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Vivere in Italia.
      L’italiano per il lavoro e la cittadinanza
Didattica base per l’insegnamento dell’italiano L2 ad adulti
      Corso per docenti/operatori/volontari
1° incontro: merc. 9 nov.
    Sala Vismara – via Copernico, 1
              Mara Clementi



Apprendere una lingua seconda in età adulta e
  in condizione di migrazione: risorse, strategie e
  criticità.


Un’idea di lingua e di livelli: il Quadro Comune
  Europeo di Riferimento per le lingue (QCER).
la lingua 2

       diversa dalla lingua madre = L1
       diversa dalla lingua straniera = L S
       territorio/ambito pedagogico-didattico di
        transizione

    E A L (English Additional Language)


3
lingua 2 e lingua 1 in poesia

                       sei giunto nel paese dei tuoi sogni
                                       ….

                                  accettando la sfida
                              fai tua l’estranea melodia

                                  attraversi frontiere

                        conservi la canzone di tua madre
                            per cantarla ai tuoi figli

    Glays Basagoitia Dazza, nata in Perù
4
i bisogni generali del migrante adulto


    • formazione linguistica

    • formazione professionale

    • inte(g)razione
l’apprendente migrante adulto:
specificità oltre la provenienza/appartenenza
«etnica»


• età                         •   lavoro nel paese
• genere M/ F                     d’origine
                              •   lavoro/i in Italia
• luogo di nascita
  (città/campagna, …)         • situazione familiare
• arrivo in Italia,….         •   progetto migratorio
• titolo di studio/           • interessi
  scolarizzazione nel paese
  d’origine                   • bisogni formativi
                                complessivi
l’apprendente migrante adulto e la lingua

     • possiede una storia personale rispetto alla
       lingua (apprendimento/ non apprendimento)

     • possiede conoscenze/esperienze di
       comunicazione (anche se non alfabetizzato)
fattori che influenzano
l’acquisizione della lingua 2

   l’età anagrafica al momento dell’arrivo
   le competenze linguistiche e comunicative
    acquisite in L 1
   il progetto migratorio
   lo status socio economico
   il vissuto in terra di migrazione nei confronti
    della lingua madre
il vissuto: L1 e L2
I migranti si legano a una visione mitica dell’identità
linguistica originaria o vi si distaccano con acredine,
si annegano nella nuova lingua o vi resistono a costo
del silenzio e dell’esclusione;
vi trovano nuove linee espressive e le riportano nella
comunità – lingua d’origine o se ne appropriano
dimenticando quest’ultima…

M. Vedovelli, L’italiano degli stranieri: Storia, attualità e prospettive, Carocci, Roma
    2002, pp. 117-118
la nuova lingua: un’ illusione


Abitare sonorità, logiche separate dalla memoria notturna del
corpo, dal sonno agrodolce dell’infanzia…
Vi perfezionate in un altro strumento, come ci si esprime con
l’algebra o il violino…
Avete l’impressione che la nuova lingua sia la vostra resurrezione:
nuova pelle, nuovo sesso. Ma l’illusione si squarcia quando vi
riascoltate, su un nastro registrato, ad esempio, e la melodia della
vostra voce vi ritorna bizzarra, da nessuna parte…
Più vicina al borbottio di un tempo che al codice di oggi.
Così, fra due lingue, il vostro elemento è il silenzio.

Julia Kristeva,Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano 1990.
conoscere la biografia linguistica


• la sola nazionalità non è un
  indicatore sufficiente per capire il
  background linguistico-culturale
  (l’ etnia non è il paese d’origine)
conoscere le caratteristiche essenziali
della lingua madre

   la lingua madre è anche la l. ufficiale del
    paese d’origine?
   è altra lingua/dialetto?
   è lingua solo orale?
   è una lingua alfabetica?
   quale alfabeto?
   quali sono le lingue e gli alfabeti dei nostri
    studenti/apprendenti?
    quante lingue si parlano nel mondo?
Didattica Italiano di base
le competenze linguistiche
secondo la classificazione di Jim Cummings, 1989



      BICS = Basic Interpersonal Communication Skills
       abilità comunicative interpersonali di base
       (tempo necessario da 1 a 2 anni)
        = survival competence


      CALP = Cognitive Academic Language Proficiency
       Padronanza linguistica cognitivo-scolastica
       (tempo necessario da 5 a 7 anni)
L1     e       L2

   l’acquisizione della L2, per chi è già
    alfabetizzato in L 1 e/o in altre lingue,
    procede attraverso l’attivazione inconsapevole
    di meccanismi di confronto.
   maggiore è la competenza in L1, più facile
    sarà l’apprendimento della L2.
l’apprendente migrante adulto

