Appunti
per un Metabolismo Urbano
a ciclo (quasi) chiuso
MariaLuisa Palumbo - www.paesaggisensibili.com - malupa@libero.it -
1. Le questioni in gioco
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
1. Le questioni in gioco
Le grandi discariche planetarie: acqua,
aria e organismi
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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Centrali termoelettriche
Caldaie domestiche
Automobili
Inceneritori
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
1. Le questioni in gioco
Conviene bruciare i rifiuti?
Contenuto energetico: Embodied Energy e potere calorifico
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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1. Le questioni in gioco
La frazione organica
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Vantaggi del compostaggio della frazione organica e del
successivo utilizzo del compost in agricoltura:
• si sottraggono al conferimento in discarica rifiuti che
altrimenti produrrebbero percolato e biogas;
• si produce compost che migliora le caratteristiche
fisico-chimiche del suolo e l’attività biologica dei
microrganismi e delle radici delle piante, favorendo
una più facile lavorazione dello stesso, riducendone
anche le operazioni meccaniche di preparazione;
• la sostanza organica apportata al suolo con il compost
rappresenta un deposito di CO2 ;
• si riduce l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi;
• si diminuisce l’impiego di pesticidi (grazie al potere
fitorepressivo),
• aumenta la capacità di ritenzione idrica dei suoli.
2. La legislazione
Alla fine degli anni ’80 la Commissione Europea
stabilisce 3 principi generali che saranno alla
base di tutta la disciplina successiva:

il principio di prevenzione: il primo obiettivo è la
riduzione della produzione di rifiuto;

la responsabilità del produttore: in linea con il
principio «chi inquina paga», i costi ambientali sono a
carico di chi produce il rifiuto;

il principio di prossimità: il rifiuto deve essere
destinato alla struttura idonea più vicina al luogo di
produzione.
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
A partire da questi principi, la Commissione
definisce la gerarchia preferenziale delle
modalità di gestione:
1) Riduzione: comprende le strategie di prevenzione
dei rifiuti per ridurne la quantità e la pericolosità;
2) Riutilizzo: include le azioni che portano a un nuovo
utilizzo del prodotto, che quindi non è più un rifiuto;
3) Riciclo: prevede le strategie per riutilizzare come
materie prime materiali di scarto altrimenti destinati
allo smaltimento;
4) Recupero energetico: la combustione dei rifiuti con
il recupero del calore sviluppato e il suo utilizzo diretto
o per la produzione di energia elettrica;
Solo il rifiuto che non si riesce a ricondurre ad
una delle quattro categorie prioritarie di gestione
può essere indirizzato allo smaltimento finale
(discarica controllata o impianto di
incenerimento senza recupero energetico).
Nel 2008 si compie un nuovo salto.
La direttiva quadro 98/2008/CE fissa target
ambiziosi al 2020:
la quantità di rifiuti urbani avviata al riutilizzo e al riciclo
(obbligatoriamente carta, metalli, plastica e vetro)
dovrà raggiungere complessivamente almeno il 50% in
peso; la quantità di rifiuti da costruzione e demolizione
non pericolosi avviata al riutilizzo e al riciclo dovrà
raggiungere almeno il 70% in peso.
Per promuovere il riciclaggio di alta qualità gli
Stati membri istituiscono la raccolta differenziata
dei rifiuti per almeno queste frazioni:
carta, metalli, plastica e vetro.
Il d.lgs. n.152/2006 e la legge 27 dicembre 2006,
n. 296 individuano i seguenti obiettivi di raccolta
differenziata:
• almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;
• almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007;
• almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;
• almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009;
• almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011;
• almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.
Nel caso di mancato conseguimento è prevista una
addizionale del 20% al tributo di conferimento in discarica a
carico dei Comuni inadempienti.
3. Un po' di dati e confronti
Produzione pro capite di rifiuti urbani nell’UE (kg/abitante per anno), anni 2012 - 2014
Quantità pro capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica nell’UE (kg/abitante anno) anni 2012-14
Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti urbani nell’UE, anno 2014 (dati ordinati per
percentuali crescenti di smaltimento in discarica)
Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a incenerimento nell’UE (kg/abitante per anno)
Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a compostaggio e digestione anaerobica (kg/ab anno)
Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a riciclaggio nell’UE (kg/abitante per anno),
Produzione pro capite di rifiuti urbani per regione, anni 2011 – 2015
Andamento della produzione dei rifiuti urbani e degli indicatori socio economici, anni 2002 – 2015
Andamento della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anni 2012 – 2015
Ripartizione percentuale della raccolta differenziata, anno 2015
Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti urbani, anno 2015
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
I dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva
Resta stabile la tassa sui rifiuti nel nostro Paese.
