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Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIAS
Informatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it
Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
1Informatore AIAS | N.2/2014 |
editoriale
1.	Come realizzare il proprio business professio-
nale qualificato a livello italiano ed Europeo?
Esiste già il percorso normativo stabilito dall’Unione
Europea (UE) e dall’Italia per permettere la libera
circolazione nei 28 Paesi dell’UE dei professionisti
qualificati tramite il sistema del rilascio del diploma
inerente al livello di qualificazione professionale eu-
ropea secondo il processo dell’European Qualifica-
tion Framework (EQF).
2.	Quali ruoli hanno le Associazioni professionali
italiane per la realizzazione di tale processo?
Gli obbiettivi dei specifici regolamenti e direttive
dell’UE e delle relative leggi italiane (legge n .4/2013
e D.Lgs. n. 13/2013) consistono nella tutela dell’u-
tilizzatore del servizio professionale e il riconosci-
mento e la valorizzazione del professionista qualifi-
cato e delle relative associazioni professionali.
Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE)
presenta le normative sulla disciplina delle profes-
sioni non regolamentate da ordini e collegi, come
mezzi “per tutelare i consumatori, promuovere la co-
noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei
servizi professionali”.
L’AIAS è già stata inserita nell’apposito elenco del
MiSE quale Associazione professionale che rilascia
l’attestato di qualità, per le figure professionali indi-
viduate tramite le 14 Associazioni Professionali AIAS
(APA) aderenti ad AIAS e che pertanto rilascia l’at-
testato di qualificazione professionale, verificando la
competenza acquisita relativa all’attività professiona-
le esercitata in forma autonoma o subordinata, degli
iscritti nelle APA, e garantendo anche l’utilizzatore di
tali servizi o il datore di lavoro.
Il processo di qualificazione professionale AIAS av-
viene tramite il processo dell’European Qualification
Framework (EQF) che a regime darà la possibilità, ai
professionisti qualificati che lo desiderino, di andare
liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea e ave-
re a disposizione il mercato dell’UE già composto da
500 milioni di cittadini.
L’EXPO 2015 risulta una straordinaria opportunità
per valorizzare le professioni degli iscritti alle APA a
livello di Unione Europea e a livello internazionale.
3.	 Qual è la situazione organizzativa e procedura-
le in atto in AIAS per le Associazioni Professio-
nali AIAS (APA)?
3.1	 APA che hanno già identificato le figure
professionali del settore:
•	 APA Prevenzione - Professionisti del settore
Prevenzione
•	 APA Formazione - Formatori del settore
Prevenzione
•	 APA Costruzioni - Coordinatori della Sicu-
rezza del comparto Costruzioni
•	 APA Security & Safety - Professionisti dei set-
tori Security & Safety
•	 APA Prevenzioni Incendi - Professionisti del
settore Prevenzione Incendi
•	 APA Organismo di Vigilanza - Professionisti
dell’Organismo diVigilanza (OdV)
3.2	 APA che identificheranno le figure profes-
sionali del settore entro fine ottobre 2014
•	 APA Mare - Professionisti dei settori Maritti-
mo e Portuale
•	 APA Ambiente - Professionisti del settore
Ambientale
•	 APA Energia - Professionisti del settore
Energetico e delle Fonti rinnovabili
3.3	 APA che identificheranno le figure professio-
nali del settore entro fine novembre 2014
•	 APA Agricoltura - Professionisti del settore
Agricolo
Giancarlo Bianchi - Presidente AIAS
Promuovere e
realizzare il proprio
business etico
professionale nei 28
Paesi dell’Unione
europea e a livello
internazionale
Expo 2015 un’opportunità straordinaria
2 | N. 2/2014 | Informatore AIAS
editoriale a cura di Giancarlo Bianchi
•	 APA Alimentare - Professionisti del settore
Alimentare
•	 APA Lavori in quota - Professionisti dei Lavori
in quota
3.4	 APA di prossima costituzione
•	 APA Educazione
•	 APA Protezione Civile
•	 APA Pubblica amministrazione
•	 APA Neve
4.	Modalità operative e strumenti AIAS per valo-
rizzare sul mercato italiano ed europeo la qua-
lificazione ottenuta?
Attraverso l’adesione alle APA e la richiesta di qua-
lificazione il socio, tramite l’AIAS, può:
4.1	 qualificarsi per specifici profili professio-
nali in linea l’elenco della tipologia dei pro-
fili professionali a valenza europea gestito
dal centro EQF italiano;
4.2	 essere inserito nell’apposito elenco AIAS
come professionista qualificato
Per ottenere le informazioni relative alle modalità di
qualificazione potete
consultare il sito istituzionale di AIAS
www.aias-sicurezza.it/
o potete contattarci:
AIAS -Via delVecchio Politecnico n. 7 - 20121 Milano
Tel. 02 7600 2015 – Fax 02. 7602 0494
Email: qualificazioneaias@networkaias.it
Passione tenace per la prevenzione efficace n
Fonte: Wikipedia
Informatore AIAS | N.2/2014 |
sommario
3
Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIAS
Informatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it
Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
Comitato Scientifico
Giuseppe Bastianutti (AIAS); Giancarlo Bianchi
(AIAS); Rolando Dubini (avvocato); Lorenzo
Fantini (avvocato); Giovanni Matteazzi (AIAS);
Enrico Occhipinti (EPM); FilippoTrifiletti (Accredia);
Arnaldo Zaffanella (AIAS ACADEMY); Tiziano
Zuccaro (AIAS)
Comitato di Redazione:
Mario Alvino; Giuseppe Angelico; Giancarlo Bianchi;
Giorgio Carozzi; Luigi Chiechi; Gian Paolo Grassi;
Arnaldo Zaffanella
Redazione
Margherita Perone (mperone@networkaias.it)
Proprietà
AIAS -Associazione professionale ItalianaAmbiente
e Sicurezza
Via delVecchio Politecnico 7 - 20121 Milano
Tel. 02 76 00 20 15 - Fax 02 76 02 04 94
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Editore
AIAS ACADEMY srl
Corso di Porta Nuova 48 -20121 Milano
Tel 026596131 Fax 026596508
Partita IVA 11534520157
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Pubblicità
AIAS ACADEMY srl
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Tel 026596131 Fax 026596508
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soci AIAS in regola col pagamento della quota associativa.
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ANNO XV
N.2/2014
Expo 2015:opportunità
professionali per gli
associati
Milano:1 maggio – 31
ottobre 2015
Creazione di valore,sostenibilità e
innovazione sociale
Autore foto:Riccardo Pasquetti
Editoriale ................................................................................................................................................................................................	 1
Giancarlo Bianchi
Dossier
Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo,sostenibilità e qualità.
Un breve profilo storico ..............................................................................................................................................................	 6
ClaudioVenturato
Salute e Sicurezza:Expo 2015 come occasione per rilanciare la cultura
della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione .........................................................................	 10
Sabatino De Sanctis,Davide Scotti
Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? .........................................................................................................	 14
Elio Borgonovi
I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy .......	 16
Biagio Principe,GiustoTamigio
Valore aggiunto ......................................................................................................................................................................................	 23
Giorgio Carozzi
EXPO 2015:opportunità per i professionisti AIAS ................................................................................................	 28
Rolando Dubini,Luca Dozio
Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile. ............................................	 31
Luigi Di Marco
Sostenibilità ambientale ed energetica:il modello delle Smart Cities .....................................................	 33
Patrizio Nonnato
La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività ............................................	 35
Marco Frey
UN GLOBAL COMPACT:la più grande iniziativa mondiale in tema di
Responsabilità Sociale delle Organizzazioni ..................................................................................................................	 38
Luigi Di Marco
Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile
territorialmente:strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia .......................	 40
GiuseppeAngelico,Priscila Escobar Rojo
A proposito di Expo 2015...
EXPO 2015:Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la
manifestazione in città ......................................................................................................................................................................	 45
EssereVolontario in EXPO Milano 2015 ........................................................................................................................	 47
Giurisprudenza
A cura di Giorgio Carozzi ..................................................................................................................................................................	 49
Redazionale
Expotraining ed ExpoLavoro & sicurezza - edizione 2014..............................................................................	 55
Contributi dei soci
Piccole imprese liberate dal SISTRI .......................................................................................................................................	 61
Paolo Pipere
Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale
nel campo della sicurezza salute ambiente ....................................................................................................................	 64
Carlo Bisio
Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia.Non è questo il futuro
per i nostri giovani ...............................................................................................................................................................................	 66
Arnaldo Zaffanella
Diamo più“sicurezza”al futuro dei giovani!....................................................................................................................	 68
Barbara Camicia
Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria,condizionamento,
controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna – Parte II..................................................	 70
Bruno Cammarota
Notizie dal NetworkAIAS
Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! ........................................................	 79
SicurtechVillage:nuova cultura antincendio è possibile.......................................................................................	 80
Lettera di plauso per l’iniziativa CIIP nell’ambito delWorkers Memorial Day ................................	 81
Comitato
Comitato tecnico scientifico (CTS) .....................................................................................................................................	 83
Organizzato da: Segreteria operativa:
www.ambientelavoro.it
ambientelavoro@senaf.it
22•24 ottobre 2014
Bologna
sicomunica
Seguici su:
Bologna, 22-25 ottobre
2014A BOLOGNA
in collaborazione con
INGRESSO
RIDOTTO
5Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
EXPO 2015
OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI PER GLIASSOCIATI
Creazione di valore,sostenibilità
e innovazione sociale
6 | N.2/2014 | Informatore AIAS6
Le grandi esposizioni internazionali
tra sviluppo quantitativo, sostenibilità
e qualità. Un breve profilo storico
a cura di ClaudioVenturato
Consulente MOG e O.d.V.231,
ex Consigliere parlamentare
Capo Servizio
Secondo la Convenzione sulle
Esposizioni internazionali fir-
mata a Parigi nel 1928, la cui ap-
plicazione si svolge da allora sotto
la sovrintendenza e la vigilanza del
B.I.E. (Bureau International des
Expositions), le Esposizioni inter-
nazionali sono classificate in “ge-
nerali” (oggi si usa abitualmente la
locuzione Esposizioni Universali) e “speciali”. A
quell’epoca infatti, pur in un panorama di rela-
zioni internazionali ed economiche fortemente
agitato, che di lì a poco sarebbe sfociato nella
grande crisi del 1929 e, a distanza di soltanto
un decennio, nella seconda guerra mondiale,
si avvertì come imprescindibile la necessità di
una regolamentazione riconosciuta sul piano
internazionale del fenomeno, che stava ormai
diventando troppo rilevante per essere lasciato
alla specifica impostazione data dai singoli Stati
organizzatori. Si pensi ad esempio ai problemi
fiscali, oltreché strettamente commerciali, impli-
cati da eventi di tali dimensioni e complessità or-
ganizzativa e partecipativa come le Esposizioni,
e ai disguidi ed ostacoli, davvero insormontabili,
in caso di persistente assenza di coordinamento.
Nel 1928 infatti le Esposizioni in-
ternazionali avevano ormai alle
spalle una lunga storia, a partire
secondo alcuni addirittura dal-
l’”Exposition publique des produits
de l’industrie française” tenutasi a
Parigi nel 1798, in pieno periodo
rivoluzionario, passando per le
grandi Esposizioni di Londra del
1851 e di Parigi del 1889 (quella della Tour Eif-
fel, appunto, nel primo centenario della Grande
Rivoluzione) fino alla prima Esposizione tenuta
a Milano, che risale al 1906, e che vide la parte-
cipazione di ben 10 milioni di visitatori (erano
stati 6 milioni mezzo secolo prima a Londra).
Va osservato, al riguardo, che quello delle Espo-
sizioni internazionali è un fenomeno tipico del
mondo contemporaneo, da tenere distinto da
quello simile ma non identico delle fiere, che
affonda le sue radici molto più addietro nel tem-
po, presentandosi ben sviluppato in tutta Euro-
pa già nel Basso Medioevo. La consapevolezza
di questa differenza, ma anche la difficoltà di una
precisa distinzione, affiora chiaramente nel “pri-
mo voto” del Protocollo allegato alla Conven-
zione del 1928 sopra ricordata: “La conferenza
abstract
L’articolo si interroga sul significato della perdurante popolarità di un fenomeno ormai abbastanza antico, come le grandi Espo-
sizioni internazionali, che periodicamente impegnano notevoli sforzi ed energie di Governi e sistemi produttivi, ed individua il
fattore fondamentale che ha preservato queste manifestazioni dall’obsolescenza nella loro evoluzione storica,che ha portato ad
un loro radicale cambiamento di significato e convergenza con l’approccio della Qualità e della Sostenibilità come fattori base
di un nuovo tipo di sviluppo.
The article examines the significance of the persistent popularity that enjoys a phenomenon, which appears by now rather old: the
bigWorld’s Fairs, that recurrently take up considerable efforts and energies by Governments and productive systems to be organized.
It deems the basic factor that has kept these exhibitions from obsolescence to be found in their historical evolution, that has led such
Fairs to radically change their meaning and to substantially converge at the Quality and Sustainability approach,as the main factors for
a new type of development.
dossier
7Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
è stata chiamata a constatare la difficoltà di di-
stinguere nettamente le esposizioni dalle fiere”.
Forse però qualche indicazione si può ricavare
considerando l’aspetto amministrativistico di
queste manifestazioni: sembra infatti che l’orga-
nizzazione delle Esposizioni internazionali si col-
lochi per definizione, fin dalla loro creazione, al
livello degli Stati, mentre le fiere, coerentemen-
te con la loro tradizione storica, sono percepite
come più connaturate ai poteri territoriali locali,
anche quando, come spesso accade, hanno una
dimensione internazionale o mondiale di asso-
luto rilievo.
Un aspetto poco approfondito, ma partico-
larmente significativo per un corretto inqua-
dramento dell’attuale valenza delle Esposizio-
ni internazionali, è costituito da un certo qual
parallelismo che esse presentano, nel corso del
XX secolo, con il coevo sorgere e svilupparsi
del movimento di normalizzazione (o standar-
dizzazione) che avrebbe portato nel 1946, nel
mondo appena riemerso dalla guerra mondiale,
alla creazione dell’ISO e all’indirizzo scientifico
e organizzativo volto verso l’affermazione della
Qualità nella sfera produttiva. I due fenomeni
hanno origini ben diverse e sono sorti con va-
lenze probabilmente antitetiche, ma in seguito
hanno manifestato una convergenza via via più
spiccata, fino al dominio dei temi legati alla qua-
lità nel prossimo evento milanese.
A conferma delle curiose corrispondenze tra i
due fenomeni, per molto tempo sotterranee, si
può ricordare che fu proprio la guerra in corso
in quegli anni ad impedire l’effettivo svolgimen-
to dell’Esposizione Universale programmata a
Roma nel 1942, dove comunque l’evento man-
cato rimase immortalato dalla creazione, per
l’occasione, dell’EUR, il quartiere di Piacentini
annoverato tra i capolavori del razionalismo in
architettura. Evidentemente, al di là delle ap-
parenze, i due fenomeni erano in realtà acco-
munati da un profondo legame con le politiche
di pace e di prevenzione – inibizione - supera-
mento (sia pure in via soltanto tendenziale) del-
la guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali.
Il compito di approfondire un po’ meglio queste
sotterranee corrispondenze ha a che fare con
la fondamentale dicotomia che, nell’epoca in cui
viviamo, coinvolge le grandi opzioni che deter-
minano e determineranno il futuro dello svi-
luppo economico dell’intero pianeta, ed inoltre
implica una rielaborazione della stessa nozione,
ciò che si intende - o che è ancora possibile
intendere, o forse che si dovrà inevitabilmente
intendere - come sviluppo economico.
8 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di ClaudioVenturato
Si tratta della dicotomia tra quantità e qualità,
tra uno sviluppo economico essenzialmente
quantitativo, come finora in prevalenza è sta-
to, e un nuovo tipo di sviluppo, basato su un’a-
deguata e crescente attribuzione di valore alla
qualità (che si lega al concetto di economia
della conoscenza e conseguente valorizzazione
economica della conoscenza, delle competenze
e delle abilità) e sul contemporaneo sviluppo di
tecnologie che consentano di ricondurre la pro-
duzione materiale sempre più, e in prospettiva
esclusivamente, all’uso di risorse naturali ripro-
ducibili, o comunque riciclabili per un elevato
numero di volte.
Il grande dibattito che attraversa la scienza eco-
nomica, ma anche la politica tout court, inne-
scato dalla presa di coscienza, per la prima volta
nella storia, che esistono limiti quantitativi e di
riproducibilità delle risorse naturali non è più
una novità, tuttavia sembra che siamo solo agli
inizi di questa nuova consapevolezza, che finora
non si può dire abbia dato luogo al reperimento
di soluzioni acquisibili come definitive, mentre
notevolmente divaricati appaiono i punti di vista
sulla variabile “tempo disponibile”, a sua volta
dipendente da un insieme di variabili di impo-
nente complessità.
Però appare sin d’ora abbastanza chiaro che
l’ingresso a sorpresa del fattore “limitatezza
delle risorse”, in precedenza ignora-
to o misconosciuto, ha finito per
rendere inutilizzabili tutti gli
schemi concettuali sullo svi-
luppo elaborati nel corso
dei due ultimi secoli e ri-
chiede ora elaborazioni
completamente nuove,
basate sul concetto di
“sostenibilità”. A que-
sto riguardo crescente
chiarezza sta assumen-
do lo stretto legame
che passa tra sostenibili-
tà (per quanto polisenso,
o comunque soggetta ad
evoluzione debba ancora
considerarsi questa espressio-
ne) e qualità, ciò che ci riporta alla
dicotomia dalla quale eravamo partiti.
Come si colloca su questo sfondo il fenomeno
delle Esposizioni internazionali? E’ esso il sim-
bolo, sopravvissuto a se stesso, di un’epoca al
tramonto, o è in grado di raccogliere ancora
ed innescare energie intellettuali e creative utili
nel nuovo scenario? Credo sia impossibile ne-
gare, sul piano storico, che la chiave simbolica
dell’Esposizione internazionale, particolarmente
nella sua versione Universale, la sottostante vi-
sion dello sviluppo, fosse in origine, e sia stata
fino a tempi non lontani, di stampo fortemente
quantitativo. L’epoca d’oro delle Esposizioni è
stata quella in cui le stesse costituivano una tra
le principali vetrine di sistemi imperiali composti
di metropoli e colonie, in aspra competizione
tra loro proprio per il dominio sulle risorse na-
turali pro-tempore utilizzabili, in relazione alla
tecnologia dell’epoca, per l’aumento continuo,
in termini quantitativi, della produzione di beni
materiali. In quel periodo le grandi Esposizioni,
non per nulla organizzate sotto la cura diretta
dei governi centrali, servivano essenzialmente
a dimostrare al mondo la potenza produttiva
e scientifico-tecnologica di quei sistemi (inten-
dendo la scienza e la tecnologia prevalentemen-
te come strumenti di rilancio continuo dello svi-
luppo quantitativo). La potenza produttiva non
era poi che l’altra faccia della potenza militare.
Sotto il profilo descritto, si possono dunque
considerare le Esposizioni internazionali dell’e-
poca come informate ad uno spirito tutt’altro
che sinergico con il parallelo movimento che
stava elaborando, quasi sotto traccia, una nozio-
ne sempre più allargata di qualità.
Se questa è stata la realtà stori-
ca, oggi però si assiste ad una
marcata evoluzione del
significato generale di
eventi come le Espo-
sizioni internazionali.
Come si è notato più
sopra, se da un lato
esse erano legate da
un continuum di con-
cezione e di interessi
con le guerre dell’e-
poca, proprio la guer-
ra rese impossibile l’ef-
fettuazione dell’Expo di
Roma, dimostrando defi-
nitivamente l’incompatibilità
di iniziative di scambio culturale
pacifico, come le Esposizioni, con
la guerra. Nel frattempo, il grande sviluppo
del movimento della Qualità (serie delle ISO
9000, Total Quality Control, qualità delle orga-
nizzazioni e dei processi, concezione statistica
9Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
della qualità, ecc.), e, più di recente, l’emersio-
ne, anche e soprattutto a livello istituzionale, del
tema della sostenibilità, hanno determinato una
convergenza sostanziale. Così si può constatare
che il tema della sostenibilità permea da cima
a fondo l’impostazione dell’EXPO 2015 di Mi-
lano, nelle sue due articolazioni tematiche rela-
tive alla nutrizione della popolazione umana e
alla disponibilità di energia, che della sostenibilità
rappresentano due facce tra le più essenziali e
tra loro interconnesse.
Altri contributi nel numero 1/2014 e nel pre-
sente numero dell’Informatore si sono sofferma-
ti sugli specifici standard applicabili sia al profilo
dell’alimentazione sia a quello dell’energia, e poi
su tutti quelli strumentali al perseguimento degli
obiettivi di ottimizzazione in ambedue i campi,
primo fra tutti la formazione come driver fonda-
mentale di un nuovo tipo di sviluppo.
Qui, a conclusione di questa rapida ricostru-
zione di taglio storico del sempre più stretto
rapporto tra nuova concezione, di tipo quali-
tativo, dello sviluppo, e perdurante popolarità
del fenomeno delle Esposizioni internazionali, si
intende richiamare l’attenzione su un ulteriore
aspetto del multiforme fenomeno della qualità.
Non a caso questo aspetto è stato portato in
primo piano proprio dalle, abbastanza tortuose,
vicende realizzative dell’Expo di Milano: esso è
costituito dalla legalità, come ambiente impre-
scindibile per l’affermazione nei processi pro-
duttivi ed in generale nelle articolazioni del ciclo
produttivo, come i consumi e gli investimenti, di
un adeguato livello di qualità, tanto più se si rife-
risce tale adeguatezza, come appare necessario,
a tutti i portatori di interesse coinvolti nel pro-
cesso produttivo.
A questo proposito, risulta in conclusione im-
portante che trovi adeguato spazio, nei dibattiti
che costelleranno la manifestazione milanese,
l’approfondimento, in un’ottica di confronto
internazionale e di scambio di esperienze e so-
luzioni, normative e gestionali, dei temi e dei
problemi presentati dall’attuazione due fonda-
mentali leggi che hanno caratterizzato il primo
decennio del corrente secolo in Italia: la legge
“anticorruzione” (L. n. 190/2012) e la legge
per la prevenzione della criminalità d’impresa
(D.Lgs. n. 231/2001), nonché dello stretto rap-
porto che passa tra la loro efficace attuazione
e la costruzione di un tessuto di competenze
e capacità professionali specialistiche. Come è
noto, l’AIAS è impegnata in prima linea su que-
sto fronte. n
10 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
Salute e Sicurezza:EXPO 2015 come
occasione per rilanciare la cultura
della prevenzione attraverso
nuovi codici di comunicazione
a cura di Davide Scotti
Segretario Generale Fondazione LHS
Quando pensiamo al futuro
che vorremmo per noi e per
le persone che ci stanno a cuore,
tante immagini si affollano nella
nostra mente, a formare quadri
diversi, ciascuno con i propri co-
lori, le proprie sfumature. C’è chi
si vede realizzato nelle aspirazioni
lavorative, chi aspira a godersi ap-
pieno i momenti in famiglia,chi de-
sidera dedicarsi a viaggi, vacanze,
relax; e poi c’è chi sogna di avere
tutto quanto insieme – se si parla
di speranze per il futuro, perché
mai lesinare? Ognuno, insomma,
ha una sua visione del futuro. Una
cosa però, le accomuna tutte: un
senso profondo di serenità e be-
nessere, fisico e mentale. Perché
questo è il presupposto imprescindibile per la
realizzazione delle nostre aspirazioni, qualunque
esse siano. Se questo è vero, allora, c’è da chie-
dersi perché troppo spesso viviamo il presente
come se ciò che facciamo oggi non avesse con-
seguenze su come vivremo domani.
Ponendosi come occasione di con-
fronto e dialogo tra i protagonisti
della comunità internazionale sulla
sfida del nutrimento del pianeta,
EXPO 2015 guarda inevitabilmen-
te al nostro futuro. Il tema del cibo
viene affrontato non soltanto dal
punto di vista della malnutrizione,
ma anche dell’alimentazione ec-
cessiva e disordinata, responsabile
dell’insorgere di gravi patologie, le
cosiddette ‘malattie non trasmissi-
bili’- diabete, cancro, malattie car-
diovascolari e malattie respiratorie
croniche - che rappresentano una
delle principali cause di morte nel
mondo. Come sottolinea il piano
d’azione globale dell’OMS (Orga-
nizzazione Mondiale della Sanità)
per la prevenzione e il controllo delle malattie
non trasmissibili nel periodo 2013 - 2020, un’al-
ta percentuale di tali malattie si può prevenire
attraverso la riduzione dei quattro principali fat-
tori di rischio comportamentali ad esse correlati:
consumo di tabacco, inattività fisica, consumo
abstract
Tra gli obiettivi di EXPO 2015 - in linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” - c’è quello di discutere le possibili solu-
zioni per contrastare i danni provocati dall’alimentazione eccessiva e dallo stile di vita disordinato,che provoca sempre più vittime in
tutto il mondo.A meno di un anno dall’inizio della manifestazione,Fondazione LHS,da sempre impegnata nel promuovere salute e
sicurezza,sente l’urgenza di indicare quella che ritiene sia la via da seguire:sviluppare la cultura della prevenzione affinché uno stile
di vita sano e sicuro diventi un approccio spontaneo,adottato fin da giovani nella pratica quotidiana..
In keeping with the theme “Feed the planet, energy for life”, one objective of EXPO 2015 will be to discuss the various options
available to counter the damage caused to human health by overeating and leading a disordered lifestyle,both of which are claiming
increasingly more victims the world over.With less than a year to go before the big event,the LHS Foundation feels the urgent need
to point to what it sees as the right path to follow in this regard:namely,developing a culture of prevention,so that a safe and healthy
lifestyle becomes a natural approach to living,one adopted on a practical daily basis from the time we are young.
a cura di Sabatino De Sanctis
Vice Presidente Fondazione LHS
11Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
dannoso di alcol ed errate abitudini alimentari.
Sono previsti incontri, dibattiti, convegni, molte-
plici occasioni di scambio e approfondimento,
con l’obiettivo di sollevare nuove proposte e
iniziative e di offrire ai visitatori gli strumenti per
cercare le proprie risposte. Perché dunque non
approfittare di questa incredibile occasione di vi-
sibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul
tema della prevenzione?
Stimolare l’attenzione alla prevenzione è un
obiettivo che da anni persegue la Fondazione
LHS (Leadership in Health and Safety), ente no
profit creato da Saipem nel 2011 con la mission
di diffondere e valorizzare la cultura della salute
e sicurezza sul lavoro e nella vita di ogni giorno.
Le attività della Fondazione seguono una meto-
dologia ben precisa, chiamata LiHS (Leadership
in Health and Safety), elaborata e applicata in-
ternamente a Saipem, che negli anni ha ottenuto
risultati eccezionali in termini di miglioramento
delle perfomance aziendali di sicurezza. Il suc-
cesso di questo metodo ha generato grande
interesse a livello internazionale e la Fondazione
è stata istituita anche per rispondere alla cre-
scente richiesta da parte di aziende - non solo
dell’industria Oil and Gas - di implementare la
LiHS al loro interno. Sono proprio le attività di
consulenza e prestazione di servizi alle aziende,
insieme alle sovvenzioni del socio fondatore, che
consentono alla Fondazione di finanziare tutte le
iniziative che, in linea con l’approccio LiHS, mi-
rano a promuovere un cambiamento di men-
talità in termini di salute e sicurezza,centrato
proprio sul riconoscimento della prevenzione
come valore irrinunciabile.
La prevenzione, infatti, è un bene essenziale di
cui, tuttavia, si tende ancora a sottostimare l’im-
portanza, e non solo in campo sanitario. Infatti,
perché in Italia si scateni una reazione, o, per lo
meno, la presa di coscienza di un problema, sia-
mo abituati ad aspettare di trovarci di fronte ad
un’emergenza.Assistiamo tutti i giorni ad avveni-
menti gravissimi che lo dimostrano: basti pensa-
re alla continua striscia di sangue rappresentata
delle morti sul lavoro, o ai disastri ambientali che
si perpetuano ad un ritmo sempre più incalzan-
te e che spesso sono l’esito dell’incuria e della
superficialità. Allo stesso modo, anche ognuno
di noi tende a pensare alla propria salute o si-
curezza solo quando le circostanze esterne lo
forzano a farlo e difficilmente ha la lungimiranza
di adottare contromisure preventive, modifican-
do le abitudini e i comportamenti che, alla lunga,
provocano effetti negativi sul proprio benessere.
Per invertire questa tendenza, la Fondazione
LHS punta a promuovere iniziative di formazio-
ne e sensibilizzazione che suscitino emozioni e
stimolino la partecipazione diretta delle perso-
ne, portando così alla costruzione di un modo
nuovo di vivere la salute e la sicurezza. Come?
Attraverso codici di comunicazione innovativi e
coinvolgenti, che consentano di percepire questi
temi non più come noiosi e distanti dalla quoti-
dianità, ma come valori preziosi, che riguardano
tutti da vicino e su cui possiamo intervenire at-
tivamente con le nostre scelte e le nostre azioni
– in una parola, attraverso la prevenzione.
Innanzi tutto, il ‘cinema’. Fondazione LHS ha
infatti prodotto, in collaborazione con Saipem,
tre cortometraggi ad alto impatto emotivo, che
costituiscono il
fulcro attorno a
cui ruotano nu-
merose iniziative
di formazione
e campagne di
comunicazione.
Il film ‘The Safer,
The Better’, vin-
citore di nume-
rosi premi a livel-
lo internazionale,
racconta in modo
intenso e toccante la storia di un incidente sul
lavoro. Ancora la sicurezza è l’argomento su cui
si concentra ‘What comes first’, con un focus
in particolare su come riconoscere e diffonde-
re i comportamenti sicuri, da adottare in tutte
Fig. 1 -The Safer,The Better
12 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
le attività quotidiane.
L’argomento della
salute, invece, e in
particolare l’impor-
tanza della preven-
zione e dell’adozio-
ne di corretti stili di
vita, è al centro del
film ‘Choose Life’,
anch’esso vincitore
di importanti rico-
noscimenti interna-
zionali. Questi film
vengono presentati
durante i workshop
tenuti nelle aziende che implementano la me-
todologia LiHS e servono a produrre nei par-
tecipanti una reazione emotiva forte, a susci-
tare quella sorta di ‘scintilla’ che consente loro
di uscire dalla gabbia di abitudini e convenzioni,
preparandoli a vedere le cose in modo diverso,
più consapevole.
Il teatro è un’altra arma formidabile per abbatte-
re il muro dell’indifferenza e comunicare il valore
della prevenzione in modo estremamente effica-
ce: per questo, in collaborazione con l’associazio-
ne teatrale Rossolevante, la Fondazione LHS or-
ganizza spettacoli nelle aziende, nelle scuole e in
tutte le occasioni di interazione con il pubblico.
La rappresentazione ‘Giorni Rubati’ affronta in
particolare il tema della sicurezza sul lavoro, por-
tando in scena un ex operaio, rimasto invalido
a seguito di un incidente sul posto di lavoro. La
narrazione scenica ha un potere comunicativo
straordinario, perché permette allo spettatore di
rivivere le emozioni e le sensazioni di quel tra-
gico episodio insieme al protagonista, toccando-
lo nel profondo e rendendolo più consapevole
dell’importanza di salvaguardare il dono, spesso
dato per scontato, dell’abilità fisica.
Prevenire significa anche informare e accrescere
la consapevolezza nella cittadinanza. E’ per que-
sto che, per tenere costantemente alta l’atten-
zione su salute e sicurezza, molte energie sono
dedicate alla realizzazione di campagne di sen-
sibilizzazione e di iniziative volte a stimolare
la creatività delle persone e a favorirne l’intra-
prendenza e l’interazione.Tra queste, la manife-
stazione ‘Sharing Love for Health and Safety’ si
propone di creare occasioni di collaborazione,
condivisione e team building orientate ai valori di
salute e sicurezza. Particolare successo riscuote il
concorso lanciato ogni anno a tutti i dipendenti
Saipem in occasione della giornata mondiale del-
la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra il
28 aprile. Per citare solo le competizioni più re-
centi, ricordiamo il ‘Flash Mob Contest’ del 2013,
un vero e proprio concorso di flash mob, eventi
Fig. 2 - Choose Life
Fig. 3 - Giorni Rubati
Fig. 4 - Safe Selfie Contest
13Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
di gruppo eccezionali che raccontano in maniera
originale e divertente la salute e la sicurezza sui
luoghi di lavoro, e il‘Safe Selfie Contest’ del 2014,
in cui è stato chiesto ai lavoratori di esprimere
in un autoscatto la propria interpretazione del
concetto di leader in salute e scurezza.
Gli sforzi della Fondazione sono rivolti anche
al di fuori dell’ambito strettamente azienda-
le, nella convinzione che tutta la società debba
essere protagonista del cambiamento culturale.
A questo proposito, quest’anno la Fondazione
ha incentivato la partecipazione di un centina-
io di persone, tra dipendenti Saipem ed esterni,
alla ‘Milano Relay Marathon’ 2014, sostenendo
i costi di iscrizione e diffondendo contempo-
raneamente informazioni sui benefici dell’eser-
cizio fisico, unito ad un’adeguata alimentazione,
sulla nostra salute. A bambini e adolescenti, che
sono il nostro futuro, è rivolta poi una speciale
attività di sensibilizzazione: l’iniziativa ‘Piccoli Lea-
der in Sicurezza’ che, tramite specifici laboratori
organizzati nelle scuole, si propone di educare
fin dall’infanzia ad una corretta alimentazione e
all’adozione di stili di vita sicuri e salutari. Guidati
da animatori professionisti, attraverso il gioco, la
manualità e la condivisione di riflessioni ed espe-
rienze personali, i piccoli studenti individuano i
rischi per la salute e per la propria incolumità
presenti nel contesto in cui vivono - casa, scuo-
la, ambienti sportivi e luoghi di ricreazione – e
definiscono le strategie per affrontare situazioni
pericolose o dannose per la salute.
Di recente, infine, chi scrive ha intrapreso una
nuova sfida, quella di parlare di salute e sicurezza
ai non addetti ai lavori attraverso la letteratura:
da qualche mese, infatti, è in libreria ‘Il libro che
ti salva la vita’, edito da Sperling & Kupfer. Il testo
si rivolge davvero a tutti e, lungi dall’adottare il
tradizionale punto di vista tecnico e normativo,ci
racconta invece una bella storia,in cui l’avventura
di un gruppo di colleghi determinati a sviluppare
un metodo in grado di porre fine alla piaga de-
gli infortuni e delle malattie sul lavoro – il pro-
gramma LiHS, appunto - si intreccia alle vicende
personali di tanti individui, a segnare un percorso
comune, in cui i veri protagonisti sono il coraggio
e l’amore per la vita. Il tema della prevenzione è
il file rouge di tutto il libro: all’ultima pagina, ciò
che resta sono tante emozioni e la convinzione
radicata e assoluta che la prevenzione è il vero
discrimine tra la vita e la morte.
L’attenzione verso uno stile comunicativo più
incisivo e partecipativo è senza dubbio tra gli
elementi che hanno consentito alla Fondazione
LHS di porsi come portavoce e veicolo di un
vero e proprio cambiamento culturale. Negli
anni, la Fondazione ha visto crescere sempre di
più i livelli di attenzione delle persone sulle te-
matiche della salute e della sicurezza ed è fiera
di aver dato anche solo un piccolo contribuito a
risvegliare questa coscienza. Oggi più che mai le
persone cominciano ad essere seriamente in-
teressate alla qualità della vita e, per salvaguar-
darla, sono disposte a fare qualche sforzo in più.
Occorre dunque
seguire questo
trend e punta-
re a diffondere
ancora di più
la cultura del-
la prevenzione,
utilizzando tutti
i mezzi di comu-
nicazione attual-
mente disponibili
per influenzare
la mentalità delle
persone. Sfrut-
tiamo, allora,
l’eccezionale
opportunità che
ci è offerta da EXPO 2015: facciamo in modo
che l’esposizione universale costituisca una
piattaforma per informare, influenzare, sensibi-
lizzare sul valore della prevenzione, proprio a
partire dal tema dell’alimentazione e degli stili
di vita. E’ un’occasione imperdibile per impri-
mere la svolta decisiva e, finalmente, mostrare
al mondo che l’Italia sa imparare dagli errori
e può porsi come traino per creare un futuro
migliore. n
Fig. 5 - Milano Relay Marathon 2014
14 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Quale tipo di sostenibilità
occorre perseguire?
a cura di Elio Borgonovi
Professore ordinario di economia
e management delle amministrazioni
pubbliche - Università Bocconi,
Vice PresidenteASFOR
Da alcuni anni il tema della so-
stenibilità è diventato centrale
nel dibattito accademico e dell’o-
pinione pubblica. Tuttavia sotto
questa denominazione vengono
inserite cose molto eterogenee.
All’inizio la sostenibilità era pre-
valentemente legata agli aspetti
dell’inquinamento di corsi d’acqua,
falde acquifere, aria, in generale ai
temi dell’inquinamento. In seguito
è stata considerata una problematica più ampia,
quella della sostenibilità per quanto riguarda la
disponibilità di risorse, rilanciando un tema che
era stato posto a metà degli anni ’60, quando il
club di Roma aveva lanciato l’allarme sui limiti
delle risorse energetiche di petrolio e gas na-
turale, in seguito
rivelatesi infondate
per la scoperta di
nuovi giacimenti
consentiti anche
da tecnologie più
avanzate.
Come conse-
guenza della crisi
apparsa evidente
nel 2008, anche
se alcuni segna-
li premonitori si
erano manifestati
nel 2007 e alcune
previsioni erano state fatte negli
anni precedenti da pochi econo-
misti “non conformisti” o “non al-
lineati con il pensiero monetarista
e della finanza creativa”, il focus è
stato spostato sulla sostenibilità
di tipo finanziario. Si è così parla-
to della sostenibilità di un sistema
finanziario globalizzato nel quale
un “batter di ali in una borsa (es.
diminuzioni improvvise di alcuni
titoli) o in un Paese può diventare un uragano
nelle borse di Paesi molto lontani”. In seguito si
è parlato di sostenibilità di sistemi economici,
soprattutto quelli dei Paesi con economie pro-
gredite, nei quali il predominio dell’economia
di carta e dell’economia virtuale sull’economia
reale ha ridotto i
tassi di sviluppo
e in molti casi ha
prodotto sviluppo
senza occupazio-
ne o addirittura
con la creazione
di disoccupazione.
Infine si è parlato
della sostenibilità
dei debiti sovra-
ni, ad esempio dei
Paesi dell’Europa
meridionale, cui va
aggiunta l’Irlanda, e
dossier
abstract
Da alcuni anni il tema della sostenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’opinione pubblica.Tuttavia sotto
questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. Il collegamento di tale concetto al tema di EXPO 2015 ri-
chiede un ripensamento del modello di economia che non può essere di tipo tecnico-economico,ma riguarda il rinnovamento
di valori etici che devono stare alla base e i rapporti economici e sociali.
In the latest years is becoming central among academic teachers and public opinion leaders the discussion on the sustaina-
bility. But the term sustainability has different meanings even contrary between them.Therefore when applied to the EXPO
2015 event needs to be referred to a specific economic model involving renewal of ethical values and social and economical
conditions.
15Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
della sostenibilità delle politiche di austerity, di
cui oggi si chiede il superamento.
Queste considerazioni, pur essendo tutte im-
portanti, hanno tre limiti significativi.
In primo luogo non sono affrontate in modo
sistemico tutte le dimensioni della sostenibili-
tà. Ad esempio negli anni ’90 e fino allo scop-
pio della crisi del 2008 si parlava molto della so-
stenibilità messa in discussione dalla società del
consumismo che, da un lato, distruggeva risorse
non rinnovabili e, dall’altro, creava rifiuti difficili da
smaltire, tant’è vero che qualche sociologo, eco-
nomista o cultore di altre discipline, proponeva
l’approccio di decrescita felice (per tutti si cita Jan-
Paul Fitoussi); mentre negli ultimi 6-7 anni la
problematica della sostenibilità finan-
ziaria di banche, imprese e Stati e
la necessità di riprendere una
traiettoria di crescita econo-
mica hanno posto in om-
bra il possibile impatto sia
sull’ambiente sia sull’uso
o “abuso” di risorse non
rinnovabili. In questo
periodo vi è stata anche
una certa esaltazione
del ruolo delle econo-
mie emergenti, i bricks
Brasile, Russia, Cina, India,
Sudafrica e alcuni altri Paesi
di Asia,Africa e del Sud Ame-
rica, per la verità pochi rispetto
ai circa 3,5 miliardi di persone della
popolazione mondiale che non sembra
toccata da questo sviluppo o che è toccata in mi-
sura marginale.
Le “ricette” proposte per il rilancio delle eco-
nomie a basso tasso di crescita (ad esempio le
politiche di immissione di liquidità e quelle di
abbassamento di tassi di interesse recentemen-
te adottati dalla BCE), di sostegno dei Paesi a
rapida crescita economica, di tentativi di avvio
dei processi di crescita nei Paesi rimasti arretrati,
non sembrano tener conto dell’esigenza di mo-
dificare il modello di economia per garantire la
sostenibilità. Per collegarsi al tema dell’EXPO si
può dire che la previsione di fabbisogni alimen-
tari dei Paesi in rapido sviluppo (Cina, India ecc)
ha portato a politiche nazionali non coordinate a
livello globale che trascura, quando non addirittura
peggiora, la risposta alle esigenza di garantire la
sufficienza alimentare di Paesi poveri.
Questa considerazione introduce il secondo
limite legato alla scarsa considerazione data
al problema della sostenibilità collegata agli
squilibri economici e sociali. Senza entrare nel
merito ideologico relativo agli effetti del siste-
ma di mercato e del capitalismo in termini di
effetti sulla povertà assoluta o relativa di molte
centinaia di migliaia di abitanti della Terra, ap-
pare dai dati forniti da tutte le organizzazioni
mondiali che negli ultimi quindici/venti anni vi
è stata una concentrazione della ricchezza, uno
schiacciamento delle classi economiche - sociali
intermedie nei Paesi progrediti e la lenta crescita
delle classi intermedie nei Paesi in rapido svilup-
po. Non è accademico porsi questa domanda:
è sostenibile sul piano economico e sociale
un sistema nel quale si accentuano i
divari economici e sociali tra Paesi,
all’interno dei Paesi?
La risposta a questa doman-
da non può essere di tipo
tecnico, ma può venire
solo da un confronto
e da un rilancio di una
riflessione sul modello
di economia. Infatti oc-
corre passare da una
concezione del lavoro
come fattore o risorsa
produttiva a una con-
cezione di lavoro come
contributo che le varie per-
sone danno allo sviluppo uma-
no, economico e sociale. Ciò vuol
dire che il lavoro non può essere solo
una condizione per le politiche di sostenibilità,
ma deve diventare un obiettivo delle politiche
di sostenibilità, a livello di politiche globali, dei
singoli Paesi e di strategie e politiche aziendali.
Un’altra provocazione che riguarda sempre la
sostenibilità consiste nel passare da un’organizza-
zione basata sul principio della “persona giusta al
posto giusto” al principio di “creare il posto giusto
per le persone tenendo conto delle loro attitudini e
caratteristiche” il che è reso più facile delle mo-
derne tecnologie.
In questa prospettiva vanno inserite anche le
politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi
di lavoro tema che non può essere affrontato
come un problema di applicazione della norma-
tiva, di tipo tecnico, ma come una dimensione
della politica organizzativa e del lavoro in fab-
brica, negli uffici, nelle amministrazioni pubbliche
e in altri contesti. n
16 | N.2/2014 | Informatore AIAS
I rischi emergenti per la salute
e la sicurezza dei lavoratori impegnati
nella Green Economy
L’accezione terminologica di
Green Economy è stata al-
largata: inizialmente identificata
come una piccola parte dell’e-
conomia riferita all’industria am-
bientale, in particolare al settore
delle energie rinnovabili, corren-
temente costituisce uno stru-
mento di sviluppo sostenibile
basato su economia, società e
ambiente, che porta ad un nuovo
modello di sviluppo in grado di
garantire un migliore e più equo
benessere per tutto il genere
umano nell’ambito dei limiti del
pianeta.
In una recente audizione delle
commissioniVIII (Ambiente, terri-
torio e lavori pubblici) e X (Atti-
vità produttive, commercio e tu-
rismo) della Camera dei Deputati
riunite in seduta congiunta sono
stati presentati gli esiti di una in-
dagine conoscitiva sulla Green
Economy in Italia [1].
Dalle prime informazioni risulta
che il settore produttivo ed economico che
durante l’attuale periodo di crisi ha tenuto più
degli altri riportando un incremento è quello
dei lavori “verdi”: un numero sempre più ele-
vato di Aziende opera, attraverso
l’utilizzo di fonti rinnovabili, nella
produzione di energia elettrica.
Il numero di lavoratori dediti alla
conduzione e manutenzione di
questa nuove tipologie di impian-
ti è consistente; in questa fase in
cui lo sviluppo delle tecniche di
utilizzo delle risorse rinnovabili è
ancora foriero di ulteriori sviluppi
è necessario che, oltre ad avere
un impatto positivo sull’ambiente,
le condizioni di lavoro siano sane,
sicure e dignitose.
I RISCHI EMERGENTI
PER I LAVORATORI
Cosa sono i “lavori verdi” ?
La definizione utilizzata dal Pro-
gramma delle Nazioni Unite per
l’ambiente (UNEP, 2008) indica
che i lavori verdi sono: lavori agri-
coli, di produzione, ricerca e svilup-
po, amministrativi, attività di servizi
che contribuiscono sostanzialmente
a preservare o a ristabilire la qualità
ambientale. In particolare, ma non esclusivamente,
questo include i lavori che aiutano a proteggere
gli ecosistemi e la biodiversità, a ridurre l’energia,
i materiali e il consumo idrico attraverso strategie
abstract
La Green Economy porterà, oltre ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri e ad un miglioramento della qua-
lità dell’ambiente, all’aumento dei lavoratori impegnati nei lavori verdi. Sarà quindi necessario affrontare i rischi per la salute
e la sicurezza emergenti dovuti all’impiego di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi.
Green Economy will bring, in addition to a reduction of natural resources and improvement of the environment, also the
increase of workers involved in green jobs. It will be necessary to study the emerging risks to the health and safety of workers
due to the use of new materials and new production processes.
a cura di GiustoTamigio
ConsulenzaTecnicaAccertamento
Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale
Lombardia
a cura di Biagio Principe
ConsulenzaTecnicaAccertamento
Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale
Lombardia
dossier
17Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
altamente efficaci, a decarbonizzare l’economia e
a ridurre al minimo o a evitare del tutto la produ-
zione di ogni sorta di rifiuti e inquinamento.
La Commissione Europea, nel 2012, ha fornito
la seguente definizione complementare e non
opposta a quella dell’UNEP: tutti i lavori che di-
pendono dall’ambiente o sono creati, mutati o ri-
definiti (in termini di serie di competenze, metodi
di lavoro, profili in ambito verde, ecc.) nel processo
di transizione verso un’economia più verde.
La tendenza all’economia “verde” e l’enfasi
sull’innovazione rendono imprescindibile la va-
lutazione dei rischi nuovi ed emergenti in ma-
teria di salute e sicurezza nei posti di lavoro
“verdi”, per garantire condizioni lavorative ade-
guate, sicure e salubri con l’intento di evitare gli
errori del passato.
È importante affrontare il problema sin dalla
fase di crescita di tutti i settori interessati, poi-
ché “nuovi” rischi sono da aggiungere a quelli
già presenti nelle attività tradizionali, per affron-
tare i quali sono comunque necessarie compe-
tenze specifiche; ad esempio, nel caso dell’in-
stallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli
edifici, oltre ai rischi dei lavori nel settore delle
costruzioni, sono presenti gli aspetti legati al
rischio elettrico; alcune resine epossidiche, uti-
lizzate nella realizzazione delle turbine eoliche,
possono provocare allergie. Altri esempi di ri-
schi emergenti riguardano la sostituzione delle
vernici a solvente con le vernici ad acqua; ciò
comporta l’aggiunta di fungicidi e l’impiego di
idroclorofluorocarburi (HCFC) al posto di clo-
rofluorocarburi (CFC) con aumentato rischio
di esposizione a sostanze cancerogene.
L’integrazione delle misure della sicurezza e
salute fin dalla fase di progettazione dei lavori
verdi può costituire un metodo efficace per ri-
durre le conseguenze a carico dei lavoratori e
della società.
In Italia iniziano a svilupparsi le prime conside-
razioni sulle ulteriori implicazioni circa la salute
e la sicurezza dei lavoratori nelle imprese che
operano nella Green Economy; in particolare
sono avviati studi nell’ambito della produzione
di energia elettrica derivante da impianti eolici,
fotovoltaici e biomasse e nel trattamento dei
rifiuti.
L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza
sul lavoro (EU - OSHA) ha pubblicato gli esi-
ti di uno studio di previsione sui rischi nuovi
o emergenti dei “lavori verdi” indicando, sulla
base di alcuni possibili scenari futuri, quali pos-
sono essere i rischi che possono determinarsi
per lo svolgimento delle proprie attività [2].
Gli scenari individuati sono dipendenti da nu-
merosi fattori contestuali di cambiamento, alcu-
ni di essi sono: ambiente, incentivi governativi,
opinione pubblica, tecnologia dei combustibili
fossili e delle energie rinnovabili, miglioramenti
dell’efficienza energetica.
I settori industriali ai quali possono essere ri-
condotti i lavori verdi sono molto diversificati:
• produzione di energia su scala industriale da
fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc.);
• trasmissione,distribuzione e stoccaggio dell’e-
lettricità ed energia rinnovabile domestica e
su piccola scala;
• tecnologie per l’edilizia;
• bioenergia e applicazioni energetiche della
biotecnologia;
• processi di smaltimento dei rifiuti;
• trasporto ecosostenibile, tecnologie e pro-
cessi produttivi ecosostenibili;
• nanotecnologie e nanomateriali.
Dai fattori di cambiamento e dai settori indu-
striali sono state definite tre tematiche: valo-
ri ecologici, crescita economica e innovazione
delle tecnologie verdi; attribuendo ad essi i va-
lori “basso” ed “elevato” sono stati individuati
gli scenari possibili.
Fig. 1 - Programma delle Nazioni Unite per l’ambien-
te: Green Jobs
18 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti •	 Le rapide innovazioni tecniche e tecnologiche potrebbero rendere non sempre disponibili
le nuove competenze
Energia eolica •	 Localizzazione degli impianti in ambiti remoti ed ostili con pericolose attività di
manutenzione
•	 Produzione, utilizzazione, manutenzione, dismissione e riciclo di nuovi materiali (compositi e
nanomateriali)
Edilizia verde •	 Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione
•	 Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi
•	 Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)
•	 Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allac-
ciamenti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia •	 Possibile tossicità di prodotti di scarto (cenere di legno alcalina e contenente metalli pesanti)
•	 Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse
•	 Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti •	 Nuove sostanze (compositi e nanomateriali) presenti nei rifiuti
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Produzione Stoccaggio
energia/batterie
•	 Incendio/esplosione, elettrocuzione durante la fase di montaggio, manutenzione e
dismissione (caduta dall’alto), di pannelli fotovoltaici
Fig. 2 - Scenario n. 1 “Win-Win” – bio energy (OSHA
- Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-
pational Safety and Health Associated with New
Technologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 3 - Scenario n. 1 “Win-Win” – transport (OSHA
- Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-
pational Safety and Health Associated with New
Technologies in Green Jobs by 2020)
Nello scenario in cui i valori delle tematiche,
