NO       corpo fu sepolto in un luogo di cui si perse la
della rocca veniva tutelata tanto dal torrione   memoria.
angolare Ovest che dal mastio situato a ridos-   Solo nel 1927 esso fu ritrovato sotto l’arca
so della cortina anzidetta.                      marmorea al centro del Cappellone e fu co-
Delle precedenti fortificazioni la rocca utilizzastruita, al di sotto di questo, la cripta nel qua-
il mastio duecentesco (seppure riadattato in     le il corpo tuttora riposa. L’originaria chiesa di
epoche successive). Il mastio ebbe probabile     S. Agostino, per la presenza delle spoglie e
origine da una torre di avvistamento assai più   per la fama di taumaturgo del santo che si
alta di quella odierna, successivamente cima-    diffuse in tutto il mondo, fu intitolata a S.
ta per adattarla ai nuovi canoni architettonici  Nicola. Di grande interesse artistico il portale.
che tendevano ad abbassare le varie unità        FACCIATA
fortificate. Altri ruderi del primigenio castelloDalla facciata rivestita in travertino emerge il
sono oggi visibili all'interno della rocca, occu-portale in cui la preziosità del gotico fiorito si
pando buona parte della corte interna.Le         fonde con gli effetti spaziali del primo Rinasci-
mura del castello di Urbisaglia andavano a       mento.
congiungersi con i torrioni della rocca rispetti-Costruito tra il 1432 ed il 1435 su commissio-
vamente a Ovest e a Sud. Il fronte SO della      ne del condottiero tolentinate Nicolò Mauru-
rocca costituiva quindi la continuazione del     zi, è opera dello scultore fiorentino Nanni di
perimetro murato di Urbisaglia.                  Bartolo detto il Rosso. Nanni ha lavorato con-
Alla base del mastio si trova una cisterna che   temporaneamente a Donatello alle statue del
veniva riempita con acqua piovana e assicura-    campanile del Duomo di Firenze.Aveva poi
va la scorta idrica della rocca anche in caso di realizzato a Verona il monumento Brenzoni in
assedio.                                         San Fermo e quindi a Venezia, il “Giudizio di
                                                 Salomone” nel Palazzo Ducale.
Tolentino                                        Nella lunetta del portale, sovrastata da un S.
BASILICA DI SAN NICOLA                           Giorgio a cavallo, è rappresentata la Madon-
S. Nicola nacque nel 1245 a Sant’Angelo in       na con il Bambino tra S. Agostino e S. Nicola;
Pontano, in provincia di Macerata. Dopo aver in alto, nella parte cuspidale, la statua
trascorso diversi anni nei vari conventi agosti- dell’Eterno Padre.
niani delle Marche, nel 1275 fu inviato a To-    Realizzato nel grigio della pietra d’Istria, esso
lentino dove visse e morì nel 1305 all’età di
60 anni.
L’esemplarità della sua condotta, i molteplici
miracoli compiuti prima e dopo la sua morte,
fecero nascere una intensa e diffusa devozio-
ne verso colui che era ritenuto Santo anche
quando era ancora in vita. Ciò spinse Giovan-
ni XXII, nel 1325, ad indire un processo di
canonizzazione, il cui decreto ufficiale giunse
però più di un secolo più tardi, per volontà di
Eugenio IV.
In un anno imprecisato, intorno alla fine del
XIV secolo, fu tentato di profanare la salma
mediante il taglio delle braccia dalle quali

Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                           pag. 28
risalta per la netta prevalenza delle parti scul-    mente sulla costa orientale dell’Adriatico.
toree che dominano e si impongo sul telaio           Nella Basilica sono conservate anche altre
architettonico quasi inesistente. Le due sta-        importanti opere d’arte.
tue laterali (la testa di quello di sinistra è un    CHIOSTRO
reperto archeologico) e i sei bassorilievi raffi-    L’inizio della costruzione del complesso del
gurano personaggi con in mano un libro o un          Convento di S. Nicola - sotto il titolo originario
foglio di pergamena; si può supporre che vi          di S.Agostino - risale alla seconda metà del
siano rappresentati gli otto agiografi del Nuo-      ‘200, quando la comunità agostiniana si era
vo Testamento.                                       insediata a Tolentino già da molti anni.
CAPPELLONE                                           L’opera, forse con varie interruzioni, si pro-
L’elemento di maggior valore artistico nel           trasse per quasi un secolo.
complesso della Basilica di S. Nicola è certa-       Il monumentale chiostro, costruito intorno al
                                                     1370, viene attribuito all’opera della locale
                                                     corporazione di mastri carpentieri, falegnami,
                                                     scalpellini, in buona parte di origine lombar-
                                                     da. Il chiostro è composto da 30 capitelli de-
                                                     corati con motivi vegetali, ad eccezione di
                                                     quello angolare che presenta figure umane
                                                     che la tradizione vuole siano i ritratti dei com-
                                                     mittenti.
                                                     Le colonne sono costruite in cotto e differi-
                                                     scono tra loro per la forma, essendo alcune
                                                     lobate, altre cilindriche altre ancora poliedri-
                                                     che. Raffinato ed elegante, nel lato sud del
                                                     chiostro stesso, il portale in cotto, recante
                                                     tracce di policromia, che immetteva
                                                     nell’antico refettorio.
mente il cosiddetto “Cappellone”, forse in           Tre ali del chiostro sono integralmente con-
origine Sala Capitolare, che presenta il più         servate. la quarta invece, parallela alla chiesa,
vasto ciclo di affreschi delle Marche eseguito       fu arretrata nei primi anni del secolo XVII° per
intorno al 1320 da Pietro da Rimini, illustre        dare spazio alle cinque cappelle costruite
esponente della scuola giottesco-riminese.           all’interno del lato destro della Basilica.
Sulle vele della volta sono rappresentati i          OPERE
quattro Evangelisti ed i quattro Dottori della       Da ricordare per il loro valore artistico, la
Chiesa. Nei lunettoni compaiono scene della          “Visione di S. Anna” del Guercino, dipinta nel
vita della Vergine; nella fascia mediana sono        1640; una notevole statua lignea da presepio
descritti episodi della vita di Cristo mentre in
quella inferiore compaiono momenti della
vita di S. Nicola e la raffigurazione di alcuni
suoi miracoli.
Al centro del “Cappellone” si innalza una
pregevole statua in pietra policromata soste-
nuta da un’arca in marmo sotto la quale era
stato sepolto il corpo di S. Nicola. Recenti
studi attribuiscono le due opere, risalenti alla
seconda metà del ‘400, allo scultore fiorenti-
no Niccolò di Giovanni che operò prevalente-
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                             pag. 29
raffigurante la “Madonna col Bambino” del            sorretti da pilastri cilindrici in laterizio. Al
secolo XIV affiancata da un S. Giuseppe, ed          primo piano un altro porticato affianca un
una pregevole “Deposizione” su tavola, resi-         ampio salone, probabilmente la parte del
duo di una grande e complessa pala d’altare,         castello che aveva funzione di residenza. Dal
databile al 1521, recentemente attribuita al         cortile si accede a una cappellina barocca
pittore tolentinate Marchisiano di Giorgio.          eretta dai Gesuiti.
MUSEI                                                Testimonianze non confermate sostengono
Di interesse antropologico oltre che artistico       l'esistenza, al centro del cortile, di un'altra
è anche il Museo degli ex voto che raccoglie         cisterna dove sembra vennero sepolti molti
circa 400 tavolette dei secoli XV-XIX. Impor-        dei caduti durante la Battaglia della Rancia
tante inoltre, il Museo delle Ceramiche, una         nel 1815. Secondo la tradizione esisterebbe
collezione di pezzi di varie officine italiane       inoltre una galleria medievale che dovrebbe
(Albisola, Nove, Castel Durante, Castelli. Pesa-     congiungere il Castello alla Basilica di S. Nico-
ro, Deruta, ecc.). dall’epoca romana fino al         la.
secolo scorso.
Suggestivi anche il grande Presepio meccani-
co, aperto tutto l’anno, ed il diorama con
scene della vita di S. Nicola.


Castello della Rancia
Sulla pianura situata alla sinistra del fiume
Chienti, a 7 chilometri da Tolentino, s'innalza,
maestoso e suggestivo, il Castello della Rancia
ricostruito nel sec. XIV sulle strutture di una
preesistente grancia cistercense.
Il castello, di forma quadrangolare, è compo-
sto da una cinta merlata rafforzata da tre
torri angolari. A difesa dell'ingresso principale
del castello si eleva una delle torri a cui si
accedeva mediante un ponte levatoio, sosti-
tuito in seguito da uno in muratura.
Il mastio, nucleo originario della preesistente
grancia, è alto circa 30 metri ed è costituito
da quattro piani, di cui i primi tre sono voltati
a crociera. Al secondo piano, fornito di un
ampio camino e raggiungibile tramite una
scala a chiocciola in pietra, si trovava l'allog-
gio del granciario e poi del castellano.
Il piano seminterrato del mastio, illuminato
da due alte feritole a bocca di lupo, fu un
tempo usato come prigione come indicano i
grossi anelli in ferro infissi alle pareti.
Su due lati adiacenti della corte, provvista al
centro di una profondissima cisterna, si innal-
zano due porticati con archi a tutto sesto
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                             pag. 30
Sabato 25 agosto

PROGRAMMA MATTINA:
ore 8.00 partenza per Urbino (arrivo previsto ore 10.00 (Visita guidata al Palazzo Ducale inter-
no ed esterno e al Duomo)
ore 12.30-13.00 pranzo a Urbino: Ristorante San Giovanni, Via Federico Barocci 13
Pomeriggio visita libera per le strade della città
Ore 17.00 partenza per Giussano (cena al sacco)
ore 24.00 previsto rientro


                                                    ti, fino all'estinzione della stessa. I primi con-
Urbino                                              tatti con il mondo dell'arte si ebbero al tempo
STORIA                                              del conte Guidantonio, quando nel 1416 i
L'antica capitale del ducato montefeltresco         fratelli sanseverinati Lorenzo e Jacopo Salim-
(35 km da Pesaro) sorge sulla cima di due colli     beni furono chiamati ad affrescare l'oratorio
e lungo le loro pendici con i tetti delle case e    di S.Giovanni, seguiti dall'eugubino Ottaviano
delle chiese digradanti verso Porta Lavagine a      Nelli e dal ferrarese Antonio Alberti che ad
nord-est e verso Porta Valbona a sud-ovest. È       Urbino lasciarono più di un'opera. Dopo la
una delle maggiori mete del turismo artistico       morte di Guidantonio (1443) e l'assassinio del
mondiale, per la sua storia e per i tanti monu-     giovane Oddantonio (1444), fu però soprat-
menti e opere d'arte in essa contenuti.             tutto con Federico II da Montefeltro, prima
Ha origini antichissime, ma si ha documenta-        conte e poi duca, che Urbino raggiunse il
zione solo a parti-                                                                 massimo del suo
re dal III secolo                                                                   splendore artisti-
a.C., quando Urvi-                                                                  co, soprattutto
num Mataurense                                                                      dopo la raggiunta
assunse la dignità                                                                  supremazia terri-
di municipio ro-                                                                    toriale dei Mon-
mano (resti di                                                                      tefeltro, definiti-
mura e del tea-                                                                     vamente strap-
tro). La posizione                                                                  pata alle ambi-
strategica ne                                                                       zioni espansioni-
favorì il coinvolgi-                                                                stiche dello scon-
mento nelle lotte                                                                   fitto Sigismondo
che caratterizza-                                                                   Malatesta
rono il periodo                                                                     (1463). Fu per
feudale, quando si schierò dalla parte dei          volontà del duca Federico che la vecchia di-
ghibellini e Antonio da Montefeltro, sedando        mora medievale dei Montefeltro fu ampliata
a Roma una rivolta contro l'imperatore Fede-        e abbellita da Luciano Laurana prima e da
rico Barbarossa, conquistò sul campo il titolo      Francesco di Giorgio Martini poi, fino a diven-
di conte e la carica di vicario imperiale di        tare lo splendido Palazzo Ducale, capolavoro
Urbino (anno 1155). Fu l'inizio del legame          assoluto (con i suoi 'Torricini' e con il suo
della città con la dinastia dei Montefeltro         'Cortile d'Onore') dell'arte rinascimentale e
durato, pur con momenti difficili e contrasta-
Loreto, la Santa Casa                 agosto 2012                                              pag. 31
oggi sede della prestigiosa Galleria Nazionale       ospitato all'interno del monumentale ex mo-
delle Marche che ospita capolavori assoluti          nastero di S.Chiara, e quella ancora della
come la "Flagellazione" e la "Madonna di             cosiddetta 'Scuola del Libro' con la sua meri-
Senigallia" di Piero della Francesca e la            tata fama di fabbrica di talenti artistici nel
"Muta" di Raffaello Sanzio. Un'autentica reg-        campo della grafica e delle varie tecniche
gia in cui vive eternata la memoria del duca         incisorie.
Federico con quella del figlio Guidubaldo e          Ogni anno, in agosto, Urbino celebra se stessa
della loro splendida Corte; di sala in sala, dal     con la Festa del Duca: una rievocazione in
'Salone del Trono' fino a quell'unicum che è lo      costume per le vie del centro a cui partecipa-
'Studiolo del Duca' con il suo splendido rive-       no saltimbanchi e mangiafuoco, culminante
stimento ad intarsi e la serie dei ritratti degli    nella sfida fra contee alla presenza della Corte
"Uomini illustri". È però anche girando per          ducale.
Urbino, lungo le sue ripide strade e stradette,      GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE
che si incontrano tutte le tessere di un mosai-      CENNI STORICI
co urbano che reca i segni di una lunga storia       E' ospitata nel Palazzo Ducale, straordinaria
artistica e culturale: dalla mole neopalladiana      dimora principesca del Quattrocento, voluta
della Cattedrale, ricostruita dal Valadier dopo      dal duca Federico da Montefeltro (1422 -
il terremoto del 1784, al magnifico portale in       1482), signore della città di Urbino dal 1444 al
travertino (con la copia della lunetta di Luca       1482 "gloriae ac posteritati suae".
della Robbia) della chiesa di S.Domenico,            Un "palazzo in forma di città", come lo definì
dalla medievale chiesa di S.Francesco con il         Baldassarre Castiglione, che rispecchia la
bel campanile gotico cuspidato e la grande           personalità guerriera e al tempo stesso illumi-
pala d'altare di Federico Barocci, all'oratorio                                                   nata
di S.Giuseppe con il famoso 'Presepe' del                                                         e
Brandani, da Palazzo Albani (secoli XV-XVIII)                                                     colta
alla vicina chiesa di S.Spirito (sec. XVI), alla                                                  del
casa natale di Raffaello sede dell'omonima                                                        suo
Accademia istituita nel 1869. Più in alto la                                                      Si-
Fortezza Albornoz dai cui spalti la vista spazia
in direzione del Palazzo Ducale con i suoi
'Torricini', ma anche verso le colline più pros-
sime come quella dominata dalla quattrocen-
tesca chiesa di S.Bernardino, sede del Mauso-
leo dei Duchi. E ancora, scesi a valle, lo splen-    gnore.
dido panorama urbano che si gode da Borgo            Vi lavorarono gli architetti Luciano Laurana
Mercatale con l'incombente volume semici-            (1420 - 1479), autore del superbo cortile e
lindrico che racchiude la quattrocentesca            della facciata serrata tra i due slanciati torrici-
Rampa elicoidale di Francesco di Giorgio Mar-        ni, e Francesco di Giorgio Martini (1439 -
tini, sovrastata dalla mole ottocentesca del         1502) che ideo' il prospetto principale, la
Teatro 'R. Sanzio' e, ancora sopra, dalle absi-      cosiddetta "facciata a due ali".
di, dalla cupola e dal campanile della Catte-        DESCRIZIONE SEDE
drale, affiancate dai finestroni del giardino        Un primo gruppo di opere, proveniente dagli
pensile e del monumentale fronte occidenta-          edifici delle corporazioni religiose soppresse,
le del Palazzo Ducale. C'è poi infine la Urbino      venne a costituire nel 1861 il nucleo principa-
città degli studi, quella della Libera Università    le della Galleria che, considerata una delle più
e del suoi moderni Collegi e quella dell'Istitu-     preziose raccolte d'arte in Italia, fu istituita
to Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA),     nel 1912, sotto la direzione di Lionello Ventu-
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                              pag. 32
ri, l'allora soprintendente, con l'intento di        Dopo gli ultimi restauri, è possibile visitare
raccogliere, custodire e valorizzare gli oggetti     anche i sotterranei del Palazzo con la neviera,
d'arte provenienti dall'intero territorio regio-     la selleria, la lavanderia, la cucina, la stalla ed
nale.                                                il bagno del Duca.
Il percorso, all'interno del Palazzo, oltre a        DUOMO
condurre il visitatore in ambienti di grande         STORIA
suggestione, tra cui lo "Studiolo del Duca", la      Fondata nel 1021, in sostituzione di una pre-
"Cappellina del Perdono" e il "Tempietto delle       cedente chiesa fuori le mura, la cattedrale
Muse", lo avvicina alle numerose testimo-            urbinate aveva una pianta originariamente
nianze della civiltà figurativa urbinate e a         ruotata di 90° rispetto a quella attuale, ed era
capolavori assoluti come: "La profanazione           di dimensioni assai minori. Ricostruito nel XV
dell'Ostia" di Paolo Uccello (1397-1475), "La        secolo su istanza di Federico da Montefeltro,
Flagellazione" e la "Madonna di Senigallia" di       il duomo di Urbino fu edificato secondo un
Piero della Francesca (1415/20-1492), la             progetto semplicissimo e spoglio, a tre navate
"Pentecoste" e la "Crocefissione" di Luca            su bianchi piloni, secondo un progetto attri-
Signorelli (1441/50-1523), "La Muta" di Raffa-       buito al senese Francesco di Giorgio Martini
ello (1483 - 1520), l"Ultima Cena" e la              che in quegli anni era architetto di fiducia del
"Resurrezione" di Tiziano (1487/88-1576),            duca. L'edificio fu terminato nel 1604.
l'"Assunzione                                                                        Questa singolare
della Vergine" di                                                                    opera del Rinasci-
Federico Barocci                                                                     mento andò per-
(1535 - 1612), la                                                                    duta con il terre-
"Madonna col                                                                         moto del 12 gen-
Bambino e Santa                                                                      naio 1789 con il
Francesca Roma-                                                                      crollo della cupo-
na" di Orazio                                                                        la, che costrinse
Gentileschi                                                                          gli urbinati a rico-
(c.1563 - 638 o                                                                      struire la loro
46).                                                                                 cattedrale affi-
Di recente acqui-                                                                    dando il progetto
sizione la Colle-                                                                    all'architetto
zione Volponi                                                                        romano Giuseppe
donata dallo scrittore urbinate che compren-         Valadier (1762-1839), che concluse l'edificio
de, tra l'altro, dipinti del Trecento bolognese      nel 1801.
e tele del Seicento marchigiano.                     La facciata, in pietra del Furlo, è opera di
Importanti le raccolte di disegni e incisioni, la    Camillo Morigia (1743-1795) e realizzata nel
collezione di ceramiche e maioliche dei secoli       1782, su commissione dell'arcivescovo Dome-
XV e XVI e il misterioso dipinto della "Città        nico Monti, è ornata da cinque statue, sul
ideale" (1480 c.) che, assieme alle due              frontone, rappresentano le Virtù Teologali
"Prospettive" conservate una nella Walters           (Fede, Speranza e Carità), mentre sui due
Art Gallery di Baltimora e l'altra nello Schloss     spioventi, vi sono rappresentati Sant'Agostino
Museum di Berlino, costituì, come afferma            (a sinistra) e San Giovanni Crisostomo (a de-
Maria Grazia Ciardi Duprè, il punto di parten-       stra). Sotto al frontone è riportata l'iscrizione
za di alcuni fra i maggiori problemi prospetti-      "STUDIORUM UNIVERSITATI FASTIGIUM",
ci, urbanistici, di architettura e di spazio che,    come ringraziamento all'Università per aver
nel passaggio dal primo al secondo Rinasci-          finanziato i lavori per la realizzazione del tet-
mento, fondarono la civiltà moderna.                 to. La gradinata antistante il Duomo è stata
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                               pag. 33
sistemata in forme attuali nel 1859 su dise-         Acquistata nel 1635 dall'architetto urbinate
gno dell'arcivescovo Alessandro Angeloni,            Muzio Oddi, passò nel 1873 all'Accademia
presenta, al termine di una elegante balau-          Raffaello che, fondata nel 1869 da Pompeo
stra, sulla sinistra la statua del Patrono San       Gherardi ne divenne gelosa custode, promuo-
Crescentino e sulla destra la statua del Com-        vendo ricerche, opere e studi relativi alla
patrono Beato Mainardo, Vescovo di Urbino.           figura del grande pittore urbinate.
Il raffinato interno, opera del Valadier, è un       Al primo piano si apre un'ampia sala con sof-
bell'esempio di stile neoclassico: a croce lati-     fitto a cassettoni dove è conservata
na, con tre bianche navate coperte da volta a        l'"Annunciazione", tela di Giovanni Santi,
botte, è coronato, all'incrocio del transetto,       assieme a copie ottocentesche di due opere
da una maestosa cupola cassettonata.                 realizzate da Raffaello: la "Madonna della
Tra le opere d'arte si segnalano due tele (il        Seggiola" e la "Visione di Ezechiele".
San Sebastiano nella navata destra, 1557, e la
bellissima Ultima Cena nella cappella del Sa-
cramento, 1603-1608) di Federico Barocci,
un'Assunta di Carlo Maratta (1707 circa) e la
Natività della Vergine di Carlo Cignani (1708).
Nei pennacchi della cupola, i tondi con gli
Evangelisti, sono opere di artisti di scuola
romana del XVIII secolo (tra cui Domenico
Corvi e Giuseppe Cades). La pala dell'altar
maggiore, che troneggia nell'abside, con la
Madonna tra i santi protettori di Urbino, è di
Cristoforo Unterperger. L'attuale arciverscovo
della diocesi e della cattedrale è Sua Eccellen-     In una piccola stanza attigua, ritenuta la stan-
za Reverendissima Mons. Giovanni Tani.               za natale del pittore, è collocato l'affresco
MUSEO CASA NATALE DI RAFFAELLO                       della "Madonna col Bambino" attribuito dalla
SEDE E DESCRIZIONE DELLE RACCOLTE                    critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello
La dimora, costruita nel XV secolo venne ac-         giovane. Di particolare interesse sono un
quistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Gio-       disegno attribuito a Bramante (1444 - 1514) e
vanni Santi (1435 - 1494) umanista, poeta e          la raccolta di ceramiche rinascimentali, depo-
pittore alla corte di Federico da Montefeltro,       sito temporaneo della Collezione Volponi.
che vi organizzò la propria bottega dove Raf-        Al piano superiore, sede dell'Accademia, sono
faello (1483-1520) apprese le prime nozioni di       conservati manoscritti, edizioni rare, monete,
pittura.                                             ritratti: tipici esempi della cultura ottocente-
                                                     sca con significato rievocativo e celebrativo.


