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Lingua inglese 1 Focus on language and teaching Studente: Gaetano Strazzanti  Prof.ssa Letizia Cinganotto matricola numero: 003442 The Functional Approach
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Qual è il metodo giusto per insegnare una lingua straniera? Non esiste un metodo infallibile per insegnare l’apprendimento di una lingua straniera. La glottodidattica più che un preciso metodo è orientata a considerare una diversità di metodi e approcci frutto dell’esperienza maturata nei secoli. Negli ultimi trent’anni è stato oggetto di discussione e approfondimento il metodo  nozionale-funzionale , che è in stretta relazione con l 'approccio comunicativo.
La glottodidattica funzionale Trae origine dagli sviluppi della pragmalinguistica che pone l’attenzione sugli scopi o funzioni per cui avviene l’atto linguistico che ci consente di agire socialmente e di relazionarci con gli altri allo scopo di perseguire i propri fini. Il metodo nozionale-funzionale si fonda sull’atto comunicativo e pone al centro dell’atto didattico lo studente con i suoi bisogni comunicativi, ma nel contempo non può fare a meno di tenere in considerazione le variazioni linguistiche dovute agli aspetti diamesici, diastratici, diafasici e diatopici. L’insegnante che desideri utilizzare tale metodo  glottodidattico  può farlo integrando i modelli funzionali di Jakobson e di Halliday giungendo così a selezionare  sei funzioni , (Mary Finocchiaro li raggruppa in 5 funzioni  http:// edweb.sdsu.edu /people/ jmora /almmethods.htm#Functional ) ossia sei macro-obiettivi ai quali si punta nell’uso della lingua a fini comunicativi.
L’approccio funzionale Mira all’insegnamento della competenza comunicativa; Pone al centro della propria azione i bisogni comunicativi dell’allievo, attorno ai quali viene costruito il curricolo scolastico e predisposta la programmazione tenendo in considerazione l’aspetto sociolinguistico dove si svolge l’atto comunicativo; Fa uso costante della lingua straniera in situazioni autentiche; Rinnova la struttura dei sillabi di insegnamento che diventano più flessibili e duttili per soddisfare i bisogni di varie tipologie di studenti; Dà molta importanza alla scorrevolezza del parlato e non solamente alla correttezza grammaticale; Utilizza materiale autentico per permettere allo studente di trarne quelle informazioni di tipo sociolinguistico che indicano l’uso effettivo della lingua come strumento di comunicazione.
Il modello funzionale integrato Funzione personale   si attua quando lo studente esprime la sua individualità e personalità rivelando i propri sentimenti, pensieri, sensazioni. Funzione interpersonale   si attua nello stabilire, mantenere o chiudere un rapporto interpersonale. Funzione  regolativo-strumentale   si attua agendo sulle altre persone regolandone il comportamento al fine di ottenere qualcosa per soddisfare le proprie necessità. Funzione referenziale   si attua quando si utilizza la lingua per descrivere o spiegare la realtà circostante. Funzione  poetico-immaginativa   si attua quando si producono effetti ritmici particolari, metafore o altre figure retoriche, oppure per creare mondi immaginari. Funzione metalinguistica   si attua quando si riflette e si analizza la lingua  allo scopo di spiegarne i meccanismi o le caratteristiche peculiari.
