Il potere di Linkedin: come sono arrivato (e cosa ci faccio) con 7400 connessioni

Il potere di Linkedin: come sono arrivato (e cosa ci faccio) con 7400 connessioni

Il nostro modo di comunicare sta cambiando. Il nostro modo di vivere sta cambiando. Seduti al computer o davanti ad un caffè, siamo chiamati ad interrogarci sulle opportunità che la comunicazione digitale ci offre, e ci offrirà in futuro. Un futuro che a molti pare lontano, ma che in verità è gia presente.

Prima o poi, infatti, dovremo farci i conti con questa benedetta comunicazione digitale. Tutti. Non solo i "marketers", i "social lover" o quelli che con il web ci portano il pane a casa. Chiunque abbia un profilo social, una mail, un portale dove carica foto e/o informazioni, si dovrà chiedere: chi sono io per il web?

Io sono partito da qui, un anno e mezzo fa. Ero al computer, una mattina, e guardando la stringa di Google mi sono detto: "Un momento...io cerco sempre tutto online. E quando dico tutto intendo tutto. Bene. Ma io, per il web, chi sono?"

Apriti cielo. In poco tempo mi sono reso conto che in rete non ero quello che volevo apparire. Niente di sbagliato, intendiamoci. Nessuna foto compromettente all'orizzonte. O qualcosa che potesse, come dire, danneggiare la mia immagine. Ma comprendevo che il potenziale che la rete mi offriva era decisamente inespresso.

Sono tornato indietro alla pagina iniziale di Google. Tra l'altro, l'ho fatto tornando indietro pagina per pagina. Come a dire: "Voglio rivedere passo passo quello che la rete sa di me". Ricordo solo di aver guardato per più di un minuto la stringa bianca, vuota, immaginando quali informazioni avrei voluto venissero visualizzate quando qualcuno digitava il mio nome.

Da li è partita una strada che ha portato ad una serie di cambiamenti all'interno dei miei social. Parole chiave, analisi metriche, cambio di foto. Ma non solo: tentativi e analisi, ricerca di consigli dai marketers più competenti, con tentativi differenti per ogni tipologia di media. Certo a molti potranno sembrare cose futili, ma un anno e mezzo dopo eccoci qua: 7.395 contatti.

Linkedin è stato un lavoro costante, mattutino, fatto di ricerca ed investimento. Aggiunta, dialogo, gruppi. Ma anche caricamento di post, articoli interessanti, e partecipazione a discussioni.

Ma come ho fatto a raggiungere un numero così consistente di contatti?

Questo social è, a mio parere, il mezzo più veloce per creare opportunità di network marketing. Allargare la propria rete. È come un grande condominio che si riempie sempre di nuova gente. Certo, non ci si conosce tutti, ma è più facile all'occorrenza trovare il contatto giusto. Un po' come aver bisogno di una chiave inglese mentre il lavandino perde acqua. Chiedere aiuto in un negozio di casalinghi accresce molto la possibilità di trovare una soluzione. Domandare aiuto in una scuola di danza, no.

Prima regola: arricchirsi sempre di connessioni importanti per il propri ambito lavorativo

Questo aspetto è forse la parte più importante di questo articolo. Nel mio caso io ho due skills che riassumono in maniera esaustiva le mie passate esperienze lavorative: #Automotive è la prima, #Marketing è la seconda. Sono entrambi inserite in maniera chiara nel mio profilo.

Questo mi ha permesso nel tempo di essere trovato nelle ricerche tramite parole chiave, ma al contempo di essere indicizzato dai motori di ricerca. Ecco quindi la seconda regola che ho imparato:

Inserire e posizionare bene le parole chiave all'interno del profilo

Non nascondo il fatto che la scelta delle parole chiave è avvenuta dopo diversi tentativi. Questi sono durati diversi mesi, ma non sono mai stati repentini. Mi spiego meglio: modificare il proprio profilo ogni giorno non aiuta. Il primo aspetto è quello di identificare l'ambito lavorativo di riferimento (ricordi la storia della chiave inglese?), il secondo è di non iniziare ad aggiungere chiunque.