     • ha bisogno di conoscere passo dopo passo
       che cosa sta studiando e perché (contenuti e
       obiettivi)

     • ha bisogno di attività meta linguistiche:
       riflessioni e riferimenti guidati e costanti sulla
       lingua e sulla comunicazione .
italiano L2

tre ambiti trasversali:

• la competenza comunicativa
• la competenza linguistica
• la competenza culturale
competenza comunicativa

capacità di entrare in relazione con
interlocutori diversi:
 in ambito lavorativo

 in ambito sociale
competenza linguistica

competenza linguistica/competenza
formale:
conoscenza delle regole che permettono
la produzione di frasi e testi corretti e di
senso compiuto.
competenza culturale

consapevolezza/padronanza dei codici:
- sociali

- morali

- estetici


   conoscenza del patrimonio culturale del paese
    di accoglienza
competenza culturale
  un esempio:
  la conoscenza dei codici sociali e culturali
   nella conversazione
- distanza fisica tra gli interlocutori
- sguardo

- tono di voce

- formule di rispetto, cortesia

- uso del Tu/Voi/Lei
competenza culturale

la non conoscenza dei codici culturali può
  dar luogo a:
 “incidenti interculturali”

 fraintendimenti
l’importanza del luogo in cui si apprende:
classe/laboratorio linguistico


anche per l’adulto può/deve essere:
luogo di apprendimento anche emotivo
luogo di accoglienza, dove sentirsi bene
nella classe
i segni delle provenienze e delle culture d’origine:
   planisferi, cartine geo., scritte e libri nelle L1,
    collegamenti internet, …
le tracce delle storie personali:
   viaggi, immagini, foto, storie, autobiografie,..
gli strumenti di passaggio da L1 a L2
liste di parole bilingui, vocabolari, scritte in italiano
vocabolari illustrati, …
Quadro Comune Europeo
di Riferimento per la conoscenza delle lingue
Consiglio d’Europa

Il CEFR (Common European Framework of Reference
for Languages), in italiano QCER, è una linea guida
utilizzata per descrivere le abilità acquisite da chi studia
una lingua straniera.
È stato elaborato dal Consiglio d’Europa con lo scopo di
fornire un metodo comune, applicabile a tutte le lingue
europee, per accertare le conoscenze e per
trasmetterle.
Il QCER si articola in sei livelli.
i livelli di competenza secondo i criteri del
    QCER:


•   livello elem.:    A1 contatto
                      A2 sopravvivenza
•   livello interm. : B1 soglia
                      B2 progresso
•   livello avanzato: C1 efficacia
                      C2 padronanza
i livelli di competenza del QCER


•   vengono utilizzati come parametri per
    valutare le competenze linguistico-
    comunicative individuali.
•   gli enti certificatori di tutta Europa utilizzano
    ormai solo i livelli del QCER per la
    certificazione delle competenze nelle lingue
    europee.
Il Q C E R si occupa di:


- apprendimento
- insegnamento lingue moderne
- valutazione
Q C E R:
il compito dell’educazione linguistica
…..è profondamente cambiato.


Non è più visto semplicemente
  come        acquisire       la
  padronanza di una o due o
  anche tre lingue, ognuna         Al contrario l’obiettivo è di
  isolata dall’altra, avendo       sviluppare un repertorio
  come riferimento il modello      linguistico nel quale abbiano
  del «parlante nativo ideale».
                                   posto tutte le abilità
                                   linguistiche
Q C E R: quale approccio


«Un approccio orientato all’azione che prende
in considerazione anche le risorse cognitive e
affettive, la volontà e tutta la gamma delle
capacità possedute e utilizzate da un individuo
in quanto attore sociale»
C.E. p. 11
 of Europe 2001- La Nuova Italia-Oxford 2002 p. 32
     C.E
Q C E R: quale approccio
L’uso della lingua in termini di strategie utilizzate dagli apprendenti
   per attivare competenze generali e comunicative con lo scopo di
   portare a buon fine le attività e i processi implicati nella
   produzione e ricezione dei testi che trattano determinati temi.
Le competenze permettono di portare a termine i compiti nelle
   condizioni differenti e con i vincoli determinati dalle situazioni in
   che si presentano nei tanti domini della vita sociale.