La funzione personale si attua   quando l’alunno sa esprimere la propria soggettività, la propria personalità, attraverso atti comunicativi quali: il presentarsi (dire il proprio nome, età, nazionalità, dove si abita, cosa si studia, il lavoro, parlare della famiglia, …); esprimere il proprio stato fisico e psichico (percezioni sensoriali, malattie, emozioni); esprimere propri gusti personali (il verbo piacere); esprimere le proprie opinioni; esprimere approvazione/disapprovazione; esprimere le proprie emozioni: paura, sorpresa, interesse, piacere, simpatia/antipatia, desiderio, intenzione; parlare della propria abilità linguistica in L2. Regolativa Referenziale Immaginativa Indice Interpersonale Indice Metalinguistica
La funzione interpersonale I messaggi prodotti per la funzione interpersonale hanno come caratteristica linguistica l’utilizzo del verbo nel modo indicativo, condizionale ed imperativo.  Gli atti comunicativi collegati sono:  incontrare qualcuno e fare conoscenza (salutare, contattare, congedarsi sia di persona che al telefono); accettare/rifiutare qualcosa; invitare/declinare un invito; scusarsi; attrarre l’attenzione; protestare per qualcosa; iniziare/concludere comunicazioni di tipo formale e informale. Indice Immaginativa Metalinguistica Referenziale Personale Regolativa
La funzione regolativo-strumentale consiste nell'usare la lingua per agire sugli altri, per regolare il loro comportamento o per ottenere qualcosa al fine di soddisfare le proprie necessità. Gli atti comunicativi che danno sostanza a questa funzione -molto delicata sul piano socio-linguistico - sono essenzialmente: dare e ricevere istruzioni, consigli, ordini, istruzioni; impedire di fare qualcosa; fare richieste. Indice Immaginativa Referenziale Metalinguistica Personale Interpersonale
La funzione referenziale si manifesta quando la lingua straniera viene usata per descrivere o per spiegare la realtà, per riferire sul mondo, sugli eventi, su quanto ci circonda, ci è accaduto. Questa funzione richiede, in termini di atti comunicativi, che l’alunno sia in grado di: descrivere cose, azioni, persone; chiedere e dare informazioni; fornire spiegazioni. Indice Immaginativa Metalinguistica Regolativa Personale Interpersonale
La funzione poetico-immaginativa si realizza quando l’alunno usa la lingua  per produrre particolari effetti ritmici, suggestioni musicali, associazioni metaforiche, ecc. - agendo soprattutto sulla forma del messaggio (il "significante") - o per creare situazioni e mondi immaginari. L’alunno deve apprendere a: produrre messaggi in rima o con particolari ritmi; produrre messaggi che contengano metafore, altre figure allegoriche o “scarti” particolari (utili in tal senso sono i messaggi pubblicitari); descrivere mondi immaginari; comprendere storie, racconti, poesie. Indice Metalinguistica Referenziale Regolativa Personale Interpersonale
La funzione metalinguistica Si attua quando l’alunno usa la lingua straniera per riflettere sulla lingua stessa (spiegarne i meccanismi, descriverne le caratteristiche, ecc.) o per risolvere problemi comunicativi tipici dell'interazione in lingua straniera: definire una parola; riconoscere e definire strutture morfosintattiche; spiegare i meccanismi e le caratteristiche della lingua.  Indice Immaginativa Referenziale Regolativa Personale Interpersonale
L’elaborazione del Sillabo di L2 L’approccio comunicativo richiede che l’insegnante elabori un  Sillabo , l’attenzione è posta nella scomposizione del concetto globale, il cosiddetto  breaking down  del linguaggio, in unità di analisi in termini di situazioni comunicative in cui essi vengono utilizzati . (Finocchiaro, M. & Brumfit, C. (1983). The Functional-Notional Approach. New York, NY: Oxford University Press,  http://edweb.sdsu.edu/people/jmora/almmethods.htm#Functional ). L’elaborazione del Sillabo di L2 dovrà basarsi sull’individuazione delle necessarie funzioni comunicative. Nella fase di elaborazione del Sillabo si dovranno tenere presenti: gli obiettivi terminali del corso; l’ambiente linguistico e socioculturale da cui provengono gli allievi; lo sviluppo cognitivo degli allievi, ovvero la loro capacità di concettualizzazione e concentrazione; il numero degli allievi per classe, ovvero la possibilità maggiore o minore di un insegnamento individualizzato e di un apprendimento autonomo e interattivo; la frequenza degli incontri settimanali, la loro durata, l’uso dei mezzi audiovisivi, spazi, attrezzature, materiali didattici adeguati ecc.;  la concreta possibilità di lavoro interdisciplinare.
