L'ascolto è profittevole.
Nella hit delle parole più pronunciate quotidianamente, indiscussa da anni sul podio troneggia il vocabolo “comunicare”; e non potrebbe essere altrimenti in un’epoca cosiddetta “era della comunicazione”. È vero, mai come oggi, siamo intrecciati in una rete di rapporti tale da consentire la comunicazione e mai come oggi abbiamo a disposizione mezzi di ogni sorta e strumenti di elevata sofisticazione, in grado di informare, diffondere dati, influenzare decisioni, integrare: insomma comunicare.
Nonostante ciò, l’esperienza quotidiana di ognuno di noi ci insegna che comunichiamo sempre di meno.
La comunicazione ormai quasi nella sua totalità è basata sulle immagini e sui video, sui whatsapp o i tweet, e la relazione sta diventando sempre più «short and light» con una conseguente sparizione del “senso dell’altro”. Insomma: si parla molto e si comunica poco e, di conseguenza, si capisce e ci si comprende sempre meno.
Niente di nuovo, per la verità: comunicare con efficacia è questione antica, la cui soluzione è ricerca costante da parte dell’uomo (non è di oggi l’aforisma: “Se gli dei ci hanno dato due orecchie ed una bocca un motivo c’è: dovremmo ascoltare il doppio e parlare la metà”). Non è un problema di contesto, di momento storico, di società, ma è, soprattutto, un problema “interno”, di ognuno di noi, individuale, privato.
Oggi, più che in passato, dobbiamo sviluppare una maggiore consapevolezza della necessità di affrontare la questione, per poi imparare a comunicare meglio prima di tutto “con noi” e poi “tra noi”.
La sfida è allora quella di valorizzare il «fattore ascolto»: cominciare ad ascoltare qualcun altro oltre sé, è condizione indispensabile per innescare un processo comunicativo che tale voglia essere: senza questa disponibilità di base, tutt’al più si riescono a fare chiacchiere.
L’ascolto ci aiuta ad entrare in sintonia e restare in sincronia con l’altro, mettendo in atto sensibilità, attenzione, comprensione, empatia, per stabilire una relazione concreta e di fiducia. Le persone vogliono essere conosciute, essere capite, ascoltate, comprese nei loro bisogni.
Ecco perché oggi nella consulenza (indipendentemente dal settore dove viene esercitata), in cui la stabilità della relazione con il cliente è il vero elemento critico per il successo, “Saper Ascoltare” è la capacità più “profittevole”. Non fa solo acquistare, sottoscrivere, aderire ma fa ri-acquistare, fa ri-tornare, fa re-stare.
Ascoltare conviene!