Le parole evidenziate indicano i parametri che servono per
   descrivere l’uso della lingua.
i domini
con domini si designano gli ampi settori della vita
sociale in cui operano gli attori sociali (rappresentano gli
ambiti di esperienza e nei quali il migrante si trova a
vivere e a interagire comunicativamente).
• professionale
• educativo
• pubblico
• personale
La scelta dei domini determina la selezione di obiettivi,
temi, testi, attività di insegnamento e di valutazione.
QCER LIVELLI COMUNI DI RIFERIMENTO
                   SCALA GLOBALE
          Council of Europe 2001- La Nuova Italia-Oxford 2002 p. 32


             A1                                       A2
                                          Riesce a comprendere frasi isolate
Riesce a comprendere e utilizzare            ed espressioni di uso frequente
   espressioni familiari di uso              relative ad ambiti di immediata
   quotidiano formule molto comuni           rilevanza (ad es. informazioni di
   per soddisfare bisogni di tipo            base sulla persona e sulla
   concreto.                                 famiglia, acquisti, geografia
Sa presentare se stesso/a e altri ed         locale, lavoro).
   è in grado di porre domande su        Riesce a comunicare in attività
   dati personali e rispondere a            semplici e di routine che
   domande analoghe (il luogo               richiedono solo uno scambio di
   dove abita, le persone che               informazioni semplice e diretto
   conosce, le cose che possiede).          su argomenti familiari e abituali.
È in grado di interagire in modo         Riesce a descrivere in termini
    semplice purché l'interlocutore         semplici aspetti del proprio
    parli lentamente e chiaramente e        vissuto e del proprio ambiente
    sia disposto a collaborare              ed elementi che si riferiscono a
                                            bisogni immediati.
remember:
            insegnare una lingua seconda

        una lingua non è un sistema
          di categorie grammaticali astratte
        non è sufficiente far acquisire gli strumenti
         linguistici per tradurre i pensieri in un’altra
         lingua




35
remember:
     apprendere una lingua seconda


        significa entrare in un’altra cultura
        interiorizzare un modo diverso di vedere
         le cose, di interpretare il mondo.




36
remember: la lingua


         rivela la storia del popolo che la parla
        trasmette valori e concezioni del mondo
        trasmette categorie sociali
        è un mezzo di interpretazione della realtà.




37
bibliografia di riferimento

   P. E. Balboni, Le sfide di Babele, Utet, To. 2002
   Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per
    le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, La Nuova
    Italia-Oxford, 2002
   G. Pallotti, Imparare e insegnare l’italiano come lingua seconda,
    Bonacci editore, Roma, 2005
   A. Tosi, Dalla madrelingua all’italiano, La N. Italia, Fi. 1995
   M. Vedovelli, L’italiano degli stranieri: Storia, attualità e
    prospettive, Carocci, Roma 2002