ecologici e crescita economica, sono ELEVATI,
vengono individuati, per i settori interessati, i ri-
schi emergenti riportati nellaTabella 1.
Tabella 1
19Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Nel caso di crescita economica ELEVATA e
valori ecologici DEBOLI, lo scenario ipotizza a
carico dei lavoratori i possibili rischi emergenti, in
alcuni settori produttivi, riportati nellaTabella 2.
Tabella 2
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti •	 Carenza di personale qualificato a causa del ritmo elevato della innovazione tecnologica
Energia eolica •	 Affidamento a terzi delle attività di manutenzione
•	 Utilizzo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) con rischi per la salute e sicurezza
durante la produzione, manutenzione, dismissione e riciclo
•	 Impianti di produzione standardizzati con riduzione della complessità e semplificazione della
manutenzione
Edilizia verde •	 Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione
•	 Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi
•	 Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)
•	 Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allaccia-
menti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia •	 Possibile tossicità di prodotti di scarto (ad esempio cenere di legno alcalina e contenente me-
talli pesanti)
•	 Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse
•	 Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti •	 L’innovazione tecnologica consente la produzione di nuovi materiali che sono subito
dismessi senza conoscere implicazioni per la SSL dei lavoratori
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Stoccaggio energia/
batterie
•	 Rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalla poca conoscenza dei nuovi tipi d batterie e
relative modalità di costruzione ed i materiali usati
Fig. 4 - Scenario n. 2 “Bonus-World” – bio energy
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 5 - Scenario n. 2 “BonusWorld” – transport
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
20 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
Gli scenari proposti indicano che la diffusione
dell’economia e delle lavorazioni verdi com-
porterà una serie di trasformazioni sia dei
processi industriali sia delle competenze dei
lavoratori.
L’evoluzione delle tecnologie e la produzio-
ne di nuovi prodotti che trovano applicazio-
L’ultimo scenario considerato è quello in cui la
crescita economica è DEBOLE mentre i valori
ecologici sono ELEVATI; in tale situazione i rischi
emergenti, riferiti ai vari settori, potrebbero es-
sere quelli indicati nellaTabella 3.
Tabella 3
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Energia eolica •	 Mantenimento del parco eolico esistente con interventi continui di manutenzione su vecchi
impianti
•	 Rischi fisici per gli operatori durante la manutenzione
Edilizia verde •	 Numero basso di nuove costruzioni
•	 Adeguamenti di vecchi edifici con esposizione a rischi fisici e chimici
Bioenergia •	 Elevato impiego di impianti a biomasse con rischio incendio/esplosione ed esposizione a so-
stanze chimiche
•	 Esposizione a rischio biologico
Rifiuti •	 Esposizione a polvere, allergeni ed altre sostanze per il diffuso uso di biomassa
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Fig. 6 - Scenario n. 3 “Deep Green” – bio energy
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 7 - Scenario n. 3 “Deep Green” – transport
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
ne negli ambiti del fotovoltaico, delle batterie,
dei nuovi materiali da costruzioni, nonché dei
nuovi materiali (biomateriali e nanomateriali)
richiede un monitoraggio lungo l’intero ciclo
di vita, per la possibilità di indurre rischi poten-
ziali per la salute e la sicurezza.
Legati ai processi industriali per la realizzazio-
21Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
ne di prodotti o l’applicazione di tecnologie
verdi, potrebbero esservi rilasci di sostanze
dai nuovi materiali difficili da identificare e po-
tenzialmente pericolosi lungo tutto il ciclo di
vita; per tale motivo la valutazione dei rischi
sul luogo di lavoro resta fondamentale per ela-
borare un’adeguata prevenzione.
La carenza delle competenze dei lavoratori,
dovuta al rapido cambiamento e alla competi-
tività delle nuove tecnologie con conseguente
scarsità di personale qualificato, potrà deter-
minare una situazione di sottovalutazione dei
rischi lavorativi.
In uno scenario di bassa crescita economica,
l’impiego di operai scarsamente qualificati co-
stretti ad accettare condizioni disagiate in la-
vori più difficili e di tipo manuale, ad esempio
raccolta e smistamento dei rifiuti, manutenzio-
ne o riparazioni svolti con la modalità sosteni-
bile per estendere il ciclo di vita dei prodotti,
potrebbe essere una situazione in cui i rischi
per la salute e la sicurezza potrebbero subire
un incremento.
Gli scenari proposti rendono evidente la neces-
sità di una valutazione sistematica e preventiva
delle tecnologie e dei prodotti verdi in fase di
sviluppo lungo l’intero ciclo di vita (dalla pro-
gettazione, compresa la fabbricazione, il tra-
sporto, l’installazione, il funzionamento e la ma-
nutenzione, allo smantellamento, al trattamento
dei rifiuti e al riutilizzo successivo), attuando il
concetto «dalla culla alla culla» anche con rife-
rimento alla salute ed alla sicurezza sul lavoro.
LA FORMAZIONE DELLE FIGURE
PROFESSIONALI CHE OPERANO
NEI LAVORI VERDI
La formazione continua e specialistica finaliz-
zata alla conoscenza delle caratteristiche dei
materiali e delle tecnologie verdi costituisce
lo strumento più importante per acquisire i
requisiti professionali che rendono sicure le
lavorazioni in quest’ambito innovativo.
In alcuni settori legati all’utilizzo delle fonti rin-
novabili l’attività di formazione è avviata ma
molto altro è ancora da fare.
Nel settore della produzione di energia elet-
trica da impianti fotovoltaici la Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome ha
definito lo standard formativo per l’attività di
installazione e manutenzione straordinaria di
impianti energetici alimentati da fonti rinnova-
bili (FER) - ai sensi D.Lgs. n. 28/2011 [3]; anche
iVigili del Fuoco hanno definito delle linee gui-
da sulla installazione di tali impianti [4].
Le problematiche legate alla salute e sicurez-
za sul lavoro nel settore dell’energia eolica,
in particolare nei parchi eolici, sono state af-
frontate dall’EU-OSHA [5]. Oltre ai pericoli
“classici” che gli addetti affrontano all’interno
di un parco eolico - rischio elettrico, caduta
dall’alto, rischio chimico – vi sono quelli legati
a condizioni di lavoro particolari (zone isolate
e difficili da raggiungere) e condizioni mete-
orologiche estreme sia su terra ferma sia in
mare aperto.
Nell’ambito del settore dei rifiuti è disponibile
materiale divulgativo per la formazione e l’in-
formazione sui movimenti ripetuti degli addetti
alla raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana [6].
L’utilizzo dei nuovi materiali (compositi e na-
nomateriali) e le implicazioni sulla salute e
sicurezza dei lavoratori sono oggetto di stu-
di scientifici in fase di svolgimento: alcuni di
questi hanno già fornito dei risultati che sono
presentati dall’OSHA [Cfr. e-facts 74 e 72]; al-
tri hanno portato a considerazioni iniziali ma
molto è ancora da fare [7] [8].
CONCLUSIONI
La Green Economy rappresenta un settore ad
elevato potenziale in termini di crescita, inno-
vazione e soprattutto opportunità di lavoro.
I lavori verdi sono un’importante occasione di
lavoro anche per i lavoratori giovani, ma, allo
scopo di evitare gli errori degli anni passati, è
necessario integrare la sicurezza e la salute in
tutti i suoi diversi aspetti, dalla progettazione,
all’acquisizione delle risorse, dai processi di
trasformazione, alla manutenzione, all’utilizzo
e al riciclaggio delle risorse.
Un aspetto importante da non trascurare è l’a-
nalisi del ciclo di vita dei lavori verdi, tenendo
conto di tutti gli aspetti e conseguenze del lavo-
ro, dalla progettazione, all’acquisizione delle ri-
sorse, dai processi di trasformazione, alla manu-
tenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse.
Altro punto importante è la formazione dei
lavoratori; infatti, lo sviluppo delle tecniche e
delle tecnologie procede in maniera molto ve-
loce, la carenza delle conoscenze su materiali
ed attrezzature nonché delle corrette proce-
dure da applicare in fase di gestione ordina-
ria e di emergenza potrebbe provocare una
sottovalutazione dei rischi per la salute e la
sicurezza. n
22 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
BIBLIOGRAFIA
[1] Indagine conoscitiva in materia di Green Economy – Camera dei Deputati Commissioni RiuniteVIII
e X, 2014 - http://www.camera.it/leg17/203
[2] Green Jobs and occupational safety and health: Foresight on new and emerging risks associated with
new technologies by 2020 - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013
[3] Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 14/078/cr08bis/c9 - Standard formativo per l’attività
di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER), 2014
[4] Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Ministero dell’Interno, Dipartimento deiVigili del
Fuoco, del Soccorso pubblico e la sicurezza tecnica – Edizione 2012
[5] Occupational safety and health in the wind energy sector - European Agency for Safety and Health
at Work (EU-OSHA) – 2013
[6] INAIL – La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana, 2009
[7] INAIL – Libro bianco esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro – NanOSH Italia, 2011
[8] INAIL Settore Ricerca Dipartimento Medicina del Lavoro - A. Valenti - Green Jobs: impatto sulla
salute e sicurezza dei lavoratori – 2012
E-Facts
e-fact-74 nanomaterials in maintenance work occupational risks and prevention
·	 e-fact-72 tools for the management of nanomaterials in the workplace and prevention measures
·	 e-fact-71 hazard identification checklist occupational safety and health issues associated with green building
·	 e-fact-70 occupational safety and health issues associated with green building
·	 e-fact-69 hazard identification checklist occupational safety and health risks associated with small scale
solar energy applications
·	 e-fact-68 occupational safety and health and small scale solar energy applications
23Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
PREMESSA
Il contributo ha lo scopo di“sgom-
berare il campo” dai troppo diffusi
e superficiali luoghi comuni sulla
bontà e validità dell’EXPO 2015
ed in generale sulla situazione
odierna del nostro Paese.
Il tale contesto “epurato” è faci-
le capire come l’azione di AIAS,
inseritasi a pieno titolo nel palin-
sesto EXPO, sia una chiave di vol-
ta determinante per il successo dei progetti di
EXPO e delle Aziende, costituita dal “VALORE
AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICU-
REZZA nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 1) EXPO
2015 non sarà pronta e comunque l’investimento
è eccessivo e non avrà ritorno adeguato.
Falso.	Le vicissitudini anche giudiziarie di questi
mesi offrono molto materiale ai rotocal-
chi e mass-media, che vanno a nozze nel
descrivere situazioni critiche, ma la pianifi-
cazione delle attività essenziali per l’even-
to è tale che alla data prevista del 2015
quello che veramente serve per un buon
avvio dell’evento sarà stato completato.
	 Certo, si sarebbe potuto fare di meglio e
di più, risparmiando al Paese gli scandali,
ma il programma principale è ancora oggi
entro i limiti previsti, su quel programma
abbiamo già ampiamente superato il nu-
mero di adesioni (130) previsto per poter
parlare di successo,e le previsioni di visita-
tori sono in costante crescita con numeri
decisamente positivi.
	 Il tema dell’EXPO “NUTRIRE IL PIANE-
TA, ENERGIA PER LA VITA” offre gran-
Valore aggiunto
dissime opportunità agli opera-
tori della sicurezza, non soltanto
alimentare, nella quale l’Italia ri-
copre una situazione oggettiva e
riconosciuta di eccellenza, tanto
che l’Autorità europea per la
sicurezza alimentare (European
Food Safety Autority - EFSA) che
rappresenta lo strumento predi-
sposto dall’Unione europea per
la valutazione dei rischi legati agli
alimenti ed alla produzione alimentare,
ha sede a Parma.
	 Sul sito di EXPO Milano 2015 si legge
che“promuove una serie di Progetti pro-
prio in questi ambiti, con la convinzione
che il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per
la Vita attraversa la vita di tutti, tutti i gior-
ni: così il cibo, il gusto, l’alimentazione, la
sostenibilità vengono declinati con diverse
voci e diverse competenze, per stimolare
la curiosità e la voglia di conoscere che da
sempre muovono il mondo. Per diffondere
consapevolezza”. Progetti in serie, con
mille diverse sfumature, e la sicurezza,
nelle sue varie forme, ne è il minimo co-
mun denominatore.
abstract
Alcune riflessioni e informazioni per EXPO 2015 utili ai professionisti della Sicurezza e dell’Ambiente.
Some information of this paper will help the safety and security professionist to understand better all the different matters
of the EXPO event referred to energy for life and food implementation techniques.
a cura di Giorgio Carozzi
Coord.Settore Normativa,
Indirizzi Legislativi,
Tutela Sindacale eAssistenza
Assicurativa diAIAS
24 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Giorgio Carozzi
Siamo stufi di farci del male da soli: 2) L’Italia è
un Paese in declino, le opportunità diminuiscono,
inutile darsi da fare.
Falso.	 Basta leggere i dati pubblicati da EURO-
STAT, che è l’Ufficio Statistico dell’Unione
Europea, per trarre delle valutazioni ben
diverse. Certo, soffriamo di un pesante
debito pubblico, di diseguaglianze sociali,
di economia in nero e di quella crimina-
le, del ritardo del Sud, di una burocrazia
spesso persecutoria e inefficace, di un
fisco rapace, ingiusto, eccessivo. La crisi
mondiale si è innestata su questi mali, li
ha incancreniti. Il vero problema è che la
domanda interna si è contratta, un mo-
dello di rapporti politici e sindacali e la
sua conseguente gestione del welfare è
andato in crisi e rimediare non sarà facile.
Ma – come sostiene il “Manifesto Oltre
la crisi. L’Italia deve fare l’Italia” promos-
so da Fondazione Edison, Fondazione
Symbola e Unioncamere e sottoscritto
da decine di autorevoli personalità dell’e-
conomia nazionale – non è impossibile,
basta guardare con occhi nuovi al Paese.
1.	 L’ITALIA È UNO DEI SOLI CINQUE
PAESI AL MONDO CHEVANTA UN
SURPLUS MANIFATTURIERO SO-
PRA I 100 MLD DI DOLLARI. Con un
surplus commerciale manifat-
turiero con l’estero di
113 mld $ nel 2012,
si conferma il ruolo
di punta del nostro Pae-
se nell’industria mondiale.
Non si può dire lo stesso di altri
Paesi come Francia (- 34 mld), Regno
Unito (- 99mld), Usa (- 610mld).
2.	 LE IMPRESE ITALIANE SONO TRA
LE PIÙ COMPETITIVE AL MONDO.
Su un totale di 5.117 prodotti - il mas-
simo livello di disaggregazione statisti-
ca del commercio mondiale - nel 2012
l’Italia si è piazzata prima, seconda o
terza al mondo per attivo commercia-
le con l’estero in ben 935.
3.	 L’ITALIA È TRA I PAESI AVANZATI
CHE, NELLA GLOBALIZZAZIONE,
HANNO CONSERVATO MAGGIO-
RI QUOTE DI MERCATO MONDIA-
LE. L’Italia ha conservato una quota
dell’export mondiale di prodotti mani-
fatturieri pari al 71% di quella detenuta
nel 1999 (dati 2012), prima che Paesi
come la Cina rivoluzionassero il com-
mercio globale. Performance non pa-
ragonabile a quella tedesca (94%), ma
migliore di quelle di Giappone (67%),
Francia (61%), Regno Unito (55%).
4.	 IL MODELLO PRODUTTIVO ITA-
LIANO È TRA I PIÙ INNOVATIVI IN
CAMPO AMBIENTALE. L’Italia è tra i
primi Paesi dell’Unione europea per
eco-efficienza del sistema produttivo,
con 104 tonnellate di anidride carbo-
nica ogni milione di euro prodotto (la
Germania ne immette in atmosfera
143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti
(65 la Germania e il Regno Unito, 93
la Francia). Non solo, siamo campioni
europei nell’industria del riciclo: a fron-
te di un avvio a recupero industriale
di 163 milioni di tonnellate di rifiuti
su scala europea, nel nostro Paese ne
sono stati recuperati 24,1 milioni di
tonnellate, il valore assoluto più eleva-
to tra tutti i Paesi europei (in Germa-
nia 22,4 milioni). Il sistema produttivo
italiano, inoltre, è anche quello che gui-
da la ‘riconversione verde’ dell’occupa-
zione europea: entro la fine del 2014, il
51% delle Pmi italiane avrà almeno un
green job, più del Regno Unito (37%),
della Francia (32%) e della Germania
(29%).
5.	 L’ITALIA È LA META DELL’EUROZO-
NA PREFERITA DAITURISTI EXTRA-
EUROPEI. L’Italia è il 1° Paese dell’eu-
25Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
rozona per numero di pernottamenti
di turisti extra-UE, con 54 milioni di
notti nel 2012 (+14 milioni rispetto
alla Spagna). Siamo il 1° Paese euro-
peo per numero di pernottamenti di
turisti cinesi (2,5 mln), giapponesi (2,8
mln), coreani del sud (680 mila), brasi-
liani (1,8 mln), australiani (2,2 mln), sta-
tunitensi (11 mln) e canadesi (2 mln).
6.	 LA ZAVORRA DEL PIL ITALIANO È
IL CROLLO DELLA DOMANDA IN-
TERNA, NON CERTO LA COMPE-
TITIVITÀ DELL’INDUSTRIA. Dal falli-
mento della Lehman Brothers (inizio
della crisi mondiale) a novembre 2013,
il fatturato manifatturiero italiano per
il mercato domestico è crollato (-
15,9%) rispetto a quanto accaduto in
Francia e Germania (+ 4,6%, - 0,3% ri-
spettivamente). Il fatturato italiano per
il mercato estero, invece, è cresciuto
(+ 16,5%) di più di quello tedesco (+
11,6%) e francese (+ 5,9%).
7.	 LA CRESCITA DEGLI ALTRI PAESI
NON È FATTA DI SOLA COMPE-
TITIVITÀ, MA ANCHE DI DEBITO. A
sostenere le altre economie ha con-
tribuito un aumento del debito, sia
pubblico che privato, molto maggiore
che in Italia: da noi, dal 1995, il debito
aggregato (quello pubblico più quello
delle aziende e delle famiglie) è cre-
sciuto di una quota pari al 61% del PIL,
in Spagna del 141%, nel Regno Unito
del 93%, in Francia dell’81%.
8.	 DAGLI INIZI DEGLI ANNI ’90 AD
OGGI LA ‘QUOTA DI MERCATO
DELL’ITALIA NEL DEBITO PUBBLI-
CO TOTALE DELL’EUROZONA È
COSTANTEMENTE CALATA. Non
siamo il malato d’Europa: la respon-
sabilità italiana nel debito pubblico
complessivo dell’Eurozona si è ridot-
ta in modo importante dagli anni ’90
(28,7% nel 1995) ad oggi (22,1% nel
2013).
9.	 CONSIDERANDO IL DEBITO AG-
GREGATO (STATO, FAMIGLIE, IM-
PRESE) L’ITALIA È UNO DEI PAESI
MENO INDEBITATI AL MONDO.
Se invece del pesante debito pubbli-
co guardiamo la situazione debitoria
complessiva del Paese (quindi il debito
dello Stato insieme a quello privato)
l’Italia - nonostante la crisi stia eroden-
do la grande ricchezza privata degli
italiani - è più virtuosa (col 261% del
PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Uni-
to (284%), Spagna (305%), Giappone
(412%).
10.	 DAL 1996 AL 2013 L’ITALIA HA
PRODOTTO IL PIÙ ALTO AVANZO
PRIMARIO STATALE CUMULATO
DELLA STORIA MODERNA. Si tratta
di 591 miliardi di euro correnti, 220 in
più della Germania (371 miliardi). Per
non parlare dei disavanzi di Spagna (-
192) Francia (- 311 miliardi) e Regno
Unito (- 364 miliardi £).
	 Sono dati pubblici, ufficiali, di prove-
nienza europea. Ed ora si apre per noi
una vetrina mondiale, con decine di
milioni di visitatori previsti da tutto il
mondo, lo sviluppo di aree tematiche
e di ricerca ed incontri a ogni livello
il che rappresenta una gigantesca op-
portunità di lavoro per i servizi turi-
stici e commerciali del Paese durante
i mesi dell’EXPO, seguiti da un’altret-
tanto ampia opportunità di lavoro per
le aziende produttrici. E la sicurezza,
nelle sue varie forme è elemento co-
mune a tutte le attività.
Siamo stufi di farci del male da soli: 3) L’Italia è
un Paese ove non si fa ricerca e sviluppo, e dipen-
diamo dall’estero per l’innovazione produttiva.
Falso.	Un solo esempio tra i molti possibili. E
sia chiaro che è solo un esempio. Da “Li-
bero” del 22 Maggio (articolo di Claudio
Antonelli):
26 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Giorgio Carozzi
	 Si chiama Iter, International Thermonucle-
ar Experimental Reactor. Un progetto da
circa 18 miliardi di euro, a cui partecipano
oltre l’Europa, Cina, Usa, Corea del Sud, In-
dia e Russia e che prevede entro il 2020
la costruzione di una centrale a fusione nu-
cleare a Cadarache, a due passi da Aix en
Provence.
	 Uno sforzo di ricerca immenso che do-
vrebbe creare l’energia del futuro:
esattamente quella prodotta
dentro il sole e le stelle trami-
te la fusione del nucleo, solo
in miniatura. Una fonte ine-
sauribile, sicura e priva di
sostanze inquinanti.
	 … anche se nel nostro
Paese se ne parla poco,
stanno già arrivando i be-
nefici economici. Ovvero, i
ritorni industriali. Qui l’Italia
è al primo posto. Dal 2008 a
oggi ha già ottenuto un’ottantina
di contratti per un controvalore di
700 milioni di euro. Destinati a diventa-
re quasi un miliardo nei prossimi mesi. Du-
rante la costruzione (fino al 2020), il princi-
pale contributo delle sette agenzie partner
sarà di natura «in kind», cioè costituito dalla
fornitura diretta dei componenti stessi piut-
tosto che dal finanziamento per la loro co-
struzione. Ma per la scelta delle aziende
appaltatrici non c’è una logica di bandiera.
	 «L›Europa alla fine del progetto avrà
contribuito per oltre 6 miliardi di euro»,
spiega a Libero Henrik Bindslev, diretto-
re di Fusion for Energy, «e la scelta delle
aziende si basa esclusivamente su criteri
di qualità e di standard tecnologici. L’Italia
è effettivamente il Paese con il più elevato
ritorno industriale anche perché partecipa
a numerose joint venture e ciò, nel suo com-
plesso, rende anche possibile la nascita di
un network internazionale di eccellenze».
(Vedi fig. 1 n.d.r.)
	 Il nostro apparato produttivo ed indu-
striale riesce ad essere il primo della clas-
se nelle tecnologie avanzate e di punta,
come quelle richieste per ITER,così come
è sicuramente primo della classe nella
qualità dell’alimentazione e del cibo. Che
significa sicurezza, nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 4) Si perde
tempo a far carta inutile, vedi i Sistemi di Gestione,
le Certificazioni, i Protocolli cartacei, le Qualifiche
professionali: tutte cose che con l’EXPO non c’en-
trano nulla.
Falso.	 Verissimo che molte volte mediocri con-
sulenti di dubbia competenza hanno fatto
produrre carta inutile e Modelli di
Gestione inefficaci. Verissimo
che in molti casi la Sicurezza
con i suoi adempimenti è
vissuta come un costo,
una specie di tassa da
pagare a titolo me-
ramente cautelare
per evitare sanzioni
o condanne, e non
come investimento
produttivo di valore
strategico come in-
vece è nella realtà.Ve-
rissimo che, per rima-
nere al campo alimentare,
le frodi in commercio sono
all’ordine del giorno, cibi avariati,
etichette fasulle, prodotti contraffatti,
e chi più ne ha più ne metta.
Fig. 1 - Modello dell’ITER (Wikipedia)
27Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
	 Tutto questo è vero. Ma
proprio per questo c’è
un disperato bisogno di
Modelli Organizzativi di
qualità, di Sistemi di Ge-
stione utili e produttivi
per l’Azienda, di Consu-
lenti qualificati che assi-
stano il cliente nella logica
di ottenere un risultato
pagante, e proprio la logi-
ca della Sicurezza offre gli
strumenti indispensabili
per ottenere quei risultati.
	 L’eccellenza alimentare
italiana ha trovato pro-
prio nei marchi DOC,
DOP, DOCG, ecc. quel
“VALORE AGGIUNTO”
che mancava per farsi re-
almente conoscere fuo-
ri dai confini nazionali ed ottenere quei
riconoscimenti qualitativi, ma anche eco-
nomici, che il mondo ci invidia. La difesa
dei marchi è quindi diventata una priori-
tà per proseguire nel percorso avviato e
permetterci di offrire al mondo globaliz-
zato le nostre conoscenze e competenze
alimentari, e questo non sarà possibile se
non si pone la sicurezza al primo posto
nelle priorità.
	 Sicurezza nelle sue varie forme, pro-
prio per creare quel “VALORE AG-
GIUNTO” senza il quale si spreca solo
tempo e denaro.
	 Sicurezza nell’apparato produttivo, e noi
di AIAS ben sappiamo quanti e quali rischi
vi siano nella difficile arte dell’alimentazio-
ne a partire dall’inizio, nella coltivazione e
nella lavorazione industriale ed artigianale
dei prodotti agricoli e zootecnici: ma qui
servono Modelli Organizzativi ben pro-
gettati e realizzati, e Sistemi di Gestione
efficaci.
	 Sicurezza nei servizi, perché senza com-
petenze qualificate l’operatore non può
inventarsi il Know-how necessario a orga-
nizzarsi per produrre in modo efficace e
competitivo e a mantenersi costantemen-
te aggiornato in un mondo in continua
evoluzione: ma questo comporta neces-
sariamente l’intervento degli specialisti di
settore, e qui le Qualificazioni e Certifica-
zioni professionali diventano indispensabili
per evitare di essere truffati dai soliti “fur-
betti del quartierino”.
	 Sicurezza nella ricerca e sviluppo, oggi
elemento essenziale del tema stesso
dell’EXPO 2015, nel quadro del mondo
globalizzato e fortemente competitivo:
ma qui servono Protocolli che possono
solo scaturire da M.O.G. adeguati, svilup-
pati da soggetti ad elevata competenza e
qualificazione, e vedi il punto precedente.
	 Sicurezza nella distribuzione commer-
ciale, se si vuole evitare che il prodotto
finito venga mescolato o confuso con i
prodotti taroccati, o deteriorato da trat-
tamenti indebiti: e qui si parla di sicurezza
di filiera, con l’HACCP come linea guida
da applicare, laddove possibile, nell’ambito
di M.O.G. e SGSSL credibili.
AIAS ed i suoi Associati dispongono di una
chiave di volta determinante per il successo dei
progetti di EXPO, e delle Aziende, costituita dal
“VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how
della SICUREZZA nelle sue varie forme.
Per fortuna c’é l’EXPO 2015, vi sono molte for-
me e modalità per parteciparvi anche diretta-
mente, di sicuro vi sarà una importante ricaduta
per tutti coloro che sapranno essere puntuali
all’appuntamento. n
Noi ci stiamo attrezzando.
28 | N.2/2014 | Informatore AIAS
EXPO 2015:
opportunità per i professionisti AIAS
“NUTRIRE IL PIANETA, ENER-
GIA PER LAVITA” Il tema di
EXPO 2015 è quanto mai attuale
per gli specialisti della Sicurezza e
Salute sul Lavoro che si riconosco-
no nelle Associazioni Professionali
di AIAS, ed offre opportunità in-
sperate e di grande rilievo per i
nostri professionisti della SSL.
Bisogna ricordare che in EXPO
2015 la CONFCOMMERCIO, cui
la nostra Associazione è iscritta, ha
un rilievo ed una presenza prima-
ria, ed in quell’ambito AIAS parte-
cipa a diversi tavoli di programma.
Vi sono inoltre gli eventi relativi
all’Anno Internazionale della Preven-
zione, di cui il primo si terrà il 28
aprile 2015 con il supporto della
CIIP e la collaborazione dell’ILO e
dell’ISSA, nell’ambito di EXPO 2015.
Ancora AIAS, nell’ambito di ExpoTraining ed in
collaborazione, ad ottobre svilupperà una serie
di incontri su argomenti collegati al programma
di EXPO, con la presentazione delle APA e la
qualificazione delle relative professionalità, in
chiave EQF. Altre iniziative segui-
ranno.
Nell’articolo dell’Informatore AIAS
n. 1/2014 a firma di Giorgio Ca-
rozzi (Competenze e qualifiche pro-
fessionali a fronte dell’Expo 2015
n.d.r.) era stato evidenziato uno
spazio particolarmente ampio per
le attività professionali specifiche
ad alta specializzazione, sia per la
sicurezza in agricoltura che per la
sicurezza alimentare verso i con-
sumatori.
Si deve utilizzare l’HACCP (Ha-
zard Analysis and Critical Control
Points), sistema pensato per ap-
plicare l’autocontrollo nell’intera
filiera distributiva, quale strumen-
to a supporto degli OSA (Organi-
smi di Sicurezza Alimentare) per il
raggiungimento degli obbiettivi di un più elevato
livello di sicurezza alimentare.
Un sistema interamente basato sulla Valutazio-
ne dei Rischi, che costituisce il pane quotidiano
degli associati di AIAS. Poco fosse, al nostro Pa-
ese è chiesto uno standard di eccellenza in ma-
teria, visto che l’Autorità europea per la sicurez-
za alimentare, (European Food Safety Autority
- EFSA) ha sede a Parma.
Agricoltura e produzione di alimenti e bevande, il
settore della ristorazione e della distribuzione ali-
mentare, la corretta cultura dell’alimentazione
come presupposto dell’igiene del lavoro, sono argo-
menti di grande pregnanza per i professionisti della
sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente.
abstract
Le APA,Associazioni Professionali AIAS, nei programmi di EXPO: occasioni da non perdere.
EXPO 2015 will be of great interest for all the technicians of the professional associations, specially for the ones involved as
consultant in food and agricultural safety matter.
a cura di Luca Dozio
Avvocato in Milano
a cura di Rolando Dubini
Avvocato in Milano
dossier
29Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Le Associazioni Professionali AIAS (APA) pensate
per la qualificazione degli specialisti delle Profes-
sioni non regolamentate, offrono lo strumento
ideale per inserirsi nel quadro della SICUREZZA
alimentare con le sue implicazioni in materia di:
• Analisi eValutazione del rischio
• Sistemi di gestione
• Procedure applicative
• Formazione e Informazione
• Quant’altro è collegato alla Sicurezza e Salute
sul lavoro
Qui di seguito una sintetica carrellata sulle APA
principalmente interessate ai programmi EXPO
2015, con gli argomenti di pertinenza:
APA Prevenzione Responsabili e Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione
La Valutazione del Rischio applicata ai diversi processi produttivi, da sviluppare anche in chiave di Sicurezza alimentare e
quale fattore competitivo.
APA Formazione Formatori di Prevenzione
Trasmissione del sapere e conoscenze applicate alla produzione alimentare e sua distribuzione. La SSL come minimo
comun denominatore di ogni attività.
Strumenti e mezzi di formazione. L’E-learning per superare le barriere linguistiche e culturali
APA ODV 231 Professionisti Organismo diVigilanza
Sistemi di Gestione EFFICACEMENTE applicati, per fornire Valore aggiunto all’attività, protezione all’Azienda e garanzia
dei prodotti verso i clienti.
Ricerca della massima produttività in sicurezza.
APA Energia Professionisti del Settore Energetico e Fonti Rinnovabili
L’Energia pulita e sicura rappresenta il combustibile dello sviluppo.
Lo specialista dell’energia sicura da fonti rinnovabili in agricoltura o da sottoprodotto dello scarto alimentare è pienamente
nel tema di EXPO.
APA Ambiente Professionisti Protezione Ambientale
Tutela ambientale e attività agricola sono due facce della stessa medaglia, con l’obbiettivo dello sviluppo sostenibile.
AIAS Mare Professionisti Marittimo e Portuale
Il trasporto marittimo affronta rilevanti criticità logistiche e funzionali per la conservazione e la qualità degli alimenti.
Senza contare le problematiche dell’alimentazione della “gente di mare”.
APA Sanità Professionisti Sanità
Igiene alimentare e Sanità: due facce della stessa medaglia.
Si diceva che “siamo quello che mangiamo”, e di certo la dieta è argomento essenziale.
APA Educazione Professionisti Scuola
Bisogna allevare le giovani generazioni in modo informato e consapevole, per un futuro sostenibile.
Occhio al “Progetto Scuola di EXPO Milano 2015”
APA Pubblica Amministrazione Professionisti del settore della Pubblica Amministrazione
La P.A. come fattore di sviluppo della Sicurezza, tramite indirizzo e vigilanza sulle attività.
La ricerca di minor burocrazia e maggior pragmatismo con la SSL quale strumento efficace per il raggiungimento degli
obbiettivi.
 APA Protezione Civile  Professionisti Protezione Civile
Per la gestione delle emergenze alimentari per le popolazioni colpite dalle calamità.
La logistica e l’organizzazione delle “cucine da campo” quale problema prioritario nelle situazioni di crisi.
30 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Rolando Dubini - Luca Dozio
Da tener presente che la programmazione
dell’evento di EXPO si concretizza in tre diverse
fasi:
1.	 Preparazione di EXPO
2.	 Svolgimento dell’Esposizione
3.	 Attività successive.
Nella fase preparatoria vi sono da sviluppare gli
argomenti di interesse per la professione, alcuni
dei quali abbiamo evidenziato nel riquadro delle
singole APA. Servono DTO, Documenti di indi-
rizzo,quaderni,ma soprattutto idee da promuo-
vere ed evidenziare.
Per chi ha qualcosa da dire le occasioni non
mancheranno, durante lo svolgimento dell’Espo-
sizione, e l’Associazione potrà offrire buone si-
tuazioni di presentazione, senza contare la gran-
de folla dei visitatori da tutto il mondo, con la
possibilità di contatti continui e proficui.
Alla conclusione dell’EXPO gran parte dei giochi
saranno conclusi, e ciascuno raccoglierà quel-
lo che ha seminato. Gli anni immediatamente
successivi all’evento saranno meno produttivi
di opportunità, come dimostra l’esperienza di
quanti ci hanno preceduto, ma chi avrà avviato
programmi di successo potrà cogliere in pieno i
frutti del suo lavoro e della sua iniziativa.
La scommessa dell’Associazione, anche attraver-
so l’attività delle sue APA, si sviluppa quindi su
questi parametri:
1.	 La Sicurezza e Salute sul Lavoro costituisce
un fatto organizzativo e strutturale di taglio
culturale, strettamente collegato ai fattori
competitivi per migliorare la produttività,
in termini non solo quantitativi ma anche
qualitativi.
2.	 La SSL si applica all’Impresa, organizzazione
che esiste per rispondere ai bisogni della
gente (fattore di successo) in chiave
competitiva, tenuta quindi ad ottimizzare i
fattori produttivi.
3.	 Nutrizione ed Energia:rappresentano bisogni
primari della gente e vanno soddisfatti sia
sul piano della qualità che su quello della
quantità.
Sulla base di questi presupposti il cerchio si chiu-
de, la SSL è strumento indispensabile per l’Im-
presa anche al fine del soddisfacimento di quei
bisogni primari che costituiscono il tema dell’EX-
PO, oltre che la ragion d’essere dell’Azienda.
Lo specialista della SSL, nel suo campo specifi-
co (vedi le APA di competenza), è il soggetto
chiamato a fornire il Know-how indispensabile
per progettare e sviluppare il percorso logico ed
organizzativo necessario per raggiungere i risul-
tati attesi. n
Che sono quelli del tema
dell’EXPO 2015
“NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LAVITA”
31Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
“Svegliamoci prima che sia trop-
po tardi”: questo è il titolo di
un recente studio della Conferenza
delle Nazioni Unite sul Commer-
cio e lo Sviluppo (UNCTAD 2013)
con il quale vengono esplicitamente
ammoniti Governi e società civile
sulla necessità urgente di un radicale
cambio di paradigma nella produzio-
ne agricola, dalla “Green Revolution”
a una “intensificazione ecologica”. Ciò
implica la trasformazione dell’agricol-
tura convenzionale basata sulla mo-
nocoltura e su input tecnologici e industriali esterni,
verso un “mosaico” di sistemi produttivi sostenibili e
rigenerativi che migliorino la capacità produttiva di
piccole aziende agricole. Dobbiamo muoverci da un
approccio lineare a uno olistico nella gestione agri-
cola, che riconosca all’agricoltore non solo il ruolo
di produttore di beni agricoli, ma anche di gestore
del sistema agro - ecologico e di fornitore di una
serie di beni e servizi comuni quali l’acqua, il suolo,
il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricre-
ativi.1
Lo studio si avvale dei contributi di oltre 50
esperti internazionali. Molti fra questi focalizzano il
nesso tra filiera di produzione del cibo come causa
Soluzione tecniche e innovazione
sociale per un’agricoltura sostenibile
Svegliamoci prima che sia troppo tardi
dei cambiamenti climatici e poten-
zialità, non ancora adeguatamente
esplorata, della gestione del suolo
e dell’incremento della produzione
agricola, come potenziale strumento
per la mitigazione e l’adattamento ai
cambiamenti climatici.
L’industrializzazione dell’agricoltura è
basata sull’assunto che la fertilità del
suolo può essere mantenuta e accre-
sciuta con l’uso di fertilizzanti chimici.
In questo modo,durante il ventesimo
secolo i suoli coltivati hanno perso
dal 30 al 75 per cento della loro materia organica
provocando perdita di fertilità e produttività. Può
essere stimato che sono state rilasciate nell’atmo-
sfera a causa della distruzione della materia organi-
ca contenuta nel suolo almeno 200 - 300 miliardi di
tonnellate di CO2
. A fronte di questi dati disastrosi, la
buona notizia è che, cambiando pratiche agricole, la
CO2
emessa nell’atmosfera può essere di nuovo cat-
turata2
. Le pratiche agricole da adottare già esistono
e sono ovviamente tutte quelle che aumentano nel
tempo il contenuto di materia organica nel suolo.
La World Bank già nel 2012 ha individuato uno
strumento di calcolo chiamato SALM (Sustainable
abstract
L’intervento prende le mosse da un recente rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Svi-
luppo),ispirandosi allo stesso per individuare quali sono le soluzioni necessarie per assicurarci una futura sicurezza alimentare
a fronte dell’evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli incentivi previsti dalla Politica Agraria Comune dell’UE
possono costituire parte della soluzione, ma non sono sufficienti. E’ necessario un impegno non solo da parte degli attori
istituzionali ma anche e soprattutto da parte di reti di produttori e di consumatori informati per la costruzione di un nuovo
mercato di prodotti agricoli che possano definirsi con sempre maggiore concretezza “sostenibili”.
The article, inspired by a recent study published by UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), out-
lines solutions for a future food security in a changing climate scenario. Incentives provided for by the Common Agriculture
Policy of the EU can be part of the solution, but are not enough as such.We need a commitment not only from governmental
actors but also and mainly from networks of informed producers and consumers which can build up a new market where
agriculture’s goods can be really “sustainable”.
a cura di Luigi Di Marco
Architetto,pianificatore,paesaggista;
Coordinatore del ComitatoTecnico
AIAS“Responsabilità Sociale
e Sviluppo Sostenibile”;
ReferenteAIAS per l’iniziativa
dell’ONU“Global Compact”
32 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Luigi Di Marco
Agriculture Land Use Management)
per il finanziamento di progetti in pa-
esi in via di sviluppo, con l’obiettivo
duplice di valutare lo stoccaggio nel-
la materia organica del suolo dei gas
serra promuovendo nel frattempo
la produttività agricola e il recupero
di terreni in via di desertificazione3
.
Oltre a impoverire suoli, inquinare
l’ambiente e ridurre la biodiversità, i
concimi chimici e i pesticidi per l’a-
gricoltura generano gas serra anche
perché per produrli è necessario bru-
ciare energia. Più in generale, nei paesi
industrializzati,studi accreditati affer-
mano che sono necessarie dalle 10
alle 15 calorie per produrre una sola
caloria di cibo4
. La ONG GRAIN ha
assemblato i dati sulle emissioni di gas
serra dirette e indirette per la produ-
zione e lo smercio del cibo calcolando
che lungo tutta la filiera le stesse ammontano al 44
- 57% (!!!!) del totale5
.
Dal punto di vista dei piccoli produttori, le soluzioni
tecniche che possono incrementare la produttività
nel tempo utilizzando risorse locali e riciclo dei nu-
trienti, senza dover creare dipendenza dall’acquisto
di prodotti industriali a supporto delle produzioni
agricole, sono le più convenienti e socialmente au-
spicabili per far fronte al problema della povertà dei
piccoli produttori agricoli, della sicurezza alimentare
e della fame nel mondo6
.
Di fatto la nuova Politica Agraria Comune dell’UE
2014 - 2020, incentiva in parte il cosiddetto “gree-
ning” della produzione agricola e dello sviluppo rura-
le, riservandogli quote del 30% del budget program-
mato7
. Ovviamente, non è con un impegno parziale
che si può compiere il cambio di paradigma produt-
tivo auspicato dall’UNCTAD;anzi si può dedurre che
la quota non green del budget euro-
peo per l’agricoltura resta ancora una
forma di supporto pubblico a pratiche
agricole che vanno a danno dell’am-
biente e della sicurezza alimentare.
Olivier De Shutter, Relatore Speciale
dell’ONU per il diritto all’alimentazio-
ne in carica fino ad aprile 2014, nel
suo contributo allo studio dell’UN-
CTAD abbraccia senza indugi l’agro -
ecologia come la via maestra risoluti-
va8
.A fronte del problema alimentare,
le soluzioni ambientali e quelle sociali
per un più equo accesso alle risor-
se, sono dunque più che mai strette
e convergenti. Quali sono allora le
barriere e gli impedimenti? Lo stesso
De Shutter, alla fine del suo mandato,
in un’intervista a Le Monde9
dichiara
“Credevo alla forza dello Stato,ora credo
alla forza della democrazia. Non penso
che occorra attendere passivamente che i Governi agi-
scano. Le barriere sono troppe e le pressioni esercitate
su loro troppo reali, e gli attori che si oppongono al
cambiamento, troppo forti. Penso che la trasformazione
dei sistemi alimentari si realizzerà partendo da inizia-
tive locali. Ovunque vado nel mondo vedo cittadini che
ne hanno abbastanza di essere considerati consumatori
o elettori, e vogliono essere dei veri attori del cambia-
mento,cercando d’inventare dei modi più responsabili di
produrre e consumare”. n
Fig. 1 - Copertina dello
studio della Conferenza delle
Nazioni Unite sul commercio
e lo sviluppo pubblicato nel
2013
Fig. 2 - Panorama dalla valle deiTempli di Agrigento.
Foto di Luigi Di Marco
1
	UNCTAD – United Nation Conference on Trade and Develop-
ment - Trade and Environment Review 2013 – Wake up before
it is too late – Make agriculture truly sustainable now for food
security in a changing climate – key messages da retro di copertina
2
	Ibid. pag. 21
3
	World Bank 2012 - http://go.worldbank.org/ATOU438OV0
4
	UNCTAD cit. pag. 69 e European Environment Agency – late les-
sons from early warning: science, precaution, innovation, pag. 459
5
	UNCTAD cit. pag. 21
6
	 A titolo illustrativo, tra le numerose esperienze già documentate, si
consiglia la visione del video prodotto dalla Gaia Foundation e dal
ABN (African Biodiversity Network) sull’esperienza di un villaggio
in Kenia: http://vimeo.com/7096771
7
	European Commission – Agriculture Policy Perspectives Brief N.
5 december 2013 - Overview of CAP reform 2014 - 2020 pagg.
6 - 7
8
	UNCTAD cit. – CommentaryVI – Agroecology.A solution to the
Crisis of Food Systems and Climate Change pagg. 34 – 38
9
	Le Monde 29 avril 2014- Olivier De Shutter “Notre modèle agri-
cole mondial est à bout de souffle” – Propos recueillis par Gilles
Van Kote - http://www.lemonde.fr/planete/article/2014/04/29/
olivier-de-schutter-notre-modele-agricole-est-a-bout-de-souf-
fle_4408689_3244.html
33Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
SFIDE ENERGETICHE
“Energia per la vita di tutti i
giorni”, è un’importante sfi-
da che ci viene proposta in ottica
di sostenibilità ambientale e per
ridefinire il modello energetico
che ad oggi ha mostrato limiti e
inadeguatezze. Produrre energia
ed utilizzarla nello stesso tempo e
nello stesso luogo di produzione.
Sono oramai in discussione e in
fase di realizzazione nuovi modelli di città dove
l’intelligenza entra nelle infrastrutture – Smart
Cities – e il governo energetico diventa “Smart”
compendiando la domanda e le abitudini dei
consumatori finali con la disponibilità energetica.
I nuovi sistemi si relazionano in modo intelligente
e sostenibile mirando all’efficienza energetica in
primis e riducendo conseguentemente anche gli
impatti sull’ambiente.
Una nuova frontiera è rappresentata dalla capa-
cità di raggiungere livelli importanti di efficienta-
Sostenibilità ambientale ed energetica:
il modello delle Smart Cities
mento energetico nell’ambito del-
la vita quotidiana - dalle abitazioni
alle strutture adibite alle attività la-
vorative - e dalla mobilità verso la
quale si stanno sviluppando nuo-
ve soluzioni di tipo ibrido ad alta
efficienza. Sono ancora molti gli
spazi che possiamo aggredire per
migliorare le performance ener-
getiche e così recuperare “risorse
che oggi sono ancora male impie-
gate” come possiamo rilevare e rappresentare
di seguito sulla base di evidenze e studi condotti
anche dall’ENEA.
Questi dati ci dicono in modo chiaro quali si-
ano gli ambiti e le potenzialità sulle quali agire
e nell’agire inevitabilmente possiamo intravede-
re importanti opportunità sia per lo sviluppo
delle nuove tecnologie e di nuovi servizi sia
per la collettività sia per lo sviluppo e l’affer-
mazione delle figure professionali del settore
energetico.
Il consumatore finale si trova e sempre più si
troverà a contatto con nuove tecnologie e ser-
vizi che dovranno essere portati sul mercato da
figure professionali con qualità e competenze
certe e facilmente riconoscibili.
In questo contesto l’APA Energia (Associazio-
ne Professionale AIAS) si pone come punto di
riferimento per quanti intendano qualificare la
loro professione in questo settore, sulla base
dei requisiti previsti dall’Unione Europea e pie-
namente recepiti nell’ordinamento Italiano. E’ il
abstract
Un possibile futuro basato sulla gestione intelligente dell’energia può essere rappresentato dalle Smart Cities dove la gestione
dell’energia, produzione ed utilizzo, si integra anche con altri servizi locali. Il sistema integrato rappresenta così un nuovo
modello di sviluppo sostenibile sul quale puntare anche per l’efficienza energetica. Si aprono nuove opportunità di lavoro per
aziende e professionisti sempre più chiamati a garantire il consumatore finale rispetto alle scelte possibili in un settore,quello
dell’energia, dove sono richieste nuove competenze e dove l’innovazione dei prodotti e tecnologie è costante.
Smart City represents a good example of Energy smart use. In fact the contribution of the other local services integrates and
implements the total energy efficiency and also the last stakeholder receives the benefit outcome.
a cura di Patrizio Nonnato
PresidenteVicarioAPA Energia,
Esperto in servizi a rete e soluzioni
integrate,CEO di ESA ITALIA,
AIMET e ROTAGAS
34 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Patrizio Nonnato
caso della nuova figura professionale identificata
da APA Energia del “Tecnico per l’energia e la
sicurezza” che compendia le competenze ener-
getiche con quelle della sicurezza degli impianti e
dell’inserimento di questi nell’ambito lavorativo.
In questo contesto, fortemente innovativo e di
sviluppo tecnologico, si inserisce l’ambito dello
sviluppo delle nuove città intelligenti, ma anche
l’adeguamento tecnologico di quelle esistenti
con la possibilità di inserire, anche senza parti-
colari sforzi e costi, una serie di nuove “funzio-
ni” con la possibilità di infrastrutturare con una
qualità superiore l’esistente, generando nuove
opportunità di lavoro e definendo di fatto una
nuova filiera produttiva che può offrire impor-
tanti sbocchi occupazionali e per le imprese ita-
liane.
Sono le “Smart Cities” dove grazie a sistemi in-
telligenti la domanda dovuta alle abitudini dei
consumatori e le necessità degli utenti di un de-
terminato sistema locale si interfacciano con i si-
stemi di generazione e di “conservazione” e go-
verno dell’energia passando ad una concezione
tà quasi come ad individuare delle “ isole ener-
geticamente autosufficienti”.
Con questa nuova infrastruttura e con i nuovi
sistemi si possono integrare, con benefici econo-
mici notevoli, anche tutta una serie di utilità rela-
tive all’ambiente, alla sicurezza, alla mobilità, allo
sviluppo territoriale, commerciale e dei sistemi
a rete coinvolgendo anche la gestione integrata
delle varie utenze che tutti hanno nelle loro abi-
tazioni come l’energia elettrica, il gas metano, il
servizio idrico le comunicazioni.
Come già detto la possibilità di “stoccare” l’ener-
gia, come nel caso dell’accumulo di quella pro-
dotta dagli impianti fotovoltaici anche di tipo do-
mestico, permetterà di definire bilanci energetici
equilibrati e autosostenibili divenendo una risor-
sa veramente importante a “chilometro zero”.
Tutto questo sta a dimostrare come si sia in pre-
senza di un possibile cambiamento con la gene-
razione di straordinario valore per la collettività
e per il miglioramento degli standard complessivi
delle comunità ed in sostanza della sostenibilità
energetica ed ambientale. n
Fig. 1 - Ripartizione dei consumi energetici per macro
settori e possibilità di efficientamento
Fig. 2 - Sistema locale
di tipo innovativo
innovativa di sistemi energetici sempre più con
connotazione di tipo locale e distribuita.
Città che ottimizzano attraverso vettori comuni
le varie risorse e che mirano al contenimento
degli sprechi energetici rendendo disponibile ciò
che serve quando serve. Soluzioni che sono in
parte già disponibili e altamente integrate tra le
varie entità presenti siano queste pubbliche o
private.
Il nuovo modello di “governance energetica” di-
venta di tipo locale applicabile così anche nelle
piccole comunità o nei quartieri delle grandi cit-
35Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Il Global Compact delle Nazio-
ni Unite (UNGC) è l’iniziativa
strategica di cittadinanza d’im-
presa più ampia al mondo. Nasce
nel 2000 su iniziativa dell’allora
Segretario Generale Kofi Annan
per la volontà di affrontare, in
una logica di collaborazione multi
- stakeholder, gli aspetti più critici
della globalizzazione.
Il Global Compact richiede alle aziende e alle
organizzazioni che vi aderiscono di integrare
nella loro visione strategica, così come nella
cultura organizzativa e nelle operazioni quoti-
diane di business, Dieci Principi relativi a: diritti
umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente
La Fondazione Global Compact
Network Italia e le sue recenti attività
e lotta alla corruzione e, più in
generale, di farsi promotrici di
azioni a supporto dei più gene-
rali obiettivi delle Nazioni Unite.
È altresì previsto che le aziende (e
a partire dal 2015 anche le orga-
nizzazioni) che aderiscono all’ini-
ziativa informino costantemente i
loro stakeholder sulle attività im-
plementate e sui risultati raggiunti in tal senso
attraverso la produzione di una COP – Commu-
nication on progress.
Aderiscono ad oggi al Global Compact delle
Nazioni Unite oltre 8.700 aziende e organizza-
zioni provenienti da più di 130 paesi nel mondo.
Il Global Compact Network Italia (GCNI) na-
sce nel 2002 con lo scopo di contribuire allo
sviluppo in Italia del UNGC. Opera a tal fine
garantendo supporto e coordinamento alle
aziende e alle organizzazioni italiane che deci-
dono di aderire all’iniziativa. Nel giugno 2013,
il GCNI si è costituito nella Fondazione Global
Compact Network Italia (Fondazione GCNI)
(di cui AIAS è “Fondatore” n.d.r.).
Il programma di lavoro della Fondazione si arti-
cola in molteplici tipologie di attività:
·	 di promozione, con riferimento alle iniziative
di diffusione del Global Compact, dei Dieci
Principi relativi a diritti umani, lavoro, ambien-
te e lotta alla corruzione promossi dall’inizia-
abstract
L’articolo, a firma del Presidente della Fondazione Global Compact Network Italia, illustra lo scopo della Fondazione stessa
nell’ambito dell’iniziativa mondiale Global Compact delle Nazioni Unite nonché le recenti attività e le prossime iniziative sul
territorio.
This article,written by the President of the Global Compact Network Italia Foundation,relates on the scope of the Foundation
in the UN Global Compact world initiative, on the Foundation’s recent activities and on its future initiatives on the territory.
a cura di Marco Frey
Presidente Fondazione Global
Compact Network Italia
INDICE
9
I 10 PRINcIPI
DIRITTI
UMANI
LAVORO
LOTTA ALLA
cORRUZIONE
AMBIENTE
PRINCIPIO I: alle imprese è richiesto
di promuovere e rispettare i diritti
umani universalmente riconosciuti
nell’ambito delle rispettive sfere di
influenza; e di
PRINCIPIO II: assicurarsi di non
essere, seppure indirettamente,
complici negli abusi dei diritti umani.
PRINCIPIO III: alle imprese è richiesto
di sostenere la libertà di associazione
dei lavoratori e riconoscere il diritto
alla contrattazione collettiva;
PRINCIPIO Iv: l’eliminazione di tutte le
forme di lavoro forzato e obbligatorio;
PRINCIPIO v: l’effettiva eliminazione
del lavoro minorile;
PRINCIPIO vI: l’eliminazione di ogni
forma di discriminazione in materia di
impiego e professione.
PRINCIPIO vII: alle imprese è richiesto
di sostenere un approccio preventivo
nei confronti delle sfide ambientali; di
PRINCIPIO vIII: intraprendere iniziative
che promuovano una maggiore
responsabilità ambientale; e di
PRINCIPIO IX: incoraggiare lo sviluppo
e la diffusione di tecnologie che
rispettino l’ambiente.
PRINCIPIO X: le imprese si impegnano
a contrastare la corruzione in ogni
sua forma, incluse l’estorsione e le
tangenti.
PRINCIPI
Fig. 1 - I dieci Principi del Global Compact (Fonte: re-
port sulle Attività 2013/Fondazione Global Compact
Network Italia)
36 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Marco Frey
tiva e dei più ampi obiettivi di sviluppo delle
Nazioni Unite;
·	 di approfondimento dei temi della sostenibilità
e dei campi a essi contigui nell’ambito del fra-
mework generale proposto dal Global Com-
pact (conferenze, workshop, seminari, ecc.);
·	 di supporto, con cui s’intendono azioni di af-
fiancamento e supporto alle aziende e or-
ganizzazioni aderenti alla Fondazione nell’im-
plementazione dei Dieci Principi del Global
Compact sia nel core business che nella sfera
di influenza e nel-
la rendicontazione
delle loro perfor-
mance di sostenibi-
lità;
·	 di promozione di
partnership multi
- stakeholder e di
azioni collettive tra
i propri Membri e
Partecipanti. Sono
attivi nell’ambito
della Fondazione
Gruppi di Lavo-
ro tematici che si
pongono come
obiettivo, non solo
la condivisione e
la valorizzazione
delle esperienze
delle aziende e or-
ganizzazioni che vi
partecipano, ma
anche e soprattutto
l’individuazione di
soluzioni pratiche
e innovative per
l’attuazione, nella
dimensione locale,
dei principi e dei
meccanismi indivi-
duati dal UNGC al
livello globale;
·	 di interlocuzione
con gli attori istituzio-
nali al fine di promuo-
vere la cultura della
sostenibilità e di con-
tribuire alla creazione
di un contesto favo-
revole all’implemen-
tazione di pratiche di
cittadinanza d’impresa da parte delle aziende
e organizzazioni che operano sul territorio na-
zionale;
·	 di collegamento con l’Ufficio del Global
Compact di New York e con i Network Locali
del Global Compact, in particolare con quelli