Le tecniche didattiche utili per la glottodidattica funzionale Secondo l’ottica della glottodidattica funzionale è fondamentale che gli allievi abbiano occasione di provare in classe alcune situazioni, dialoghi, azioni che si ripresenteranno loro nella vita d’ogni giorno. Si propongono alcune tecniche utilizzate per la glottodidattica funzionale, allo scopo di rilevarne e sottolinearne la validità didattica. La drammatizzazione Il  roleplay Il dialogo aperto/a catena
La drammatizzazione La drammatizzazione è una forma di simulazione molto rigida, poiché gli studenti devono recitare a memoria oppure leggendo un copione.  Essa consente di esercitare l’aspetto fonologico ed extralinguistico dell’atto comunicativo, aspetti che vengono in tal modo facilmente memorizzati.  Questa tecnica permette di non richiedere agli allievi la produzione autonoma, soprattutto nel caso in cui ci siano studenti che presentano difficoltà ad esprimersi perché più introversi o restii, ed evita così stati d’ansia e demotivazione.  Benché essa richieda generalmente tempi lunghi di preparazione, la drammatizzazione è una tecnica solitamente bene accetta soprattutto da gruppi di studenti giovani, meno invece da studenti adulti che spesso si dimostrano imbarazzati. ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
Il roleplay Il roleplay è un’attività che lascia liberi gli studenti di simulare un dialogo avendo ricevuto dall’insegnante solamente l’indicazione di alcuni personaggi e di un contesto situazionale. Gli studenti sono chiamati così a scegliere in prima persona le strategie e gli altri elementi contestuali relativi alla situazione stessa. Per esemplificare, l’insegnante può proporre agli allievi di assumere il ruolo di barista e clienti di un bar ( funzione regolativo-strumentale) e di provare a creare un dialogo simulando una situazione di protesta perché i prezzi sono troppo alti (funzione interpersonale).  Il roleplay si presta ad essere utilizzato anche in ambito dell’educazione letteraria e/o storica, facendo realizzare agli allievi un dialogo o una discussione tra personaggi storici o della letteratura italiana (funzione poetico-immaginativa).  Questa tecnica è generalmente bene accetta perché permette agli studenti di esprimersi ed agire senza battute rigide, anche se l’assoluta libertà di realizzazione può anche creare ansia: sarà cura dell’insegnante perciò intervenire qualora si presentassero difficoltà o situazioni di disagio nel gruppo riprendendo il dialogo od offrendo direttive e linee guida. ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
Il dialogo aperto/a catena Il dialogo è un’abilità linguistica complessa che integra il saper comprendere e il saper parlare, efficacia pragmatica e appropriatezza socio-culturale.  Il dialogo aperto è riconducibile ad una forma di esercizio di completamento, in quanto vengono date allo studente solamente le battute di un personaggio ed egli deve saper rispondere tenendo in considerazione la coerenza globale del testo e la coesione con quanto affermato precedentemente: questa tecnica è in grado di sviluppare particolarmente le competenze testuali e pragmatiche degli allievi.  Il dialogo a catena, invece, vede coinvolto il gruppo di studenti i quali, ad una battuta iniziale dell’insegnante, devono rispondere continuando il dialogo ed inserendo le risposte di altri personaggi: tale tecnica è utilizzata per esercitare e fissare alcuni atti comunicativi e le strutture morfosintattiche con cui si realizzano (funzione interpersonale, regolativo-strumentale, metalinguistica). ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
L’uso dei mezzi multimediali L’uso dei mezzi multimediali, quale il computer, che ricorrono sia alla dimensione sonora che a quella visiva possono favorire la didattica.  La tecnologia video appare un ottimo supporto per la glottodidattica funzionale per la grande potenzialità che il mezzo offre nella comprensione della lingua, favorita dall’abbinamento fra immagini e parlato. Il materiale audio permette di cogliere il lato linguistico e paralinguistico del messaggio, il materiale video permette di inserire quest’ultimo in un contesto visivo e di aggiungere così la dimensione sociolinguistica ed extralinguistica, che in tal modo possono essere analizzate e rese a modello.  I materiali video utilizzabili possono essere di tipo autentico e non autentico: il primo presenta un grado di complessità più elevato dal punto di vista morfosintattico e lessicale rispetto al secondo che è più graduato, ma l’uso di materiale autentico è senz’altro preferibile perché mantiene intatti quegli aspetti extralinguistici e culturali intimamente connessi alla lingua. Internet, ci consente di reperire testi, immagini, filastrocche, spezzoni video o brani musicali su cui far lavorare gli studenti in classe.

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Functional approach

  • 1. Lingua inglese 1 Focus on language and teaching Studente: Gaetano Strazzanti Prof.ssa Letizia Cinganotto matricola numero: 003442 The Functional Approach
  • 3. Qual è il metodo giusto per insegnare una lingua straniera? Non esiste un metodo infallibile per insegnare l’apprendimento di una lingua straniera. La glottodidattica più che un preciso metodo è orientata a considerare una diversità di metodi e approcci frutto dell’esperienza maturata nei secoli. Negli ultimi trent’anni è stato oggetto di discussione e approfondimento il metodo nozionale-funzionale , che è in stretta relazione con l 'approccio comunicativo.