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Didattica Italiano di base

  • 1. Vivere in Italia. L’italiano per il lavoro e la cittadinanza Didattica base per l’insegnamento dell’italiano L2 ad adulti Corso per docenti/operatori/volontari
  • 2. 1° incontro: merc. 9 nov. Sala Vismara – via Copernico, 1 Mara Clementi Apprendere una lingua seconda in età adulta e in condizione di migrazione: risorse, strategie e criticità. Un’idea di lingua e di livelli: il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER).
  • 3. la lingua 2  diversa dalla lingua madre = L1  diversa dalla lingua straniera = L S  territorio/ambito pedagogico-didattico di transizione E A L (English Additional Language) 3
  • 4. lingua 2 e lingua 1 in poesia sei giunto nel paese dei tuoi sogni …. accettando la sfida fai tua l’estranea melodia attraversi frontiere conservi la canzone di tua madre per cantarla ai tuoi figli Glays Basagoitia Dazza, nata in Perù 4
  • 5. i bisogni generali del migrante adulto • formazione linguistica • formazione professionale • inte(g)razione
  • 6. l’apprendente migrante adulto: specificità oltre la provenienza/appartenenza «etnica» • età • lavoro nel paese • genere M/ F d’origine • lavoro/i in Italia • luogo di nascita (città/campagna, …) • situazione familiare • arrivo in Italia,…. • progetto migratorio • titolo di studio/ • interessi scolarizzazione nel paese d’origine • bisogni formativi complessivi
  • 7. l’apprendente migrante adulto e la lingua • possiede una storia personale rispetto alla lingua (apprendimento/ non apprendimento) • possiede conoscenze/esperienze di comunicazione (anche se non alfabetizzato)
  • 8. fattori che influenzano l’acquisizione della lingua 2  l’età anagrafica al momento dell’arrivo  le competenze linguistiche e comunicative acquisite in L 1  il progetto migratorio  lo status socio economico  il vissuto in terra di migrazione nei confronti della lingua madre
  • 9. il vissuto: L1 e L2 I migranti si legano a una visione mitica dell’identità linguistica originaria o vi si distaccano con acredine, si annegano nella nuova lingua o vi resistono a costo del silenzio e dell’esclusione; vi trovano nuove linee espressive e le riportano nella comunità – lingua d’origine o se ne appropriano dimenticando quest’ultima… M. Vedovelli, L’italiano degli stranieri: Storia, attualità e prospettive, Carocci, Roma 2002, pp. 117-118
  • 10. la nuova lingua: un’ illusione Abitare sonorità, logiche separate dalla memoria notturna del corpo, dal sonno agrodolce dell’infanzia… Vi perfezionate in un altro strumento, come ci si esprime con l’algebra o il violino… Avete l’impressione che la nuova lingua sia la vostra resurrezione: nuova pelle, nuovo sesso. Ma l’illusione si squarcia quando vi riascoltate, su un nastro registrato, ad esempio, e la melodia della vostra voce vi ritorna bizzarra, da nessuna parte… Più vicina al borbottio di un tempo che al codice di oggi. Così, fra due lingue, il vostro elemento è il silenzio. Julia Kristeva,Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano 1990.
  • 11. conoscere la biografia linguistica • la sola nazionalità non è un indicatore sufficiente per capire il background linguistico-culturale (l’ etnia non è il paese d’origine)
  • 12. conoscere le caratteristiche essenziali della lingua madre  la lingua madre è anche la l. ufficiale del paese d’origine?  è altra lingua/dialetto?  è lingua solo orale?  è una lingua alfabetica?  quale alfabeto?
  • 13. quali sono le lingue e gli alfabeti dei nostri studenti/apprendenti?  quante lingue si parlano nel mondo?
  • 15. le competenze linguistiche secondo la classificazione di Jim Cummings, 1989  BICS = Basic Interpersonal Communication Skills abilità comunicative interpersonali di base (tempo necessario da 1 a 2 anni) = survival competence  CALP = Cognitive Academic Language Proficiency Padronanza linguistica cognitivo-scolastica (tempo necessario da 5 a 7 anni)
  • 16. L1 e L2  l’acquisizione della L2, per chi è già alfabetizzato in L 1 e/o in altre lingue, procede attraverso l’attivazione inconsapevole di meccanismi di confronto.  maggiore è la competenza in L1, più facile sarà l’apprendimento della L2.
  • 17. l’apprendente migrante adulto • ha bisogno di conoscere passo dopo passo che cosa sta studiando e perché (contenuti e obiettivi) • ha bisogno di attività meta linguistiche: riflessioni e riferimenti guidati e costanti sulla lingua e sulla comunicazione .
  • 18. italiano L2 tre ambiti trasversali: • la competenza comunicativa • la competenza linguistica • la competenza culturale
  • 19. competenza comunicativa capacità di entrare in relazione con interlocutori diversi:  in ambito lavorativo  in ambito sociale
  • 20. competenza linguistica competenza linguistica/competenza formale: conoscenza delle regole che permettono la produzione di frasi e testi corretti e di senso compiuto.
  • 21. competenza culturale consapevolezza/padronanza dei codici: - sociali - morali - estetici  conoscenza del patrimonio culturale del paese di accoglienza
  • 22. competenza culturale  un esempio: la conoscenza dei codici sociali e culturali nella conversazione - distanza fisica tra gli interlocutori - sguardo - tono di voce - formule di rispetto, cortesia - uso del Tu/Voi/Lei
  • 23. competenza culturale la non conoscenza dei codici culturali può dar luogo a:  “incidenti interculturali”  fraintendimenti