europei, al fine di contribuire alla definizione e
all’implementazione delle strategie di crescita e
consolidamento del Global Compact delle Na-
zioni Unite su scala regionale e internazionale.
Nei primi mesi di attività la Fondazione ha ot-
Fig. 2 - AIAS è socio “Fondatore” della GCNI
37Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
tenuto due primi risultati significativi: la firma di
un Protocollo d’Intenti tra la Fondazione GCNI
e l’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato (AGCM) e l’avvio della sperimenta-
zione della TenP - Sustainable Supply Chain
Self-Assessment Platform.
Il Protocollo, sottoscritto in data 8 maggio (2014
n.d.r.) a Roma, impegna la Fondazione GCNI e
l’AGCM organizzazioni a collaborare per la diffu-
sione tra le aziende italiane del Rating di Legalità.
Il Rating di Legalità,il cui Regolamento è stato ap-
provato dall’AGCM mediante la propria delibera
nel novembre 2012, costituisce uno strumento
di promozione della legalità e di principi etici al
fine di elevare la sicurezza e la concorrenzialità
nelle attività economiche, introducendo nell’or-
dinamento un sistema di premialità per le im-
prese che rispettano la
legge e si allineano ai più
elevati standard etico/
sociali e/o di governan-
ce, adeguando la propria
organizzazione in tale di-
rezione.
Sulla base di quanto
previsto nel suddetto
Protocollo d’Intenti, la
Fondazione GCNI si
impegna a:
·	 promuovere tra le imprese aderenti l’utiliz-
zo del “Rating” quale strumento nell’ambito
delle autonome attività di pre - qualifica e/o
qualifica etica dei partner commerciali (ad
esempio fornitori e clienti);
·	 incentivare le aziende aderenti a presentare
la domanda all’AGCM per l’ottenimento del
“Rating”;
·	 promuovere attività congiunte con l’AGCM
nei confronti delle imprese (e potenzial-
mente anche tra queste ed i propri partner
commerciali) per agevolare una diffusa co-
noscenza del “Rating” e del “Regolamento”,
spiegarne i requisiti base per l’accesso ed i
relativi benefici, fornire chiarimenti utili a fa-
cilitare ed incentivare la presentazione della
domanda per l’ottenimento del “Rating”;
·	 condurre indagini per raccogliere commenti
e/o suggerimenti idonei a migliorare l’effica-
cia del Regolamento Rating di Legalità, ovve-
ro finalizzate ad evidenziarne possibili aree di
miglioramento, se richiesto e per quanto di
interesse dell’AGCM.
LaTenP - Sustainable Supply Chain Self-Asses-
sment Platform è uno strumento creato dalla
Fondazione Global Compact Network Italia
per sostenere le imprese aderenti nella raccol-
ta di informazioni sulle performance di soste-
nibilità delle loro aziende fornitrici, con l’obiet-
tivo di usarle per identificare sfide e soluzioni
comuni per migliorare la sostenibilità all’interno
della loro catena di fornitura. La Piattaforma è
stata costruita avendo come riferimento i Die-
ci Principi del Global Compact delle Nazioni
Unite e tenendo in considerazione gli standard
e le convenzioni internazionali in materia di so-
stenibilità aziendale più rilevanti.
Nei prossimi mesi la Fondazione si propone di
raggiungere altri importanti obiettivi, in particola-
re sul fronte della rendicontazione di sostenibilità.
Sarà organizzato a settembre, in collabora-
zione con numero-
se organizzazioni
attive sul territorio
nazionale su temi
connessi alla soste-
nibilità aziendale,
un incontro sulla
recente Direttiva
europea sulla ren-
dicontazione di
informazioni non
finanziarie e di in-
formazioni in merito alla diversità. La Diret-
tiva modifica, di fatto, la normativa vigente in
materia di contabilità al fine di accrescere la
trasparenza di alcune grandi aziende in Euro-
pa su questioni sociali e ambientali e sul tema
della diversità e di accrescere la rilevanza, la
coerenza e la comparabilità delle informa-
zioni non finanziarie pubblicate dalle impre-
se, rafforzando e chiarendo i requisiti vigenti.
L’incontro di settembre sarà l’occasione per
attivare un dibattito atto a fornire elementi di
stimolo e di indirizzo da prendere in conside-
razione per la stesura della normativa italiana
di attuazione della Direttiva.
E’ inoltre prevista per la fine del mese di ot-
tobre la pubblicazione di documento che at-
traverso la condivisione e la valorizzazione
delle esperienze possa fornire delle chiavi di
lettura utili a supportare le aziende nei loro
processi di rendicontazione e in particolare a
facilitarle nell’utilizzo dei più importanti fra-
mework di rendicontazione esistenti (GRI-
G4, Integrated reporting, Global Compact
Advanced Level). n
38 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Lo scorso gennaio 2014 AIAS
ha aderito all’iniziativa ONU
denominata “Global Compact”
e al relativo network italiano or-
ganizzato dalla Fondazione Global
Compact Network Italy.
Lanciata nel 2000 dall’allora Se-
gretario Generale dell’ONU Kofi
Annan, il Global Compact conta
ad oggi oltre 10.000 aderenti in
145 diversi Paesi del mondo, tra
organizzazioni profit e no - profit.1
L’adesione comporta l’impegno per gli aderenti
al rispetto dei seguenti Dieci Principi nell’am-
bito dei diritti umani, del lavoro,
dell’ambiente e della lotta alla
corruzione2
:
Principio I - Alle imprese è ri-
chiesto di promuovere e rispet-
tare i diritti umani universalmen-
te riconosciuti nell’ambito delle
rispettive sfere di influenza; e di
Principio II - assicurarsi di non
essere, seppure indirettamente,
complici negli abusi dei diritti
umani.
Principio III - Alle imprese è ri-
chiesto di sostenere la libertà di
UN GLOBAL COMPACT:
la più grande iniziativa mondiale
in tema di Responsabilità Sociale
delle Organizzazioni
associazione dei lavoratori e ri-
conoscere il diritto alla contrat-
tazione collettiva;
Principio IV - l’eliminazione di
tutte le forme di lavoro forzato
e obbligatorio;
Principio V - l’effettiva elimina-
zione del lavoro minorile;
Principio VI - l’eliminazione di
ogni forma di discriminazione in
materia di impiego e professione.
PrincipioVII - Alle imprese è ri-
chiesto di sostenere un approccio preventivo nei
confronti delle sfide ambientali; di
Principio VIII- intraprendere
iniziative che promuovano una
maggiore responsabilità ambien-
tale; e di
Principio IX- incoraggiare lo svi-
luppo e la diffusione di tecnolo-
gie che rispettino l’ambiente.
Principio X - Le imprese si im-
pegnano a contrastare la corru-
zione in ogni sua forma, incluse
l’estorsione e le tangenti.
I partecipanti s’impegnano a in-
corporare i dieci principi nelle
loro strategie e nello sviluppo di
abstract
L’intervento introduce brevemente all’iniziativa dell’ONU denominata “Global Compact”presentandone i dieci principi a cui
le organizzazioni aderenti, fra le quali AIAS, s’impegnano a rispettare. Illustra in sintesi le attività del network Italiano ed evi-
denzia la coerenza dell’iniziativa nel contesto dello sviluppo sostenibile e della Green Economy.
The article gives a briefly outlook on UN initiative called “Global Compact”, presenting its ten principles with which members
organisations, including AIAS, are committed to respect. Outlines the activities of the Italian network and highlight the cohe-
rence of the initiative in the context of sustainable development and green economy policies.
a cura di Luigi Di Marco
Architetto,pianificatore,paesaggista;
Coordinatore del ComitatoTecnico
AIAS“Responsabilità Sociale
e Sviluppo Sostenibile”;
ReferenteAIAS per l’iniziativa
dell’ONU“Global Compact”
dossier
39Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
tutti i processi e le attività. I risultati devono es-
sere pubblicati in un report annuale obbligatorio
che illustri i progressi nell’implementazione degli
stessi principi nei confronti dei propri stakehol-
ders (investitori, consumatori, società civile, isti-
tuzioni ecc …)3
.
Nel network italiano del Global Compact, in cui
AIAS è entrata a far parte in qualità di“Fondato-
re”, partecipano molte tra le più grandi aziende
italiane (l’elenco completo è disponibile al sito:
http://www.globalcompactnetwork.org/it/il-
network-italiano-ita/i-partecipanti.html).
La Fondazione Global Compact Network Italy
svolge ruolo di divulgazione, coordinamento e
informazione ai membri, organizza l’attività dei
gruppi di lavoro su diritti umani, supply chain, anti
- corruzione, reporting, ambiente.
Lo sviluppo concreto dei principi del Global
Compact oltre a essere manifestazione dell’e-
redità culturale e sviluppo in termini concreti
dei contenuti della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani del 1948, è strumentale allo svi-
luppo di un’economia sostenibile coerente con
la volontà dichiarata dalle Nazioni Unite a par-
tire dalla conferenza di Stoccolma del 1972 e
consolidata nel tempo fino all’ultima conferenza
sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro nel
2012 (conosciuta anche come RIO+20). Altresì
la norma ISO 26000:2010 (guida alla responsa-
bilità sociale delle organizzazioni) è strumentale
agli stessi obiettivi individuati nei dieci principi
del Global Compact, strutturando l’impegno e
la capacità delle organizzazioni di contribuire
allo sviluppo sostenibile. I suoi contenuti sono
perfettamente allineati con il concetto di Green
Economy come definito dall’UNEP4
, e di conse-
guenza supportati nel dibattito nazionale degli
stati generali della Green Economy istituiti dalla
Fondazione Sviluppo Sostenibile con i Ministeri
dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico5
.
La partecipazione di AIAS all’iniziativa Global
Compact sancisce l’impegno assunto dalla no-
stra organizzazione nell’ambito della Responsa-
bilità Sociale e dello Sviluppo Sostenibile in am-
bito nazionale ed internazionale. n
Fig.1 - Raccolta del tè a Kericho in Kenya.Foto di Luigi Di Marco
1
	http://www.unglobalcompact.org/ParticipantsAndStakeholders/
index.htm
2
	http://www.globalcompactnetwork.org/it/il-global-compact-ita/
i-dieci-principi/introduzione.html
3
	http://www.unglobalcompact.org/COP/index.html
4
	http://www.unep.org/greeneconomy/aboutgei/whatisgei/
tabid/29784/default.aspx
5
	http://www.statigenerali.org/
40 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Dalla cultura della sicurezza alla cultura
della responsabilità e dello sviluppo
sostenibile territorialmente:
strategie per l’integrazione tra
produzione di cibo e di energia
DALLA RESPONSABILITÀ DELLE
ORGANIZZAZIONI ALLA SALUTE E
SICUREZZA,ALLA PROTEZIONE
AMBIENTALE,ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Come un’organizzazione (azienda, impresa, ente,
associazione …) può mantenersi e anzi crescere
in tempi di crisi e nella competizione globale?
La risposta, se analizziamo bene cosa ci sta suc-
cedendo intorno, è unica: adottare una visione
d’insieme, un’ottica olistica, che non escluda ma
integri nella sostenibilità (economica, ambienta-
le e sociale) i nostri stakeholder (il personale, i
fornitori, i clienti, ecc.). Capiremo, seguendo la
logica che descriveremo qui di seguito, che stia-
mo parlando non della sostenibilità del mondo
in genere, ma tout-court della sostenibilità delle
attività proprie della nostra organizzazione o
azienda, o attività in genere, sia essa commercia-
le o no profit, per quanto piccola sia, e cioè della
sopravvivenza sia della professionalità e cultura
delle nostre risorse umane, sia, come derivazio-
ne dalla precedente, della nostra azienda o orga-
nizzazione in senso lato.
Nel 2007 il D.Lgs. n. 123 ha esteso a gravi reati
abstract
Inizialmente si riesamina il percorso legislativo e normativo che ha portato all’attenzione in Italia il tema della responsabilità,
sia penale sia sociale, che le organizzazioni hanno per l’impatto dei comportamenti scorretti del proprio personale. Adot-
tando invece un comportamento etico e trasparente, ossia capace e disponibile nel rendere conto delle proprie azioni alla
comunità e allo Stato, le organizzazioni socialmente responsabili possono contribuire allo sviluppo sostenibile, includendo la
salute e il benessere dei lavoratori e della società. La sostenibilità dello sviluppo è poi affrontata attraverso la presentazione
di un modello e di esempi che richiedono l’integrazione territoriale locale della produzione alimentare con la produzione
elettrica da fonte rinnovabile. L’integrazione multifunzionale è facilitata da un approccio olistico e proattivo che tenda allo
sviluppo locale autosostenibile, inteso anche come lo sviluppo delle culture, dei soggetti economici e delle tecniche in grado di
attivare sinergicamente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni fondamentali
e promozione di ecosviluppo.
At the beginning the legislative itinerary leading Italy to the introduction and progressive application of penal responsibility of
organizations is presented; also definition of social responsibility as resulting from the International standard ISO 26000 is
described, seeking sustainable development.Then a model and examples are shown aiming at sustainability of food produc-
tion through integration with renewable energy production.
a cura di Priscila Escobar Rojo
Hydraulic engineer,Docente del
Politecnico di Milano
a cura di GiuseppeAngelico
Consultant on Integrated
Management Systems,Manager
dei Sistemi SSL certificato
ICPrev,SegretarioAssociazione
ProfessionaleAIAS Formazione
dossier
41Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
contro la salute e sicurezza sul lavoro l’applica-
zione del D.Lgs. n. 231/2001 che aveva introdot-
to in Italia, con esito piuttosto limitato, la respon-
sabilità “amministrativa” degli enti, che in realtà
si caratterizza come una responsabilità penale
delle organizzazioni (imprese, aziende, enti pub-
blici e privati, ecc). Poco dopo il D.Lgs. n. 81/2008
oltre al merito di aver semplificato e compattato
molta della precedente legislazione sulla SSL, ha
promosso la diffusione di una nuova cultura della
SSL attraverso l’invito all’adozione di modelli di
organizzazione, gestione e controllo efficienti e
efficaci e ha recepito in toto quanto già espresso
dal D.Lgs. n. 123/2007 sui gravi reati verso la SSL
inclusi nel dettato del D.Lgs. N. 231/2001; inoltre
ha incentivato la diffusione di buone pratiche di
responsabilità sociale attraverso il finanziamento
da parte dell’IANIL di proget-
ti che portino alla riduzione
dei tassi di infortunio. Infine
il D.Lgs. n. 121/2011 ha este-
so anche a gravi reati contro
l’ambiente l’ambito applicati-
vo della responsabilità penale
delle organizzazioni. Così si è
affermato finalmente il concet-
to che le organizzazioni sono
responsabili delle conseguenze
delle azioni scorrette del loro
personale, ove ne traggano be-
neficio economico, e il D.Lgs. n.
231/2001 ha avuto effetti im-
portanti per il mondo econo-
mico italiano, e ne avrà ancor
più nel prossimo futuro, sem-
plificando la vita delle imprese,
con vantaggi in termini di mag-
giore efficienza e di trasparen-
za dei comportamenti, ossia di
capacità e disponibilità di ren-
dere conto delle proprie azioni
alla comunità e allo Stato. Pa-
rallelamente, a livello interna-
zionale e italiano la pubblicazione, a fine 2010,
della norma UNI ISO 26000, ha chiarito come si
può declinare la responsabilità sociale delle or-
ganizzazioni verso le comunità tecniche e sociali,
locali o globali, a seconda della sfera d’influenza
della propria attività sul territorio.
Per lo standard UNI ISO 26000 un’organizzazio-
ne è socialmente responsabile se attua un com-
portamento etico e trasparente che:
·	 contribuisca allo sviluppo sostenibile, inclu-
dendo la salute e il benessere della società;
·	 tenga conto delle aspettative dei portatori
d’interesse, gli stakeholder;
·	 sia in conformità con la legislazione applicabi-
le e coerente con le norme internazionali di
comportamento;
·	 integri i temi della responsabilità sociale in tut-
ta l’organizzazione e li metta in pratica nelle
relazioni relative alla propria attività (prodotti,
servizi e processi) nella propria sfera d’influen-
za.
Sette sono le tematiche attraverso le quali,
adottando un approccio olistico e proattivo,
si può contribuire, attraverso l’impatto delle
proprie attività, allo sviluppo sostenibile e al
benessere della società, come schematizzato
nella figura 1:
·	 il governo stesso dell’organizzazione (la cosid-
detta governance);
·	 il rispetto dei diritti umani;
·	 i rapporti e le condizioni di lavoro (inclusa la
sicurezza e la salute sul lavoro);
·	 l’ambiente;
·	 le corrette prassi gestionali;
·	 gli aspetti specifici relativi ai consumatori;
·	 il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità.
L’integrazione dei metodi e principi della qualità
Fig. 1 - Relazioni tra responsabilità sociale delle organizzazioni e sviluppo
sostenibile
42 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di GiuseppeAngelico - Priscila Escobar Rojo
alla gestione operativa garantirà il raggiungimen-
to degli obiettivi di miglioramento, di efficienza
e di efficacia, che deriveranno dalla strategia di
responsabilità e di cultura aziendale aperta all’in-
novazione sociale e alle esigenze degli stakehol-
der che sarà coerentemente adottata. Tenendo
presente che il motto “misurare per migliorare”
è la base della qualità, non è fuori luogo far no-
tare che lo sviluppo è misurato, ormai da vari
anni, attraverso l’Indice di Sviluppo Umano ISU
adottato dalle Nazioni Unite. L’Italia è nella fascia
dei paesi a sviluppo molto alto, al 25° posto, con
valore di indice superiore a quello della media
dell’Unione europea (al 35° posto), precedendo
il Regno Unito (al 27° posto).
Il concetto di sostenibilità dello sviluppo,così come
declinato - con specifico riferimento al mosaico
di ambiti culturali e territoriali presente in Italia -
nell’approccio territorialista di Alberto Magnaghi,
Alessandro Giangrande ed altri, è riferibile in par-
ticolare non solo alla riproducibilità delle risorse
naturali (sostenibilità ambientale in senso stretto),
ma anche ai sistemi territoriali e urbani (sostenibi-
lità territoriale), oltre che alla coerenza dei sistemi
produttivi con la valorizzazione del patrimonio
territoriale e con lo sviluppo dell’imprenditorialità
locale (sostenibilità economica) e alla crescita di
autogoverno delle società locali (sostenibilità so-
cio - culturale e politica).
LA STRATEGIA DELL’INTEGRAZIONE TER-
RITORIALE TRA LA PRODUZIONE AGRI-
COLA E L’UTILIZZAZIONE DI FONTI ENER-
GETICHE RINNOVABILI
Guardando al tema “Nutrire il pianeta, energia
per la vita”, possiamo prendere a riferimento il
Rapporto TER13 dell’UNCTAD (United Nation
Conference on Trade and Development - Trade
and Environment Review 2013) che ha svilup-
pato il tema “Svegliati prima che sia troppo tar-
di! Fai agricoltura realmente sostenibile adesso,
per la sicurezza del cibo in un clima che cambia”
(“Wake up before it is too late – Make agricul-
ture truly sustainable now for food security in a
changing climate”).
Vi si sostiene con forza, come mostra il titolo
scelto per il rapporto, che è necessario passa-
re da un approccio lineare a uno olistico nello
sviluppo e nella gestione dell’agricoltura, a un
approccio cioè che rispecchi la multifunzionali-
tà dell’agricoltura e riconosca all’agricoltore non
solo il ruolo di produttore di cibo, ma anche di
gestore di un sistema agro - ecologico che inclu-
de una serie di beni e servizi comuni quali l’ac-
qua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità,
gli spazi ricreativi.A livello locale bisogna favorire
pertanto un mosaico di sistemi produttivi multi-
funzionali sostenibili e rigenerativi che integrino
tutte le possibili produzioni utili alla comunità.
Un esempio è fornito nel modello di sistema in-
tegrato rappresentato in
figura 2, tratto dal Com-
mento XIII del Rapporto
TER13 suddetto. Mae-
Wan Ho dell’Institute
of Science in Society di
Londra ed altri, in un ar-
ticolo del 2008, vi hanno
rappresentato con caselle
a sfondo grigio il sistema
di produzione energetica
rinnovabile (che inclu-
de la micro produzione
idroelettrica tra le fonti
energetiche rinnovabi-
li previste) e in verde la
produzione alimentare,
mentre il testo in grigio
si riferisce al ciclo di con-
servazione dell’acqua.
Per quanto riguarda la si-
tuazione italiana, iniziamo
citando uno studio recen-Fig. 2 - Un sistema integrato per la produzione di cibo e di energia
43Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
temente predisposto nell’ambito di un progetto
finanziato dall’Ue, che fa riferimento al territorio
della Provincia di Cremona. Nonostante la mor-
fologia pianeggiante della Provincia, lo studio ha
confermato la possibilità dello sviluppo di mini
e micro impianti idroelettrici così come la loro
fattibilità economica utilizzando ruote idrauliche
o coclee invece delle tradizionali ruote Kaplan.
Infatti nella complessa rete idrografica che ca-
ratterizza il territorio, il potenziale idroelettrico
è distribuito quasi uniformemente e il suo svilup-
po sarebbe possibile sia recuperando la rete dei
vecchi mulini sia con interventi sulla rete irrigua.
Ciò nonostante si è evidenziato che quasi tutto
questo potenziale idroelettrico è caratterizzato
da bassi valori di capacità installata nei siti e che
la migliore prestazione di ciascun impianto si
potrà avere solo in caso di autoconsumo dell’e-
nergia prodotta, il che rende meno interessante
l’investimento per uno stakeholder che non sia
anche utilizzatore diretto. Inoltre vi è la difficol-
tà dei possibili conflitti tra le diverse concessio-
ni d’uso dell’acqua che sono vecchie e derivate
dall’estendersi progressivo della rete irrigua nel
corso degli ultimi secoli. In questo contesto ogni
possibilità di sviluppo idroelettrico richiede l’in-
tegrazione delle esigenze proprie dell’agricoltura
negli obiettivi del progetto idroelettrico. Ancora
meglio, bisognerebbe che i Consorzi agricoli già
esistenti nella regione includessero la produzio-
ne idroelettrica nel loro core-business, princi-
palmente per autoconsumo. E’ cioè necessario
che gli agricoltori, oggi unici attori nei Consorzi
agricoli locali, guardino al territorio su cui opera-
no con un approccio più olistico e decidano di
ampliare all’energia il loro campo d’intervento o
accettino di includere nella loro organizzazione
attori che si occupano di energia, coi quali dialo-
gare e cooperare per rendere più autosostenibi-
le lo sviluppo locale incrementandone la capacità
di produrre ricchezza attraverso l’integrazione
con la produzione elettrica.
In quest’ottica diventa prioritaria l’applicazio-
ne del concetto chiave dell’approccio terri-
torialista allo sviluppo sostenibile, lo sviluppo
locale autosostenibile, inteso anche come lo
sviluppo delle culture, dei soggetti economici
e delle tecniche in grado di attivare sinergica-
mente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli
attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni
fondamentali e promozione di ecosviluppo.
Questo sviluppo localmente autosostenibile si
attua attraverso:
·	 la crescita delle società locali (autogoverno);
·	 il rispetto delle differenze e delle specificità
culturali;
·	 l’individuazione di modalità di progettare e co-
struire fondate su nuovi principi (autoproget-
tazione, autocostruzione);
·	 la produzione di ricchezza riferita ai valori ter-
ritoriali;
·	 il raggiungimento di equilibri ecosistemici a
scala locale.
Un altro caso, in cui l’integrazione con la produ-
44 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di GiuseppeAngelico - Priscila Escobar Rojo
zione elettrica è invece già in atto, rimanendo
ancora nell’ambito della Lombardia, è quello del
Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, nel
cui comprensorio l’utilizzo delle acque del ca-
nale Muzza per impiego extra agricolo è stato
attuato inizialmente per uso di refrigerazione in
impianto termoelettrico, con esperienze pilota
applicate a partire dagli anni ‘70 che si sono pro-
gressivamente perfezionate ed ampliate nell’at-
tuale uso industriale per il ciclo di refrigerazione
di sei grandi gruppi termoelettrici: 2 della cen-
trale A2A di Cassano d’Adda (MI) e quattro di
quella E.ON diTavazzano - Montanaso (LO),con
potenza complessiva installata in queste centrali
pari a circa 2000 MW. La mitigazione delle rigide
temperature invernali delle acque dell’Adda, a
seguito del passaggio delle portate nei conden-
satori termoelettrici delle due centrali, rende le
acque del canale Muzza ideali per l’allevamento
ittico.Sono perciò stati realizzati due impianti che
prelevano portate finalizzate al mantenimento
idrico di vasche per l’allevamento di anguille e
storioni. L’acqua fluente, prelevata con specifico
canale direttamente dal corpo idrico principale,
alimenta a gravità, utilizzando un dislivello natu-
rale, l’invaso idrico dell’allevamento e poi viene
integralmente restituita più a valle.
Da tempo il Consorzio MBL ha elaborato inoltre
un piano strategico di uso delle acque anche
per la produzione idroelettrica. Ad oggi è stata
realizzata solo una prima parte del programma
che alla fine permetterà lo sfruttamento diretto
delle acque del Muzza in corrispondenza di sei
salti: Cassano scaricatore 3, Levata di Paullo, Le-
vata Bolenzana, Levata di Quartiano (localizzati
sullo stesso Muzza) e Cascate di Montanaso 1 e
2 (ubicati sul canale Belgiardino che ha funzione
di scaricatore regolatore). n
45Informatore AIAS | N.2/2014 |
a proposito di expo 2015...
Creare, promuovere e gestire un program-
ma coordinato di eventi oltre a un logo
che contraddistingua gli appuntamenti culturali,
commerciali e turistici realizzati in città in occa-
sione di EXPO 2015. Questo l’obiettivo delle li-
nee guida di “EXPO in città”,progetto promossa
da una convenzione tra Comune e Camera di
Commercio di Milano.
“Questa convenzione permetterà a tutti gli ope-
ratori interessati a realizzare eventi e appunta-
EXPO Milano 2015:
Comune e Camera di Commercio
insieme per promuovere la
manifestazione in città
menti durante il periodo di EXPO 2015 di avere
un unico interlocutore, facilitando di fatto l’in-
contro tra domanda e offerta contribuendo a
velocizzare la concessione di spazi e aree pub-
bliche”. Così spiega l’assessore al Commercio,
Attività produttive e Turismo Franco D’Alfonso
che prosegue:“Grazie alla collaborazione con la
Triennale di Milano vogliamo dar vita a un logo di
“EXPO in città” che permetta a cittadini e turisti
una facile identificazione di tutti gli eventi che
andranno a comporre
l’offerta culturale, artistica
e commerciale della città
durante l’intero periodo
della manifestazione”.
“L’obiettivo di “EXPO in
città” è quello di raccor-
dare, valorizzare e facili-
tare tutte le iniziative che
si terranno al di fuori di
quelle previste nel sito
espositivo dell’Esposizio-
ne universale - ha dichia-
rato Pier Andrea Cheval-
lard, segretario generale
della Camera di commer-
cio di Milano. - Occorre
infatti investire sul mo-
dello “fuori salone”per
coinvolgere tutta la città
nell’evento del 2015 e
offrire le maggiori oppor-
abstract
EXPO in Città è un progetto voluto fortemente dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano con il convinto
sostegno di EXPO Milano 2015.
The aim of the “EXPO in città” (EXPO in the city) project is to offer EXPO visitors many events open to their participation.
Comunicato stampa
Fonte: www.expoincitta.com
Fig. 1 – Iniziativa Sapori e saperi in biblioteca. Album fotografico del Comune
di Milano per EXPO in città
46 | N.2/2014 | Informatore AIAS
a proposito di expo 2015...
tunità possibili al sistema delle
imprese. Ricordo che secondo
una recente ricerca della Camera
di commercio, EXPO – dal 2012
al 2020 - porterà un indotto di
circa 23 miliardi, di cui 4 nel tu-
rismo”.
Al centro del provvedimento l’i-
deazione e la realizzazione di un
logo ad hoc e di una immagine
coordinata “EXPO in città” che
permetta a turisti, cittadini e city
user di identificare, in maniera im-
mediata e intuitiva, tutti gli appun-
tamenti e gli eventi che prende-
ranno vita nelle piazze, nei parchi
e in tutti i luoghi pubblici e privati
in sintonia con le tematiche di
EXPO 2015.
Prevista anche la creazione e la
condivisione di un calendario uni-
co e georeferenziato degli eventi
consultabile sia attraverso i siti
web già esistenti, come il “Portale
del Turismo del Comune di Milano”, ma anche
attraverso smart phone, tablet e altre piattafor-
Fig. 2 – Iniziativa Tavolo,arte e cultura. (Annibale Carracci ”Il mangiatore
di fagioli”).Album fotografico del Comune di Milano per EXPO in città
me, grazie allo sviluppo di una apposita App, in
grado di intercettare il maggior numero di po-
tenziali fruitori dell’offerta culturale, turistica e
commerciale durante il periodo compreso tra il
1 maggio e il 31 ottobre 2015.
La collaborazione tra Comune e Camera di
Commercio vede anche la realizzazione di un
catalogo on line degli “spazi temporanei dispo-
nibili” per la realizzazione di esposizioni, attività
e appuntamenti facilitando così l’incontro tra
domanda e offerta. Previsto anche un servizio
di informazioni sulle modalità di acquisizione di
autorizzazioni e permessi per l’uso degli spazi e
per la realizzazione delle iniziative e degli eventi
da parte dei molteplici attori che vorranno ani-
mare il territorio prima e durante EXPO 2015.
Con l’obiettivo di facilitare il rapporto tra Am-
ministrazione, Camera di Commercio e privati.
Il costo complessivo massimo per la realizzazio-
ne di tutte le attività previste dalla convenzione è
di 400mila euro: 200mila euro a carico dell’Am-
ministrazione e 200mila a carico di Camera
di Commercio di Milano. La convenzione avrà
durata dalla sottoscrizione sino al 31 dicembre
2015. n
Fig. 3 – Iniziativa Latte e linguaggio.Album fotogra-
fico del Comune di Milano per EXPO in città
47Informatore AIAS | N.2/2014 |
a proposito di expo 2015...
EssereVolontario in EXPO Milano 2015
abstract
EXPO Milano 2015 ha, tra gli altri scopi, quello di attivare diverse opportunità di Partecipazione all’Evento. Per questo il
volontariato, nelle sue varie forme, è forse lo strumento più adatto per coinvolgere quanti più cittadini possibile. Ogni singolo
cittadino e le Associazioni di Volontariato sono i protagonisti del Programma Volontari ed è per questo che EXPO Milano
2015 intende fin da subito coinvolgere tutte le organizzazioni e dare l’occasione di candidarsi a tutti. La rete dei Centri
Servizio per il Volontariato è al nostro fianco in questa avventura.
EXPO Milano 2015 intends to give to all the organizations and private citizens the opportunity to participate and being
involved in its voluntary program.
Comunicato stampa
Fonte: http://www.expo2015.org/it/progetti/programma-volontari
Il Programma Volontari per EXPO 2015 ha,
come scopo principale, quello di permettere a
tutti i cittadini italiani e non, che vorranno es-
sere parte di questo grande Evento, di attivar-
si nell’accoglienza e supporto per i visitatori e i
partecipanti provenienti da tutta Italia e da tutto
il mondo, dando
un chiaro ed evi-
dente messaggio
e immagine di in-
tegrazione, univer-
salità e solidarietà,
trasferendo i valori
e i contenuti del
Tema Nutrire il
Pianeta, Energia
per la Vita, attra-
verso un’opera
di informazione e
sensibilizzazione.
Ogni Cittadino di-
venta così una parte attiva dell’Evento. Parteci-
pare ad uno dei più grandi eventi in Italia dell’ul-
timo secolo è una esperienza unica e irripetibile
e potrà essere resa ancora più unica con il con-
tributo di migliaia di giovani e meno giovani che
decideranno di partecipare.
Decidendo di essere parte del team di Volon-
tari per EXPO Milano 2015 anche tu non solo
contribuirai al successo della manifestazione ma
acquisirai competenze e conoscenze uniche, di-
ventando portatore del messaggio di accoglien-
za e integrazione dell’Esposizione.
Essere Volontario ti permetterà anche di co-
struire qualcosa per te. Potrai:
·	 ampliare le tue conoscenze ed esperienze, ren-
dendoti partecipe di un contesto, internazionale,
multiculturale e multilingue che sarà un percorso
formativo e di crescita;
·	 costruire un network di relazioni vere basato su
entusiasmo, energia, talento, intraprendenza, vo-
glia di fare ed esperienze vissute, che potrà es-
serti utile anche nel
tuo futuro;
·	 sviluppare nuo-
vi ambiti di inte-
resse vivendo una
esperienza unica e
differente dalla vita
di tutti i giorni, sco-
prendo le tue atti-
tudini e i tuoi talenti
non esplorati fino a
quel momento
Per dare risposta
a differenti esigen-
ze e offrire a tutti
l’opportunità di partecipare, EXPO Milano 2015
ha pensato al Programma Volontari come a un
insieme di differenti forme di partecipazione.
Ciascuna di questi ha specifici tempi, modalità di
attivazione e posti disponibili: vedi http://volunte-
er.expo2015.org/it/programmi
IVOLONTARI NEI GRANDI EVENTI INTER-
NAZIONALI
A Londra 2012 erano in 70.000, a Torino nel
2006 18.000, all’Esposizione di Shanghai nel
2010 si sono attivati in 70.000.
IVolontari sono un network incredibile, alcuni di
loro hanno dato vita ad associazioni dopo i gran-
di eventi – dalla Spagna al Giappone – e ancora
48 | N.2/2014 | Informatore AIAS
a proposito di expo 2015...
oggi partecipano girando il mondo e stringendo
nuove amicizie.
Diventare un Volontario significa entrare a far
parte di qualcosa di più grande.
EREDITÀ DEL PROGRAMMAVOLONTARI
Nel pensare al Programma Volontari, EXPO
2015 ha cercato di capire cosa poteva offrire ai
cittadini e cosa potevano formare un così gran-
de numero di persone.
La risposta è arrivata quasi subito: un grande So-
cial Network. La sola differenza è che coinvol-
gere direttamente le persone rende il network
reale, vero. Diventando Volontario stringerai pri-
ma amicizia nella realtà, ti scambierai esperienze
reali, potrai vedere i sorrisi dal vivo e parlare con
persone da tutto il mondo.
Amicizia, esperienza e conoscenza, questi sono i
valori sui quali poggia il nostro vero social network.
E quando tutto finirà? Se i tuoi nuovi amici tor-
neranno a casa in altri Paesi, potrai continuare
a restare in contatto con loro via internet e
magari andarli anche a trovare o perché no fare
ilVolontario nel loro paese al prossimo Grande
Evento!
IL CAPITALE SOCIALE
Il Programma Volontari, in tutte le sue forme di
partecipazione, determina uno sviluppo del Ca-
pitale Sociale locale e nazionale.
Il numero di ore di volontariato, di formazione
e il totale delle persone coinvolte permette di
accrescere la consapevolezza e i valori dell’aiuto,
dell’accoglienza e della solidarietà,rendendo tutti
noi portatori di un messaggio universale.
E’ un’opportunità unica di partecipazione ad un
Evento di portata internazionale nonché la pos-
sibilità di vivere attivamente il proprio status di
cittadino del mondo. Il Programma lascerà molte
altre eredità materiali e immateriali:
·	 costruzione e mantenimento di una Comunità di
Volontari attiva sul territorio che può fornire sup-
porto anche per altre iniziative post EXPO 2015;
·	 costituzione di una collettività virtuale che permetterà
di mantenere viva e rendere coesa tale Comunità ol-
tre a costituire una base di interazione «a rete» per i
prossimi Grandi Eventi ospitati nel nostro Paese e non;
·	 la creazione nell’ambito del programma Servizio
Civile Nazionale e di DoteComune EXPO dei
“corridoi” di competenza attraverso cui diffondere
l’esperienza EXPO 2015 prima e dopo l’Evento.
DIVENTAVOLONTARIO
Selezionare il bando di interesse all’indirizzo:
https://expo2015.mua.hrdepartment.com/hr/ats/
JobSearch/viewAll?change_user_language=2 n
49Informatore AIAS | N.2/2014 |
giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE,
SEZ.III PENALE,SENT.N.
19093 DEL 3 MAGGIO 2013
La possibile confusione sulla
provenienza del cibo integra il
reato di frode in commercio
La normativa comunitaria, rece-
pita dalla legislazione statale, è
tesa ad assicurare l’informazione
del consumatore prevenendo
equivoci sull’origine del prodotto sia con riferi-
mento al contenuto dell’etichettatura sia, più in
generale, con riferimento alle modalità di pre-
sentazione complessive di esso.
IL FATTO
Il nucleo operativo provinciale del corpo forestale
dello Stato e l’ispettorato del servizio fitosanita-
rio regionale, nell’ambito di una verifica, avevano
sequestrato nel reparto ortofrutta del supermer-
cato (OMISSIS), 65 confezioni sotto vuoto di pi-
stacchi sgusciati la cui etichetta recava indicazioni
in caratteri grandi “ (OMISSIS) - sfiziosità siciliane
- pistacchi sgusciati” e in basso, in caratteri assai
più minuti, scarsamente leggibili a occhio nudo, la
indicazione “ingredienti: pistacchi sgusc. Mediter-
raneo”, ritenendo trattarsi di più di pistacchi di
origine extracomunitaria, verosimilmente turca.
Il reato ipotizzato è quello di frode in commer-
cio di cui all’articolo 515 c.p..
Il tribunale del riesame ha confermato il decreto
di convalida ritenendo la sussistenza del fumus
del reato in relazione alla consegna di una cosa
diversa per origine, provenienza, qualità o quan-
tità da quella oggetto del contratto.
LA DIFESA
Assume al riguardo che l’espressione “sfiziosi-
tà siciliane” è riconducibile alla origine siciliana
dell’azienda la quale in territorio siciliano confe-
Le Leggi son,
ma chi pon mano ad esse?
(Dante Alighieri, Purgatorio, XVI)
a cura di
Giorgio Carozzi
Coord.Settore Normativa,Indirizzi
Legislativi,Tutela Sindacale e
AssistenzaAssicurativa diAIAS
ziona e commercializza prodotti
principalmente frutta secca aven-
ti origine isolana.
Peraltro si fa notare anche che il
pistacchio siciliano di maggior pre-
gio è quello prodotto in località
(OMISSIS) il quale tuttavia, essendo
a denominazione di origine pro-
tetta, deve essere sempre accom-
pagnato dalle indicazioni prescritte
per poter indirizzare il consumato-
re verso il prodotto e che, in mancanza di esse,
nessuna confondibilità è comunque possibile.
LA SENTENZA
Per quanto concerne la necessità di indicare il
luogo di origine del prodotto alimentare il De-
creto Legislativo n. 109 del 1992, articolo 3, let-
tera m), in realtà senza eccezione alcuna, rende
obbligatoria l’indicazione del luogo di origine o
di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa
indurre (come nella specie) in errore l’acquiren-
te circa l’origine o la provenienza del prodotto.
Peraltro al Decreto Legislativo n. 109 del 1992
ha fatto seguito la Legge n. 4 del 2011 recan-
te “Disposizioni in materia di etichettatura e di
qualità dei prodotti alimentari”.
Questa legge prevede infatti che
“1. Al fine di assicurare ai consumatori una comple-
ta e corretta informazione sulle caratteristiche dei
prodotti alimentari commercializzati, trasformati,
parzialmente trasformati o non trasformati, nonché
al fine di rafforzare la prevenzione e la repressio-
ne delle frodi alimentari, è obbligatorio, nei limiti e
secondo le procedure di cui al presente articolo, ri-
portare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle
indicazioni di cui al Decreto Legislativo 27 gennaio
1992 n. 109, articolo 3, e successive modificazioni,
l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e,
in conformità alla normativa dell’Unione Europea,
dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia
50 | N.2/2014 | Informatore AIAS
giurisprudenza
presenza di organismi geneticamente modificati in
qualunque fase della catena alimentare, dal luogo
di produzione iniziale fino al consumo finale.
2. Per i prodotti alimentari non trasformati, l’indica-
zione del luogo di origine o di provenienza riguarda
il Paese di produzione dei prodotti.
3. Per i prodotti alimentari trasformati, l’indicazione
riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasfor-
mazione sostanziale e il luogo di coltivazione e al-
levamento della materia prima agricola prevalente
utilizzata nella preparazione o nella produzione dei
prodotti”.
Il tribunale non si limita al contenuto della eti-
chettatura del prodotto in questione ma cor-
rettamente valuta per la sussistenza del reato
l’insieme degli elementi che concorrono alla
presentazione del prodotto.
Ed invero, non solo si sofferma sulla confusio-
ne che l’etichettatura è in grado di generare per
il suo contenuto, logicamente osservando che
la dicitura “pistacchi sgusc. Mediterraneo” non
consente di risalire al Paese reale di produzio-
ne dei pistacchi - verosimilmente la Turchia - ed
anzi può avvalorare la “sicilianità” del prodotto,
ma rileva e stigmatizza anche la scarsa leggibilità
dell’etichettatura stessa per i caratteri (estrema-
mente minuti) utilizzati a fronte della particolare
visibilità del logo “sfiziosità siciliane”, osservan-
do con motivazione logica e pertinente che il
consumatore inevitabilmente è fuorviato da tali
elementi nell’individuazione del luogo di origine
del prodotto.
Il Decreto Legislativo n. 109 del 1992, con cui è
stata data attuazione alle direttive 89/395/CEE e
89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la pre-
sentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari,
all’articolo 2, comma 1 stabiliva in via generale
che “L’etichettatura, la presentazione e la pubblici-
tà dei prodotti alimentari non devono indurre in er-
rore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto e
precisamente sulla natura, sulla identità, sulla quali-
tà, sulla composizione, sulla quantità, sulla durabili-
tà, sul luogo di origine o di provenienza, sul modo di
ottenimento o di fabbricazione del prodotto stesso”.
Si deve dunque ritenere che l’obbligo di indica-
zione del luogo di origine sorge,ogniqualvolta sia
possibile una confusione sul punto.
Ma oltre a tale aspetto espressamente prevede
all’articolo 7 “pratiche leali di informazione” che “I
paragrafi 1,2 e 3 si applicano anche:a) alla pubblici-
tà; b) alla presentazione degli alimenti, intendendosi
per tale la particolare forma, aspetto o imballaggio,
materiale d’imballaggio utilizzato, al modo in cui
sono disposti o contesto nel quale sono esposti”.
È chiara, quindi, l’indicazione che proviene dalla
sede comunitaria di assicurare l’informazione del
consumatore prevenendo equivoci sull’origine
del prodotto sia con riferimento al contenuto
dell’etichettatura sia, più in generale, con riferi-
mento alle modalità di presentazione comples-
sive di esso.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pa-
gamento delle spese processuali.
CORTE DI CASSAZIONE,
SEZ.III PENALE,SENT.N.6621
DEL 12 FEBBRAIO 2014
Deteneva formaggi alterati o nocivi: la condanna è
senza il beneficio della condizionale
La detenzione a fini commerciali di sostanze ali-
mentari comporta l’obbligo di verifica e manteni-
mento delle condizioni igieniche degli alimenti,che
devono essere consumabili senza rischi.In assenza
di tali cautele, la condanna comporta l’applicazio-
ne della pena senza i benefici della condizionale.
IL FATTO
Il Tribunale di Mondovì ha condannato (OMISSIS)
alla pena, condizionalmente sospesa, di 5.000,00
euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese
processuali, per il reato di cui alla Legge 283/62,
per avere, nella qualità di legale rappresentante
del caseificio “(OMISSIS)”, detenuto per la vendita
sostanze alimentari insudiciate, invase da parassiti,
51Informatore AIAS | N.2/2014 |
giurisprudenza
in stato di alterazione o comunque nocive (partita
di formaggio OMISSIS nel quale era rilevata la pre-
senza di enterotossina stafilococcica).
Era risultato che, nel corso di un controllo ordi-
nario eseguito in via amministrativa dal persona-
le della A.S.L. presso il caseificio della “(OMISSIS)”
venne trovata una partita di formaggio (OMISSIS)
(una forma di formaggio, dalla quale vennero
prelevate cinque unità campionarie) risultata a
seguito delle analisi effettuate dall’Istituto Zoo-
profilattico del Piemonte, Liguria eValle d’Aosta,
contaminata da enterotossine stafilococciche.
Per l’annullamento dell’impugnata sentenza ha
proposto ricorso per Cassazione il difensore
dell’imputato, affidando le doglianze a sette spe-
cifici motivi di gravame.
Con il primo motivo si sostiene che l’imputato
svolgesse, all’epoca del controllo effettuato dai
vigili sanitari dell’ASL, esclusivamente le funzio-
ni di presidente della cooperativa, occupandosi
delle sole attività di rappresentanza e delle attivi-
tà amministrative senza alcuna ingerenza.
Con il secondo motivo assume come errone-
amente il Giudice di prime cure abbia ricono-
sciuto la penale responsabilità dell’imputato,
ritenendo che il prodotto fosse già pronto per
la commercializzazione, laddove la normativa
Europea in ambito di controlli microbiologici
prescrive che la ricerca delle enterotossine sta-
filococciche sul formaggio debba essere fatta sui
prodotti immessi sul mercato nel loro periodo
di conservabilità. In ogni caso, si osserva che, non
essendo all’epoca del campionamento termina-
ta la stagionatura, ben poteva il prodotto essere
ancora sottoposto a verifiche da parte della co-
operativa in sede di autocontrollo.
Con il terzo motivo si denuncia il vizio di man-
canza di motivazione, avendo il primo giudice in-
spiegabilmente ritenuto irrilevante il fatto che le
cinque aliquote campionarie fossero state pre-
levate da un’unica forma di formaggio e non da
più forme diverse, come invece implicitamente
richiederebbe il regolamento U.E.
Con il quarto motivo rileva il ricorrente come le
evidenze dibattimentali abbiano invece fatto emer-
gere la circostanza che il laboratorio avesse utilizza-
to per la sua analisi la“revisione 3”, laddove già era
operativa la “revisione 5”, ossia una metodologia
analitica migliorativa delle tecniche volte a rendere
più precisi e completi i risultati delle analisi.
Con il quinto motivo sostiene il ricorrente come
il primo giudice avendo condannato l’imputato
per il titolo di reato relativo alla detenzione di
sostanze alimentari nocive, abbia ritenuto inte-
grata la fattispecie incriminatrice sul rilievo che
la presenza non consentita di enterotossine sta-
filococciche negli alimenti fosse da reputarsi po-
tenzialmente nociva, con ciò incorrendo nel vizio
denunciato di erronea interpretazione della nor-
ma penale, in quanto la nocività di un alimento
non può essere valutata, ad avviso del ricorrente,
solo astrattamente o potenzialmente, essendo
invece necessario, per l’integrazione della fatti-
specie, che l’alimento abbia una reale e concreta
idoneità a porre in pericolo la salute pubblica.
Con il sesto motivo deduce il ricorrente come
la sentenza impugnata, senza individuare gli ele-
menti fattuali integranti il comportamento col-
poso asseritamente tenuto dall’imputato, abbia
fatto discendere il giudizio di colpevolezza sulla
base della mera verificazione dell’evento, lad-
dove il giudizio di rimproverabilità avrebbe ri-
chiesto un aggancio a comportamenti colposi
specificamente individuati. Nel caso di specie,
la cooperativa era dotata di un idoneo sistema
di autocontrollo e dunque era fornita di misure
precauzionali volte a prevenire e ad evitare il ri-
schio di contaminazione.
Con il settimo ed ultimo motivo rileva il ricorren-
te come,con la sentenza impugnata,sia stato con-
cesso il beneficio della sospensione condizionale
della pena che, nel caso di specie, non avrebbe
potuto trovare riconoscimento stante l’espresso
divieto posto dalla Legge n. 283 del 1986, articolo
6, comma 5 (ora comma 4), ove viene stabilito
che in caso di condanna per frode tossica o co-
munque dannosa alla salute non si applicano le
disposizioni degli articoli 163 e 175 c.p., rientran-
do nella nozione di “frode tossica” qualsiasi fatto
contravvenzionale previsto nella Legge n. 283 del
1962, articoli 5 e 6, insidioso per se stesso o pro-
duttivo di effetti insidiosi, da cui derivi un’attitudi-
ne della sostanza a produrre effetti intossicanti o
comunque un pericolo di danno per la salute del
consumatore da accertarsi in concreto.
Oltre che per i suddetti motivi, il ricorrente
comunque chiede la revoca della sospensione
condizionale della pena, in considerazione della
lesione degli interessi e dei diritti che dalla con-
cessione a lui deriverebbero,tanto sul rilievo che,
essendo intervenuta condanna alla sola pena pe-
cuniaria della ammenda, la concessione del be-
neficio costituisce per l’imputato motivo ostativo
o comunque di significativo ritardo nell’ottenere
l’eliminazione della condanna dal casellario giu-
diziale.
52 | N.2/2014 | Informatore AIAS
giurisprudenza
LEVALUTAZIONI DELLA CORTE
DI CASSAZIONE
Il ricorso è fondato sulla base del settimo mo-
tivo di impugnazione e va rigettato nel resto.
Quanto al primo motivo, la giurisprudenza di
questa Corte ha recentemente chiarito che la
delega di funzioni nell’esercizio di un’attività di
impresa esonera il titolare dalla responsabilità
penale connessa alla posizione di garanzia se è
conferita per iscritto al delegato, essendo inido-
nea l’attribuzione in forma orale.
Quanto al secondo motivo il regolamento
2073/2005 U.E., come peraltro modificato dal
regolamento 1441/2007 U.E., espressamente
richiede che la sicurezza dei prodotti alimentari
sia “garantita principalmente da misure di pre-
venzione, quali la messa in atto di pratiche cor-
rette in materia di igiene e di procedure basate
sui principi dell’analisi dei rischi e dei punti critici
di controllo...” e che a norma del regolamento
(CE) n. 882/2004, relativo ai controlli ufficiali
intesi a verificare la conformità alla normativa
in materia di mangimi e di alimenti e alle nor-
me sulla salute e sul benessere degli animali,
“gli Stati membri provvedono a che siano eseguiti
periodicamente controlli ufficiali, in base ad una
valutazione dei rischi e con frequenza appropria-
ta; tali controlli devono essere eseguiti in fasi op-
portune della produzione, della trasformazione e
della distribuzione degli alimenti, per garantire che
gli operatori del settore rispettino i criteri stabiliti
dal presente regolamento”.
Ne consegue come siano imposte agli Stati
membri misure di prevenzione adottabili anche
nella fase di produzione e di trasformazione del
prodotto, oltre naturalmente che nella fase del-
la distribuzione, per una maggiore ed anticipata
tutela della salute del consumatore.
Con il terzo ed il quarto motivo il ricorrente
sottopone alla cognizione della Corte di Cas-
sazione censure non consentite, sollevando
questioni relative alla valutazione del materiale
probatorio, il cui apprezzamento rientra nella
esclusiva competenza del giudice di merito.
Il quinto motivo è parimenti infondato. In pre-
senza della riscontrata contaminazione dell’ali-
mento, invece, il Tribunale si è correttamente
attenuto al principio di diritto secondo il quale
la detenzione a scopo di vendita di sostanze
alimentari “comunque nocive”, costituisce un
reato di pericolo concreto, con la conseguen-
za che, affinché una sostanza alimentare possa
qualificarsi nociva, è sufficiente la riscontrata
presenza di agenti patogeni, come nella specie
le enterotossine stafilococciche, che abbiano
l’attitudine a cagionare danni o porre a rischio
la salute umana.
Anche il sesto motivo è infondato. Il Tribunale,
nella valutazione dell’elemento soggettivo, ha
spiegato come al produttore incomba l’onere
di eseguire tutti i controlli che possano con-
durre a verificare ed eliminare eventuali peri-
coli per la salute del consumatore senza che,
in mancanza, possa invocare a sua discolpa il
semplice affidamento sui controlli effettuati a
monte o eseguiti dall’autorità.
È invece fondato il settimo ed ultimo motivo
di gravame con il quale il ricorrente lamen-
ta che siano stati concessi i benefici della so-
spensione condizionale della pena e della non
menzione stante l’espresso divieto posto dalla
Legge n. 283 del 1962, articolo 6, ove viene
stabilito che in caso di condanna per frode
tossica o comunque dannosa alla salute non
si applicano le disposizioni degli articoli 163
e 175 c.p..
Questa Corte, come lo stesso ricorrente sot-
tolinea, ha precisato che, in tema di tutela pena-
le degli alimenti, per “frode tossica o comunque
dannosa alla salute” deve intendersi qualsiasi
fatto contravvenzionale previsto nella Legge n.
283 del 1962, articoli 5 e 6, insidioso per se
stesso o produttivo di effetti insidiosi, da cui
derivi un’attitudine della sostanza a produrre
effetti intossicanti o comunque un pericolo di
danno per la salute del consumatore da accer-
tarsi in concreto.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limi-
tatamente ai concessi benefici della sospensio-
ne condizionale della pena e della non menzio-
ne della condanna, benefici che elimina.
Rigetta il ricorso nel resto.
53Informatore AIAS | N.2/2014 |
giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE,
SEZ.V PENALE, SENT. N. 13060
DEL 20 MARZO 2014
La frode alimentare e l’uso del marchio CE
Il titolare di una società esercente l’attività di stoc-
caggio, confezionamento e stagionatura di for-
maggi, è stato condannato per la messa in vendita
di prodotti caseari,utilizzando la bollatura sanitaria
identificativa di uno stabilimento concorrente e
detenendo il relativo marchio contraffatto.
Occorre premettere che la bollatura sanitaria,
in esecuzione di Regolamenti CE, concerne gli
stabilimenti che manipolano prodotti di origine
animale, compresi quelli di latte e a base di lat-
te, da immettere poi sul mercato, ed attesta la
provenienza da impianti riconosciuti idonei per
la commercializzazione, nell’ambito comunitario:
essa, sotto tale profilo, rappresenta una valida-
zione dei requisiti sanitari dell’alimento prodotto.
È costituita dall’impronta di un timbro ovale, nel
quale sono contenute, tra l’altro, la indicazione
del Paese e del numero di riconoscimento del
singolo stabilimento nel quale avviene la manipo-
lazione dell’alimento di origine animale, nonché
la sigla CE; il numero di riconoscimento viene
rilasciato dalla competente autorità sanitaria
(Regione) e sta ad attestare la conformità dello
stabilimento, ai requisiti generali e a quelli speci-
fici contenuti negli appositi i Regolamenti (CE).
OMISSIS … la ragione di tutela del marchio consi-
ste nella capacità di questo di distinguere un pro-
dotto dall’altro che, come tale, giustifica il mono-
polio di un segno e l’esclusività dell’uso; mentre
la funzione del marchio “CE” è quella di tutelare
interessi pubblici come la salute e la sicurezza
degli utilizzatoci dei prodotti, appartenenti ad
una determinata tipologia, assicurando che essi
siano conformi a tutte le disposizioni comunita-
rie che prevedono il loro utilizzo. La marcatura
CE non funge da marchio di qualità o d’origine,
ma costituisce un puro marchio amministrativo,
che segnala che il prodotto marcato può circola-
re liberamente nel mercato unico dell’UE. Se ne
inferisce che la sentenza impugnata deve essere
annullata, quanto a tale contestazione, senza rin-
vio, perché il fatto non sussiste.
Peraltro … l’apposizione di una falsa marcatu-