  • 4. La glottodidattica funzionale Trae origine dagli sviluppi della pragmalinguistica che pone l’attenzione sugli scopi o funzioni per cui avviene l’atto linguistico che ci consente di agire socialmente e di relazionarci con gli altri allo scopo di perseguire i propri fini. Il metodo nozionale-funzionale si fonda sull’atto comunicativo e pone al centro dell’atto didattico lo studente con i suoi bisogni comunicativi, ma nel contempo non può fare a meno di tenere in considerazione le variazioni linguistiche dovute agli aspetti diamesici, diastratici, diafasici e diatopici. L’insegnante che desideri utilizzare tale metodo glottodidattico può farlo integrando i modelli funzionali di Jakobson e di Halliday giungendo così a selezionare sei funzioni , (Mary Finocchiaro li raggruppa in 5 funzioni http:// edweb.sdsu.edu /people/ jmora /almmethods.htm#Functional ) ossia sei macro-obiettivi ai quali si punta nell’uso della lingua a fini comunicativi.
  • 5. L’approccio funzionale Mira all’insegnamento della competenza comunicativa; Pone al centro della propria azione i bisogni comunicativi dell’allievo, attorno ai quali viene costruito il curricolo scolastico e predisposta la programmazione tenendo in considerazione l’aspetto sociolinguistico dove si svolge l’atto comunicativo; Fa uso costante della lingua straniera in situazioni autentiche; Rinnova la struttura dei sillabi di insegnamento che diventano più flessibili e duttili per soddisfare i bisogni di varie tipologie di studenti; Dà molta importanza alla scorrevolezza del parlato e non solamente alla correttezza grammaticale; Utilizza materiale autentico per permettere allo studente di trarne quelle informazioni di tipo sociolinguistico che indicano l’uso effettivo della lingua come strumento di comunicazione.
  • 6. Il modello funzionale integrato Funzione personale si attua quando lo studente esprime la sua individualità e personalità rivelando i propri sentimenti, pensieri, sensazioni. Funzione interpersonale si attua nello stabilire, mantenere o chiudere un rapporto interpersonale. Funzione regolativo-strumentale si attua agendo sulle altre persone regolandone il comportamento al fine di ottenere qualcosa per soddisfare le proprie necessità. Funzione referenziale si attua quando si utilizza la lingua per descrivere o spiegare la realtà circostante. Funzione poetico-immaginativa si attua quando si producono effetti ritmici particolari, metafore o altre figure retoriche, oppure per creare mondi immaginari. Funzione metalinguistica si attua quando si riflette e si analizza la lingua  allo scopo di spiegarne i meccanismi o le caratteristiche peculiari.
  • 7. La funzione personale si attua quando l’alunno sa esprimere la propria soggettività, la propria personalità, attraverso atti comunicativi quali: il presentarsi (dire il proprio nome, età, nazionalità, dove si abita, cosa si studia, il lavoro, parlare della famiglia, …); esprimere il proprio stato fisico e psichico (percezioni sensoriali, malattie, emozioni); esprimere propri gusti personali (il verbo piacere); esprimere le proprie opinioni; esprimere approvazione/disapprovazione; esprimere le proprie emozioni: paura, sorpresa, interesse, piacere, simpatia/antipatia, desiderio, intenzione; parlare della propria abilità linguistica in L2. Regolativa Referenziale Immaginativa Indice Interpersonale Indice Metalinguistica
  • 8. La funzione interpersonale I messaggi prodotti per la funzione interpersonale hanno come caratteristica linguistica l’utilizzo del verbo nel modo indicativo, condizionale ed imperativo. Gli atti comunicativi collegati sono: incontrare qualcuno e fare conoscenza (salutare, contattare, congedarsi sia di persona che al telefono); accettare/rifiutare qualcosa; invitare/declinare un invito; scusarsi; attrarre l’attenzione; protestare per qualcosa; iniziare/concludere comunicazioni di tipo formale e informale. Indice Immaginativa Metalinguistica Referenziale Personale Regolativa
  • 9. La funzione regolativo-strumentale consiste nell'usare la lingua per agire sugli altri, per regolare il loro comportamento o per ottenere qualcosa al fine di soddisfare le proprie necessità. Gli atti comunicativi che danno sostanza a questa funzione -molto delicata sul piano socio-linguistico - sono essenzialmente: dare e ricevere istruzioni, consigli, ordini, istruzioni; impedire di fare qualcosa; fare richieste. Indice Immaginativa Referenziale Metalinguistica Personale Interpersonale