Nel 2016 una famiglia media italiana, cioè una famiglia
tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo
complessivo di circa 44.000 euro ed una casa di proprietà
di 100 metri quadri, ha pagato 297 euro.
La Campania è la regione più cara (427 euro annui), il
Trentino Alto Adige quella più economica (193 euro).
3. Roma verso Rifiuti Zero
Da Malagrotta alla delibera n.129/2014
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
1/10/2013
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
AMA, il potenziamento della differenziata e gli Ecodistretti
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
• Estendere la raccolta “porta a porta” condominiale,
eliminando i cassonetti stradali.
• Progettare ed attuare un sistema di “tariffazione
puntuale”, basato non più sulla tassa a MQ ma sul quanto
si differenzia: cioè sull'effettiva quantità di rifiuti
indifferenziati prodotti da ogni utenza domestica. L’utente
virtuoso spende di meno.
• I rifiuti indifferenziati sono contati attraverso un sistema
di lettura elettronico basato su un transponder
elettromagnetico “passivo” (TAG). La lettura di questa
targhetta adesiva permette di associare al sacchetto il
codice, univoco, di ogni utenza.
• Istituire dei Centri di Riuso municipali.
• Lavorare sulla prossimità, facilitando lo sviluppo di nuove
filiere di riuso/riciclo/economia circolare.
• Puntare al Recupero di Materia piuttosto che al CDR
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
Nel 2015 i rifiuti urbani prodotti da Roma sono stati 1.700.768
tonnellate. Si stima la produzione di circa 700.000 tonnellate di
differenziata (41%) e 1.000.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato.
Per lo smaltimento dell'indifferenziato Roma ha 4 impianti Tmb
(trattamento meccanico biologico) che possono trattare 3mila
tonnellate al giorno. La capitale produce però 3.206 tonnellate di
indifferenziato al giorno, a cui si aggiungono 300 tonnellate da
Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano. Di conseguenza 500
tonnellate al giorno devono essere smaltite altrove.
Per la parte umida la situazione è ancora peggiore. La produzione
al momento è di 200mila tonnellate all'anno, ma l'unico impianto di
compostaggio (Maccarese), può trattarne sono 30mila.
In tutto il Lazio la capacità di smaltimento ora è di 250.500
tonnellate all'anno. Il fabbisogno di compostaggio, se si arrivasse
al 65% di raccolta differenziata, ammonterebbe a circa 500mila
t/anno. Per quanto riguarda l'incenerimento, solo una parte dei
rifiuti trattati in uscita dai Tmb di Roma vengono portati agli impianti
di termovalorizzazione di San Vittore e Colleferro (gli unici operativi
nella Regione) non sufficienti a soddisfare l'attuale fabbisogno.
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4. Buone Pratiche
Capannori: prodotti alla spina e di filiera corta
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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4. Buone Pratiche
Berlino: il vuoto a rendere
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Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
4. Buone Pratiche
Londra: i centri di riuso
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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4. Buone Pratiche
Zurigo: il compostaggio di comunità
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
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4. Buone Pratiche
Treviso: riciclo prodotti assorbenti
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Contarina S.p.A. (società interamente pubblica) con Fater spa (azienda leader nella produzione di
prodotti assorbenti per la persona), Spresiano, Treviso 2015
5. Ripensare le nostre città
Ricomporre i bisogni dell'abitare
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Transmission lines
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6. L'Antropocene ...e le formiche
“La nuova forza [...] siamo noi, capaci di
spostare più materia di quanto facciano i vulcani
e il vento messi insieme, di far degradare interi
continenti, di alterare il ciclo dell'acqua,
dell'azoto, del carbonio e di produrre l'impennata
più brusca e marcata della quantità di gas serra
in atmosfera negli ultimi 15 milioni di anni. […]
Nell'Antropocene siamo noi il singolo fattore che
più incide sul cambiamento del clima e della
superficie terrestre. Non possiamo tornare
indietro. Possiamo però studiare il processo di
trasformazione in atto, imparare a controllarlo e
tentare di gestirlo”. Paul Crutzen
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso
“Individually we are much larger than ants, but
collectively their biomass exceeds ours. Just as
there is almost no corner of the globe untouched
by human presence, there is almost no land
habitat, from harsh desert to inner city,
untouched by some species of ant. They are a
good example of a population whose density
and productiveness are not a problem for the
rest of the world, because everything they make
and use returns to the cradle-to-cradle cycles of
nature.” William McDonough & Michael Braungart
Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso

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Appunti per un metabolismo urbano a ciclo (quasi) chiuso

  • 1. Appunti per un Metabolismo Urbano a ciclo (quasi) chiuso MariaLuisa Palumbo - www.paesaggisensibili.com - malupa@libero.it -
  • 2. 1. Le questioni in gioco
  • 5. 1. Le questioni in gioco Le grandi discariche planetarie: acqua, aria e organismi
  • 19. 1. Le questioni in gioco Conviene bruciare i rifiuti?