Macerata

CENNI STORICI                                        ampliandola e trasferendovi la sede vescovile.
Fondata nel 1138, nel 1320 assurge al rango          L'accresciuta importanza di Macerata, posta
di Città e viene inserita tra le civitatis maio-     peraltro in posizione centrale nel territorio
res, per volontà di Papa Giovanni XXII che           della Marca, induce rettori e vicari della Mar-
vuole premiare la sua fedeltà alla Chiesa,           ca anconetana a trasferirvi la loro residenza. Il

Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                            pag. 34
Trecento è segnato anche dalle dominazioni           da Francesco Mancini e Sebastiano Conca. La
di diverse Signorie. A causa delle discordie tra     Chiesa di Santa Maria delle Vergini, edificata
i signori locali, Macerata subisce un assedio        in stile bramantesco custodisce all'interno
nel 1377, dal quale si libera con una gloriosa       una tela sul tema dell'Epifania del Tintoretto
impresa militare. Nel Quattrocento gli Sforza        e aiuti. La Chiesa di San Giovanni mostra i
occupano i suoi territori, ma una lega santa si      canoni architettonici del tardo Rinascimento,
oppone loro per sottomettersi allo Stato della       tipici delle chiese dell'Ordine dei Gesuiti, a cui
Chiesa. Quest'ultimo accorda per gratitudine         appartenne anche l'illustre missionario mace-
alla città lo status di Corte Generale de lo         ratese Padre Matteo Ricci. La Chiesa di San
Rectore de Sancta Chiesa. Grazie a tale titolo,      Filippo, con interno a pianta ellittica, è di
Macerata viene ufficialmente elevata al ruolo        particolare effetto estetico.
di capoluogo della Marca anconetana, avvian-         La città si pregia di numerosi palazzi storici tra
dosi verso un periodo di profonda trasforma-         cui: Palazzo Ricci, risalente al XVI sec., di note-
zione del proprio tessuto sociale.                   vole bellezza, ripristinata anche a seguito di
Nel Cinquecento la città raggiunge il suo mas-       un'accurata opera di restauro, oggi sede di
simo potere politico e ottiene l'istituzione         una raccolta d'arte di grande valore; Palazzo
della sede universitaria.                            Compagnoni Marefoschi, con il bel portale
DA VEDERE                                            vanvitelliano; Palazzo Buonaccorsi, futura
Oggi la città, ancora cinta dai bastioni cinque-     sede della pinacoteca, alto esempio di archi-
centeschi, è percorsa dalle tante strade che         tettura tardo-barocca marchigiana; il Palazzo
salgono verso Piazza della Libertà, il cuore del     dei Diamanti caratterizzato dalla facciata in
nucleo storico, su cui si affacciano la Loggia       pietra tagliata a rilievo, di forte impatto sce-
dei Mercanti, di gusto rinascimentale, il Palaz-     nografico.
zo del Comune, costruito nel 1600 e restaura-        Attrazioni turistiche sono anche i musei della
to nell'Ottocento, la Torre dell'Orologio, il        città: la Pinacoteca Civica, composta da due
Palazzo della Prefettura, antica sede dei legati     sezioni: una di arte antica, che annovera, tra
pontifici (sec. XVI), il settecentesco teatro        gli altri, dipinti di Carlo Crivelli, Giovanbattista
comunale Lauro Rossi, progettato dal Bibiena,        Salvi e Carlo Maratta; una di arte contempo-
e l'ex-Chiesa di San Paolo risalente al XVII sec,    ranea con opere di Aligi Sassu, Osvaldo Licini,
adiacente sul suo lato destro all'ingresso del       Corrado Cagli e di numerosi altri artisti. Nello
Palazzo dell'Università, e da essa trasformata       stesso edificio si trovano anche il Museo della
in auditorium.                                       Carrozza, il Museo Civico, il Museo Risorgi-
Tra i luoghi di culto si segnalano: il Duomo,        mentale delle Marche e la Biblioteca Civi-
progettato da Cosimo Morelli, il Santuario-          ca.Sono in corso dei laviori per collocare i
Basilica Madonna della Misericordia, edificato       musei nello splendido Palazzo Buonaccorsi.
alla fine del 400 sul                                                                Nei sotterranei del
luogo di una cap-                                                                    cinquecentesco
pella votiva co-                                                                     Palazzo Rossigni
struita per scon-                                                                    Lucangeli è situato
giurare il pericolo                                                                  il Museo di Storia
della peste. Nel                                                                     Naturale.
1735 Luigi Vanvi-                                                                    LO SFERISTERIO
telli ne progettò                                                                    Lo Sferisterio fu
l'architettura                                                                       costruito grazie alla
dell'interno, men-                                                                   "generosità di 100
tre le decorazioni                                                                   consorti" macera-
furono realizzate                                                                    tesi per il gioco
Loreto, la Santa Casa                  agosto 2012                                                pag. 35
della palla (sphaera) col bracciale,
disciplina sportiva in voga nelle mar-
che dal secolo XV sino alla metà
dell'800. I lavori, iniziati il 2 ottobre
1820, si protassero sino al 1829 quan-
do finalmente il 5 settembre, in un
eccezionale clima di festa popolare, lo
Sferisterio venne augurato. Nel 1921,
per la prima volta, si allestì un'opera
lirica: una memorabile edizione di
"Aida", voluta dal maceratese conte
Pier Alberto Conti, richiamò spettato-
ri da ogni parte d'Italia. L'anno successivo si       nella regione. Sul basamento vi è una lapide
tenne un'applaudita edizione de "La Giocon-           che ricorda Vittorio Emanuele II, per sistema-
da". Dal 1967, ogni estate, le Stagioni Liriche       re questa lapide fu sacrificato purtroppo,
dello Sferisterio richiamano il pubblico più          l'artistico orologio ad automi, simile a quello
esigente ad applaudire originali proposte e           di Venezia, costruito nel 1569 dai fratelli Ra-
cast prestigiosi in una struttura felicissima,        nieri di Reggio Emilia, famosi orologiai, con le
monumentale ma intima, che garantisce una             statue lignee della Madonna col Bambino, cui
perfetta visibilità ed una eccellente acustica.       le figure dei Re Magi al suono delle ore, ren-
TORRE CIVICA                                          devano omaggio.
La Torre Civica, iniziata intorno al 1492, da         Dalla terrazza del coronamento, facilmente
Matteo d'Ancona, venne continuata nella               accessibile, si domina un panorama unico che
metà del '500, sui disegni di Galasso Alghi-          spazia dai monti Sibillini al mare. Lo sguardo
si da Carpi, architetto militare, e fu ultima-        scorre sulle numerosissime cittadine intorno,
ta sui modelli dell'artista, nel 1653. E' alta 64     tutte su sommità collinari, intervallate da una
metri, ed è uno dei migliori edifici del genere       campagna coltivata come un giardino.




                                                             PREGHIERA AI PASTI

Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen.
O Dio, amante della vita, che nutri gli uccelli
del cielo e vesti i gigli del campo, benedici noi
e questo cibo perché possiamo servirti
meglio nei nostri fratelli. Amen.


Loreto, la Santa Casa                   agosto 2012                                            pag. 36
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 37
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 38
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 39
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 40
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 41
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 42
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012   pag. 43
Preghiera per la santificazione della famiglia
O Maria, siamo qui per imparare da Te
la grande lezione della vita.
Tu ci guardi come solo una madre
sa guardare i suoi figli.
La Santa Casa custodisce il ricordo
della tua quotidiana fatica
e del lavoro umile di Gesù e di Giuseppe:
aiutaci a lavorare con cuore puro
affinché il nostro lavoro sia libero dall'egoismo,
libero dall'ingiustizia e dalla violenza.
Davanti a Te, o Madre,
tante mamme hanno pregato
e Ti hanno presentato con fiducia i loro figli
come Tu un giorno presentasti Gesù nel Tempio.
Oggi le nostre famiglie si stringono attorno a te:
riporta nelle nostre case la preghiera
che illumina e genera fraternità,
unendo genitori e figli in una festa di fede.
Aiutaci a guardare in Alto
per scoprire il nostro vero volto
nel Volto Santo di Dio.
Cammina sempre con noi perché viviamo
donando generosamente
noi stessi
come ha fatto Gesù,
figlio del Tuo sì,
Salvatore di ogni uomo,
meta della nostra vita.
Amen.
Loreto, la Santa Casa   agosto 2012              pag. 44

More Related Content

PDF
Tricora e Ponte Latrone
PPS
Il duomo di casertavecchia
DOC
La Cappella Sistina come spazio museale
PDF
Il centro antico di Monteroduni
PPS
Santa Felicita
PDF
Castel Seprio Guida alla visita
PDF
20. Le abitazioni romane - Altre tipologie
Tricora e Ponte Latrone
Il duomo di casertavecchia
La Cappella Sistina come spazio museale
Il centro antico di Monteroduni
Santa Felicita
Castel Seprio Guida alla visita
20. Le abitazioni romane - Altre tipologie

What's hot (20)

PPSX
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
PDF
Archeomolise - L'alta valle del volturno - Michele Raddi
PDF
La valle perduta
PPT
Monasteri benedettini
PDF
13. Architettura romana - Ordini architettonici- Archi e Volte
PDF
22. Architettura Bizantina - Caratteri generali
PDF
E. gallocchio il_cd_tempio_di_venere_e_c
PDF
Il comprensorio archeologico_di_santa_cr(1)
PDF
Angelelli venerecupidine contributi_1_2017
PDF
Pavimenti cosmateschi di_roma_basilica_d(1)
PDF
30. Donato Bramante - Michelangelo Buonarroti
PDF
Pavimenti cosmateschi di_roma_basilica_d
PPT
Monasteri benedettini
PDF
7. Architettura greca - Il tempio - Gli ordini architettonici
PDF
Nei sotterranei della_chiesa_di_sant_euse_p154-187(2)
PDF
Costorio e codolazza
PDF
Chiesa di s.eusebio_all_esquilino_la_stor
PPTX
I templi romani
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
Archeomolise - L'alta valle del volturno - Michele Raddi
La valle perduta
Monasteri benedettini
13. Architettura romana - Ordini architettonici- Archi e Volte
22. Architettura Bizantina - Caratteri generali
E. gallocchio il_cd_tempio_di_venere_e_c
Il comprensorio archeologico_di_santa_cr(1)
Angelelli venerecupidine contributi_1_2017
Pavimenti cosmateschi di_roma_basilica_d(1)
30. Donato Bramante - Michelangelo Buonarroti
Pavimenti cosmateschi di_roma_basilica_d
Monasteri benedettini
7. Architettura greca - Il tempio - Gli ordini architettonici
Nei sotterranei della_chiesa_di_sant_euse_p154-187(2)
Costorio e codolazza
Chiesa di s.eusebio_all_esquilino_la_stor
I templi romani
Ad

Similar to Libretto Loreto (20)

PDF
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
PDF
Pellegrinaggio - Subiaco - San Benedetto
PPT
Mappa Degli Insediamenti.Ppt
PPT
Viaggio di istruzione a Ravenna
PPTX
Tour in Umbria
PDF
Abbazia di San Vito
PPT
Romanico in Sardegna
PPS
Chiesa dell' olmo e g.battista vico
PPTX
Arte etrusca
PDF
Take Me To The Mountain A Modern Mail Order Bride Romance Kaci Rose
PPT
Basilica di Sant'Ambrogio
PPT
Leon Battista Alberti
PDF
Progetto Trinacria
PDF
lavoro di arte effettuato in classe con un compagno di classe
PDF
Edicole Sacre nel territorio: aspetti di storia e religiosità popolare nel lu...
PPS
Il duomo di amalfi esterni e cripta
PDF
petralia soprana comune
PDF
Perù, la ramada di san roque tutela e conservazione
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
Pellegrinaggio - Subiaco - San Benedetto
Mappa Degli Insediamenti.Ppt
Viaggio di istruzione a Ravenna
Tour in Umbria
Abbazia di San Vito
Romanico in Sardegna
Chiesa dell' olmo e g.battista vico
Arte etrusca
Take Me To The Mountain A Modern Mail Order Bride Romance Kaci Rose
Basilica di Sant'Ambrogio
Leon Battista Alberti
Progetto Trinacria
lavoro di arte effettuato in classe con un compagno di classe
Edicole Sacre nel territorio: aspetti di storia e religiosità popolare nel lu...
Il duomo di amalfi esterni e cripta
petralia soprana comune
Perù, la ramada di san roque tutela e conservazione
Ad

More from neple (20)

PDF
Dalla Comunità Pastorale S. Paolo
PDF
Libretto Umbria 2015
PDF
Giornalino 5c
PDF
Sindaco saluto2014
PDF
Gli alunni si raccontano - 2B
PDF
Gli alunni si narrano in un libro - 2B
PDF
Locandina raccontami la scuola
PDF
Cartella stampa cinema ambulante
PDF
Volantino Cinema Ambulante
PDF
Genitori, chi?
PDF
Cittadino 22 feb '14
PDF
Saluto don norberto
PPTX
Presentazione progetto "Sguardi al Futuro"
PDF
P.o.f. 2013 . 2014
PDF
Parmitanoloc
PDF
Saluto inizio anno scolastico 2013
PDF
Trieste - Preghiere (Pellegrinaggio Famiglie)
PDF
Lucca, Siena , Sangimignano 2010
PDF
Roma 2008
PDF
Assisi 2009
Dalla Comunità Pastorale S. Paolo
Libretto Umbria 2015
Giornalino 5c
Sindaco saluto2014
Gli alunni si raccontano - 2B
Gli alunni si narrano in un libro - 2B
Locandina raccontami la scuola
Cartella stampa cinema ambulante
Volantino Cinema Ambulante
Genitori, chi?
Cittadino 22 feb '14
Saluto don norberto
Presentazione progetto "Sguardi al Futuro"
P.o.f. 2013 . 2014
Parmitanoloc
Saluto inizio anno scolastico 2013
Trieste - Preghiere (Pellegrinaggio Famiglie)
Lucca, Siena , Sangimignano 2010
Roma 2008
Assisi 2009

