L’aria sta cambiando: anche i colossi del fossile devono rispondere delle proprie azioni 🎯 Abbiamo atteso un verdetto per mesi e lunedì le Sezioni unite civili della Cassazione hanno cambiato davvero le carte in tavola. Abbiamo chiesto a Matteo Ceruti, avvocato della Giusta Causa con esperienza trentennale in materia di diritto ambientale, un commento sulla sentenza: il tema è molto delicato, quindi sappiamo che lo “spiegone” può risultare complesso, ma certe sfide sono possibili solo grazie alla competenza degli esperti. In sintesi, queste le novità principali: ✅ è possibile fare causa a ENI e allo Stato – in quanto suo azionista – per il risarcimento dei danni causati dal cambiamento climatico, e ciò non rappresenta un’ingerenza nella sfera politica né nella libertà di impresa; ✅ i grandi inquinatori italiani possono essere portati in giudizio nei tribunali in Italia per tutte le emissioni climalteranti prodotte nel mondo; ✅ le cause climatiche contro le aziende fossili sono lecite e ammissibili e, in caso di condanna, le aziende possono essere o obbligate a limitare le emissioni dannose in atmosfera. La notizia è storica e si tratta di un grande risultato, ma il lavoro è solo all’inizio! #LaGiustaCausa continua a settembre, quando ripartirà il contenzioso climatico che abbiamo presentato al Tribunale di Roma: finalmente, un giudice potrà esprimersi sulle responsabilità di ENI, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti. 👉 https://lnkd.in/dwSBf3gW
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ReCommon lavora per contrastare il potere delle multinazionali e dei gruppi finanziari, attraverso campagne ed inchieste articolate sui temi della giustizia sociale, ambientale e climatica. Crediamo che l’attuale modello estrattivista sia profondamente ingiusto e che soltanto attraverso l’azione collettiva si possa innescare un reale processo di trasformazione della società.
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- 2012
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Aggiornamenti
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VITTORIA STORICA PER IL CLIMA! ✊ 💚 La Corte di Cassazione ci dà ragione: le aziende inquinanti come ENI possono essere giudicate in tribunale per le loro responsabilità nella crisi climatica. Il colosso fossile, al quale abbiamo fatto causa nel 2023 per obbligarlo a ridurre le sue emissioni in linea con l’Accordo di Parigi, ha provato a evitare il processo sostenendo che nessun tribunale italiano ha competenze su questo tipo di cause. Per questo abbiamo chiesto alle Sezioni Unite di dire la parola definitiva. Il verdetto non lascia dubbi: chi inquina e contribuisce alla crisi climatica deve rispondere delle proprie azioni. Ora #LaGiustaCausa contro ENI continua e il Tribunale di Roma potrà entrare nel merito delle nostre richieste. Per saperne di più👉https://bit.ly/4lGaEti
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La vicenda della #SLAPP, azione intimidatoria di #Eni nei confronti del nostro Antonio Tricarico per le dichiarazioni rilasciate a Report è finita sulla homepage del Guardian! La testata inglese racconta nei particolari tutta la storia, che tanti media italiani hanno invece ignorato. https://lnkd.in/eXbQgvQ3
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📢 Per un’istituzione che non era mai stata “colpita” da scioperi nella sua storia, doverne registrare ben due nello spazio di poco più di un mese è quanto meno significativo. È successo a SACE, l’assicuratore di Stato controllato dal Ministero dell'economia e delle finanze (MEF). 🔎 Venerdì 27 giugno, più di 30 lavoratrici e lavoratori di SACE in sciopero si sono dati appuntamento in via XX Settembre, sede del MEF, per un presidio rumoroso e colorato, a fare da contraltare al contenuto grave delle denunce rivolte al top management di quella che, in questo momento, è l’agenzia pubblica più importante in Italia. 📄 Denunce riportate negli stessi cartelli branditi verso il cielo della canicola romana: “SACE, vogliamo lavorare in pace”; “Rispetto degli accordi, basta violazioni”; “SACE: più trasparenza, meno propaganda”. ReCommon era presente per esprimere solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori, perché la connessione tra il nostro lavoro e le motivazioni che li hanno spinti a scioperare è più forte di quanto si possa immaginare. Per approfondire: https://lnkd.in/dKhPgs7Z