ra CE su beni posti in commercio che ne siano
privi, se non da luogo, per le ragioni dette, al re-
ato di cui all’art. 473 c.p., integra però il reato
di frode nell’esercizio del commercio (art. 515
c.p.), considerato che la fattispecie incriminatrice
di cui all’art. 515 c.p., fa riferimento al marchio
come elemento che serve, appunto, ad attestare
la conformità del prodotto a normative specifi-
che, ed è posta a tutela degli acquirenti dei beni,
siano essi consumatori finali oppure commer-
cianti intermediari nella catena distributiva.
In motivazione, la sentenza appena menzionata
pone in evidenza che la marcatura “CE” è stata
istituita dalla normativa comunitaria in quanto,
con l’apposizione della stessa, il produttore o il
suo legale rappresentante dichiara che è stata
certificata la conformità del suo prodotto con i
requisiti essenziali richiesti dal mercato europeo.
OMISSIS … D’altra parte, proprio tale realtà
processuale, docu-
mentata nel prov-
vedimento impu-
gnato, fa cadere
anche il presuppo-
sto per la richiesta
di derubricazio-
ne, della condot-
ta contestata ex
art. 517 c.p., nella
violazione ammi-
nistrativa L. n. 283
del 1962, ex art. 13.
Tale norma, concernente la pubblicità inganne-
vole, sancisce, invero, il divieto di offrire in ven-
dita o propagandare a mezzo della stampa ed in
qualsiasi altro modo, sostanze alimentari, adot-
tando denominazioni o nomi impropri, frasi pub-
blicitarie, marchi o attestati di qualità o genuinità
da chiunque rilasciati, nonché “disegni illustrativi
tali da sorprendere la buona fede o da indurre
in errore gli acquirenti circa la natura, sostanza,
qualità o le proprietà nutritive delle sostanze
alimentari stesse o vantando particolari azioni
medicamentose”.
OMISSIS … In conclusione, oltre all’annullamen-
to senza rinvio della sentenza impugnata, con
riferimento alle imputazioni per i reati di cui agli
artt. 473 e 517 c.p., si impone l’annullamento
con rinvio per la rideterminazione della pena in
ordine alla fattispecie residua. La delimitazione,
della condotta penalmente rilevante, ai soli fat-
ti di vendita della merce con segni distintivi CE
contraffatti, comporta la investitura del giudice
del rinvio in ordine all’intero tema della quanti-
ficazione del trattamento sanzionatorio per tale
reato, trattamento, dunque, includente i profili
eventualmente rilevanti ai sensi delle attenuanti
evocate nel secondo motivo di ricorso. n
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la 4° edizione di ExpoTraining, la Fiera della For-
mazione, cresce e diviene anche ExpoLavoro &
Sicurezza, unico collettore a 360° ove è possibi-
le “toccare con mano” le novità in tema di for-
mazione, sicurezza e lavoro.
ExpoTraining e ExpoLavoro & Sicurezza sono
la vetrina della vera economia reale del mondo
delle risorse umane, retta dall’iniziativa privata di
ogni singolo espositore che crede in una moder-
na concezione della formazione finalizzata allo svi-
luppo delle competenze del singolo e di riflesso
del Sistema Paese.
L’evento, anche per questa edizione, ha avuto
patrocini di primaria importanza che rappre-
sentano il mondo del lavoro e dell’impresa; in
particolare hanno manifestato un forte sostegno
all’iniziativa le principali confederazioni sindacali
– CGIL, CISL,UIL, associazioni come Federma-
nager, ManagerItalia, ASFOR, AIAS e AIAS ACA-
DEMY e le principali istituzioni lombarde tra cui
Regione Lombardia, Provincia di Milano e Co-
mune di Milano.
La manifestazione si svolgerà
dall’1 al 3 Ottobre,
presso Fiera Milano City
Padiglione 4 Gate 5
ad ingresso libero e gratuito
(previa registrazione on-line o alla Fiera)
Il visitatore, nei tre giorni di manifestazione avrà
così modo di apprezzare una vetrina nazionale che
riporterà le più innovative soluzioni legate alla ge-
stione delle risorse umane,trovando in unico luogo
i maggiori specialisti, nazionali ed internazionali.
Le attività della manifestazione sono composte
Expotraining ed ExpoLavoro
& Sicurezza edizione 2014
Formazione,Lavoro e Sicurezza
protagoniste assolute
dall’area espositiva, dai convegni e workshop, dal
matching e dal Gran Prix della Formazione, oltre
che dal Forum Internazionale del Lavoro e dal
Festival del Linguaggio.
WORKSHOP E CONVEGNI
Nessun’altra manifestazione fieristica organizza
una rassegna di appuntamenti con un così alto
numero di Convegni e Workshop: nel 2013 si
sono registrati oltre 160 Workshop in due gior-
ni. Nell’edizione del 2014 sono previsti nelle tre
giornate di manifestazione oltre 250 eventi.
Il visitatore ha la possibilità di accedere agli in-
contri gratuiti, di altissimo livello scientifico e
tecnico, per aggiornarsi, stimolare nuove idee e
confrontarsi con i protagonisti e opinion leader
del mondo del lavoro, delle risorse umane e del-
la formazione.
Gli argomenti trattati sono suddivisi in aree te-
matiche e vanno dalla recente riforma del lavoro,
alla sicurezza, alle novità nel settore manageriale,
delle vendite, dell’insegnamento delle lingue.
IL GRAN PRIX DELLA FORMAZIONE
Il Premio Gran Prix della Formazione è un’ inizia-
tiva che si svolge nell’ambito di ExpoTraining. Esso
nasce con l’obiettivo di dare un riconoscimento e
di valorizzare le imprese che hanno garantito un
contributo innovativo a processi, sistemi, metodo-
logie, tecnologie e prodotti, favorendo lo sviluppo
culturale del sistema formativo italiano.
Sponsor del concorso per l’edizione 2014 è
Guida Monaci.
Il bando è dedicato alle società di formazione,alle
imprese, alla pubblica amministrazione ed agli
enti che hanno realizzato progetti di qualificazio-
ne per le risorse umane.
Partecipando al Gran Prix della Formazione
2014 potrete:
•	dimostrare l’innovatività e originalità dei vostri
progetti formativi;
56 | N.2/2014 | Informatore AIAS
redazionale
•	porre l’accento sulla qualità progettuale tecni-
co-scientifica che vi contraddistingue.
Potrete dimostrare,sulla base dei risultati ottenuti:
•	il valore aggiunto prodotto dall’intervento for-
mativo in termini di competenze acquisite;
•	il rafforzamento delle competenze e della
competitività per le imprese coinvolte.
Inoltre i vincitori del Gran Prix della Formazione
avranno il diritto all’uso del logo “Gran Prix Ex-
poTraining 2014” per la durata di un anno
I vincitori del 2013
1° classificato: Società di Incoraggiamento d’Arte
e Mestieri
2° classificato: Capturator
3° classificato: Irsa Servizi e Formazione
Per informazioni:
www.expotraining.it
tel. 02.80509656
e-mail. segreteria@expotraining.it
iscrizioni on line: http://www.expotraining.it/
expotraining-2014/iscrizioni-fiera.php
Informatore aias n.2 2014
Informatore aias n.2 2014
Informatore aias n.2 2014
Informatore aias n.2 2014
61Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
INQUADRAMENTO
STORICO
Il SISTRI, sistema per il control-
lo della tracciabilità dei rifiuti, è
stato introdotto nel dicembre
del 2009 (decreto ministeriale
17/12/2009) con il duplice scopo
di contrastare il traffico illecito e
lo smaltimento abusivo dei rifiuti
e di semplificare gli adempimenti documentali
previsti per le imprese.
Fondamentalmente si tratta di un sistema di
geolocalizzazione e di tracciamento dei veicoli
autorizzati a trasportare rifiuti e di un portale
accessibile mediante l’impiego di un dispositivo
USB contenente i certificati di firma digitale delle
persone abilitate ad agire per conto dei soggetti
obbligati.
L’operatività del sistema è stata differita molte
volte a causa sia di lacune nella definizione del-
le procedure normative sia di malfunzionamenti
informatici. Attualmente l’obbligo di impiegare
il SISTRI non sostituisce quello di predisporre
la documentazione informatica o cartacea che
Piccole imprese liberate dal SISTRI
a cura di
Paolo Pipere
Esperto di Diritto dell’Ambiente
tradizionalmente ha assicurato
la tracciabilità della gestione del
rifiuto dal luogo di produzione a
quelli di recupero o smaltimento
ma,fino al 31 dicembre del 2014,
si affianca a questo, raddoppian-
do gli oneri amministrativi per i
soggetti obbligati.
Originariamente l’impiego del
SISTRI era stato previsto, oltre che per tutti gli
operatori del settore della gestione dei rifiu-
ti speciali (e anche di rifiuti urbani in Campa-
nia), per gli enti e le imprese produttori di rifiuti
speciali pericolosi e di alcune tipologie di rifiuti
speciali non pericolosi (da lavorazioni industriali
e artigianali, da trattamento delle acque e da ab-
battimento dei fumi). Dal 31 agosto 2013 è sta-
ta però disposta una prima modifica dell’ambito
di applicazione del sistema per il controllo della
tracciabilità e, da quel momento, solo le imprese
e gli enti che producono rifiuti speciali pericolosi,
oltre a tutte le imprese che gestiscono rifiuti pe-
ricolosi, sono tenute ad usare il SISTRI.
La limitazione del numero di soggetti obbligati a
operare nel sistema, pur significati-
va, non si è però rivelata sufficiente
a risolvere le molte difficoltà d’uso
del SISTRI sperimentate dal tessuto
produttivo italiano, tipicamente co-
stituito da imprese di piccola e pic-
colissima dimensione.
Infatti,anche una ditta individuale era
tenuta ad iscriversi e ad usare il SI-
STRI se produceva occasionalmente
rifiuti speciali pericolosi (per esem-
pio oli minerali, lampade al neon o
a ridotto consumo energetico, ecc.).
abstract
A quattro anni dall’introduzione del discusso sistema per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi è stato introdotto un limite dimen-
sionale per escludere dall’obbligo le imprese che occupano fino a dieci dipendenti.
Four years after its introduction, the controversial system to control the final destination of dangerous waste has been simpli-
fied by excluding small firms with less 10 employees from the obligation.
62 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci a cura di Paolo Pipere
Con il decreto 24 aprile 2014 si è provveduto
a introdurre per i produttori di rifiuti specia-
li pericolosi tenuti ad impiegare il SISTRI un
limite dimensionale minimo, riferito al nume-
ro di dipendenti complessivamente occupati
dall’impresa o dall’ente.
In prospettiva è previsto anche il superamen-
to dell’uso dei dispositivi USB per accedere al
sistema; una scelta che semplificherebbe no-
tevolmente l’impiego del SISTRI, soprattutto
se fosse accompagnata da una completa revi-
sione delle procedure operative dimostratesi
inutilmente involute rispetto alle potenzialità
offerte dagli strumenti telematici.
IL DECRETO MINISTERIALE
DEL 24 APRILE 2014
Il decreto ministeriale del 24 aprile 20141
in-
dividua dettagliatamente i produttori iniziali
di rifiuti speciali pericolosi tenuti ad aderire al
sistema per la tracciabilità dei rifiuti, introdu-
cendo, come sopra detto, una soglia dimen-
sionale minima delle imprese e degli enti ob-
bligati - dieci dipendenti - in precedenza non
prevista.
L’intervento diretto a precisare i soggetti ai
quali è imposto l’impiego del sistema per il
controllo della tracciabilità dei rifiuti si è reso
indispensabile a causa della vaghezza delle
indicazioni contenute nel decreto - legge 31
agosto 2013 n. 101, indeterminatezza alla qua-
le è stato solo in parte posto rimedio con la
norma di conversione (legge 30 ottobre 2013
n. 125).
Mancano però, e questa carenza causa ulte-
riore incertezza, chiare indicazioni in merito
all’applicabilità o meno delle indicazioni relati-
ve al calcolo dei “dipendenti” contenute nelle
norme previgenti che disciplinavano il SISTRI.
Nessun dubbio, invece, sul fatto che il limite
dimensionale sia riferito al personale comples-
sivamente dipendente dall’impresa o dall’ente,
in analogia a quanto disposto per l’esclusione
dall’obbligo di presentazione del Modello Uni-
co di Dichiarazione ambientale dei produttori
di alcune tipologie di rifiuti non pericolosi, e
non a quelli che prestano la loro opera in una
specifica unità locale.
DRASTICA RIDUZIONE
DEI SOGGETTI OBBLIGATI
Il decreto realizza un intervento di semplifi-
cazione decisivo, se si considera che la soglia
dimensionale minima introdotta consentirà ad
oltre il 90 per cento delle imprese italiane di
non affrontare le gravose procedure previste
da un sistema telematico che non si è ancora
riusciti a snellire e a rendere effettivamente
funzionale allo scopo di contrastare la gestio-
ne illecita dei rifiuti.
La nuova norma dispone l’obbligo esclusiva-
mente per gli enti e le imprese con più di dieci
63Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
dipendenti, produttori iniziali di rifiuti speciali
pericolosi derivanti da:
·	 attività agricole ed agroindustriali;
·	 attività di demolizione, costruzione e scavo;
·	 lavorazioni industriali;
·	 lavorazioni artigianali;
·	 attività commerciali;
·	 attività di servizio;
·	 attività sanitarie;
·	 attività di pesca professionale e acquacol-
tura.
Esclusi dall’obbligo, indipendentemente dal-
la dimensione aziendale e senza che in alcun
modo sia stata spiegata la motivazione alla
base di questa scelta, i produttori iniziali di
rifiuti speciali pericolosi derivanti dalla pota-
bilizzazione e da altri trattamenti delle acque,
dalla depurazione delle acque reflue e dall’ab-
battimento di fumi.
Esclusione condizionata, invece, per gli impren-
ditori agricoli (“enti e imprese di cui all’art.
2135 del codice civile”) e per gli enti e alle im-
prese che esercitano attività di pesca professio-
nale e acquacoltura e sono iscritti alla sezione
speciale «imprese agricole» del Registro delle
imprese. Questi soggetti, indipendentemente
dal numero di dipendenti occupati, non sono
tenuti ad utilizzare il SISTRI a condizione che
questi soggetti conferiscono i propri rifiuti a
“circuiti organizzati di raccolta”.
Nessuna esclusione vincolata alla dimensio-
ne aziendale, invece, per “gli enti e le imprese
produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che
effettuano attività di stoccaggio di cui all’art. 183,
comma 1, lettera aa), del d.lgs. n. 152 del 2006
[deposito preliminare, D15, o messa in riserva,
R13]”. Si tratta, in questo caso, dei soggetti au-
torizzati a porre in magazzino, con limiti quan-
titativi o temporali che eccedono quelli am-
messi per il “deposito temporaneo presso il
luogo di produzione” (attività propedeutica a
quelle di gestione del rifiuto e pertanto eserci-
tabile senza alcuna preventiva autorizzazione)
i rifiuti da loro stessi generati.
Più precisa, infine, anche l’individuazione dei
soggetti tenuti ad utilizzare il SISTRI per i rifiu-
ti urbani in Campania. In luogo della formula-
zione “i comuni e le imprese di trasporto dei
rifiuti urbani del territorio della regione Cam-
pania” si è introdotta una più puntuale specifi-
cazione:“gli enti e le imprese che effettuano la
raccolta, il trasporto, il recupero, lo smaltimen-
to dei rifiuti urbani nella regione Campania”.
CONTRIBUTI 2014
Il decreto ministeriale conferma l’obbligo di
versamento del contributo SISTRI per il 2014,
differendone il termine di pagamento dal 30
aprile al 30 giugno. n
1
	 D.M. 24 aprile 2014 - Disciplina delle modalità di applicazione a
regime del SISTRI del trasporto intermodale nonché specifica-
zione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex articolo
188-ter, comma 1 e 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006 -
(GU Serie Generale n. 99 del 30-4-2014)
64 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci
QUALI PREMESSE AL
DOCUMENTO
Si ritiene necessaria l’adesione ai
principi e alle prassi indicati dalla
norma UNI ISO 29990 “Servizi per
l’apprendimento relativi all’istruzione
e alla formazione non formale” ri-
guardante la formazione formale,
non formale e informale, al fine di
standardizzare le prassi su un livel-
lo di qualità e validità italiana e internazionale.
Per dare indicazioni in linea con la ISO 29990 e
fornire contenuti applicativi dettagliati e ineren-
ti ai settori sicurezza, salute ed
ambiente e per rendere il docu-
mento al passo con la riflessio-
ne e il dibattito più avanzato in
tema di prevenzione dei rischi,
sono state menzionate anche
le nuove prospettive nel cam-
po del benessere organizzativo
e della resilienza, i legami con
la responsabilità sociale e la
sostenibilità, l’ampio tema della
cultura di sicurezza.
LA QUALITÀ NEL PROCESSO
DI FORMAZIONE
La formazione si realizza attraverso un processo
Position Paper relativo alla formazione
universitaria e professionale nel campo
della sicurezza salute ambiente
che prevede fasi di analisi dei bi-
sogni di formazione, progettazio-
ne didattica, realizzazione delle at-
tività formative e valutazione del
processo e dei risultati;nel seguito
alcune principali caratteristiche di
tali fasi:
·	il bisogno di formazione nella
formazione degli adulti si riferisce
alle necessità o alle opportunità
che il processo formativo cercherà poi rispet-
tivamente di colmare o di realizzare;
·	 una progettazione didattica di qualità
prevede un’esplicitazione degli
obiettivi di apprendimento, la
presenza di vari metodi didat-
tici e di momenti di autovalu-
tazione;
·	 i principi dell’andra-
gogìa di M. Knowles, cioè dei
principi inerenti all’educazione
di soggetti adulti,sono un esem-
pio di quanto ci si dovrebbe
sforzare di realizzare; ad esem-
pio, si tenga conto che l’adulto generalmente
apprende meglio se viene proposto un approc-
cio «per problemi» e non «per argomenti», e
apprende in modo più efficace se le attività for-
mative valorizzano la sua esperienza applicativa;
abstract
AIAS ha promosso la stesura di un documento congiunto tra il mondo Universitario e il mondo Professionale, finalizzato a
individuare un orientamento condiviso per lo sviluppo della formazione nel campo della sicurezza e salute. Esso contiene
indicazioni per la qualità e l’efficacia della formazione, passando attraverso i temi della cultura di sicurezza, del processo di
formazione, dell’innovazione e della formazione dei formatori.
AIAS has promoted a document between the Universities world and the Professional world, aiming to share guidelines for
the development of training in the field of safety and health. Main points of the document are related to the quality and
the effectiveness of training, the safety culture, the overall training process, the innovation and the effectiveness of “train the
trainers” courses.
a cura di
Carlo Bisio
Formatore e psicologo del lavoro,
ergonomo
65Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
·	 si sottolinea l’opportuna alternanza fra diversi me-
todi attivi,l’uso di casi di studio,la valorizzazione del
contributo del gruppo e delle sue dinamiche;
·	 la valutazione delle attività formative, in una
prospettiva moderna, prevede l’espressione
dei punti di vista degli attori coinvolti a diverso
titolo,per una costruzione partecipata di giudi-
zi valoriali utili alla presa di decisioni;
·	 occorre coniugare le prassi tradizionali di va-
lutazione – gradimento,apprendimento,trasfe-
rimento in altri contesti degli apprendimenti,
impatti sull’organizzazione – con altre e più
moderne chiavi di lettura, fra cui la qualità del
processo formativo e della sua organizzazio-
ne attraverso specifici indicatori; gli impatti più
profondi che la formazione ha sulle storie pro-
fessionali, personali, familiari; la valutazione ex
ante dei progetti formativi; il ritorno sull’inve-
stimento, dimensione di estrema importanza
dal punto di vista gestionale, sebbene il suo
calcolo comporti una notevole complessità.
E-LEARNING E INNOVAZIONE
La formazione in e-learning è un’opportunità che
le nuove tecnologie mettono a disposizione e va
utilizzata al meglio; accanto agli innumerevoli pun-
ti di forza di tale
modalità di for-
mazione (fra cui
la possibilità di
personalizzazione
dei tempi di frui-
zione, la standar-
dizzazione di per-
corsi, contenuti e
prove di apprendimento, ecc.), che non vengono
qui riepilogati in modo esaustivo, vi sono anche al-
cuni rischi che vanno tenuti presenti e arginati fin
dalla fase di progettazione.
Occorrerà in particolare realizzare esperienze che
tengano conto della socializzazione fra i parteci-
panti,della rielaborazione di nozioni in corso di ap-
prendimento attraverso discussione di casi o altri
metodi didattici, l’ergonomia cognitiva di piattafor-
me e prodotti, l’attivazione di percorsi blended, ecc.
L’innovazione non consiste solo nell’adozione
delle nuove tecnologie, essendo ormai presenti
modalità innovative in presenza fra le quali:
·	 l’utilizzo di tecniche teatrali;
·	 l’adozione di metodi analogici come i business
games;
·	 l’attenzione verso lo sviluppo di competenze
trasversali e sociali, non tecniche;
·	 le tecniche di narrazione e autobiografiche;
·	 una gestione efficace dell’alternanza formazio-
ne-lavoro per generare competenze situate.
LA FORMAZIONE DEI PROFESSIONISTI
SPECIALISTI TRAMITE IL PROCESSO
EUROPEAN QUALIFICATION
FRAMEWORK (EQF)
Il documento introduce anche l’ottemperanza
alla Legge 14/01/2013 n. 4, che coinvolge tutte le
professioni non organizzate in ordini o collegi al
fine di tutelare i consumatori, promuovere la co-
noscibilità e garantire la trasparenza del mercato
dei servizi professionali. Essa prevede, per singola
figura professionale, l’individuazione della job de-
scription e del job profile con la precisazione delle
conoscenze, abilità e competenze necessarie per
acquisire la qualificazione professionale.
Una volta ottenuta la qualificazione professiona-
le secondo il processo EQF, se tale professione è
inserita nell’elenco delle figure professionali rico-
nosciute dal centro EQF italiano,il professionista
può andare a lavorare liberamente nei 28 Paesi
dell’Unione Europea.
IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE DEI
FORMATORI
La formazione dei formatori risulta strategica per
la realizzazione di politiche e di azioni formati-
ve efficaci; essa dovrebbe riconoscere le diverse
componenti della professionalità del formatore: la
componente di presidio dei contenuti della for-
mazione,la capacità comunicativa,didattica e delle
abilità sociali,il presidio del processo formativo,ad
esempio saper progettare in modo efficace un
percorso formativo o saperne valutare i risultati.
PARTECIPANTI AL GRUPPO DI PROGETTO
“POSITION PAPER”
I partecipanti al suddetto Gruppo di progetto
sono professionisti della formazione di compro-
vata esperienza, collaboratori di AIAS e AIAS
ACADEMY.
Il documento sarà pubblicato sul sito di AIAS
(http://www.aias-sicurezza.it); eventuali com-
menti e riflessioni potranno essere indirizzati a
segreteria@networkaias.it. n
66 | N.2/2014 | Informatore AIAS
L’Italia è ormai diventato un Pa-
ese dove se non c’è una regola
scritta non si sa cosa fare, non si è
capaci di decidere come procede-
re; usare il cervello è visto un ri-
schio: meglio aspettare la circolare
o la disposizione autorevole.
C’è da chiedersi come abbiano
potuto costruire Brunelleschi e
Michelangelo le cupole del Duo-
mo di Firenze o di San Pietro …
Nessuno si permette più uno stu-
dio o una proposta diversa dalle “normali regole
consolidate”, pena il rischio di un’autorizzazione
negata o qualche blocco dei lavori.Tutto questo
porta l’Italia ad accentuare le resistenze e inerzie
al cambiamento, vuoi per motivazioni storiche e
culturali, vuoi per la diffusa presenza di corpora-
zioni e localismi.
Sul piano economico tali difficoltà
sono tra i fattori che determinano
la scarsa competitività del nostro
sistema produttivo e altrettanto
limitata capacità di innovazione. La
crisi economica non ha fatto altro
che aggravare una malattia presen-
te nel nostro Paese già a partire
dagli anni 90: in questo contesto la
formazione professionale e per la
prevenzione, anziché essere vista
e utilizzata come strumento per il
cambiamento e ammodernamen-
Sommersi e malati di disposizioni
e burocrazia.
Non è questo il futuro per i nostri giovani
to organizzativo, è stata e viene
vissuta come un adempimento
burocratico che è importate
documentare con un “attestato”
possibilmente a basso costo e a
prescindere dalla qualità del ser-
vizio formativo erogato.
Partendo da tali premesse ci si do-
manda come la formazione pro-
fessionale per la tutela della salute,
sicurezza e ambiente di lavoro e
di vita, possa consentire una inver-
sione di rotta e aiutare a creare le condizioni
per riavviare un percorso di cambiamento e di
crescita.
Va sottolineato che in una società moderna inve-
stire in formazione professionale per tutti i profili
operativi è la leva per costruire un futuro miglio-
re per le nuove generazioni.
A tale scopo occorre, in primo
luogo, ridare alla formazione pro-
fessionale per la prevenzione, ma
in generale alla formazione di
qualsiasi tipo, il ruolo di crescita
culturale, sviluppo personale non-
ché di “elevazione sociale” che già
in passato in Italia, alla fine dell’ul-
timo conflitto mondiale, abbiamo
avuto. Purtroppo una recente in-
dagine ha evidenziato che oggi i
giovani non ritengono l’istruzione
il veicolo più importante per l’af-
abstract
AIAS ACADEMY ha avviato da tempo e continua con successo a sviluppare una costante collaborazione e confronto con
ASFOR e le principali Università ed Associazioni specialistiche italiane affinché la formazione sia un vero importante veicolo
di innovazione e crescita nell’attuale contesto lavorativo.
Since many years AIAS ACADEMY and ASFOR with major Universities and Italian Associations have been successfully coope-
rating to make training and education principal means of innovation and growth in the present working environment.
a cura di
Arnaldo Zaffanella
Vice PresidenteAIAS,
Amministratore Delegato
e Direttore Generale
AIASACADEMY
contributi dei soci
67Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
fermazione economica e sociale e per una vita
complessivamente migliore.
Dobbiamo far comprendere ai giovani che le
Conoscenze,le Capacità e le Competenze che si
acquisiscono nei processi formativi, rappresenta-
no le condizioni necessarie per il dispiegamento
delle loro potenzialità nel mondo del lavoro e
nella società a partire dalla responsabilità verso
se stessi e gli altri,
dal rispetto delle
regole condivise e
dal miglioramento
del proprio benes-
sere nell’ambiente
di lavoro.
È peraltro ormai più
che evidente che il
sistema produttivo
italiano non è in
grado di creare
nuove opportunità
di lavoro se non contando di fare emergere le
nuove professionalità a partire dalla tutela dei
consumatori, dalla sicurezza dei prodotti d’uso
e per l’alimentazione umana e dalla tutela e si-
curezza dei servizi di trasporto, energetici e di
supporto alla persona.
Abbiamo bisogno di avere professionisti in gra-
do di supportare le imprese italiane che vanno
all’estero, di controllare e se del caso aiutare le
imprese straniere che vengono ad investire o a
operare nel nostro Paese, di essere più coscienti
delle sfide che i nuovi mercati ci pongono, ma
anche attenti, coscienti ed in grado di compren-
dere, far fronte e gestire i rischi derivanti dal
mercato globale.
La formazione professionale per la tutela della
salute, della sicurezza e dell’ambiente deve es-
sere all’altezza delle sfide ed “essere in grado di
accompagnare il
sistema imprendito-
riale nel necessario
processo di cambia-
mento. Ciò implica
un costante cambia-
mento dei contenuti,
delle metodologie,
degli strumenti, e dei
formatori stessi”; in
altre parole un effi-
cace allineamento
alle migliori espe-
rienze europee ed internazionali, a cominciare
dalla normazione volontaria riconosciuta a livello
mondiale come la UNI ISO 29990.
In questo processo cambiamento AIAS ACA-
DEMY ha avviato da tempo e continua con suc-
cesso a sviluppare una costante collaborazione e
confronto con ASFOR e le principali Università
ed Associazioni specialistiche italiane perché la
formazione sia un vero importante veicolo di in-
novazione e crescita. n
va sottolineato che in una società
moderna investire in formazione
professionale per tutti i profili
operativi è la leva per costruire
un futuro migliore per le nuove
generazioni
68 | N.2/2014 | Informatore AIAS
IL PROBLEMA
Le statistiche sull’occupazione
giovanile mostrano ad oggi dati
preoccupanti a proposito della
possibilità per i giovani di trovare
lavoro. In Italia, infatti, dal 2007
alla fine del 2013 la percentua-
le di disoccupazione dei giovani
laureati è cresciuta dal 10% al
16%, un aumento, tuttavia che è
inferiore rispetto a quello dei di-
plomati (dal 13% al 28%) e di chi
si ferma alla licenza media (dal
22% al 45%). Inoltre le statistiche
evidenziano che la possibilità per
un giovane di inserirsi nel mercato del lavoro
è anche strettamente connessa al fatto di aver
svolto esperienze lavorative pregresse, seppur
brevi, durante
il percorso di
studi.
Tali osservazio-
ni suggeriscono,
dunque, che nel
nostro Paese
l’esperienza for-
mativa, unita-
mente all’alternanza scuola - lavoro, facilitano,
nel complesso, l’ottenimento di un impiego al
termine del percorso di studi.
Diamo più“sicurezza” al futuro dei giovani!
Le iniziative diAIAS eAIASACADEMY per favorire
l’occupazione delle nuove generazioni
IL PROGETTO DI AIAS E AIAS
ACADEMY PER I GIOVANI
Alla luce delle considerazioni so-
pracitate AIAS e AIAS ACADEMY,
anche grazie alla collaborazione
delle Aziende Associate, hanno
deciso di farsi promotrici di un’im-
portante iniziativa pensata ad hoc
per i giovani. Il progetto, denomi-
nato “Sicurezza nel tuo futuro!”,
è finalizzato a facilitare l’occupa-
zione delle nuove generazioni
mettendo a loro disposizione la
partecipazione alle attività forma-
tive di eccellenza erogate da AIAS
ACADEMY e la possibilità di intraprendere per-
corsi di stage all’interno delle Aziende Associate.
Tale progetto, oltre a dare un supporto concre-
to all’incremento
dell’employabi-
lity di neolau-
reati e studen-
ti laureandi, si
mostra anche in
linea con quan-
to promosso da
sempre dall’As-
sociazione: favorire la diffusione della cultura per
la prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita, la
protezione dell’ambiente e lo sviluppo della più
abstract
Il futuro lavorativo dei giovani è preoccupante? AIAS e AIAS ACADEMY, con la collaborazione delle Aziende Associate, hanno
deciso di promuovere un’importante iniziativa finalizzata ad accrescere l’occupazione giovanile offrendo ai neolaureati la
partecipazione alle attività formative di eccellenza erogate da AIAS ACADEMY e la possibilità di intraprendere percorsi di
stage all’interno delle Aziende Associate, in Italia e all’Estero. Insieme, per un futuro più “sicuro”.
Is youths’working future worrying? AIAS and AIAS ACADEMY, with the collaboration of Partner Companies, have decided to
be promoters of an important venture properly designed to increase the employment of youths, offering to early university
graduates the possibility to participate to AIASACADEMY’s high level educational activities and job experiences provided by
Partner Companies, in Italy and abroad.Together, to make future “safe”.
a cura di
Barbara Camicia
Psicologa delle organizzazioni;
membro del comitato 3.1“Fattori
psicosociali” del CTSAIAS;
Responsabile Orientamento
Scolastico - Professionale inASP –
Associazione Italiana Psicologi
contributi dei soci
69Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
alta deontologia professionale come strumento
fondamentale di affermazione dell’etica nel lavo-
ro e nell’economia.
Un investimento, dunque, per il futuro di molti
ragazzi ma anche per lo sviluppo di una reale cul-
tura della salute - sicurezza a livello più sistemico.
DESTINATARI, CARATTERISTICHE ED OP-
PORTUNITÀ OFFERTE DAL PROGETTO “SI-
CUREZZA NEL TUO FUTURO!”
Potranno aderire all’iniziativa tutti i giovani lau-
reati e studenti laureandi di età non superiore a
30 anni. Gli studenti laureandi, in maniera parti-
colare, all’atto della richiesta di partecipazione al
progetto, dovranno aver già presentato doman-
da di tesi e non dovranno avere più di due esami
da sostenere per
il completamento
del proprio per-
corso di studi.Tutti
i richiedenti non
dovranno svolgere
alcun tipo di atti-
vità lavorativa re-
munerata, ad ec-
cezione degli stage
retribuiti regolamentati dalla normativa vigente.
Le domande di adesione all’iniziativa che perver-
ranno saranno valutate da una commissione co-
stituita da membri dell’Associazione, dell’ACA-
DEMY e delle Aziende associate, al fine di stilare
un elenco dei nominativi dei giovani che potran-
no usufruire delle attività previste dal progetto.
I criteri che guideranno la commissione nella va-
lutazione delle richieste saranno:
1.	la regolarità nel percorso di studi;
2.	la media delle valutazioni ottenute negli esami
ed il voto di Laurea;
3.	la coerenza del piano di studi e/o della tesi di
Laurea con almeno una disciplina attinente alla
sicurezza e salute nei luoghi di lavoro o alla
protezione ambientale.
I giovani selezionati dalla commissione valutatri-
ce avranno l’opportunità di partecipare (a quote
particolarmente agevolate) ai corsi e semina-
ri messi a disposizione da AIAS ACADEMY: la
partecipazione a tali attività è offerta sino alla
capienza massima stabilita da AIAS ACADEMY
per i corsi confermati nelle date previste dal ca-
lendario pubblicato sul sito www.aiasacademy.it.
Le attività formative offerte da AIAS ACADEMY
sono tutte quelle presenti nel relativo catalogo,
ad eccezione di: Executive Program AIAS - SDA
Bocconi, Responsabile della funzione manuten-
zione AIAS - ANMA, Diploma europeo CFPA di
esperto nella prevenzione incendi.
La domanda di partecipazione ad un corso
dovrà essere inol-
trata ad AIAS (e-
mail: lmanganiello@
networkaias.it) con
almeno 30 giorni di
anticipo rispetto alla
data di inizio dell’at-
tività formativa (e
comunque non ol-
tre il 31 Ottobre
2014), unitamente
al certificato degli esami sostenuti con le relative
votazioni ed al titolo della tesi di Laurea (già di-
scussa o presentata).
I giovani valutati dalla commissione con i migliori
rendimenti avranno, inoltre, l’opportunità di es-
sere proposti alle Aziende Associate per l’effet-
tuazione di stage professionalizzanti in linea con
il percorso formativo e gli interessi manifestati
dal candidato.
Infine,AIAS ACADEMY, tramite il proprio Punto
International di Londra, potrà supportare i ra-
gazzi interessati nella realizzazione di stage pro-
fessionali nel Regno Unito, corsi full immersion
sull’inglese per la sicurezza sul lavoro, sull’inglese
specialistico professionale o sul Business English
in generale. In questo caso si tratta di servizi a
pagamento, molto utili per dare al proprio curri-
culum un’impronta internazionale.
… E NON FINISCE QUI: IN ARRIVO PREMI
ALLE MIGLIORI TESI DI LAUREA!
Per completare il ventaglio delle iniziative AIAS
per i giovani, non poteva mancare un partico-
lare riconoscimento agli studenti laureati che,
nell’anno 2014, hanno sviluppato le migliori
tesi sui temi della salute e sicurezza azienda-
le. I contributi più significativi saranno premiati
dall’Associazione con la consegna di “voucher”
formativi, validi per la partecipazione gratuita ai
corsi di eccellenza organizzati dall’ACADEMY.
Saranno comunicati prossimamente tutti i det-
tagli su questa iniziativa.
Una sinergia tra formazione qualificata e significa-
tive esperienze professionali sia in Italia che all’e-
stero utile, dunque, per promuovere l’occupabilità
dei giovani e la cultura della prevenzione nel nostro
Paese. AIAS, AIAS ACADEMY ed Aziende Associate
insieme, per un futuro più “sicuro”. n
70 | N.2/2014 | Informatore AIAS
In questa seconda parte si foca-
lizzerà l’attenzione sulla pulizia
dell’aria. Gli standard internazio-
nali riguardanti le classi di pulizia
dell’aria in sala operatoria, sono
rappresentati dalla normativa
tecnica Federal Standard 209/E
del settembre 1992: “Airborne
particulate cleanliness classes in
cleanrooms and clean zones”, dalle
norme ISO EN 14.644 del mag-
gio 2001:“camere bianche ed am-
biente associato controllato – Clas-
sificazione della pulizia dell’aria” e
dall’Annex I of EU guide to GMP
“Manifacture of sterile Medicinal
Products”– European Commission, Directorate
Generale III (1997).
In rapporto a tali riferimenti, viene generalmen-
te accettata la esigenza di ottenere almeno una
classe M 3,5 del S.I. (F.S. 209/E) o
ISO 5 (ISO 14.644 - 1) per sale
operatorie in cui si effettuano in-
terventi “puliti”, ossia di ortope-
dia, trapianti, cardiochirurgia, neu-
rochirurgia, chirurgia vascolare e
assimilabili per invasività chirurgi-
ca, ed almeno una classe M 5,5
del S.I. ( F.S. 209/E) o ISO 7, per
interventi di chirurgia generale
o assimilabili, in condizioni basali,
a sala pronta. La classificazione
delle “camere pulite”, conside-
rati a parte e con apposite nor-
mative i requisiti tecnologici dei
locali, si fonda sulla verifica delle
concentrazioni limite, indoor, misurate secondo
un definito protocollo tecnico - scientifico, delle
particelle aerodisperse di definita granulometria,
come nelle tabelle 1 e 2.
contributi dei soci
a cura di Bruno Cammarota
EP.Seconda Università degli Studi di
Napoli - ONB(17265/03)
Tec.Comp.R.Campania (261/04)
Master/Perfez.Un.in:Acustica
CEM - Igiene/Sicurezza/Qualità -RSPP
AIAS:Gt.M1Marittimo Portuale e
Gt.Sn.1 Sanità;Docente Qualificato
AIASACADEMY
Requisiti ambientali e tecnologici
dell’Ospedale per qualità dell’aria,
condizionamento,controllo
dell’inquinamento e della
contaminazione interna
Seconda parte
abstract
L’Ospedale ed in generale la Sanità Pubblica occupano un ruolo essenziale in tutti i Paesi del mondo. Partendo da questo assunto
fondamentale l’autore esamina e illustra in dettaglio i requisiti ambientali e tecnologici dell’ambiente Ospedale - che è al tempo
stesso servizio per gli utenti e luogo di lavoro - per qualità dell’aria,condizionamento,controllo dell’inquinamento e della contamina-
zione interna - Seconda parte : approfondimento sui livelli di pulizia dell’aria (classe di pulizia), indicati o consigliati dalla normativa
tecnica internazionale per i Complessi Operatori,locali per Utenti Critici,Degenze e Servizi dell’Ospedale.
Hospital and Public Health in general occupy a vital role in all countries of the world.Starting from this basic assumption the author
examines and explains in detail the environmental and technological requirements of the Hospital context - which is a workplace
and at the same time provides service for users - as to air quality,air conditioning,pollution control and internal contamination – Se-
cond part:in-depth analysis on cleanliness classes of airborne particulate suggested by international technical standards for Hospital
services and premises.
71Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
Da quanto finora espresso, discendono le due
questioni di grande interesse che seguono:
1)	 nelle sale operatorie con immissione a regi-
me turbolento, misto o laminare, per la par-
te relativa alla filtrazione dell’aria di rinnovo
per immissione ed in relazione ad interventi
“puliti”, come descritti, per ottenere la clas-
se indicata di pulizia dell’aria di M 3,5 del
S.I.(F.S. 209/E) - ISO 5 (EN ISO 14.644–1),
occorrerà valutare il ricorso all’impiego di
filtri assoluti tipo H14 o U 15 ULPA descritti,
testati con metodi di prova MPPS e particel-
le di dimensioni 0,12 e 0,20 μm.
2)	 Risulta molto utile capire quale migliore clas-
se di pulito in sala operatoria è ottenibile in
regime turbolento, condizione impiantistica
che interessa la grande parte delle strutture
ospedaliere del Paese.
Denominazione di
classe S.I.
Particelle
0,1μm/m³
Particelle
0,2μm/m³
Particelle
0,3μm/m³
Particelle
0,5μm/m³
Particelle
5 μm/m³
M 1 350 75,7 30,9 10
M 1,5 1.240 265 106 35,3
M 2 3.500 757 309 100
M 2,5 12.400 2.650 1.060 353
M 3 35.000 7.570 3.090 1.000
M 3,5 26.500 10.600 3.530
M 4 75.700 30.900 10.000
M 4,5 35.300 247
M 5 100.000 618
M 5,5 353.000 2.470
M 6 1.000.000 6.180
M 6,5 3.530.000 24.700
M 7 10.000.000 61.800
M 7,5 35.300.000 247.000
Tab.1 - Federal Standard 209/E/1992.Classi di pulizia dell’aria da particelle aerodisperse in ambienti controllati
Nota
Limite classe 10.000 – M 5,5 – ISO 7. 353.000 particelle/m.c. da 0,5 micron 2.470 particelle/m.c. da 5 micron
Limite Classe 100 – M 3,5 – ISO 5. 26.500 particelle/m.c. da 0,2 micron 10.600 particelle/m.c. da 0,3 micron 3.530 particelle/
m.c. da 0,5 micron 0 – 29 particelle/m.c. da 5 micron
Tab. 2 - EN ISO 14.644 – 1//2001. Camere bianche ed ambiente associato. Classificazione
Classe ISO Particelle
0,1μm/m³
Particelle
0,2μm/m³
Particelle
0,3μm/m³
Particelle
0,5μm/m³
Particelle
1μm/m³
Particelle
5μm/m³
1 10 2
2 100 24 10 4
3 1.000 237 102 35 8
4 10.000 2.370 1.020 352 83
5 100.000 23.700 10.200 3.520 832 29
6 1.000.000 237.000 102.000 35.200 8.320 293
7 352.000 83.200 2.930
8 3.520.000 832.000 29.300
9 35.200.000 8.320.000 293.000
72 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota
Considerati i rapporti strettissimi (non oggetto
della presente trattazione) che intercorrono fra
classe di pulizia dell’aria in ospedale e in sala ope-
ratoria e “infezioni ospedaliere”, problema grave
che comporta effetti dannosi per la salute o letali
in tutti i sistemi sanitari mondiali, anche nei più
evoluti, potrà essere utile orientare risorse nello
studio,comprensione e contenimento di tali rischi
per lavoratori ed utenti del Sistema Sanitario.
REPARTI DI RIANIMAZIONE E TERAPIA
INTENSIVA – SALA TRAVAGLIO E SALA
PARTO.
Nelle rianimazioni e terapie intensive, ove occor-
re rispettare il requisito di 6 volumi ora di ricam-
bio dell’aria ambiente, senza ricircolo, l’efficienza di
filtrazione richiesta è altissima e rispettivamente
della classe 10 – 11 e della classe 11 – 12.
In considerazione degli elevati tempi di perma-
nenza delle particelle aerodisperse negli ambienti
indoor, del loro moto turbolento e della loro ca-
pacità di adesione o supporto ai microrganismi
anche patogeni, è da ritenersi molto utile preve-
dere sempre in aggiunta al sistema di immissione
di aria di rinnovo senza ricircolo,un distinto sistema
di aspirazione dell’aria ambiente, con immissione
in atmosfera. Considerato il normale decadimen-
to delle prestazioni impiantistiche e dei filtri in
corso di funzionamento, appare proponibile e di
grande importanza la loro verifica periodica in
termini di livello di contaminazione da particelle
aerodisperse in condizioni basali (impianti attivi e
sale libere), per fini di qua-
lità e igiene del lavoro, se-
condo programmi aziendali
autodefiniti. Riteniamo allo
scopo adottabili come indi-
catori ambientali, le concen-
trazioni limite di 1.000.000
di particelle/m³ da 0,5 μm
e di 6.180 particelle/m³ da
5μm, corrispondente alla
classe M6 del S.I. o analoga
ISO 14.644-1, per ambien-
ti di rianimazione e terapie
intensive; concentrazioni
almeno tali o di 353.000
particelle/m³ da 0,5μm e di
2.470 particelle /m³ da 5μm,
corrispondente alla classe
M 5,5 del S.I. o analoga ISO
14.644 - 1, per locali di sala
travaglio e sala parto.
REPARTI DI ISOLAMENTO PER PATOLOGIE
INFETTIVE
Nei reparti di isolamento per utenti affetti da
patologie di tipo infettivo, i riferimenti indicano
un numero minimo di 12 ricambi ora dell’aria
ambiente senza ricircolo, con filtrazione assolu-
ta dell’aria, tipo HEPA, in classe 14, temperatura
dell’aria invernale di 20 ± 2 °C, con umidità re-
lativa del 35 – 45%; temperatura dell’aria estiva
contenuta entro 26°C, con umidità relativa del
50 – 60%, velocità dell’aria di 0,05 – 0,1 m /sec.
Sul piano metodologico saranno da considerare
i criteri indicati nell’art. 81 del D.Lgs. n. 626/94
(Cfr.Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.) per la prevenzio-
ne del rischio biologico conseguente alla presenza
nell’organismo degli utenti e nei relativi campioni
biologici, di agenti di rischio biologico classificati,
di gruppo 2,3,4 e richiedenti i rispettivi livelli di
contenimento indicati nell’allegato XII del De-
creto. In particolare, quando in presenza di uten-
ti contaminati da agenti biologici di gruppo 3 e
4, in relazione al trattamento dell’aria ambien-
te, occorrerà prevedere l’isolamento dell’area
di degenza da qualsiasi altra attività nello stes-
so edificio, filtrare l’aria estratta (in presenza di
agenti patogeni di gruppo 3) o questa ed anche
quella immessa (in presenza di agenti patogeni
di gruppo 4) con filtri assoluti tipo HEPA, classe
H 14, prevedere una zona filtro e tenere i locali
di degenza a pressione negativa rispetto a quella
atmosferica.
Fig. 1 - Le unità di trattamento aria delle sale operatorie
73Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
Anche per questi casi,soprattutto per la filtrazio-
ne dell’aria in uscita e soprattutto per patologie
ad etiologia virale, sarà indicato testare gli ultra-
filtri H14 con metodo di prova MPPS, particelle
di prova da 0,12–0,20 μm, efficienza ≥ 99,995
% o ultrafiltri tipo ULPA U15 con efficienza ≥
99,9995 %.Anche per questi locali risulta essen-
ziale la verifica periodica delle
prestazioni impiantistiche e
dei filtri secondo protocolli di
qualità definibili a livello azien-
dale, sulla base degli obbiettivi
prefissati e con riferimento
alle norme ISO 14.644 – 1 per
camere bianche ed ambiente
associato.
REPARTI DI DEGENZA
Nelle degenze in genere, i
riferimenti indicano almeno
due ricambi ora dell’aria am-
biente (Circ. n. 13011/74), con
filtrazione in classe 6 – 8, ef-
ficienza M +A (UNI 10339);
nelle degenze pediatriche, tre
ricambi ora, nelle maternità
due ricambi ora con filtrazione in classe 10 – 11,
efficienza M + A + AS. Si ritiene utile proporre
ove possibile, requisiti più che minimi per la de-
genza nido, da assimilare alla degenza maternità,
per la degenza pediatrica, ove sono riscontrabili
patologie comuni dell’età ad etiologia batterica o
virale, non tali da richiedere isolamento o non
tempestivamente isolate, per le degenze chirur-
giche e ortopediche, in ragione della invasività
dei relativi trattamenti terapeutici. Il requisito
proponibile per buona pratica e fini di qualità,
potrebbe essere di quattro ricambi ora dell’aria
ambiente senza ricircolo, con filtrazione in classe
10, ove non già 10 – 11.
Come per altri casi descritti,si ritiene utile preve-
dere per la generalità delle degenze, un sistema
di aspirazione dell’aria ambiente, con filtrazione
in entrata, ove richiesto anche con immissio-
ne forzata, per garantire la necessaria razionale
espulsione dell’aria e filtrazione e/o diluizione in
atmosfera dell’aria esausta, evitando non solo il
suo ricircolo ma la presenza in quote eccedenti,
di inquinanti fisici, chimici, microbiologici con traiet-
torie di moto turbolento persistente, all’interno
dei locali di degenza.
REPARTI DIAGNOSTICI
Nei reparti diagnostici, il requisito minimo indi-
cato per il ricambio dell’aria ambiente risulta in
numero di sei ricambi ora, senza ricircolo, filtra-
zione dell’aria in classe 6–8 ( M + A); possono
derivare molti vantaggi dalla previsione di due
distinti sistemi di immissione dell’aria di rinnovo
(prevalente) e di aspirazione. Negli ambulatori
74 | N.2/2014 | Informatore AIAS
contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota
sono previsti due ricambi ora con filtrazione in
classe 6 – 8.
REPARTI DI DIALISI
Per i reparti di dialisi il requisito minimo indica-
to, per il ricambio dell’aria ambiente, risulta di
sei ricambi ora senza ricircolo, filtrazione dell’aria
in classe 10 - 11 (M+A+AS), efficienza minima
del 95 – 99,9 %. Ricorrono le considerazioni già
svolte sulla previsione di distinti sistemi di immis-
sione e di ripresa dell’aria di ricambio. Per tutte
queste descritte attività lavorative e assistenziali
non risulta possibile esprimere una rigorosa mi-
sura della classe di pulizia dell’aria, nella naturale
carenza o assenza di tutti quei requisiti tecnici
di contorno che sono richiesti per le “camere
bianche” ed anche in considerazione degli aspet-
ti alberghieri della degenza; tuttavia ricorre la
necessità della verifica della efficacia dei filtri e
delle relative condizioni di pulizia dell’aria degli
ambienti descritti per fini di igiene.
Una proponibile risposta a questa esigenza può
venire dalla misurazione periodica della qualità
dell’aria immessa, in prossimità dei diffusori, valu-
tabile in termini di zona pulita (rif. F.S. 209/E – ISO
14.644 – 1). Altra possibile risposta a questa esi-
genza può venire dalla misura della concentra-
zione ambientale di particelle aerodisperse con
i locali in condizioni basali, assenza di utenti ed
operatori, con porte e finestre chiuse. In questi
casi il conteggio delle particelle aerodisperse, in
particolar modo d elle frazioni da 0,5μ e da 5
μm, potranno rappresentare un utile indicatore
delle condizioni basali di igiene ambientale e della
capacità di depurazione dei filtri. Pur nella de-
scritta assenza di requisiti di contorno e tuttavia
in presenza di ricambi forzosi dell’aria ambiente
con relativa filtrazione, riteniamo adottabile per
fini di qualità ed in termini di obbiettivi azienda-
li, il riferimento F.S.209/E che, in termini di sole
concentrazioni aerodisperse ed entro il valore
di M 7,5 del S.I. può per noi efficacemente for-
nire una riferibilità metrologica di pulizia dell’aria
indoor, per le descritte degenze e diagnostiche.
Ricordiamo come tale verifica assuma significato
anche ai fini del possibile rischio biologico, con-
nesso con l’uso di impianti di condizionamento
che possono determinare un aumento della ca-
rica biotica aerodispersa (spore funginee, agenti
microbici, virus, allergeni). Infine va rappresen-
tato come, anche la determinazione della con-
centrazione di particelle aerodisperse in definite
condizioni ambientali, in assenza di condiziona-
mento e filtrazione dell’aria, pur nei limiti di una
misura puntiforme, può tuttavia avere un impor-
tante valore indicativo delle ricorrenti condizioni
di igiene ambientale, agendo da primo controllo
capace di indirizzare altre verifiche ambientali o
organizzative.
LABORATORI BIOLOGICI
Nei laboratori biologici che assumiamo per
sintesi come modello complesso, a norma del
D.Lgs. n. 626/94 (Cfr. Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.)
e visti i criteri generali espressi per le degenze
infettive, il Datore di lavoro deve assicurare le
idonee misure di contenimento di secondo li-
vello per gli agenti biologici di gruppo 2, di terzo
livello per quelli di gruppo 3, di quarto livello per
quelli di gruppo 4.
In relazione al controllo della qualità dell’aria,
ricordiamo il previsto isolamento della zona di
lavoro nell’edificio con filtrazione assoluta HEPA
sull’aria estratta (livello 3) e sull’aria estratta e
immessa (livello 4), il totale isolamento ermeti-
co dell’area per la disinfezione, la previsione di
una stabile pressione negativa dei locali rispetto
a quella atmosferica. Considerato per esempli-
ficazione un laboratorio con livello 3 di conte-
nimento, oltre al ricorso alla pressione negativa
del locale, zona filtro, adozione di cappe a flusso
laminare, può assumersi un valore minimo di so-
glia di 10 ricambi ora senza ricircolo, filtrazio-
ne dell’aria con filtri assoluti tipo HEPA classe
H14 o ULPA classe U15, testati con particelle
da 0,12 e 0,20 μm. La classe di pulizia di ogni
ambiente deve risultare crescente in qualità dal
locale spogliatoio al locale decontaminazione e
laboratorio, rispettivamente ISO 6, ISO 5, ISO 5
(ISO 14.644 – 1), in condizioni basali. Nel caso
descritto le pressioni relative indicate risultano
di - 15 Pa nel locale spogliatoio; - 30 Pa nel locale
decontaminazione; - 25 Pa nel locale laboratorio.
In chiusura ricordo la generale utilità di evitare
la captazione dell’aria per il condizionamento, al
suolo o addirittura in centrali alloggiate nel sot-
tosuolo, preferire sistemi di umidificazione dell’a-
ria a temperature elevate, evitare ogni ricircolo
dell’aria esausta, recuperando per scambio ter-
mico la sua energia, ottimizzare la manutenzione
ed i controlli ambientali periodici.
CONCLUDO
Il costo umano, sociale e sanitario delle Infezioni
Ospedaliere in Europa è molto elevato: il suo
contenimento diviene preciso obbiettivo della
75Informatore AIAS | N.2/2014 |
contributi dei soci
Unione Europea attraverso atti armonizzati tra
gli Stati membri.
Il controllo fisico e microbiologico secondo standar-
dizzazione europea degli impianti di condiziona-
mento e ricambio dell’aria ambiente nei locali
assistenziali (UNI EN ISO 14.644 – 2001, UNI
EN 13098, UNI EN 556 – 1 - 2002), costituisce
uno dei possibili interventi in grado di ridurre
l’incidenza di infezioni nosocomiali. Anche i ri-
schi da agenti fisici hanno grande rilevanza nella
possibile induzione di patologie da lavoro, no-
socomiali, di comunità. Nondimeno la razionale
gestione di impianti tecnologici e fonti di energia
attraverso una progettazione evoluta un esperto
controllo, esperta manutenzione periodica attenta
al risparmio energetico ma senza tagli lineari, di-
mostrano grande rilievo.
Questo contributo intende esplorare la possibilità
di allineare la finalità primaria della promozione
della salute della popolazione attraverso la più ra-
zionale ed evoluta gestione dell’Ospedale contri-
buendo alla sua sicurezza, sostenibilità, qualità am-
bientale, innovazione tecnologica e professionale.
Questo potrà a sua volta contribuire a soste-
nere l’energia per la vita, a nutrire il pianeta
a diffondere e sostenere la necessaria rivoluzio-
ne alimentare che tanto serve sia agli individui
umani poveri che ricchi che lo popolano, per
i generali fini di salute e benessere, di sviluppo
economico e commerciale. n
Per documentarsi ed avere informazioni di dettaglio, contattare:
ICPrev Srl · Istituto di Certificazione per la Prevenzione
Via del Vecchio Politecnico, 7 · 20121 Milano · Tel. 0276002015 · Fax 0276020494
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MSSS (Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute) - COORDSPP (Coordinatore per la Sicurezza)
ASPP (Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) - CSP-CSE (Coordinatore nei cantieri)
SAFETYAUDITOReLEADAUDITORSAFETY dei Sistemi di Gestione BS OHSAS 18001
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Le iscrizioni avvengono attraverso il sito www.aiasacademy.it  Per 
agevolazioni  o  condizioni  di  pagamento  particolari  contattare  il  
Tutor del corso : Gilberto Crevena –   gcrevena@aiasacademy.it   
Le  iscrizioni  saranno  accettate  fino  a  esaurimento    dei  posti 
disponibili.  Il  corso  sarà  attivato  solo  al  raggiungimento  del 
numero minimo di partecipanti. AIAS ACADEMY si riserva la facoltà 
di  annullare  le  iniziative  o  modificare  il  programma,  dandone 
comunicazione  entro  5  gg.  dalla  data  prevista;  in  caso  di 
annullamento o cambiamento della data l’utente potrà utilizzare la 
quota  per  la  successiva  edizione  del  corso  o  richiedere  la 
restituzione della quota versata. 
 
