Spaghetti Western: un’altra frontiera.
Sulla fine del west esiste una data ben precisa. Nel 1890, infatti, ci si mise di buzzo buono l’Ufficio Statistiche statunitense a dichiarare che “la frontiera è finita”. E formalmente si trattava di un’indicazione appropriata. Formalmente, dato che non esisteva più l’esigenza di tracciare una linea di separazione tra le terre ormai colonizzate e quelle ancora da conquistare. Formalmente. - Fonte: farwest.it
La frontiera siamo noi
Questo titolo non è un’esortazione, non è la rivendicazione di un diritto… è un monito.
La frontiera non è mai solo un luogo fisico o una linea tracciata su una mappa, ma è il risultato dei nostri comportamenti. È un mix di desideri, sogni, aspettative e soprattutto modi in cui decidiamo di far succedere le cose.
Se una frontiera è pacifica o violenta, piacevole o pericolosa, elettrizzante o spaventosa… è una nostra scelta. E se non l’abbiamo scelta, è una nostra responsabilità cambiarla o preservarla dove merita.
Il “carattere” di una frontiera è il risultato di una combinazioni di comportamenti. Molto spesso, quasi sempre, è una questione culturale.
Il podcast di Spaghetti Western
Il digital design e la sua evoluzione in Italia sono il risultato di migliaia di comportamenti che si intrecciano ogni giorno e che tra loro interagiscono. I comportamenti di chi il design lo fa e quelli di chi col design si interfaccia. Designers (di ogni tipo), developers, stakeholders, aziende intere che interagiscono, esplorano, si confrontano, tirano l’acqua al proprio mulino, discutono, innovano, sbagliano, cercano una strada.
Tutto questo brulicare non è asettico, non avviene in un laboratorio, ma “succede” nella vita di tutti i giorni all’interno di un contesto culturale specifico e unico. Ogni nostro comportamento e relazione sono influenzati dalla nostra cultura. E la cultura, per fortuna e purtroppo, è viva e cambia. La cultura si evolve e noi con essa, influenzandoci a vicenda in una giostra di cambiamenti, evoluzioni, passi falsi e traguardi.
Quindi è una nostra responsabilità: la cultura non la subiamo, la viviamo e la plasmiamo.
Ho parlato di tutto questo con Amalia Sirignano , designer, facilitatrice, strategist. Insieme a lei, che ha vissuto per dieci anni un’altra frontiera, abbiamo parlato del panorama italiano e di quello inglese, confrontandoli e cercando gli aspetti comuni.
La buona notizia: siamo nella giusta direzione e abbiamo tutte le carte in regola.
La cattiva notizia: abbiamo ancora dei gap culturali che ci rallentano.
Abbiamo parlato di accessibilità all’informazione, di cultura aziendale, di cultura del feedback e di nuove direzioni e opportunità.
Metto un paio di citazioni a caso per incuriosire e invogliare, e poi… la cosa migliore è ascoltare Amalia.
“L’Italia sta andando verso la giusta direzione [...] probabilmente a una velocità un po’ diversa (rispetto a UK - ndr).”
"Con la democratizzazione dell’informazione [...] chi ha una grande attitudine e proattività [...] può usufruire di tutto ciò che c’è online.”
“Gli stakeholder italiani non hanno ancora capito che un designer non è la persona che fa le interfacce… è molto di più [...] stiamo parlando di progettualità.”
Ascolta il podcast 👇
Tutti gli episodi sono su Spotify: Spaghetti Western: il Buono, il Brutto e il Cattivo Design.
Fuori onda
Ho chiesto ad Amalia di suggerire qualche risorsa utile ad avvicinarsi a un approccio più strategico al design e alla UX. Ecco la sua lista:
Ovviamente io aggiungo il sito personale di Amalia: https://www.amaliasirignano.com/
E consiglio di visitare la sezione PORTFOLIO per comprendere appieno il significato della parola progettare!
Spoiler
Spaghetti western: il Buono, il Brutto e il Cattivo design… finisce qui.
Ma la frontiera no. Alla prossima!