  • 24. l’importanza del luogo in cui si apprende: classe/laboratorio linguistico anche per l’adulto può/deve essere: luogo di apprendimento anche emotivo luogo di accoglienza, dove sentirsi bene
  • 25. nella classe i segni delle provenienze e delle culture d’origine: planisferi, cartine geo., scritte e libri nelle L1, collegamenti internet, … le tracce delle storie personali: viaggi, immagini, foto, storie, autobiografie,.. gli strumenti di passaggio da L1 a L2 liste di parole bilingui, vocabolari, scritte in italiano vocabolari illustrati, …
  • 26. Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue Consiglio d’Europa Il CEFR (Common European Framework of Reference for Languages), in italiano QCER, è una linea guida utilizzata per descrivere le abilità acquisite da chi studia una lingua straniera. È stato elaborato dal Consiglio d’Europa con lo scopo di fornire un metodo comune, applicabile a tutte le lingue europee, per accertare le conoscenze e per trasmetterle. Il QCER si articola in sei livelli.
  • 27. i livelli di competenza secondo i criteri del QCER: • livello elem.: A1 contatto A2 sopravvivenza • livello interm. : B1 soglia B2 progresso • livello avanzato: C1 efficacia C2 padronanza
  • 28. i livelli di competenza del QCER • vengono utilizzati come parametri per valutare le competenze linguistico- comunicative individuali. • gli enti certificatori di tutta Europa utilizzano ormai solo i livelli del QCER per la certificazione delle competenze nelle lingue europee.
  • 29. Il Q C E R si occupa di: - apprendimento - insegnamento lingue moderne - valutazione
  • 30. Q C E R: il compito dell’educazione linguistica …..è profondamente cambiato. Non è più visto semplicemente come acquisire la padronanza di una o due o anche tre lingue, ognuna Al contrario l’obiettivo è di isolata dall’altra, avendo sviluppare un repertorio come riferimento il modello linguistico nel quale abbiano del «parlante nativo ideale». posto tutte le abilità linguistiche
  • 31. Q C E R: quale approccio «Un approccio orientato all’azione che prende in considerazione anche le risorse cognitive e affettive, la volontà e tutta la gamma delle capacità possedute e utilizzate da un individuo in quanto attore sociale» C.E. p. 11 of Europe 2001- La Nuova Italia-Oxford 2002 p. 32 C.E
  • 32. Q C E R: quale approccio L’uso della lingua in termini di strategie utilizzate dagli apprendenti per attivare competenze generali e comunicative con lo scopo di portare a buon fine le attività e i processi implicati nella produzione e ricezione dei testi che trattano determinati temi. Le competenze permettono di portare a termine i compiti nelle condizioni differenti e con i vincoli determinati dalle situazioni in che si presentano nei tanti domini della vita sociale. Le parole evidenziate indicano i parametri che servono per descrivere l’uso della lingua.
  • 33. i domini con domini si designano gli ampi settori della vita sociale in cui operano gli attori sociali (rappresentano gli ambiti di esperienza e nei quali il migrante si trova a vivere e a interagire comunicativamente). • professionale • educativo • pubblico • personale La scelta dei domini determina la selezione di obiettivi, temi, testi, attività di insegnamento e di valutazione.
  • 34. QCER LIVELLI COMUNI DI RIFERIMENTO SCALA GLOBALE Council of Europe 2001- La Nuova Italia-Oxford 2002 p. 32 A1 A2 Riesce a comprendere frasi isolate Riesce a comprendere e utilizzare ed espressioni di uso frequente espressioni familiari di uso relative ad ambiti di immediata quotidiano formule molto comuni rilevanza (ad es. informazioni di per soddisfare bisogni di tipo base sulla persona e sulla concreto. famiglia, acquisti, geografia Sa presentare se stesso/a e altri ed locale, lavoro). è in grado di porre domande su Riesce a comunicare in attività dati personali e rispondere a semplici e di routine che domande analoghe (il luogo richiedono solo uno scambio di dove abita, le persone che informazioni semplice e diretto conosce, le cose che possiede). su argomenti familiari e abituali. È in grado di interagire in modo Riesce a descrivere in termini semplice purché l'interlocutore semplici aspetti del proprio parli lentamente e chiaramente e vissuto e del proprio ambiente sia disposto a collaborare ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.
  • 35. remember: insegnare una lingua seconda  una lingua non è un sistema di categorie grammaticali astratte  non è sufficiente far acquisire gli strumenti linguistici per tradurre i pensieri in un’altra lingua 35
  • 36. remember: apprendere una lingua seconda  significa entrare in un’altra cultura  interiorizzare un modo diverso di vedere le cose, di interpretare il mondo. 36
  • 37. remember: la lingua  rivela la storia del popolo che la parla  trasmette valori e concezioni del mondo  trasmette categorie sociali  è un mezzo di interpretazione della realtà. 37
  • 38. bibliografia di riferimento  P. E. Balboni, Le sfide di Babele, Utet, To. 2002  Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, La Nuova Italia-Oxford, 2002  G. Pallotti, Imparare e insegnare l’italiano come lingua seconda, Bonacci editore, Roma, 2005  A. Tosi, Dalla madrelingua all’italiano, La N. Italia, Fi. 1995  M. Vedovelli, L’italiano degli stranieri: Storia, attualità e prospettive, Carocci, Roma 2002