FRUMENTO E I SUOI
DERIVATI
Con il nome di cereali si comprendono diverse specie
tutte appartenenti alla famiglia delle Graminacee.
La coltivazione dei cereali dei cereali è indirizzata
prevalentemente alla produzione di cariossidi che, in
quanto ricche di amido, si presentano a fornire gran
parte delle calorie necessarie alla dieta umana.
Si utilizzano anche i semi di altre famiglie (come
Poligonacee, Chenopodiacea ) che per l’elevato tenore
di amido sono definite pseudo-cereali.
GRANO FARRO
(GRAMINACEE) (GRAMINACEE)
I PRINCIPALI CEREALI COLTIVATI SONO FRUMENTO ( DURO E
TENERO), RISO, MAIS, ORZO, AVENA, SEGALE, SORGO E
MIGLIO.
 Frumento, orzo, avena e sagale sono tutte specie
caratteri morfologici, fisiologici ed ecologici assai
simili e costituiscono il gruppo dei cereali microtermi,
ossia con basse esigenze termiche, che in Italia sono
coltivati in prevalenza con ciclo autunno-primaverile .
Riso, mais, sorgo e miglio costituiscono il gruppo dei
cosiddetti cereali macrotermi, che hanno elevate
esigenze termiche e svolgono il loro ciclo nel periodo
primaverile-estivo, quando quindi le temperature
sono sufficientemente elevate.
COMPOSIZIONE CHIMICA DEI PIÙ IMPORTANTI CEREALI
(VALORI MEDI-G/100G DI SOSTANZA SECCA)
FRUMENTO
 Il frumento è una delle principali risorse alimentari
dell’umanità. La produzione mondiale di frumento si
avvicina attualmente ai 600 milioni di tonnellate e
costituisce circa il 30% della produzione mondiale dei
cereali; il frumento rappresenta da solo circa il 17%
degli scambi internazionali di prodotti agricoli. Da
questi dati si comprende l’importanza economica e
politica della produzione e commercializzazione del
frumento, destinato per oltre il 75% all’alimentazione
animale ed il restante per usi non alimentari.
 La selezione operata dall’uomo nel corso dei secoli
ha riguardato essenzialmente i due principali tipi di
frumento, il T. aestivum o frumento tenero e il T.
durum o frumento duro; il primo si è diffuso
principalmente in aree fresche temperate e con buon
a piovosità , l’altro grazie alla maggiore tolleranza
alla carenza idrica si è sviluppato ed adattato
soprattutto ai climi caldo-aridi del meditterraneo.
Anche in Italia la diffusione delle duespecie è
I98
ACQUA=CIRCA 12 %
PROTEINE=10-15%
PER NI 4/5 DI MEDIO BASSO
PROLAMINE E GLUTELINE, CON BASSO
VB PER AL CARENZA
DELL’AMMINOACIDO LISINA.
SALI MINERALI 1.5-2%
POVERI DI CALCIO, RICCHI DI FERRO
E FOSFORO.
LIQUIDI=1.5-2%
VITAMINE
GRUPPO B
VIT E 314KCAL/100G
1/5 ALBUMINE E GLOBULINE
COMPOSIZIONE DELLA CARIOSSIDE DI GRANO E DELLE SUE REGIONI
ANATOMICHE
(VALORI MEDI-G/100G DI SOSTANZA SECCA
UN’EMICELLULOSA OTTENUTA DALL’ENDOSPERMA DI FRUMENTO, MA RICAVABILE ANCHE
DALLA LAVORAZIONE DEL RISO È L’ARABINOXILANO.