Libretto Loreto

  • 1. Mercoledì 22 agosto Partenza dal piazzale dell’Oratorio S.G.Bosco ore 6.00 (ritrovo 5,45 per carico bagagli) Arrivo a San Leo entro le ore 11.30. Partenza con la Navetta in 2 viaggi. Ore 12.00 ritrovo sul piazzale antistante l’ingresso della Fortezza e visita guidata agli edifici e ai musei Ore 13.30 pranzo al sacco e in seguito visita ai principali monumenti del centro storico Ore 15.00 ritrovo alla fermata della Navetta presso il centro storico Ore 15.30 Partenza per Macerata e arrivo per le 18.30 Cena e Macerata by Night DOMUS SAN GIULIANO Via Cincinelli n° 4, 62100 Macerata tel. 0733.232738 E-Mail: sangiuliano@domusmacerata.it Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 1
  • 2. stanti le navate: la cripta o confessionale ed il San Leo cosiddetto Sacello di San Leone che reca le LA PIEVE tracce di una sorta di abside scavata diretta- La Pieve è il più antico monumento religioso mente nella roccia, al quale si accede da una di San Leo e dell’intero territorio del Montefel- porta esterna in prossimità della facciata. tro. Costituisce la prima testimonianza mate- In esso si conserva, reimpiegato nello strom- riale della cristianizzazione di questa zona bo di una monofora, il fronte di un sarcofago, dell’entroterra: la primitiva cellula di una con la raffigurazione mistica di due pavoni storia che si mescola e confonde con la tradi- che si abbeverano al cantaro che, insieme al zione. rilievo murato nella parete sud della chiesa, Il termine latino plebs sta a significare popolo costituisce la più antica testimonianza sculto- e cioè lo strato sociale rea dell’edificio, più umile della popo- forse antecedente lazione, che aveva l’VIII secolo. fatto propri i valori La chiesa è innalzata cristiani rapidamente su una pianta basili- propagati nel mondo cale; la muratura latino. Durante il Me- esterna, in conci dioevo il termine pas- d’arenaria, calcare e sò ad indicare pietre d’altra natura, l’edificio in cui non è scandita da lesene solo si celebravano i originate da uno sacramenti e si parte- zoccolo più ampio cipava alle messe conformato a mo’ di solenni, ma si svolge- base. Il curvo profilo delle tre absidi è sottoli- vano anche le riunioni dei capifamiglia per il neato da archetti pensili, formati da conci dibattimento dei problemi legati alla comuni- alternati a laterizi, ritmicamente disposti a tre tà. Infatti, dopo la riorganizzazione del retico- a tre fra una lesena e la successiva. L’abside lo plebano, avvenuta in età carolingia, sem- maggiore è ampia più del doppio delle due pre maggiore risultò il ruolo ricoperto dalla minori, cosicché queste ultime sono inglobate pieve, anche in campo civile e amministrati- in essa per un terzo circa del loro perimetro, vo. dando vita ad un carattere peculiare del ro- Il masso di Montefeltro fu evangelizzato dal manico leontino che si ritrova anche nella Santo dalmata Leone in epoca tardo-antica vicina Cattedrale. (III-IV secolo). Fu lo stesso Santo, che la tradi- Non è sopravvissuta la probabile archeggiatu- zione vuole esercitasse il mestiere di taglia- ra dei fianchi e della facciata. Quest’ultima, pietre, ad edificare una prima chiesa dedicata altissima sulla roccia a strapiombo, è animata all’Assunzione di Maria (la Dormitio Virginis da cinque possenti contrafforti, il mediano dalla liturgia orientale). dei quali è interrotto dalla bifora posta al La Pieve di San Leo può essere raffigurata centro della facciata. Si accede all’interno metaforicamente come una nave incagliata della chiesa da due portali praticati nei muri su uno scoglio, una nave di pietra ancorata di fianco, ambedue -ad arco a pieno sesto- per sempre alla roccia che la sorregge e di cui sormontati da una caratteristica loggetta si compone. L’edificio è infatti posto a cava- cieca, nelle ghiere della quale, l’alternarsi dei liere di una protuberanza rocciosa del masso conci bicolori, costituisce un rinnovato richia- leontino cosicché, rispettivamente a levante e mo all’arte bizantina-ravennate. a ponente, c’è spazio per due ambienti sotto- L’interno, ad impianto longitudinale, è scandi- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 2
  • 3. to dalle arcate a pieno centro, impostate su altomedievali (come i pilastrini riutilizzati sostegni alterni che dividono le tre navate. nelle pseudologgette esterne, provenienti L’alternanza dei sostegni è congegnata nel dalla recinzione del presbiterio, i quali pre- succedersi di due colonne a due pilastri e di sentano dei capitelli molto simili a quelli del una colonna ad un pilastro, secondo un ritmo ciborio) posticipano l’attuale assetto architet- i cui precedenti vanno ricercati tonico della chiesa al secolo XI. nell’architettura medievale d’oltralpe. La chiesa carolingia, probabilmente compro- Tutte e sei le colonne sono elementi di reim- messa nella struttura da un evento traumati- piego e cioè frammenti d’epoca romana o co quale un terremoto, venne quasi comple- tardo-antica utilizzati originariamente in altre tamente ricostruita nel nuovo stile romanico costruzioni; lo stesso vale per i quattro capi- certamente pochi anni dopo il fatidico anno telli corinzi che sormontano le colonne delle mille. navate (databili tra il I ed il IV secolo). A tutt’oggi la Pieve costituisce comunque uno Le pareti interne della chiesa erano certa- dei monumenti medievali più affascinanti mente intonacate ed in gran parte decorate dell’Italia centrale: insieme all’adiacente Duo- da pitture ed affreschi di varia epoca, le trac- mo ed alla Torre campanaria va a conformare ce dei quali sono state disgraziatamente can- un vero e proprio ‘campo dei miracoli’. cellate dai radicali restauri degli anni trenta. Il Presbiterio, rialzato sulla cripta, accoglie IL DUOMO nell’incavo dell’abside centrale il bellissimo Alta come su un podio, saldamente ancorata ciborio datato 882, che un’iscrizione recita alla roccia che la sostiene, la cattedrale di San dedicato dal Duca Orso alla Vergine:«AD HO- Leo si erge su una protuberanza del masso NORE (M) D (OMI) NOSTRI IH (ES) U XP (IST) I leontino, in luogo consacrato sin dall’era prei- ET S (AN) C (T) E D (E) I IENETRICIS SE (M) P storica alla divinità. (ER)/QUE VIRGINIS MARIE. ECO QUIDEM E’ certamente il più alto esempio URSUS PECCATOR/DUX IUSSIT ROGO VOS OM d’architettura medievale conservato nel (NE) S QUI HUNC LEGITIS ORATE P(RO) ME/ Montefeltro e costituisce una delle più singo- TEMPORIBUS DOM(I) NO IOH(ANNIS) P (A) P lari ed importanti testimonianze (E) ET KAROLI TERTIO IMP (ERATORIS) IND dell’architettura romanico-lombardo ingloba (ICTIONE) XV/». (Ad onore del Signore nostro ed occulta i resti di una più antica fondazione Gesù Cristo e della Santa Madre di Dio la religiosa, il Duomo altomedievale, costruito a Sempre Vergine Maria, io Orso Duca, pecca- ridosso del VII secolo quando Montefeltro tore, feci fare questa (San Leo), eretta opera. Supplico voi a ‘civitas’, di- che leggete di pregare venne sede di per me. Fatto al tem- una nuova dio- po di Giovanni Papa e cesi. di Carlo III imperato- Di questa prima re, nell’Indizione XV) chiesa rimango- La preziosa data è no numerosi stata ritenuta valida frammenti scul- per datare l’intera torei, come gli costruzione, ma ele- eloquenti resti menti strutturali pie- del ciborio dedi- namente romanici, cato a San Leo- come la composizione delle murature a filari ne, alcuni capitelli con caratteristici motivi regolari, o il reimpiego di frammenti scultorei fitomorfici ed i leoni alati del protiro Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 3
  • 4. (dimezzati ed assemblati a sostenere una volta suddivisa in cinque navatelle. colonna della navata). Nell’abside della cripta era collocato il sarco- Non siamo a conoscenza delle cause che por- fago con le spoglie del santo fondatore, del tano gli uomini del XII secolo ad erigere una quale si conferma il coperchio con l’iscrizione, nuova cattedrale (un’iscrizione afferma pe- datato al VI secolo: esso era certamente meta rentoria la data di riconsacrazione, (1173). dei pellegrini che abbandonando la costa Il Duomo ‘nuovo’ è opera di maestranze ro- s’inoltravano nell’Appennino passando per maniche guidata da archetti (o capo-mastri) San Leo alla volta di Roma. emiliano-lombardo: sorprendente, come L’edificio è interamente soffittato a volta sin pochi altri monumenti dell’epoca, per la gran- dalla fondazione; alcune delle volte sono de omogeneità stilistica, sia nell’esterno orna- state parzialmente restaurate nel tardo ’500. to quanto nella spoglia severità dell’interno. Le navate sono delimitate da pilastri a fisco e Il paramento murario è interamente compo- da colonne di spoglio (di marmo cipollino), su sto di arenaria concia e legata, di caldo color cui s’innalzarono archi a sesto spezzato rite- ocra all’esterno, grigio-ferrigna all’interno, nuti preannuncio dello stile gotico imminen- forse estratta da una cava posta nei pressi del te. convento di Sant’Igne, della quale è persa Presentano straordinario interesse i costoloni l’esatta localizzazione. sottostanti le volte della nave Le murature perimetrali esterne centrale, originale da quattro sono scandite da lesene semicir- telamoni, indizio sicuro di un colari e recano al culmine influsso della prima architettura un’archeggiatura pensile che borgognona-cistercense. corre interrotta sotto il cornicio- La chiesa conserva un eccezionale ne. corredo scultoreo che annovera, Non v’è ingresso in facciata, oltre ai capitelli corinzi del III come nell’adiacente Pieve secolo (d.C.), numerosi capitelli dell’assunta, ma il portale è romanici variamente figurati, i aperto su un fianco ed è sor- più antichi dei quali rappresenta- montato dei busti scolpiti di San no icasticamente i simboli del Leone e di San Valentino, cristianesimo primitivo. anch’essi provenienti della chiesa antica Numerose incisioni raffigurano enigmatici (probabile dalla recinzione presbiterale). emblemi interpretati quale marchio delle Il busto con San Leone è la più antica raffigu- maestranze costruttrici e dei committenti; la razione del santo pervenuta ai nostri giorni; gran parte delle sculture ripropone con sapi- non presenta particolari attributi iconografici da medievale. se non il cartiglio con l’epigrafe col nome in Alcuni fra i capitelli di qualità più elevata o- lettere capitali. stentano una fattura tornita e corposa, una Il superbo isolamento in cui si trova oggi fisicità accusata ed intesa, certamente debi- l’edificio non corrisponde alla sua connotazio- trice alla scultura romanica emiliane di Wili- ne originaria, quando era circondata dal pa- gelmo e di Nicolò. lazzo vescovile e comunicativa direttamente LA TORRE CAMPANARIA con la possente torre campanaria coeva. E’ il monumento più appartato di San Leo, La pianta della chiesa si sviluppa intorno ad non per sua mole, massiccia e imponente, una croce latina, affiancata da due navate quanto per sua collocazione impervia ed una minori, divise in quattro campate; il transetto sorta d’innata alterigia che, ancor’ oggi, inti- pausa lo spazio prima dell’alto presbiterio morisce ed allontana. triabsidato, innalzato su un’ampia cripta a sua Il campanile-torre è edificio di grande bellez- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 4
  • 5. za, opera compiuta del romanico anzi, emble- vado" parla Giambattista Marini nelle sue matico esempio di quello stile architettonico. memorie manoscritte del 1730, conservate Le sue murature esterne - principalmente nell’archivio storico comunale di San Leo. d’arenaria ocra - sono costruite con perizia certosina, i conci sono connessi l’uno all’altro, IL FORTE RINASCIMENTALE in filari regolari, senza rivelare lo strato di Il possente masso calcareo di San Leo, tra- malta che li incolla, così che il muro è un uni- sportato nel Miocene dal Tirreno verso co blocco compatto di pietra dalla base al l’Adriatico, con le pareti perimetrali scoscese culmine. e perpendicolari al suolo, costituisce di per sé L’architettura come escrescenza naturale una fortezza naturale. della roccia su cui è fondata, un tutt'uno con I Romani, consapevoli di tale straordinaria la stessa roccia, come da parabola evangelica: attitudine, costruirono una prima fortificazio- manifesto della fede cristiana per secoli. ne sul culmine del monte. Durante il Medioe- Storicamente sappiamo ben poco della torre, vo, la fortezza venne aspramente contesa da che nell’impianto esterno è certamente con- Bizantini, Goti, Franchi e Longobardi. Beren- temporanea all’adiacente cattedrale del gario II, ultimo re del regno longobardo 1173. d’Italia, venne qui stretto d’assedio da Ottone Il suo perimetro quadrato ingloba ed occulta I di Sassonia, tra il 961 e il 963. all’interno una costruzione a piante circolare, Intorno alla metà del XI secolo, da Carpegna alta sino alla cella campanaria. scesero a San Leo – allora chiamata Montefel- Si tratta probabilmente di una torre precedente, più antica, per alcuni versi affine alla Pieve dell’assunta (IX-XI secolo); vi si ritrova il medesimo tipo d'alcu- ne monofore di quest’interno presentano un impianto e strombatura simili a quelle delle absidi della stessa Pieve. Qualcuno ha prospettato che il corpo cilindrico-raccordato al rivestimento quadrato da una scala a chiocciola in muratura costituisse il campanile della cattedrale altomedioevale. Certamente questa torre ha rivestito funzioni tro – i conti di Montecopiolo; da questo im- militari-difensive, rappresentando il più vicino portantissimo feudo, essi trassero il nome e il rifugio per il vescovo ed i canonici della catte- titolo di conti di Montefeltro. drale in caso di pericolo. Nella seconda metà del Trecento, la fortezza Essa è raffigurata in tutti i "ritratti" del masso venne espugnata dai Malatesta che si alterna- leontino; nell’acquerello del 1626 di France- rono nel suo dominio ai Montefeltro sino alla sco Mingucci vi si scorgono ben due ordini di metà del secolo successivo. finestroni arcuati ed un’altezza ben maggiore: Nel 1441, il giovanissimo Federico da Monte- come se la torre fosse munita di due sopra- feltro fu protagonista di un’ardita scalata stanti celle campanarie di cui non v’è traccia della Rocca. Nel frattempo, l’arte della guerra nell’originale. aveva conosciuto determinanti innovazioni e Di lavori approntati al "campanile del Vesco- la fortezza con la sua struttura medioevale, Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 5
  • 6. composta di semplici torri quadrangolari scar- una ‘’compagnia di disciplina’’ fino al 1914. pate, disposte a recinto del mastio centrale, Oggi la Rocca, ripulita dalle sovrastrutture non era più in grado di sostenere l’avvento ottocentesche che ne alteravano le eleganti delle armi da fuoco. Federico affidò al grande linee rinascimentali, è tornata al suo splendo- architetto e ingegnere senese Francesco di re architettonico che ne fa una delle più cele- Giorgio Martini il compito di ridisegnare la brate testimonianze di arte militare, in una rocca e approntarla alle nuove esigenze di cornice di storia e di arte tra le più belle guerra. d’Italia. La nuova forma, che ridisegnò completamen- CAGLIOSTRO te l’architettura del forte, prevedeva una risposta al fuoco secondo i canoni di una con- Anno del troffensiva dinamica che potesse garantire Signore direzioni di tiri incrociati. Per questo motivo i 1795, nel lati della rocca erano dotati di artiglieria e le giorno 28 vie d’accesso, defilate dalla traiettoria del del mese fuoco nemico, erano protette da avamposti di Agosto militari. La fortezza veniva a costituire così il Giuseppe culmine di un sistema guerresco che si esten- Balsamo, deva a tutto il masso. sopranno- Il forte di San Leo assunte così un emblemati- minato co significato tanto che il Bembo ebbe a defi- Conte di nirle ‘’fortissimo propugnacolo e mirabile Caglio- arnese di guerra’’, ammirevole punto stro, di d’incontro tra natura e arte. Palermo, Nel 1502, Cesare Borgia, detto il Valentino, battezza- sostenuto da Papa Alessandro VI, riuscì ad to ma impadronirsi della fortezza. Tuttavia, alla incredulo, morte del Papa (1503), Guidobaldo da Mon- eretico, celebre per cattiva fama, dopo aver tefeltro ritornò in possesso dei suoi domini diffuso per diverse Nazioni d’Europa l’empia sino al 1516, quando le truppe fiorentine dottrina della massoneria egiziana, alla quale capitanate da Antonio Ricasoli, spalleggiate guadagnò con sottili inganni un numero infini- alla corte papale da Leone X de’ Medici, pe- to di seguaci, incappò in varie peripezie, alle netrarono nella città e fecero capitolare la quali non si sottrasse senza danno, in virtù fortezza. della sua astuzia e abilità; finalmente per I Della Rovere ripresero San Leo nel 1527 e la sentenza della Santa Inquisizione relegato in tennero sino alla devoluzione del Ducato di carcere perpetuo nella rocca di questa città, Urbino al dominio diretto dello Stato Pontifi- con la speranza che si ravvedesse, avendo cio nel 1631. sopportato con altrettanta fermezza e ostina- Dal 1631 la Fortezza venne adattata a carcere zione i disagi del carcere per quattro anni, nelle cui anguste celle, ricavate dagli originari quattro mesi, cinque giorni, colto da un im- alloggi militari, furono imprigionati patrioti provviso colpo apoplettico, di mente perfida e risorgimentali dei quali il più celebre fu Felice cuore malvagio qual era, non avendo dato il Orsini e liberi pensatori come il palermitano minimo segno di pentimento, muore senza Cagliostro. compianto, fuori della Comunione di Santa M. Anche dopo l’Unità d’Italia, la fortezza conti- Chiesa, all’età di cinquantadue anni, due mesi nuò ad assolvere la sua funzione di carcere, e diciotto giorni. Nasce infelice, più infelice fino al 1906. In seguito, per otto anni, ospitò vive infelicissimo muore il giorno 26 agosto Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 6
