OKR: Objective & Key Results - 8/26
Nell'ultima puntata di Superplanner365 li avevamo anticipati, in questa li affrontiamo di petto.
Ti dico la verità: per anni, nonostante conoscessi questa metodologia, ho percepito che fosse una cosa complessa, quasi una stregoneria. Non chiedermi il perché.
Il momento ad ogni modo è arrivato: dopo aver visto cosa significa "tempo", dopo aver parlato di argomenti come il context switch, il multitasking, il fare meno e fare bene e di come decidere la priorità dei propri obiettivi, è il momento di parlare di come renderli qualcosa di concreto.
Citando il me stesso per una cit di un paio di puntate fa:
Un'idea senza un piano, è solo un sogno.
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Cosa sono gli OKR
OKR è l'acronimo di Objective & Key Results: obiettivi e risultati chiave. Nello specifico:
Non si tratta semplicemente di un'altra, l'ennesima, metodologia di gestione, ma di un vero e proprio sistema di performance management che rivoluziona il modo in cui pensiamo agli obiettivi aziendali.
Chi l'ha detto però che questa metodologia, nata nel contesto aziendale, non possa essere usata con piacere e ottimi risultati anche nei contesti privati e personali?
Jump back negli anni '70
La storia degli OKR inizia negli anni '70 con Andrew Grove, CEO di Intel Corporation .
Grove, cercando di superare i limiti dell'allora tradizionale metodo di gestione aziendale chiamato "Management by Objectives" (MBO), sviluppò questo approccio più agile e collaborativo.
La sua visione era semplice ma potente: rispondere a due domande fondamentali - "Dove voglio arrivare?" e "Quanta strada devo fare per arrivare alla meta?".
Il vero punto di svolta arrivò nel 1999, quando John Doerr, ex-dipendente Intel diventato venture capitalist, introdusse gli OKR in una "giovane startup" chiamata Google . Il resto è storia.
Nel 2014, Google rivelò pubblicamente come questa metodologia fosse alla base della sua strategia di crescita e innovazione, scatenando una vera e propria rivoluzione nel mondo del management.
In sostanza: lo fa Google, funziona bene, allora lo facciamo tutti. That's it.
Definire gli OKR
L'implementazione degli OKR segue un processo strutturato ma flessibile:
1. Definire l'Obiettivo
L'obiettivo deve essere qualitativo, aspirazionale e ambizioso. Deve rappresentare il faro che detta la direzione, stimolante abbastanza da motivarti ma non così impossibile da scoraggiarti. Se è troppo facile non ti motiverà, se sai che è letteralmente impossibile alle prime difficoltà mollerai pensando che "tanto è inutile".
Ad esempio:
Bonus tip: se quando scrivi un obiettivo sai già esattamente come raggiungerlo, probabilmente non è abbastanza ambizioso. Un pò devi sudartelo.
2. Identificare i Risultati Chiave
I Key Results devono essere concreti, misurabili e verificabili con numeri e percentuali. Devono inoltre avere un periodo di riferimento perché ti sia molto più facile segmentarli, e per ogni Objective ce ne possono essere di diversi.
Rappresentano i passi necessari per raggiungere l'obiettivo e devono essere realisticamente raggiungibili nel periodo di riferimento.
Vedile un pò come le milestone di una corsa: ogni tot metri o chilometri vedi il cartello con su scritto "sei a X km e dovrebbero essere passati X minuti".
Ad esempio:
Bonus tip: anche qui non è detto che tu sappia come fare per il 100% del risultato che vuoi ottenere, anzi non dovresti.
3. Da una roadmap ad un piano
Dopo che hai definito i tuoi OKR (ovvero gli obiettivi e i risultati chiave) puoi costruire un piano di attività che siano direttamente subordinate ad uno dei tuoi risultati chiave, o che siano propedeutiche per poterlo fare.
Che cosa significa? :)
Se hai creato dei buoni OKR, non avrai del tutto chiaro come poterli raggiungere e ottenere. O meglio: forse lo sai o almeno hai inquadrato la direzione, ma non ne hai certezza, e non hai la sicurezza che davvero quelle attività ti porteranno al risultato che vuoi ottenere.
Ci sono quindi attività dirette e indirette che ti avvicinano all'obiettivo e che ti aiutano a raggiungere i risultati chiave che hai definito nel tempo desiderato. Ad esempio:
4. Review e Adattamento
Alla fine del periodo (solitamente trimestrale, ma questo dipende anche da te e da che obiettivi hai deciso di raggiungere), gli OKR vengono rivisti e valutati.
Questo permette di imparare dagli obiettivi precedenti e di adattarsi alle sfide emergenti.
In sostanza: è possibile sbagliare, anzi, è parte del processo al 100%.
Che cosa intendo? Facciamo un esempio:
Esercizio pratico
Dopo ormai oltre 4 mesi è il momento di mettere in pratica quello di cui abbiamo parlato. Ecco cosa puoi fare:
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