RINUNCE O ANNULLAMENTO DEL CORSO 
In  caso  di  eventuali  rinunce,  non  pervenute  per  iscritto  al  tutor  
gcrevena@aiasacademy.it  almeno  sette  giorni  lavorativi  prima 
dell’inizio  della  manifestazione  prescelta,  sarà  addebitata  l’intera 
quota di iscrizione. 
 
DURATA 
120 ore  ‐ Orario 8.45/17.45 al mercoledi, giovedi e venerdi 
 
IN COLLABORAZIONE CON  
MIB School of Management Trieste 
e 
 
 
 
 
 
 
 
____________________________________ 
AIAS ACADEMY Srl 
Accreditamento Regione Lombardia  
n. 0043 del 01/08/2008 
 
EXECUTIVE PROGRAM  
MANAGER HSE  
MARITTIMO PORTUALE  
(120 ore) 
 
 
Competenze Manageriali e Strumenti Operativi per la 
Gestione Strategica della Compliance e Cambiamento 
culturale nelle Aziende Marittimo Portuali 
 
TRIESTE, 18 FEBBRAIO / 26 GIUGNO 2015 
 
 
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VIE EN.RO.SE.
 
 
 
 
 
______________________________ 
AIAS ACADEMY Srl 
Accreditamento Regione Lombardia  
n. 0043 del 01/08/2008 
 
Progettazione Acustica –  
La figura del Tecnico 
competente (160 ore) 
FORMAZIONE PER TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA 
AMBIENTALE ai sensi della L. 447/95  
 
Milano, 12 Febbraio – 15 maggio 2015 
 
79Informatore AIAS | N.2/2014 |
notizie dal networkAIAS
La notizia merita un’edizione straordinaria perché, stando
al disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V
della Costituzione,la tutela e sicurezza del lavoro verrebbero
tolte dalla competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni,
per essere attribuite alla esclusiva competenza dello Stato.
È l’art.117 della Costituzione che regola il riparto delle com-
petenze tra lo Stato e le Regioni e le suddivide tra quelle
esclusive dello Stato,quelle concorrenti Stato - Regioni e,infine,
quelle residuali,cioè di competenza esclusiva delle Regioni.
Ebbene nel nuovo art. 117 sparirebbero tutte le compe-
tenze una volta affidate alla competenza concorrente di
Stato e Regioni e, tra queste, anche la tutela e la sicurezza
sul lavoro.
Via la competenza, via la Conferenza Stato – Regioni, ba-
sta con gli Accordi Stato-Regioni originari, interpretativi ed
applicativi, comunque sempre interpretati ed applicati da
ciascuna regione a modo proprio attraverso la moltiplica-
zione delle delibere e degli atti amministrativi, tesi a “rece-
pire” a livello regionale quanto definito dalle stesse regioni
a livello nazionale in sede di conferenza stato-regioni e poi
puntualmente corretto o precisato con l’introduzione di mil-
le distinguo con lo scopo di inasprirne l’applicazione o, al
contrario, mitigarne la portata, ma pur sempre derogando
dalla regola generale,con ciò creando un sistema diverso tra
un territorio ed un altro.
In Lombardia si è financo stabilita la grammatura della car-
ta per gli attestati di avvenuta formazione da rilasciare a chi
abbia frequentato i corsi di sicurezza sul lavoro.
Non ci credete? Entrate nei siti delle regioni ed andate a
vedere tra la miriade di regole emanate a livello regionale su
questa materia.Ne troverete delle belle.
E allora via anche il super apparato burocratico messo in
piedi da alcune regioni,per la riscrittura di quanto già scritto
a livello nazionale, via le differenze nell’applicazione della
norma tra regione e regione e basta anche con gli ispettori-
formatori, super pagati per svolgere attività formativa.Torni-
no a fare prevenzione attraverso la vigilanza,e non attraver-
so i corsi di formazione.Oppure cambino mestiere.
Per la formazione da qualche giorno ci sono i “formatori
qualificati”.Usiamoli.
…
Tolta alle Regioni la competenza
in materia di sicurezza sul lavoro!
Io spero che anche qui, con gli occhi un po’ più addosso, ci
si dovrà attenere più puntualmente alla norma evitando la
tentazione di derogare. È il numero delle vittime degli infor-
tuni in questa terra che richiede maggior impegno e serietà
nell’organizzazione e gestione del sistema (provinciale) di
prevenzione.
La situazione sopra descritta è talmente evidente in una
recentissima “Determinazione della Regione Piemon-
te” che AIAS, ANFOS ed altre strutture di formazione
hanno presentato ricorso al TAR regionale chiedendo
l’annullamento, previa sospensiva, della Delibera Giunta
Regionale del 17/06/2013 n. 22-5962 e della Deter-
minazione Dirigenziale 01/04/2014 n. 239 avente ad
oggetto “aggiornamento delle indicazioni operative per la
formazione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui
al D.Lgs.81/08 e s.m.i.,approvata con DGR n.22-5962 del
17/06/2013”.
Infatti tale determinazione, creando un sistema paralle-
lo di riconoscimento dei soggetti formatori rispetto a
quelli autorizzati direttamente dalla normativa nazionale
allo svolgimento della formazione, limita arbitrariamen-
te la possibilità dello svolgimento della formazione dei
soggetti qualificati e dei lavoratori, dirigenti e prepo-
sti ex art. 37 D.lgs. 81/08 e Accordo Stato-Regioni del
21/102/2011 ai soli soggetti formatori individuati nell’e-
lenco dei soggetti formatori regionali cui è possibile
accedere solo dimostrando il possesso di requisiti non
pertinenti all’attività formativa stessa.
Questa paradossale situazione crea una situazione di fat-
to per cui un soggetto formatore non inserito nel sud-
detto illegittimo elenco regionale si trova nella impossibi-
lità di esercitare in Piemonte l’attività formativa in materia
di salute e sicurezza del lavoro.
Come sottolineato da Mugliari e nel ricorso presentato
alTAR,soggiogando a vincoli impropri e incongrui rispet-
to alla legge l’esercizio delle attività formative si ha inevi-
tabilmente un aggravio dei RISCHI PER I LAVORATORI
perché la formazione diventa più difficile ed onerosa da
erogare.n
abstract
Dal Blog del Consigliere Nazionale AIAS e Coordinatore AIAS delle province autonome diTrento e Bolzano, Franco Mugliari.
The authority on occupational safety is taken away from Regions! From the blog of Franco Mugliari National AIAS Councilor
and Coordinator for the Provinces of Trento and Bolzano.
80 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza
Passione tenace per la prevenzione efficace
S e d e o p e r a t i v a : V i a d e l V e c c h i o P o l i t e c n i c o , 7 - 2 0 1 2 1 M i l a n o
T e l . 0 2 . 7 6 0 0 . 2 0 1 5 – 0 2 . 7 6 0 2 . 2 4 2 4 – F a x 0 2 . 7 6 0 2 . 0 4 9 4
sito web: www.aias-sicurezza.it ; e-mail: aias@networkaias.it
Comunicato Stampa AIAS
Fonte: SicurtechVillage
Sicurtech Village: nuova cultura antincendio è possibile
Roma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappa
Sicurtech Village, la mostra convegno itinerante dedicata ai temi legati alla
«cultura della sicurezza antincendio, alle soluzioni e agli aspetti tecnico-normativi»,
ha lo scopo di far conoscere le più recenti innovazioni in materia. Un tour di
approfondimento che, toccando diverse città italiane, riflette su tematiche di
cogente attualità ed interesse, grazie al contributo di tecnici, professionisti,
addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti,
esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università.
Le Associazioni promotrici dell’iniziativa, tra cui AIAS, svolgono da tempo
un’importante funzione di raccordo con le Istituzioni Pubbliche a livello nazionale,
europeo e internazionale, contribuendo in maniera sostanziale alla messa a punto
di normative e regolamenti in grado di far fronte alla rapida evoluzione del mercato
della sicurezza e dell’antincendio.
Roma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappa
Anche la tappa di Roma – con i suoi 500 tecnici presenti – ha dimostrato che una nuova cultura
antincendio è possibile.
L’Auditorium della Tecnica (Confindustria) ha ospitato la terza tappa del Sicurtech Village riscuotendo
grande successo di professionisti esperti del settore. Filo conduttore dei quattro appuntamenti è stato
l’acceso dibattito: c’è la voglia di cambiare, di migliorare e proteggere il patrimonio esistente.
L’appuntamento di Roma ha fatto emergere nuovamente quanto sia importante collaborare e lavorare
insieme per prevenire i rischi. E questo è possibile solo se si vanno a coinvolgere tutte le parti interessate
con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la salute.
Ad aprire i lavori della mattina è Luciano Nigro
(Presidente EUROFEU, Vicepresidente Commissione
Protezione Attiva UNI, Vicepresidente Associazione
Italiana Ingegneria Antincendio, Consigliere UMAN,
Consulente Marioff Corp.) che ha illustrato la normativa
vigente ed il ruolo del professionista antincendio. Ad
entrare nel dettaglio sul nuovo progetto di
semplificazione per le norme antincendio è Roberto
Emmanuele, Funzionario Direttivo Antincendi.
Un brillante quadro sul ruolo delle imprese e delle
associazioni professionali italiane è stato fornito,
rispettivamente da Natale Mozzanica (Responsabile
formazione
tematiche antincendio e Coordinatore Gruppo Impianti e
Sottogruppo Manutenzione Impianti UMAN, Membro Commissione
Protettiva Attiva UNI) e Tiziano Zuccaro (Presidente Vicario
Associazione Professionale AIAS (APA) Prevenzione Incendi,
rappresentante nazionale in seno alla CFPA-Europe).
La giornata è proseguita con l’approfondimento di alcune tematiche
che già dalla mattina hanno suscitato interesse nella platea come,
ad esempio, il ruolo dell’asseveratore o l’analisi dei rischio incendio
per le aziende ed i professionisti.
81Informatore AIAS | N.2/2014 |
notizie dal networkAIAS
Gentile dottor Rino Pavanello, gentili tutti pre-
senti
sono lieto di poterLe far pervenire un mio sa-
luto e un incoraggiamento in questo giorno.
Parlo come Responsabile della Pastorale So-
ciale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano e
vi porto anche il saluto del Cardinale che mi
ha delegato di veni-
re tra voi.
Il senso della vostra
iniziativa, mi pare di
capire, vuole essere
quello di promuo-
vere la prevenzio-
ne degli infortuni e
delle Malattie Pro-
fessionali e la crea-
zione - a livello in-
ternazionale - di una
prevenzione per la
sicurezza globale e
la cultura della sa-
lute che coinvolga
tutte le parti inte-
ressate (datori di
lavoro, lavoratori e
loro Organizzazioni,
Stati ed Enti, ecc.).
Oggi nel mondo le
Malattie Professio-
nali sono la princi-
pale causa di deces-
si legati al lavoro.
La logica che vi
muove è quella che
viene ben esplicita-
ta dal proverbio se-
condo cui: prevenire
è meglio che curare.
Peraltro il costo
della mancata pre-
venzione incide sul
bilancio degli Stati
Lettera di plauso,
a firma di DonWalter Magnoni
Responsabile Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano,per l’iniziativa CIIP,
nell’ambito delWorkers Memorial Day,International Panel su salute,sicurezza e diffusione della
cultura della prevenzione negli ambienti di vita,di studio e di lavoro – Milano 28 aprile 2014
ed anche in maniera rilevante.
Inoltre, apprezzo anche la vostra lotta contro
lo sfruttamento del lavoro minorile. A tal pro-
posito mi piace ricordare come l’attenzione
a un lavoro che promuovesse la dignità della
persona è stata una costante attenzione del
Magistero sociale della Chiesa.
82 | N.2/2014 | Informatore AIAS
notizie dal networkAIAS
La prima Enciclica sociale - la Rerum Novarum -
firmata da Leone XIII nel lontano 1891, aveva
tra i suoi principali obiettivi anche quello di
combattere lo sfruttamento di donne e bam-
bini, costretti a ritmi di lavoro disumani e sen-
za le benché minime tutele.
Giovanni Paolo Il nell’Enciclica Laborem Exer-
cens del 1981 , in un passaggio significativo
in merito al vostro tema affermava: «Bisogna
continuare a interrogarsi circa il soggetto del
lavoro e le condizioni in cui egli vive. Per rea-
lizzare la giustizia sociale nelle varie parti del
mondo, nei vari Paesi e nei rapporti tra di loro,
sono necessari sempre nuovi movimenti di so-
lidarietà degli uomini del lavoro e di solidarietà
con gli uomini del lavoro.Tale solidarietà deve
essere sempre presente là dove lo richiedono
la degradazione sociale del soggetto del lavo-
ro, lo sfruttamento dei lavoratori e le crescenti
fasce di miseria e addirittura di fame. La Chie-
sa è vivamente impegnata in questa causa, per-
ché la considera come sua missione, suo ser-
vizio, come verifica della sua fedeltà a Cristo,
onde essere veramente la “Chiesa dei poveri”.
E i “poveri” compaiono sotto diverse specie;
compaiono in diversi posti e in diversi mo-
menti; compaiono in molti casi come risultato
della violazione della dignità del lavoro umano:
sia perché vengono limitate le possibilità del
lavoro - cioè per la piaga della disoccupazione
-, sia perché vengono svalutati il lavoro ed i
diritti che da esso scaturiscono, specialmente il
diritto al giusto salario, alla sicurezza della per-
sona del lavoratore e della sua famiglia» (LE 8).
L’attenzione al mondo del lavoro e ai lavorato-
ri portò Giovanni Paolo Il a lanciare un appello
per “una coalizione mondiale in favore del la-
voro decente”.
Papa Benedetto XVI riprese queste conside-
razioni del suo predecessore e le rilanciò con
forza nell’Enciclica Caritas in Veritate. Questo
testo, a partire dalla consapevolezza di un
mondo ormai globalizzato, cerca di mettere in
guardia dai rischi insiti in certi processi.
Afferma Papa Benedetto: «II mercato ha sti-
molato forme nuove di competizione tra Stati
allo scopo di attirare centri produttivi di im-
prese straniere, mediante vari strumenti, tra cui
un fisco favorevole e la deregolamentazione
del mondo del lavoro. Questi processi hanno
comportato la riduzione delle reti di sicurez-
za sociale in cambio della ricerca di maggiori
vantaggi competitivi nel mercato globale, con
grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i
diritti fondamentali dell’uomo e per la solida-
rietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato
sociale. I sistemi di sicurezza sociale possono
perdere la capacità di assolvere al loro compito,
sia nei Paesi emergenti, sia in quelli di antico
sviluppo, oltre che nei Paesi poveri» (CV 25).
Papa Francesco nel suo continuo denunciare
la “cultura dello scarto” e la “globalizzazione
dell’indifferenza” mostra la necessità di un’at-
tenzione alla persona in tutte le sue forme di
vita. Scrive Papa Francesco nell’Evangelii Gau-
dium: «Abbiamo dato inizio a una cultura dello
“scarto” che, addirittura, viene promossa. Non
si tratta più semplicemente del fenomeno
dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di
qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta col-
pita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla
società in cui si vive, dal momento che in essa
non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza
potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono
“sfruttati” ma rifiuti,“avanzi”» (EG 53).
Il garantire condizioni di lavoro sicure è una via
che la Chiesa da sempre segnala ed è per tali
ragioni che mi sento d’incoraggiare il vostro
impegno.
Il Signore Vi benedica e vi doni forza per con-
tinuare un’opera atta a far crescere il bene
comune. n
83Informatore AIAS | N.2/2014 |
comitato tecnico scientifico (cts)
ELENCO DEL COMITATOTECNICO SCIENTIFICO AIAS (CTS)
DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS (APA)
E DEI RELATIVI GRUPPITECNICI
DIREZIONE
AIAS Presidente – Ing. Giancarlo Bianchi
Coordinatore Operativo CTS – Ing. Mario Alvino (V. Presidente AIAS)
Segreteria tecnica del CTS – Dott. Riccardo Belloni (Segretario Generale AIAS)
AIAS ACADEMY Presidente - Ing. Giancarlo Bianchi
Amm. Delegato e Direttore Generale – Dott.Arnaldo Zaffanella (V. Presidente AIAS)
ICPrev Amm. Unico e Responsabile Certificazione – Ing. Claudio Munforti
RAPPRESENTANTI D’ ISTITUZIONE
VVF: Ing.Antonio Monaco INAIL: Dott. Fabrizio Benedetti UNI: Ing. Ruggero Lensi
LEGENDA
Comitato Tecnico (CT):
Raggruppa professionisti di ambiti professionali generici e trasversali alle Associazioni
professionali AIAS specialistiche
Gruppo Tecnico( GT):
Raggruppa professionisti di ambiti professionali specialistici verticali inseriti in una specifica
Associazione professionale AIAS
Gruppo di Lavoro (GdL):
Sottogruppo di un comitato o gruppo tecnico avente la funzione di rappresentare figure
professionale ad “alta” specializzazione
Gruppo di Progetto (GdP): Gruppi temporanei aggregati ad alta professionalità per realizzare un determinato progetto
84 | N.2/2014 | Informatore AIAS
comitato tecnico scientifico (cts)
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO AIAS e relativi coordinatori
SETTORE 1: NORMATIVA, INDIRIZZI LEGISLATIVI,TUTELA E ASSISTENZA SINDACALE,ASSISTENZA ASSICURATIVA
1.1 Comitato Normativa eTutela legale Giorgio Carozzi
1.2 ComitatoTutela e Assistenza Sindacale Leo Scandora
1.3 ComitatoTutela Assicurativa Luigi Chiechi
SETTORE 2: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE
2.1 Sistemi di gestione Alessandro Foti
2.2 Indirizzo e Coordinamento delle APA Giancarlo Bianchi
2.3 Analisi del valore e statistiche Alessandro Frolla
2.4 Indirizzi metodologici, terminologia e Statistiche Giordano Zappa
2.5 Supporti informatici e internet Riccardo Bianconi
2.6 Behavior Based Safety e Fattori comportamentali Fabio Tosolin
2.7 Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile Luigi Di Marco
SETTORE 3: ERGONOMIA E FATTORE UMANO
3.1 Fattori psicosociali Michele Maisetti
3.2 Ergonomia Luigi Chiechi
SETTORE 4: COMUNICAZIONE
4.1 Comunicazione Luigi Chiechi
ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS, GRUPPI TECNICI e RELATIVI COORDINATORI
APA Prevenzione
Associazione professionale Aias Professionisti per la Protezione e Prevenzione
Gruppi tecnici (P)
P1 Attrezzature di lavoro e impianti per la produzione Giovanni Amendolia
P2 Igiene del lavoro Carlo Sala
P3 Rischio elettrico Giuseppe Bosisio
P4 Acustica e vibrazioni Sergio Luzzi
P5 Rischi nei parchi, giardini e aree verdi attrezzate -
P6 Sicurezza del prodotto Giovanni Amendolia
P7 Dispositivi di protezione Boldrini Luca
P8 Laboratori di analisi Mario Alvino
P9 Rischi nei strutture ricettive e alberghi Biagio Principe
P10 Aree espositive Mario Alvino
P11 Wellness -
P12 Spettacoli aperti al pubblico Riccardo Savarino
P13 Medicina del lavoro Aldo Arcieri
APA Formazione
Associazione professionale Aias Formatori per la Prevenzione
Gruppi tecnici (F)
F1 Formazione Piergiorgio Frasca
APA Costruzioni
Associazione professionale Aias Coordinatori della sicurezza comparto Costruzioni
Gruppi tecnici (C)
C1 Costruzioni Carlo Pozzi
C2 Attività estrattive Simone Donati
85Informatore AIAS | N.2/2014 |
comitato tecnico scientifico (cts)
APA Prevenzioni Incendi
Associazione professionale Aias Professionisti Prevenzione Incendi
Gruppi tecnici (I)
I1 Prevenzione incendi Tiziano Zuccaro
APA Mare
Associazione professionale Aias professionisti Marittimo e Portuale
Gruppi tecnici (M)
M1 Marittimo e portuale Gennaro Esposito
APA Energia
Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
A2 Energia e fonti rinnovabili Patrizio Nonnato
APA Organismo diVigilanza
Associazione professionale Aias Professionisti Organismo diVigilanza
Gruppi tecnici (O)
O1 Organismo diVigilanza Giorgio Carozzi
APA Ambiente
Associazione professionale Aias Professionisti del settore Ambientale ed Energetico
Gruppi tecnici (A)
A1 Protezione ambientale operativa
A3 Amianto e Fibre artificialiVetrose (FAV) Bruno Nello Bellini
APA Security & Safety
Associazione professionale Aias Professionisti del settore Security & Safety
Gruppi tecnici (S)
S1 Security & Gestione del Rischio Gianna Detoni
S2 Difesa e Forza di Polizia Umberto Fragassi
S3 Enti finanziari e assicurativi Testa Aldo Alberto
APA Lavori in quota
Associazione professionale Aias professionisti dei lavori in quota
Gruppi tecnici (C)
C3 Cadute dall’alto Giancarlo Vitali
APA Agro-Alimentare
Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
Aa1 Agroalimnentare Marco Mascherpa
APA Agricoltura
Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
Ag1 Agricoltura Giovanni Matteazzi
86 | N.2/2014 | Informatore AIAS
comitato tecnico scientifico (cts)
APA Protezione Civile
Associazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile
Gruppi tecnici (Cv)
Cv1 Protezione civile Gino Barral
Cv2 Rischi di incidenti rilevanti Fabio Cortesi
APA Sanità
Associazione professionale Aias Professionisti Sanità
Gruppi tecnici (Sn)
Sn1 Sanità Francesco De Bartolomeis
Sn2 Odontoiatria Rossella Tosetto
APA Educazione
Associazione professionale Aias Professionisti Educazione Permanente
Gruppi tecnici (E)
E1 Settore scolastico Andrea Moioli
E2 Rapporti con studenti Lorenzo Manganiello
APA Pubblica Amministrazione
Associazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile
Gruppi tecnici (Pb)
Pb1 Pubblica Amministrazione Riccardo Albertini
APA Neve
Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci
Gruppi tecnici (N)
N1 Impianti di risalita Franco Mugliari
N2 Piste da sci Franco Mugliari
APA Trasporti
Associazione professionale Aias Professionisti del settore deiTrasporti
Gruppi tecnici (T)
T1 Trasporto su gomma -
T2 Trasporto su binari -
T3 Trasporto aereo Tiziano Catena
T4 Aeroporti Tiziano Catena

