Trashware
Obiettivi Ogni anno milioni di computer vengono rimpiazzati con nuove macchine tecnologicamente più avanzate.  Ricondizionamento di un computer utilizzando software libero ( riconoscimento e controllo dell'hardware, partizionamento, installazione di sistemi operativi liberi, conoscenza di vari ambienti software e applicativi) Promuovere la conoscenza e l´utilizzo di software libero e sistemi operativi open source
Alcuni dati Ghana discarica mondiale dei PC
Venduti a prezzi irrisori per il riuso ma in verità sono venduti per il riciclo illegale dei materiali
Bambini sfruttati per il recupero dei metalli
In Italia su 16 chili di tecno-immondizia a testa, ne sono raccolti 1,9
Nel 2008 oltre 126 mila tonnellate di scarti elettronici su 220 mila sono finite fuori controllo
Trashware: come, perchè Con la parola «Trashware» intendiamo il  riutilizzo di computer dismessi  e altrimenti destinati allo smaltimento.
La parola nasce dall'unione dei termini anglosassoni «trash» e «hardware» e vuol rappresentare nella sua espressione metaforica, che si tratta, spesso letteralmente, di computer recuperati dalla spazzatura, normalmente intercettati poco prima di essere buttati.
Trashware: come, perchè Chi fa Trashware riutilizza i computer dismessi da privati, aziende, pubbliche amministrazioni, per donarli, dopo che sono stati rimessi a punto, ad associazioni di volontariato o a progetti di solidarietà internazionale,  in particolar modo legandolo ad iniziative che tentano di colmare il divario digitale (digital divide) .
Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Per comprendere meglio le ragioni del Trashware proviamo ad informarci sui costi della produzione di un computer (fonte: Eric D. Williams dell'Arizona State University).
Un normale computer desktop con monitor dal peso di 24 chilogrammi richiede: 240 kg di combustibile fossile,  23 kg di sostanze chimiche  1.512 kg di acqua Una tal quantità di materia prima sempre più preziosa e rara richiederebbe grande attenzione e cura quanto meno nella non proliferazione di consumi esponenziali
Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. A maggior ragione se (fonte Environmental Protection Agency (EPA)), il riutilizzo di un solo computer con un monitor CRT consente un risparmio di:   * 13 kg di rifiuti pericolosi * 35 kg di rifiuti solidi * 35 kg di materiali * 80 litri di acqua inquinata * 32 tonnellate di aria inquinata * 605 kg di anidride carbonica2 in termini di emissioni * 7.719 chilowatt di energia
Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Invece in questi anni si sta verificando la dismissione della prima generazione di computer dell'era:  informatica di largo consumo,  il computer in ogni casa (se non addirittura in ogni stanza), in ogni ufficio, l'era iniziata all'incirca alla fine degli anni 90.
Sono stati, sono tutt'ora e saranno centinaia di milioni i computer che, in tutto il mondo, dichiarati surrettiziamente  morti  dovranno trovare una collocazione in discarica: quelle estremamente costose perchè soggette a processi di smaltimento rigorosi e tecnologicamente avanzati, oppure le più comode e convenienti, a cielo aperto nelle periferie inquinate dei paesi poveri.
Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Stime probabilistiche indicano in 600 milioni il numero di computer dismessi, nel mondo, in questi ultimi 5 anni. Moltiplichiamo 600 milioni sia per il valore dei costi in materie prime, sia nei valori del mancato risparmio di risorse rinunciando al riutilizzo: avremo di fronte una dimensione epocale se inserita di un contesto di progressivo degrado ambientale della nostra Terra. Epocale in ragione dell'assurdo ed immotivato spreco.
Ma sono veramente inutilizzabili questi computer? Macchine ancora perfettamente funzionanti vengono tagliate fuori da ogni utilizzo spesso grazie ad  accordi e logiche di produzione e vendita  di chi (alieno al nostro territorio e al nostro tessuto sociale) controlla e pilota il mercato hardware e software.
Attraverso una strategia che coinvolge in modo congiunto hardware e software, vengono create ad arte  piccole incompatibilità  di strumenti e di formati e, sfruttando le posizioni dominanti di mercato, si costringono gli utenti, siano essi singoli, enti pubblici o aziende, ad aggiornare continuamente le proprie licenze, ad acquistare gli ultimi programmi e, inevitabilmente, a rinnovare i propri computer, abbandonando quelli in uso, anche se hanno sfruttato ben poca della loro vita utile.
Ma sono veramente inutilizzabili questi computer? Questa situazione, oltre ai chiari effetti economici, ha un costo «sociale»: la salute di tutti noi. I pc hanno un valore residuo che viene perso, non usato; poi dobbiamo sostenere i costi di  smaltimento chimico  e alla fine le eventuali  conseguenze sanitarie .