  • 10. La funzione referenziale si manifesta quando la lingua straniera viene usata per descrivere o per spiegare la realtà, per riferire sul mondo, sugli eventi, su quanto ci circonda, ci è accaduto. Questa funzione richiede, in termini di atti comunicativi, che l’alunno sia in grado di: descrivere cose, azioni, persone; chiedere e dare informazioni; fornire spiegazioni. Indice Immaginativa Metalinguistica Regolativa Personale Interpersonale
  • 11. La funzione poetico-immaginativa si realizza quando l’alunno usa la lingua per produrre particolari effetti ritmici, suggestioni musicali, associazioni metaforiche, ecc. - agendo soprattutto sulla forma del messaggio (il "significante") - o per creare situazioni e mondi immaginari. L’alunno deve apprendere a: produrre messaggi in rima o con particolari ritmi; produrre messaggi che contengano metafore, altre figure allegoriche o “scarti” particolari (utili in tal senso sono i messaggi pubblicitari); descrivere mondi immaginari; comprendere storie, racconti, poesie. Indice Metalinguistica Referenziale Regolativa Personale Interpersonale
  • 12. La funzione metalinguistica Si attua quando l’alunno usa la lingua straniera per riflettere sulla lingua stessa (spiegarne i meccanismi, descriverne le caratteristiche, ecc.) o per risolvere problemi comunicativi tipici dell'interazione in lingua straniera: definire una parola; riconoscere e definire strutture morfosintattiche; spiegare i meccanismi e le caratteristiche della lingua. Indice Immaginativa Referenziale Regolativa Personale Interpersonale
  • 13. L’elaborazione del Sillabo di L2 L’approccio comunicativo richiede che l’insegnante elabori un Sillabo , l’attenzione è posta nella scomposizione del concetto globale, il cosiddetto breaking down del linguaggio, in unità di analisi in termini di situazioni comunicative in cui essi vengono utilizzati . (Finocchiaro, M. & Brumfit, C. (1983). The Functional-Notional Approach. New York, NY: Oxford University Press, http://edweb.sdsu.edu/people/jmora/almmethods.htm#Functional ). L’elaborazione del Sillabo di L2 dovrà basarsi sull’individuazione delle necessarie funzioni comunicative. Nella fase di elaborazione del Sillabo si dovranno tenere presenti: gli obiettivi terminali del corso; l’ambiente linguistico e socioculturale da cui provengono gli allievi; lo sviluppo cognitivo degli allievi, ovvero la loro capacità di concettualizzazione e concentrazione; il numero degli allievi per classe, ovvero la possibilità maggiore o minore di un insegnamento individualizzato e di un apprendimento autonomo e interattivo; la frequenza degli incontri settimanali, la loro durata, l’uso dei mezzi audiovisivi, spazi, attrezzature, materiali didattici adeguati ecc.; la concreta possibilità di lavoro interdisciplinare.
  • 14. Le tecniche didattiche utili per la glottodidattica funzionale Secondo l’ottica della glottodidattica funzionale è fondamentale che gli allievi abbiano occasione di provare in classe alcune situazioni, dialoghi, azioni che si ripresenteranno loro nella vita d’ogni giorno. Si propongono alcune tecniche utilizzate per la glottodidattica funzionale, allo scopo di rilevarne e sottolinearne la validità didattica. La drammatizzazione Il roleplay Il dialogo aperto/a catena
  • 15. La drammatizzazione La drammatizzazione è una forma di simulazione molto rigida, poiché gli studenti devono recitare a memoria oppure leggendo un copione. Essa consente di esercitare l’aspetto fonologico ed extralinguistico dell’atto comunicativo, aspetti che vengono in tal modo facilmente memorizzati.  Questa tecnica permette di non richiedere agli allievi la produzione autonoma, soprattutto nel caso in cui ci siano studenti che presentano difficoltà ad esprimersi perché più introversi o restii, ed evita così stati d’ansia e demotivazione. Benché essa richieda generalmente tempi lunghi di preparazione, la drammatizzazione è una tecnica solitamente bene accetta soprattutto da gruppi di studenti giovani, meno invece da studenti adulti che spesso si dimostrano imbarazzati. ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