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Informatore aias n.2 2014

  • 1. Organo Ufficiale dell’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza Anno XV - N. 2/2014 AIAS Informatore Obiettivo prevenzione Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015 Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
  • 2. 1Informatore AIAS | N.2/2014 | editoriale 1. Come realizzare il proprio business professio- nale qualificato a livello italiano ed Europeo? Esiste già il percorso normativo stabilito dall’Unione Europea (UE) e dall’Italia per permettere la libera circolazione nei 28 Paesi dell’UE dei professionisti qualificati tramite il sistema del rilascio del diploma inerente al livello di qualificazione professionale eu- ropea secondo il processo dell’European Qualifica- tion Framework (EQF). 2. Quali ruoli hanno le Associazioni professionali italiane per la realizzazione di tale processo? Gli obbiettivi dei specifici regolamenti e direttive dell’UE e delle relative leggi italiane (legge n .4/2013 e D.Lgs. n. 13/2013) consistono nella tutela dell’u- tilizzatore del servizio professionale e il riconosci- mento e la valorizzazione del professionista qualifi- cato e delle relative associazioni professionali. Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) presenta le normative sulla disciplina delle profes- sioni non regolamentate da ordini e collegi, come mezzi “per tutelare i consumatori, promuovere la co- noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali”. L’AIAS è già stata inserita nell’apposito elenco del MiSE quale Associazione professionale che rilascia l’attestato di qualità, per le figure professionali indi- viduate tramite le 14 Associazioni Professionali AIAS (APA) aderenti ad AIAS e che pertanto rilascia l’at- testato di qualificazione professionale, verificando la competenza acquisita relativa all’attività professiona- le esercitata in forma autonoma o subordinata, degli iscritti nelle APA, e garantendo anche l’utilizzatore di tali servizi o il datore di lavoro. Il processo di qualificazione professionale AIAS av- viene tramite il processo dell’European Qualification Framework (EQF) che a regime darà la possibilità, ai professionisti qualificati che lo desiderino, di andare liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea e ave- re a disposizione il mercato dell’UE già composto da 500 milioni di cittadini. L’EXPO 2015 risulta una straordinaria opportunità per valorizzare le professioni degli iscritti alle APA a livello di Unione Europea e a livello internazionale. 3. Qual è la situazione organizzativa e procedura- le in atto in AIAS per le Associazioni Professio- nali AIAS (APA)? 3.1 APA che hanno già identificato le figure professionali del settore: • APA Prevenzione - Professionisti del settore Prevenzione • APA Formazione - Formatori del settore Prevenzione • APA Costruzioni - Coordinatori della Sicu- rezza del comparto Costruzioni • APA Security & Safety - Professionisti dei set- tori Security & Safety • APA Prevenzioni Incendi - Professionisti del settore Prevenzione Incendi • APA Organismo di Vigilanza - Professionisti dell’Organismo diVigilanza (OdV) 3.2 APA che identificheranno le figure profes- sionali del settore entro fine ottobre 2014 • APA Mare - Professionisti dei settori Maritti- mo e Portuale • APA Ambiente - Professionisti del settore Ambientale • APA Energia - Professionisti del settore Energetico e delle Fonti rinnovabili 3.3 APA che identificheranno le figure professio- nali del settore entro fine novembre 2014 • APA Agricoltura - Professionisti del settore Agricolo Giancarlo Bianchi - Presidente AIAS Promuovere e realizzare il proprio business etico professionale nei 28 Paesi dell’Unione europea e a livello internazionale Expo 2015 un’opportunità straordinaria
  • 3. 2 | N. 2/2014 | Informatore AIAS editoriale a cura di Giancarlo Bianchi • APA Alimentare - Professionisti del settore Alimentare • APA Lavori in quota - Professionisti dei Lavori in quota 3.4 APA di prossima costituzione • APA Educazione • APA Protezione Civile • APA Pubblica amministrazione • APA Neve 4. Modalità operative e strumenti AIAS per valo- rizzare sul mercato italiano ed europeo la qua- lificazione ottenuta? Attraverso l’adesione alle APA e la richiesta di qua- lificazione il socio, tramite l’AIAS, può: 4.1 qualificarsi per specifici profili professio- nali in linea l’elenco della tipologia dei pro- fili professionali a valenza europea gestito dal centro EQF italiano; 4.2 essere inserito nell’apposito elenco AIAS come professionista qualificato Per ottenere le informazioni relative alle modalità di qualificazione potete consultare il sito istituzionale di AIAS www.aias-sicurezza.it/ o potete contattarci: AIAS -Via delVecchio Politecnico n. 7 - 20121 Milano Tel. 02 7600 2015 – Fax 02. 7602 0494 Email: qualificazioneaias@networkaias.it Passione tenace per la prevenzione efficace n Fonte: Wikipedia
  • 4. Informatore AIAS | N.2/2014 | sommario 3 Organo Ufficiale dell’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza Anno XV - N. 2/2014 AIAS Informatore Obiettivo prevenzione Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015 Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#! Comitato Scientifico Giuseppe Bastianutti (AIAS); Giancarlo Bianchi (AIAS); Rolando Dubini (avvocato); Lorenzo Fantini (avvocato); Giovanni Matteazzi (AIAS); Enrico Occhipinti (EPM); FilippoTrifiletti (Accredia); Arnaldo Zaffanella (AIAS ACADEMY); Tiziano Zuccaro (AIAS) Comitato di Redazione: Mario Alvino; Giuseppe Angelico; Giancarlo Bianchi; Giorgio Carozzi; Luigi Chiechi; Gian Paolo Grassi; Arnaldo Zaffanella Redazione Margherita Perone (mperone@networkaias.it) Proprietà AIAS -Associazione professionale ItalianaAmbiente e Sicurezza Via delVecchio Politecnico 7 - 20121 Milano Tel. 02 76 00 20 15 - Fax 02 76 02 04 94 aias@networkaias.it - www.aias-sicurezza.it Editore AIAS ACADEMY srl Corso di Porta Nuova 48 -20121 Milano Tel 026596131 Fax 026596508 Partita IVA 11534520157 info@aiasacademy.it Pubblicità AIAS ACADEMY srl Simona Monti Tel 026596131 Fax 026596508 smonti@aiasacademy.it Registrazione delTribunale 346 del 12 giugno 2000 Coordinamento e impaginazione: Jona srl - Paderno Dugnano (MI) L’accesso e la lettura dell’”Informatore AIAS” sono previsti per i soli soci AIAS in regola col pagamento della quota associativa. Copyright Tutti i diritti riservati. La collaborazione è gradita ed utile.Tutti gli interessati sono invitati a mettersi in contatto con la Redazione. I manoscritti, le fotografie, i disegni, non si restituiscono anche se non vengono pubblicati. Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la rivista, la sua Direzione e AIAS. Là società editrice si riserva il diritto di non pubblicare e in ogni caso declina ogni responsabilità per possibili errori , omissioni nonché per gli eventuali danni risultanti dall’uso dell’informazione contenuta nella rivista. Riprodurre parte dei testi è permesso previa autorizzazione scritta da parte della Direzione della rivista.. Tutela della privacy Nel caso in cui siano contenuti nella rivista questionari oppure cartoline commerciali con la richiesta di compilazione di dati, si rende noto che gli eventuali dati trasmessi verranno impiegati solo per scopi di indagini di mercato e di contatto commerciale e verranno trattati ai sensi della normativa sulla Privacy ex D.Lgs. 30.6.2003 n.196. Tutti gli interessati hanno diritto di accesso ai dati personali, alla rettifica, alla cancellazione degli stessi in qualsiasi momento, previa comunicazione anche a mezzo e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: aias@networkaias.it ANNO XV N.2/2014 Expo 2015:opportunità professionali per gli associati Milano:1 maggio – 31 ottobre 2015 Creazione di valore,sostenibilità e innovazione sociale Autore foto:Riccardo Pasquetti Editoriale ................................................................................................................................................................................................ 1 Giancarlo Bianchi Dossier Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo,sostenibilità e qualità. Un breve profilo storico .............................................................................................................................................................. 6 ClaudioVenturato Salute e Sicurezza:Expo 2015 come occasione per rilanciare la cultura della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione ......................................................................... 10 Sabatino De Sanctis,Davide Scotti Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? ......................................................................................................... 14 Elio Borgonovi I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy ....... 16 Biagio Principe,GiustoTamigio Valore aggiunto ...................................................................................................................................................................................... 23 Giorgio Carozzi EXPO 2015:opportunità per i professionisti AIAS ................................................................................................ 28 Rolando Dubini,Luca Dozio Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile. ............................................ 31 Luigi Di Marco Sostenibilità ambientale ed energetica:il modello delle Smart Cities ..................................................... 33 Patrizio Nonnato La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività ............................................ 35 Marco Frey UN GLOBAL COMPACT:la più grande iniziativa mondiale in tema di Responsabilità Sociale delle Organizzazioni .................................................................................................................. 38 Luigi Di Marco Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile territorialmente:strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia ....................... 40 GiuseppeAngelico,Priscila Escobar Rojo A proposito di Expo 2015... EXPO 2015:Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la manifestazione in città ...................................................................................................................................................................... 45 EssereVolontario in EXPO Milano 2015 ........................................................................................................................ 47 Giurisprudenza A cura di Giorgio Carozzi .................................................................................................................................................................. 49 Redazionale Expotraining ed ExpoLavoro & sicurezza - edizione 2014.............................................................................. 55 Contributi dei soci Piccole imprese liberate dal SISTRI ....................................................................................................................................... 61 Paolo Pipere Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale nel campo della sicurezza salute ambiente .................................................................................................................... 64 Carlo Bisio Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia.Non è questo il futuro per i nostri giovani ............................................................................................................................................................................... 66 Arnaldo Zaffanella Diamo più“sicurezza”al futuro dei giovani!.................................................................................................................... 68 Barbara Camicia Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria,condizionamento, controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna – Parte II.................................................. 70 Bruno Cammarota Notizie dal NetworkAIAS Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! ........................................................ 79 SicurtechVillage:nuova cultura antincendio è possibile....................................................................................... 80 Lettera di plauso per l’iniziativa CIIP nell’ambito delWorkers Memorial Day ................................ 81 Comitato Comitato tecnico scientifico (CTS) ..................................................................................................................................... 83
  • 5. Organizzato da: Segreteria operativa: www.ambientelavoro.it ambientelavoro@senaf.it 22•24 ottobre 2014 Bologna sicomunica Seguici su: Bologna, 22-25 ottobre 2014A BOLOGNA in collaborazione con INGRESSO RIDOTTO
  • 6. 5Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier EXPO 2015 OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI PER GLIASSOCIATI Creazione di valore,sostenibilità e innovazione sociale
  • 7. 6 | N.2/2014 | Informatore AIAS6 Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo, sostenibilità e qualità. Un breve profilo storico a cura di ClaudioVenturato Consulente MOG e O.d.V.231, ex Consigliere parlamentare Capo Servizio Secondo la Convenzione sulle Esposizioni internazionali fir- mata a Parigi nel 1928, la cui ap- plicazione si svolge da allora sotto la sovrintendenza e la vigilanza del B.I.E. (Bureau International des Expositions), le Esposizioni inter- nazionali sono classificate in “ge- nerali” (oggi si usa abitualmente la locuzione Esposizioni Universali) e “speciali”. A quell’epoca infatti, pur in un panorama di rela- zioni internazionali ed economiche fortemente agitato, che di lì a poco sarebbe sfociato nella grande crisi del 1929 e, a distanza di soltanto un decennio, nella seconda guerra mondiale, si avvertì come imprescindibile la necessità di una regolamentazione riconosciuta sul piano internazionale del fenomeno, che stava ormai diventando troppo rilevante per essere lasciato alla specifica impostazione data dai singoli Stati organizzatori. Si pensi ad esempio ai problemi fiscali, oltreché strettamente commerciali, impli- cati da eventi di tali dimensioni e complessità or- ganizzativa e partecipativa come le Esposizioni, e ai disguidi ed ostacoli, davvero insormontabili, in caso di persistente assenza di coordinamento. Nel 1928 infatti le Esposizioni in- ternazionali avevano ormai alle spalle una lunga storia, a partire secondo alcuni addirittura dal- l’”Exposition publique des produits de l’industrie française” tenutasi a Parigi nel 1798, in pieno periodo rivoluzionario, passando per le grandi Esposizioni di Londra del 1851 e di Parigi del 1889 (quella della Tour Eif- fel, appunto, nel primo centenario della Grande Rivoluzione) fino alla prima Esposizione tenuta a Milano, che risale al 1906, e che vide la parte- cipazione di ben 10 milioni di visitatori (erano stati 6 milioni mezzo secolo prima a Londra). Va osservato, al riguardo, che quello delle Espo- sizioni internazionali è un fenomeno tipico del mondo contemporaneo, da tenere distinto da quello simile ma non identico delle fiere, che affonda le sue radici molto più addietro nel tem- po, presentandosi ben sviluppato in tutta Euro- pa già nel Basso Medioevo. La consapevolezza di questa differenza, ma anche la difficoltà di una precisa distinzione, affiora chiaramente nel “pri- mo voto” del Protocollo allegato alla Conven- zione del 1928 sopra ricordata: “La conferenza abstract L’articolo si interroga sul significato della perdurante popolarità di un fenomeno ormai abbastanza antico, come le grandi Espo- sizioni internazionali, che periodicamente impegnano notevoli sforzi ed energie di Governi e sistemi produttivi, ed individua il fattore fondamentale che ha preservato queste manifestazioni dall’obsolescenza nella loro evoluzione storica,che ha portato ad un loro radicale cambiamento di significato e convergenza con l’approccio della Qualità e della Sostenibilità come fattori base di un nuovo tipo di sviluppo. The article examines the significance of the persistent popularity that enjoys a phenomenon, which appears by now rather old: the bigWorld’s Fairs, that recurrently take up considerable efforts and energies by Governments and productive systems to be organized. It deems the basic factor that has kept these exhibitions from obsolescence to be found in their historical evolution, that has led such Fairs to radically change their meaning and to substantially converge at the Quality and Sustainability approach,as the main factors for a new type of development. dossier
  • 8. 7Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier è stata chiamata a constatare la difficoltà di di- stinguere nettamente le esposizioni dalle fiere”. Forse però qualche indicazione si può ricavare considerando l’aspetto amministrativistico di queste manifestazioni: sembra infatti che l’orga- nizzazione delle Esposizioni internazionali si col- lochi per definizione, fin dalla loro creazione, al livello degli Stati, mentre le fiere, coerentemen- te con la loro tradizione storica, sono percepite come più connaturate ai poteri territoriali locali, anche quando, come spesso accade, hanno una dimensione internazionale o mondiale di asso- luto rilievo. Un aspetto poco approfondito, ma partico- larmente significativo per un corretto inqua- dramento dell’attuale valenza delle Esposizio- ni internazionali, è costituito da un certo qual parallelismo che esse presentano, nel corso del XX secolo, con il coevo sorgere e svilupparsi del movimento di normalizzazione (o standar- dizzazione) che avrebbe portato nel 1946, nel mondo appena riemerso dalla guerra mondiale, alla creazione dell’ISO e all’indirizzo scientifico e organizzativo volto verso l’affermazione della Qualità nella sfera produttiva. I due fenomeni hanno origini ben diverse e sono sorti con va- lenze probabilmente antitetiche, ma in seguito hanno manifestato una convergenza via via più spiccata, fino al dominio dei temi legati alla qua- lità nel prossimo evento milanese. A conferma delle curiose corrispondenze tra i due fenomeni, per molto tempo sotterranee, si può ricordare che fu proprio la guerra in corso in quegli anni ad impedire l’effettivo svolgimen- to dell’Esposizione Universale programmata a Roma nel 1942, dove comunque l’evento man- cato rimase immortalato dalla creazione, per l’occasione, dell’EUR, il quartiere di Piacentini annoverato tra i capolavori del razionalismo in architettura. Evidentemente, al di là delle ap- parenze, i due fenomeni erano in realtà acco- munati da un profondo legame con le politiche di pace e di prevenzione – inibizione - supera- mento (sia pure in via soltanto tendenziale) del- la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Il compito di approfondire un po’ meglio queste sotterranee corrispondenze ha a che fare con la fondamentale dicotomia che, nell’epoca in cui viviamo, coinvolge le grandi opzioni che deter- minano e determineranno il futuro dello svi- luppo economico dell’intero pianeta, ed inoltre implica una rielaborazione della stessa nozione, ciò che si intende - o che è ancora possibile intendere, o forse che si dovrà inevitabilmente intendere - come sviluppo economico.
  • 9. 8 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di ClaudioVenturato Si tratta della dicotomia tra quantità e qualità, tra uno sviluppo economico essenzialmente quantitativo, come finora in prevalenza è sta- to, e un nuovo tipo di sviluppo, basato su un’a- deguata e crescente attribuzione di valore alla qualità (che si lega al concetto di economia della conoscenza e conseguente valorizzazione economica della conoscenza, delle competenze e delle abilità) e sul contemporaneo sviluppo di tecnologie che consentano di ricondurre la pro- duzione materiale sempre più, e in prospettiva esclusivamente, all’uso di risorse naturali ripro- ducibili, o comunque riciclabili per un elevato numero di volte. Il grande dibattito che attraversa la scienza eco- nomica, ma anche la politica tout court, inne- scato dalla presa di coscienza, per la prima volta nella storia, che esistono limiti quantitativi e di riproducibilità delle risorse naturali non è più una novità, tuttavia sembra che siamo solo agli inizi di questa nuova consapevolezza, che finora non si può dire abbia dato luogo al reperimento di soluzioni acquisibili come definitive, mentre notevolmente divaricati appaiono i punti di vista sulla variabile “tempo disponibile”, a sua volta dipendente da un insieme di variabili di impo- nente complessità. Però appare sin d’ora abbastanza chiaro che l’ingresso a sorpresa del fattore “limitatezza delle risorse”, in precedenza ignora- to o misconosciuto, ha finito per rendere inutilizzabili tutti gli schemi concettuali sullo svi- luppo elaborati nel corso dei due ultimi secoli e ri- chiede ora elaborazioni completamente nuove, basate sul concetto di “sostenibilità”. A que- sto riguardo crescente chiarezza sta assumen- do lo stretto legame che passa tra sostenibili- tà (per quanto polisenso, o comunque soggetta ad evoluzione debba ancora considerarsi questa espressio- ne) e qualità, ciò che ci riporta alla dicotomia dalla quale eravamo partiti. Come si colloca su questo sfondo il fenomeno delle Esposizioni internazionali? E’ esso il sim- bolo, sopravvissuto a se stesso, di un’epoca al tramonto, o è in grado di raccogliere ancora ed innescare energie intellettuali e creative utili nel nuovo scenario? Credo sia impossibile ne- gare, sul piano storico, che la chiave simbolica dell’Esposizione internazionale, particolarmente nella sua versione Universale, la sottostante vi- sion dello sviluppo, fosse in origine, e sia stata fino a tempi non lontani, di stampo fortemente quantitativo. L’epoca d’oro delle Esposizioni è stata quella in cui le stesse costituivano una tra le principali vetrine di sistemi imperiali composti di metropoli e colonie, in aspra competizione tra loro proprio per il dominio sulle risorse na- turali pro-tempore utilizzabili, in relazione alla tecnologia dell’epoca, per l’aumento continuo, in termini quantitativi, della produzione di beni materiali. In quel periodo le grandi Esposizioni, non per nulla organizzate sotto la cura diretta dei governi centrali, servivano essenzialmente a dimostrare al mondo la potenza produttiva e scientifico-tecnologica di quei sistemi (inten- dendo la scienza e la tecnologia prevalentemen- te come strumenti di rilancio continuo dello svi- luppo quantitativo). La potenza produttiva non era poi che l’altra faccia della potenza militare. Sotto il profilo descritto, si possono dunque considerare le Esposizioni internazionali dell’e- poca come informate ad uno spirito tutt’altro che sinergico con il parallelo movimento che stava elaborando, quasi sotto traccia, una nozio- ne sempre più allargata di qualità. Se questa è stata la realtà stori- ca, oggi però si assiste ad una marcata evoluzione del significato generale di eventi come le Espo- sizioni internazionali. Come si è notato più sopra, se da un lato esse erano legate da un continuum di con- cezione e di interessi con le guerre dell’e- poca, proprio la guer- ra rese impossibile l’ef- fettuazione dell’Expo di Roma, dimostrando defi- nitivamente l’incompatibilità di iniziative di scambio culturale pacifico, come le Esposizioni, con la guerra. Nel frattempo, il grande sviluppo del movimento della Qualità (serie delle ISO 9000, Total Quality Control, qualità delle orga- nizzazioni e dei processi, concezione statistica
  • 10. 9Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier della qualità, ecc.), e, più di recente, l’emersio- ne, anche e soprattutto a livello istituzionale, del tema della sostenibilità, hanno determinato una convergenza sostanziale. Così si può constatare che il tema della sostenibilità permea da cima a fondo l’impostazione dell’EXPO 2015 di Mi- lano, nelle sue due articolazioni tematiche rela- tive alla nutrizione della popolazione umana e alla disponibilità di energia, che della sostenibilità rappresentano due facce tra le più essenziali e tra loro interconnesse. Altri contributi nel numero 1/2014 e nel pre- sente numero dell’Informatore si sono sofferma- ti sugli specifici standard applicabili sia al profilo dell’alimentazione sia a quello dell’energia, e poi su tutti quelli strumentali al perseguimento degli obiettivi di ottimizzazione in ambedue i campi, primo fra tutti la formazione come driver fonda- mentale di un nuovo tipo di sviluppo. Qui, a conclusione di questa rapida ricostru- zione di taglio storico del sempre più stretto rapporto tra nuova concezione, di tipo quali- tativo, dello sviluppo, e perdurante popolarità del fenomeno delle Esposizioni internazionali, si intende richiamare l’attenzione su un ulteriore aspetto del multiforme fenomeno della qualità. Non a caso questo aspetto è stato portato in primo piano proprio dalle, abbastanza tortuose, vicende realizzative dell’Expo di Milano: esso è costituito dalla legalità, come ambiente impre- scindibile per l’affermazione nei processi pro- duttivi ed in generale nelle articolazioni del ciclo produttivo, come i consumi e gli investimenti, di un adeguato livello di qualità, tanto più se si rife- risce tale adeguatezza, come appare necessario, a tutti i portatori di interesse coinvolti nel pro- cesso produttivo. A questo proposito, risulta in conclusione im- portante che trovi adeguato spazio, nei dibattiti che costelleranno la manifestazione milanese, l’approfondimento, in un’ottica di confronto internazionale e di scambio di esperienze e so- luzioni, normative e gestionali, dei temi e dei problemi presentati dall’attuazione due fonda- mentali leggi che hanno caratterizzato il primo decennio del corrente secolo in Italia: la legge “anticorruzione” (L. n. 190/2012) e la legge per la prevenzione della criminalità d’impresa (D.Lgs. n. 231/2001), nonché dello stretto rap- porto che passa tra la loro efficace attuazione e la costruzione di un tessuto di competenze e capacità professionali specialistiche. Come è noto, l’AIAS è impegnata in prima linea su que- sto fronte. n
  • 11. 10 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti Salute e Sicurezza:EXPO 2015 come occasione per rilanciare la cultura della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione a cura di Davide Scotti Segretario Generale Fondazione LHS Quando pensiamo al futuro che vorremmo per noi e per le persone che ci stanno a cuore, tante immagini si affollano nella nostra mente, a formare quadri diversi, ciascuno con i propri co- lori, le proprie sfumature. C’è chi si vede realizzato nelle aspirazioni lavorative, chi aspira a godersi ap- pieno i momenti in famiglia,chi de- sidera dedicarsi a viaggi, vacanze, relax; e poi c’è chi sogna di avere tutto quanto insieme – se si parla di speranze per il futuro, perché mai lesinare? Ognuno, insomma, ha una sua visione del futuro. Una cosa però, le accomuna tutte: un senso profondo di serenità e be- nessere, fisico e mentale. Perché questo è il presupposto imprescindibile per la realizzazione delle nostre aspirazioni, qualunque esse siano. Se questo è vero, allora, c’è da chie- dersi perché troppo spesso viviamo il presente come se ciò che facciamo oggi non avesse con- seguenze su come vivremo domani. Ponendosi come occasione di con- fronto e dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulla sfida del nutrimento del pianeta, EXPO 2015 guarda inevitabilmen- te al nostro futuro. Il tema del cibo viene affrontato non soltanto dal punto di vista della malnutrizione, ma anche dell’alimentazione ec- cessiva e disordinata, responsabile dell’insorgere di gravi patologie, le cosiddette ‘malattie non trasmissi- bili’- diabete, cancro, malattie car- diovascolari e malattie respiratorie croniche - che rappresentano una delle principali cause di morte nel mondo. Come sottolinea il piano d’azione globale dell’OMS (Orga- nizzazione Mondiale della Sanità) per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili nel periodo 2013 - 2020, un’al- ta percentuale di tali malattie si può prevenire attraverso la riduzione dei quattro principali fat- tori di rischio comportamentali ad esse correlati: consumo di tabacco, inattività fisica, consumo abstract Tra gli obiettivi di EXPO 2015 - in linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” - c’è quello di discutere le possibili solu- zioni per contrastare i danni provocati dall’alimentazione eccessiva e dallo stile di vita disordinato,che provoca sempre più vittime in tutto il mondo.A meno di un anno dall’inizio della manifestazione,Fondazione LHS,da sempre impegnata nel promuovere salute e sicurezza,sente l’urgenza di indicare quella che ritiene sia la via da seguire:sviluppare la cultura della prevenzione affinché uno stile di vita sano e sicuro diventi un approccio spontaneo,adottato fin da giovani nella pratica quotidiana.. In keeping with the theme “Feed the planet, energy for life”, one objective of EXPO 2015 will be to discuss the various options available to counter the damage caused to human health by overeating and leading a disordered lifestyle,both of which are claiming increasingly more victims the world over.With less than a year to go before the big event,the LHS Foundation feels the urgent need to point to what it sees as the right path to follow in this regard:namely,developing a culture of prevention,so that a safe and healthy lifestyle becomes a natural approach to living,one adopted on a practical daily basis from the time we are young. a cura di Sabatino De Sanctis Vice Presidente Fondazione LHS
  • 12. 11Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier dannoso di alcol ed errate abitudini alimentari. Sono previsti incontri, dibattiti, convegni, molte- plici occasioni di scambio e approfondimento, con l’obiettivo di sollevare nuove proposte e iniziative e di offrire ai visitatori gli strumenti per cercare le proprie risposte. Perché dunque non approfittare di questa incredibile occasione di vi- sibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione? Stimolare l’attenzione alla prevenzione è un obiettivo che da anni persegue la Fondazione LHS (Leadership in Health and Safety), ente no profit creato da Saipem nel 2011 con la mission di diffondere e valorizzare la cultura della salute e sicurezza sul lavoro e nella vita di ogni giorno. Le attività della Fondazione seguono una meto- dologia ben precisa, chiamata LiHS (Leadership in Health and Safety), elaborata e applicata in- ternamente a Saipem, che negli anni ha ottenuto risultati eccezionali in termini di miglioramento delle perfomance aziendali di sicurezza. Il suc- cesso di questo metodo ha generato grande interesse a livello internazionale e la Fondazione è stata istituita anche per rispondere alla cre- scente richiesta da parte di aziende - non solo dell’industria Oil and Gas - di implementare la LiHS al loro interno. Sono proprio le attività di consulenza e prestazione di servizi alle aziende, insieme alle sovvenzioni del socio fondatore, che consentono alla Fondazione di finanziare tutte le iniziative che, in linea con l’approccio LiHS, mi- rano a promuovere un cambiamento di men- talità in termini di salute e sicurezza,centrato proprio sul riconoscimento della prevenzione come valore irrinunciabile. La prevenzione, infatti, è un bene essenziale di cui, tuttavia, si tende ancora a sottostimare l’im- portanza, e non solo in campo sanitario. Infatti, perché in Italia si scateni una reazione, o, per lo meno, la presa di coscienza di un problema, sia- mo abituati ad aspettare di trovarci di fronte ad un’emergenza.Assistiamo tutti i giorni ad avveni- menti gravissimi che lo dimostrano: basti pensa- re alla continua striscia di sangue rappresentata delle morti sul lavoro, o ai disastri ambientali che si perpetuano ad un ritmo sempre più incalzan- te e che spesso sono l’esito dell’incuria e della superficialità. Allo stesso modo, anche ognuno di noi tende a pensare alla propria salute o si- curezza solo quando le circostanze esterne lo forzano a farlo e difficilmente ha la lungimiranza di adottare contromisure preventive, modifican- do le abitudini e i comportamenti che, alla lunga, provocano effetti negativi sul proprio benessere. Per invertire questa tendenza, la Fondazione LHS punta a promuovere iniziative di formazio- ne e sensibilizzazione che suscitino emozioni e stimolino la partecipazione diretta delle perso- ne, portando così alla costruzione di un modo nuovo di vivere la salute e la sicurezza. Come? Attraverso codici di comunicazione innovativi e coinvolgenti, che consentano di percepire questi temi non più come noiosi e distanti dalla quoti- dianità, ma come valori preziosi, che riguardano tutti da vicino e su cui possiamo intervenire at- tivamente con le nostre scelte e le nostre azioni – in una parola, attraverso la prevenzione. Innanzi tutto, il ‘cinema’. Fondazione LHS ha infatti prodotto, in collaborazione con Saipem, tre cortometraggi ad alto impatto emotivo, che costituiscono il fulcro attorno a cui ruotano nu- merose iniziative di formazione e campagne di comunicazione. Il film ‘The Safer, The Better’, vin- citore di nume- rosi premi a livel- lo internazionale, racconta in modo intenso e toccante la storia di un incidente sul lavoro. Ancora la sicurezza è l’argomento su cui si concentra ‘What comes first’, con un focus in particolare su come riconoscere e diffonde- re i comportamenti sicuri, da adottare in tutte Fig. 1 -The Safer,The Better
  • 13. 12 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti le attività quotidiane. L’argomento della salute, invece, e in particolare l’impor- tanza della preven- zione e dell’adozio- ne di corretti stili di vita, è al centro del film ‘Choose Life’, anch’esso vincitore di importanti rico- noscimenti interna- zionali. Questi film vengono presentati durante i workshop tenuti nelle aziende che implementano la me- todologia LiHS e servono a produrre nei par- tecipanti una reazione emotiva forte, a susci- tare quella sorta di ‘scintilla’ che consente loro di uscire dalla gabbia di abitudini e convenzioni, preparandoli a vedere le cose in modo diverso, più consapevole. Il teatro è un’altra arma formidabile per abbatte- re il muro dell’indifferenza e comunicare il valore della prevenzione in modo estremamente effica- ce: per questo, in collaborazione con l’associazio- ne teatrale Rossolevante, la Fondazione LHS or- ganizza spettacoli nelle aziende, nelle scuole e in tutte le occasioni di interazione con il pubblico. La rappresentazione ‘Giorni Rubati’ affronta in particolare il tema della sicurezza sul lavoro, por- tando in scena un ex operaio, rimasto invalido a seguito di un incidente sul posto di lavoro. La narrazione scenica ha un potere comunicativo straordinario, perché permette allo spettatore di rivivere le emozioni e le sensazioni di quel tra- gico episodio insieme al protagonista, toccando- lo nel profondo e rendendolo più consapevole dell’importanza di salvaguardare il dono, spesso dato per scontato, dell’abilità fisica. Prevenire significa anche informare e accrescere la consapevolezza nella cittadinanza. E’ per que- sto che, per tenere costantemente alta l’atten- zione su salute e sicurezza, molte energie sono dedicate alla realizzazione di campagne di sen- sibilizzazione e di iniziative volte a stimolare la creatività delle persone e a favorirne l’intra- prendenza e l’interazione.Tra queste, la manife- stazione ‘Sharing Love for Health and Safety’ si propone di creare occasioni di collaborazione, condivisione e team building orientate ai valori di salute e sicurezza. Particolare successo riscuote il concorso lanciato ogni anno a tutti i dipendenti Saipem in occasione della giornata mondiale del- la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra il 28 aprile. Per citare solo le competizioni più re- centi, ricordiamo il ‘Flash Mob Contest’ del 2013, un vero e proprio concorso di flash mob, eventi Fig. 2 - Choose Life Fig. 3 - Giorni Rubati Fig. 4 - Safe Selfie Contest
  • 14. 13Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier di gruppo eccezionali che raccontano in maniera originale e divertente la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, e il‘Safe Selfie Contest’ del 2014, in cui è stato chiesto ai lavoratori di esprimere in un autoscatto la propria interpretazione del concetto di leader in salute e scurezza. Gli sforzi della Fondazione sono rivolti anche al di fuori dell’ambito strettamente azienda- le, nella convinzione che tutta la società debba essere protagonista del cambiamento culturale. A questo proposito, quest’anno la Fondazione ha incentivato la partecipazione di un centina- io di persone, tra dipendenti Saipem ed esterni, alla ‘Milano Relay Marathon’ 2014, sostenendo i costi di iscrizione e diffondendo contempo- raneamente informazioni sui benefici dell’eser- cizio fisico, unito ad un’adeguata alimentazione, sulla nostra salute. A bambini e adolescenti, che sono il nostro futuro, è rivolta poi una speciale attività di sensibilizzazione: l’iniziativa ‘Piccoli Lea- der in Sicurezza’ che, tramite specifici laboratori organizzati nelle scuole, si propone di educare fin dall’infanzia ad una corretta alimentazione e all’adozione di stili di vita sicuri e salutari. Guidati da animatori professionisti, attraverso il gioco, la manualità e la condivisione di riflessioni ed espe- rienze personali, i piccoli studenti individuano i rischi per la salute e per la propria incolumità presenti nel contesto in cui vivono - casa, scuo- la, ambienti sportivi e luoghi di ricreazione – e definiscono le strategie per affrontare situazioni pericolose o dannose per la salute. Di recente, infine, chi scrive ha intrapreso una nuova sfida, quella di parlare di salute e sicurezza ai non addetti ai lavori attraverso la letteratura: da qualche mese, infatti, è in libreria ‘Il libro che ti salva la vita’, edito da Sperling & Kupfer. Il testo si rivolge davvero a tutti e, lungi dall’adottare il tradizionale punto di vista tecnico e normativo,ci racconta invece una bella storia,in cui l’avventura di un gruppo di colleghi determinati a sviluppare un metodo in grado di porre fine alla piaga de- gli infortuni e delle malattie sul lavoro – il pro- gramma LiHS, appunto - si intreccia alle vicende personali di tanti individui, a segnare un percorso comune, in cui i veri protagonisti sono il coraggio e l’amore per la vita. Il tema della prevenzione è il file rouge di tutto il libro: all’ultima pagina, ciò che resta sono tante emozioni e la convinzione radicata e assoluta che la prevenzione è il vero discrimine tra la vita e la morte. L’attenzione verso uno stile comunicativo più incisivo e partecipativo è senza dubbio tra gli elementi che hanno consentito alla Fondazione LHS di porsi come portavoce e veicolo di un vero e proprio cambiamento culturale. Negli anni, la Fondazione ha visto crescere sempre di più i livelli di attenzione delle persone sulle te- matiche della salute e della sicurezza ed è fiera di aver dato anche solo un piccolo contribuito a risvegliare questa coscienza. Oggi più che mai le persone cominciano ad essere seriamente in- teressate alla qualità della vita e, per salvaguar- darla, sono disposte a fare qualche sforzo in più. Occorre dunque seguire questo trend e punta- re a diffondere ancora di più la cultura del- la prevenzione, utilizzando tutti i mezzi di comu- nicazione attual- mente disponibili per influenzare la mentalità delle persone. Sfrut- tiamo, allora, l’eccezionale opportunità che ci è offerta da EXPO 2015: facciamo in modo che l’esposizione universale costituisca una piattaforma per informare, influenzare, sensibi- lizzare sul valore della prevenzione, proprio a partire dal tema dell’alimentazione e degli stili di vita. E’ un’occasione imperdibile per impri- mere la svolta decisiva e, finalmente, mostrare al mondo che l’Italia sa imparare dagli errori e può porsi come traino per creare un futuro migliore. n Fig. 5 - Milano Relay Marathon 2014
  • 15. 14 | N.2/2014 | Informatore AIAS Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? a cura di Elio Borgonovi Professore ordinario di economia e management delle amministrazioni pubbliche - Università Bocconi, Vice PresidenteASFOR Da alcuni anni il tema della so- stenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’o- pinione pubblica. Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. All’inizio la sostenibilità era pre- valentemente legata agli aspetti dell’inquinamento di corsi d’acqua, falde acquifere, aria, in generale ai temi dell’inquinamento. In seguito è stata considerata una problematica più ampia, quella della sostenibilità per quanto riguarda la disponibilità di risorse, rilanciando un tema che era stato posto a metà degli anni ’60, quando il club di Roma aveva lanciato l’allarme sui limiti delle risorse energetiche di petrolio e gas na- turale, in seguito rivelatesi infondate per la scoperta di nuovi giacimenti consentiti anche da tecnologie più avanzate. Come conse- guenza della crisi apparsa evidente nel 2008, anche se alcuni segna- li premonitori si erano manifestati nel 2007 e alcune previsioni erano state fatte negli anni precedenti da pochi econo- misti “non conformisti” o “non al- lineati con il pensiero monetarista e della finanza creativa”, il focus è stato spostato sulla sostenibilità di tipo finanziario. Si è così parla- to della sostenibilità di un sistema finanziario globalizzato nel quale un “batter di ali in una borsa (es. diminuzioni improvvise di alcuni titoli) o in un Paese può diventare un uragano nelle borse di Paesi molto lontani”. In seguito si è parlato di sostenibilità di sistemi economici, soprattutto quelli dei Paesi con economie pro- gredite, nei quali il predominio dell’economia di carta e dell’economia virtuale sull’economia reale ha ridotto i tassi di sviluppo e in molti casi ha prodotto sviluppo senza occupazio- ne o addirittura con la creazione di disoccupazione. Infine si è parlato della sostenibilità dei debiti sovra- ni, ad esempio dei Paesi dell’Europa meridionale, cui va aggiunta l’Irlanda, e dossier abstract Da alcuni anni il tema della sostenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’opinione pubblica.Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. Il collegamento di tale concetto al tema di EXPO 2015 ri- chiede un ripensamento del modello di economia che non può essere di tipo tecnico-economico,ma riguarda il rinnovamento di valori etici che devono stare alla base e i rapporti economici e sociali. In the latest years is becoming central among academic teachers and public opinion leaders the discussion on the sustaina- bility. But the term sustainability has different meanings even contrary between them.Therefore when applied to the EXPO 2015 event needs to be referred to a specific economic model involving renewal of ethical values and social and economical conditions.
  • 16. 15Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier della sostenibilità delle politiche di austerity, di cui oggi si chiede il superamento. Queste considerazioni, pur essendo tutte im- portanti, hanno tre limiti significativi. In primo luogo non sono affrontate in modo sistemico tutte le dimensioni della sostenibili- tà. Ad esempio negli anni ’90 e fino allo scop- pio della crisi del 2008 si parlava molto della so- stenibilità messa in discussione dalla società del consumismo che, da un lato, distruggeva risorse non rinnovabili e, dall’altro, creava rifiuti difficili da smaltire, tant’è vero che qualche sociologo, eco- nomista o cultore di altre discipline, proponeva l’approccio di decrescita felice (per tutti si cita Jan- Paul Fitoussi); mentre negli ultimi 6-7 anni la problematica della sostenibilità finan- ziaria di banche, imprese e Stati e la necessità di riprendere una traiettoria di crescita econo- mica hanno posto in om- bra il possibile impatto sia sull’ambiente sia sull’uso o “abuso” di risorse non rinnovabili. In questo periodo vi è stata anche una certa esaltazione del ruolo delle econo- mie emergenti, i bricks Brasile, Russia, Cina, India, Sudafrica e alcuni altri Paesi di Asia,Africa e del Sud Ame- rica, per la verità pochi rispetto ai circa 3,5 miliardi di persone della popolazione mondiale che non sembra toccata da questo sviluppo o che è toccata in mi- sura marginale. Le “ricette” proposte per il rilancio delle eco- nomie a basso tasso di crescita (ad esempio le politiche di immissione di liquidità e quelle di abbassamento di tassi di interesse recentemen- te adottati dalla BCE), di sostegno dei Paesi a rapida crescita economica, di tentativi di avvio dei processi di crescita nei Paesi rimasti arretrati, non sembrano tener conto dell’esigenza di mo- dificare il modello di economia per garantire la sostenibilità. Per collegarsi al tema dell’EXPO si può dire che la previsione di fabbisogni alimen- tari dei Paesi in rapido sviluppo (Cina, India ecc) ha portato a politiche nazionali non coordinate a livello globale che trascura, quando non addirittura peggiora, la risposta alle esigenza di garantire la sufficienza alimentare di Paesi poveri. Questa considerazione introduce il secondo limite legato alla scarsa considerazione data al problema della sostenibilità collegata agli squilibri economici e sociali. Senza entrare nel merito ideologico relativo agli effetti del siste- ma di mercato e del capitalismo in termini di effetti sulla povertà assoluta o relativa di molte centinaia di migliaia di abitanti della Terra, ap- pare dai dati forniti da tutte le organizzazioni mondiali che negli ultimi quindici/venti anni vi è stata una concentrazione della ricchezza, uno schiacciamento delle classi economiche - sociali intermedie nei Paesi progrediti e la lenta crescita delle classi intermedie nei Paesi in rapido svilup- po. Non è accademico porsi questa domanda: è sostenibile sul piano economico e sociale un sistema nel quale si accentuano i divari economici e sociali tra Paesi, all’interno dei Paesi? La risposta a questa doman- da non può essere di tipo tecnico, ma può venire solo da un confronto e da un rilancio di una riflessione sul modello di economia. Infatti oc- corre passare da una concezione del lavoro come fattore o risorsa produttiva a una con- cezione di lavoro come contributo che le varie per- sone danno allo sviluppo uma- no, economico e sociale. Ciò vuol dire che il lavoro non può essere solo una condizione per le politiche di sostenibilità, ma deve diventare un obiettivo delle politiche di sostenibilità, a livello di politiche globali, dei singoli Paesi e di strategie e politiche aziendali. Un’altra provocazione che riguarda sempre la sostenibilità consiste nel passare da un’organizza- zione basata sul principio della “persona giusta al posto giusto” al principio di “creare il posto giusto per le persone tenendo conto delle loro attitudini e caratteristiche” il che è reso più facile delle mo- derne tecnologie. In questa prospettiva vanno inserite anche le politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro tema che non può essere affrontato come un problema di applicazione della norma- tiva, di tipo tecnico, ma come una dimensione della politica organizzativa e del lavoro in fab- brica, negli uffici, nelle amministrazioni pubbliche e in altri contesti. n
  • 17. 16 | N.2/2014 | Informatore AIAS I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy L’accezione terminologica di Green Economy è stata al- largata: inizialmente identificata come una piccola parte dell’e- conomia riferita all’industria am- bientale, in particolare al settore delle energie rinnovabili, corren- temente costituisce uno stru- mento di sviluppo sostenibile basato su economia, società e ambiente, che porta ad un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un migliore e più equo benessere per tutto il genere umano nell’ambito dei limiti del pianeta. In una recente audizione delle commissioniVIII (Ambiente, terri- torio e lavori pubblici) e X (Atti- vità produttive, commercio e tu- rismo) della Camera dei Deputati riunite in seduta congiunta sono stati presentati gli esiti di una in- dagine conoscitiva sulla Green Economy in Italia [1]. Dalle prime informazioni risulta che il settore produttivo ed economico che durante l’attuale periodo di crisi ha tenuto più degli altri riportando un incremento è quello dei lavori “verdi”: un numero sempre più ele- vato di Aziende opera, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, nella produzione di energia elettrica. Il numero di lavoratori dediti alla conduzione e manutenzione di questa nuove tipologie di impian- ti è consistente; in questa fase in cui lo sviluppo delle tecniche di utilizzo delle risorse rinnovabili è ancora foriero di ulteriori sviluppi è necessario che, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, le condizioni di lavoro siano sane, sicure e dignitose. I RISCHI EMERGENTI PER I LAVORATORI Cosa sono i “lavori verdi” ? La definizione utilizzata dal Pro- gramma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP, 2008) indica che i lavori verdi sono: lavori agri- coli, di produzione, ricerca e svilup- po, amministrativi, attività di servizi che contribuiscono sostanzialmente a preservare o a ristabilire la qualità ambientale. In particolare, ma non esclusivamente, questo include i lavori che aiutano a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, a ridurre l’energia, i materiali e il consumo idrico attraverso strategie abstract La Green Economy porterà, oltre ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri e ad un miglioramento della qua- lità dell’ambiente, all’aumento dei lavoratori impegnati nei lavori verdi. Sarà quindi necessario affrontare i rischi per la salute e la sicurezza emergenti dovuti all’impiego di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi. Green Economy will bring, in addition to a reduction of natural resources and improvement of the environment, also the increase of workers involved in green jobs. It will be necessary to study the emerging risks to the health and safety of workers due to the use of new materials and new production processes. a cura di GiustoTamigio ConsulenzaTecnicaAccertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) INAIL – Direzione Regionale Lombardia a cura di Biagio Principe ConsulenzaTecnicaAccertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) INAIL – Direzione Regionale Lombardia dossier
  • 18. 17Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier altamente efficaci, a decarbonizzare l’economia e a ridurre al minimo o a evitare del tutto la produ- zione di ogni sorta di rifiuti e inquinamento. La Commissione Europea, nel 2012, ha fornito la seguente definizione complementare e non opposta a quella dell’UNEP: tutti i lavori che di- pendono dall’ambiente o sono creati, mutati o ri- definiti (in termini di serie di competenze, metodi di lavoro, profili in ambito verde, ecc.) nel processo di transizione verso un’economia più verde. La tendenza all’economia “verde” e l’enfasi sull’innovazione rendono imprescindibile la va- lutazione dei rischi nuovi ed emergenti in ma- teria di salute e sicurezza nei posti di lavoro “verdi”, per garantire condizioni lavorative ade- guate, sicure e salubri con l’intento di evitare gli errori del passato. È importante affrontare il problema sin dalla fase di crescita di tutti i settori interessati, poi- ché “nuovi” rischi sono da aggiungere a quelli già presenti nelle attività tradizionali, per affron- tare i quali sono comunque necessarie compe- tenze specifiche; ad esempio, nel caso dell’in- stallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici, oltre ai rischi dei lavori nel settore delle costruzioni, sono presenti gli aspetti legati al rischio elettrico; alcune resine epossidiche, uti- lizzate nella realizzazione delle turbine eoliche, possono provocare allergie. Altri esempi di ri- schi emergenti riguardano la sostituzione delle vernici a solvente con le vernici ad acqua; ciò comporta l’aggiunta di fungicidi e l’impiego di idroclorofluorocarburi (HCFC) al posto di clo- rofluorocarburi (CFC) con aumentato rischio di esposizione a sostanze cancerogene. L’integrazione delle misure della sicurezza e salute fin dalla fase di progettazione dei lavori verdi può costituire un metodo efficace per ri- durre le conseguenze a carico dei lavoratori e della società. In Italia iniziano a svilupparsi le prime conside- razioni sulle ulteriori implicazioni circa la salute e la sicurezza dei lavoratori nelle imprese che operano nella Green Economy; in particolare sono avviati studi nell’ambito della produzione di energia elettrica derivante da impianti eolici, fotovoltaici e biomasse e nel trattamento dei rifiuti. L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU - OSHA) ha pubblicato gli esi- ti di uno studio di previsione sui rischi nuovi o emergenti dei “lavori verdi” indicando, sulla base di alcuni possibili scenari futuri, quali pos- sono essere i rischi che possono determinarsi per lo svolgimento delle proprie attività [2]. Gli scenari individuati sono dipendenti da nu- merosi fattori contestuali di cambiamento, alcu- ni di essi sono: ambiente, incentivi governativi, opinione pubblica, tecnologia dei combustibili fossili e delle energie rinnovabili, miglioramenti dell’efficienza energetica. I settori industriali ai quali possono essere ri- condotti i lavori verdi sono molto diversificati: • produzione di energia su scala industriale da fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc.); • trasmissione,distribuzione e stoccaggio dell’e- lettricità ed energia rinnovabile domestica e su piccola scala; • tecnologie per l’edilizia; • bioenergia e applicazioni energetiche della biotecnologia; • processi di smaltimento dei rifiuti; • trasporto ecosostenibile, tecnologie e pro- cessi produttivi ecosostenibili; • nanotecnologie e nanomateriali. Dai fattori di cambiamento e dai settori indu- striali sono state definite tre tematiche: valo- ri ecologici, crescita economica e innovazione delle tecnologie verdi; attribuendo ad essi i va- lori “basso” ed “elevato” sono stati individuati gli scenari possibili. Fig. 1 - Programma delle Nazioni Unite per l’ambien- te: Green Jobs
  • 19. 18 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio Settore Rischi emergenti per i lavoratori Tutti • Le rapide innovazioni tecniche e tecnologiche potrebbero rendere non sempre disponibili le nuove competenze Energia eolica • Localizzazione degli impianti in ambiti remoti ed ostili con pericolose attività di manutenzione • Produzione, utilizzazione, manutenzione, dismissione e riciclo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione • Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi • Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo) • Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allac- ciamenti elettrici, pericolo di incendio) Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (cenere di legno alcalina e contenente metalli pesanti) • Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse • Rischi biologici derivanti da Biocarburanti Rifiuti • Nuove sostanze (compositi e nanomateriali) presenti nei rifiuti Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Produzione Stoccaggio energia/batterie • Incendio/esplosione, elettrocuzione durante la fase di montaggio, manutenzione e dismissione (caduta dall’alto), di pannelli fotovoltaici Fig. 2 - Scenario n. 1 “Win-Win” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu- pational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020) Fig. 3 - Scenario n. 1 “Win-Win” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu- pational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020) Nello scenario in cui i valori delle tematiche, ecologici e crescita economica, sono ELEVATI, vengono individuati, per i settori interessati, i ri- schi emergenti riportati nellaTabella 1. Tabella 1
  • 20. 19Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Nel caso di crescita economica ELEVATA e valori ecologici DEBOLI, lo scenario ipotizza a carico dei lavoratori i possibili rischi emergenti, in alcuni settori produttivi, riportati nellaTabella 2. Tabella 2 Settore Rischi emergenti per i lavoratori Tutti • Carenza di personale qualificato a causa del ritmo elevato della innovazione tecnologica Energia eolica • Affidamento a terzi delle attività di manutenzione • Utilizzo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) con rischi per la salute e sicurezza durante la produzione, manutenzione, dismissione e riciclo • Impianti di produzione standardizzati con riduzione della complessità e semplificazione della manutenzione Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione • Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi • Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo) • Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allaccia- menti elettrici, pericolo di incendio) Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (ad esempio cenere di legno alcalina e contenente me- talli pesanti) • Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse • Rischi biologici derivanti da Biocarburanti Rifiuti • L’innovazione tecnologica consente la produzione di nuovi materiali che sono subito dismessi senza conoscere implicazioni per la SSL dei lavoratori Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Stoccaggio energia/ batterie • Rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalla poca conoscenza dei nuovi tipi d batterie e relative modalità di costruzione ed i materiali usati Fig. 4 - Scenario n. 2 “Bonus-World” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) Fig. 5 - Scenario n. 2 “BonusWorld” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
  • 21. 20 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio Gli scenari proposti indicano che la diffusione dell’economia e delle lavorazioni verdi com- porterà una serie di trasformazioni sia dei processi industriali sia delle competenze dei lavoratori. L’evoluzione delle tecnologie e la produzio- ne di nuovi prodotti che trovano applicazio- L’ultimo scenario considerato è quello in cui la crescita economica è DEBOLE mentre i valori ecologici sono ELEVATI; in tale situazione i rischi emergenti, riferiti ai vari settori, potrebbero es- sere quelli indicati nellaTabella 3. Tabella 3 Settore Rischi emergenti per i lavoratori Energia eolica • Mantenimento del parco eolico esistente con interventi continui di manutenzione su vecchi impianti • Rischi fisici per gli operatori durante la manutenzione Edilizia verde • Numero basso di nuove costruzioni • Adeguamenti di vecchi edifici con esposizione a rischi fisici e chimici Bioenergia • Elevato impiego di impianti a biomasse con rischio incendio/esplosione ed esposizione a so- stanze chimiche • Esposizione a rischio biologico Rifiuti • Esposizione a polvere, allergeni ed altre sostanze per il diffuso uso di biomassa Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Fig. 6 - Scenario n. 3 “Deep Green” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) Fig. 7 - Scenario n. 3 “Deep Green” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) ne negli ambiti del fotovoltaico, delle batterie, dei nuovi materiali da costruzioni, nonché dei nuovi materiali (biomateriali e nanomateriali) richiede un monitoraggio lungo l’intero ciclo di vita, per la possibilità di indurre rischi poten- ziali per la salute e la sicurezza. Legati ai processi industriali per la realizzazio-
  • 22. 21Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier ne di prodotti o l’applicazione di tecnologie verdi, potrebbero esservi rilasci di sostanze dai nuovi materiali difficili da identificare e po- tenzialmente pericolosi lungo tutto il ciclo di vita; per tale motivo la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro resta fondamentale per ela- borare un’adeguata prevenzione. La carenza delle competenze dei lavoratori, dovuta al rapido cambiamento e alla competi- tività delle nuove tecnologie con conseguente scarsità di personale qualificato, potrà deter- minare una situazione di sottovalutazione dei rischi lavorativi. In uno scenario di bassa crescita economica, l’impiego di operai scarsamente qualificati co- stretti ad accettare condizioni disagiate in la- vori più difficili e di tipo manuale, ad esempio raccolta e smistamento dei rifiuti, manutenzio- ne o riparazioni svolti con la modalità sosteni- bile per estendere il ciclo di vita dei prodotti, potrebbe essere una situazione in cui i rischi per la salute e la sicurezza potrebbero subire un incremento. Gli scenari proposti rendono evidente la neces- sità di una valutazione sistematica e preventiva delle tecnologie e dei prodotti verdi in fase di sviluppo lungo l’intero ciclo di vita (dalla pro- gettazione, compresa la fabbricazione, il tra- sporto, l’installazione, il funzionamento e la ma- nutenzione, allo smantellamento, al trattamento dei rifiuti e al riutilizzo successivo), attuando il concetto «dalla culla alla culla» anche con rife- rimento alla salute ed alla sicurezza sul lavoro. LA FORMAZIONE DELLE FIGURE PROFESSIONALI CHE OPERANO NEI LAVORI VERDI La formazione continua e specialistica finaliz- zata alla conoscenza delle caratteristiche dei materiali e delle tecnologie verdi costituisce lo strumento più importante per acquisire i requisiti professionali che rendono sicure le lavorazioni in quest’ambito innovativo. In alcuni settori legati all’utilizzo delle fonti rin- novabili l’attività di formazione è avviata ma molto altro è ancora da fare. Nel settore della produzione di energia elet- trica da impianti fotovoltaici la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha definito lo standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnova- bili (FER) - ai sensi D.Lgs. n. 28/2011 [3]; anche iVigili del Fuoco hanno definito delle linee gui- da sulla installazione di tali impianti [4]. Le problematiche legate alla salute e sicurez- za sul lavoro nel settore dell’energia eolica, in particolare nei parchi eolici, sono state af- frontate dall’EU-OSHA [5]. Oltre ai pericoli “classici” che gli addetti affrontano all’interno di un parco eolico - rischio elettrico, caduta dall’alto, rischio chimico – vi sono quelli legati a condizioni di lavoro particolari (zone isolate e difficili da raggiungere) e condizioni mete- orologiche estreme sia su terra ferma sia in mare aperto. Nell’ambito del settore dei rifiuti è disponibile materiale divulgativo per la formazione e l’in- formazione sui movimenti ripetuti degli addetti alla raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana [6]. L’utilizzo dei nuovi materiali (compositi e na- nomateriali) e le implicazioni sulla salute e sicurezza dei lavoratori sono oggetto di stu- di scientifici in fase di svolgimento: alcuni di questi hanno già fornito dei risultati che sono presentati dall’OSHA [Cfr. e-facts 74 e 72]; al- tri hanno portato a considerazioni iniziali ma molto è ancora da fare [7] [8]. CONCLUSIONI La Green Economy rappresenta un settore ad elevato potenziale in termini di crescita, inno- vazione e soprattutto opportunità di lavoro. I lavori verdi sono un’importante occasione di lavoro anche per i lavoratori giovani, ma, allo scopo di evitare gli errori degli anni passati, è necessario integrare la sicurezza e la salute in tutti i suoi diversi aspetti, dalla progettazione, all’acquisizione delle risorse, dai processi di trasformazione, alla manutenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Un aspetto importante da non trascurare è l’a- nalisi del ciclo di vita dei lavori verdi, tenendo conto di tutti gli aspetti e conseguenze del lavo- ro, dalla progettazione, all’acquisizione delle ri- sorse, dai processi di trasformazione, alla manu- tenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Altro punto importante è la formazione dei lavoratori; infatti, lo sviluppo delle tecniche e delle tecnologie procede in maniera molto ve- loce, la carenza delle conoscenze su materiali ed attrezzature nonché delle corrette proce- dure da applicare in fase di gestione ordina- ria e di emergenza potrebbe provocare una sottovalutazione dei rischi per la salute e la sicurezza. n
  • 23. 22 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio BIBLIOGRAFIA [1] Indagine conoscitiva in materia di Green Economy – Camera dei Deputati Commissioni RiuniteVIII e X, 2014 - http://www.camera.it/leg17/203 [2] Green Jobs and occupational safety and health: Foresight on new and emerging risks associated with new technologies by 2020 - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [3] Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 14/078/cr08bis/c9 - Standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER), 2014 [4] Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Ministero dell’Interno, Dipartimento deiVigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e la sicurezza tecnica – Edizione 2012 [5] Occupational safety and health in the wind energy sector - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [6] INAIL – La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana, 2009 [7] INAIL – Libro bianco esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – NanOSH Italia, 2011 [8] INAIL Settore Ricerca Dipartimento Medicina del Lavoro - A. Valenti - Green Jobs: impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori – 2012 E-Facts e-fact-74 nanomaterials in maintenance work occupational risks and prevention · e-fact-72 tools for the management of nanomaterials in the workplace and prevention measures · e-fact-71 hazard identification checklist occupational safety and health issues associated with green building · e-fact-70 occupational safety and health issues associated with green building · e-fact-69 hazard identification checklist occupational safety and health risks associated with small scale solar energy applications · e-fact-68 occupational safety and health and small scale solar energy applications
  • 24. 23Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier PREMESSA Il contributo ha lo scopo di“sgom- berare il campo” dai troppo diffusi e superficiali luoghi comuni sulla bontà e validità dell’EXPO 2015 ed in generale sulla situazione odierna del nostro Paese. Il tale contesto “epurato” è faci- le capire come l’azione di AIAS, inseritasi a pieno titolo nel palin- sesto EXPO, sia una chiave di vol- ta determinante per il successo dei progetti di EXPO e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICU- REZZA nelle sue varie forme. Siamo stufi di farci del male da soli: 1) EXPO 2015 non sarà pronta e comunque l’investimento è eccessivo e non avrà ritorno adeguato. Falso. Le vicissitudini anche giudiziarie di questi mesi offrono molto materiale ai rotocal- chi e mass-media, che vanno a nozze nel descrivere situazioni critiche, ma la pianifi- cazione delle attività essenziali per l’even- to è tale che alla data prevista del 2015 quello che veramente serve per un buon avvio dell’evento sarà stato completato. Certo, si sarebbe potuto fare di meglio e di più, risparmiando al Paese gli scandali, ma il programma principale è ancora oggi entro i limiti previsti, su quel programma abbiamo già ampiamente superato il nu- mero di adesioni (130) previsto per poter parlare di successo,e le previsioni di visita- tori sono in costante crescita con numeri decisamente positivi. Il tema dell’EXPO “NUTRIRE IL PIANE- TA, ENERGIA PER LA VITA” offre gran- Valore aggiunto dissime opportunità agli opera- tori della sicurezza, non soltanto alimentare, nella quale l’Italia ri- copre una situazione oggettiva e riconosciuta di eccellenza, tanto che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Autority - EFSA) che rappresenta lo strumento predi- sposto dall’Unione europea per la valutazione dei rischi legati agli alimenti ed alla produzione alimentare, ha sede a Parma. Sul sito di EXPO Milano 2015 si legge che“promuove una serie di Progetti pro- prio in questi ambiti, con la convinzione che il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita attraversa la vita di tutti, tutti i gior- ni: così il cibo, il gusto, l’alimentazione, la sostenibilità vengono declinati con diverse voci e diverse competenze, per stimolare la curiosità e la voglia di conoscere che da sempre muovono il mondo. Per diffondere consapevolezza”. Progetti in serie, con mille diverse sfumature, e la sicurezza, nelle sue varie forme, ne è il minimo co- mun denominatore. abstract Alcune riflessioni e informazioni per EXPO 2015 utili ai professionisti della Sicurezza e dell’Ambiente. Some information of this paper will help the safety and security professionist to understand better all the different matters of the EXPO event referred to energy for life and food implementation techniques. a cura di Giorgio Carozzi Coord.Settore Normativa, Indirizzi Legislativi, Tutela Sindacale eAssistenza Assicurativa diAIAS
  • 25. 24 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Giorgio Carozzi Siamo stufi di farci del male da soli: 2) L’Italia è un Paese in declino, le opportunità diminuiscono, inutile darsi da fare. Falso. Basta leggere i dati pubblicati da EURO- STAT, che è l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, per trarre delle valutazioni ben diverse. Certo, soffriamo di un pesante debito pubblico, di diseguaglianze sociali, di economia in nero e di quella crimina- le, del ritardo del Sud, di una burocrazia spesso persecutoria e inefficace, di un fisco rapace, ingiusto, eccessivo. La crisi mondiale si è innestata su questi mali, li ha incancreniti. Il vero problema è che la domanda interna si è contratta, un mo- dello di rapporti politici e sindacali e la sua conseguente gestione del welfare è andato in crisi e rimediare non sarà facile. Ma – come sostiene il “Manifesto Oltre la crisi. L’Italia deve fare l’Italia” promos- so da Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Unioncamere e sottoscritto da decine di autorevoli personalità dell’e- conomia nazionale – non è impossibile, basta guardare con occhi nuovi al Paese. 1. L’ITALIA È UNO DEI SOLI CINQUE PAESI AL MONDO CHEVANTA UN SURPLUS MANIFATTURIERO SO- PRA I 100 MLD DI DOLLARI. Con un surplus commerciale manifat- turiero con l’estero di 113 mld $ nel 2012, si conferma il ruolo di punta del nostro Pae- se nell’industria mondiale. Non si può dire lo stesso di altri Paesi come Francia (- 34 mld), Regno Unito (- 99mld), Usa (- 610mld). 2. LE IMPRESE ITALIANE SONO TRA LE PIÙ COMPETITIVE AL MONDO. Su un totale di 5.117 prodotti - il mas- simo livello di disaggregazione statisti- ca del commercio mondiale - nel 2012 l’Italia si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commercia- le con l’estero in ben 935. 3. L’ITALIA È TRA I PAESI AVANZATI CHE, NELLA GLOBALIZZAZIONE, HANNO CONSERVATO MAGGIO- RI QUOTE DI MERCATO MONDIA- LE. L’Italia ha conservato una quota dell’export mondiale di prodotti mani- fatturieri pari al 71% di quella detenuta nel 1999 (dati 2012), prima che Paesi come la Cina rivoluzionassero il com- mercio globale. Performance non pa- ragonabile a quella tedesca (94%), ma migliore di quelle di Giappone (67%), Francia (61%), Regno Unito (55%). 4. IL MODELLO PRODUTTIVO ITA- LIANO È TRA I PIÙ INNOVATIVI IN CAMPO AMBIENTALE. L’Italia è tra i primi Paesi dell’Unione europea per eco-efficienza del sistema produttivo, con 104 tonnellate di anidride carbo- nica ogni milione di euro prodotto (la Germania ne immette in atmosfera 143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti (65 la Germania e il Regno Unito, 93 la Francia). Non solo, siamo campioni europei nell’industria del riciclo: a fron- te di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese ne sono stati recuperati 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto più eleva- to tra tutti i Paesi europei (in Germa- nia 22,4 milioni). Il sistema produttivo italiano, inoltre, è anche quello che gui- da la ‘riconversione verde’ dell’occupa- zione europea: entro la fine del 2014, il 51% delle Pmi italiane avrà almeno un green job, più del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%). 5. L’ITALIA È LA META DELL’EUROZO- NA PREFERITA DAITURISTI EXTRA- EUROPEI. L’Italia è il 1° Paese dell’eu-
  • 26. 25Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier rozona per numero di pernottamenti di turisti extra-UE, con 54 milioni di notti nel 2012 (+14 milioni rispetto alla Spagna). Siamo il 1° Paese euro- peo per numero di pernottamenti di turisti cinesi (2,5 mln), giapponesi (2,8 mln), coreani del sud (680 mila), brasi- liani (1,8 mln), australiani (2,2 mln), sta- tunitensi (11 mln) e canadesi (2 mln). 6. LA ZAVORRA DEL PIL ITALIANO È IL CROLLO DELLA DOMANDA IN- TERNA, NON CERTO LA COMPE- TITIVITÀ DELL’INDUSTRIA. Dal falli- mento della Lehman Brothers (inizio della crisi mondiale) a novembre 2013, il fatturato manifatturiero italiano per il mercato domestico è crollato (- 15,9%) rispetto a quanto accaduto in Francia e Germania (+ 4,6%, - 0,3% ri- spettivamente). Il fatturato italiano per il mercato estero, invece, è cresciuto (+ 16,5%) di più di quello tedesco (+ 11,6%) e francese (+ 5,9%). 7. LA CRESCITA DEGLI ALTRI PAESI NON È FATTA DI SOLA COMPE- TITIVITÀ, MA ANCHE DI DEBITO. A sostenere le altre economie ha con- tribuito un aumento del debito, sia pubblico che privato, molto maggiore che in Italia: da noi, dal 1995, il debito aggregato (quello pubblico più quello delle aziende e delle famiglie) è cre- sciuto di una quota pari al 61% del PIL, in Spagna del 141%, nel Regno Unito del 93%, in Francia dell’81%. 8. DAGLI INIZI DEGLI ANNI ’90 AD OGGI LA ‘QUOTA DI MERCATO DELL’ITALIA NEL DEBITO PUBBLI- CO TOTALE DELL’EUROZONA È COSTANTEMENTE CALATA. Non siamo il malato d’Europa: la respon- sabilità italiana nel debito pubblico complessivo dell’Eurozona si è ridot- ta in modo importante dagli anni ’90 (28,7% nel 1995) ad oggi (22,1% nel 2013). 9. CONSIDERANDO IL DEBITO AG- GREGATO (STATO, FAMIGLIE, IM- PRESE) L’ITALIA È UNO DEI PAESI MENO INDEBITATI AL MONDO. Se invece del pesante debito pubbli- co guardiamo la situazione debitoria complessiva del Paese (quindi il debito dello Stato insieme a quello privato) l’Italia - nonostante la crisi stia eroden- do la grande ricchezza privata degli italiani - è più virtuosa (col 261% del PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Uni- to (284%), Spagna (305%), Giappone (412%). 10. DAL 1996 AL 2013 L’ITALIA HA PRODOTTO IL PIÙ ALTO AVANZO PRIMARIO STATALE CUMULATO DELLA STORIA MODERNA. Si tratta di 591 miliardi di euro correnti, 220 in più della Germania (371 miliardi). Per non parlare dei disavanzi di Spagna (- 192) Francia (- 311 miliardi) e Regno Unito (- 364 miliardi £). Sono dati pubblici, ufficiali, di prove- nienza europea. Ed ora si apre per noi una vetrina mondiale, con decine di milioni di visitatori previsti da tutto il mondo, lo sviluppo di aree tematiche e di ricerca ed incontri a ogni livello il che rappresenta una gigantesca op- portunità di lavoro per i servizi turi- stici e commerciali del Paese durante i mesi dell’EXPO, seguiti da un’altret- tanto ampia opportunità di lavoro per le aziende produttrici. E la sicurezza, nelle sue varie forme è elemento co- mune a tutte le attività. Siamo stufi di farci del male da soli: 3) L’Italia è un Paese ove non si fa ricerca e sviluppo, e dipen- diamo dall’estero per l’innovazione produttiva. Falso. Un solo esempio tra i molti possibili. E sia chiaro che è solo un esempio. Da “Li- bero” del 22 Maggio (articolo di Claudio Antonelli):