  • 7. dell’anno suddetto verso le ore 22,45. Nella pareti sono modanate da arcate in stucco. circostanza fu indetta pubblica preghiera, se Di notevole bellezza e originalità è il grande mai il misericordioso Iddio volgesse lo sguar- altare composto in una sorta di ampio retablo do all’opera delle sue mani. Come eretico, ligneo intagliato, dipinto e dorato, datato scomunicato, peccato- 1732, al centro del quale è re impenitente gli viene ricavata una nicchia conte- negata la sepoltura nente l’immagine della Ma- secondo il rito ecclesia- donna col Bambino. Trattasi stico. Il cadavere è di una statua a manichino tumulato proprio sulla risalente al XVIII secolo; estrema punta del l’abito serico di cui era palu- monte che guarda ad data sino a qualche tempo fa, occidente, quasi ad era stato ricavato dal vestito uguale distanza tra i di nozze di una contessa Nar- due fortilizi destinati dini. Il carattere peculiare alle sentinelle, comu- della statua lascia intendere il nemente denominati il suo primitivo uso processio- Palazzetto e il Casino, nale, ancora praticato: essa sul terreno della Reve- viene, infatti, collocata in renda Camera Aposto- cima al modello ligneo della lica il giorno 28 alle ore Santa Casa, nella festa annu- 18, 15. ale del 9 dicembre. In fede Luigi Marini, Nell’edificio, insieme ad altri arredi prove- Arciprete di propria mano nienti da chiese leontine, è conservata una CHIESA DELLE MADONNA DI LORETO tela della fine del ‘500 con l’Annunciazione, in La chiesa intitolata alla Madonna di Loreto origine pala d’altare della distrutta chiesa venne edificata nel 1640, dalla comunità leon- dell’Annunziata; si tratta di un evidente deri- tina a ringraziamento dello scampato pericolo vazione dalla celebre composizione di Tiziano costituito dalla terribile frana che travolse la divulgata in una stampa di Giacomo Caraglio. seconda porta d’accesso al masso e buona FONTANA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI parte dell’abitato antico. L’edificio, situato all’inizio della via Montefel- Fontana neoclassica sita nella piazza centrale tro, la strada che conduce a quella che è ri- del paese, risale al 1893. masta l’unica porta d’ingresso al paese, inau- Secondo la tradizione, la fonte, avrebbe virtu gura urbanisticamente l’ampliamento secen- miracolose. tesco del nucleo medievale. Qui si sarebbe dissetato San Francesco d'As- Originariamente la chiesa era costituita da sisi nel 1213. un’aula rettangolare col tetto a capriate ligne- e; al di sopra della volta, innalzata nella modi- ficazione ottocentesca dell’edificio, è ancora visibile nella parete dell’altar maggiore un medaglione ovale, contornato di racemi, di- pinto a tempere vivaci direttamente sull’intonaco, con all’interno l’iscrizione: «FA UT ARDEAT». La chiesa è oggi composta di una navata e di un’abside divise da un arcone trionfale, il soffitto è a volta ribassata e le Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 7
  • 8. Giovedì 23 agosto PROGRAMMA : partenza ore 8.30 e arrivo a Loreto (9.30) Ore 10.00 visita guidata al Santuario di Loreto Ore 11.00 S. Messa Ore 12.30 Pranzo a Loreto alla “Taverna del Gufo” Ore 14.30 partenza per Recanati e Montecassiano Rientro per cena SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ DI M ACERATA mento secondo l'iniziale progetto, il quale Loreto prevedeva un basamento di m. 1,35. L'unico LA CITTÀ pannello scultoreo eseguito raffigura Papa Loreto (11.000 abitanti) realizza il tipico caso Giovanni benedicente. in cui un santuario genera un centro urbano BASTIONE DEL COMUNE definendone le caratteristiche e le funzioni. Sull'estremo lato di via Sisto V troneggia il Conseguentemente le vicende di Loreto han- Bastione del Comune, costruito nel 1518- no coinciso nei secoli quasi sempre con quelle 1519 da Cristoforo Resse su progetto proprio del suo santuario. Una o, secondo altri, su dise- passeggiata per Loreto gno di Andrea Sansovino offre la visione di alcuni o di Antonio da Sangallo monumenti e luoghi di il Giovane, per volontà di interesse. Leone X, preoccupato PIAZZA GIOVANNI XXIII delle incursioni dei tur- Merita attenzione il chi nel vicino Adriatico. Portale cinquecentesco, PIAZZA LEOPARDI O "DEI costruito per la facciata GALLI" della basilica su disegno A lato della piazza si attribuito da alcuni al scorge un Loggiato edifi- Bramante e da altri ad Antonio da Sangallo il cato nella seconda metà del Settecento, al Giovane.Nel 1537 il Nerucci lo murò nella tempo della costruzione del campanile del facciata della basilica, da cui fu tolto e murato Vanvitelli. Sembra che in antico servisse al in questa sede nel 1580. Si fa ammirare per lo riparo dei pellegrini che, giungendo di notte stile squisitamente classico, per le proporzio- al santuario, trovavano già chiuse le porte ni slanciate e per il rilievo contenuto ed ele- della città. gante dell'ornato, ciò che lo fa spiccare sui grigi e austeri muri in laterizio dei Palazzo. La fontana, tra il verde della Piazza, fu fatta costruire da Antonio M.Gallo. E' decorata con A lato si scorge il Monumento a Giovanni stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fra- XXIII, che dà il nome alla Piazza. Fu voluto telli Tarquinio e Paolo Jacometti (1614-1616). dalla città di Loreto a ricordo dello storico PORTA ROMANA pellegrinaggio del papa alla S. Casa (4 ottobre Edificata su disegno di Pompeo Floriani verso 1962). L' opera è di Alessandro Monteleone il 1590, quando fu anche adornata con due (1897-1967) che non poté portarlo a compi- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 8
  • 9. statue di Profeti PIAZZALE GIOVANNI scolpite da Simone PAOLO II (O DI POR- Cioli, destinate in un TA MARINA) primo momento al Attraversata Porta Rivestimento mar- Marina, si giunge in moreo (1538-1541). uno spiazzale a bal- PALAZZO COMUNA- cone, da cui si gode LE un suggestivo pano- Il Palazzo comunale, rama che si dispiega in laterizio, presenta verso il mare e il una torre civica del Monte Conero, vario sec. XVII di Giovanni e vivace. La piazza è Branca munita di una merlatura aggiunta nel stata di recente arricchita da un monumento 1887. Nella piazzetta si scorge il Monumento dedicato a San Pio da Pietrelcina. a Garibaldi, con busto marmoreo di Ettore LA SANTA CASA Ferrari (1886). "La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario CORSO BOCCALINI di portata internazionale dedicato alla Vergi- La via principale del Centro Storico di Loreto è ne e vero cuore mariano della cristiani- Corso Traiano Boccalini (insigne letterato, tà" (Giovanni Paolo lI). Il Santuario di Loreto nato a Loreto nel 1556 e morto nel 1613), conserva infatti, secondo un'antica tradizio- chiamato fino al 1889 'Via dei Coronari'. ne, oggi comprovata dalle ricerche storiche e PIAZZALE LOTTO archeologiche, la casa nazaretana della Ma- Piazzale Lotto si apre sotto le stupende absi- donna. La dimora terrena di Maria a Nazaret di. Si ha subito l'idea della basilica-fortezza, era costituita da due parti: da una Grotta col camminamento di ronda su beccatelli, scavata nella roccia, tuttora venerata nella quasi a coronamento, punteggiato di piomba- basilica dell'Annunciazione a Nazaret, e da toi e di feritoie, tra "merli" occhieggianti una camera in muratura antistante, composta dall'alto: opera superba di Baccio Pontelli da tre pareti di pietre poste a chiusura della (1487-1488). Qui felicemente convivono l'esi- grotta (vedi fig. 2). Secondo la tradizione, nel genza pratica della difesa militare e il gusto 1291, quando i crociati furono espulsi definiti- estetico rinascimentale. vamente dalla Palestina, le pareti in muratura PORTA MARINA della casa della Madonna furono trasportate Dietro Piazzale Lotto si apre Porta Marina, "per ministero angelico", prima in Illiria (a costruita da Giovanni Branca nel sec. XVII con Tersatto, nell'odierna Croazia) e poi nel terri- l'ornamento delle caratteristiche api barberi- torio di Loreto (10 dicembre 1294). Oggi, in niane di Urbano VIII (1623-1644). Attraversa- base a nuove indicazioni documentali, ai risul- ta Porta Marina, si giunge in uno spiazzale a balcone, da cui si gode un suggestivo panora- ma che si dispiega verso il mare e il Monte Conero, vario e vivace. La piazza è stata di recente arricchita da un monumento dedica- to a San Pio da Pietrelcina. LE MURA CASTELLANE Sul lato meridionale si levano le Mura Castel- lane e il Torrione opera di Cristoforo Resse che li realizzò nel 1517-1520 su probabile disegno di Antonio da Sangallo il Giovane. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 9
  • 10. ret hanno messo in luce la coesistenza e la contiguità delle due parti (vedi fig. 2). A con- ferma della tradizione è di grande importanza un recente studio sul modo in cui sono lavo- rate le pietre, cioè secondo l'uso dei Nabatei, diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù (vedi fig. 1). Di grande interesse risultano anche nume- rosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa, giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo- cristiana e assai simili a quelli riscontrati a Nazaret (vedi fig. 3). La Santa Casa, nel suo nucleo originario è costituita solo da tre pare- ti perché la parte orientale, ove sorge l'altare, era aperta verso la Grotta (vedi fig. 2). Le tre pareti originarie - senza fondamenta proprie tati degli scavi archeologici a Nazaret e nel e poggianti su un'antica via - si innalzano da sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a terra per tre metri appena. Il materiale sovra- studi filologici e iconografici, si va sempre più stante, costituito da mattoni locali, è stato confermando l'ipotesi secondo cui le pietre aggiunto in seguito, compresa la volta (1536), della Santa Casa sono state trasportate a per rendere l'ambiente più adatto al culto. Il Loreto su nave, per iniziativa della nobile rivestimento marmoreo, che avvolge le pareti famiglia Angeli, che regnava sull'Epiro. Infatti, della Santa Casa, fu voluto da Giulio II e fu un documento del settembre 1294, scoperto realizzato su disegno del Bramante (1507 c). di recente, attesta che Niceforo Angeli, de- da rinomati artisti del Rinascimento italiano. spota dell'Epiro, nel dare la propria figlia Itha- La statua della Vergine col Bambino, in legno mar in sposa a Filippo di Taranto, quartogeni- di cedro del Libano, sostituisce quella del sec. to di Carlo II d'Angiò, re di Napoli, trasmise a XIV, distrutta da un incendio nel 1921. Grandi lui una serie di beni dotali, fra i quali com- artisti si sono succeduti lungo i secoli per paiono con spiccata evidenza: "le sante pietre abbellire il Santuario la cui fama si è diffusa portate via dalla Casa della Nostra Signora la rapidamente in tutto il mondo divenendo Vergine Madre di Dio". Murate tra le pietre meta privilegiata di milioni di pellegrini. L'insi- della Santa Casa sono state trovate cinque gne reliquia della Santa Casa di Maria è per il croci di stoffa rossa di crociati o, più probabil- pellegrino occasione e invito per meditare gli mente, di cavalieri di un ordine militare che alti messaggi teologici e spirituali legati al nel medioevo difendevano i mistero dell'Incarnazione e luoghi santi e le reliquie. Vi all'annuncio della Salvezza. sono stati trovati anche alcuni resti di un uovo di struzzo, il La S. Casa, nel suo nucleo origi- quale subito richiama la Pale- nario, è costituita da sole tre stina e una simbologia riferen- pareti, perché la parte dove tesi al mistero dell'Incarnazio- sorge l'altare dava, a Nazaret, ne. La Santa Casa inoltre, per sulla bocca della Grotta e, la sua struttura e per il mate- quindi, non esisteva come riale in pietra non reperibile in zona, è un muro. Delle tre pareti originarie le sezioni manufatto estraneo alla cultura e agli usi inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono edilizi marchigiani. D'altra parte i raffronti costituite prevalentemente da filari di pietre, tecnici della Santa Casa con la Grotta di Naza- per lo più arenarie, rintracciabili a Nazaret, e Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 10
  • 11. le sezioni superiori aggiunte successivamente fu affrescata da Cristoforo Roncalli, detto il e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli Pomarancio. Deperiti quegli affreschi e stac- unici materiali edilizi usati nella zona. cate alcune loro porzioni, la cupola fu nuova- Alcune pietre risultano rifinite esternamente mente dipinta da Cesare Maccari tra il 1895 e con tecnica che richiama il 1907. quella dei nabatei, diffusa in CAPPELLA DEL CROCIFISSO Palestina e anche in Galilea Nel mezzo si ammira un fino ai tempi di Gesù. Vi sono Crocifisso scolpito su legno stati individuati una sessanti- da fra Innocenzo da Petra- na di graffiti, molti dei quali lia nel 1637 e donato al giudicati dagli esperti riferibili santuario da una confra- a quelli giudeo-cristiani di ternita nel secolo XVIII. Gli epoca remota, esistenti in affreschi sono di Biagio Terra Santa, compresa Naza- Biagetti (1928-1932) ret. Le sezioni superiori delle CAPPELLA FRANCESE O DEL pareti, di minor valore storico SACRAMENTO e devozionale, nel secolo XIV E' stata decorata con le furono coperte da dipinti a offerte dei cattolici france- fresco, mentre le sottostanti si. Charles Lameire dal sezioni in pietra furono lascia- 1896 al 1903 ha dipinto a te a vista, esposte alla vene- fresco il "Trionfo della razione dei fedeli. croce" e "Santi francesi" nella volta, e ha raffi- Il rivestimento marmoreo è il capolavoro gurato scene di "Crociati francesi" e di "S. dell'arte lauretana. Esso custodisce l'umile Luigi IX a Nazaret" su tre tele applicate a mu- Casa di Nazareth come lo scrigno accoglie la ro. perla. Voluto da Giulio II ed ideato dal sommo CAPPELLA SLAVA O DEI SANTI CIRILLO E ME- architetto Donato Bramante, che nel 1509 ne TODIO approntò il disegno, fu attuato sotto la dire- Fu fatta decorare con i contributi dei fedeli zione di Andrea Sansovino (1513-27), di Ra- soprattutto croati. Gli affreschi, scene di vita nieri Nerucci e di Antonio da Sangallo il Gio- dei santi fratelli Cirillo e Metodio, apostoli dei vane. In seguito furono collocate nelle nicchie popoli slavi, si devono a Biagio Biagetti (1912- le statue delle Sibille e dei Profeti. 1913). Il trittico dell'altare è opera di Stanisla- Il rivestimento è costituito da un basamento o de Witten (1897). con ornamentazioni geometriche, da cui si CAPPELLA DELL'ASSUNTA O AMERICANA diparte un ordine di colonne striate a due Fu decorata con le offerte dei cattolici ameri- sezioni, con capitelli corinzi che sostengono cani di lingua inglese, per iniziativa della Con- un cornicione aggettante. La balaustra è stata gregazione Universale, da Beppe Steffanina aggiunta da Antonio da Sangallo (1533-34) negli anni 1953-1970 con scene relative a con lo scopo di nascondere la goffa volta a Maria Regina, alla Proclamazione del dogma botte della S. Casa e di circoscrivere con ele- dell'Assunta, alla Glorificazione della Vergine gante riquadratura tutto il mirabile recinto Lauretana patrona dell'aviazione. Vi è narrata marmoreo. anche la storia del volo umano, dal mitico INTERNO SANTUARIO Icaro a Leonardo da Vinci e ai moderni astro- LA CUPOLA nauti. E' stata elevata fino al tamburo da Giuliano CAPPELLA DEL CORO O TEDESCA da Maiano e voltata nella calotta da Giuliano Fu decorata con le offerte dei cattolici di lin- da Sangallo (1499-1500). Tra il 1610 e il 1615 gua tedesca, per iniziativa della Congregazio- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 11
  • 12. ne Universale, nel VI Centenario della Trasla- CAPPELLA SVIZZERA O DEI SANTI GIOACCHI- zione. Gli affreschi si devono a Ludovico Seitz NO E ANNA che li eseguì negli anni 1892-1902. E' stata affrescata da Carlo Donati negli anni CAPPELLA DEL SACRO CUORE O POLACCA 1935-1938 con le offerte dei cattolici svizzeri. Fu decorata con le offerte dei cattolici polac- Il pittore ha decorato le sezioni superiori delle chi da Arturo Gatti negli anni 1912-1939. Il pareti con figure si santi nati o operanti in pittore ha raffigurato "Maria Regina della Svizzera e in quelle inferiori, entro quattro Polonia", la "Vittoria di grandi quadri, episodi dei Sobieski a Vienna contro i Ss.Gioacchino e Anna e di turchi" e il "Miracolo Maria Bambina. della Vistola". SAGRESTIA DI SAN MARCO O SAGRESTIA DI SAN GIO- DEL MELOZZO VANNI O DEL SIGNORELLI Custodisce i pregevolissimi Custodisce i pregevoli affreschi di Melozzo da Forlì affreschi di Luca Signorel- che li eseguì tra il 1477 e il li, eseguiti probabilmente 1479. Nella volta ha raffigu- tra il 1481 e il 1485, con rato otto Angeli recanti sim- otto "Angeli Musicanti" boli della Passione e altret- nella volta, con i quattro tanti Profeti. Evangelisti intercalati a CAPPELLE LATERALI quattro Dottori della Nelle due navate laterali Chiesa, con cinque cop- della basilica si trovano do- pie di Apostoli e l'Incre- dici cappelle, sei per lato. dulità di San Tommaso, e Aperte agli inizi del sec. XVI con la Conversione di dal Bramante, sono state Saulo. Il Lavabo è opera abbellite con pale settecen- di Benedetto da Maiano tesche in mosaico e con mentre gli Armadi intar- modesti dipinti del sec. XX. siati sono attribuiti ad La più importante tra queste artefici fiorentini del secolo XVI. è la Cappella del Battistero, con dipinti del CAPPELLA DEI DUCHI DI URBINO Pomarancio e con il battistero in bronzo di La Cappella fu fatta decorare a proprie spese Tiburzio Vergelli, lavorato tra il 1600 e il 1607. dai duchi di Urbino Guidobaldo II e Francesco SALA DEL TESORO O DEL POMARANCIO Maria II della Rovere negli anni 1571-1584. La volta è decorata con affreschi raffiguranti Gli affreschi alle pareti sono opera di Federico scene della vita della Madonna, eseguite nel Zuccari (1582/1583), la pala in mosaico con 1605-1610 da Cristoforo Roncalli, detto il l'Annunciazione è copia di una tela di Federi- Pomarancio. Sua è anche la pala d'altare con co Barocci (1582-1584) trafugata dai francesi la Crocifissione. La Sala fu voluta da Clemente nel 1797. VIII per accogliervi l'ingente cumulo dei doni CAPPELLA DI S.GIUSEPPE O SPAGNOLA votivi lasciati dai pellegrini di ogni tempo ed Questa cappella è stata la prima ad essere estrazione sociale. Oggi vi sono conservati decorata, nel piano generale di abbellimento pochi doni votivi e di scarso valore, perchè il pittorico promosso dalla Congregazione Uni- Tesoro prima è stato spogliato da Napoleone, versale. E' stata decorata negli anni 1886- nel 1797, che qui venne di persona per dirige- 1890 con le offerte dei cattolici spagnoli. Gli re le operazioni di rapina, e poi, dopo la rapi- affreschi delle pareti sono di Modesto Fausti- da ricostruzione, dai ladri nel 1974. Ciò che di ni. più prezioso si è salvato dalle due devastazio- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 12