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📢 Circa 70 organizzazioni della società civile europea, tra cui ReCommon, hanno sottoscritto un appello pubblico alla Commissione europea affinché tenga fuori dalla sua nuova legge sul clima le false soluzioni per contrastare il cambiamento climatico. Tra queste ci sono i meccanismi di compensazione delle emissioni di carbonio o i progetti per la rimozione dell'anidride carbonica (Carbon Dioxide Removal, CDR), le tecnologie BECCS (Bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio) e DACCS (estrazione diretta della CO2 con cattura e stoccaggio del carbonio). Queste tecnologie fanno affidamento sulla cattura e lo stoccaggio permanente della CO2 (CCS), per cui troviamo #ENI e #Snam in prima fila e la cui efficacia è fortemente messa in discussione a livello internazionale. 📄 La legge sul clima, che stabilirà gli obiettivi dell'UE per il 2040, deve essere ambiziosa e non deve rispondere agli interessi delle grandi aziende del settore oil&gas. A tal fine, dovrà proprio portare all'interruzione della dipendenza dai combustibili fossili.. È ancora possibile sottoscrivere l'appello ⬇️ https://lnkd.in/dAsFHe5W
🔴 The EU's Climate Law must not become a lifeline for polluters! As the European Commission prepares to propose new 2040 climate targets, EU climate policy stands at a crossroads: Will the EU commit to a real fossil fuels phase-out—or give in to corporate pressure and turn to risky, unjust carbon offsetting and other false solutions? 69 NGOs from Europe and beyond are calling on the EU to adopt a #ClimateLaw that reflects its fair share of climate responsibility. That means: ❌ No international carbon offsetting ❌ No harmful Carbon Dioxide Removals (#CDR) approaches like #BECCS and #DACCS ✅ Real climate action and emission reductions ✅ A full fossil fuel phase-out & a just transition To strengthen its ambition, the EU cannot rely on false solutions that risk locking in decades more of fossil fuel use while shifting the burden to vulnerable communities and populations largely in the Global South, who have least contributed to the climate crisis. 🔗 Read the full statement: https://lnkd.in/dAsFHe5W #RealZero Fern NGO SOMO Bund Für Umwelt Und Naturschutz BUND Corporate Europe Observatory Seas At Risk 350.org Friends of the Earth International Urgewald Foodrise EU Mothers Rise Up Center for International Environmental Law (CIEL) Institute for Agriculture and Trade Policy ReCommon Oil Change International Food & Water Action Europe
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📢 Intesa Sanpaolo e UniCredit restano saldamente tra le prime 50 banche al mondo per finanziamenti al comparto fossile. Lo afferma la nuova edizione di Banking on Climate Chaos, che analizza il trend della finanza globale negli ultimi 5 anni in relazione al supporto a carbone, petrolio e gas. 💵 #IntesaSanpaolo, prima banca italiana, si trova al 41esimo posto, destinando all'energia fossile 21,8 miliardi di $ tra il 2021 e il 2024, di cui 5 nel solo 2024. 🚢 Tra i progetti controversi in cui è coinvolta finanziariamente la banca, il report evidenzia Rio Grande LNG, mega-progetto per l’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) negli Stati Uniti, finanziato con un prestito di 1,08 miliardi di $ nel 2023. 📰 Relativamente alle politiche climatiche delle istituzioni finanziarie, lo studio attribuisce valutazioni negative a quella di Intesa Sanpaolo, perché non vieta i finanziamenti corporate a quelle società che espandono il loro business fossile, compreso il gas destinato al GNL. Altrettanto deludente la policy sul clima di UniCredit che vieta il finanziamento di nuovi progetti di estrazione, ma consente ancora prestiti e sottoscrizioni alle società fossili in espansione. Per saperne di più: https://lnkd.in/exx2ScK
