Nessuno ti insegna a fare il venditore (o la venditrice)
Qualche giorno fa ho ricevuto questo messaggio su Instagram.
Un giovane professionista – che chiameremo Marco – mi scrive per propormi un servizio di consulenza e affiancamento vendita, con l'obiettivo di aumentare il numero di appuntamenti “ad alto valore”. Nessuna introduzione, nessuna informazione sulla sua azienda, nessuna spiegazione del suo ruolo. Solo un link e una frase:
“Appena la vedi, dammi un feedback.”
Lo ammetto: il primo istinto è stato quello di archiviare il messaggio. Poi ho pensato che Marco, molto probabilmente, non è stato messo nelle condizioni di fare meglio. E che quella comunicazione – superficiale, poco curata, sbilanciata nel tono – è solo il sintomo di un problema molto più profondo: nessuno ti insegna davvero a vendere.
In molte realtà aziendali, chi si occupa di vendite viene inserito senza una formazione specifica, senza una struttura, senza una guida. Si pensa che basti avere la “parlantina”, un po’ di ambizione e qualche messaggio da mandare a freddo per generare opportunità. La verità è che vendere è una professione complessa, che richiede metodo, competenze e consapevolezza.
Chi guida un’azienda o un reparto commerciale ha una responsabilità chiara: formare, accompagnare, costruire un processo.
Perché il modo in cui si entra in contatto con un potenziale cliente non è un dettaglio: è parte integrante del valore che si trasmette.
Ecco, statisticamente, cosa spesso manca:
• Un processo di onboarding commerciale serio;
• La capacità di identificare con precisione il proprio target;
• Una formazione sull’uso dei diversi canali (social, email, call, presenza);
• La comprensione del proprio ruolo e della proposta di valore;
• Un approccio relazionale, e non solo transazionale, alla vendita.
Il risultato? Giovani commerciali lasciati soli, aziende che non capiscono perché le vendite non crescono, opportunità perse ancora prima di iniziare.
La vendita non è questione di carattere o di dotti innate. È una professione e un ruolo strategico per le aziende. E va trattata con la dignità, la preparazione e l’investimento che merita. In un mercato saturo, competitivo e iperstimolato, non vince chi spinge di più, ma chi capisce meglio. Chi sa ascoltare. Chi sa posizionare la propria proposta nel modo giusto, alla persona giusta, nel momento giusto.
Formare un venditore o una venditrice non è un costo.
È un atto di responsabilità verso il futuro dell’azienda.
Dalila D'Allocco
Sales Trainer (formazione commerciale one to one e aziendale) www.daliladallocco.it
Direttrice Commerciale & Marketing e Consulente Marketing Strategico e Commerciale per Òctobit - Brand Strategies & Performance Marketing - www.octobit.it
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5 mesiDalila D'Allocco è molto vero quello che scrivi. La vendita è anche un processo che affonda le sue radici nel mondo scientifico, ma per tanti è solo gente che deve muoversi sul territorio e urlare in piazza il nome del prodotto. Nessuna tecnica di approdo, nessuna tecnica di confronto, nessuna capacità di negoziazione. E nessuna tecnica di comunicazione, aggiungo io. Scrivere sui social, come scrivere una mail, non possono essere processi mal studiati e lasciati al sentimento. Persino il tono di voce va valutato, chi legge deve assorbire anche le sensazioni che partono dal mittente, altrimenti si impoverisce il contatto, e assieme ad esso, la sua efficacia. Tu sei più sensibile di Marco e ti sei fermata a riflettere. Non sapremo mai, visto il messaggio a freddo, cosa ne pensa lui.