  • 13. ni ora è custodito nel museo-pinacoteca. Gli tenza i soggetti biblici ivi raffigurati sono inte- affreschi del Pomarancio sono giudicati dalla si ad accornpagnare spiritualmente il pellegri- critica uno dei capolavori del tardo manieri- no alla contemplazione del mistero dell'Incar- smo romano. nazione, di cui fa memoria la S. Casa. Le tre ESTERNO SANTUARIO porte sono state lavorate nella fonderia di LA PIAZZA Recanati e hanno subito un recente restauro E’ delimitata a est dalla facciata della basilica, ad opera della ditta Morigi (1988-1992). La a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico e a porta centrale fu lavorata da Antonio di Giro- sud dal Palazzo Illirico, ed è abbellita da una lamo Lombardo, con la collaborazione dei Fontana posta al centro e da un Campanile fratelli Pietro, Paolo e Giacomo. Iniziata nel sul lato sinistro. 1590 fu terminata nel 1610. IL SANTUARIO La Porta destra fu commissionata ad Antonio Iniziata nel 1469 in stile tardo-gotico, proba- Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte bilmente su un progetto di Francesco di Gior- la modellò. Dopo la sua morte (1593) fu por- gio Martini, fu comple- tata a termine nell'anno tata nel 1587 con la 1600 dal nipote Tarqui- facciata in stile tardo- nio Jacometti e da Seba- rinascimentale. Nel stiano Sebastiani, i quali 1468 il vescovo di Reca- rielaborarono e integra- nati Nicolò delle Aste rono il progetto iniziale. decise la costruzione Qualche studioso la dell'attuale tempio, giudica la più bella delle iniziato nell'anno suc- tre. cessivo. Morto il vesco- La Porta sinistra fu com- vo nel 1469, prese a missionata nel 1590 a cuore i lavori il pontefice Paolo II che nel Tiburzio Vergelli che si avvalse della collabo- 1464, ancora cardinale, era stato prodigiosa- razione di Giovan B. Vitali e la portò a termine mente guarito in S. Casa. nel 1596. Questa porta è giudicata un capola- LA CUPOLA voro di maestria tecnica, di armonia composi- Fu costruita nella parte del tamburo ottago- tiva e di decorazione ornamentale. nale, sino al cornicione, da Giuliano da Maia- IL MONUMENTO A SISTO V no e fu voltata da Giuliano da Sangallo in soli Sul lato sinistro del sagrato si scorge la Statua otto mesi, dal settembre 1499 al maggio a di Sisto V, opera eseguita nel 1587 da Anto- 1500. nio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio LA FACCIATA Vergelli. Fu eretta a spese della Provincia Fu progettata e iniziata da Giovanni Boccalini della Marca e di otto prelati piceni creati nel 1571, portata avanti, a partire dal corni- cardinali da Sisto V. cione inferiore, da Giovan B. Chioldi e termi- IL PALAZZO APOSTOLICO nata nel 1587 da Lattanzio Ventura, sotto Si apre davanti alla facciata della basilica, a Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione due piani, con due lati, uno più lungo, a nord, superiore. e uno più breve, a ovest. Qualche studioso LE PORTE DI BRONZO ritiene che sia stato iniziato nel 1498 su dise- I tre portali in bronzo che abbelliscono la gno di Giuliano da Sangallo o di Francesco di facciata della basilica furono voluti dal cardi- Giorgio Martini. Nella parte visibile dalla Piaz- nale Antonio Maria Gallo, protettore del san- za il Palazzo si deve a Donato Bramante, invi- tuario (1587-1620), in vista del giubileo ato a Loreto da Giulio II con l'incarico di dell'anno 1600. Nell'intenzione della commit- 'disegnare molte opere'. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 13
  • 14. IL PALAZZO ILLIRICO lo quando i signori di tre alture decisero di Si eleva sul lato sud della Piazza. E' una deco- unirsi. Le tre alture (Monte Volpino, Monte rosa costruzione in laterizio, ridotta alle for- San Vito e Monte Morello), conservano i loro me attuali nel 1831-1835 dall'architetto Giu- nomi e caratteristiche costruttive antiche. seppe Marini. La precedente struttura, inizia- A Monte Volpino esiste ancora una casa fian- ta nel 1580, ospitò per lunghi anni i giovani cheggiata da un arco che risale all’epoca più studenti provenienti dall'antica Illiria. Oggi il antica della città. Palazzo, modernamente ristrutturato, funge Agli inizi della lotta per le investiture, Recana- da ostello per i pelegrini, soprattutto dei ti appoggiò Federico II e ne ebbe in cambio la "treni-malati". licenza di costruire un porto tra le foci LA FONTANA dell’Aspio e del Potenza e l’esenzione dai Al centro della Piazza si eleva un'artistica dazi. Fontana, opera del celebre Carlo Maderno e L’alleanza con i ghibellini è testimoniata an- dello zio Giovanni Fontana che la realizzarono che dai merli a coda di rondine della torre tra il 1604 e il 1614. Ornano la Fontana alcune civica. sculture in bronzo, lavorate da Tarquinio e La Bolla Aurea dell’Imperatore è conservata Pietro Paolo Jacometti nel 1622. Il Maderno e nel Museo Villa Colloredo Mels ed è una delle il Fontana, attraverso una galleria di quasi 5 testimonianze più interessanti della presenza chilometri, vi condussero acque scaturienti in in Italia degli Svevi. territorio recanatese per soddisfare le esigen- Successivamente Recanati si schierò dalla ze, anche igieniche, dei pellegrini. parte dei vescovi e del Papa e ricevette il IL CAMPANILE diritto di chiamarsi città e di battere moneta. Il disegno si deve a Luigi Vanvitelli, celebre Famosa per i suoi Statuti, per la sua Fiera e i architetto, autore della ben nota Reggia di suoi traffici, condotti in parte da ebrei, accol- Caserta. I lavori iniziarono nel 1750 e si con- se generosamente emigranti albanesi e schia- clusero nel 1755, sotto la sorveglianza di Pie- voni ai quali affidò terre da coltivare. tro Bernasconi. La fama di Justissima Civitas era dovuta alla Il Campanile ospita nove campane, fra le quali competenza dei suoi magistrati, le cui senten- merita di essere menzionata quella denomi- ze erano richieste anche in grandi comuni. nata Loreta, opera di Bernardino da Rimini Costruita sul crinale di un colle, fu protetta da (1515). Ha un diametro di 184 cm. e pesa 73 una cerchia robusta di mura, fatta rinforzare quintali. da Francesco Sforza e nella quale si aprivano stretti varchi chiusi da porte. Porta San Domenico, Porta Cerasa, Porta San Recanati Filippo, le più caratteristiche, consentivano STORIA l’accesso al centro della città, di cui il Palazzo È stata l’acqua, con i due fiumi Musone e Comunale e la chiesa di San Domenico erano Potenza e con i numerosi torrentelli, a dare il il cuore. via nel territorio di Recanati allo sviluppo e Nel 1798 fu occupata da Napoleone e annes- alla civilizzazione. sa al Regno Italico nel 1808. Quando in età preromana vi arrivarono i Pice- Ritornata allo Stato della Chiesa dopo il Con- ni, già esistevano nuclei abitativi più antichi. gresso di Vienna, fu conquistata nel 1860 L’attuale città, nonostante una storia leggen- dall’esercito piemontese che si ricongiungeva daria che la fa risalire a una colonia romana alle truppe garibaldine provenienti dal Sud ed (”Recina sum, peperit romana colonia” fecero entrò a far parte del nuovissimo Regno scrivere nel ‘500 i recanatesi sotto lo stemma d’Italia. della città), si è costituita alla fine del XII seco- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 14
  • 15. PIAZZUOLA SABATO DEL VILLAGGIO - CASA DI SILVIA La piazza, visibile in una foto d’epoca, antistante il palazzo, è delimitata a nord dalla Chiesa di Santa Maria di Montemorello, costruita nel secolo XVI per volere e a spese di Pierniccolò Leopardi; qui è conservato l’atto batte- simale del poeta. Ad est si trova la cosiddetta “casa di Silvia”, una lunga co- struzione che in parte era adibita a scuderia, in par- te era abitata dalla fami- glia di Teresa Fattorini che, morta giovanissima, fu immortalata da Giaco- mo nella poesia “A Silvia”. Sul lato ovest esisteva, ora demolita, la casetta ove sedeva “su la scala a filar la vecchierella”. An- cora oggi spesso “I fan- ciulli gridando – su la piazzuola in frotta e PALAZZO LEOPARDI qual e là saltando – fanno un lieto romore”. La casa natale del poeta sorge nel rione di Come nei versi del canto da cui la piazza stes- Monte Morello, che prende nome da uno dei sa prende il nome. tre castelli di cui l’antica città era costituita. CENTRO NAZIONALE STUDI LEOPARDIA- Alla metà del XVIII secolo l’architetto Carlo NI Orazio Leopardi riunì in un unico nucleo i vari Il C.N.S.L. ha sede in un edificio contiguo a edifici in cui la famiglia aveva abitato ininter- palazzo Leopardi, costruito nel 1937 su inizia- rottamente fino dal secolo XIII; a questa ope- tiva della famiglia del poeta, al fine di razione di restauro si devono l’attuale faccia- “promuovere e favorire gli studi e le ricerche ta in stile neoclassico e lo scalone d’ingresso. intorno alla vita ed alle opere di Giacomo Il palazzo, oltre alla parte abitata dalla fami- Leopardi”. glia, contiene, aperti e visitabili tutto l’anno, Esso possiede una ricca biblioteca specifica l’importante biblioteca raccolta da Monaldo, aperta agli studiosi per la consultazione, una fonte inesauribile di sapere per i suoi figli, ed sala espositiva di materiale leopardiano ed una sezione museale ricca di oggetti e docu- ospita di frequente corsi di studio, convegni e menti riguardanti la famiglia e particolarmen- seminari diretti a realizzare i fini della sua te il poeta. istituzione. Esso costituisce il punto di riferi- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 15
  • 16. mento costante per tutte le iniziative leopar- nel secolo XVI su disegno del Bibiena. Dal diane, sia in Italia che nel mondo. chiostro interno è visibile la torre resa celebre dalla poesia leopardiana " Il passero solita- IL COLLE DELL'INFINITO rio". Il colle, celebrato nell’idillio omonimo, era meta delle passeggiate di Giacomo che vi accedeva direttamente dal giardino di casa, Montecassiano passando attraverso l’orto del convento di Santo Stefano e lì usava soffermarsi per gode- re lo splendido vastissimo panorama, dal monte al mare. CONVENTO DI SANTO STEFANO L'area su cui esso sorge fu donata il 6 aprile 1443 dalla famiglia Leopardi, allora proprieta- ria di tutto il colle, per la costruzione dell' edificio attualmente visibile, da sempre fino a poco tempo fa sede di un convento femmini- le. Il convento è ora proprietà della Regione e della Provincia e è la prestigiosa sede del IL NOME Centro Mondiale della Poesia. Castrum Montis Sancte Marie è il primitivo toponimo del paese come risulta dal primo PALAZZO ANTICI documento conservato nell’Archivio Comuna- Casa natale di Adelaide, madre del poeta. le e datato 5 Luglio 1151, per poi apparire L'edificio, dalle linee semplici ed eleganti, trasformato a partire dal 1200 in “Montis contiene fra l'altro un importante archivio, in Sancte Marie in Cassiano”. parte proveniente per eredità dalla famiglia LA STORIA romana dei Principi Mattei, cui apparteneva il - III secolo A.C: Nei pressi della collina dove cardinale omonimo che siglò con Napoleone sorge Montecassiano, che si affaccia sulla Bonaparte il trattato di Tolentino. pianura lambita dal fiume Potenza, gli abitan- CHIESA DI SAN VITO ti di Ricina edificano il tempio del “genius Costruita nel secolo XVIII, porta traccia loci” ossia Venere Ericina e accanto ad esso dell'arte vanvitelliana nella facciata del 1771. uno dei magistrati ricinesi costruisce la sua Nel 1557 il complesso fu ceduto ai padri della “domus rusticationis”. Compagnia di Gesù i quali, a spese principal- - 408 D.C.: Le invasioni dei Visigoti di Alarico e mente di due fratelli Leopardi, vi fondarono le guerre gotiche causano danni enormi a un collegio.Nell' adiacente oratorio della Con- tutto il territorio, provocando la morte per gregazione dei nobili, dove è conservata una fame e stenti di oltre cinquantamila abitanti bella tela del Pomarancio, il giovane Leopardi del Piceno. I pochi scampati si arroccarono lesse in varie solennità religiose i suoi sulle colline più vicine ribattezzate successiva- "Discorsi sacri". mente con il nome di Castrum Montis Urbani (Monte Libano) e Castrum Colline (Collina): CHIESA DI SANT'AGOSTINO loro centro principale era l’altura sulla quale La costruzione risale al XIV secolo e di sorgeva il tempio di Venere che, come sopra quest'epoca conserva eleganti decorazioni in detto, faceva capo alla “domus rusticationis” cotto sul portale, mentre l'interno fu rifatto del vecchio magistrato i cui discendenti, con il Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 16
  • 17. trascorrere dei secoli, fondarono una famiglia maceratese del 1268-1269, il Comune di Ma- di così detti “Conti rurali” ossia i Cassini. cerata si disinteressa di quella zona lontana - 1151: Pietro, figlio del Conte Cassiano, quale dalla città, posta oltre il fiume e il castello signore del luogo, conferma l’enfiteusi che finisce per essere inglobato nel territorio di Pagano Barone aveva ottenuto già in prece- Monte Santa Maria. denza sulla quarta parte del Castrum Montis - 1234: l’Abate Giasone decide di riedificare la Sancte Marie, su un aliud castrum e sulla chiesa madre dell’attuale Montecassiano, quarta parte ancora della chiesa di Santa forse anche per rinsaldare i vincoli enfiteutici Maria. Con il tempo però la potenza dei Cassi e per legare il comune alla politica pragmatica viene meno. dell’ordine cistercense ora guelfa, ora ghibel- - Gennaio 1165: sia Pietro sia i figli di Pagano lina a seconda delle circostanze, come anno- Barone che gli abitanti di Castrum Colline si tava un cronista dell’epoca. dichiarano a loro volta enfiteuti dei Benedet- - 1334: il comune di Montecassiano è condan- tini cistercensi, insediati sin dal 1142 nella nato al versamento degli arretrati dei canoni valle del Fiastra, obbligandosi a versare loro, derivanti dai vincoli enfiteutici, dopo aver quale riconoscimento di sudditanza, un cano- tentato invano di sciogliersi dagli stessi evi- ne annuale. tando talvolta di versare il canone oppure - 1202: Il Comune di Mons Sancte Marie in cedendo in enfiteusi terre che appartenevano Cassiano partecipa, come Comune indipen- ai cistercensi; dente, alla Pace di Polverigi, così come il vici- - 1348: come anche gran parte del resto no Castrum Montis Urbani che gravita nella d’Europa, Montecassiano viene colpito dalla sfera della potentissima Osimo anche se in “peste nera” e la sua popolazione decimata seguito gli abitanti del paese, sfuggendo alla tanto che, a seguito di altre vessazioni, nel tenaglia osimana e alle angherie dei vicini, 1357 viene definita “civitas parva” contando decidono di trasferirsi a Macerata precisa- all’incirca solamente mille abitanti. mente presso il “borgo San Salvatore”. A - 1378/1417: Il Comune di Montecassiano Monte Santa Maria si appoggia invece il vici- partecipa alle lotte fra Papi ed Antipapi se- nissimo Castrum Colline che preferirà invece guendo o le parti dei Varano o dei Malatesta inurbarsi nel Monte stesso. e talvolta degli avventurieri come Braccio da - 1225: Anno della Montone. Placatesi stesura dello Statu- le lotte e dopo il to di Montecassiano Concilio di Costanza, che risulta essere il nuovo Papa Marti- uno dei più antichi no V nel 1418 assol- delle Marche. ve il paese da ogni - 1239: Nuncastro o irregolarità compiuta Novum Castrum durante lo scisma (ora Valle Cascia e d’occidente. Palazzetto), residuo - 1434: giunge nella di un borgo a est di Marca Francesco Ricina a sinistra del Sforza che impone a Potenza, viene in- Montecassiano i suoi cluso nei confini del Comune di Macerata, su Podestà, esattori di balzelli. Inizia un periodo concessione dal re Enzo, figlio di Federico II, di relativa pace. come ringraziamento per l’aiuto ricevuto - 1437: costruzione delle mura castellane. nella lotta antipapale. In verità, anche se la - 1445, dopo un breve periodo di dipendenza contrada verrà ancora menzionata nel catasto da Osimo, Montecassiano entra a far parte Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 17
  • 18. della ormai pontificia “Marca d’Ancona”. Solo dello stesso anno lungo la cinta muraria sfila il allora grazie all’intervento sia pure interessa- corteggio di Vittorio Emanuele II. Secondo la to del Legato Cardinal Rodrigo Borgia, Com- tradizione, il sovrano abbevera il suo cavallo mendatario di Fiastra, tra il 1456 ed il 1457, alla “Fontana dei cavalli”, ripristinata di re- Montecassiano riesce a liberarsi completa- cente nel sito originario a fianco della Porta mente da ogni legame con l’Abbazia di Fia- Battisti. stra, recuperando la “libertas ecclesiastica”. - 4-5 novembre 1860: Plebiscito a seguito del - 1451/1527: periodo ricco di committenze quale Montecassiano entra a far parte del artistiche ed eventi civili e religiosi, come il Regno d’Italia. In questo periodo vengono dossale in maiolica robbiano, la sistemazione realizzati importanti lavori pubblici relativi della chiesa di Salimbeni, l’istituzione della all’acquedotto ed all’installazione dell’energia Festa di Santa Croce e la proclamazione di elettrica; viene inoltre inaugurato, nell’ex San Giuseppe a protettore del paese (1521). convento degli Osservanti, un nuovo Ospeda- All’ambiente umanistico dell’epoca si deve la le. Si restaurano chiese e, principalmente, formazione culturale di Nicolò Peranzoni, quella di Santa Maria. poeta petrarchesco ed autore del “De laudi- - 1925/1939 vengono realizzati degli interven- bus Piceni” fonte di non poche notizie sulla ti urbanistici da parte dei Podestà che ammi- provincia maceratese. Vicino agli am- nistrano il paese quali lo sventramento di Via bienti della riforma cattolica fu invece il Vene- Monreale, l’abbattimento delle case di Via rabile Giovanni da San Guglielmo, agostiniano Catena per far posto ai giardini comunali, le morto in odore di santità a Batignano (GR). manutenzioni straordinarie del settecentesco - 1586: Montecassiano si libera della tutela Giardino Ferri e la costruzione della Chiesa di ecclesiastica di Osimo: Papa Sisto V infatti, Sambucheto. Sempre nella prima metà del per rendere più importante la nuova diocesi novecento si restaurano la chiesa di Loreto-Recanati, stacca il territorio monte- dell’Annunziata adibita a sacrario dei caduti cassianese da quello osimano, aggregandolo della prima guerra mondiale e il Palazzo dei al vescovato lauretano. Priori. - 1741: Oltre alla carestie e alle saltuari pesti- IL PAESAGGIO lenze si verifica una serie di terremoti che La straordinaria bellezza artistica e paesaggi- comportano la caduta della cuspide del cam- stica, le numerose tradizioni, la vivacità asso- panile della chiesa madre. ciazionistica e il notevole sviluppo economico - 1836: epidemia di colera che spinge la popo- e demografico degli ultimi decenni rendono lazione a rivolgersi alla Madonna del Buon Montecassiano una cittadina tra le più vivibili, Cuore, la cui immagine viene trasportata dalla accoglienti e d’interesse turistico-culturale chiesetta di Salimbeni nella Collegiata. A que- del maceratese. sta decisione si attribusce la Originato, salvezza della secondo la popolazione tradizione, da dal morbo. nobili sfuggiti - 8 settembre alla distruzio- 1860: Monte- ne di Helvia cassiano viene Recina, Mon- occupato dai tecassiano si è piemontesi e sviluppato nei nell’ottobre secoli intorno al nucleo stori- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 18