AMIDO
E il principale polisaccaride di riserva della maggior parte delle
piante superiori. L’amido di frumento è costituito da granuli di tipo A e
granuli di tipo B; i primi -80.90 % in peso e 15-20 % in volume-
hanno forma lenticolare e grandi dimensioni (20-25µm), gli altri
hanno forma sferica e piccole dimensioni ( 2-10 µm). Il granulo di
amido è costituito da due molecole, amilosio e amilopectina;
l’amilosio è un polimero lineare formato da 500 a 6000 unità di
glucosio legate con legame α-(1,4) ed ha un peso molecolare
compreso tra 100 e 1000 kDa. L’ amilopectina è un polimero
ramificato formato da unità di glucosio, qualche decina di migliaia,
con un peso molecolare intorno a 105 kDa che oltre a legami del tipo
α-(1-4) presenta nei punti di ramificazione legami α-(1,6). La
proporzione di amilopectina e amilosio nell’amido di frumento è in
genere 3:1.
COMPOSIZIONE DELLE PROTEINE DEL
FRUMENTO
E un complesso proteico viscoelastico costituito
da un insieme eterogeneo di gliadine e glutenine,
associate da legami covalenti (disolfuro) e legami
covalenti (idrogeno, ionici), nonché da interazioni
idrofobiche. E costituito per il 75-85 % da
proteine, 5-7% da lipidi, 5-10% amido e 5-8%
acqua. Nella cariosside di frumento o nella
semola/farina il complesso visco-elastico del
glutine non è presente; si forma solo in seguito
all’idratazione della semola/farina e nella
formazione dell’impasto e si ottiene per
successiva lisciviazione (lavaggio con acqua)
dell’impasto stesso. Le caratteristiche del glutine
sono di grande importanza per la trasformazione
tecnologica del frumento e per la destinazione
d’uso dei semilavorati (semole/farine).
GLUTINE
 Il glutine è responsabile di una patologia complessa, il morbo
celiaco o celiachia. La celiachia è un’enteropatica da glutine,
caratterizzata da intolleranza permanente al complesso
proteico del glutine o meglio alla componente gliadinica dello
stesso contenuta nei frumenti, nell’orzo e nella sagale.
L’assunzione di alimenti contenenti glutine quali pane, pasta,
biscotti ecc. determina nel soggetto celiaco una risposta
immunitaria abnorme cronica e progressiva scomparsa dei
villi intestinali. A causa del sovvertimento strutturale di questi
elementi possono comparire i sintomi del malassorbimento
intestinale quali diarrea cronica, distensione addominale,
inappetenza e calo di peso.
Frumento e i suoi derivati.
TRASFORMAZIONE DEL FRUMENTO IN SFARINATI
MACINAZIONE
In mortaio o con mole di pietra
In un’unica fase:
MOLITURA BASSA
La cariosside è triturata in una sola fase e durante la setacciatura
non si potranno allontanare dall’endosperma tutte le tracce di
perisperma.
Con mulini e cilindri e in diverse fasi:
MOLITURA ALTA:
La rottura della cariosside avviene in più fasi, separazione delle
singole frazioni
DALLA MOLITURA (MACINAZIONE) DELLE CARIOSSIDI DI GRANO SI
OTTENGONO GLI SFARINATI.
GRADO DI ABBURATTAMENTO: quantità di farina che
si ottiene da una certa quantità di grado. Un alto grado di
abburattamento significa avere una maggior quantità di farina,
ma meno raffinata.
Frumento e i suoi derivati.
Frumento e i suoi derivati.
LA PASTA
 La pasta si ottiene dalla lavorazione della
semola e dei semolati di grano duro. La
legislazione italiana ammette solo per la pasta
fresca l’uso di farina di grano tenero.
CONSUMO DI PASTA NEL MONDO (KG/PRO-CAPITE)
SCHEMA DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE
SCHEMA DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE
Miscelazione dei diversi tipi di semole;
Impasto con acqua calda (25-30% a 80°C)
Gramolatura, allo scopo di dare all’impasto la
caratteristica consistenza elastica, dovuta alla
combinazione dell’acqua con la frazione proteica (glutine).