  • 20. Contenuto energetico: Embodied Energy e potere calorifico
  • 34. 1. Le questioni in gioco La frazione organica
  • 39. Vantaggi del compostaggio della frazione organica e del successivo utilizzo del compost in agricoltura: • si sottraggono al conferimento in discarica rifiuti che altrimenti produrrebbero percolato e biogas; • si produce compost che migliora le caratteristiche fisico-chimiche del suolo e l’attività biologica dei microrganismi e delle radici delle piante, favorendo una più facile lavorazione dello stesso, riducendone anche le operazioni meccaniche di preparazione; • la sostanza organica apportata al suolo con il compost rappresenta un deposito di CO2 ; • si riduce l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi; • si diminuisce l’impiego di pesticidi (grazie al potere fitorepressivo), • aumenta la capacità di ritenzione idrica dei suoli.
  • 41. Alla fine degli anni ’80 la Commissione Europea stabilisce 3 principi generali che saranno alla base di tutta la disciplina successiva:  il principio di prevenzione: il primo obiettivo è la riduzione della produzione di rifiuto;  la responsabilità del produttore: in linea con il principio «chi inquina paga», i costi ambientali sono a carico di chi produce il rifiuto;  il principio di prossimità: il rifiuto deve essere destinato alla struttura idonea più vicina al luogo di produzione.
  • 43. A partire da questi principi, la Commissione definisce la gerarchia preferenziale delle modalità di gestione: 1) Riduzione: comprende le strategie di prevenzione dei rifiuti per ridurne la quantità e la pericolosità; 2) Riutilizzo: include le azioni che portano a un nuovo utilizzo del prodotto, che quindi non è più un rifiuto; 3) Riciclo: prevede le strategie per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento; 4) Recupero energetico: la combustione dei rifiuti con il recupero del calore sviluppato e il suo utilizzo diretto o per la produzione di energia elettrica;
  • 44. Solo il rifiuto che non si riesce a ricondurre ad una delle quattro categorie prioritarie di gestione può essere indirizzato allo smaltimento finale (discarica controllata o impianto di incenerimento senza recupero energetico).
  • 45. Nel 2008 si compie un nuovo salto. La direttiva quadro 98/2008/CE fissa target ambiziosi al 2020: la quantità di rifiuti urbani avviata al riutilizzo e al riciclo (obbligatoriamente carta, metalli, plastica e vetro) dovrà raggiungere complessivamente almeno il 50% in peso; la quantità di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi avviata al riutilizzo e al riciclo dovrà raggiungere almeno il 70% in peso.
  • 46. Per promuovere il riciclaggio di alta qualità gli Stati membri istituiscono la raccolta differenziata dei rifiuti per almeno queste frazioni: carta, metalli, plastica e vetro.
  • 47. Il d.lgs. n.152/2006 e la legge 27 dicembre 2006, n. 296 individuano i seguenti obiettivi di raccolta differenziata: • almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006; • almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007; • almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008; • almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009; • almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011; • almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. Nel caso di mancato conseguimento è prevista una addizionale del 20% al tributo di conferimento in discarica a carico dei Comuni inadempienti.
  • 48. 3. Un po' di dati e confronti
  • 49. Produzione pro capite di rifiuti urbani nell’UE (kg/abitante per anno), anni 2012 - 2014
  • 50. Quantità pro capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica nell’UE (kg/abitante anno) anni 2012-14
  • 51. Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti urbani nell’UE, anno 2014 (dati ordinati per percentuali crescenti di smaltimento in discarica)
  • 52. Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a incenerimento nell’UE (kg/abitante per anno)
  • 53. Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a compostaggio e digestione anaerobica (kg/ab anno)
  • 54. Quantità pro capite di rifiuti urbani avviati a riciclaggio nell’UE (kg/abitante per anno),
  • 55. Produzione pro capite di rifiuti urbani per regione, anni 2011 – 2015
  • 56. Andamento della produzione dei rifiuti urbani e degli indicatori socio economici, anni 2002 – 2015
  • 57. Andamento della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anni 2012 – 2015
  • 58. Ripartizione percentuale della raccolta differenziata, anno 2015
  • 59. Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti urbani, anno 2015
  • 62. I dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva Resta stabile la tassa sui rifiuti nel nostro Paese. Nel 2016 una famiglia media italiana, cioè una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di circa 44.000 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri, ha pagato 297 euro. La Campania è la regione più cara (427 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (193 euro).