Il Trashware permette di utilizzare queste risorse senza sprechi: se c'è dell'hardware che non è ritenuto più produttivo dalle aziende, si valuta la possibilità di poterlo utilizzare con convenienza in altri contesti, da altri soggetti, e partendo da questi presupposti, si organizza il riutilizzo.
Cosa deve conoscere chi fa trashware?
Programma – Prima lezione Il Trashware I Paesi più sviluppati ed il Divario Digitale Il problema dell’hardware obsoleto Recupero, Riciclo e Smaltimento  Normativa Il Personal Computer definizione breve storia hardware e software l’aspetto ambientale

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  • 2. Obiettivi Ogni anno milioni di computer vengono rimpiazzati con nuove macchine tecnologicamente più avanzate. Ricondizionamento di un computer utilizzando software libero ( riconoscimento e controllo dell'hardware, partizionamento, installazione di sistemi operativi liberi, conoscenza di vari ambienti software e applicativi) Promuovere la conoscenza e l´utilizzo di software libero e sistemi operativi open source
  • 3. Alcuni dati Ghana discarica mondiale dei PC
  • 4. Venduti a prezzi irrisori per il riuso ma in verità sono venduti per il riciclo illegale dei materiali
  • 5. Bambini sfruttati per il recupero dei metalli
  • 6. In Italia su 16 chili di tecno-immondizia a testa, ne sono raccolti 1,9
  • 7. Nel 2008 oltre 126 mila tonnellate di scarti elettronici su 220 mila sono finite fuori controllo
  • 8. Trashware: come, perchè Con la parola «Trashware» intendiamo il riutilizzo di computer dismessi e altrimenti destinati allo smaltimento.
  • 9. La parola nasce dall'unione dei termini anglosassoni «trash» e «hardware» e vuol rappresentare nella sua espressione metaforica, che si tratta, spesso letteralmente, di computer recuperati dalla spazzatura, normalmente intercettati poco prima di essere buttati.
  • 10. Trashware: come, perchè Chi fa Trashware riutilizza i computer dismessi da privati, aziende, pubbliche amministrazioni, per donarli, dopo che sono stati rimessi a punto, ad associazioni di volontariato o a progetti di solidarietà internazionale, in particolar modo legandolo ad iniziative che tentano di colmare il divario digitale (digital divide) .
  • 11. Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Per comprendere meglio le ragioni del Trashware proviamo ad informarci sui costi della produzione di un computer (fonte: Eric D. Williams dell'Arizona State University).
  • 12. Un normale computer desktop con monitor dal peso di 24 chilogrammi richiede: 240 kg di combustibile fossile, 23 kg di sostanze chimiche 1.512 kg di acqua Una tal quantità di materia prima sempre più preziosa e rara richiederebbe grande attenzione e cura quanto meno nella non proliferazione di consumi esponenziali
  • 13. Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. A maggior ragione se (fonte Environmental Protection Agency (EPA)), il riutilizzo di un solo computer con un monitor CRT consente un risparmio di: * 13 kg di rifiuti pericolosi * 35 kg di rifiuti solidi * 35 kg di materiali * 80 litri di acqua inquinata * 32 tonnellate di aria inquinata * 605 kg di anidride carbonica2 in termini di emissioni * 7.719 chilowatt di energia
  • 14. Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Invece in questi anni si sta verificando la dismissione della prima generazione di computer dell'era: informatica di largo consumo, il computer in ogni casa (se non addirittura in ogni stanza), in ogni ufficio, l'era iniziata all'incirca alla fine degli anni 90.
  • 15. Sono stati, sono tutt'ora e saranno centinaia di milioni i computer che, in tutto il mondo, dichiarati surrettiziamente morti dovranno trovare una collocazione in discarica: quelle estremamente costose perchè soggette a processi di smaltimento rigorosi e tecnologicamente avanzati, oppure le più comode e convenienti, a cielo aperto nelle periferie inquinate dei paesi poveri.
  • 16. Smaltimento dei Computer, un problema Planetario. Stime probabilistiche indicano in 600 milioni il numero di computer dismessi, nel mondo, in questi ultimi 5 anni. Moltiplichiamo 600 milioni sia per il valore dei costi in materie prime, sia nei valori del mancato risparmio di risorse rinunciando al riutilizzo: avremo di fronte una dimensione epocale se inserita di un contesto di progressivo degrado ambientale della nostra Terra. Epocale in ragione dell'assurdo ed immotivato spreco.
  • 17. Ma sono veramente inutilizzabili questi computer? Macchine ancora perfettamente funzionanti vengono tagliate fuori da ogni utilizzo spesso grazie ad accordi e logiche di produzione e vendita di chi (alieno al nostro territorio e al nostro tessuto sociale) controlla e pilota il mercato hardware e software.