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📢 L’ombra del gas sulla Sardegna "In questo contesto, approvare oggi nuove infrastrutture fossili in Sardegna significa incatenare l’isola a una dipendenza strutturale dal gas, proprio mentre il mercato globale, guidato anche da dinamiche geopolitiche come la politica energetica degli Stati Uniti del presidente Trump, si fa sempre più instabile. Altro che indipendenza e autonomia, si rischia di consegnare la Sardegna a una vulnerabilità energetica ancora maggiore, basata su importazioni di GNL la cui filiera è inquinante, costosa e incerta. I costi non saranno solo economici, ma anche sociali e ambientali". L'analisi della nostra Paola Matova si può leggere a questo link ⬇️ https://lnkd.in/eCrF3KCc
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Venerdì 20 giugno, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha co-presieduto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: a common effort with the African Continent”. Il vertice, grazie alla presenza di Ursula von der Leyen, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante tra i media italiani, ch hanno elogiato efficienza ed efficacia del Piano e delle sinergie con il #GlobalGateway. Ma è tutto oro quel che luccica? Secondo ReCommon, che segue quotidianamente la parabola del Piano Mattei da ottobre del 2022, le ombre sono nettamente di più delle luci. Poniamo, a titolo esemplificativo, alcune domande: ❓ Come funziona concretamente la governance dei fondi attinti dal Fondo Italiano per il Clima (FIC) in quota Piano Mattei? Quale rapporto intercorre tra Comitato tecnico per il Piano Mattei e CDP Cassa Depositi e Prestiti, istituzione delegata all'operatività del FIC? ❓ Quali sono le procedure adottate per mitigare i rischi economici, sociali e ambientali dei progetti supportati finanziariamente? ❓ Perché una quota maggioritaria dei fondi - che, ricordiamo, sono pubblici - va ad aziende italiane dagli utili spesso miliardari, per di più per progetti dai dubbi benefici? ❓ Come mai il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica lascia intendere che saranno supportate finanziariamente infrastrutture fossili? 🗞️ Questo e tanto altro nell'articolo del nostro Simone Ogno per il manifesto.
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✒️ 60 organizzazioni, tra cui ReCommon, hanno scritto al Commissario Wopke Hoekstra chiedendo di proteggere i negoziati dell'ONU dall'influenza dell'industria dei combustibili fossili in vista dei prossimi colloqui sul clima di Bonn (SB62). Per saperne di più: https://lnkd.in/dX8z-Y8k #SB62 #FossilFreePolitics #PollutersOut Fossil Free Politics
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Felice Moramarco di Greenpeace Italia tira le somme del primo ciclo di presentazioni de "Il prezzo che paghiamo", il documentario scritto e diretto da Sara Manisera, realizzato da FADA Collective e prodotto da Greenpeace Italia e ReCommon. Prossime date: > 6 giugno: Brescia > 7 giugno: Bergamo > 11 giugno: Pisa > 13 giugno: Rosignano Marittimo > 14 giugno: Lucca > 28 giugno: Roma > 30 giugno: Gorgonzola (MI) > 4 luglio: Trento Per maggiori informazioni sulle date e per organizzare una proiezione: https://lnkd.in/dunuqMt7
Dopo il primo giro di proiezioni - che ha visto ovunque il pieno di partecipazione, interesse e attenzione per la questione climatica - parte oggi da Brescia il secondo ciclo di appuntamenti con "Il prezzo che paghiamo", documentario prodotto da Greenpeace Italia e ReCommon e scritto e diretto da Sara Manisera di FADA Collective. C'è bisogno di parlare di clima ora come non mai, con i riflettori di gran parte di politica e media volutamente spenti su questo tema. C'è bisogno di parlare degli impatti della crisi climatica sulla nostra vita. C'è bisogno di non dimenticare chi in Emilia-Romagna ha perso tutto per le devastanti alluvioni degli scorsi mesi e chi, come succede da anni in Basilicata, si batte contro le estrazioni petrolifere che hanno modellato vite e territori sul paradigma estrattivista. Che prende molto a livello di risorse, restituisce poco - se non pochissimo - a livello economico-territoriale e, in più, alimenta crisi climatica e collasso ambientale. Le decine di richieste di nuove proiezioni che stiamo ricevendo in queste ore dimostrano che non c'è solo bisogno di parlare di clima, ma c'è anche VOGLIA di farlo. Perchè, malgrado quello che racconta qualche "distratto" commentatore, la lotta contro la crisi climatica è presente. È viva. Va avanti.
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