  • 63. 3. Roma verso Rifiuti Zero Da Malagrotta alla delibera n.129/2014
  • 67. AMA, il potenziamento della differenziata e gli Ecodistretti
  • 70. • Estendere la raccolta “porta a porta” condominiale, eliminando i cassonetti stradali. • Progettare ed attuare un sistema di “tariffazione puntuale”, basato non più sulla tassa a MQ ma sul quanto si differenzia: cioè sull'effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti da ogni utenza domestica. L’utente virtuoso spende di meno. • I rifiuti indifferenziati sono contati attraverso un sistema di lettura elettronico basato su un transponder elettromagnetico “passivo” (TAG). La lettura di questa targhetta adesiva permette di associare al sacchetto il codice, univoco, di ogni utenza. • Istituire dei Centri di Riuso municipali. • Lavorare sulla prossimità, facilitando lo sviluppo di nuove filiere di riuso/riciclo/economia circolare. • Puntare al Recupero di Materia piuttosto che al CDR
  • 76. Nel 2015 i rifiuti urbani prodotti da Roma sono stati 1.700.768 tonnellate. Si stima la produzione di circa 700.000 tonnellate di differenziata (41%) e 1.000.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato. Per lo smaltimento dell'indifferenziato Roma ha 4 impianti Tmb (trattamento meccanico biologico) che possono trattare 3mila tonnellate al giorno. La capitale produce però 3.206 tonnellate di indifferenziato al giorno, a cui si aggiungono 300 tonnellate da Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano. Di conseguenza 500 tonnellate al giorno devono essere smaltite altrove. Per la parte umida la situazione è ancora peggiore. La produzione al momento è di 200mila tonnellate all'anno, ma l'unico impianto di compostaggio (Maccarese), può trattarne sono 30mila. In tutto il Lazio la capacità di smaltimento ora è di 250.500 tonnellate all'anno. Il fabbisogno di compostaggio, se si arrivasse al 65% di raccolta differenziata, ammonterebbe a circa 500mila t/anno. Per quanto riguarda l'incenerimento, solo una parte dei rifiuti trattati in uscita dai Tmb di Roma vengono portati agli impianti di termovalorizzazione di San Vittore e Colleferro (gli unici operativi nella Regione) non sufficienti a soddisfare l'attuale fabbisogno.
  • 78. 4. Buone Pratiche Capannori: prodotti alla spina e di filiera corta
  • 85. 4. Buone Pratiche Berlino: il vuoto a rendere
  • 89. 4. Buone Pratiche Londra: i centri di riuso
  • 92. 4. Buone Pratiche Zurigo: il compostaggio di comunità
  • 95. 4. Buone Pratiche Treviso: riciclo prodotti assorbenti
  • 98. Contarina S.p.A. (società interamente pubblica) con Fater spa (azienda leader nella produzione di prodotti assorbenti per la persona), Spresiano, Treviso 2015
  • 99. 5. Ripensare le nostre città Ricomporre i bisogni dell'abitare
  • 108. 6. L'Antropocene ...e le formiche
  • 109. “La nuova forza [...] siamo noi, capaci di spostare più materia di quanto facciano i vulcani e il vento messi insieme, di far degradare interi continenti, di alterare il ciclo dell'acqua, dell'azoto, del carbonio e di produrre l'impennata più brusca e marcata della quantità di gas serra in atmosfera negli ultimi 15 milioni di anni. […] Nell'Antropocene siamo noi il singolo fattore che più incide sul cambiamento del clima e della superficie terrestre. Non possiamo tornare indietro. Possiamo però studiare il processo di trasformazione in atto, imparare a controllarlo e tentare di gestirlo”. Paul Crutzen
  • 111. “Individually we are much larger than ants, but collectively their biomass exceeds ours. Just as there is almost no corner of the globe untouched by human presence, there is almost no land habitat, from harsh desert to inner city, untouched by some species of ant. They are a good example of a population whose density and productiveness are not a problem for the rest of the world, because everything they make and use returns to the cradle-to-cradle cycles of nature.” William McDonough & Michael Braungart