  • 19. co di Castrum Montis Sancte Marie (dove PALIO DEI TERZIERI ancora oggi si trovano gli edifici più importan- Il Palio dei Terzieri è la rievocazione storica ti) con un’armonia tale da conservare intatta che assume la sua denominazione dal nome e unitaria la struttura urbanistica medievale. degli antichi borghinei quali era suddiviso Montecassiano durante il Medioevo. Attraverso vicoli e piagge si scoprono i tesori Ambientato nella matà del 1400, il Palio vuole custoditi nel cuore del paese seguendo un essere non soltanto un momento di aggrega- percorso rimasto inalterato nel corso dei zione popolare, ma soprattutto occasione di secoli. Le porte di ingresso delle mura si apro- riscoperta e di valorizzazione del Comune di no su scorci di panorama intenso, che può Montecassiano, del suo territorio e della sua essere apprezzato pienamente con lunghe e identità culturale. rilassanti passeggiate. Viali freschi e alberati L'occasione che ha dato vita alla rievocazione, circondano l’esterno delle mura e si snodano risale al 18 ottobre 1418, alloquando Monte- sugli spalti delle stesse, assicurando una ve- cassiano, dopo alterne vicende politiche, duta a tutto tondo sulla valle del Fiume Po- elesse dodici uomini appartenenti ai terzieri, tenza che scorre ai piedi della collina. Dal per riformare gli antichi Statuti del Comune, nucleo urbano in un attimo si è in aperta con facoltà di correggerli e modificarli sotto il campagna, ancora controllo dell'auto- venata da ombrose rità ecclesiastica. stradine dove è Nell'edizione mo- piacevole passeg- derna, il paese e le giare. Durante il contrade sono stati lento camminare ripartiti in funzione non di rado ci si di un ideale appar- imbatte in solitarie tenenza agli antichi e antiche chiesette terzieri di San Sal- rurali, con vecchie vatore (Colori campane suonate a bianco/rosso), San mano, e in edicole Nicolò (giallo/ sacre, che custodi- azzurro), San Mi- scono immagini ed effigi venerate. Ovunque chele (verde/nero). ci si trovi basta alzare lo sguardo e subito Il Palio si svolge tutti gli anni dalla terza alla riappare a poca distanza la sommità del colle quarta domenica di luglio. di Montecassiano, con il campanile che svetta IL PIATTO DEL BORGO sulle abitazioni. Il piatto tipico è quello dei “sughitti”, un dol- ce, per certi aspetti simile ad una polenta IL PRODOTTO DEL BORGO dolce, realizzata con farina di mais, mosto e A Montecassiano viene prodotto olio extra- noci. Il procedimento per la preparazione vergine di oliva, secondo una versione affabi- prevede di far bollire il mosto per 30 minuti, le e rustica, con certificazione biologica, che di aggiungere successivamente lo zucchero, la sprigiona sapori e odori della migliore terra farina e le noci e di continuare a mescolare marchigiana. L’olio viene utilizzato anche per per un’altra mezzora. Al termine delle opera- la conservazione di verdure, come pomodori zioni il dolce deve essere versato su un piatto secchi, peperoni grigliati, cipolle balsamiche e lasciato raffreddare. Ai “sughitti” viene ed olive con mandorle, secondo ricette tradi- dedicata, sin dagli anni ’20, una sagra che si zionali. Altre produzioni locali sono legate al svolge nel mese di ottobre di ogni anno. miele, al vino, alla farina ed alla pasta. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 19
  • 20. Venerdì 24 agosto PROGRAMMA : partenza ore 8.45 e arrivo alla Abbadia di Fiastra alle ore 9.30. Ore 10.00 inizio visita guidata alla Abbadia Ore 11.45 ritrovo sul piazzale del pullman e partenza per LORO PICENO Ore 12.15 arrivo a LORO PICENO, visita al borgo Ore 13.00 Pranzo al Ristorante “Le Grazie” a LORO PICENO Ore 14.30 partenza per visita ai borghi URBISAGLIA, TOLENTINO, CASTELLO DELLA RANCIA Rientro per cena a Macerata SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ Salvia, distrutta da Alarico tra il 408 e il 410 e Abbadia di Fiastra poi abbandonata. Contemporaneamente fu Il centro abitato Abbadia di Fiastra lega il suo avviata anche la bonifica dei terreni circostan- nome all'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che ti. è una delle abbazie cistercensi meglio conser- La Chiesa abbaziale è una monumentale co- vate in Italia. Qui l'ideale benedettino di lavo- struzione regolata dalle severe forme cister- ro e preghiera, oltre a diventare concreto e censi. visibile attraverso un linguaggio architettoni- A fianco della chiesa è ancora oggi conservato co di rara bellezza, ha saputo segnare profon- il mona- damente anche stero, la storia del realizzato territorio circo- anch’esso stante arric- secondo chendola di gli schemi preziose ed cistercen- interessanti si, con un testimonianze. bel chio- stro rico- STORIA struito nel L'Abbazia di XV secolo. Chiaravalle di L’Abbazia Fiastra fu fon- conobbe data nel 1142, una rigo- quando Guar- gliosa nerio II, duca di floridezza per tre secoli e, grazie ai Monaci Spoleto e marchese della Marca di Ancona, Cistercensi che osservavano la regola di San donò un vasto territorio nei pressi del fiume Benedetto "Ora et labora", promosse lo svi- Fiastra ai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di luppo religioso, economico e sociale di tutta Chiaravalle di Milano. I religiosi arrivati da l’area. Nel 1422 venne saccheggiata da Brac- Milano iniziarono la costruzione del monaste- cio da Montone ed in seguito l’Abbazia fu ro utilizzando anche materiale proveniente affidata ad otto cardinali commendatari; nel dalle rovine della vicina città romana di Urbs 1581 passò alla Compagnia di Gesù ed infine Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 20
  • 21. nel 1773 l’intera proprietà fu leggere un capitolo della ceduta alla nobile famiglia regola di San Benedetto. Bandini e quindi, per volontà Il lato sud del chiostro ospi- dell’ultimo erede di questa, tava le cucine e i refettori. all’attuale Fondazione Giu- All'inizio del XIX secolo que- stiniani Bandini. sti locali sono stati demoliti Su invito della Fondazione, per fare spazio al Palazzo nel marzo 1985 i Monaci Giustiniani Bandini. Oggi Cistercensi, provenienti resta solo il Refettorio dei anche questa volta da Mila- conversi (monaci dediti al no, sono ritornati a vivere lavoro manuale) con volte a nell'Abbazia di Chiaravalle di crociera e sette colonne Fiastra. La loro presenza ha composte da basamenti, ridato vita all'antico mona- fusti e capitelli provenienti stero portandolo ad essere dalle rovine della vicina città di nuovo un punto di riferi- di Urbs Salvia. Sul lato ovest mento spirituale per tante del chiostro si trova il cella- persone. rium che era usato come Complesso abbaziale magazzino e deposito. Il complesso si presenta nella sua struttura Sotto al lato nord del chiostro si trova la Sala originaria, con la chiesa abbaziale che occupa delle Oliere che originariamente era usata dai il lato nord del chiostro. monaci per la conservazione dell'olio e dove La chiesa è dedicata alla Vergine Maria, come adesso è allestita la Raccolta Archeologica è consuetudine per i cistercensi. In stile ci- Abbadia di Fiastra. Il lato sud del chiostro è stercense-lombardo-borgognone, presenta attualmente occupato dal Palazzo Giustiniani tre navate, ed ha l'altare rivolto verso est e si Bandini, fatto costruire dalla famiglia Bandini presenta spoglia ed austera in quanto il Capi- che, alla soppressione della Compagnia di tolo generale dell'Ordine cistercense proibiva Gesù, aveva ottenuto in enfiteusi tutti i beni l'uso di decorazioni ed affreschi. È quasi com- dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra. pletamente costruita in laterizio; in pietra, Sul lato est del chiostro, a fianco della chiesa, proveniente dalle rovine romane di Urbs Sal- si apre un passaggio che conduce alle Grotte via, sono i portali, i rosoni e i capitelli che del monastero, sotterranei con temperatura furono scolpiti dai monaci stessi con motivi costante tutto l'anno, che venivano usate dai floreali, geometrici ed arabeschi. monaci per la conservazione dei viveri. Lo stesso passaggio conduce alle Cantine dove Il chiostro è il simbolo della vita monastica. venivano lavorate le uve raccolte nelle vigne Nelle sue forme attuali è frutto della ristruttu- dell'Abbazia. Furono edificate nel periodo dei razione operata alla fine del 1400 dai cardina- Gesuiti e sono formate da un grande locale li commendatari, dopo il saccheggio del 1422. con un piano interrato; qui è stato recente- Il pozzo ottagonale al centro del chiostro era mente allestito il Museo del Vino. usato per attingere l'acqua da una cisterna dove veniva convogliata l'acqua piovana. La LA CHIESA ABBAZIALE struttura in ferro è del periodo dei Gesuiti. LA STRUTTURA Il lato a fianco alla chiesa era per la preghiera; La pianta della chiesa è a croce latina a tre sul lato orientale si trovava la Sala del capito- navate. Misura 70 metri di lunghezza lo dove ogni giorno i monaci si riunivano per Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 21
  • 22. L'Abbazia di Fiastra fondata da S.Bernardo tramite l'Abbazia di Chiaravalle Milanese, esprime in modo nitido le caratteristiche di povertà, semplicità, essenzialità con evidenti analogie alle chiese cistercensi di Lombardia, da cui provenivano i monaci di Fiastra. In base a tali criteri la chiesa non aveva altri elementi decorativi se non i capitelli, tutti diversi per forma e decorazione, ornati preva- lentemente cori motivi floreali, agresti o ara- bescati: gigli, foglie, rosette, rami, pesci, uc- celli; ad eccezione di un (compreso il portico) e 20 di larghezza. La drago che inghiotte un serpente, riproducen- navata centrale, alta 25 metri, riceve la luce te lo stemma del Duca di Spoleto e Marchese da 8 semplici monofore centinate, oltre che di Ancona, Guarnerio, il mecenate che aveva dal rosone della facciata. Le volte originaria- offerto i suoi beni per la fondazione dell'Ab- mente erano tutte a crociera come quella bazia. della prima campata vicino alla porta e quella Fa eccezione solo la Madonna di Scuola Sa- del presbiterio. Ora invece, da quando l'Abba- limbeni di cui si parla più avanti. zia fu saccheggiata da Forte Braccio da Mon- LA FACCIATA tone, Signore di Perugia nel 1422, la copertu- La facciata si presenta semplice con un avan- ra è a capriate. Il presbiterio quadrangolare è corpo formato da un portico a tre campate - illuminato da un rosone più semplice di quel- rinnovato nel 1904 e restaurato nel 2010 - lo della facciata. Il coro ligneo e la sede del con volte a crociera che poggiano su colonne celebrante sono di fattura recente (1995). addossate ai muri. E’ illuminato da quattro Funge da base del nuovo altare maggiore trifore a colonne binate e ha un bel portale in un'ara pagana proveniente dall'antica vicina marmo grigio, terminante in un arco a tutto città di Urbs Salvia, da cui i Cistercensi aspor- sesto. tarono molto materiale. L'ara presenta scolpi- Vi si accede con tre gradini dall'ampio piazza- ta in facciata una croce, circondata da raggi le realizzato nel 1998. solari. Queste caratteristiche, proprie delle La facciata che termina con un profilo a fron- croci dei Cavalieri del Tempio, detti Templari, tone, è abbellita da un gran rosone e da una farebbero pensare a una presenza di questi fascia di archetti. cavalieri per l'accoglienza dei viandanti e dei IL ROSONE pellegrini. Tale ipotesi è avvalorata da alcuni Il rosone di marmo è formato da una raggiera grafiti rappresentanti cavalli e cavalieri, esi- di 12 colonnine agili e slanciate, disposte stenti negli archi della foresteria. radialmente, partenti da un nucleo centrale e LO STILE raccordate tra loro da archi a tutto sesto. A L'architettura cistercense rispecchia la spiri- decoro della facciata e dei fianchi vi è un sem- tualità di questo Ordine che, nato come rifor- plice motivo di archetti intrecciati in cotto ma dell'Ordine benedettino di Cluny, ricerca- scalpellato e due file di denti di sega, eseguiti va l'autenticità nella povertà, ispirandosi ai con mattoni posti di spigolo, con inclinazione Padri del deserto e rifiutando tutto ciò che diversa. appariva superfluo. Così anche le chiese ci- IL PORTALE stercensi nascevano spoglie in contrapposi- Il portale di accesso alla chiesa, in marmo zione a quelle cluniacensi che abbondavano policromo, alterna pilastri e colonne, con in ornamenti e decorazioni. notevole effetto cromatico e plastico; i capi- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 22
  • 23. telli sono modellati semplicemente a foglia- anch'esse quadrangolari, si affacciano sul me accartocciato. transetto, i cui bracci, originariamente a una L'INTERNO sola campata con una volta a crociera, ora All'ingresso si rimane subito colpiti dall'armo- sono divisi da un'arcata rompitratta. All'incro- nia di linee e spazi, come pure dall'imponenza cio della navata centrale col transetto sopra e dalla grandiosità della struttura, anche se la volta si elevava, secondo l'uso cistercense, menomata dagli avvenimenti storici che la torre campanaria che si suppone fosse l'hanno privata di gran parte della copertura molto alta e solenne a imitazione di quella di originale e del tiburio (la torre campanaria Chiaravalle Milanese, dai cui monaci questa che si innalzava al centro del transetto, carat- abbazia fu fondata. teristica delle abbazie cistercensii). Semplicità Nel braccio sinistro del transetto c'è la porta e povertà e anche la luce che penetra dalle che conduce al cimitero dei monaci, ripristi- monofore accentuan il richiamo alla contem- nato nell'anno 2000; nel braccio destro inve- plazione e alla preghiera. ce c'era una porta più piccola che immetteva Le arcate con archi a tutto sesto sono soste- nella sacrestia e più in alto c'è quella che nute da robusti pilastri quadrilobati sormon- conduce al dormitorio dei monaci. tati da pregevoli capitelli. OPERE PITTORICHE Altrettanti pilastri minori sorreggono gli archi Solo a partire dal secolo XV, al tempo dei delle navate laterali, dalle volte a crociera Cardinali Commendatari, si sono aggiunte le liscia, che risultano così raddoppiate rispetto poche decorazioni pittoriche della chiesa alla navata centrale e danno un'immagine abbaziale. molto suggestiva nello snodarsi delle arcate. A metà parete della navata destra c'è una PILASTRI E PEDUCCI Madonna col Bambino tra S. Nei pilastri maggiori le Nicola di Bari e S. Sebastia- semicolonne non partono no, del 1539: un affresco dal pavimento ma all'altez- senza grandi pregi. Con tutta za di circa mt. 2.50, da probabilità si tratta di un ex- mensole o peducci di pietra voto. a forma di cono rovesciato Al terzo pilastro a sinistra e si ergono addossate a della navata centrale è raffi- larghe lesene nei cui angoli gurato S. Amico, monaco sono inserite le colonnine converso cistercense: un da cui partono i costoloni affresco del 1539 dalle linee di volta di recente fattura. essenziali e dal cromatismo Nei pilastri intermedi inve- elementare. ce la semicolonna si eleva Nell'ultimo pilastro a sinistra da terra mozza fino all'al- possiamo ammirare un'altra tezza di 9 metri. Madonna col Bambino. I quattro pilastri dell'ultima Lo stile è il gotico internazio- campata della navata centrale sono formati nale della Scuola marchigiana della fine del da possenti dadi murari lungo i quali si addos- XIV secolo. sava il coro dei monaci, con ogni probabilità Il dipinto è attribuito alla Scuola fratelli Salim- sono componenti originali di un primo nucleo beni da S. Severino. La Vergine siede sul trono della costruzione, come si rileva anche da finemente intarsiato. altre chiese cistercensi. Lo sfondo formato da due archi dà il senso IL TRANSETTO della profondità e l'immagine sembra uscire Ai lati del presbiterio quattro cappelle, dal fondo dominando la scena. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 23
  • 24. La delicata figura della Vergine è curata nei La prima cappella a destra è dedicata alla minimi dettagli. Lo sguardo dolce ed espressi- Madonna di Loreto. vo è amorevolmente rivolto a chi la guarda. Il Nella volta a botte è rappresentata la scena Bambino, vestito di rosso, porta un uccellino della traslazione della Santa Casa da Nazareth nella mano destra, è in piedi sulle ginocchia a Loreto. Il dipinto è attribuito alla Scuola della Madre e a lei volge lo sguardo. bolognese del XVII secolo. Nel presbiterio sotto il rosone domina una Il volto della Madonna irraggia mirabile dol- Crocifissione. cezza. Gradevole l'effetto dell'insieme che si Ai lati in due nicchie, originariamente mono- libra lievemente nello spazio. fore, S. Benedetto e S. Bernardo, e al suo lato La seconda cappella a destra è dedicata a S. in ginocchio il Cardinale Commendatario, Bernardo ed è artisticamente la più interes- Latino Orsini. sante. Il Cristo morto col capo chino e il volto sereno I pregevoli affreschi del secolo XV, attribuiti dopo l'acerbo dolore, ci viene amorevolmen- alla Scuola camerinese, presentano scene te indicato dalla Madre che, avvolta in un della vita dei Santi eremiti Antonio e Paolo. manto nero, volge piangente lo sguardo ai In fondo a sinistra una figura non facilmente fedeli. identificabile, forse l'apostolo S. Giacomo. A In ginocchio abbracciata con tenerissimo destra l'immagine maestosa di S. Antonio affetto alla croce è Maria Maddalena dai Abate. lunghi biondi capelli fluenti lungo le spalle. Nella parete destra nel primo riquadro l'in- L'Apostolo Giovanni a mani giunte fissa addo- contro di S. Antonio con S. Paolo; nel secondo lorato il volto di Gesù. i due in preghiera e nel terzo S. Antonio sep- Da tutti i volti si sprigiona un profondo senso pellisce S. Paolo. di umanità colta nel momento culminante Queste figure di Santi esprimono nella loro della morte del Signore. povertà e semplicità, ma anche ieraticità, il La scena si apre verso i fedeli per invitarli a mistero cristiano della vita e della morte: partecipare al dolore della Crocifissione. L'af- serenità, luminosità, trasfigurazione. fresco, attribuito a Stefano Folchetti - scuola del Crivelli - reca una data leggibile a distanza: Loro Piceno 1473. STORIA Sulla parete destra è il grande dipinto seicen- tesco a tempera, rappresentante S. Girolamo penitente nel deserto, senza particolari pregi artistici. LE CAPPELLE LATERALI La seconda cappella a sinistra è dedicata a S. Benedetto. Vi è rappresentata al centro in alto la scena dell'Annunciazione; a sinistra S. Pietro con i simboli di martire, apostolo e pescatore: la croce, il libro, il pesce; a destra S. Caterina di Alessandria con la ruota dentata, strumento del suo supplizio. Lo sky line di Loro Piceno e l'essenza stessa L'opera è attribuita alla Scuola camerinese e della sua antica storia sono rappresentati e in particolare a Girolamo di Giovanni. Vi spic- impersonati dall'imponente castello alto- cano la dolcezza e l'umiltà della Madonna, la medioevale, intorno ai cui gironi si è dipanata semplicità e l'umanità nelle altre figure. per secoli la vita del borgo feudale, della Ter- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 24