Trafilatura: l’impasto viene spinto attraverso tubi a
sezione particolare (trafile), assumendo il formato voluto; i
fiori di uscita possono essere in bronzo (conferiscono alla
superficie della pasta maggiore porosità, rendendola più
ruvida e opaca, migliorandone l’assorbimento dei
condimenti e la tenuta in) o in materiale plastico (teflon, il
prodotto finale assume una superficie liscia ed un colore
più brillante);
Essiccamento: distinto in due fasi: l’incartamento,
durante il quale il prodotto perde velocemente circa 1/3
dell’acqua, con la formazione di una sottile pellicola sulla
superficie della pasta, una sorta di «buccia», che
conferisce rigidità al prodotto; l’essiccamento vero e
proprio, durante il quale, alternando cicli di ventilazione
con aria calda a cicli di rinviamento, in cui si lascia
riposare il prodotto in umidità più elevata, l’acqua degli
strati più interni affluisce verso l’esterno evaporando;
tempi e temperature sono variabili, in funzione del tipo di
impianto e del formato della pasta: da 60°C per 17 ore, a
70°C per 12 ore, fino alle temperature alte (HT) e altissime
(UHT) per tempi variabili da 6-9 ore, per la pasta corta, a
8-12 ore, per quelle lunghe;
Raffreddamento e stoccaggio: in ambienti a temperatura
ed umiltà controllate;
Confezionamento: in sacchetti in materiale plastico o in
astucci di cartone.
Frumento e i suoi derivati.
VALORE NUTRITIVO
Dipende da quello degli sfarinati con i quali vengono
confezionate
•quelle di semola, rispetto a quelle di semolato, hanno un
contenuto più elevato di proteine, minerali e vitamine
•Quelle all’uovo hanno un maggiore contenuto di liquidi.
Inoltre a seconda del grado di abburattamento degli
sfarinati impiegati, il valore nutritivo è minore o maggiore.
In tutte le paste alimentari si ha comunque
un’abbondante quantità di amido, una discreta % di P e
una buona quantità di sali minerali e vitamine.
Durante la cottura si ha una perdita di vit. B 1 e una più
elevata perdita di fosforo.
VALORE CALORICO:356 kcal per la pasta normale e 368
per quella all’uovo.
DIGERIBILITA’
E subordinata al tempo di cottura, a quello di
masticazione, alla dimensione del tipo di pasta e alla
presenza di ingredienti aggiuntivi nell’impasto o nel
ripieno.
Per una buona digestione la pasta è meglio sia poco cotta,
in modo da richiedere una maggiore permanenza nel cavo
orale.
Più la pasta è di piccole dimensioni, meno è digeribile, in
quanto tali tipi di pasta vengono degluiti senza sufficiente
masticazione.
PANE
Il pane può essere considerato come l’alimento
più antico preparato dall’uomo; è un prodotto
ottenuto dalla cottura di un impasto di farina,
acqua e lievito. Nelle situazioni più antiche il
grano era grossolane frammentato e veniva
aggiunta l’acqua per l’impasto; la cottura
avveniva poi direttamente sul fuoco o su una
piastra rovente.
Il pane, riprendendo la definizione che ne viene data nella
legge 580 è « il prodotto ottenuto dalla cottura totale o
parziale di una pasta convenientemente lievitata,
preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o
senza aggiunta di sale comune». Se sono presenti solo
questi ingredienti di base il pane è definito comune, in
presenza di altri ingredienti si parla di pani speciali (pane
al latte, all’olio, al sesamo ecc…). Il pane comune è
ulteriormente classicato in diversi tipi, sulla base della
farina di partenza utilizzata: pane di tipo 00, 0, di semola
stanno ad indicare l’impegno nella produzione del pane
rispettivamente di farine 00,0 o di semola di grano.
PRINCIPALI OPERAZIONI DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE
IMPASTAMENTO
E la prima tappa nella fabbricazione del
pane e permette la formazione di una
pasta liscia, omogenea, tenace,
viscoelastica a partire dai due semplici
componenti di base: la farina e l’acqua.
Allorché i due ingredienti base sono
mescolati, l’impasto subisce importanti
trasformazioni in quanto le particelle di
farina si idratano e l’insieme perde le
caratteristiche di granulosità diventando
una pasta liscia e omogenea.