  • 27. 26 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Giorgio Carozzi Si chiama Iter, International Thermonucle- ar Experimental Reactor. Un progetto da circa 18 miliardi di euro, a cui partecipano oltre l’Europa, Cina, Usa, Corea del Sud, In- dia e Russia e che prevede entro il 2020 la costruzione di una centrale a fusione nu- cleare a Cadarache, a due passi da Aix en Provence. Uno sforzo di ricerca immenso che do- vrebbe creare l’energia del futuro: esattamente quella prodotta dentro il sole e le stelle trami- te la fusione del nucleo, solo in miniatura. Una fonte ine- sauribile, sicura e priva di sostanze inquinanti. … anche se nel nostro Paese se ne parla poco, stanno già arrivando i be- nefici economici. Ovvero, i ritorni industriali. Qui l’Italia è al primo posto. Dal 2008 a oggi ha già ottenuto un’ottantina di contratti per un controvalore di 700 milioni di euro. Destinati a diventa- re quasi un miliardo nei prossimi mesi. Du- rante la costruzione (fino al 2020), il princi- pale contributo delle sette agenzie partner sarà di natura «in kind», cioè costituito dalla fornitura diretta dei componenti stessi piut- tosto che dal finanziamento per la loro co- struzione. Ma per la scelta delle aziende appaltatrici non c’è una logica di bandiera. «L›Europa alla fine del progetto avrà contribuito per oltre 6 miliardi di euro», spiega a Libero Henrik Bindslev, diretto- re di Fusion for Energy, «e la scelta delle aziende si basa esclusivamente su criteri di qualità e di standard tecnologici. L’Italia è effettivamente il Paese con il più elevato ritorno industriale anche perché partecipa a numerose joint venture e ciò, nel suo com- plesso, rende anche possibile la nascita di un network internazionale di eccellenze». (Vedi fig. 1 n.d.r.) Il nostro apparato produttivo ed indu- striale riesce ad essere il primo della clas- se nelle tecnologie avanzate e di punta, come quelle richieste per ITER,così come è sicuramente primo della classe nella qualità dell’alimentazione e del cibo. Che significa sicurezza, nelle sue varie forme. Siamo stufi di farci del male da soli: 4) Si perde tempo a far carta inutile, vedi i Sistemi di Gestione, le Certificazioni, i Protocolli cartacei, le Qualifiche professionali: tutte cose che con l’EXPO non c’en- trano nulla. Falso. Verissimo che molte volte mediocri con- sulenti di dubbia competenza hanno fatto produrre carta inutile e Modelli di Gestione inefficaci. Verissimo che in molti casi la Sicurezza con i suoi adempimenti è vissuta come un costo, una specie di tassa da pagare a titolo me- ramente cautelare per evitare sanzioni o condanne, e non come investimento produttivo di valore strategico come in- vece è nella realtà.Ve- rissimo che, per rima- nere al campo alimentare, le frodi in commercio sono all’ordine del giorno, cibi avariati, etichette fasulle, prodotti contraffatti, e chi più ne ha più ne metta. Fig. 1 - Modello dell’ITER (Wikipedia)
  • 28. 27Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Tutto questo è vero. Ma proprio per questo c’è un disperato bisogno di Modelli Organizzativi di qualità, di Sistemi di Ge- stione utili e produttivi per l’Azienda, di Consu- lenti qualificati che assi- stano il cliente nella logica di ottenere un risultato pagante, e proprio la logi- ca della Sicurezza offre gli strumenti indispensabili per ottenere quei risultati. L’eccellenza alimentare italiana ha trovato pro- prio nei marchi DOC, DOP, DOCG, ecc. quel “VALORE AGGIUNTO” che mancava per farsi re- almente conoscere fuo- ri dai confini nazionali ed ottenere quei riconoscimenti qualitativi, ma anche eco- nomici, che il mondo ci invidia. La difesa dei marchi è quindi diventata una priori- tà per proseguire nel percorso avviato e permetterci di offrire al mondo globaliz- zato le nostre conoscenze e competenze alimentari, e questo non sarà possibile se non si pone la sicurezza al primo posto nelle priorità. Sicurezza nelle sue varie forme, pro- prio per creare quel “VALORE AG- GIUNTO” senza il quale si spreca solo tempo e denaro. Sicurezza nell’apparato produttivo, e noi di AIAS ben sappiamo quanti e quali rischi vi siano nella difficile arte dell’alimentazio- ne a partire dall’inizio, nella coltivazione e nella lavorazione industriale ed artigianale dei prodotti agricoli e zootecnici: ma qui servono Modelli Organizzativi ben pro- gettati e realizzati, e Sistemi di Gestione efficaci. Sicurezza nei servizi, perché senza com- petenze qualificate l’operatore non può inventarsi il Know-how necessario a orga- nizzarsi per produrre in modo efficace e competitivo e a mantenersi costantemen- te aggiornato in un mondo in continua evoluzione: ma questo comporta neces- sariamente l’intervento degli specialisti di settore, e qui le Qualificazioni e Certifica- zioni professionali diventano indispensabili per evitare di essere truffati dai soliti “fur- betti del quartierino”. Sicurezza nella ricerca e sviluppo, oggi elemento essenziale del tema stesso dell’EXPO 2015, nel quadro del mondo globalizzato e fortemente competitivo: ma qui servono Protocolli che possono solo scaturire da M.O.G. adeguati, svilup- pati da soggetti ad elevata competenza e qualificazione, e vedi il punto precedente. Sicurezza nella distribuzione commer- ciale, se si vuole evitare che il prodotto finito venga mescolato o confuso con i prodotti taroccati, o deteriorato da trat- tamenti indebiti: e qui si parla di sicurezza di filiera, con l’HACCP come linea guida da applicare, laddove possibile, nell’ambito di M.O.G. e SGSSL credibili. AIAS ed i suoi Associati dispongono di una chiave di volta determinante per il successo dei progetti di EXPO, e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICUREZZA nelle sue varie forme. Per fortuna c’é l’EXPO 2015, vi sono molte for- me e modalità per parteciparvi anche diretta- mente, di sicuro vi sarà una importante ricaduta per tutti coloro che sapranno essere puntuali all’appuntamento. n Noi ci stiamo attrezzando.
  • 29. 28 | N.2/2014 | Informatore AIAS EXPO 2015: opportunità per i professionisti AIAS “NUTRIRE IL PIANETA, ENER- GIA PER LAVITA” Il tema di EXPO 2015 è quanto mai attuale per gli specialisti della Sicurezza e Salute sul Lavoro che si riconosco- no nelle Associazioni Professionali di AIAS, ed offre opportunità in- sperate e di grande rilievo per i nostri professionisti della SSL. Bisogna ricordare che in EXPO 2015 la CONFCOMMERCIO, cui la nostra Associazione è iscritta, ha un rilievo ed una presenza prima- ria, ed in quell’ambito AIAS parte- cipa a diversi tavoli di programma. Vi sono inoltre gli eventi relativi all’Anno Internazionale della Preven- zione, di cui il primo si terrà il 28 aprile 2015 con il supporto della CIIP e la collaborazione dell’ILO e dell’ISSA, nell’ambito di EXPO 2015. Ancora AIAS, nell’ambito di ExpoTraining ed in collaborazione, ad ottobre svilupperà una serie di incontri su argomenti collegati al programma di EXPO, con la presentazione delle APA e la qualificazione delle relative professionalità, in chiave EQF. Altre iniziative segui- ranno. Nell’articolo dell’Informatore AIAS n. 1/2014 a firma di Giorgio Ca- rozzi (Competenze e qualifiche pro- fessionali a fronte dell’Expo 2015 n.d.r.) era stato evidenziato uno spazio particolarmente ampio per le attività professionali specifiche ad alta specializzazione, sia per la sicurezza in agricoltura che per la sicurezza alimentare verso i con- sumatori. Si deve utilizzare l’HACCP (Ha- zard Analysis and Critical Control Points), sistema pensato per ap- plicare l’autocontrollo nell’intera filiera distributiva, quale strumen- to a supporto degli OSA (Organi- smi di Sicurezza Alimentare) per il raggiungimento degli obbiettivi di un più elevato livello di sicurezza alimentare. Un sistema interamente basato sulla Valutazio- ne dei Rischi, che costituisce il pane quotidiano degli associati di AIAS. Poco fosse, al nostro Pa- ese è chiesto uno standard di eccellenza in ma- teria, visto che l’Autorità europea per la sicurez- za alimentare, (European Food Safety Autority - EFSA) ha sede a Parma. Agricoltura e produzione di alimenti e bevande, il settore della ristorazione e della distribuzione ali- mentare, la corretta cultura dell’alimentazione come presupposto dell’igiene del lavoro, sono argo- menti di grande pregnanza per i professionisti della sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente. abstract Le APA,Associazioni Professionali AIAS, nei programmi di EXPO: occasioni da non perdere. EXPO 2015 will be of great interest for all the technicians of the professional associations, specially for the ones involved as consultant in food and agricultural safety matter. a cura di Luca Dozio Avvocato in Milano a cura di Rolando Dubini Avvocato in Milano dossier
  • 30. 29Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Le Associazioni Professionali AIAS (APA) pensate per la qualificazione degli specialisti delle Profes- sioni non regolamentate, offrono lo strumento ideale per inserirsi nel quadro della SICUREZZA alimentare con le sue implicazioni in materia di: • Analisi eValutazione del rischio • Sistemi di gestione • Procedure applicative • Formazione e Informazione • Quant’altro è collegato alla Sicurezza e Salute sul lavoro Qui di seguito una sintetica carrellata sulle APA principalmente interessate ai programmi EXPO 2015, con gli argomenti di pertinenza: APA Prevenzione Responsabili e Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione La Valutazione del Rischio applicata ai diversi processi produttivi, da sviluppare anche in chiave di Sicurezza alimentare e quale fattore competitivo. APA Formazione Formatori di Prevenzione Trasmissione del sapere e conoscenze applicate alla produzione alimentare e sua distribuzione. La SSL come minimo comun denominatore di ogni attività. Strumenti e mezzi di formazione. L’E-learning per superare le barriere linguistiche e culturali APA ODV 231 Professionisti Organismo diVigilanza Sistemi di Gestione EFFICACEMENTE applicati, per fornire Valore aggiunto all’attività, protezione all’Azienda e garanzia dei prodotti verso i clienti. Ricerca della massima produttività in sicurezza. APA Energia Professionisti del Settore Energetico e Fonti Rinnovabili L’Energia pulita e sicura rappresenta il combustibile dello sviluppo. Lo specialista dell’energia sicura da fonti rinnovabili in agricoltura o da sottoprodotto dello scarto alimentare è pienamente nel tema di EXPO. APA Ambiente Professionisti Protezione Ambientale Tutela ambientale e attività agricola sono due facce della stessa medaglia, con l’obbiettivo dello sviluppo sostenibile. AIAS Mare Professionisti Marittimo e Portuale Il trasporto marittimo affronta rilevanti criticità logistiche e funzionali per la conservazione e la qualità degli alimenti. Senza contare le problematiche dell’alimentazione della “gente di mare”. APA Sanità Professionisti Sanità Igiene alimentare e Sanità: due facce della stessa medaglia. Si diceva che “siamo quello che mangiamo”, e di certo la dieta è argomento essenziale. APA Educazione Professionisti Scuola Bisogna allevare le giovani generazioni in modo informato e consapevole, per un futuro sostenibile. Occhio al “Progetto Scuola di EXPO Milano 2015” APA Pubblica Amministrazione Professionisti del settore della Pubblica Amministrazione La P.A. come fattore di sviluppo della Sicurezza, tramite indirizzo e vigilanza sulle attività. La ricerca di minor burocrazia e maggior pragmatismo con la SSL quale strumento efficace per il raggiungimento degli obbiettivi.  APA Protezione Civile  Professionisti Protezione Civile Per la gestione delle emergenze alimentari per le popolazioni colpite dalle calamità. La logistica e l’organizzazione delle “cucine da campo” quale problema prioritario nelle situazioni di crisi.
  • 31. 30 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Rolando Dubini - Luca Dozio Da tener presente che la programmazione dell’evento di EXPO si concretizza in tre diverse fasi: 1. Preparazione di EXPO 2. Svolgimento dell’Esposizione 3. Attività successive. Nella fase preparatoria vi sono da sviluppare gli argomenti di interesse per la professione, alcuni dei quali abbiamo evidenziato nel riquadro delle singole APA. Servono DTO, Documenti di indi- rizzo,quaderni,ma soprattutto idee da promuo- vere ed evidenziare. Per chi ha qualcosa da dire le occasioni non mancheranno, durante lo svolgimento dell’Espo- sizione, e l’Associazione potrà offrire buone si- tuazioni di presentazione, senza contare la gran- de folla dei visitatori da tutto il mondo, con la possibilità di contatti continui e proficui. Alla conclusione dell’EXPO gran parte dei giochi saranno conclusi, e ciascuno raccoglierà quel- lo che ha seminato. Gli anni immediatamente successivi all’evento saranno meno produttivi di opportunità, come dimostra l’esperienza di quanti ci hanno preceduto, ma chi avrà avviato programmi di successo potrà cogliere in pieno i frutti del suo lavoro e della sua iniziativa. La scommessa dell’Associazione, anche attraver- so l’attività delle sue APA, si sviluppa quindi su questi parametri: 1. La Sicurezza e Salute sul Lavoro costituisce un fatto organizzativo e strutturale di taglio culturale, strettamente collegato ai fattori competitivi per migliorare la produttività, in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi. 2. La SSL si applica all’Impresa, organizzazione che esiste per rispondere ai bisogni della gente (fattore di successo) in chiave competitiva, tenuta quindi ad ottimizzare i fattori produttivi. 3. Nutrizione ed Energia:rappresentano bisogni primari della gente e vanno soddisfatti sia sul piano della qualità che su quello della quantità. Sulla base di questi presupposti il cerchio si chiu- de, la SSL è strumento indispensabile per l’Im- presa anche al fine del soddisfacimento di quei bisogni primari che costituiscono il tema dell’EX- PO, oltre che la ragion d’essere dell’Azienda. Lo specialista della SSL, nel suo campo specifi- co (vedi le APA di competenza), è il soggetto chiamato a fornire il Know-how indispensabile per progettare e sviluppare il percorso logico ed organizzativo necessario per raggiungere i risul- tati attesi. n Che sono quelli del tema dell’EXPO 2015 “NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LAVITA”
  • 32. 31Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier “Svegliamoci prima che sia trop- po tardi”: questo è il titolo di un recente studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commer- cio e lo Sviluppo (UNCTAD 2013) con il quale vengono esplicitamente ammoniti Governi e società civile sulla necessità urgente di un radicale cambio di paradigma nella produzio- ne agricola, dalla “Green Revolution” a una “intensificazione ecologica”. Ciò implica la trasformazione dell’agricol- tura convenzionale basata sulla mo- nocoltura e su input tecnologici e industriali esterni, verso un “mosaico” di sistemi produttivi sostenibili e rigenerativi che migliorino la capacità produttiva di piccole aziende agricole. Dobbiamo muoverci da un approccio lineare a uno olistico nella gestione agri- cola, che riconosca all’agricoltore non solo il ruolo di produttore di beni agricoli, ma anche di gestore del sistema agro - ecologico e di fornitore di una serie di beni e servizi comuni quali l’acqua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricre- ativi.1 Lo studio si avvale dei contributi di oltre 50 esperti internazionali. Molti fra questi focalizzano il nesso tra filiera di produzione del cibo come causa Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile Svegliamoci prima che sia troppo tardi dei cambiamenti climatici e poten- zialità, non ancora adeguatamente esplorata, della gestione del suolo e dell’incremento della produzione agricola, come potenziale strumento per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’industrializzazione dell’agricoltura è basata sull’assunto che la fertilità del suolo può essere mantenuta e accre- sciuta con l’uso di fertilizzanti chimici. In questo modo,durante il ventesimo secolo i suoli coltivati hanno perso dal 30 al 75 per cento della loro materia organica provocando perdita di fertilità e produttività. Può essere stimato che sono state rilasciate nell’atmo- sfera a causa della distruzione della materia organi- ca contenuta nel suolo almeno 200 - 300 miliardi di tonnellate di CO2 . A fronte di questi dati disastrosi, la buona notizia è che, cambiando pratiche agricole, la CO2 emessa nell’atmosfera può essere di nuovo cat- turata2 . Le pratiche agricole da adottare già esistono e sono ovviamente tutte quelle che aumentano nel tempo il contenuto di materia organica nel suolo. La World Bank già nel 2012 ha individuato uno strumento di calcolo chiamato SALM (Sustainable abstract L’intervento prende le mosse da un recente rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Svi- luppo),ispirandosi allo stesso per individuare quali sono le soluzioni necessarie per assicurarci una futura sicurezza alimentare a fronte dell’evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli incentivi previsti dalla Politica Agraria Comune dell’UE possono costituire parte della soluzione, ma non sono sufficienti. E’ necessario un impegno non solo da parte degli attori istituzionali ma anche e soprattutto da parte di reti di produttori e di consumatori informati per la costruzione di un nuovo mercato di prodotti agricoli che possano definirsi con sempre maggiore concretezza “sostenibili”. The article, inspired by a recent study published by UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), out- lines solutions for a future food security in a changing climate scenario. Incentives provided for by the Common Agriculture Policy of the EU can be part of the solution, but are not enough as such.We need a commitment not only from governmental actors but also and mainly from networks of informed producers and consumers which can build up a new market where agriculture’s goods can be really “sustainable”. a cura di Luigi Di Marco Architetto,pianificatore,paesaggista; Coordinatore del ComitatoTecnico AIAS“Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile”; ReferenteAIAS per l’iniziativa dell’ONU“Global Compact”
  • 33. 32 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Luigi Di Marco Agriculture Land Use Management) per il finanziamento di progetti in pa- esi in via di sviluppo, con l’obiettivo duplice di valutare lo stoccaggio nel- la materia organica del suolo dei gas serra promuovendo nel frattempo la produttività agricola e il recupero di terreni in via di desertificazione3 . Oltre a impoverire suoli, inquinare l’ambiente e ridurre la biodiversità, i concimi chimici e i pesticidi per l’a- gricoltura generano gas serra anche perché per produrli è necessario bru- ciare energia. Più in generale, nei paesi industrializzati,studi accreditati affer- mano che sono necessarie dalle 10 alle 15 calorie per produrre una sola caloria di cibo4 . La ONG GRAIN ha assemblato i dati sulle emissioni di gas serra dirette e indirette per la produ- zione e lo smercio del cibo calcolando che lungo tutta la filiera le stesse ammontano al 44 - 57% (!!!!) del totale5 . Dal punto di vista dei piccoli produttori, le soluzioni tecniche che possono incrementare la produttività nel tempo utilizzando risorse locali e riciclo dei nu- trienti, senza dover creare dipendenza dall’acquisto di prodotti industriali a supporto delle produzioni agricole, sono le più convenienti e socialmente au- spicabili per far fronte al problema della povertà dei piccoli produttori agricoli, della sicurezza alimentare e della fame nel mondo6 . Di fatto la nuova Politica Agraria Comune dell’UE 2014 - 2020, incentiva in parte il cosiddetto “gree- ning” della produzione agricola e dello sviluppo rura- le, riservandogli quote del 30% del budget program- mato7 . Ovviamente, non è con un impegno parziale che si può compiere il cambio di paradigma produt- tivo auspicato dall’UNCTAD;anzi si può dedurre che la quota non green del budget euro- peo per l’agricoltura resta ancora una forma di supporto pubblico a pratiche agricole che vanno a danno dell’am- biente e della sicurezza alimentare. Olivier De Shutter, Relatore Speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazio- ne in carica fino ad aprile 2014, nel suo contributo allo studio dell’UN- CTAD abbraccia senza indugi l’agro - ecologia come la via maestra risoluti- va8 .A fronte del problema alimentare, le soluzioni ambientali e quelle sociali per un più equo accesso alle risor- se, sono dunque più che mai strette e convergenti. Quali sono allora le barriere e gli impedimenti? Lo stesso De Shutter, alla fine del suo mandato, in un’intervista a Le Monde9 dichiara “Credevo alla forza dello Stato,ora credo alla forza della democrazia. Non penso che occorra attendere passivamente che i Governi agi- scano. Le barriere sono troppe e le pressioni esercitate su loro troppo reali, e gli attori che si oppongono al cambiamento, troppo forti. Penso che la trasformazione dei sistemi alimentari si realizzerà partendo da inizia- tive locali. Ovunque vado nel mondo vedo cittadini che ne hanno abbastanza di essere considerati consumatori o elettori, e vogliono essere dei veri attori del cambia- mento,cercando d’inventare dei modi più responsabili di produrre e consumare”. n Fig. 1 - Copertina dello studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo pubblicato nel 2013 Fig. 2 - Panorama dalla valle deiTempli di Agrigento. Foto di Luigi Di Marco 1 UNCTAD – United Nation Conference on Trade and Develop- ment - Trade and Environment Review 2013 – Wake up before it is too late – Make agriculture truly sustainable now for food security in a changing climate – key messages da retro di copertina 2 Ibid. pag. 21 3 World Bank 2012 - http://go.worldbank.org/ATOU438OV0 4 UNCTAD cit. pag. 69 e European Environment Agency – late les- sons from early warning: science, precaution, innovation, pag. 459 5 UNCTAD cit. pag. 21 6 A titolo illustrativo, tra le numerose esperienze già documentate, si consiglia la visione del video prodotto dalla Gaia Foundation e dal ABN (African Biodiversity Network) sull’esperienza di un villaggio in Kenia: http://vimeo.com/7096771 7 European Commission – Agriculture Policy Perspectives Brief N. 5 december 2013 - Overview of CAP reform 2014 - 2020 pagg. 6 - 7 8 UNCTAD cit. – CommentaryVI – Agroecology.A solution to the Crisis of Food Systems and Climate Change pagg. 34 – 38 9 Le Monde 29 avril 2014- Olivier De Shutter “Notre modèle agri- cole mondial est à bout de souffle” – Propos recueillis par Gilles Van Kote - http://www.lemonde.fr/planete/article/2014/04/29/ olivier-de-schutter-notre-modele-agricole-est-a-bout-de-souf- fle_4408689_3244.html
  • 34. 33Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier SFIDE ENERGETICHE “Energia per la vita di tutti i giorni”, è un’importante sfi- da che ci viene proposta in ottica di sostenibilità ambientale e per ridefinire il modello energetico che ad oggi ha mostrato limiti e inadeguatezze. Produrre energia ed utilizzarla nello stesso tempo e nello stesso luogo di produzione. Sono oramai in discussione e in fase di realizzazione nuovi modelli di città dove l’intelligenza entra nelle infrastrutture – Smart Cities – e il governo energetico diventa “Smart” compendiando la domanda e le abitudini dei consumatori finali con la disponibilità energetica. I nuovi sistemi si relazionano in modo intelligente e sostenibile mirando all’efficienza energetica in primis e riducendo conseguentemente anche gli impatti sull’ambiente. Una nuova frontiera è rappresentata dalla capa- cità di raggiungere livelli importanti di efficienta- Sostenibilità ambientale ed energetica: il modello delle Smart Cities mento energetico nell’ambito del- la vita quotidiana - dalle abitazioni alle strutture adibite alle attività la- vorative - e dalla mobilità verso la quale si stanno sviluppando nuo- ve soluzioni di tipo ibrido ad alta efficienza. Sono ancora molti gli spazi che possiamo aggredire per migliorare le performance ener- getiche e così recuperare “risorse che oggi sono ancora male impie- gate” come possiamo rilevare e rappresentare di seguito sulla base di evidenze e studi condotti anche dall’ENEA. Questi dati ci dicono in modo chiaro quali si- ano gli ambiti e le potenzialità sulle quali agire e nell’agire inevitabilmente possiamo intravede- re importanti opportunità sia per lo sviluppo delle nuove tecnologie e di nuovi servizi sia per la collettività sia per lo sviluppo e l’affer- mazione delle figure professionali del settore energetico. Il consumatore finale si trova e sempre più si troverà a contatto con nuove tecnologie e ser- vizi che dovranno essere portati sul mercato da figure professionali con qualità e competenze certe e facilmente riconoscibili. In questo contesto l’APA Energia (Associazio- ne Professionale AIAS) si pone come punto di riferimento per quanti intendano qualificare la loro professione in questo settore, sulla base dei requisiti previsti dall’Unione Europea e pie- namente recepiti nell’ordinamento Italiano. E’ il abstract Un possibile futuro basato sulla gestione intelligente dell’energia può essere rappresentato dalle Smart Cities dove la gestione dell’energia, produzione ed utilizzo, si integra anche con altri servizi locali. Il sistema integrato rappresenta così un nuovo modello di sviluppo sostenibile sul quale puntare anche per l’efficienza energetica. Si aprono nuove opportunità di lavoro per aziende e professionisti sempre più chiamati a garantire il consumatore finale rispetto alle scelte possibili in un settore,quello dell’energia, dove sono richieste nuove competenze e dove l’innovazione dei prodotti e tecnologie è costante. Smart City represents a good example of Energy smart use. In fact the contribution of the other local services integrates and implements the total energy efficiency and also the last stakeholder receives the benefit outcome. a cura di Patrizio Nonnato PresidenteVicarioAPA Energia, Esperto in servizi a rete e soluzioni integrate,CEO di ESA ITALIA, AIMET e ROTAGAS
  • 35. 34 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Patrizio Nonnato caso della nuova figura professionale identificata da APA Energia del “Tecnico per l’energia e la sicurezza” che compendia le competenze ener- getiche con quelle della sicurezza degli impianti e dell’inserimento di questi nell’ambito lavorativo. In questo contesto, fortemente innovativo e di sviluppo tecnologico, si inserisce l’ambito dello sviluppo delle nuove città intelligenti, ma anche l’adeguamento tecnologico di quelle esistenti con la possibilità di inserire, anche senza parti- colari sforzi e costi, una serie di nuove “funzio- ni” con la possibilità di infrastrutturare con una qualità superiore l’esistente, generando nuove opportunità di lavoro e definendo di fatto una nuova filiera produttiva che può offrire impor- tanti sbocchi occupazionali e per le imprese ita- liane. Sono le “Smart Cities” dove grazie a sistemi in- telligenti la domanda dovuta alle abitudini dei consumatori e le necessità degli utenti di un de- terminato sistema locale si interfacciano con i si- stemi di generazione e di “conservazione” e go- verno dell’energia passando ad una concezione tà quasi come ad individuare delle “ isole ener- geticamente autosufficienti”. Con questa nuova infrastruttura e con i nuovi sistemi si possono integrare, con benefici econo- mici notevoli, anche tutta una serie di utilità rela- tive all’ambiente, alla sicurezza, alla mobilità, allo sviluppo territoriale, commerciale e dei sistemi a rete coinvolgendo anche la gestione integrata delle varie utenze che tutti hanno nelle loro abi- tazioni come l’energia elettrica, il gas metano, il servizio idrico le comunicazioni. Come già detto la possibilità di “stoccare” l’ener- gia, come nel caso dell’accumulo di quella pro- dotta dagli impianti fotovoltaici anche di tipo do- mestico, permetterà di definire bilanci energetici equilibrati e autosostenibili divenendo una risor- sa veramente importante a “chilometro zero”. Tutto questo sta a dimostrare come si sia in pre- senza di un possibile cambiamento con la gene- razione di straordinario valore per la collettività e per il miglioramento degli standard complessivi delle comunità ed in sostanza della sostenibilità energetica ed ambientale. n Fig. 1 - Ripartizione dei consumi energetici per macro settori e possibilità di efficientamento Fig. 2 - Sistema locale di tipo innovativo innovativa di sistemi energetici sempre più con connotazione di tipo locale e distribuita. Città che ottimizzano attraverso vettori comuni le varie risorse e che mirano al contenimento degli sprechi energetici rendendo disponibile ciò che serve quando serve. Soluzioni che sono in parte già disponibili e altamente integrate tra le varie entità presenti siano queste pubbliche o private. Il nuovo modello di “governance energetica” di- venta di tipo locale applicabile così anche nelle piccole comunità o nei quartieri delle grandi cit-
  • 36. 35Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Il Global Compact delle Nazio- ni Unite (UNGC) è l’iniziativa strategica di cittadinanza d’im- presa più ampia al mondo. Nasce nel 2000 su iniziativa dell’allora Segretario Generale Kofi Annan per la volontà di affrontare, in una logica di collaborazione multi - stakeholder, gli aspetti più critici della globalizzazione. Il Global Compact richiede alle aziende e alle organizzazioni che vi aderiscono di integrare nella loro visione strategica, così come nella cultura organizzativa e nelle operazioni quoti- diane di business, Dieci Principi relativi a: diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività e lotta alla corruzione e, più in generale, di farsi promotrici di azioni a supporto dei più gene- rali obiettivi delle Nazioni Unite. È altresì previsto che le aziende (e a partire dal 2015 anche le orga- nizzazioni) che aderiscono all’ini- ziativa informino costantemente i loro stakeholder sulle attività im- plementate e sui risultati raggiunti in tal senso attraverso la produzione di una COP – Commu- nication on progress. Aderiscono ad oggi al Global Compact delle Nazioni Unite oltre 8.700 aziende e organizza- zioni provenienti da più di 130 paesi nel mondo. Il Global Compact Network Italia (GCNI) na- sce nel 2002 con lo scopo di contribuire allo sviluppo in Italia del UNGC. Opera a tal fine garantendo supporto e coordinamento alle aziende e alle organizzazioni italiane che deci- dono di aderire all’iniziativa. Nel giugno 2013, il GCNI si è costituito nella Fondazione Global Compact Network Italia (Fondazione GCNI) (di cui AIAS è “Fondatore” n.d.r.). Il programma di lavoro della Fondazione si arti- cola in molteplici tipologie di attività: · di promozione, con riferimento alle iniziative di diffusione del Global Compact, dei Dieci Principi relativi a diritti umani, lavoro, ambien- te e lotta alla corruzione promossi dall’inizia- abstract L’articolo, a firma del Presidente della Fondazione Global Compact Network Italia, illustra lo scopo della Fondazione stessa nell’ambito dell’iniziativa mondiale Global Compact delle Nazioni Unite nonché le recenti attività e le prossime iniziative sul territorio. This article,written by the President of the Global Compact Network Italia Foundation,relates on the scope of the Foundation in the UN Global Compact world initiative, on the Foundation’s recent activities and on its future initiatives on the territory. a cura di Marco Frey Presidente Fondazione Global Compact Network Italia INDICE 9 I 10 PRINcIPI DIRITTI UMANI LAVORO LOTTA ALLA cORRUZIONE AMBIENTE PRINCIPIO I: alle imprese è richiesto di promuovere e rispettare i diritti umani universalmente riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza; e di PRINCIPIO II: assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani. PRINCIPIO III: alle imprese è richiesto di sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva; PRINCIPIO Iv: l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio; PRINCIPIO v: l’effettiva eliminazione del lavoro minorile; PRINCIPIO vI: l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione. PRINCIPIO vII: alle imprese è richiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali; di PRINCIPIO vIII: intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambientale; e di PRINCIPIO IX: incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispettino l’ambiente. PRINCIPIO X: le imprese si impegnano a contrastare la corruzione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti. PRINCIPI Fig. 1 - I dieci Principi del Global Compact (Fonte: re- port sulle Attività 2013/Fondazione Global Compact Network Italia)
  • 37. 36 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Marco Frey tiva e dei più ampi obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite; · di approfondimento dei temi della sostenibilità e dei campi a essi contigui nell’ambito del fra- mework generale proposto dal Global Com- pact (conferenze, workshop, seminari, ecc.); · di supporto, con cui s’intendono azioni di af- fiancamento e supporto alle aziende e or- ganizzazioni aderenti alla Fondazione nell’im- plementazione dei Dieci Principi del Global Compact sia nel core business che nella sfera di influenza e nel- la rendicontazione delle loro perfor- mance di sostenibi- lità; · di promozione di partnership multi - stakeholder e di azioni collettive tra i propri Membri e Partecipanti. Sono attivi nell’ambito della Fondazione Gruppi di Lavo- ro tematici che si pongono come obiettivo, non solo la condivisione e la valorizzazione delle esperienze delle aziende e or- ganizzazioni che vi partecipano, ma anche e soprattutto l’individuazione di soluzioni pratiche e innovative per l’attuazione, nella dimensione locale, dei principi e dei meccanismi indivi- duati dal UNGC al livello globale; · di interlocuzione con gli attori istituzio- nali al fine di promuo- vere la cultura della sostenibilità e di con- tribuire alla creazione di un contesto favo- revole all’implemen- tazione di pratiche di cittadinanza d’impresa da parte delle aziende e organizzazioni che operano sul territorio na- zionale; · di collegamento con l’Ufficio del Global Compact di New York e con i Network Locali del Global Compact, in particolare con quelli europei, al fine di contribuire alla definizione e all’implementazione delle strategie di crescita e consolidamento del Global Compact delle Na- zioni Unite su scala regionale e internazionale. Nei primi mesi di attività la Fondazione ha ot- Fig. 2 - AIAS è socio “Fondatore” della GCNI
  • 38. 37Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier tenuto due primi risultati significativi: la firma di un Protocollo d’Intenti tra la Fondazione GCNI e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e l’avvio della sperimenta- zione della TenP - Sustainable Supply Chain Self-Assessment Platform. Il Protocollo, sottoscritto in data 8 maggio (2014 n.d.r.) a Roma, impegna la Fondazione GCNI e l’AGCM organizzazioni a collaborare per la diffu- sione tra le aziende italiane del Rating di Legalità. Il Rating di Legalità,il cui Regolamento è stato ap- provato dall’AGCM mediante la propria delibera nel novembre 2012, costituisce uno strumento di promozione della legalità e di principi etici al fine di elevare la sicurezza e la concorrenzialità nelle attività economiche, introducendo nell’or- dinamento un sistema di premialità per le im- prese che rispettano la legge e si allineano ai più elevati standard etico/ sociali e/o di governan- ce, adeguando la propria organizzazione in tale di- rezione. Sulla base di quanto previsto nel suddetto Protocollo d’Intenti, la Fondazione GCNI si impegna a: · promuovere tra le imprese aderenti l’utiliz- zo del “Rating” quale strumento nell’ambito delle autonome attività di pre - qualifica e/o qualifica etica dei partner commerciali (ad esempio fornitori e clienti); · incentivare le aziende aderenti a presentare la domanda all’AGCM per l’ottenimento del “Rating”; · promuovere attività congiunte con l’AGCM nei confronti delle imprese (e potenzial- mente anche tra queste ed i propri partner commerciali) per agevolare una diffusa co- noscenza del “Rating” e del “Regolamento”, spiegarne i requisiti base per l’accesso ed i relativi benefici, fornire chiarimenti utili a fa- cilitare ed incentivare la presentazione della domanda per l’ottenimento del “Rating”; · condurre indagini per raccogliere commenti e/o suggerimenti idonei a migliorare l’effica- cia del Regolamento Rating di Legalità, ovve- ro finalizzate ad evidenziarne possibili aree di miglioramento, se richiesto e per quanto di interesse dell’AGCM. LaTenP - Sustainable Supply Chain Self-Asses- sment Platform è uno strumento creato dalla Fondazione Global Compact Network Italia per sostenere le imprese aderenti nella raccol- ta di informazioni sulle performance di soste- nibilità delle loro aziende fornitrici, con l’obiet- tivo di usarle per identificare sfide e soluzioni comuni per migliorare la sostenibilità all’interno della loro catena di fornitura. La Piattaforma è stata costruita avendo come riferimento i Die- ci Principi del Global Compact delle Nazioni Unite e tenendo in considerazione gli standard e le convenzioni internazionali in materia di so- stenibilità aziendale più rilevanti. Nei prossimi mesi la Fondazione si propone di raggiungere altri importanti obiettivi, in particola- re sul fronte della rendicontazione di sostenibilità. Sarà organizzato a settembre, in collabora- zione con numero- se organizzazioni attive sul territorio nazionale su temi connessi alla soste- nibilità aziendale, un incontro sulla recente Direttiva europea sulla ren- dicontazione di informazioni non finanziarie e di in- formazioni in merito alla diversità. La Diret- tiva modifica, di fatto, la normativa vigente in materia di contabilità al fine di accrescere la trasparenza di alcune grandi aziende in Euro- pa su questioni sociali e ambientali e sul tema della diversità e di accrescere la rilevanza, la coerenza e la comparabilità delle informa- zioni non finanziarie pubblicate dalle impre- se, rafforzando e chiarendo i requisiti vigenti. L’incontro di settembre sarà l’occasione per attivare un dibattito atto a fornire elementi di stimolo e di indirizzo da prendere in conside- razione per la stesura della normativa italiana di attuazione della Direttiva. E’ inoltre prevista per la fine del mese di ot- tobre la pubblicazione di documento che at- traverso la condivisione e la valorizzazione delle esperienze possa fornire delle chiavi di lettura utili a supportare le aziende nei loro processi di rendicontazione e in particolare a facilitarle nell’utilizzo dei più importanti fra- mework di rendicontazione esistenti (GRI- G4, Integrated reporting, Global Compact Advanced Level). n
  • 39. 38 | N.2/2014 | Informatore AIAS Lo scorso gennaio 2014 AIAS ha aderito all’iniziativa ONU denominata “Global Compact” e al relativo network italiano or- ganizzato dalla Fondazione Global Compact Network Italy. Lanciata nel 2000 dall’allora Se- gretario Generale dell’ONU Kofi Annan, il Global Compact conta ad oggi oltre 10.000 aderenti in 145 diversi Paesi del mondo, tra organizzazioni profit e no - profit.1 L’adesione comporta l’impegno per gli aderenti al rispetto dei seguenti Dieci Principi nell’am- bito dei diritti umani, del lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione2 : Principio I - Alle imprese è ri- chiesto di promuovere e rispet- tare i diritti umani universalmen- te riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza; e di Principio II - assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani. Principio III - Alle imprese è ri- chiesto di sostenere la libertà di UN GLOBAL COMPACT: la più grande iniziativa mondiale in tema di Responsabilità Sociale delle Organizzazioni associazione dei lavoratori e ri- conoscere il diritto alla contrat- tazione collettiva; Principio IV - l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio; Principio V - l’effettiva elimina- zione del lavoro minorile; Principio VI - l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e professione. PrincipioVII - Alle imprese è ri- chiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali; di Principio VIII- intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambien- tale; e di Principio IX- incoraggiare lo svi- luppo e la diffusione di tecnolo- gie che rispettino l’ambiente. Principio X - Le imprese si im- pegnano a contrastare la corru- zione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti. I partecipanti s’impegnano a in- corporare i dieci principi nelle loro strategie e nello sviluppo di abstract L’intervento introduce brevemente all’iniziativa dell’ONU denominata “Global Compact”presentandone i dieci principi a cui le organizzazioni aderenti, fra le quali AIAS, s’impegnano a rispettare. Illustra in sintesi le attività del network Italiano ed evi- denzia la coerenza dell’iniziativa nel contesto dello sviluppo sostenibile e della Green Economy. The article gives a briefly outlook on UN initiative called “Global Compact”, presenting its ten principles with which members organisations, including AIAS, are committed to respect. Outlines the activities of the Italian network and highlight the cohe- rence of the initiative in the context of sustainable development and green economy policies. a cura di Luigi Di Marco Architetto,pianificatore,paesaggista; Coordinatore del ComitatoTecnico AIAS“Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile”; ReferenteAIAS per l’iniziativa dell’ONU“Global Compact” dossier
  • 40. 39Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier tutti i processi e le attività. I risultati devono es- sere pubblicati in un report annuale obbligatorio che illustri i progressi nell’implementazione degli stessi principi nei confronti dei propri stakehol- ders (investitori, consumatori, società civile, isti- tuzioni ecc …)3 . Nel network italiano del Global Compact, in cui AIAS è entrata a far parte in qualità di“Fondato- re”, partecipano molte tra le più grandi aziende italiane (l’elenco completo è disponibile al sito: http://www.globalcompactnetwork.org/it/il- network-italiano-ita/i-partecipanti.html). La Fondazione Global Compact Network Italy svolge ruolo di divulgazione, coordinamento e informazione ai membri, organizza l’attività dei gruppi di lavoro su diritti umani, supply chain, anti - corruzione, reporting, ambiente. Lo sviluppo concreto dei principi del Global Compact oltre a essere manifestazione dell’e- redità culturale e sviluppo in termini concreti dei contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, è strumentale allo svi- luppo di un’economia sostenibile coerente con la volontà dichiarata dalle Nazioni Unite a par- tire dalla conferenza di Stoccolma del 1972 e consolidata nel tempo fino all’ultima conferenza sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro nel 2012 (conosciuta anche come RIO+20). Altresì la norma ISO 26000:2010 (guida alla responsa- bilità sociale delle organizzazioni) è strumentale agli stessi obiettivi individuati nei dieci principi del Global Compact, strutturando l’impegno e la capacità delle organizzazioni di contribuire allo sviluppo sostenibile. I suoi contenuti sono perfettamente allineati con il concetto di Green Economy come definito dall’UNEP4 , e di conse- guenza supportati nel dibattito nazionale degli stati generali della Green Economy istituiti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico5 . La partecipazione di AIAS all’iniziativa Global Compact sancisce l’impegno assunto dalla no- stra organizzazione nell’ambito della Responsa- bilità Sociale e dello Sviluppo Sostenibile in am- bito nazionale ed internazionale. n Fig.1 - Raccolta del tè a Kericho in Kenya.Foto di Luigi Di Marco 1 http://www.unglobalcompact.org/ParticipantsAndStakeholders/ index.htm 2 http://www.globalcompactnetwork.org/it/il-global-compact-ita/ i-dieci-principi/introduzione.html 3 http://www.unglobalcompact.org/COP/index.html 4 http://www.unep.org/greeneconomy/aboutgei/whatisgei/ tabid/29784/default.aspx 5 http://www.statigenerali.org/
  • 41. 40 | N.2/2014 | Informatore AIAS Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile territorialmente: strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia DALLA RESPONSABILITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI ALLA SALUTE E SICUREZZA,ALLA PROTEZIONE AMBIENTALE,ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE Come un’organizzazione (azienda, impresa, ente, associazione …) può mantenersi e anzi crescere in tempi di crisi e nella competizione globale? La risposta, se analizziamo bene cosa ci sta suc- cedendo intorno, è unica: adottare una visione d’insieme, un’ottica olistica, che non escluda ma integri nella sostenibilità (economica, ambienta- le e sociale) i nostri stakeholder (il personale, i fornitori, i clienti, ecc.). Capiremo, seguendo la logica che descriveremo qui di seguito, che stia- mo parlando non della sostenibilità del mondo in genere, ma tout-court della sostenibilità delle attività proprie della nostra organizzazione o azienda, o attività in genere, sia essa commercia- le o no profit, per quanto piccola sia, e cioè della sopravvivenza sia della professionalità e cultura delle nostre risorse umane, sia, come derivazio- ne dalla precedente, della nostra azienda o orga- nizzazione in senso lato. Nel 2007 il D.Lgs. n. 123 ha esteso a gravi reati abstract Inizialmente si riesamina il percorso legislativo e normativo che ha portato all’attenzione in Italia il tema della responsabilità, sia penale sia sociale, che le organizzazioni hanno per l’impatto dei comportamenti scorretti del proprio personale. Adot- tando invece un comportamento etico e trasparente, ossia capace e disponibile nel rendere conto delle proprie azioni alla comunità e allo Stato, le organizzazioni socialmente responsabili possono contribuire allo sviluppo sostenibile, includendo la salute e il benessere dei lavoratori e della società. La sostenibilità dello sviluppo è poi affrontata attraverso la presentazione di un modello e di esempi che richiedono l’integrazione territoriale locale della produzione alimentare con la produzione elettrica da fonte rinnovabile. L’integrazione multifunzionale è facilitata da un approccio olistico e proattivo che tenda allo sviluppo locale autosostenibile, inteso anche come lo sviluppo delle culture, dei soggetti economici e delle tecniche in grado di attivare sinergicamente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni fondamentali e promozione di ecosviluppo. At the beginning the legislative itinerary leading Italy to the introduction and progressive application of penal responsibility of organizations is presented; also definition of social responsibility as resulting from the International standard ISO 26000 is described, seeking sustainable development.Then a model and examples are shown aiming at sustainability of food produc- tion through integration with renewable energy production. a cura di Priscila Escobar Rojo Hydraulic engineer,Docente del Politecnico di Milano a cura di GiuseppeAngelico Consultant on Integrated Management Systems,Manager dei Sistemi SSL certificato ICPrev,SegretarioAssociazione ProfessionaleAIAS Formazione dossier
  • 42. 41Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier contro la salute e sicurezza sul lavoro l’applica- zione del D.Lgs. n. 231/2001 che aveva introdot- to in Italia, con esito piuttosto limitato, la respon- sabilità “amministrativa” degli enti, che in realtà si caratterizza come una responsabilità penale delle organizzazioni (imprese, aziende, enti pub- blici e privati, ecc). Poco dopo il D.Lgs. n. 81/2008 oltre al merito di aver semplificato e compattato molta della precedente legislazione sulla SSL, ha promosso la diffusione di una nuova cultura della SSL attraverso l’invito all’adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo efficienti e efficaci e ha recepito in toto quanto già espresso dal D.Lgs. n. 123/2007 sui gravi reati verso la SSL inclusi nel dettato del D.Lgs. N. 231/2001; inoltre ha incentivato la diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale attraverso il finanziamento da parte dell’IANIL di proget- ti che portino alla riduzione dei tassi di infortunio. Infine il D.Lgs. n. 121/2011 ha este- so anche a gravi reati contro l’ambiente l’ambito applicati- vo della responsabilità penale delle organizzazioni. Così si è affermato finalmente il concet- to che le organizzazioni sono responsabili delle conseguenze delle azioni scorrette del loro personale, ove ne traggano be- neficio economico, e il D.Lgs. n. 231/2001 ha avuto effetti im- portanti per il mondo econo- mico italiano, e ne avrà ancor più nel prossimo futuro, sem- plificando la vita delle imprese, con vantaggi in termini di mag- giore efficienza e di trasparen- za dei comportamenti, ossia di capacità e disponibilità di ren- dere conto delle proprie azioni alla comunità e allo Stato. Pa- rallelamente, a livello interna- zionale e italiano la pubblicazione, a fine 2010, della norma UNI ISO 26000, ha chiarito come si può declinare la responsabilità sociale delle or- ganizzazioni verso le comunità tecniche e sociali, locali o globali, a seconda della sfera d’influenza della propria attività sul territorio. Per lo standard UNI ISO 26000 un’organizzazio- ne è socialmente responsabile se attua un com- portamento etico e trasparente che: · contribuisca allo sviluppo sostenibile, inclu- dendo la salute e il benessere della società; · tenga conto delle aspettative dei portatori d’interesse, gli stakeholder; · sia in conformità con la legislazione applicabi- le e coerente con le norme internazionali di comportamento; · integri i temi della responsabilità sociale in tut- ta l’organizzazione e li metta in pratica nelle relazioni relative alla propria attività (prodotti, servizi e processi) nella propria sfera d’influen- za. Sette sono le tematiche attraverso le quali, adottando un approccio olistico e proattivo, si può contribuire, attraverso l’impatto delle proprie attività, allo sviluppo sostenibile e al benessere della società, come schematizzato nella figura 1: · il governo stesso dell’organizzazione (la cosid- detta governance); · il rispetto dei diritti umani; · i rapporti e le condizioni di lavoro (inclusa la sicurezza e la salute sul lavoro); · l’ambiente; · le corrette prassi gestionali; · gli aspetti specifici relativi ai consumatori; · il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità. L’integrazione dei metodi e principi della qualità Fig. 1 - Relazioni tra responsabilità sociale delle organizzazioni e sviluppo sostenibile
  • 43. 42 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di GiuseppeAngelico - Priscila Escobar Rojo alla gestione operativa garantirà il raggiungimen- to degli obiettivi di miglioramento, di efficienza e di efficacia, che deriveranno dalla strategia di responsabilità e di cultura aziendale aperta all’in- novazione sociale e alle esigenze degli stakehol- der che sarà coerentemente adottata. Tenendo presente che il motto “misurare per migliorare” è la base della qualità, non è fuori luogo far no- tare che lo sviluppo è misurato, ormai da vari anni, attraverso l’Indice di Sviluppo Umano ISU adottato dalle Nazioni Unite. L’Italia è nella fascia dei paesi a sviluppo molto alto, al 25° posto, con valore di indice superiore a quello della media dell’Unione europea (al 35° posto), precedendo il Regno Unito (al 27° posto). Il concetto di sostenibilità dello sviluppo,così come declinato - con specifico riferimento al mosaico di ambiti culturali e territoriali presente in Italia - nell’approccio territorialista di Alberto Magnaghi, Alessandro Giangrande ed altri, è riferibile in par- ticolare non solo alla riproducibilità delle risorse naturali (sostenibilità ambientale in senso stretto), ma anche ai sistemi territoriali e urbani (sostenibi- lità territoriale), oltre che alla coerenza dei sistemi produttivi con la valorizzazione del patrimonio territoriale e con lo sviluppo dell’imprenditorialità locale (sostenibilità economica) e alla crescita di autogoverno delle società locali (sostenibilità so- cio - culturale e politica). LA STRATEGIA DELL’INTEGRAZIONE TER- RITORIALE TRA LA PRODUZIONE AGRI- COLA E L’UTILIZZAZIONE DI FONTI ENER- GETICHE RINNOVABILI Guardando al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, possiamo prendere a riferimento il Rapporto TER13 dell’UNCTAD (United Nation Conference on Trade and Development - Trade and Environment Review 2013) che ha svilup- pato il tema “Svegliati prima che sia troppo tar- di! Fai agricoltura realmente sostenibile adesso, per la sicurezza del cibo in un clima che cambia” (“Wake up before it is too late – Make agricul- ture truly sustainable now for food security in a changing climate”). Vi si sostiene con forza, come mostra il titolo scelto per il rapporto, che è necessario passa- re da un approccio lineare a uno olistico nello sviluppo e nella gestione dell’agricoltura, a un approccio cioè che rispecchi la multifunzionali- tà dell’agricoltura e riconosca all’agricoltore non solo il ruolo di produttore di cibo, ma anche di gestore di un sistema agro - ecologico che inclu- de una serie di beni e servizi comuni quali l’ac- qua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricreativi.A livello locale bisogna favorire pertanto un mosaico di sistemi produttivi multi- funzionali sostenibili e rigenerativi che integrino tutte le possibili produzioni utili alla comunità. Un esempio è fornito nel modello di sistema in- tegrato rappresentato in figura 2, tratto dal Com- mento XIII del Rapporto TER13 suddetto. Mae- Wan Ho dell’Institute of Science in Society di Londra ed altri, in un ar- ticolo del 2008, vi hanno rappresentato con caselle a sfondo grigio il sistema di produzione energetica rinnovabile (che inclu- de la micro produzione idroelettrica tra le fonti energetiche rinnovabi- li previste) e in verde la produzione alimentare, mentre il testo in grigio si riferisce al ciclo di con- servazione dell’acqua. Per quanto riguarda la si- tuazione italiana, iniziamo citando uno studio recen-Fig. 2 - Un sistema integrato per la produzione di cibo e di energia
  • 44. 43Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier temente predisposto nell’ambito di un progetto finanziato dall’Ue, che fa riferimento al territorio della Provincia di Cremona. Nonostante la mor- fologia pianeggiante della Provincia, lo studio ha confermato la possibilità dello sviluppo di mini e micro impianti idroelettrici così come la loro fattibilità economica utilizzando ruote idrauliche o coclee invece delle tradizionali ruote Kaplan. Infatti nella complessa rete idrografica che ca- ratterizza il territorio, il potenziale idroelettrico è distribuito quasi uniformemente e il suo svilup- po sarebbe possibile sia recuperando la rete dei vecchi mulini sia con interventi sulla rete irrigua. Ciò nonostante si è evidenziato che quasi tutto questo potenziale idroelettrico è caratterizzato da bassi valori di capacità installata nei siti e che la migliore prestazione di ciascun impianto si potrà avere solo in caso di autoconsumo dell’e- nergia prodotta, il che rende meno interessante l’investimento per uno stakeholder che non sia anche utilizzatore diretto. Inoltre vi è la difficol- tà dei possibili conflitti tra le diverse concessio- ni d’uso dell’acqua che sono vecchie e derivate dall’estendersi progressivo della rete irrigua nel corso degli ultimi secoli. In questo contesto ogni possibilità di sviluppo idroelettrico richiede l’in- tegrazione delle esigenze proprie dell’agricoltura negli obiettivi del progetto idroelettrico. Ancora meglio, bisognerebbe che i Consorzi agricoli già esistenti nella regione includessero la produzio- ne idroelettrica nel loro core-business, princi- palmente per autoconsumo. E’ cioè necessario che gli agricoltori, oggi unici attori nei Consorzi agricoli locali, guardino al territorio su cui opera- no con un approccio più olistico e decidano di ampliare all’energia il loro campo d’intervento o accettino di includere nella loro organizzazione attori che si occupano di energia, coi quali dialo- gare e cooperare per rendere più autosostenibi- le lo sviluppo locale incrementandone la capacità di produrre ricchezza attraverso l’integrazione con la produzione elettrica. In quest’ottica diventa prioritaria l’applicazio- ne del concetto chiave dell’approccio terri- torialista allo sviluppo sostenibile, lo sviluppo locale autosostenibile, inteso anche come lo sviluppo delle culture, dei soggetti economici e delle tecniche in grado di attivare sinergica- mente affidabilità nelle relazioni esistenti tra gli attori locali, privati e pubblici, cura dei bisogni fondamentali e promozione di ecosviluppo. Questo sviluppo localmente autosostenibile si attua attraverso: · la crescita delle società locali (autogoverno); · il rispetto delle differenze e delle specificità culturali; · l’individuazione di modalità di progettare e co- struire fondate su nuovi principi (autoproget- tazione, autocostruzione); · la produzione di ricchezza riferita ai valori ter- ritoriali; · il raggiungimento di equilibri ecosistemici a scala locale. Un altro caso, in cui l’integrazione con la produ-
  • 45. 44 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di GiuseppeAngelico - Priscila Escobar Rojo zione elettrica è invece già in atto, rimanendo ancora nell’ambito della Lombardia, è quello del Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, nel cui comprensorio l’utilizzo delle acque del ca- nale Muzza per impiego extra agricolo è stato attuato inizialmente per uso di refrigerazione in impianto termoelettrico, con esperienze pilota applicate a partire dagli anni ‘70 che si sono pro- gressivamente perfezionate ed ampliate nell’at- tuale uso industriale per il ciclo di refrigerazione di sei grandi gruppi termoelettrici: 2 della cen- trale A2A di Cassano d’Adda (MI) e quattro di quella E.ON diTavazzano - Montanaso (LO),con potenza complessiva installata in queste centrali pari a circa 2000 MW. La mitigazione delle rigide temperature invernali delle acque dell’Adda, a seguito del passaggio delle portate nei conden- satori termoelettrici delle due centrali, rende le acque del canale Muzza ideali per l’allevamento ittico.Sono perciò stati realizzati due impianti che prelevano portate finalizzate al mantenimento idrico di vasche per l’allevamento di anguille e storioni. L’acqua fluente, prelevata con specifico canale direttamente dal corpo idrico principale, alimenta a gravità, utilizzando un dislivello natu- rale, l’invaso idrico dell’allevamento e poi viene integralmente restituita più a valle. Da tempo il Consorzio MBL ha elaborato inoltre un piano strategico di uso delle acque anche per la produzione idroelettrica. Ad oggi è stata realizzata solo una prima parte del programma che alla fine permetterà lo sfruttamento diretto delle acque del Muzza in corrispondenza di sei salti: Cassano scaricatore 3, Levata di Paullo, Le- vata Bolenzana, Levata di Quartiano (localizzati sullo stesso Muzza) e Cascate di Montanaso 1 e 2 (ubicati sul canale Belgiardino che ha funzione di scaricatore regolatore). n
  • 46. 45Informatore AIAS | N.2/2014 | a proposito di expo 2015... Creare, promuovere e gestire un program- ma coordinato di eventi oltre a un logo che contraddistingua gli appuntamenti culturali, commerciali e turistici realizzati in città in occa- sione di EXPO 2015. Questo l’obiettivo delle li- nee guida di “EXPO in città”,progetto promossa da una convenzione tra Comune e Camera di Commercio di Milano. “Questa convenzione permetterà a tutti gli ope- ratori interessati a realizzare eventi e appunta- EXPO Milano 2015: Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la manifestazione in città menti durante il periodo di EXPO 2015 di avere un unico interlocutore, facilitando di fatto l’in- contro tra domanda e offerta contribuendo a velocizzare la concessione di spazi e aree pub- bliche”. Così spiega l’assessore al Commercio, Attività produttive e Turismo Franco D’Alfonso che prosegue:“Grazie alla collaborazione con la Triennale di Milano vogliamo dar vita a un logo di “EXPO in città” che permetta a cittadini e turisti una facile identificazione di tutti gli eventi che andranno a comporre l’offerta culturale, artistica e commerciale della città durante l’intero periodo della manifestazione”. “L’obiettivo di “EXPO in città” è quello di raccor- dare, valorizzare e facili- tare tutte le iniziative che si terranno al di fuori di quelle previste nel sito espositivo dell’Esposizio- ne universale - ha dichia- rato Pier Andrea Cheval- lard, segretario generale della Camera di commer- cio di Milano. - Occorre infatti investire sul mo- dello “fuori salone”per coinvolgere tutta la città nell’evento del 2015 e offrire le maggiori oppor- abstract EXPO in Città è un progetto voluto fortemente dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano con il convinto sostegno di EXPO Milano 2015. The aim of the “EXPO in città” (EXPO in the city) project is to offer EXPO visitors many events open to their participation. Comunicato stampa Fonte: www.expoincitta.com Fig. 1 – Iniziativa Sapori e saperi in biblioteca. Album fotografico del Comune di Milano per EXPO in città
  • 47. 46 | N.2/2014 | Informatore AIAS a proposito di expo 2015... tunità possibili al sistema delle imprese. Ricordo che secondo una recente ricerca della Camera di commercio, EXPO – dal 2012 al 2020 - porterà un indotto di circa 23 miliardi, di cui 4 nel tu- rismo”. Al centro del provvedimento l’i- deazione e la realizzazione di un logo ad hoc e di una immagine coordinata “EXPO in città” che permetta a turisti, cittadini e city user di identificare, in maniera im- mediata e intuitiva, tutti gli appun- tamenti e gli eventi che prende- ranno vita nelle piazze, nei parchi e in tutti i luoghi pubblici e privati in sintonia con le tematiche di EXPO 2015. Prevista anche la creazione e la condivisione di un calendario uni- co e georeferenziato degli eventi consultabile sia attraverso i siti web già esistenti, come il “Portale del Turismo del Comune di Milano”, ma anche attraverso smart phone, tablet e altre piattafor- Fig. 2 – Iniziativa Tavolo,arte e cultura. (Annibale Carracci ”Il mangiatore di fagioli”).Album fotografico del Comune di Milano per EXPO in città me, grazie allo sviluppo di una apposita App, in grado di intercettare il maggior numero di po- tenziali fruitori dell’offerta culturale, turistica e commerciale durante il periodo compreso tra il 1 maggio e il 31 ottobre 2015. La collaborazione tra Comune e Camera di Commercio vede anche la realizzazione di un catalogo on line degli “spazi temporanei dispo- nibili” per la realizzazione di esposizioni, attività e appuntamenti facilitando così l’incontro tra domanda e offerta. Previsto anche un servizio di informazioni sulle modalità di acquisizione di autorizzazioni e permessi per l’uso degli spazi e per la realizzazione delle iniziative e degli eventi da parte dei molteplici attori che vorranno ani- mare il territorio prima e durante EXPO 2015. Con l’obiettivo di facilitare il rapporto tra Am- ministrazione, Camera di Commercio e privati. Il costo complessivo massimo per la realizzazio- ne di tutte le attività previste dalla convenzione è di 400mila euro: 200mila euro a carico dell’Am- ministrazione e 200mila a carico di Camera di Commercio di Milano. La convenzione avrà durata dalla sottoscrizione sino al 31 dicembre 2015. n Fig. 3 – Iniziativa Latte e linguaggio.Album fotogra- fico del Comune di Milano per EXPO in città
  • 48. 47Informatore AIAS | N.2/2014 | a proposito di expo 2015... EssereVolontario in EXPO Milano 2015 abstract EXPO Milano 2015 ha, tra gli altri scopi, quello di attivare diverse opportunità di Partecipazione all’Evento. Per questo il volontariato, nelle sue varie forme, è forse lo strumento più adatto per coinvolgere quanti più cittadini possibile. Ogni singolo cittadino e le Associazioni di Volontariato sono i protagonisti del Programma Volontari ed è per questo che EXPO Milano 2015 intende fin da subito coinvolgere tutte le organizzazioni e dare l’occasione di candidarsi a tutti. La rete dei Centri Servizio per il Volontariato è al nostro fianco in questa avventura. EXPO Milano 2015 intends to give to all the organizations and private citizens the opportunity to participate and being involved in its voluntary program. Comunicato stampa Fonte: http://www.expo2015.org/it/progetti/programma-volontari Il Programma Volontari per EXPO 2015 ha, come scopo principale, quello di permettere a tutti i cittadini italiani e non, che vorranno es- sere parte di questo grande Evento, di attivar- si nell’accoglienza e supporto per i visitatori e i partecipanti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, dando un chiaro ed evi- dente messaggio e immagine di in- tegrazione, univer- salità e solidarietà, trasferendo i valori e i contenuti del Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, attra- verso un’opera di informazione e sensibilizzazione. Ogni Cittadino di- venta così una parte attiva dell’Evento. Parteci- pare ad uno dei più grandi eventi in Italia dell’ul- timo secolo è una esperienza unica e irripetibile e potrà essere resa ancora più unica con il con- tributo di migliaia di giovani e meno giovani che decideranno di partecipare. Decidendo di essere parte del team di Volon- tari per EXPO Milano 2015 anche tu non solo contribuirai al successo della manifestazione ma acquisirai competenze e conoscenze uniche, di- ventando portatore del messaggio di accoglien- za e integrazione dell’Esposizione. Essere Volontario ti permetterà anche di co- struire qualcosa per te. Potrai: · ampliare le tue conoscenze ed esperienze, ren- dendoti partecipe di un contesto, internazionale, multiculturale e multilingue che sarà un percorso formativo e di crescita; · costruire un network di relazioni vere basato su entusiasmo, energia, talento, intraprendenza, vo- glia di fare ed esperienze vissute, che potrà es- serti utile anche nel tuo futuro; · sviluppare nuo- vi ambiti di inte- resse vivendo una esperienza unica e differente dalla vita di tutti i giorni, sco- prendo le tue atti- tudini e i tuoi talenti non esplorati fino a quel momento Per dare risposta a differenti esigen- ze e offrire a tutti l’opportunità di partecipare, EXPO Milano 2015 ha pensato al Programma Volontari come a un insieme di differenti forme di partecipazione. Ciascuna di questi ha specifici tempi, modalità di attivazione e posti disponibili: vedi http://volunte- er.expo2015.org/it/programmi IVOLONTARI NEI GRANDI EVENTI INTER- NAZIONALI A Londra 2012 erano in 70.000, a Torino nel 2006 18.000, all’Esposizione di Shanghai nel 2010 si sono attivati in 70.000. IVolontari sono un network incredibile, alcuni di loro hanno dato vita ad associazioni dopo i gran- di eventi – dalla Spagna al Giappone – e ancora
  • 49. 48 | N.2/2014 | Informatore AIAS a proposito di expo 2015... oggi partecipano girando il mondo e stringendo nuove amicizie. Diventare un Volontario significa entrare a far parte di qualcosa di più grande. EREDITÀ DEL PROGRAMMAVOLONTARI Nel pensare al Programma Volontari, EXPO 2015 ha cercato di capire cosa poteva offrire ai cittadini e cosa potevano formare un così gran- de numero di persone. La risposta è arrivata quasi subito: un grande So- cial Network. La sola differenza è che coinvol- gere direttamente le persone rende il network reale, vero. Diventando Volontario stringerai pri- ma amicizia nella realtà, ti scambierai esperienze reali, potrai vedere i sorrisi dal vivo e parlare con persone da tutto il mondo. Amicizia, esperienza e conoscenza, questi sono i valori sui quali poggia il nostro vero social network. E quando tutto finirà? Se i tuoi nuovi amici tor- neranno a casa in altri Paesi, potrai continuare a restare in contatto con loro via internet e magari andarli anche a trovare o perché no fare ilVolontario nel loro paese al prossimo Grande Evento! IL CAPITALE SOCIALE Il Programma Volontari, in tutte le sue forme di partecipazione, determina uno sviluppo del Ca- pitale Sociale locale e nazionale. Il numero di ore di volontariato, di formazione e il totale delle persone coinvolte permette di accrescere la consapevolezza e i valori dell’aiuto, dell’accoglienza e della solidarietà,rendendo tutti noi portatori di un messaggio universale. E’ un’opportunità unica di partecipazione ad un Evento di portata internazionale nonché la pos- sibilità di vivere attivamente il proprio status di cittadino del mondo. Il Programma lascerà molte altre eredità materiali e immateriali: · costruzione e mantenimento di una Comunità di Volontari attiva sul territorio che può fornire sup- porto anche per altre iniziative post EXPO 2015; · costituzione di una collettività virtuale che permetterà di mantenere viva e rendere coesa tale Comunità ol- tre a costituire una base di interazione «a rete» per i prossimi Grandi Eventi ospitati nel nostro Paese e non; · la creazione nell’ambito del programma Servizio Civile Nazionale e di DoteComune EXPO dei “corridoi” di competenza attraverso cui diffondere l’esperienza EXPO 2015 prima e dopo l’Evento. DIVENTAVOLONTARIO Selezionare il bando di interesse all’indirizzo: https://expo2015.mua.hrdepartment.com/hr/ats/ JobSearch/viewAll?change_user_language=2 n
  • 50. 49Informatore AIAS | N.2/2014 | giurisprudenza CORTE DI CASSAZIONE, SEZ.III PENALE,SENT.N. 19093 DEL 3 MAGGIO 2013 La possibile confusione sulla provenienza del cibo integra il reato di frode in commercio La normativa comunitaria, rece- pita dalla legislazione statale, è tesa ad assicurare l’informazione del consumatore prevenendo equivoci sull’origine del prodotto sia con riferi- mento al contenuto dell’etichettatura sia, più in generale, con riferimento alle modalità di pre- sentazione complessive di esso. IL FATTO Il nucleo operativo provinciale del corpo forestale dello Stato e l’ispettorato del servizio fitosanita- rio regionale, nell’ambito di una verifica, avevano sequestrato nel reparto ortofrutta del supermer- cato (OMISSIS), 65 confezioni sotto vuoto di pi- stacchi sgusciati la cui etichetta recava indicazioni in caratteri grandi “ (OMISSIS) - sfiziosità siciliane - pistacchi sgusciati” e in basso, in caratteri assai più minuti, scarsamente leggibili a occhio nudo, la indicazione “ingredienti: pistacchi sgusc. Mediter- raneo”, ritenendo trattarsi di più di pistacchi di origine extracomunitaria, verosimilmente turca. Il reato ipotizzato è quello di frode in commer- cio di cui all’articolo 515 c.p.. Il tribunale del riesame ha confermato il decreto di convalida ritenendo la sussistenza del fumus del reato in relazione alla consegna di una cosa diversa per origine, provenienza, qualità o quan- tità da quella oggetto del contratto. LA DIFESA Assume al riguardo che l’espressione “sfiziosi- tà siciliane” è riconducibile alla origine siciliana dell’azienda la quale in territorio siciliano confe- Le Leggi son, ma chi pon mano ad esse? (Dante Alighieri, Purgatorio, XVI) a cura di Giorgio Carozzi Coord.Settore Normativa,Indirizzi Legislativi,Tutela Sindacale e AssistenzaAssicurativa diAIAS ziona e commercializza prodotti principalmente frutta secca aven- ti origine isolana. Peraltro si fa notare anche che il pistacchio siciliano di maggior pre- gio è quello prodotto in località (OMISSIS) il quale tuttavia, essendo a denominazione di origine pro- tetta, deve essere sempre accom- pagnato dalle indicazioni prescritte per poter indirizzare il consumato- re verso il prodotto e che, in mancanza di esse, nessuna confondibilità è comunque possibile. LA SENTENZA Per quanto concerne la necessità di indicare il luogo di origine del prodotto alimentare il De- creto Legislativo n. 109 del 1992, articolo 3, let- tera m), in realtà senza eccezione alcuna, rende obbligatoria l’indicazione del luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre (come nella specie) in errore l’acquiren- te circa l’origine o la provenienza del prodotto. Peraltro al Decreto Legislativo n. 109 del 1992 ha fatto seguito la Legge n. 4 del 2011 recan- te “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”. Questa legge prevede infatti che “1. Al fine di assicurare ai consumatori una comple- ta e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressio- ne delle frodi alimentari, è obbligatorio, nei limiti e secondo le procedure di cui al presente articolo, ri- portare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui al Decreto Legislativo 27 gennaio 1992 n. 109, articolo 3, e successive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione Europea, dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia
  • 51. 50 | N.2/2014 | Informatore AIAS giurisprudenza presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale. 2. Per i prodotti alimentari non trasformati, l’indica- zione del luogo di origine o di provenienza riguarda il Paese di produzione dei prodotti. 3. Per i prodotti alimentari trasformati, l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasfor- mazione sostanziale e il luogo di coltivazione e al- levamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione dei prodotti”. Il tribunale non si limita al contenuto della eti- chettatura del prodotto in questione ma cor- rettamente valuta per la sussistenza del reato l’insieme degli elementi che concorrono alla presentazione del prodotto. Ed invero, non solo si sofferma sulla confusio- ne che l’etichettatura è in grado di generare per il suo contenuto, logicamente osservando che la dicitura “pistacchi sgusc. Mediterraneo” non consente di risalire al Paese reale di produzio- ne dei pistacchi - verosimilmente la Turchia - ed anzi può avvalorare la “sicilianità” del prodotto, ma rileva e stigmatizza anche la scarsa leggibilità dell’etichettatura stessa per i caratteri (estrema- mente minuti) utilizzati a fronte della particolare visibilità del logo “sfiziosità siciliane”, osservan- do con motivazione logica e pertinente che il consumatore inevitabilmente è fuorviato da tali elementi nell’individuazione del luogo di origine del prodotto. Il Decreto Legislativo n. 109 del 1992, con cui è stata data attuazione alle direttive 89/395/CEE e 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la pre- sentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari, all’articolo 2, comma 1 stabiliva in via generale che “L’etichettatura, la presentazione e la pubblici- tà dei prodotti alimentari non devono indurre in er- rore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto e precisamente sulla natura, sulla identità, sulla quali- tà, sulla composizione, sulla quantità, sulla durabili- tà, sul luogo di origine o di provenienza, sul modo di ottenimento o di fabbricazione del prodotto stesso”. Si deve dunque ritenere che l’obbligo di indica- zione del luogo di origine sorge,ogniqualvolta sia possibile una confusione sul punto. Ma oltre a tale aspetto espressamente prevede all’articolo 7 “pratiche leali di informazione” che “I paragrafi 1,2 e 3 si applicano anche:a) alla pubblici- tà; b) alla presentazione degli alimenti, intendendosi per tale la particolare forma, aspetto o imballaggio, materiale d’imballaggio utilizzato, al modo in cui sono disposti o contesto nel quale sono esposti”. È chiara, quindi, l’indicazione che proviene dalla sede comunitaria di assicurare l’informazione del consumatore prevenendo equivoci sull’origine del prodotto sia con riferimento al contenuto dell’etichettatura sia, più in generale, con riferi- mento alle modalità di presentazione comples- sive di esso. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pa- gamento delle spese processuali. CORTE DI CASSAZIONE, SEZ.III PENALE,SENT.N.6621 DEL 12 FEBBRAIO 2014 Deteneva formaggi alterati o nocivi: la condanna è senza il beneficio della condizionale La detenzione a fini commerciali di sostanze ali- mentari comporta l’obbligo di verifica e manteni- mento delle condizioni igieniche degli alimenti,che devono essere consumabili senza rischi.In assenza di tali cautele, la condanna comporta l’applicazio- ne della pena senza i benefici della condizionale. IL FATTO Il Tribunale di Mondovì ha condannato (OMISSIS) alla pena, condizionalmente sospesa, di 5.000,00 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali, per il reato di cui alla Legge 283/62, per avere, nella qualità di legale rappresentante del caseificio “(OMISSIS)”, detenuto per la vendita sostanze alimentari insudiciate, invase da parassiti,