  • 25. ra e del Comune, e che tuttora è l'anima e il Loro Piceno è conosciuto da sempre per il corpo da cui si snodano vicoli di ciottoli anti- famoso “vino cotto”, al cui mito e alla cui chi, case e palazzi in cotto dorato, degradan- pratica è stato dedicato un museo che, all'oc- do dolcemente verso il piano e la modernità. casione, diventa anche mescita. Alla benevo- E intanto lo sguardo corre lontano dal mare ai lenza del dio Bacco i Loresi dedicano la “Sagra monti, dalla Marca di Ancona al Piceno, tra un del Vino Cotto”, una settimana di festeggia- incresparsi di terre menti durante i feraci e un traspa- quali i numerosissi- rente sovrapporsi di mi visitatori, accolti crinali ridenti. La da un brulicare di dolcezza delle colli- cantine e degusta- ne circostanti, la zioni, vengono coin- serenità del paesag- volti nell'allegria gio, il lindore e il della sfilata di carri rigore dei vari re- allegorici giocati su stauri apportati temi satirico - orgia- all'impianto urbano, stici. fanno di Loro Piceno un luogo piacevolissimo STORIA DEL VINO COTTO di residenza e una apprezzata mèta turistica. Vino tipicamente e tradizionalmente marchi- Il complesso del Castello occupa una superfi- giano, il vino cotto interessa particolarmente cie di 1.600 mq e si erge superbo, su tre livelli una ristretta zona enologica, quella del mace- fuori terra e tre seminterrati, con mura a ratese e di una parte del fermano. E' un vino scarpata che cingono il nucleo fortificato forte, dal colore giallo ambrato con tendenza intorno al cosiddetto Giròne al quale si acce- a sfumature nocciola (definito proprio per deva tramite quattro porte, ora scomparse. questa tonalità occhju de gallu), limpido e dal Quattro torri, ancora svettanti dal perimetro profumo fruttato, dal sapore in perfetto equi- esterno del càssero, testimoniano il grandioso librio fra acidità e dolcezza. sistema difensivo eretto a protezione dai La sua produzione è antichissima (ne parla già Signori feudali di Loro. In questo spazio si Plinio nel 70 d. C.) e fino ad un secolo fa era ergevano il Palazzo del Vicario di Fermo e la un momento significativo della vita campe- residenza del Signore di Loro. Lo stemma di stre autunnale. La tecnica di vinificazione è Loro Piceno, un castello a due torri e al centro altrettanto antica ed è rimasta sostanzial- una pianta di alloro, rivela l'origine dell'antico mente invariata. Nelle Marche la sua produ- nome “Castrum Lauri”, Castello di Loro, nome zione e il suo consumo sono ormai ampia- che, dopo l'annessione al Regno d'Italia, si mente diffusi, ma il paese che ha acquistato trasformò nel 1863 in Loro Piceno. fama per la qualità di tale liquore è proprio A Loro Piceno è legato indissolubilmente il Loro Piceno. Lo conferma anche il fatto che nome di uno dei primi seguaci di S.Francesco nei palazzi nobiliari e padronali, che fiancheg- da Assisi, l'anonimo fraticello dei Fioretti, del giano le caratteristiche vie del paese, si è 47° capitolo dei Fioretti, S. Liberato da Loro. I sviluppata una interessante architettura in Francescani rivestirono un ruolo importante funzione della pigiatura dell'uva e della bolli- nella Terra del Castello di Loro e furono pre- tura del mosto nelle voluminose caldaie di senti e determinanti nella vita della Comunità rame in una struttura in muratura alla cui con due Famiglie, quella dei Minori Conven- base vi è lo spazio necessario per la legna da tuali nella chiesa e convento di S.Francesco di ardere. Nonostante il successo fra enologi e Assisi e quella dei Cappuccini nella chiesa e degustatori, l'articolo 2 del C.P.R. del 12 feb- convento di S.Antonio da Padova. braio 1985 ne vietava la commercializzazione, Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 25
  • 26. non considerandolo propriamente un vino. struita in muratura la fornacchiola, quel com- Tuttavia, dopo una battaglia durata anni, plesso di ‘posto per far ardere un fuoco a iniziata nel 1973 con l'interrogazione al Go- legna' e soprastante caldaia in rame, utilizzati verno presentata dall'On. ascolano Renato per cuocere il mosto, trasportato al suo inter- Tozzi-Condivi, il vino cotto di Loro Piceno ha no con lu stanatu, attrezzo di rame con mani- ottenuto finalmente il riconoscimento che co, come un grosso ramaiolo. Durante la lun- meritava: con decreto ministeriale del 18 ga bollitura sulla superficie del liquido era luglio 2000 è stato inserito nell'elenco nazio- passata la schiumarola, una ramina per schiu- nale dei prodotti tradizionali. Ciò significa che mare il mosto. Con la ‘mbottatora, una sorta può continuare ad essere non solo prodotto, di grande imbuto, si riempivano le votti con il ma anche commercializzato. vino ancora caldo. Questa operazione veniva Loro Piceno, paese che vanta la più alta quali- fatta con lu stanatu, o con le ‘moderne' pom- tà nella regione per la produzione del vino pe meccaniche. cotto, gli dedica ogni anno una festa ricca di manifestazioni: la rinomata Sagra del Vino Urbisaglia Cotto. Iniziata nel 1948 come Festa dell'Uva URBS SALVIA, città della Regio V (Picenum), con festeggiamenti semplici e popolari, con venne verosimilmente fondata nella prima carri allegorici addobbati con viti e grano, è metà del I secolo a.C., in un sito dove, almeno giunta oggi ad essere un avvenimento apprez- sinora, non si sono trovate tracce di insedia- zato a livello regionale. menti precedenti al periodo romano, sebbe- A questa tradizione è lagata anche la Mostra ne tutto il territorio circostante sia ricco di Permanente del Vino Cotto, presenze picene; come si verifica spesso in allestita nei suggestivi am- ambiente romano, la sua na- bienti adiacenti al chiostro scita va messa in relazione con della chiesa di San Francesco. la particolare posizione topo- L'allestimento, pensato come grafica del luogo, costituita un percorso dalla raccolta dall'incrocio di due importanti dell'uva all'invecchiamento strade, quella che univa Fir- del vino nelle botti, si apre mum (Fermo) a Septempeda con canestre in vimini e can- (San Severino Marche) e quel- ne, cassette di legno e viun- la che conduceva da Asculum zitti, le bigoncette, che veni- (Ascoli) attraverso Ricina (Villa vano usati per la raccolta Potenza) ad Auximum delle uve durante lo velegnà, (Osimo). la vendemmia. Dopo la rac- Municipio in epoca repubbli- colta l'ùa o era gettata nelle cana ed in seguito, probabil- canà, recipienti a base rettan- mente sotto Augusto, colonia; golare o quadrata di legno o era iscritta nella tribù Velina; in muratura dove veniva pi- due grandi iscrizioni rinvenute giata, oppure in una pigiatrice manuale come durante lo scavo dell'Anfitea- quella in mostra. Lo musto, il liquido così tro, presso i muri esterni, confermano lo sta- ottenuto, si raccoglieva in una secchia, la tuto coloniale. secchja, contenitore in legno con due doghe Il periodo del suo massimo fulgore si situa alla opposte più alte delle altre, da utilizzare co- prima metà del I sec. a.C., quando importanti me presa. Le scorze e i graspi erano messi ne discendenti di famiglie originarie del territorio lu trocchju, il torchio, per la seconda spremi- di Urbs Salvia che avevano raggiunto ragguar- tura. All'interno dell'allestimento è stata rico- devoli magistrature in Roma, contribuirono Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 26
  • 27. con consistenti doni più accettabile di allo sviluppo monu- Elena Tomacelli, mentale della città. nipote di Bonifacio Dopo la distruzione IX, moglie di Talia- ad opera dei barbari no Furlano, capita- nel V sec. d.C., ven- no di ventura. ne abbandonata e Terminata nelle l'abitato si spostò, Marche la signoria per ovvi motivi di di Francesco Sforza, difesa, sulla sommi- di cui Furlano era tà della collina, nel stato capitano, gli luogo occupato urbisagliesi, con dall'attuale Urbisaglia. Questa mancata so- breve del di Eugenio IV del 24 dicembre 1466, vrapposizione dell'insediamento più recente a ritornarono sotto la dipendenza da Tolentino. quello romano, l'utilizzazione non sistematica Questa continuò (con alterne vicende) fino al della città antica come cava di pietra venien- 1569, quando il nobile maceratese Giulio te, uno sfruttamento agricolo tardivo della Fedeli potè prendere possesso di Urbisaglia in zona hanno fatto sì che Urbs Salvia giungesse nome della Camera Apostolica. al tempo attuale come il complesso archeolo- Nel 1696 arrivò finalmente la pace tra defini- gico più importante delle Marche, in un pae- tiva tra urbisagliesi e tolentinati. saggio ancor oggi non molto dissimile da LA ROCCA quello antico. Per castello, in questo caso, si intende un Urbisaglia fu fondata dai superstiti della città borgo difeso da mura di cinta, torri e porte romana distrutta, che si insediarono sulle fortificate. La rocca era invece la fortificazio- alture circostanti dando origine al Castro di ne destinata esclusivamente a funzioni milita- Orbesallia. ri di controllo all'esterno ed interno del ca- Nel XII secolo fu dominata dagli Abbraccia- stello. monte. Gualtiero Abbracciamonte nel 1195 Due antiche porte principali sono tuttora cedette Villamagna a Matteo e Forte Offone. visibili. Porta Entogge ad ovest (detta poi Questo atto fu la causa di tutti i mali futuri. Porta Trento) e Porta Fiastra (detta poi Porta Nel 1199 Matteo e Forte Offone cedettero Piave). Le porte hanno perduto i loro attributi Villamagna a Tolentino. Gualtiero, nel 1213 militari, ciononostante sono tuttora ben leg- cedette a Tolentino anche la sua parte di gibili e documentano i due sistemi principali diritti sul castello di Urbisaglia. di ingresso al castello. La malattia delle cessioni a Tolentino fu eredi- Il castello di Urbisaglia venne eretto nell'area taria. Come Gualtiero, anche suo figlio Rosso nord-occidentale della distrutta città romana nel 1251 e il figlio di lui Rosso nel 1290, e poi di Urbs Salvia. Gualtiero nel 1293, e ancora Silimbene di Rovine di tale città furono inglobate tanto Marino nel 1296 cedettero a varie riprese i nell'area del castello che in quella della rocca. diritti sul castello. Essa venne eretta agli inizi del Cinquecento L'opera di asservimento fu compiuta da Filde- da Tolentino occupando id sito di un preesi- smido. stente Girone medioevale (di cui residua la La grande Urbisaglia, sotto il dominio tolenti- parte basamentale del mastio) e insistendo nate si ridusse in pessime condizioni. quindi anche nel sito di quella che era verosi- Per quasi un secolo e mezzo gli urbisagliesi milmente l'Arce (Arx o rocca) della città roma- sopportarono la tirannia tolentinate, finché, na di Urbisaglia. intorno al 1436, andarono sotto la signoria La rocca, costruita da maestranze lombarde, Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 27
  • 28. ha pianta trapezoidale con fronte SO più este- sgorgò, allora come in molteplici occasioni so rispetto a quello NO. Ai quattro lati si inne-posteriori, del sangue vivo. stano altrettanti torrioni circolari scarpati. Allo scopo di evitare ulteriori simili tentativi, il Una torre d'ingresso situata sul fronte NO corpo fu sepolto in un luogo di cui si perse la della rocca veniva tutelata tanto dal torrione memoria. angolare Ovest che dal mastio situato a ridos- Solo nel 1927 esso fu ritrovato sotto l’arca so della cortina anzidetta. marmorea al centro del Cappellone e fu co- Delle precedenti fortificazioni la rocca utilizzastruita, al di sotto di questo, la cripta nel qua- il mastio duecentesco (seppure riadattato in le il corpo tuttora riposa. L’originaria chiesa di epoche successive). Il mastio ebbe probabile S. Agostino, per la presenza delle spoglie e origine da una torre di avvistamento assai più per la fama di taumaturgo del santo che si alta di quella odierna, successivamente cima- diffuse in tutto il mondo, fu intitolata a S. ta per adattarla ai nuovi canoni architettonici Nicola. Di grande interesse artistico il portale. che tendevano ad abbassare le varie unità FACCIATA fortificate. Altri ruderi del primigenio castelloDalla facciata rivestita in travertino emerge il sono oggi visibili all'interno della rocca, occu-portale in cui la preziosità del gotico fiorito si pando buona parte della corte interna.Le fonde con gli effetti spaziali del primo Rinasci- mura del castello di Urbisaglia andavano a mento. congiungersi con i torrioni della rocca rispetti-Costruito tra il 1432 ed il 1435 su commissio- vamente a Ovest e a Sud. Il fronte SO della ne del condottiero tolentinate Nicolò Mauru- rocca costituiva quindi la continuazione del zi, è opera dello scultore fiorentino Nanni di perimetro murato di Urbisaglia. Bartolo detto il Rosso. Nanni ha lavorato con- Alla base del mastio si trova una cisterna che temporaneamente a Donatello alle statue del veniva riempita con acqua piovana e assicura- campanile del Duomo di Firenze.Aveva poi va la scorta idrica della rocca anche in caso di realizzato a Verona il monumento Brenzoni in assedio. San Fermo e quindi a Venezia, il “Giudizio di Salomone” nel Palazzo Ducale. Tolentino Nella lunetta del portale, sovrastata da un S. BASILICA DI SAN NICOLA Giorgio a cavallo, è rappresentata la Madon- S. Nicola nacque nel 1245 a Sant’Angelo in na con il Bambino tra S. Agostino e S. Nicola; Pontano, in provincia di Macerata. Dopo aver in alto, nella parte cuspidale, la statua trascorso diversi anni nei vari conventi agosti- dell’Eterno Padre. niani delle Marche, nel 1275 fu inviato a To- Realizzato nel grigio della pietra d’Istria, esso lentino dove visse e morì nel 1305 all’età di 60 anni. L’esemplarità della sua condotta, i molteplici miracoli compiuti prima e dopo la sua morte, fecero nascere una intensa e diffusa devozio- ne verso colui che era ritenuto Santo anche quando era ancora in vita. Ciò spinse Giovan- ni XXII, nel 1325, ad indire un processo di canonizzazione, il cui decreto ufficiale giunse però più di un secolo più tardi, per volontà di Eugenio IV. In un anno imprecisato, intorno alla fine del XIV secolo, fu tentato di profanare la salma mediante il taglio delle braccia dalle quali Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 28
  • 29. risalta per la netta prevalenza delle parti scul- mente sulla costa orientale dell’Adriatico. toree che dominano e si impongo sul telaio Nella Basilica sono conservate anche altre architettonico quasi inesistente. Le due sta- importanti opere d’arte. tue laterali (la testa di quello di sinistra è un CHIOSTRO reperto archeologico) e i sei bassorilievi raffi- L’inizio della costruzione del complesso del gurano personaggi con in mano un libro o un Convento di S. Nicola - sotto il titolo originario foglio di pergamena; si può supporre che vi di S.Agostino - risale alla seconda metà del siano rappresentati gli otto agiografi del Nuo- ‘200, quando la comunità agostiniana si era vo Testamento. insediata a Tolentino già da molti anni. CAPPELLONE L’opera, forse con varie interruzioni, si pro- L’elemento di maggior valore artistico nel trasse per quasi un secolo. complesso della Basilica di S. Nicola è certa- Il monumentale chiostro, costruito intorno al 1370, viene attribuito all’opera della locale corporazione di mastri carpentieri, falegnami, scalpellini, in buona parte di origine lombar- da. Il chiostro è composto da 30 capitelli de- corati con motivi vegetali, ad eccezione di quello angolare che presenta figure umane che la tradizione vuole siano i ritratti dei com- mittenti. Le colonne sono costruite in cotto e differi- scono tra loro per la forma, essendo alcune lobate, altre cilindriche altre ancora poliedri- che. Raffinato ed elegante, nel lato sud del chiostro stesso, il portale in cotto, recante tracce di policromia, che immetteva nell’antico refettorio. mente il cosiddetto “Cappellone”, forse in Tre ali del chiostro sono integralmente con- origine Sala Capitolare, che presenta il più servate. la quarta invece, parallela alla chiesa, vasto ciclo di affreschi delle Marche eseguito fu arretrata nei primi anni del secolo XVII° per intorno al 1320 da Pietro da Rimini, illustre dare spazio alle cinque cappelle costruite esponente della scuola giottesco-riminese. all’interno del lato destro della Basilica. Sulle vele della volta sono rappresentati i OPERE quattro Evangelisti ed i quattro Dottori della Da ricordare per il loro valore artistico, la Chiesa. Nei lunettoni compaiono scene della “Visione di S. Anna” del Guercino, dipinta nel vita della Vergine; nella fascia mediana sono 1640; una notevole statua lignea da presepio descritti episodi della vita di Cristo mentre in quella inferiore compaiono momenti della vita di S. Nicola e la raffigurazione di alcuni suoi miracoli. Al centro del “Cappellone” si innalza una pregevole statua in pietra policromata soste- nuta da un’arca in marmo sotto la quale era stato sepolto il corpo di S. Nicola. Recenti studi attribuiscono le due opere, risalenti alla seconda metà del ‘400, allo scultore fiorenti- no Niccolò di Giovanni che operò prevalente- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 29
  • 30. raffigurante la “Madonna col Bambino” del sorretti da pilastri cilindrici in laterizio. Al secolo XIV affiancata da un S. Giuseppe, ed primo piano un altro porticato affianca un una pregevole “Deposizione” su tavola, resi- ampio salone, probabilmente la parte del duo di una grande e complessa pala d’altare, castello che aveva funzione di residenza. Dal databile al 1521, recentemente attribuita al cortile si accede a una cappellina barocca pittore tolentinate Marchisiano di Giorgio. eretta dai Gesuiti. MUSEI Testimonianze non confermate sostengono Di interesse antropologico oltre che artistico l'esistenza, al centro del cortile, di un'altra è anche il Museo degli ex voto che raccoglie cisterna dove sembra vennero sepolti molti circa 400 tavolette dei secoli XV-XIX. Impor- dei caduti durante la Battaglia della Rancia tante inoltre, il Museo delle Ceramiche, una nel 1815. Secondo la tradizione esisterebbe collezione di pezzi di varie officine italiane inoltre una galleria medievale che dovrebbe (Albisola, Nove, Castel Durante, Castelli. Pesa- congiungere il Castello alla Basilica di S. Nico- ro, Deruta, ecc.). dall’epoca romana fino al la. secolo scorso. Suggestivi anche il grande Presepio meccani- co, aperto tutto l’anno, ed il diorama con scene della vita di S. Nicola. Castello della Rancia Sulla pianura situata alla sinistra del fiume Chienti, a 7 chilometri da Tolentino, s'innalza, maestoso e suggestivo, il Castello della Rancia ricostruito nel sec. XIV sulle strutture di una preesistente grancia cistercense. Il castello, di forma quadrangolare, è compo- sto da una cinta merlata rafforzata da tre torri angolari. A difesa dell'ingresso principale del castello si eleva una delle torri a cui si accedeva mediante un ponte levatoio, sosti- tuito in seguito da uno in muratura. Il mastio, nucleo originario della preesistente grancia, è alto circa 30 metri ed è costituito da quattro piani, di cui i primi tre sono voltati a crociera. Al secondo piano, fornito di un ampio camino e raggiungibile tramite una scala a chiocciola in pietra, si trovava l'allog- gio del granciario e poi del castellano. Il piano seminterrato del mastio, illuminato da due alte feritole a bocca di lupo, fu un tempo usato come prigione come indicano i grossi anelli in ferro infissi alle pareti. Su due lati adiacenti della corte, provvista al centro di una profondissima cisterna, si innal- zano due porticati con archi a tutto sesto Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 30
