COME COSTRUIRE I SOGNI?
“In una calda giornata di estate, in spiaggia un ragazzino in ginocchio raccoglie e compatta la sabbia con le sue palette di plastica dentro un secchiello. Quindi lo capovolge, ne svuota il contenuto e comincia a lavorare alla creazione che ha in mente. Dopo un po’ - per la gioia del piccolo architetto – egli ha modellato la prima torre di un castello. Dedica poi l’intero pomeriggio a costruire le altre torri e le mura, a scavare i fossati, a posizionare le guardie intorno al castello usando tappi di bottiglie e a costruire ponti con bastoncini di ghiaccioli usati. Con le sue ore di duro lavoro, alla fine un bellissimo castello di sabbia sarà costruito.
Nel frattempo, in una grande città con trafficata e rumorosa, un uomo lavora in un ufficio. Egli sfoglia pile di carte, archivia documenti, assegna incarichi, risponde al telefono. Mette giù numeri, ottiene contratti firmati e – con sua grande soddisfazione – genera un profitto. Per tutta la vita lavorerà così: formulando piani e cercando di prevedere il futuro. Le sue rendite saranno i sentieri e i guadagni di capitale i suoi ponti. Così un impero sarà costruito.
I costruttori dei due castelli hanno molto in comune.
Entrambi trasformano granelli in qualcosa di grandioso.
Entrambi creano qualcosa di bello dal nulla.
Entrambi sono molto diligenti e determinati a costruire il loro mondo.
E per entrambi la marea sopraggiungerà e con essa la fine dell’avventura. Ma è qui che le similarità finiscono.
Perché il ragazzino vede arrivare la fine del suo castello mentre l’uomo invece non se ne accorge.
Infatti all’imbrunire e con l’avvicinarsi delle onde, il bambino salta su in piedi e comincia a battere le mani mentre le onde lavano via la sua opera. Non c’è tristezza, non c’è paura, non c’è rimpianto. Egli non è sorpreso, sapeva che sarebbe successo. Sorride, raccoglie i suoi strumenti, dà la mano al padre e torna a casa.
L’uomo nel suo ufficio sofisticato non è così saggio come il bambino. Mentre l’onda degli anni fa crollare il suo impero, egli è terrorizzato. Incombe sul monumento di sabbia per proteggerlo. Tenta di fermare le onde con le mura che ha costruito. Inveisce contro la marea che cresce. “È il mio castello!” egli urla.
Il mare non ha bisogno di rispondergli. Entrambi sanno a chi la sabbia appartiene.
La MORALE è: vai avanti e costruisci i tuoi sogni, ma fallo con “il cuore di un bambino”.
Quando il sole tramonta e la marea sopraggiunge, sii sereno. Saluta il processo della vita e vai a casa con un sorriso.
Ho scelto questa storia perché vorrei approfondire con voi il senso delle parole della morale:
“vai avanti e costruisci i tuoi sogni ma fallo con il cuore di un bambino”.
SOGNATE: MA DA SVEGLI!
Non c’è in realtà niente di magico nel costruire la vita dei vostri sogni a condizione di rispettare alcuni principi.
1. Vi siete accorti che c’è una tendenza umana a dettare come le cose dovrebbero essere fatte?
Quando siete al punto di decisione finale è tutto un fiorire di “dovresti o non dovresti” che gli altri vi suggeriscono ponendovi dubbi su dubbi.
Non accettateli.
Seguite il vostro istinto perché alla fine la vostra voce (interna) è la sola voce che conta.
2. Sapete che cosa succede quando pensate che qualche cosa sia impossibile?
Inevitabilmente lo diventa.
Attenzione alle parole che usiamo: la nostra maniera di parlare è un inevitabile rinforzo di ciò che non è possibile.
Rimuovete la parola “impossibile” dal vostro vocabolario.
3. A questo punto prendete la responsabilità nelle vostre mani, è la vostra vita.
Fate qualsiasi cosa vi piace fare e non fate ciò che non vi piace.
Se vi capita di soffrire in conseguenza, soffrite. Uno deve pagare il prezzo che ne consegue.
Quando morirete, sarete solo voi a morire – nessuno morirà al vostro posto.
MA COSA AVVIENE QUANDO NON AVETE SUCCESSO?
Un mio amico, fresco di questa esperienza, mi ha detto che essa può essere incredibilmente frustrante. La domanda che nasce spontanea è:
ma vale la pena di perseguire questi sogni quando si rischia poi di sentirsi “sconfitti”?
Qualche tempo fa però qualcosa gli è capitata che ha cambiato di molto la sua vita. Qualcosa di “interiore”.
Egli era all’aperto in un fresco mattino autunnale: sentiva il sole sulla sua faccia. E mentre sedeva lì, con nessuno dei suoi sogni realizzati, si rese conto che non era importante ciò che era avvenuto. Egli era “vivo”, in salute e libero, circondato da persone che gli volevano bene. Era capace di “essere grato” per questa vita e per l’abilità di contemplare che, se anche i suoi sogni non si fossero mai realizzati, sarebbe stato comunque soddisfatto.
Se uno permette a sé stesso di amare ogni cosa, per quanto semplice e piccola essa sia, anche se quei sogni non si realizzassero mai quella sconfitta sarebbe molto meno dolorosa.
… QUINDI?
Quindi continua a perseguire la realizzazione dei tuoi sogni e la soddisfazione delle tue passioni.
Ma allo stesso tempo non sentirti così male per avere fallito.
Fa in modo che il fatto di vivere intensamente la tua vita diventi la tua passione.
Perseguire i tuoi sogni dovrebbe diventare soltanto un sotto prodotto di quella passione.
Il fallimento non è così doloroso quando ci rendiamo conto che
le azioni per realizzare i nostri sogni diventano un sogno in sé stessi.
Kahlil Gibran (1883 - 1931) è stato un famoso poeta, pittore e aforista libanese, naturalizzato statunitense.
Concludo con le sue belle parole sul tema di “ritornare bambini”:
Le cose che il bambino ama
rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
è che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo.
Manager
1 annoRiflessioni che aiutano nel nostro modo di comportarci , da Edoardo ho sempre imparato molto ! Un manager illuminato che ha portato nella finanza e nelle assicurazioni il corretto approccio ai clienti , oggi scontato , negli anni 80 una rivoluzione . Grazie
SENIOR PARTNER E BOARD MEMBER - COST REDUCTION SPECIALISTS
1 annoGrazie Edoardo per queste riflessioni