  • 16. Il roleplay Il roleplay è un’attività che lascia liberi gli studenti di simulare un dialogo avendo ricevuto dall’insegnante solamente l’indicazione di alcuni personaggi e di un contesto situazionale. Gli studenti sono chiamati così a scegliere in prima persona le strategie e gli altri elementi contestuali relativi alla situazione stessa. Per esemplificare, l’insegnante può proporre agli allievi di assumere il ruolo di barista e clienti di un bar ( funzione regolativo-strumentale) e di provare a creare un dialogo simulando una situazione di protesta perché i prezzi sono troppo alti (funzione interpersonale). Il roleplay si presta ad essere utilizzato anche in ambito dell’educazione letteraria e/o storica, facendo realizzare agli allievi un dialogo o una discussione tra personaggi storici o della letteratura italiana (funzione poetico-immaginativa). Questa tecnica è generalmente bene accetta perché permette agli studenti di esprimersi ed agire senza battute rigide, anche se l’assoluta libertà di realizzazione può anche creare ansia: sarà cura dell’insegnante perciò intervenire qualora si presentassero difficoltà o situazioni di disagio nel gruppo riprendendo il dialogo od offrendo direttive e linee guida. ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
  • 17. Il dialogo aperto/a catena Il dialogo è un’abilità linguistica complessa che integra il saper comprendere e il saper parlare, efficacia pragmatica e appropriatezza socio-culturale. Il dialogo aperto è riconducibile ad una forma di esercizio di completamento, in quanto vengono date allo studente solamente le battute di un personaggio ed egli deve saper rispondere tenendo in considerazione la coerenza globale del testo e la coesione con quanto affermato precedentemente: questa tecnica è in grado di sviluppare particolarmente le competenze testuali e pragmatiche degli allievi. Il dialogo a catena, invece, vede coinvolto il gruppo di studenti i quali, ad una battuta iniziale dell’insegnante, devono rispondere continuando il dialogo ed inserendo le risposte di altri personaggi: tale tecnica è utilizzata per esercitare e fissare alcuni atti comunicativi e le strutture morfosintattiche con cui si realizzano (funzione interpersonale, regolativo-strumentale, metalinguistica). ( http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/ begotti / begotti.html )
  • 18. L’uso dei mezzi multimediali L’uso dei mezzi multimediali, quale il computer, che ricorrono sia alla dimensione sonora che a quella visiva possono favorire la didattica. La tecnologia video appare un ottimo supporto per la glottodidattica funzionale per la grande potenzialità che il mezzo offre nella comprensione della lingua, favorita dall’abbinamento fra immagini e parlato. Il materiale audio permette di cogliere il lato linguistico e paralinguistico del messaggio, il materiale video permette di inserire quest’ultimo in un contesto visivo e di aggiungere così la dimensione sociolinguistica ed extralinguistica, che in tal modo possono essere analizzate e rese a modello. I materiali video utilizzabili possono essere di tipo autentico e non autentico: il primo presenta un grado di complessità più elevato dal punto di vista morfosintattico e lessicale rispetto al secondo che è più graduato, ma l’uso di materiale autentico è senz’altro preferibile perché mantiene intatti quegli aspetti extralinguistici e culturali intimamente connessi alla lingua. Internet, ci consente di reperire testi, immagini, filastrocche, spezzoni video o brani musicali su cui far lavorare gli studenti in classe.

Editor's Notes

  • #5: Gli atti linguistici di Austin: locutori (che affermano o negano qualcosa), illocutori (con i quali si mostra di volere qualcosa), perlocutori (con i quali si cerca d’ottenere qualcosa) Diamesia : il mutamento della lingue secondo il mezzo fisico impiegato per la trasmissione. Diastratia : la variazione legata alle condizioni sociali, allo status socio-economico di chi usa la lingua. Diafasia: la variazione che dipende dalla situazione comunicativa. Diatopia: La variazione determinata dalle dimensione spaziale, dal luogo (dal greco tópos “luogo”) Diacronia: la trasformazione legata alla dimensione cronologica, all’evoluzione della lingua nel tempo. Finocchiaro, M. & Brumfit, C. (1983). The Functional-Notional Approach. New York, NY: Oxford University http://edweb.sdsu.edu/people/jmora/almmethods.htm#Functional Funzioni personali, interpersonali, direttiva, referenziale e immaginativa.
  • #14: L.Pantaleoni, Il sillabo di lingua straniera nella scuola elementare, in La lingua straniera nella scuola elementare, M. Rainoldi-S.Soldini(a cura di), Firenze, La Nuova Italia, 1992 ).
  • #15: P.E.Balboni, Tecniche didattiche per l’educazione linguistica , Ed. UTET, Torino 1998
  • #17: (http://www.sassarisettimo.it/bacheca/archivio/begotti/begotti.html