Ho quindi sempre lavorato in queste due direzioni, e confrontando i dati di Linkedin sembra che il lavoro sia stato ripagato: il 40% delle mie connessioni (quasi 3mila contatti) sono del mondo Automotive (network su cui in passato avevo spinto di più, anche per via del miei precedenti lavori come giornalista automobilistico). Se aggiungiamo anche i campi derivati (ingegneria meccanica, sales, etc) superiamo il 50%.

Per il marketing, invece, il mercato è più frammentato. Andando a vedere nello specifico (pallini più piccoli della sezione "industries"), il mio network è composto di più profili professionali ma che - complessivamente - rappresentano circa 1.500 persone (tra marketing, pubblicità, adv, e così via).


Terza regola: utilizzo congiunto dei social

Il web 3.0 rappresenta una delle più grandi occasioni che abbiamo di allargare i nostri orizzonti. Per farlo, però, non basta battere le mani e smuovere le acque. C'è bisogno di una strategia precisa. Bene. La mia idea è stata quella di collegare tutti gli account social in una specie di circolo: Instagram rimanda a Twitter, Twitter a Linkedin, Linkedin a Google+. Quest'ultimo, ovviamente, chiudeva il cerchio rimandando a Instagram. Facebook, invece, lo tengo come piattaforma della mia vita "privata".

Caratteristica comune è stata quella di utilizzare le parole chiave (di cui ti parlavo prima) in tutti i social. Inutile dirti che i risultati si sono visti solo con un lavoro costante, e anche - se così vogliamo dire - creativo. Alzarsi la mattina e inventarsi come attrarre sempre più followers non era cosa semplice. Ho letto numerosi articoli sul web e ho comprato alcuni libri sulla materia. Unito ai corsi universitari di Marketing, la base era solida.

Spesso conoscere il mercato, le novità, le presentazioni di nuovi prodotti aiuta a stare molto di più sul pezzo. Un esempio può essere accogliere l'arrivo di un big player sui social, ad esempio.

Questo permette di interagire e farsi notare da una casa automobilistica (nel caso dell'esempio FIAT). Iniziano a contattarti agenzie focalizzate sugli influencers, magari di settore. Se poi si gioca d'astuzia, a volte si fanno davvero dei 'colpacci'. In occasione della presentazione della Mercedes AMG-GT feci un tweet simpatico che venne molto apprezzato dal social media manager della casa tedesca. L'account ufficiale Mercedes Global mi ritwittò. Feci 115 mila impression con quel tweet.

E indovinate un po'? Nei giorni seguenti diverse decine di giornalisti, blogger e persone che lavorano nel marketing mi chiesero l'amicizia su Linkedin.

È tutto chiaro?

Ultima regola: mai smettere di imparare e documentarsi.

L'ultimo passaggio è quasi una formalità. Inutile dire che oltre ad un lavoro costante c'è bisogno di documentarsi. Sempre. Meglio farlo da chi ha conoscenze nel settore.

L'ultimo libro che sto leggendo in ordine temporale è "Startup digitali & PMI innovative" di Silvia Vianello. Non è il primo, non sarà l'ultimo. Sto inoltre lavorando ad un progetto sugli #Influencers. Ed ecco a cosa mi serviranno tutte queste connessioni.

Twitter: @davidelonardi Instagram: /davidelonardi

Cinzia Mingiardi

Chief Marketing Officer @SMI Group

7 anni

Mi chiedevo se ha mai consultato il suo Social Selling Index, immagino si aggiri attorno a 100. Giusto?

David Thomas Schwab

DTS Frames - Filmmaker | DOP | Videographer | Photographer | Drone Operator

8 anni

Good job, very interesting article!

Pietro Sangiovanni

Marketing | Trade Marketing | RGM

8 anni

It's great

Angelo D'Amico ⍟

🥇 32 yo | Imprenditore Digitale | Search Engine Optimization Consultant | Owner Realdamico

8 anni

Ottima esposizione!

Davide Pagani

Digital & Marketing Director | Trasformazione Digitale, Performance Marketing & Team Leadership | EMEA

8 anni

Ottima case e buoni spunti per un approccio ai social sistematico e fruttivo. Ho una domanda: c'era un obiettivo preciso all'inizio del viaggio o si è formato durante il percorso? grazie

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