  • 18. Attraverso una strategia che coinvolge in modo congiunto hardware e software, vengono create ad arte piccole incompatibilità di strumenti e di formati e, sfruttando le posizioni dominanti di mercato, si costringono gli utenti, siano essi singoli, enti pubblici o aziende, ad aggiornare continuamente le proprie licenze, ad acquistare gli ultimi programmi e, inevitabilmente, a rinnovare i propri computer, abbandonando quelli in uso, anche se hanno sfruttato ben poca della loro vita utile.
  • 19. Ma sono veramente inutilizzabili questi computer? Questa situazione, oltre ai chiari effetti economici, ha un costo «sociale»: la salute di tutti noi. I pc hanno un valore residuo che viene perso, non usato; poi dobbiamo sostenere i costi di smaltimento chimico e alla fine le eventuali conseguenze sanitarie .
  • 20. Il Trashware permette di utilizzare queste risorse senza sprechi: se c'è dell'hardware che non è ritenuto più produttivo dalle aziende, si valuta la possibilità di poterlo utilizzare con convenienza in altri contesti, da altri soggetti, e partendo da questi presupposti, si organizza il riutilizzo.
  • 21. Cosa deve conoscere chi fa trashware?
  • 22. Programma – Prima lezione Il Trashware I Paesi più sviluppati ed il Divario Digitale Il problema dell’hardware obsoleto Recupero, Riciclo e Smaltimento Normativa Il Personal Computer definizione breve storia hardware e software l’aspetto ambientale
  • 23. Programma – Seconda lezione Architettura degli Elaboratori Codifica Binaria Architettura logica di un computer Filesystem e Partizioni Montare e smontare virtualmente un PC la scelta dei componenti gli strumenti e la sicurezza montare e collegare i componenti
  • 24. Programma – Terza lezione Montare e smontare un PC reale smontare/montare un PC (dalla teoria alla pratica) attacchiamo la spina se il PC non parte (la paura dei bip)
  • 25. Programma – Quarta lezione Introduzione a GNU/Linux Linux GNU e Open Source Distribuzione e Architettura Linux Pacchetti e Dipendenze Utenti Server Grafico Struttura del FileSystem Elenco e significato delle cartelle che compongono / (root)
  • 26. Programma – Quinta lezione Amministrazione di sistema Amministrare un sistema Necessità della shell Man pagine di manuale Gestione File e Cartelle File e Cartelle Comando list Proprietario di un file (Comando chown) Gruppo prop. di un file (Comando chgrp) Permessi (Comando chmod) Creazione di file di testo Creazione di cartelle (mkdir) Rimozione di file (rm, rmdir, rm -r)
  • 27. Programma – Sesta lezione Sistemi operativi, Software Libero, Open Source, distribuzioni Linux il software libero e open-source partizioni e file system esempio pratico di installazione di Gnu/Linux (Ubuntu)
  • 28. Esigenze Il trashware è mosso da più esigenze convergenti: la sempre più pressante necessità di smaltire grandi quantità di computer;
  • 29. diffondere una cultura di uso consapevole delle tecnologie;
  • 30. organizzare attività divulgativa sui temi del Software Libero e di GNU/Linux nonché su argomenti di carattere sociale quali il divario digitale e il consumo critico;
  • 31. Esigenze dare all’obsolescenza tecnologica il suo corso naturale e non il frenetico ritmo artificialmente imposto dalla “legge” del profitto.
  • 32. ridurre la quantità di rifiuti nocivi e inquinanti da destinare allo smaltimento, come previsto dalla Direttiva europea n.2002/96/CE recepita in Italia con il Decreto legislativo n. 151 del 25 luglio 2005 relativo ai RAEE (Rifiuti da Apparecchiature elettriche ed Elettroniche).
  • 33. Esigenze ridurre il “digital divide” la cosiddetta ignoranza/discriminazione digitale, in quanto si consente anche a chi non ha la possibilità di dotarsi di un computer di poter utilizzare le nuove tecnologie. Questi potenziali utilizzatori possono essere giovani studenti, pensionati, associazioni di volontariato, organizzazioni operanti in paesi poveri,eccetera. In sostanza con il trashware si vuole promuovere u n corretto utilizzo della risorsa tecnologica : si raccolgono i computer dismessi, si rimettono in funzione con GNU/Linux e software libero, si ridistribuiscono attraverso un sistema che prevede anche una adeguata formazione alle persone.
  • 34. Norme di riferimento Direttiva RAEE 2002/96/CE:sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
  • 35. Direttiva RAEE 2003/108/CE:modifica della direttiva 2002/96
  • 36. DLGS 151/2005:Attuazione delle direttive 2002/95,2002/96,2003/108 relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche,nonchè allo smaltimento dei rifiuti
  • 37. DM 185/2007:Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche(RAEE)
  • 38. DM 25 settembre 2007:Istituzione del comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE
  • 39. FINE