L’acqua aggiunta alla farina in
misura variabile in funzione del
tipo di pane (generalmente 40-
65 parti per 100 parti di farina),
ha altre funzioni fondamentali
oltre quella di determinare la
formazione del glutine , quali
l’idratazione dei granuli di
amido , l’azione di solvente per
Altri ingredienti

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Frumento e i suoi derivati.

  • 1. FRUMENTO E I SUOI DERIVATI
  • 2. Con il nome di cereali si comprendono diverse specie tutte appartenenti alla famiglia delle Graminacee. La coltivazione dei cereali dei cereali è indirizzata prevalentemente alla produzione di cariossidi che, in quanto ricche di amido, si presentano a fornire gran parte delle calorie necessarie alla dieta umana. Si utilizzano anche i semi di altre famiglie (come Poligonacee, Chenopodiacea ) che per l’elevato tenore di amido sono definite pseudo-cereali.
  • 4. I PRINCIPALI CEREALI COLTIVATI SONO FRUMENTO ( DURO E TENERO), RISO, MAIS, ORZO, AVENA, SEGALE, SORGO E MIGLIO.  Frumento, orzo, avena e sagale sono tutte specie caratteri morfologici, fisiologici ed ecologici assai simili e costituiscono il gruppo dei cereali microtermi, ossia con basse esigenze termiche, che in Italia sono coltivati in prevalenza con ciclo autunno-primaverile . Riso, mais, sorgo e miglio costituiscono il gruppo dei cosiddetti cereali macrotermi, che hanno elevate esigenze termiche e svolgono il loro ciclo nel periodo primaverile-estivo, quando quindi le temperature sono sufficientemente elevate.
  • 5. COMPOSIZIONE CHIMICA DEI PIÙ IMPORTANTI CEREALI (VALORI MEDI-G/100G DI SOSTANZA SECCA)
  • 6. FRUMENTO  Il frumento è una delle principali risorse alimentari dell’umanità. La produzione mondiale di frumento si avvicina attualmente ai 600 milioni di tonnellate e costituisce circa il 30% della produzione mondiale dei cereali; il frumento rappresenta da solo circa il 17% degli scambi internazionali di prodotti agricoli. Da questi dati si comprende l’importanza economica e politica della produzione e commercializzazione del frumento, destinato per oltre il 75% all’alimentazione animale ed il restante per usi non alimentari.
  • 7.  La selezione operata dall’uomo nel corso dei secoli ha riguardato essenzialmente i due principali tipi di frumento, il T. aestivum o frumento tenero e il T. durum o frumento duro; il primo si è diffuso principalmente in aree fresche temperate e con buon a piovosità , l’altro grazie alla maggiore tolleranza alla carenza idrica si è sviluppato ed adattato soprattutto ai climi caldo-aridi del meditterraneo. Anche in Italia la diffusione delle duespecie è
  • 8. I98
  • 9. ACQUA=CIRCA 12 % PROTEINE=10-15% PER NI 4/5 DI MEDIO BASSO PROLAMINE E GLUTELINE, CON BASSO VB PER AL CARENZA DELL’AMMINOACIDO LISINA. SALI MINERALI 1.5-2% POVERI DI CALCIO, RICCHI DI FERRO E FOSFORO. LIQUIDI=1.5-2% VITAMINE GRUPPO B VIT E 314KCAL/100G 1/5 ALBUMINE E GLOBULINE
  • 10. COMPOSIZIONE DELLA CARIOSSIDE DI GRANO E DELLE SUE REGIONI ANATOMICHE (VALORI MEDI-G/100G DI SOSTANZA SECCA
  • 11. UN’EMICELLULOSA OTTENUTA DALL’ENDOSPERMA DI FRUMENTO, MA RICAVABILE ANCHE DALLA LAVORAZIONE DEL RISO È L’ARABINOXILANO.