  • 31. Sabato 25 agosto PROGRAMMA MATTINA: ore 8.00 partenza per Urbino (arrivo previsto ore 10.00 (Visita guidata al Palazzo Ducale inter- no ed esterno e al Duomo) ore 12.30-13.00 pranzo a Urbino: Ristorante San Giovanni, Via Federico Barocci 13 Pomeriggio visita libera per le strade della città Ore 17.00 partenza per Giussano (cena al sacco) ore 24.00 previsto rientro ti, fino all'estinzione della stessa. I primi con- Urbino tatti con il mondo dell'arte si ebbero al tempo STORIA del conte Guidantonio, quando nel 1416 i L'antica capitale del ducato montefeltresco fratelli sanseverinati Lorenzo e Jacopo Salim- (35 km da Pesaro) sorge sulla cima di due colli beni furono chiamati ad affrescare l'oratorio e lungo le loro pendici con i tetti delle case e di S.Giovanni, seguiti dall'eugubino Ottaviano delle chiese digradanti verso Porta Lavagine a Nelli e dal ferrarese Antonio Alberti che ad nord-est e verso Porta Valbona a sud-ovest. È Urbino lasciarono più di un'opera. Dopo la una delle maggiori mete del turismo artistico morte di Guidantonio (1443) e l'assassinio del mondiale, per la sua storia e per i tanti monu- giovane Oddantonio (1444), fu però soprat- menti e opere d'arte in essa contenuti. tutto con Federico II da Montefeltro, prima Ha origini antichissime, ma si ha documenta- conte e poi duca, che Urbino raggiunse il zione solo a parti- massimo del suo re dal III secolo splendore artisti- a.C., quando Urvi- co, soprattutto num Mataurense dopo la raggiunta assunse la dignità supremazia terri- di municipio ro- toriale dei Mon- mano (resti di tefeltro, definiti- mura e del tea- vamente strap- tro). La posizione pata alle ambi- strategica ne zioni espansioni- favorì il coinvolgi- stiche dello scon- mento nelle lotte fitto Sigismondo che caratterizza- Malatesta rono il periodo (1463). Fu per feudale, quando si schierò dalla parte dei volontà del duca Federico che la vecchia di- ghibellini e Antonio da Montefeltro, sedando mora medievale dei Montefeltro fu ampliata a Roma una rivolta contro l'imperatore Fede- e abbellita da Luciano Laurana prima e da rico Barbarossa, conquistò sul campo il titolo Francesco di Giorgio Martini poi, fino a diven- di conte e la carica di vicario imperiale di tare lo splendido Palazzo Ducale, capolavoro Urbino (anno 1155). Fu l'inizio del legame assoluto (con i suoi 'Torricini' e con il suo della città con la dinastia dei Montefeltro 'Cortile d'Onore') dell'arte rinascimentale e durato, pur con momenti difficili e contrasta- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 31
  • 32. oggi sede della prestigiosa Galleria Nazionale ospitato all'interno del monumentale ex mo- delle Marche che ospita capolavori assoluti nastero di S.Chiara, e quella ancora della come la "Flagellazione" e la "Madonna di cosiddetta 'Scuola del Libro' con la sua meri- Senigallia" di Piero della Francesca e la tata fama di fabbrica di talenti artistici nel "Muta" di Raffaello Sanzio. Un'autentica reg- campo della grafica e delle varie tecniche gia in cui vive eternata la memoria del duca incisorie. Federico con quella del figlio Guidubaldo e Ogni anno, in agosto, Urbino celebra se stessa della loro splendida Corte; di sala in sala, dal con la Festa del Duca: una rievocazione in 'Salone del Trono' fino a quell'unicum che è lo costume per le vie del centro a cui partecipa- 'Studiolo del Duca' con il suo splendido rive- no saltimbanchi e mangiafuoco, culminante stimento ad intarsi e la serie dei ritratti degli nella sfida fra contee alla presenza della Corte "Uomini illustri". È però anche girando per ducale. Urbino, lungo le sue ripide strade e stradette, GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE che si incontrano tutte le tessere di un mosai- CENNI STORICI co urbano che reca i segni di una lunga storia E' ospitata nel Palazzo Ducale, straordinaria artistica e culturale: dalla mole neopalladiana dimora principesca del Quattrocento, voluta della Cattedrale, ricostruita dal Valadier dopo dal duca Federico da Montefeltro (1422 - il terremoto del 1784, al magnifico portale in 1482), signore della città di Urbino dal 1444 al travertino (con la copia della lunetta di Luca 1482 "gloriae ac posteritati suae". della Robbia) della chiesa di S.Domenico, Un "palazzo in forma di città", come lo definì dalla medievale chiesa di S.Francesco con il Baldassarre Castiglione, che rispecchia la bel campanile gotico cuspidato e la grande personalità guerriera e al tempo stesso illumi- pala d'altare di Federico Barocci, all'oratorio nata di S.Giuseppe con il famoso 'Presepe' del e Brandani, da Palazzo Albani (secoli XV-XVIII) colta alla vicina chiesa di S.Spirito (sec. XVI), alla del casa natale di Raffaello sede dell'omonima suo Accademia istituita nel 1869. Più in alto la Si- Fortezza Albornoz dai cui spalti la vista spazia in direzione del Palazzo Ducale con i suoi 'Torricini', ma anche verso le colline più pros- sime come quella dominata dalla quattrocen- tesca chiesa di S.Bernardino, sede del Mauso- leo dei Duchi. E ancora, scesi a valle, lo splen- gnore. dido panorama urbano che si gode da Borgo Vi lavorarono gli architetti Luciano Laurana Mercatale con l'incombente volume semici- (1420 - 1479), autore del superbo cortile e lindrico che racchiude la quattrocentesca della facciata serrata tra i due slanciati torrici- Rampa elicoidale di Francesco di Giorgio Mar- ni, e Francesco di Giorgio Martini (1439 - tini, sovrastata dalla mole ottocentesca del 1502) che ideo' il prospetto principale, la Teatro 'R. Sanzio' e, ancora sopra, dalle absi- cosiddetta "facciata a due ali". di, dalla cupola e dal campanile della Catte- DESCRIZIONE SEDE drale, affiancate dai finestroni del giardino Un primo gruppo di opere, proveniente dagli pensile e del monumentale fronte occidenta- edifici delle corporazioni religiose soppresse, le del Palazzo Ducale. C'è poi infine la Urbino venne a costituire nel 1861 il nucleo principa- città degli studi, quella della Libera Università le della Galleria che, considerata una delle più e del suoi moderni Collegi e quella dell'Istitu- preziose raccolte d'arte in Italia, fu istituita to Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA), nel 1912, sotto la direzione di Lionello Ventu- Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 32
  • 33. ri, l'allora soprintendente, con l'intento di Dopo gli ultimi restauri, è possibile visitare raccogliere, custodire e valorizzare gli oggetti anche i sotterranei del Palazzo con la neviera, d'arte provenienti dall'intero territorio regio- la selleria, la lavanderia, la cucina, la stalla ed nale. il bagno del Duca. Il percorso, all'interno del Palazzo, oltre a DUOMO condurre il visitatore in ambienti di grande STORIA suggestione, tra cui lo "Studiolo del Duca", la Fondata nel 1021, in sostituzione di una pre- "Cappellina del Perdono" e il "Tempietto delle cedente chiesa fuori le mura, la cattedrale Muse", lo avvicina alle numerose testimo- urbinate aveva una pianta originariamente nianze della civiltà figurativa urbinate e a ruotata di 90° rispetto a quella attuale, ed era capolavori assoluti come: "La profanazione di dimensioni assai minori. Ricostruito nel XV dell'Ostia" di Paolo Uccello (1397-1475), "La secolo su istanza di Federico da Montefeltro, Flagellazione" e la "Madonna di Senigallia" di il duomo di Urbino fu edificato secondo un Piero della Francesca (1415/20-1492), la progetto semplicissimo e spoglio, a tre navate "Pentecoste" e la "Crocefissione" di Luca su bianchi piloni, secondo un progetto attri- Signorelli (1441/50-1523), "La Muta" di Raffa- buito al senese Francesco di Giorgio Martini ello (1483 - 1520), l"Ultima Cena" e la che in quegli anni era architetto di fiducia del "Resurrezione" di Tiziano (1487/88-1576), duca. L'edificio fu terminato nel 1604. l'"Assunzione Questa singolare della Vergine" di opera del Rinasci- Federico Barocci mento andò per- (1535 - 1612), la duta con il terre- "Madonna col moto del 12 gen- Bambino e Santa naio 1789 con il Francesca Roma- crollo della cupo- na" di Orazio la, che costrinse Gentileschi gli urbinati a rico- (c.1563 - 638 o struire la loro 46). cattedrale affi- Di recente acqui- dando il progetto sizione la Colle- all'architetto zione Volponi romano Giuseppe donata dallo scrittore urbinate che compren- Valadier (1762-1839), che concluse l'edificio de, tra l'altro, dipinti del Trecento bolognese nel 1801. e tele del Seicento marchigiano. La facciata, in pietra del Furlo, è opera di Importanti le raccolte di disegni e incisioni, la Camillo Morigia (1743-1795) e realizzata nel collezione di ceramiche e maioliche dei secoli 1782, su commissione dell'arcivescovo Dome- XV e XVI e il misterioso dipinto della "Città nico Monti, è ornata da cinque statue, sul ideale" (1480 c.) che, assieme alle due frontone, rappresentano le Virtù Teologali "Prospettive" conservate una nella Walters (Fede, Speranza e Carità), mentre sui due Art Gallery di Baltimora e l'altra nello Schloss spioventi, vi sono rappresentati Sant'Agostino Museum di Berlino, costituì, come afferma (a sinistra) e San Giovanni Crisostomo (a de- Maria Grazia Ciardi Duprè, il punto di parten- stra). Sotto al frontone è riportata l'iscrizione za di alcuni fra i maggiori problemi prospetti- "STUDIORUM UNIVERSITATI FASTIGIUM", ci, urbanistici, di architettura e di spazio che, come ringraziamento all'Università per aver nel passaggio dal primo al secondo Rinasci- finanziato i lavori per la realizzazione del tet- mento, fondarono la civiltà moderna. to. La gradinata antistante il Duomo è stata Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 33
  • 34. sistemata in forme attuali nel 1859 su dise- Acquistata nel 1635 dall'architetto urbinate gno dell'arcivescovo Alessandro Angeloni, Muzio Oddi, passò nel 1873 all'Accademia presenta, al termine di una elegante balau- Raffaello che, fondata nel 1869 da Pompeo stra, sulla sinistra la statua del Patrono San Gherardi ne divenne gelosa custode, promuo- Crescentino e sulla destra la statua del Com- vendo ricerche, opere e studi relativi alla patrono Beato Mainardo, Vescovo di Urbino. figura del grande pittore urbinate. Il raffinato interno, opera del Valadier, è un Al primo piano si apre un'ampia sala con sof- bell'esempio di stile neoclassico: a croce lati- fitto a cassettoni dove è conservata na, con tre bianche navate coperte da volta a l'"Annunciazione", tela di Giovanni Santi, botte, è coronato, all'incrocio del transetto, assieme a copie ottocentesche di due opere da una maestosa cupola cassettonata. realizzate da Raffaello: la "Madonna della Tra le opere d'arte si segnalano due tele (il Seggiola" e la "Visione di Ezechiele". San Sebastiano nella navata destra, 1557, e la bellissima Ultima Cena nella cappella del Sa- cramento, 1603-1608) di Federico Barocci, un'Assunta di Carlo Maratta (1707 circa) e la Natività della Vergine di Carlo Cignani (1708). Nei pennacchi della cupola, i tondi con gli Evangelisti, sono opere di artisti di scuola romana del XVIII secolo (tra cui Domenico Corvi e Giuseppe Cades). La pala dell'altar maggiore, che troneggia nell'abside, con la Madonna tra i santi protettori di Urbino, è di Cristoforo Unterperger. L'attuale arciverscovo della diocesi e della cattedrale è Sua Eccellen- In una piccola stanza attigua, ritenuta la stan- za Reverendissima Mons. Giovanni Tani. za natale del pittore, è collocato l'affresco MUSEO CASA NATALE DI RAFFAELLO della "Madonna col Bambino" attribuito dalla SEDE E DESCRIZIONE DELLE RACCOLTE critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello La dimora, costruita nel XV secolo venne ac- giovane. Di particolare interesse sono un quistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Gio- disegno attribuito a Bramante (1444 - 1514) e vanni Santi (1435 - 1494) umanista, poeta e la raccolta di ceramiche rinascimentali, depo- pittore alla corte di Federico da Montefeltro, sito temporaneo della Collezione Volponi. che vi organizzò la propria bottega dove Raf- Al piano superiore, sede dell'Accademia, sono faello (1483-1520) apprese le prime nozioni di conservati manoscritti, edizioni rare, monete, pittura. ritratti: tipici esempi della cultura ottocente- sca con significato rievocativo e celebrativo. Macerata CENNI STORICI ampliandola e trasferendovi la sede vescovile. Fondata nel 1138, nel 1320 assurge al rango L'accresciuta importanza di Macerata, posta di Città e viene inserita tra le civitatis maio- peraltro in posizione centrale nel territorio res, per volontà di Papa Giovanni XXII che della Marca, induce rettori e vicari della Mar- vuole premiare la sua fedeltà alla Chiesa, ca anconetana a trasferirvi la loro residenza. Il Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 34
  • 35. Trecento è segnato anche dalle dominazioni da Francesco Mancini e Sebastiano Conca. La di diverse Signorie. A causa delle discordie tra Chiesa di Santa Maria delle Vergini, edificata i signori locali, Macerata subisce un assedio in stile bramantesco custodisce all'interno nel 1377, dal quale si libera con una gloriosa una tela sul tema dell'Epifania del Tintoretto impresa militare. Nel Quattrocento gli Sforza e aiuti. La Chiesa di San Giovanni mostra i occupano i suoi territori, ma una lega santa si canoni architettonici del tardo Rinascimento, oppone loro per sottomettersi allo Stato della tipici delle chiese dell'Ordine dei Gesuiti, a cui Chiesa. Quest'ultimo accorda per gratitudine appartenne anche l'illustre missionario mace- alla città lo status di Corte Generale de lo ratese Padre Matteo Ricci. La Chiesa di San Rectore de Sancta Chiesa. Grazie a tale titolo, Filippo, con interno a pianta ellittica, è di Macerata viene ufficialmente elevata al ruolo particolare effetto estetico. di capoluogo della Marca anconetana, avvian- La città si pregia di numerosi palazzi storici tra dosi verso un periodo di profonda trasforma- cui: Palazzo Ricci, risalente al XVI sec., di note- zione del proprio tessuto sociale. vole bellezza, ripristinata anche a seguito di Nel Cinquecento la città raggiunge il suo mas- un'accurata opera di restauro, oggi sede di simo potere politico e ottiene l'istituzione una raccolta d'arte di grande valore; Palazzo della sede universitaria. Compagnoni Marefoschi, con il bel portale DA VEDERE vanvitelliano; Palazzo Buonaccorsi, futura Oggi la città, ancora cinta dai bastioni cinque- sede della pinacoteca, alto esempio di archi- centeschi, è percorsa dalle tante strade che tettura tardo-barocca marchigiana; il Palazzo salgono verso Piazza della Libertà, il cuore del dei Diamanti caratterizzato dalla facciata in nucleo storico, su cui si affacciano la Loggia pietra tagliata a rilievo, di forte impatto sce- dei Mercanti, di gusto rinascimentale, il Palaz- nografico. zo del Comune, costruito nel 1600 e restaura- Attrazioni turistiche sono anche i musei della to nell'Ottocento, la Torre dell'Orologio, il città: la Pinacoteca Civica, composta da due Palazzo della Prefettura, antica sede dei legati sezioni: una di arte antica, che annovera, tra pontifici (sec. XVI), il settecentesco teatro gli altri, dipinti di Carlo Crivelli, Giovanbattista comunale Lauro Rossi, progettato dal Bibiena, Salvi e Carlo Maratta; una di arte contempo- e l'ex-Chiesa di San Paolo risalente al XVII sec, ranea con opere di Aligi Sassu, Osvaldo Licini, adiacente sul suo lato destro all'ingresso del Corrado Cagli e di numerosi altri artisti. Nello Palazzo dell'Università, e da essa trasformata stesso edificio si trovano anche il Museo della in auditorium. Carrozza, il Museo Civico, il Museo Risorgi- Tra i luoghi di culto si segnalano: il Duomo, mentale delle Marche e la Biblioteca Civi- progettato da Cosimo Morelli, il Santuario- ca.Sono in corso dei laviori per collocare i Basilica Madonna della Misericordia, edificato musei nello splendido Palazzo Buonaccorsi. alla fine del 400 sul Nei sotterranei del luogo di una cap- cinquecentesco pella votiva co- Palazzo Rossigni struita per scon- Lucangeli è situato giurare il pericolo il Museo di Storia della peste. Nel Naturale. 1735 Luigi Vanvi- LO SFERISTERIO telli ne progettò Lo Sferisterio fu l'architettura costruito grazie alla dell'interno, men- "generosità di 100 tre le decorazioni consorti" macera- furono realizzate tesi per il gioco Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 35
  • 36. della palla (sphaera) col bracciale, disciplina sportiva in voga nelle mar- che dal secolo XV sino alla metà dell'800. I lavori, iniziati il 2 ottobre 1820, si protassero sino al 1829 quan- do finalmente il 5 settembre, in un eccezionale clima di festa popolare, lo Sferisterio venne augurato. Nel 1921, per la prima volta, si allestì un'opera lirica: una memorabile edizione di "Aida", voluta dal maceratese conte Pier Alberto Conti, richiamò spettato- ri da ogni parte d'Italia. L'anno successivo si nella regione. Sul basamento vi è una lapide tenne un'applaudita edizione de "La Giocon- che ricorda Vittorio Emanuele II, per sistema- da". Dal 1967, ogni estate, le Stagioni Liriche re questa lapide fu sacrificato purtroppo, dello Sferisterio richiamano il pubblico più l'artistico orologio ad automi, simile a quello esigente ad applaudire originali proposte e di Venezia, costruito nel 1569 dai fratelli Ra- cast prestigiosi in una struttura felicissima, nieri di Reggio Emilia, famosi orologiai, con le monumentale ma intima, che garantisce una statue lignee della Madonna col Bambino, cui perfetta visibilità ed una eccellente acustica. le figure dei Re Magi al suono delle ore, ren- TORRE CIVICA devano omaggio. La Torre Civica, iniziata intorno al 1492, da Dalla terrazza del coronamento, facilmente Matteo d'Ancona, venne continuata nella accessibile, si domina un panorama unico che metà del '500, sui disegni di Galasso Alghi- spazia dai monti Sibillini al mare. Lo sguardo si da Carpi, architetto militare, e fu ultima- scorre sulle numerosissime cittadine intorno, ta sui modelli dell'artista, nel 1653. E' alta 64 tutte su sommità collinari, intervallate da una metri, ed è uno dei migliori edifici del genere campagna coltivata come un giardino. PREGHIERA AI PASTI Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Dio, amante della vita, che nutri gli uccelli del cielo e vesti i gigli del campo, benedici noi e questo cibo perché possiamo servirti meglio nei nostri fratelli. Amen. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 36
  • 37. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 37
  • 38. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 38
  • 39. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 39
  • 40. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 40
  • 41. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 41
  • 42. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 42
  • 43. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 43
  • 44. Preghiera per la santificazione della famiglia O Maria, siamo qui per imparare da Te la grande lezione della vita. Tu ci guardi come solo una madre sa guardare i suoi figli. La Santa Casa custodisce il ricordo della tua quotidiana fatica e del lavoro umile di Gesù e di Giuseppe: aiutaci a lavorare con cuore puro affinché il nostro lavoro sia libero dall'egoismo, libero dall'ingiustizia e dalla violenza. Davanti a Te, o Madre, tante mamme hanno pregato e Ti hanno presentato con fiducia i loro figli come Tu un giorno presentasti Gesù nel Tempio. Oggi le nostre famiglie si stringono attorno a te: riporta nelle nostre case la preghiera che illumina e genera fraternità, unendo genitori e figli in una festa di fede. Aiutaci a guardare in Alto per scoprire il nostro vero volto nel Volto Santo di Dio. Cammina sempre con noi perché viviamo donando generosamente noi stessi come ha fatto Gesù, figlio del Tuo sì, Salvatore di ogni uomo, meta della nostra vita. Amen. Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 44