  • 12. AMIDO E il principale polisaccaride di riserva della maggior parte delle piante superiori. L’amido di frumento è costituito da granuli di tipo A e granuli di tipo B; i primi -80.90 % in peso e 15-20 % in volume- hanno forma lenticolare e grandi dimensioni (20-25µm), gli altri hanno forma sferica e piccole dimensioni ( 2-10 µm). Il granulo di amido è costituito da due molecole, amilosio e amilopectina; l’amilosio è un polimero lineare formato da 500 a 6000 unità di glucosio legate con legame α-(1,4) ed ha un peso molecolare compreso tra 100 e 1000 kDa. L’ amilopectina è un polimero ramificato formato da unità di glucosio, qualche decina di migliaia, con un peso molecolare intorno a 105 kDa che oltre a legami del tipo α-(1-4) presenta nei punti di ramificazione legami α-(1,6). La proporzione di amilopectina e amilosio nell’amido di frumento è in genere 3:1.
  • 14. E un complesso proteico viscoelastico costituito da un insieme eterogeneo di gliadine e glutenine, associate da legami covalenti (disolfuro) e legami covalenti (idrogeno, ionici), nonché da interazioni idrofobiche. E costituito per il 75-85 % da proteine, 5-7% da lipidi, 5-10% amido e 5-8% acqua. Nella cariosside di frumento o nella semola/farina il complesso visco-elastico del glutine non è presente; si forma solo in seguito all’idratazione della semola/farina e nella formazione dell’impasto e si ottiene per successiva lisciviazione (lavaggio con acqua) dell’impasto stesso. Le caratteristiche del glutine sono di grande importanza per la trasformazione tecnologica del frumento e per la destinazione d’uso dei semilavorati (semole/farine). GLUTINE
  • 15.  Il glutine è responsabile di una patologia complessa, il morbo celiaco o celiachia. La celiachia è un’enteropatica da glutine, caratterizzata da intolleranza permanente al complesso proteico del glutine o meglio alla componente gliadinica dello stesso contenuta nei frumenti, nell’orzo e nella sagale. L’assunzione di alimenti contenenti glutine quali pane, pasta, biscotti ecc. determina nel soggetto celiaco una risposta immunitaria abnorme cronica e progressiva scomparsa dei villi intestinali. A causa del sovvertimento strutturale di questi elementi possono comparire i sintomi del malassorbimento intestinale quali diarrea cronica, distensione addominale, inappetenza e calo di peso.
  • 18. MACINAZIONE In mortaio o con mole di pietra In un’unica fase: MOLITURA BASSA La cariosside è triturata in una sola fase e durante la setacciatura non si potranno allontanare dall’endosperma tutte le tracce di perisperma. Con mulini e cilindri e in diverse fasi: MOLITURA ALTA: La rottura della cariosside avviene in più fasi, separazione delle singole frazioni
  • 19. DALLA MOLITURA (MACINAZIONE) DELLE CARIOSSIDI DI GRANO SI OTTENGONO GLI SFARINATI. GRADO DI ABBURATTAMENTO: quantità di farina che si ottiene da una certa quantità di grado. Un alto grado di abburattamento significa avere una maggior quantità di farina, ma meno raffinata.
  • 22. LA PASTA  La pasta si ottiene dalla lavorazione della semola e dei semolati di grano duro. La legislazione italiana ammette solo per la pasta fresca l’uso di farina di grano tenero.
  • 23. CONSUMO DI PASTA NEL MONDO (KG/PRO-CAPITE)
  • 24. SCHEMA DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE
  • 25. SCHEMA DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE Miscelazione dei diversi tipi di semole; Impasto con acqua calda (25-30% a 80°C) Gramolatura, allo scopo di dare all’impasto la caratteristica consistenza elastica, dovuta alla combinazione dell’acqua con la frazione proteica (glutine). Trafilatura: l’impasto viene spinto attraverso tubi a sezione particolare (trafile), assumendo il formato voluto; i fiori di uscita possono essere in bronzo (conferiscono alla superficie della pasta maggiore porosità, rendendola più ruvida e opaca, migliorandone l’assorbimento dei condimenti e la tenuta in) o in materiale plastico (teflon, il prodotto finale assume una superficie liscia ed un colore più brillante);
  • 26. Essiccamento: distinto in due fasi: l’incartamento, durante il quale il prodotto perde velocemente circa 1/3 dell’acqua, con la formazione di una sottile pellicola sulla superficie della pasta, una sorta di «buccia», che conferisce rigidità al prodotto; l’essiccamento vero e proprio, durante il quale, alternando cicli di ventilazione con aria calda a cicli di rinviamento, in cui si lascia riposare il prodotto in umidità più elevata, l’acqua degli strati più interni affluisce verso l’esterno evaporando; tempi e temperature sono variabili, in funzione del tipo di impianto e del formato della pasta: da 60°C per 17 ore, a 70°C per 12 ore, fino alle temperature alte (HT) e altissime (UHT) per tempi variabili da 6-9 ore, per la pasta corta, a 8-12 ore, per quelle lunghe; Raffreddamento e stoccaggio: in ambienti a temperatura ed umiltà controllate; Confezionamento: in sacchetti in materiale plastico o in astucci di cartone.
  • 28. VALORE NUTRITIVO Dipende da quello degli sfarinati con i quali vengono confezionate •quelle di semola, rispetto a quelle di semolato, hanno un contenuto più elevato di proteine, minerali e vitamine •Quelle all’uovo hanno un maggiore contenuto di liquidi. Inoltre a seconda del grado di abburattamento degli sfarinati impiegati, il valore nutritivo è minore o maggiore. In tutte le paste alimentari si ha comunque un’abbondante quantità di amido, una discreta % di P e una buona quantità di sali minerali e vitamine. Durante la cottura si ha una perdita di vit. B 1 e una più elevata perdita di fosforo. VALORE CALORICO:356 kcal per la pasta normale e 368 per quella all’uovo.
  • 29. DIGERIBILITA’ E subordinata al tempo di cottura, a quello di masticazione, alla dimensione del tipo di pasta e alla presenza di ingredienti aggiuntivi nell’impasto o nel ripieno. Per una buona digestione la pasta è meglio sia poco cotta, in modo da richiedere una maggiore permanenza nel cavo orale. Più la pasta è di piccole dimensioni, meno è digeribile, in quanto tali tipi di pasta vengono degluiti senza sufficiente masticazione.
  • 30. PANE Il pane può essere considerato come l’alimento più antico preparato dall’uomo; è un prodotto ottenuto dalla cottura di un impasto di farina, acqua e lievito. Nelle situazioni più antiche il grano era grossolane frammentato e veniva aggiunta l’acqua per l’impasto; la cottura avveniva poi direttamente sul fuoco o su una piastra rovente.
  • 31. Il pane, riprendendo la definizione che ne viene data nella legge 580 è « il prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta di sale comune». Se sono presenti solo questi ingredienti di base il pane è definito comune, in presenza di altri ingredienti si parla di pani speciali (pane al latte, all’olio, al sesamo ecc…). Il pane comune è ulteriormente classicato in diversi tipi, sulla base della farina di partenza utilizzata: pane di tipo 00, 0, di semola stanno ad indicare l’impegno nella produzione del pane rispettivamente di farine 00,0 o di semola di grano.
  • 32. PRINCIPALI OPERAZIONI DEL PROCESSO DI PASTIFICAZIONE
  • 33. IMPASTAMENTO E la prima tappa nella fabbricazione del pane e permette la formazione di una pasta liscia, omogenea, tenace, viscoelastica a partire dai due semplici componenti di base: la farina e l’acqua. Allorché i due ingredienti base sono mescolati, l’impasto subisce importanti trasformazioni in quanto le particelle di farina si idratano e l’insieme perde le caratteristiche di granulosità diventando una pasta liscia e omogenea.
  • 34. L’acqua aggiunta alla farina in misura variabile in funzione del tipo di pane (generalmente 40- 65 parti per 100 parti di farina), ha altre funzioni fondamentali oltre quella di determinare la formazione del glutine , quali l’idratazione dei granuli di amido , l’azione di solvente per Altri ingredienti