  • 52. 51Informatore AIAS | N.2/2014 | giurisprudenza in stato di alterazione o comunque nocive (partita di formaggio OMISSIS nel quale era rilevata la pre- senza di enterotossina stafilococcica). Era risultato che, nel corso di un controllo ordi- nario eseguito in via amministrativa dal persona- le della A.S.L. presso il caseificio della “(OMISSIS)” venne trovata una partita di formaggio (OMISSIS) (una forma di formaggio, dalla quale vennero prelevate cinque unità campionarie) risultata a seguito delle analisi effettuate dall’Istituto Zoo- profilattico del Piemonte, Liguria eValle d’Aosta, contaminata da enterotossine stafilococciche. Per l’annullamento dell’impugnata sentenza ha proposto ricorso per Cassazione il difensore dell’imputato, affidando le doglianze a sette spe- cifici motivi di gravame. Con il primo motivo si sostiene che l’imputato svolgesse, all’epoca del controllo effettuato dai vigili sanitari dell’ASL, esclusivamente le funzio- ni di presidente della cooperativa, occupandosi delle sole attività di rappresentanza e delle attivi- tà amministrative senza alcuna ingerenza. Con il secondo motivo assume come errone- amente il Giudice di prime cure abbia ricono- sciuto la penale responsabilità dell’imputato, ritenendo che il prodotto fosse già pronto per la commercializzazione, laddove la normativa Europea in ambito di controlli microbiologici prescrive che la ricerca delle enterotossine sta- filococciche sul formaggio debba essere fatta sui prodotti immessi sul mercato nel loro periodo di conservabilità. In ogni caso, si osserva che, non essendo all’epoca del campionamento termina- ta la stagionatura, ben poteva il prodotto essere ancora sottoposto a verifiche da parte della co- operativa in sede di autocontrollo. Con il terzo motivo si denuncia il vizio di man- canza di motivazione, avendo il primo giudice in- spiegabilmente ritenuto irrilevante il fatto che le cinque aliquote campionarie fossero state pre- levate da un’unica forma di formaggio e non da più forme diverse, come invece implicitamente richiederebbe il regolamento U.E. Con il quarto motivo rileva il ricorrente come le evidenze dibattimentali abbiano invece fatto emer- gere la circostanza che il laboratorio avesse utilizza- to per la sua analisi la“revisione 3”, laddove già era operativa la “revisione 5”, ossia una metodologia analitica migliorativa delle tecniche volte a rendere più precisi e completi i risultati delle analisi. Con il quinto motivo sostiene il ricorrente come il primo giudice avendo condannato l’imputato per il titolo di reato relativo alla detenzione di sostanze alimentari nocive, abbia ritenuto inte- grata la fattispecie incriminatrice sul rilievo che la presenza non consentita di enterotossine sta- filococciche negli alimenti fosse da reputarsi po- tenzialmente nociva, con ciò incorrendo nel vizio denunciato di erronea interpretazione della nor- ma penale, in quanto la nocività di un alimento non può essere valutata, ad avviso del ricorrente, solo astrattamente o potenzialmente, essendo invece necessario, per l’integrazione della fatti- specie, che l’alimento abbia una reale e concreta idoneità a porre in pericolo la salute pubblica. Con il sesto motivo deduce il ricorrente come la sentenza impugnata, senza individuare gli ele- menti fattuali integranti il comportamento col- poso asseritamente tenuto dall’imputato, abbia fatto discendere il giudizio di colpevolezza sulla base della mera verificazione dell’evento, lad- dove il giudizio di rimproverabilità avrebbe ri- chiesto un aggancio a comportamenti colposi specificamente individuati. Nel caso di specie, la cooperativa era dotata di un idoneo sistema di autocontrollo e dunque era fornita di misure precauzionali volte a prevenire e ad evitare il ri- schio di contaminazione. Con il settimo ed ultimo motivo rileva il ricorren- te come,con la sentenza impugnata,sia stato con- cesso il beneficio della sospensione condizionale della pena che, nel caso di specie, non avrebbe potuto trovare riconoscimento stante l’espresso divieto posto dalla Legge n. 283 del 1986, articolo 6, comma 5 (ora comma 4), ove viene stabilito che in caso di condanna per frode tossica o co- munque dannosa alla salute non si applicano le disposizioni degli articoli 163 e 175 c.p., rientran- do nella nozione di “frode tossica” qualsiasi fatto contravvenzionale previsto nella Legge n. 283 del 1962, articoli 5 e 6, insidioso per se stesso o pro- duttivo di effetti insidiosi, da cui derivi un’attitudi- ne della sostanza a produrre effetti intossicanti o comunque un pericolo di danno per la salute del consumatore da accertarsi in concreto. Oltre che per i suddetti motivi, il ricorrente comunque chiede la revoca della sospensione condizionale della pena, in considerazione della lesione degli interessi e dei diritti che dalla con- cessione a lui deriverebbero,tanto sul rilievo che, essendo intervenuta condanna alla sola pena pe- cuniaria della ammenda, la concessione del be- neficio costituisce per l’imputato motivo ostativo o comunque di significativo ritardo nell’ottenere l’eliminazione della condanna dal casellario giu- diziale.
  • 53. 52 | N.2/2014 | Informatore AIAS giurisprudenza LEVALUTAZIONI DELLA CORTE DI CASSAZIONE Il ricorso è fondato sulla base del settimo mo- tivo di impugnazione e va rigettato nel resto. Quanto al primo motivo, la giurisprudenza di questa Corte ha recentemente chiarito che la delega di funzioni nell’esercizio di un’attività di impresa esonera il titolare dalla responsabilità penale connessa alla posizione di garanzia se è conferita per iscritto al delegato, essendo inido- nea l’attribuzione in forma orale. Quanto al secondo motivo il regolamento 2073/2005 U.E., come peraltro modificato dal regolamento 1441/2007 U.E., espressamente richiede che la sicurezza dei prodotti alimentari sia “garantita principalmente da misure di pre- venzione, quali la messa in atto di pratiche cor- rette in materia di igiene e di procedure basate sui principi dell’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo...” e che a norma del regolamento (CE) n. 882/2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle nor- me sulla salute e sul benessere degli animali, “gli Stati membri provvedono a che siano eseguiti periodicamente controlli ufficiali, in base ad una valutazione dei rischi e con frequenza appropria- ta; tali controlli devono essere eseguiti in fasi op- portune della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti, per garantire che gli operatori del settore rispettino i criteri stabiliti dal presente regolamento”. Ne consegue come siano imposte agli Stati membri misure di prevenzione adottabili anche nella fase di produzione e di trasformazione del prodotto, oltre naturalmente che nella fase del- la distribuzione, per una maggiore ed anticipata tutela della salute del consumatore. Con il terzo ed il quarto motivo il ricorrente sottopone alla cognizione della Corte di Cas- sazione censure non consentite, sollevando questioni relative alla valutazione del materiale probatorio, il cui apprezzamento rientra nella esclusiva competenza del giudice di merito. Il quinto motivo è parimenti infondato. In pre- senza della riscontrata contaminazione dell’ali- mento, invece, il Tribunale si è correttamente attenuto al principio di diritto secondo il quale la detenzione a scopo di vendita di sostanze alimentari “comunque nocive”, costituisce un reato di pericolo concreto, con la conseguen- za che, affinché una sostanza alimentare possa qualificarsi nociva, è sufficiente la riscontrata presenza di agenti patogeni, come nella specie le enterotossine stafilococciche, che abbiano l’attitudine a cagionare danni o porre a rischio la salute umana. Anche il sesto motivo è infondato. Il Tribunale, nella valutazione dell’elemento soggettivo, ha spiegato come al produttore incomba l’onere di eseguire tutti i controlli che possano con- durre a verificare ed eliminare eventuali peri- coli per la salute del consumatore senza che, in mancanza, possa invocare a sua discolpa il semplice affidamento sui controlli effettuati a monte o eseguiti dall’autorità. È invece fondato il settimo ed ultimo motivo di gravame con il quale il ricorrente lamen- ta che siano stati concessi i benefici della so- spensione condizionale della pena e della non menzione stante l’espresso divieto posto dalla Legge n. 283 del 1962, articolo 6, ove viene stabilito che in caso di condanna per frode tossica o comunque dannosa alla salute non si applicano le disposizioni degli articoli 163 e 175 c.p.. Questa Corte, come lo stesso ricorrente sot- tolinea, ha precisato che, in tema di tutela pena- le degli alimenti, per “frode tossica o comunque dannosa alla salute” deve intendersi qualsiasi fatto contravvenzionale previsto nella Legge n. 283 del 1962, articoli 5 e 6, insidioso per se stesso o produttivo di effetti insidiosi, da cui derivi un’attitudine della sostanza a produrre effetti intossicanti o comunque un pericolo di danno per la salute del consumatore da accer- tarsi in concreto. P.Q.M. Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limi- tatamente ai concessi benefici della sospensio- ne condizionale della pena e della non menzio- ne della condanna, benefici che elimina. Rigetta il ricorso nel resto.
  • 54. 53Informatore AIAS | N.2/2014 | giurisprudenza CORTE DI CASSAZIONE, SEZ.V PENALE, SENT. N. 13060 DEL 20 MARZO 2014 La frode alimentare e l’uso del marchio CE Il titolare di una società esercente l’attività di stoc- caggio, confezionamento e stagionatura di for- maggi, è stato condannato per la messa in vendita di prodotti caseari,utilizzando la bollatura sanitaria identificativa di uno stabilimento concorrente e detenendo il relativo marchio contraffatto. Occorre premettere che la bollatura sanitaria, in esecuzione di Regolamenti CE, concerne gli stabilimenti che manipolano prodotti di origine animale, compresi quelli di latte e a base di lat- te, da immettere poi sul mercato, ed attesta la provenienza da impianti riconosciuti idonei per la commercializzazione, nell’ambito comunitario: essa, sotto tale profilo, rappresenta una valida- zione dei requisiti sanitari dell’alimento prodotto. È costituita dall’impronta di un timbro ovale, nel quale sono contenute, tra l’altro, la indicazione del Paese e del numero di riconoscimento del singolo stabilimento nel quale avviene la manipo- lazione dell’alimento di origine animale, nonché la sigla CE; il numero di riconoscimento viene rilasciato dalla competente autorità sanitaria (Regione) e sta ad attestare la conformità dello stabilimento, ai requisiti generali e a quelli speci- fici contenuti negli appositi i Regolamenti (CE). OMISSIS … la ragione di tutela del marchio consi- ste nella capacità di questo di distinguere un pro- dotto dall’altro che, come tale, giustifica il mono- polio di un segno e l’esclusività dell’uso; mentre la funzione del marchio “CE” è quella di tutelare interessi pubblici come la salute e la sicurezza degli utilizzatoci dei prodotti, appartenenti ad una determinata tipologia, assicurando che essi siano conformi a tutte le disposizioni comunita- rie che prevedono il loro utilizzo. La marcatura CE non funge da marchio di qualità o d’origine, ma costituisce un puro marchio amministrativo, che segnala che il prodotto marcato può circola- re liberamente nel mercato unico dell’UE. Se ne inferisce che la sentenza impugnata deve essere annullata, quanto a tale contestazione, senza rin- vio, perché il fatto non sussiste. Peraltro … l’apposizione di una falsa marcatu- ra CE su beni posti in commercio che ne siano privi, se non da luogo, per le ragioni dette, al re- ato di cui all’art. 473 c.p., integra però il reato di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.), considerato che la fattispecie incriminatrice di cui all’art. 515 c.p., fa riferimento al marchio come elemento che serve, appunto, ad attestare la conformità del prodotto a normative specifi- che, ed è posta a tutela degli acquirenti dei beni, siano essi consumatori finali oppure commer- cianti intermediari nella catena distributiva. In motivazione, la sentenza appena menzionata pone in evidenza che la marcatura “CE” è stata istituita dalla normativa comunitaria in quanto, con l’apposizione della stessa, il produttore o il suo legale rappresentante dichiara che è stata certificata la conformità del suo prodotto con i requisiti essenziali richiesti dal mercato europeo. OMISSIS … D’altra parte, proprio tale realtà processuale, docu- mentata nel prov- vedimento impu- gnato, fa cadere anche il presuppo- sto per la richiesta di derubricazio- ne, della condot- ta contestata ex art. 517 c.p., nella violazione ammi- nistrativa L. n. 283 del 1962, ex art. 13. Tale norma, concernente la pubblicità inganne- vole, sancisce, invero, il divieto di offrire in ven- dita o propagandare a mezzo della stampa ed in qualsiasi altro modo, sostanze alimentari, adot- tando denominazioni o nomi impropri, frasi pub- blicitarie, marchi o attestati di qualità o genuinità da chiunque rilasciati, nonché “disegni illustrativi tali da sorprendere la buona fede o da indurre in errore gli acquirenti circa la natura, sostanza, qualità o le proprietà nutritive delle sostanze alimentari stesse o vantando particolari azioni medicamentose”. OMISSIS … In conclusione, oltre all’annullamen- to senza rinvio della sentenza impugnata, con riferimento alle imputazioni per i reati di cui agli artt. 473 e 517 c.p., si impone l’annullamento con rinvio per la rideterminazione della pena in ordine alla fattispecie residua. La delimitazione, della condotta penalmente rilevante, ai soli fat- ti di vendita della merce con segni distintivi CE contraffatti, comporta la investitura del giudice del rinvio in ordine all’intero tema della quanti- ficazione del trattamento sanzionatorio per tale reato, trattamento, dunque, includente i profili eventualmente rilevanti ai sensi delle attenuanti evocate nel secondo motivo di ricorso. n
  • 55. Diploma Europeo CFPA Milano, dal 28 ottobre al 28 novembre 2014 AIAS ACADEMY Srl Accreditamento Regione Lombardia n. 0043 del 01/08/2008 Azienda certificata UNI ISO 29990:2011 - n. P/1791 Servizi per l’apprendimento relativi all’istruzione e alla formazione non formale Esperto nella Prevenzione Incendi* (100 ore) *Diploma riconosciuto dalla CFPA EUROPE Confederation of Fire Protection Associations 32 ore valide come aggiornamento per ASPP/RSPP ex art.32 D.Lgs. 81/2008 VALIDO PER L’INSERIMENTO NELL’ELENCO EUROPEO CFPA DI ESPERTI QUALIFICATI ANTINCENDIO PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI www.aiasacademy.it AIAS ACADEMY Srl - Tel. 02.65.96.131 Sede del corso : Palazzo TRECCHI CREMONA Quote di partecipazione  € 3.000,00 + IVA 22% Corso Completo  € 2.700,00 + IVA 22% Pagamento entro 30 gg dalla data CC  € 1.200,00 + IVA 22% MODULO II  € 2.400,00 + IVA 22% MODULO I e III MODALITÀ DI ISCRIZIONE Le iscrizioni avvengono attraverso il sito www.aiasacademy.it Per agevolazioni o condizioni di pagamento particolari contattare i Tutor del corso : Gilberto Crevena gcrevena@aiasacademy.it Erika Taravella erika.taravella@evsrl.it Le iscrizioni saranno accettate fino a esaurimento dei posti disponibili. Il corso sarà attivato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. AIAS ACADEMY si riserva la facoltà di annullare le iniziative o modificare il programma, dandone comunicazione entro 5 gg. dalla data prevista; in caso di annullamento o cambiamento della data l’utente potrà utilizzare la quota per la successiva edizione del corso o richiedere la restituzione della quota versata. RINUNCE O ANNULLAMENTO DEL CORSO In caso di eventuali rinunce, non pervenute per iscritto al tutor gcrevena@aiasacademy.it almeno sette giorni lavorativi prima dell’inizio della manifestazione prescelta, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione. IN COLLABORAZIONE CON _________________________________________ AIAS ACADEMY Srl Accreditamento Regione Lombardia n. 0043 del 01/08/2008 EXECUTIVE PROGRAM IFHSE INTERNATIONAL FOOD HSE MANAGER AGROALIMENTARE (120 ore) Competenze Manageriali e Strumenti Operativi per la Gestione Strategica della Compliance e Cambiamento culturale nelle Aziende Agroalimentare Cremona, Febbraio / Aprile 2015 PER MAGGIORI DETTAGLIVISITA IL SITO WWW.AIASACADEMY.IT
  • 56. 55Informatore AIAS | N.2/2014 | redazionale In vista dell’esposizione universale EXPO 2015, la 4° edizione di ExpoTraining, la Fiera della For- mazione, cresce e diviene anche ExpoLavoro & Sicurezza, unico collettore a 360° ove è possibi- le “toccare con mano” le novità in tema di for- mazione, sicurezza e lavoro. ExpoTraining e ExpoLavoro & Sicurezza sono la vetrina della vera economia reale del mondo delle risorse umane, retta dall’iniziativa privata di ogni singolo espositore che crede in una moder- na concezione della formazione finalizzata allo svi- luppo delle competenze del singolo e di riflesso del Sistema Paese. L’evento, anche per questa edizione, ha avuto patrocini di primaria importanza che rappre- sentano il mondo del lavoro e dell’impresa; in particolare hanno manifestato un forte sostegno all’iniziativa le principali confederazioni sindacali – CGIL, CISL,UIL, associazioni come Federma- nager, ManagerItalia, ASFOR, AIAS e AIAS ACA- DEMY e le principali istituzioni lombarde tra cui Regione Lombardia, Provincia di Milano e Co- mune di Milano. La manifestazione si svolgerà dall’1 al 3 Ottobre, presso Fiera Milano City Padiglione 4 Gate 5 ad ingresso libero e gratuito (previa registrazione on-line o alla Fiera) Il visitatore, nei tre giorni di manifestazione avrà così modo di apprezzare una vetrina nazionale che riporterà le più innovative soluzioni legate alla ge- stione delle risorse umane,trovando in unico luogo i maggiori specialisti, nazionali ed internazionali. Le attività della manifestazione sono composte Expotraining ed ExpoLavoro & Sicurezza edizione 2014 Formazione,Lavoro e Sicurezza protagoniste assolute dall’area espositiva, dai convegni e workshop, dal matching e dal Gran Prix della Formazione, oltre che dal Forum Internazionale del Lavoro e dal Festival del Linguaggio. WORKSHOP E CONVEGNI Nessun’altra manifestazione fieristica organizza una rassegna di appuntamenti con un così alto numero di Convegni e Workshop: nel 2013 si sono registrati oltre 160 Workshop in due gior- ni. Nell’edizione del 2014 sono previsti nelle tre giornate di manifestazione oltre 250 eventi. Il visitatore ha la possibilità di accedere agli in- contri gratuiti, di altissimo livello scientifico e tecnico, per aggiornarsi, stimolare nuove idee e confrontarsi con i protagonisti e opinion leader del mondo del lavoro, delle risorse umane e del- la formazione. Gli argomenti trattati sono suddivisi in aree te- matiche e vanno dalla recente riforma del lavoro, alla sicurezza, alle novità nel settore manageriale, delle vendite, dell’insegnamento delle lingue. IL GRAN PRIX DELLA FORMAZIONE Il Premio Gran Prix della Formazione è un’ inizia- tiva che si svolge nell’ambito di ExpoTraining. Esso nasce con l’obiettivo di dare un riconoscimento e di valorizzare le imprese che hanno garantito un contributo innovativo a processi, sistemi, metodo- logie, tecnologie e prodotti, favorendo lo sviluppo culturale del sistema formativo italiano. Sponsor del concorso per l’edizione 2014 è Guida Monaci. Il bando è dedicato alle società di formazione,alle imprese, alla pubblica amministrazione ed agli enti che hanno realizzato progetti di qualificazio- ne per le risorse umane. Partecipando al Gran Prix della Formazione 2014 potrete: • dimostrare l’innovatività e originalità dei vostri progetti formativi;
  • 57. 56 | N.2/2014 | Informatore AIAS redazionale • porre l’accento sulla qualità progettuale tecni- co-scientifica che vi contraddistingue. Potrete dimostrare,sulla base dei risultati ottenuti: • il valore aggiunto prodotto dall’intervento for- mativo in termini di competenze acquisite; • il rafforzamento delle competenze e della competitività per le imprese coinvolte. Inoltre i vincitori del Gran Prix della Formazione avranno il diritto all’uso del logo “Gran Prix Ex- poTraining 2014” per la durata di un anno I vincitori del 2013 1° classificato: Società di Incoraggiamento d’Arte e Mestieri 2° classificato: Capturator 3° classificato: Irsa Servizi e Formazione Per informazioni: www.expotraining.it tel. 02.80509656 e-mail. segreteria@expotraining.it iscrizioni on line: http://www.expotraining.it/ expotraining-2014/iscrizioni-fiera.php
  • 62. 61Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci INQUADRAMENTO STORICO Il SISTRI, sistema per il control- lo della tracciabilità dei rifiuti, è stato introdotto nel dicembre del 2009 (decreto ministeriale 17/12/2009) con il duplice scopo di contrastare il traffico illecito e lo smaltimento abusivo dei rifiuti e di semplificare gli adempimenti documentali previsti per le imprese. Fondamentalmente si tratta di un sistema di geolocalizzazione e di tracciamento dei veicoli autorizzati a trasportare rifiuti e di un portale accessibile mediante l’impiego di un dispositivo USB contenente i certificati di firma digitale delle persone abilitate ad agire per conto dei soggetti obbligati. L’operatività del sistema è stata differita molte volte a causa sia di lacune nella definizione del- le procedure normative sia di malfunzionamenti informatici. Attualmente l’obbligo di impiegare il SISTRI non sostituisce quello di predisporre la documentazione informatica o cartacea che Piccole imprese liberate dal SISTRI a cura di Paolo Pipere Esperto di Diritto dell’Ambiente tradizionalmente ha assicurato la tracciabilità della gestione del rifiuto dal luogo di produzione a quelli di recupero o smaltimento ma,fino al 31 dicembre del 2014, si affianca a questo, raddoppian- do gli oneri amministrativi per i soggetti obbligati. Originariamente l’impiego del SISTRI era stato previsto, oltre che per tutti gli operatori del settore della gestione dei rifiu- ti speciali (e anche di rifiuti urbani in Campa- nia), per gli enti e le imprese produttori di rifiuti speciali pericolosi e di alcune tipologie di rifiuti speciali non pericolosi (da lavorazioni industriali e artigianali, da trattamento delle acque e da ab- battimento dei fumi). Dal 31 agosto 2013 è sta- ta però disposta una prima modifica dell’ambito di applicazione del sistema per il controllo della tracciabilità e, da quel momento, solo le imprese e gli enti che producono rifiuti speciali pericolosi, oltre a tutte le imprese che gestiscono rifiuti pe- ricolosi, sono tenute ad usare il SISTRI. La limitazione del numero di soggetti obbligati a operare nel sistema, pur significati- va, non si è però rivelata sufficiente a risolvere le molte difficoltà d’uso del SISTRI sperimentate dal tessuto produttivo italiano, tipicamente co- stituito da imprese di piccola e pic- colissima dimensione. Infatti,anche una ditta individuale era tenuta ad iscriversi e ad usare il SI- STRI se produceva occasionalmente rifiuti speciali pericolosi (per esem- pio oli minerali, lampade al neon o a ridotto consumo energetico, ecc.). abstract A quattro anni dall’introduzione del discusso sistema per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi è stato introdotto un limite dimen- sionale per escludere dall’obbligo le imprese che occupano fino a dieci dipendenti. Four years after its introduction, the controversial system to control the final destination of dangerous waste has been simpli- fied by excluding small firms with less 10 employees from the obligation.
  • 63. 62 | N.2/2014 | Informatore AIAS contributi dei soci a cura di Paolo Pipere Con il decreto 24 aprile 2014 si è provveduto a introdurre per i produttori di rifiuti specia- li pericolosi tenuti ad impiegare il SISTRI un limite dimensionale minimo, riferito al nume- ro di dipendenti complessivamente occupati dall’impresa o dall’ente. In prospettiva è previsto anche il superamen- to dell’uso dei dispositivi USB per accedere al sistema; una scelta che semplificherebbe no- tevolmente l’impiego del SISTRI, soprattutto se fosse accompagnata da una completa revi- sione delle procedure operative dimostratesi inutilmente involute rispetto alle potenzialità offerte dagli strumenti telematici. IL DECRETO MINISTERIALE DEL 24 APRILE 2014 Il decreto ministeriale del 24 aprile 20141 in- dividua dettagliatamente i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi tenuti ad aderire al sistema per la tracciabilità dei rifiuti, introdu- cendo, come sopra detto, una soglia dimen- sionale minima delle imprese e degli enti ob- bligati - dieci dipendenti - in precedenza non prevista. L’intervento diretto a precisare i soggetti ai quali è imposto l’impiego del sistema per il controllo della tracciabilità dei rifiuti si è reso indispensabile a causa della vaghezza delle indicazioni contenute nel decreto - legge 31 agosto 2013 n. 101, indeterminatezza alla qua- le è stato solo in parte posto rimedio con la norma di conversione (legge 30 ottobre 2013 n. 125). Mancano però, e questa carenza causa ulte- riore incertezza, chiare indicazioni in merito all’applicabilità o meno delle indicazioni relati- ve al calcolo dei “dipendenti” contenute nelle norme previgenti che disciplinavano il SISTRI. Nessun dubbio, invece, sul fatto che il limite dimensionale sia riferito al personale comples- sivamente dipendente dall’impresa o dall’ente, in analogia a quanto disposto per l’esclusione dall’obbligo di presentazione del Modello Uni- co di Dichiarazione ambientale dei produttori di alcune tipologie di rifiuti non pericolosi, e non a quelli che prestano la loro opera in una specifica unità locale. DRASTICA RIDUZIONE DEI SOGGETTI OBBLIGATI Il decreto realizza un intervento di semplifi- cazione decisivo, se si considera che la soglia dimensionale minima introdotta consentirà ad oltre il 90 per cento delle imprese italiane di non affrontare le gravose procedure previste da un sistema telematico che non si è ancora riusciti a snellire e a rendere effettivamente funzionale allo scopo di contrastare la gestio- ne illecita dei rifiuti. La nuova norma dispone l’obbligo esclusiva- mente per gli enti e le imprese con più di dieci
  • 64. 63Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci dipendenti, produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti da: · attività agricole ed agroindustriali; · attività di demolizione, costruzione e scavo; · lavorazioni industriali; · lavorazioni artigianali; · attività commerciali; · attività di servizio; · attività sanitarie; · attività di pesca professionale e acquacol- tura. Esclusi dall’obbligo, indipendentemente dal- la dimensione aziendale e senza che in alcun modo sia stata spiegata la motivazione alla base di questa scelta, i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti dalla pota- bilizzazione e da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque reflue e dall’ab- battimento di fumi. Esclusione condizionata, invece, per gli impren- ditori agricoli (“enti e imprese di cui all’art. 2135 del codice civile”) e per gli enti e alle im- prese che esercitano attività di pesca professio- nale e acquacoltura e sono iscritti alla sezione speciale «imprese agricole» del Registro delle imprese. Questi soggetti, indipendentemente dal numero di dipendenti occupati, non sono tenuti ad utilizzare il SISTRI a condizione che questi soggetti conferiscono i propri rifiuti a “circuiti organizzati di raccolta”. Nessuna esclusione vincolata alla dimensio- ne aziendale, invece, per “gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio di cui all’art. 183, comma 1, lettera aa), del d.lgs. n. 152 del 2006 [deposito preliminare, D15, o messa in riserva, R13]”. Si tratta, in questo caso, dei soggetti au- torizzati a porre in magazzino, con limiti quan- titativi o temporali che eccedono quelli am- messi per il “deposito temporaneo presso il luogo di produzione” (attività propedeutica a quelle di gestione del rifiuto e pertanto eserci- tabile senza alcuna preventiva autorizzazione) i rifiuti da loro stessi generati. Più precisa, infine, anche l’individuazione dei soggetti tenuti ad utilizzare il SISTRI per i rifiu- ti urbani in Campania. In luogo della formula- zione “i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Cam- pania” si è introdotta una più puntuale specifi- cazione:“gli enti e le imprese che effettuano la raccolta, il trasporto, il recupero, lo smaltimen- to dei rifiuti urbani nella regione Campania”. CONTRIBUTI 2014 Il decreto ministeriale conferma l’obbligo di versamento del contributo SISTRI per il 2014, differendone il termine di pagamento dal 30 aprile al 30 giugno. n 1 D.M. 24 aprile 2014 - Disciplina delle modalità di applicazione a regime del SISTRI del trasporto intermodale nonché specifica- zione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex articolo 188-ter, comma 1 e 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006 - (GU Serie Generale n. 99 del 30-4-2014)
  • 65. 64 | N.2/2014 | Informatore AIAS contributi dei soci QUALI PREMESSE AL DOCUMENTO Si ritiene necessaria l’adesione ai principi e alle prassi indicati dalla norma UNI ISO 29990 “Servizi per l’apprendimento relativi all’istruzione e alla formazione non formale” ri- guardante la formazione formale, non formale e informale, al fine di standardizzare le prassi su un livel- lo di qualità e validità italiana e internazionale. Per dare indicazioni in linea con la ISO 29990 e fornire contenuti applicativi dettagliati e ineren- ti ai settori sicurezza, salute ed ambiente e per rendere il docu- mento al passo con la riflessio- ne e il dibattito più avanzato in tema di prevenzione dei rischi, sono state menzionate anche le nuove prospettive nel cam- po del benessere organizzativo e della resilienza, i legami con la responsabilità sociale e la sostenibilità, l’ampio tema della cultura di sicurezza. LA QUALITÀ NEL PROCESSO DI FORMAZIONE La formazione si realizza attraverso un processo Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale nel campo della sicurezza salute ambiente che prevede fasi di analisi dei bi- sogni di formazione, progettazio- ne didattica, realizzazione delle at- tività formative e valutazione del processo e dei risultati;nel seguito alcune principali caratteristiche di tali fasi: · il bisogno di formazione nella formazione degli adulti si riferisce alle necessità o alle opportunità che il processo formativo cercherà poi rispet- tivamente di colmare o di realizzare; · una progettazione didattica di qualità prevede un’esplicitazione degli obiettivi di apprendimento, la presenza di vari metodi didat- tici e di momenti di autovalu- tazione; · i principi dell’andra- gogìa di M. Knowles, cioè dei principi inerenti all’educazione di soggetti adulti,sono un esem- pio di quanto ci si dovrebbe sforzare di realizzare; ad esem- pio, si tenga conto che l’adulto generalmente apprende meglio se viene proposto un approc- cio «per problemi» e non «per argomenti», e apprende in modo più efficace se le attività for- mative valorizzano la sua esperienza applicativa; abstract AIAS ha promosso la stesura di un documento congiunto tra il mondo Universitario e il mondo Professionale, finalizzato a individuare un orientamento condiviso per lo sviluppo della formazione nel campo della sicurezza e salute. Esso contiene indicazioni per la qualità e l’efficacia della formazione, passando attraverso i temi della cultura di sicurezza, del processo di formazione, dell’innovazione e della formazione dei formatori. AIAS has promoted a document between the Universities world and the Professional world, aiming to share guidelines for the development of training in the field of safety and health. Main points of the document are related to the quality and the effectiveness of training, the safety culture, the overall training process, the innovation and the effectiveness of “train the trainers” courses. a cura di Carlo Bisio Formatore e psicologo del lavoro, ergonomo
  • 66. 65Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci · si sottolinea l’opportuna alternanza fra diversi me- todi attivi,l’uso di casi di studio,la valorizzazione del contributo del gruppo e delle sue dinamiche; · la valutazione delle attività formative, in una prospettiva moderna, prevede l’espressione dei punti di vista degli attori coinvolti a diverso titolo,per una costruzione partecipata di giudi- zi valoriali utili alla presa di decisioni; · occorre coniugare le prassi tradizionali di va- lutazione – gradimento,apprendimento,trasfe- rimento in altri contesti degli apprendimenti, impatti sull’organizzazione – con altre e più moderne chiavi di lettura, fra cui la qualità del processo formativo e della sua organizzazio- ne attraverso specifici indicatori; gli impatti più profondi che la formazione ha sulle storie pro- fessionali, personali, familiari; la valutazione ex ante dei progetti formativi; il ritorno sull’inve- stimento, dimensione di estrema importanza dal punto di vista gestionale, sebbene il suo calcolo comporti una notevole complessità. E-LEARNING E INNOVAZIONE La formazione in e-learning è un’opportunità che le nuove tecnologie mettono a disposizione e va utilizzata al meglio; accanto agli innumerevoli pun- ti di forza di tale modalità di for- mazione (fra cui la possibilità di personalizzazione dei tempi di frui- zione, la standar- dizzazione di per- corsi, contenuti e prove di apprendimento, ecc.), che non vengono qui riepilogati in modo esaustivo, vi sono anche al- cuni rischi che vanno tenuti presenti e arginati fin dalla fase di progettazione. Occorrerà in particolare realizzare esperienze che tengano conto della socializzazione fra i parteci- panti,della rielaborazione di nozioni in corso di ap- prendimento attraverso discussione di casi o altri metodi didattici, l’ergonomia cognitiva di piattafor- me e prodotti, l’attivazione di percorsi blended, ecc. L’innovazione non consiste solo nell’adozione delle nuove tecnologie, essendo ormai presenti modalità innovative in presenza fra le quali: · l’utilizzo di tecniche teatrali; · l’adozione di metodi analogici come i business games; · l’attenzione verso lo sviluppo di competenze trasversali e sociali, non tecniche; · le tecniche di narrazione e autobiografiche; · una gestione efficace dell’alternanza formazio- ne-lavoro per generare competenze situate. LA FORMAZIONE DEI PROFESSIONISTI SPECIALISTI TRAMITE IL PROCESSO EUROPEAN QUALIFICATION FRAMEWORK (EQF) Il documento introduce anche l’ottemperanza alla Legge 14/01/2013 n. 4, che coinvolge tutte le professioni non organizzate in ordini o collegi al fine di tutelare i consumatori, promuovere la co- noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali. Essa prevede, per singola figura professionale, l’individuazione della job de- scription e del job profile con la precisazione delle conoscenze, abilità e competenze necessarie per acquisire la qualificazione professionale. Una volta ottenuta la qualificazione professiona- le secondo il processo EQF, se tale professione è inserita nell’elenco delle figure professionali rico- nosciute dal centro EQF italiano,il professionista può andare a lavorare liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea. IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE DEI FORMATORI La formazione dei formatori risulta strategica per la realizzazione di politiche e di azioni formati- ve efficaci; essa dovrebbe riconoscere le diverse componenti della professionalità del formatore: la componente di presidio dei contenuti della for- mazione,la capacità comunicativa,didattica e delle abilità sociali,il presidio del processo formativo,ad esempio saper progettare in modo efficace un percorso formativo o saperne valutare i risultati. PARTECIPANTI AL GRUPPO DI PROGETTO “POSITION PAPER” I partecipanti al suddetto Gruppo di progetto sono professionisti della formazione di compro- vata esperienza, collaboratori di AIAS e AIAS ACADEMY. Il documento sarà pubblicato sul sito di AIAS (http://www.aias-sicurezza.it); eventuali com- menti e riflessioni potranno essere indirizzati a segreteria@networkaias.it. n
  • 67. 66 | N.2/2014 | Informatore AIAS L’Italia è ormai diventato un Pa- ese dove se non c’è una regola scritta non si sa cosa fare, non si è capaci di decidere come procede- re; usare il cervello è visto un ri- schio: meglio aspettare la circolare o la disposizione autorevole. C’è da chiedersi come abbiano potuto costruire Brunelleschi e Michelangelo le cupole del Duo- mo di Firenze o di San Pietro … Nessuno si permette più uno stu- dio o una proposta diversa dalle “normali regole consolidate”, pena il rischio di un’autorizzazione negata o qualche blocco dei lavori.Tutto questo porta l’Italia ad accentuare le resistenze e inerzie al cambiamento, vuoi per motivazioni storiche e culturali, vuoi per la diffusa presenza di corpora- zioni e localismi. Sul piano economico tali difficoltà sono tra i fattori che determinano la scarsa competitività del nostro sistema produttivo e altrettanto limitata capacità di innovazione. La crisi economica non ha fatto altro che aggravare una malattia presen- te nel nostro Paese già a partire dagli anni 90: in questo contesto la formazione professionale e per la prevenzione, anziché essere vista e utilizzata come strumento per il cambiamento e ammodernamen- Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia. Non è questo il futuro per i nostri giovani to organizzativo, è stata e viene vissuta come un adempimento burocratico che è importate documentare con un “attestato” possibilmente a basso costo e a prescindere dalla qualità del ser- vizio formativo erogato. Partendo da tali premesse ci si do- manda come la formazione pro- fessionale per la tutela della salute, sicurezza e ambiente di lavoro e di vita, possa consentire una inver- sione di rotta e aiutare a creare le condizioni per riavviare un percorso di cambiamento e di crescita. Va sottolineato che in una società moderna inve- stire in formazione professionale per tutti i profili operativi è la leva per costruire un futuro miglio- re per le nuove generazioni. A tale scopo occorre, in primo luogo, ridare alla formazione pro- fessionale per la prevenzione, ma in generale alla formazione di qualsiasi tipo, il ruolo di crescita culturale, sviluppo personale non- ché di “elevazione sociale” che già in passato in Italia, alla fine dell’ul- timo conflitto mondiale, abbiamo avuto. Purtroppo una recente in- dagine ha evidenziato che oggi i giovani non ritengono l’istruzione il veicolo più importante per l’af- abstract AIAS ACADEMY ha avviato da tempo e continua con successo a sviluppare una costante collaborazione e confronto con ASFOR e le principali Università ed Associazioni specialistiche italiane affinché la formazione sia un vero importante veicolo di innovazione e crescita nell’attuale contesto lavorativo. Since many years AIAS ACADEMY and ASFOR with major Universities and Italian Associations have been successfully coope- rating to make training and education principal means of innovation and growth in the present working environment. a cura di Arnaldo Zaffanella Vice PresidenteAIAS, Amministratore Delegato e Direttore Generale AIASACADEMY contributi dei soci
  • 68. 67Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci fermazione economica e sociale e per una vita complessivamente migliore. Dobbiamo far comprendere ai giovani che le Conoscenze,le Capacità e le Competenze che si acquisiscono nei processi formativi, rappresenta- no le condizioni necessarie per il dispiegamento delle loro potenzialità nel mondo del lavoro e nella società a partire dalla responsabilità verso se stessi e gli altri, dal rispetto delle regole condivise e dal miglioramento del proprio benes- sere nell’ambiente di lavoro. È peraltro ormai più che evidente che il sistema produttivo italiano non è in grado di creare nuove opportunità di lavoro se non contando di fare emergere le nuove professionalità a partire dalla tutela dei consumatori, dalla sicurezza dei prodotti d’uso e per l’alimentazione umana e dalla tutela e si- curezza dei servizi di trasporto, energetici e di supporto alla persona. Abbiamo bisogno di avere professionisti in gra- do di supportare le imprese italiane che vanno all’estero, di controllare e se del caso aiutare le imprese straniere che vengono ad investire o a operare nel nostro Paese, di essere più coscienti delle sfide che i nuovi mercati ci pongono, ma anche attenti, coscienti ed in grado di compren- dere, far fronte e gestire i rischi derivanti dal mercato globale. La formazione professionale per la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente deve es- sere all’altezza delle sfide ed “essere in grado di accompagnare il sistema imprendito- riale nel necessario processo di cambia- mento. Ciò implica un costante cambia- mento dei contenuti, delle metodologie, degli strumenti, e dei formatori stessi”; in altre parole un effi- cace allineamento alle migliori espe- rienze europee ed internazionali, a cominciare dalla normazione volontaria riconosciuta a livello mondiale come la UNI ISO 29990. In questo processo cambiamento AIAS ACA- DEMY ha avviato da tempo e continua con suc- cesso a sviluppare una costante collaborazione e confronto con ASFOR e le principali Università ed Associazioni specialistiche italiane perché la formazione sia un vero importante veicolo di in- novazione e crescita. n va sottolineato che in una società moderna investire in formazione professionale per tutti i profili operativi è la leva per costruire un futuro migliore per le nuove generazioni
  • 69. 68 | N.2/2014 | Informatore AIAS IL PROBLEMA Le statistiche sull’occupazione giovanile mostrano ad oggi dati preoccupanti a proposito della possibilità per i giovani di trovare lavoro. In Italia, infatti, dal 2007 alla fine del 2013 la percentua- le di disoccupazione dei giovani laureati è cresciuta dal 10% al 16%, un aumento, tuttavia che è inferiore rispetto a quello dei di- plomati (dal 13% al 28%) e di chi si ferma alla licenza media (dal 22% al 45%). Inoltre le statistiche evidenziano che la possibilità per un giovane di inserirsi nel mercato del lavoro è anche strettamente connessa al fatto di aver svolto esperienze lavorative pregresse, seppur brevi, durante il percorso di studi. Tali osservazio- ni suggeriscono, dunque, che nel nostro Paese l’esperienza for- mativa, unita- mente all’alternanza scuola - lavoro, facilitano, nel complesso, l’ottenimento di un impiego al termine del percorso di studi. Diamo più“sicurezza” al futuro dei giovani! Le iniziative diAIAS eAIASACADEMY per favorire l’occupazione delle nuove generazioni IL PROGETTO DI AIAS E AIAS ACADEMY PER I GIOVANI Alla luce delle considerazioni so- pracitate AIAS e AIAS ACADEMY, anche grazie alla collaborazione delle Aziende Associate, hanno deciso di farsi promotrici di un’im- portante iniziativa pensata ad hoc per i giovani. Il progetto, denomi- nato “Sicurezza nel tuo futuro!”, è finalizzato a facilitare l’occupa- zione delle nuove generazioni mettendo a loro disposizione la partecipazione alle attività forma- tive di eccellenza erogate da AIAS ACADEMY e la possibilità di intraprendere per- corsi di stage all’interno delle Aziende Associate. Tale progetto, oltre a dare un supporto concre- to all’incremento dell’employabi- lity di neolau- reati e studen- ti laureandi, si mostra anche in linea con quan- to promosso da sempre dall’As- sociazione: favorire la diffusione della cultura per la prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo della più abstract Il futuro lavorativo dei giovani è preoccupante? AIAS e AIAS ACADEMY, con la collaborazione delle Aziende Associate, hanno deciso di promuovere un’importante iniziativa finalizzata ad accrescere l’occupazione giovanile offrendo ai neolaureati la partecipazione alle attività formative di eccellenza erogate da AIAS ACADEMY e la possibilità di intraprendere percorsi di stage all’interno delle Aziende Associate, in Italia e all’Estero. Insieme, per un futuro più “sicuro”. Is youths’working future worrying? AIAS and AIAS ACADEMY, with the collaboration of Partner Companies, have decided to be promoters of an important venture properly designed to increase the employment of youths, offering to early university graduates the possibility to participate to AIASACADEMY’s high level educational activities and job experiences provided by Partner Companies, in Italy and abroad.Together, to make future “safe”. a cura di Barbara Camicia Psicologa delle organizzazioni; membro del comitato 3.1“Fattori psicosociali” del CTSAIAS; Responsabile Orientamento Scolastico - Professionale inASP – Associazione Italiana Psicologi contributi dei soci
  • 70. 69Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci alta deontologia professionale come strumento fondamentale di affermazione dell’etica nel lavo- ro e nell’economia. Un investimento, dunque, per il futuro di molti ragazzi ma anche per lo sviluppo di una reale cul- tura della salute - sicurezza a livello più sistemico. DESTINATARI, CARATTERISTICHE ED OP- PORTUNITÀ OFFERTE DAL PROGETTO “SI- CUREZZA NEL TUO FUTURO!” Potranno aderire all’iniziativa tutti i giovani lau- reati e studenti laureandi di età non superiore a 30 anni. Gli studenti laureandi, in maniera parti- colare, all’atto della richiesta di partecipazione al progetto, dovranno aver già presentato doman- da di tesi e non dovranno avere più di due esami da sostenere per il completamento del proprio per- corso di studi.Tutti i richiedenti non dovranno svolgere alcun tipo di atti- vità lavorativa re- munerata, ad ec- cezione degli stage retribuiti regolamentati dalla normativa vigente. Le domande di adesione all’iniziativa che perver- ranno saranno valutate da una commissione co- stituita da membri dell’Associazione, dell’ACA- DEMY e delle Aziende associate, al fine di stilare un elenco dei nominativi dei giovani che potran- no usufruire delle attività previste dal progetto. I criteri che guideranno la commissione nella va- lutazione delle richieste saranno: 1. la regolarità nel percorso di studi; 2. la media delle valutazioni ottenute negli esami ed il voto di Laurea; 3. la coerenza del piano di studi e/o della tesi di Laurea con almeno una disciplina attinente alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro o alla protezione ambientale. I giovani selezionati dalla commissione valutatri- ce avranno l’opportunità di partecipare (a quote particolarmente agevolate) ai corsi e semina- ri messi a disposizione da AIAS ACADEMY: la partecipazione a tali attività è offerta sino alla capienza massima stabilita da AIAS ACADEMY per i corsi confermati nelle date previste dal ca- lendario pubblicato sul sito www.aiasacademy.it. Le attività formative offerte da AIAS ACADEMY sono tutte quelle presenti nel relativo catalogo, ad eccezione di: Executive Program AIAS - SDA Bocconi, Responsabile della funzione manuten- zione AIAS - ANMA, Diploma europeo CFPA di esperto nella prevenzione incendi. La domanda di partecipazione ad un corso dovrà essere inol- trata ad AIAS (e- mail: lmanganiello@ networkaias.it) con almeno 30 giorni di anticipo rispetto alla data di inizio dell’at- tività formativa (e comunque non ol- tre il 31 Ottobre 2014), unitamente al certificato degli esami sostenuti con le relative votazioni ed al titolo della tesi di Laurea (già di- scussa o presentata). I giovani valutati dalla commissione con i migliori rendimenti avranno, inoltre, l’opportunità di es- sere proposti alle Aziende Associate per l’effet- tuazione di stage professionalizzanti in linea con il percorso formativo e gli interessi manifestati dal candidato. Infine,AIAS ACADEMY, tramite il proprio Punto International di Londra, potrà supportare i ra- gazzi interessati nella realizzazione di stage pro- fessionali nel Regno Unito, corsi full immersion sull’inglese per la sicurezza sul lavoro, sull’inglese specialistico professionale o sul Business English in generale. In questo caso si tratta di servizi a pagamento, molto utili per dare al proprio curri- culum un’impronta internazionale. … E NON FINISCE QUI: IN ARRIVO PREMI ALLE MIGLIORI TESI DI LAUREA! Per completare il ventaglio delle iniziative AIAS per i giovani, non poteva mancare un partico- lare riconoscimento agli studenti laureati che, nell’anno 2014, hanno sviluppato le migliori tesi sui temi della salute e sicurezza azienda- le. I contributi più significativi saranno premiati dall’Associazione con la consegna di “voucher” formativi, validi per la partecipazione gratuita ai corsi di eccellenza organizzati dall’ACADEMY. Saranno comunicati prossimamente tutti i det- tagli su questa iniziativa. Una sinergia tra formazione qualificata e significa- tive esperienze professionali sia in Italia che all’e- stero utile, dunque, per promuovere l’occupabilità dei giovani e la cultura della prevenzione nel nostro Paese. AIAS, AIAS ACADEMY ed Aziende Associate insieme, per un futuro più “sicuro”. n
  • 71. 70 | N.2/2014 | Informatore AIAS In questa seconda parte si foca- lizzerà l’attenzione sulla pulizia dell’aria. Gli standard internazio- nali riguardanti le classi di pulizia dell’aria in sala operatoria, sono rappresentati dalla normativa tecnica Federal Standard 209/E del settembre 1992: “Airborne particulate cleanliness classes in cleanrooms and clean zones”, dalle norme ISO EN 14.644 del mag- gio 2001:“camere bianche ed am- biente associato controllato – Clas- sificazione della pulizia dell’aria” e dall’Annex I of EU guide to GMP “Manifacture of sterile Medicinal Products”– European Commission, Directorate Generale III (1997). In rapporto a tali riferimenti, viene generalmen- te accettata la esigenza di ottenere almeno una classe M 3,5 del S.I. (F.S. 209/E) o ISO 5 (ISO 14.644 - 1) per sale operatorie in cui si effettuano in- terventi “puliti”, ossia di ortope- dia, trapianti, cardiochirurgia, neu- rochirurgia, chirurgia vascolare e assimilabili per invasività chirurgi- ca, ed almeno una classe M 5,5 del S.I. ( F.S. 209/E) o ISO 7, per interventi di chirurgia generale o assimilabili, in condizioni basali, a sala pronta. La classificazione delle “camere pulite”, conside- rati a parte e con apposite nor- mative i requisiti tecnologici dei locali, si fonda sulla verifica delle concentrazioni limite, indoor, misurate secondo un definito protocollo tecnico - scientifico, delle particelle aerodisperse di definita granulometria, come nelle tabelle 1 e 2. contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota EP.Seconda Università degli Studi di Napoli - ONB(17265/03) Tec.Comp.R.Campania (261/04) Master/Perfez.Un.in:Acustica CEM - Igiene/Sicurezza/Qualità -RSPP AIAS:Gt.M1Marittimo Portuale e Gt.Sn.1 Sanità;Docente Qualificato AIASACADEMY Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria, condizionamento,controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna Seconda parte abstract L’Ospedale ed in generale la Sanità Pubblica occupano un ruolo essenziale in tutti i Paesi del mondo. Partendo da questo assunto fondamentale l’autore esamina e illustra in dettaglio i requisiti ambientali e tecnologici dell’ambiente Ospedale - che è al tempo stesso servizio per gli utenti e luogo di lavoro - per qualità dell’aria,condizionamento,controllo dell’inquinamento e della contamina- zione interna - Seconda parte : approfondimento sui livelli di pulizia dell’aria (classe di pulizia), indicati o consigliati dalla normativa tecnica internazionale per i Complessi Operatori,locali per Utenti Critici,Degenze e Servizi dell’Ospedale. Hospital and Public Health in general occupy a vital role in all countries of the world.Starting from this basic assumption the author examines and explains in detail the environmental and technological requirements of the Hospital context - which is a workplace and at the same time provides service for users - as to air quality,air conditioning,pollution control and internal contamination – Se- cond part:in-depth analysis on cleanliness classes of airborne particulate suggested by international technical standards for Hospital services and premises.
  • 72. 71Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci Da quanto finora espresso, discendono le due questioni di grande interesse che seguono: 1) nelle sale operatorie con immissione a regi- me turbolento, misto o laminare, per la par- te relativa alla filtrazione dell’aria di rinnovo per immissione ed in relazione ad interventi “puliti”, come descritti, per ottenere la clas- se indicata di pulizia dell’aria di M 3,5 del S.I.(F.S. 209/E) - ISO 5 (EN ISO 14.644–1), occorrerà valutare il ricorso all’impiego di filtri assoluti tipo H14 o U 15 ULPA descritti, testati con metodi di prova MPPS e particel- le di dimensioni 0,12 e 0,20 μm. 2) Risulta molto utile capire quale migliore clas- se di pulito in sala operatoria è ottenibile in regime turbolento, condizione impiantistica che interessa la grande parte delle strutture ospedaliere del Paese. Denominazione di classe S.I. Particelle 0,1μm/m³ Particelle 0,2μm/m³ Particelle 0,3μm/m³ Particelle 0,5μm/m³ Particelle 5 μm/m³ M 1 350 75,7 30,9 10 M 1,5 1.240 265 106 35,3 M 2 3.500 757 309 100 M 2,5 12.400 2.650 1.060 353 M 3 35.000 7.570 3.090 1.000 M 3,5 26.500 10.600 3.530 M 4 75.700 30.900 10.000 M 4,5 35.300 247 M 5 100.000 618 M 5,5 353.000 2.470 M 6 1.000.000 6.180 M 6,5 3.530.000 24.700 M 7 10.000.000 61.800 M 7,5 35.300.000 247.000 Tab.1 - Federal Standard 209/E/1992.Classi di pulizia dell’aria da particelle aerodisperse in ambienti controllati Nota Limite classe 10.000 – M 5,5 – ISO 7. 353.000 particelle/m.c. da 0,5 micron 2.470 particelle/m.c. da 5 micron Limite Classe 100 – M 3,5 – ISO 5. 26.500 particelle/m.c. da 0,2 micron 10.600 particelle/m.c. da 0,3 micron 3.530 particelle/ m.c. da 0,5 micron 0 – 29 particelle/m.c. da 5 micron Tab. 2 - EN ISO 14.644 – 1//2001. Camere bianche ed ambiente associato. Classificazione Classe ISO Particelle 0,1μm/m³ Particelle 0,2μm/m³ Particelle 0,3μm/m³ Particelle 0,5μm/m³ Particelle 1μm/m³ Particelle 5μm/m³ 1 10 2 2 100 24 10 4 3 1.000 237 102 35 8 4 10.000 2.370 1.020 352 83 5 100.000 23.700 10.200 3.520 832 29 6 1.000.000 237.000 102.000 35.200 8.320 293 7 352.000 83.200 2.930 8 3.520.000 832.000 29.300 9 35.200.000 8.320.000 293.000
  • 73. 72 | N.2/2014 | Informatore AIAS contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota Considerati i rapporti strettissimi (non oggetto della presente trattazione) che intercorrono fra classe di pulizia dell’aria in ospedale e in sala ope- ratoria e “infezioni ospedaliere”, problema grave che comporta effetti dannosi per la salute o letali in tutti i sistemi sanitari mondiali, anche nei più evoluti, potrà essere utile orientare risorse nello studio,comprensione e contenimento di tali rischi per lavoratori ed utenti del Sistema Sanitario. REPARTI DI RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA – SALA TRAVAGLIO E SALA PARTO. Nelle rianimazioni e terapie intensive, ove occor- re rispettare il requisito di 6 volumi ora di ricam- bio dell’aria ambiente, senza ricircolo, l’efficienza di filtrazione richiesta è altissima e rispettivamente della classe 10 – 11 e della classe 11 – 12. In considerazione degli elevati tempi di perma- nenza delle particelle aerodisperse negli ambienti indoor, del loro moto turbolento e della loro ca- pacità di adesione o supporto ai microrganismi anche patogeni, è da ritenersi molto utile preve- dere sempre in aggiunta al sistema di immissione di aria di rinnovo senza ricircolo,un distinto sistema di aspirazione dell’aria ambiente, con immissione in atmosfera. Considerato il normale decadimen- to delle prestazioni impiantistiche e dei filtri in corso di funzionamento, appare proponibile e di grande importanza la loro verifica periodica in termini di livello di contaminazione da particelle aerodisperse in condizioni basali (impianti attivi e sale libere), per fini di qua- lità e igiene del lavoro, se- condo programmi aziendali autodefiniti. Riteniamo allo scopo adottabili come indi- catori ambientali, le concen- trazioni limite di 1.000.000 di particelle/m³ da 0,5 μm e di 6.180 particelle/m³ da 5μm, corrispondente alla classe M6 del S.I. o analoga ISO 14.644-1, per ambien- ti di rianimazione e terapie intensive; concentrazioni almeno tali o di 353.000 particelle/m³ da 0,5μm e di 2.470 particelle /m³ da 5μm, corrispondente alla classe M 5,5 del S.I. o analoga ISO 14.644 - 1, per locali di sala travaglio e sala parto. REPARTI DI ISOLAMENTO PER PATOLOGIE INFETTIVE Nei reparti di isolamento per utenti affetti da patologie di tipo infettivo, i riferimenti indicano un numero minimo di 12 ricambi ora dell’aria ambiente senza ricircolo, con filtrazione assolu- ta dell’aria, tipo HEPA, in classe 14, temperatura dell’aria invernale di 20 ± 2 °C, con umidità re- lativa del 35 – 45%; temperatura dell’aria estiva contenuta entro 26°C, con umidità relativa del 50 – 60%, velocità dell’aria di 0,05 – 0,1 m /sec. Sul piano metodologico saranno da considerare i criteri indicati nell’art. 81 del D.Lgs. n. 626/94 (Cfr.Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.) per la prevenzio- ne del rischio biologico conseguente alla presenza nell’organismo degli utenti e nei relativi campioni biologici, di agenti di rischio biologico classificati, di gruppo 2,3,4 e richiedenti i rispettivi livelli di contenimento indicati nell’allegato XII del De- creto. In particolare, quando in presenza di uten- ti contaminati da agenti biologici di gruppo 3 e 4, in relazione al trattamento dell’aria ambien- te, occorrerà prevedere l’isolamento dell’area di degenza da qualsiasi altra attività nello stes- so edificio, filtrare l’aria estratta (in presenza di agenti patogeni di gruppo 3) o questa ed anche quella immessa (in presenza di agenti patogeni di gruppo 4) con filtri assoluti tipo HEPA, classe H 14, prevedere una zona filtro e tenere i locali di degenza a pressione negativa rispetto a quella atmosferica. Fig. 1 - Le unità di trattamento aria delle sale operatorie
  • 74. 73Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci Anche per questi casi,soprattutto per la filtrazio- ne dell’aria in uscita e soprattutto per patologie ad etiologia virale, sarà indicato testare gli ultra- filtri H14 con metodo di prova MPPS, particelle di prova da 0,12–0,20 μm, efficienza ≥ 99,995 % o ultrafiltri tipo ULPA U15 con efficienza ≥ 99,9995 %.Anche per questi locali risulta essen- ziale la verifica periodica delle prestazioni impiantistiche e dei filtri secondo protocolli di qualità definibili a livello azien- dale, sulla base degli obbiettivi prefissati e con riferimento alle norme ISO 14.644 – 1 per camere bianche ed ambiente associato. REPARTI DI DEGENZA Nelle degenze in genere, i riferimenti indicano almeno due ricambi ora dell’aria am- biente (Circ. n. 13011/74), con filtrazione in classe 6 – 8, ef- ficienza M +A (UNI 10339); nelle degenze pediatriche, tre ricambi ora, nelle maternità due ricambi ora con filtrazione in classe 10 – 11, efficienza M + A + AS. Si ritiene utile proporre ove possibile, requisiti più che minimi per la de- genza nido, da assimilare alla degenza maternità, per la degenza pediatrica, ove sono riscontrabili patologie comuni dell’età ad etiologia batterica o virale, non tali da richiedere isolamento o non tempestivamente isolate, per le degenze chirur- giche e ortopediche, in ragione della invasività dei relativi trattamenti terapeutici. Il requisito proponibile per buona pratica e fini di qualità, potrebbe essere di quattro ricambi ora dell’aria ambiente senza ricircolo, con filtrazione in classe 10, ove non già 10 – 11. Come per altri casi descritti,si ritiene utile preve- dere per la generalità delle degenze, un sistema di aspirazione dell’aria ambiente, con filtrazione in entrata, ove richiesto anche con immissio- ne forzata, per garantire la necessaria razionale espulsione dell’aria e filtrazione e/o diluizione in atmosfera dell’aria esausta, evitando non solo il suo ricircolo ma la presenza in quote eccedenti, di inquinanti fisici, chimici, microbiologici con traiet- torie di moto turbolento persistente, all’interno dei locali di degenza. REPARTI DIAGNOSTICI Nei reparti diagnostici, il requisito minimo indi- cato per il ricambio dell’aria ambiente risulta in numero di sei ricambi ora, senza ricircolo, filtra- zione dell’aria in classe 6–8 ( M + A); possono derivare molti vantaggi dalla previsione di due distinti sistemi di immissione dell’aria di rinnovo (prevalente) e di aspirazione. Negli ambulatori
  • 75. 74 | N.2/2014 | Informatore AIAS contributi dei soci a cura di Bruno Cammarota sono previsti due ricambi ora con filtrazione in classe 6 – 8. REPARTI DI DIALISI Per i reparti di dialisi il requisito minimo indica- to, per il ricambio dell’aria ambiente, risulta di sei ricambi ora senza ricircolo, filtrazione dell’aria in classe 10 - 11 (M+A+AS), efficienza minima del 95 – 99,9 %. Ricorrono le considerazioni già svolte sulla previsione di distinti sistemi di immis- sione e di ripresa dell’aria di ricambio. Per tutte queste descritte attività lavorative e assistenziali non risulta possibile esprimere una rigorosa mi- sura della classe di pulizia dell’aria, nella naturale carenza o assenza di tutti quei requisiti tecnici di contorno che sono richiesti per le “camere bianche” ed anche in considerazione degli aspet- ti alberghieri della degenza; tuttavia ricorre la necessità della verifica della efficacia dei filtri e delle relative condizioni di pulizia dell’aria degli ambienti descritti per fini di igiene. Una proponibile risposta a questa esigenza può venire dalla misurazione periodica della qualità dell’aria immessa, in prossimità dei diffusori, valu- tabile in termini di zona pulita (rif. F.S. 209/E – ISO 14.644 – 1). Altra possibile risposta a questa esi- genza può venire dalla misura della concentra- zione ambientale di particelle aerodisperse con i locali in condizioni basali, assenza di utenti ed operatori, con porte e finestre chiuse. In questi casi il conteggio delle particelle aerodisperse, in particolar modo d elle frazioni da 0,5μ e da 5 μm, potranno rappresentare un utile indicatore delle condizioni basali di igiene ambientale e della capacità di depurazione dei filtri. Pur nella de- scritta assenza di requisiti di contorno e tuttavia in presenza di ricambi forzosi dell’aria ambiente con relativa filtrazione, riteniamo adottabile per fini di qualità ed in termini di obbiettivi azienda- li, il riferimento F.S.209/E che, in termini di sole concentrazioni aerodisperse ed entro il valore di M 7,5 del S.I. può per noi efficacemente for- nire una riferibilità metrologica di pulizia dell’aria indoor, per le descritte degenze e diagnostiche. Ricordiamo come tale verifica assuma significato anche ai fini del possibile rischio biologico, con- nesso con l’uso di impianti di condizionamento che possono determinare un aumento della ca- rica biotica aerodispersa (spore funginee, agenti microbici, virus, allergeni). Infine va rappresen- tato come, anche la determinazione della con- centrazione di particelle aerodisperse in definite condizioni ambientali, in assenza di condiziona- mento e filtrazione dell’aria, pur nei limiti di una misura puntiforme, può tuttavia avere un impor- tante valore indicativo delle ricorrenti condizioni di igiene ambientale, agendo da primo controllo capace di indirizzare altre verifiche ambientali o organizzative. LABORATORI BIOLOGICI Nei laboratori biologici che assumiamo per sintesi come modello complesso, a norma del D.Lgs. n. 626/94 (Cfr. Titolo X D.Lgs. 81/08 n.d.r.) e visti i criteri generali espressi per le degenze infettive, il Datore di lavoro deve assicurare le idonee misure di contenimento di secondo li- vello per gli agenti biologici di gruppo 2, di terzo livello per quelli di gruppo 3, di quarto livello per quelli di gruppo 4. In relazione al controllo della qualità dell’aria, ricordiamo il previsto isolamento della zona di lavoro nell’edificio con filtrazione assoluta HEPA sull’aria estratta (livello 3) e sull’aria estratta e immessa (livello 4), il totale isolamento ermeti- co dell’area per la disinfezione, la previsione di una stabile pressione negativa dei locali rispetto a quella atmosferica. Considerato per esempli- ficazione un laboratorio con livello 3 di conte- nimento, oltre al ricorso alla pressione negativa del locale, zona filtro, adozione di cappe a flusso laminare, può assumersi un valore minimo di so- glia di 10 ricambi ora senza ricircolo, filtrazio- ne dell’aria con filtri assoluti tipo HEPA classe H14 o ULPA classe U15, testati con particelle da 0,12 e 0,20 μm. La classe di pulizia di ogni ambiente deve risultare crescente in qualità dal locale spogliatoio al locale decontaminazione e laboratorio, rispettivamente ISO 6, ISO 5, ISO 5 (ISO 14.644 – 1), in condizioni basali. Nel caso descritto le pressioni relative indicate risultano di - 15 Pa nel locale spogliatoio; - 30 Pa nel locale decontaminazione; - 25 Pa nel locale laboratorio. In chiusura ricordo la generale utilità di evitare la captazione dell’aria per il condizionamento, al suolo o addirittura in centrali alloggiate nel sot- tosuolo, preferire sistemi di umidificazione dell’a- ria a temperature elevate, evitare ogni ricircolo dell’aria esausta, recuperando per scambio ter- mico la sua energia, ottimizzare la manutenzione ed i controlli ambientali periodici. CONCLUDO Il costo umano, sociale e sanitario delle Infezioni Ospedaliere in Europa è molto elevato: il suo contenimento diviene preciso obbiettivo della
  • 76. 75Informatore AIAS | N.2/2014 | contributi dei soci Unione Europea attraverso atti armonizzati tra gli Stati membri. Il controllo fisico e microbiologico secondo standar- dizzazione europea degli impianti di condiziona- mento e ricambio dell’aria ambiente nei locali assistenziali (UNI EN ISO 14.644 – 2001, UNI EN 13098, UNI EN 556 – 1 - 2002), costituisce uno dei possibili interventi in grado di ridurre l’incidenza di infezioni nosocomiali. Anche i ri- schi da agenti fisici hanno grande rilevanza nella possibile induzione di patologie da lavoro, no- socomiali, di comunità. Nondimeno la razionale gestione di impianti tecnologici e fonti di energia attraverso una progettazione evoluta un esperto controllo, esperta manutenzione periodica attenta al risparmio energetico ma senza tagli lineari, di- mostrano grande rilievo. Questo contributo intende esplorare la possibilità di allineare la finalità primaria della promozione della salute della popolazione attraverso la più ra- zionale ed evoluta gestione dell’Ospedale contri- buendo alla sua sicurezza, sostenibilità, qualità am- bientale, innovazione tecnologica e professionale. Questo potrà a sua volta contribuire a soste- nere l’energia per la vita, a nutrire il pianeta a diffondere e sostenere la necessaria rivoluzio- ne alimentare che tanto serve sia agli individui umani poveri che ricchi che lo popolano, per i generali fini di salute e benessere, di sviluppo economico e commerciale. n
  • 77. Per documentarsi ed avere informazioni di dettaglio, contattare: ICPrev Srl · Istituto di Certificazione per la Prevenzione Via del Vecchio Politecnico, 7 · 20121 Milano · Tel. 0276002015 · Fax 0276020494 E-mail: icprev@networkaias.it · www.icprev.it Certifica le competenze delle figure professionali operanti nei settori della Sicurezza, Salute e Protezione Ambientale nei luoghi di lavoro e di vita. I processi e gli schemi di certificazione sono conformi alla norma UNI CEI ISO/IEC 17024 relativa agli Organismi di certificazione di persone e sono armonizzati a livello europeo. L’accreditamento di ICPrev da parte di ACCREDIA* ne garantisce l’indipendenza con la corretta applicazione degli standards Europei. SchemiICPrevaccreditati: MSSS (Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute) - COORDSPP (Coordinatore per la Sicurezza) ASPP (Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) - CSP-CSE (Coordinatore nei cantieri) SAFETYAUDITOReLEADAUDITORSAFETY dei Sistemi di Gestione BS OHSAS 18001 Organismo di Certificazione ProfessionaleVolontaria del Networkaias PRS N° 067C Membro degli accordi di mutuo riconoscimento EA, IAF e ILAC Signatory of EA, IAF and ILAC Mutual Ricognition Agreements (*) Ente Italiano di Accreditamento, unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di accreditamento, riconosciuto dal 22/12/2009 e nato dalla fusione di Sinal e Sincert.
  • 78. BANDI ACCREDITATI MSSS - Manager dei Sistemi di Sicurezza e Salute La certificazione MSSS consente anche una doppia iscrizione: al Registro MSSS e al Registro europeo di ENSHPO (European Network of Safety and Health Professional Organizations) COORD SPP - Coordinatore del Servizio di Prevenzione e Protezione ASPP - Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione CSP/CSE - Coordinatore di Sicurezza nei Cantieri in fase di Progettazione ed Esecuzione SAFETY AUDITOR e LEAD AUDITOR SAFETY dei Sistemi di Gestione BS OHSAS 18001 ALTRI BANDI con prospettiva di accreditamento Membro ODV - Membro dell’Organismo diVigilanza per le Aree di Sicurezza e Protezione Ambientale DOC - FORM - Docenti e formatori in materia di Sicurezza Salute e Ambiente COAPI - Coordinatore Aziendale di Prevenzione Incendi B-BS - ProfessionistadiSicurezzabasatasulcomportamentoBehaviorBasedSafety,sutrelivelli: Esperto,SpecialistaeMaster MTZ - Professionisti per l’area di Manutenzione secondo la norma UNI 11420:2011 con 4 figure professionali QUAL - CORSI - Qualificazione di iniziative formative in materia di Sicurezza Salute e Ambiente secondo la norma ISO 29990 BANDI IN REVISIONE O IN PROGRAMMAZIONE AUDITOR QUALITÀ e AMBIENTE - In programmazione CSGA/RSGA - Consulente/Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale In revisione MANAGER HSE - In programmazione MSSS Sanità - Manager di Sicurezza Comparto Sanità In revisione OPPORTUNITÀ PER I CERTIFICATI SAFETY AUDITOR (DI TERZA PARTE) - Candidati alla certificazione con ICPrev: un’opportunità come osservatori con la convenzione con il gruppo RINA PORTA UN CANDIDATO ALLA CERTIFICAZIONE E AVRAI UN VANTAGGIO ECONOMICO!! Per maggiori informazioni consulta il sito ICPrev: http://www.icprev.it
  • 79. MODALITÀ DI ISCRIZIONE  Le iscrizioni avvengono attraverso il sito www.aiasacademy.it  Per  agevolazioni  o  condizioni  di  pagamento  particolari  contattare  il   Tutor del corso : Gilberto Crevena –   gcrevena@aiasacademy.it    Le  iscrizioni  saranno  accettate  fino  a  esaurimento    dei  posti  disponibili.  Il  corso  sarà  attivato  solo  al  raggiungimento  del  numero minimo di partecipanti. AIAS ACADEMY si riserva la facoltà  di  annullare  le  iniziative  o  modificare  il  programma,  dandone  comunicazione  entro  5  gg.  dalla  data  prevista;  in  caso  di  annullamento o cambiamento della data l’utente potrà utilizzare la  quota  per  la  successiva  edizione  del  corso  o  richiedere  la  restituzione della quota versata.    RINUNCE O ANNULLAMENTO DEL CORSO  In  caso  di  eventuali  rinunce,  non  pervenute  per  iscritto  al  tutor   gcrevena@aiasacademy.it  almeno  sette  giorni  lavorativi  prima  dell’inizio  della  manifestazione  prescelta,  sarà  addebitata  l’intera  quota di iscrizione.    DURATA  120 ore  ‐ Orario 8.45/17.45 al mercoledi, giovedi e venerdi    IN COLLABORAZIONE CON   MIB School of Management Trieste  e                ____________________________________  AIAS ACADEMY Srl  Accreditamento Regione Lombardia   n. 0043 del 01/08/2008    EXECUTIVE PROGRAM   MANAGER HSE   MARITTIMO PORTUALE   (120 ore)      Competenze Manageriali e Strumenti Operativi per la  Gestione Strategica della Compliance e Cambiamento  culturale nelle Aziende Marittimo Portuali    TRIESTE, 18 FEBBRAIO / 26 GIUGNO 2015      PER MAGGIORI DETTAGLIVISITA IL SITO WWW.AIASACADEMY.IT   IN COLLABORAZIONE CON     VIE EN.RO.SE.           ______________________________  AIAS ACADEMY Srl  Accreditamento Regione Lombardia   n. 0043 del 01/08/2008    Progettazione Acustica –   La figura del Tecnico  competente (160 ore)  FORMAZIONE PER TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA  AMBIENTALE ai sensi della L. 447/95     Milano, 12 Febbraio – 15 maggio 2015   
  • 80. 79Informatore AIAS | N.2/2014 | notizie dal networkAIAS La notizia merita un’edizione straordinaria perché, stando al disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V della Costituzione,la tutela e sicurezza del lavoro verrebbero tolte dalla competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni, per essere attribuite alla esclusiva competenza dello Stato. È l’art.117 della Costituzione che regola il riparto delle com- petenze tra lo Stato e le Regioni e le suddivide tra quelle esclusive dello Stato,quelle concorrenti Stato - Regioni e,infine, quelle residuali,cioè di competenza esclusiva delle Regioni. Ebbene nel nuovo art. 117 sparirebbero tutte le compe- tenze una volta affidate alla competenza concorrente di Stato e Regioni e, tra queste, anche la tutela e la sicurezza sul lavoro. Via la competenza, via la Conferenza Stato – Regioni, ba- sta con gli Accordi Stato-Regioni originari, interpretativi ed applicativi, comunque sempre interpretati ed applicati da ciascuna regione a modo proprio attraverso la moltiplica- zione delle delibere e degli atti amministrativi, tesi a “rece- pire” a livello regionale quanto definito dalle stesse regioni a livello nazionale in sede di conferenza stato-regioni e poi puntualmente corretto o precisato con l’introduzione di mil- le distinguo con lo scopo di inasprirne l’applicazione o, al contrario, mitigarne la portata, ma pur sempre derogando dalla regola generale,con ciò creando un sistema diverso tra un territorio ed un altro. In Lombardia si è financo stabilita la grammatura della car- ta per gli attestati di avvenuta formazione da rilasciare a chi abbia frequentato i corsi di sicurezza sul lavoro. Non ci credete? Entrate nei siti delle regioni ed andate a vedere tra la miriade di regole emanate a livello regionale su questa materia.Ne troverete delle belle. E allora via anche il super apparato burocratico messo in piedi da alcune regioni,per la riscrittura di quanto già scritto a livello nazionale, via le differenze nell’applicazione della norma tra regione e regione e basta anche con gli ispettori- formatori, super pagati per svolgere attività formativa.Torni- no a fare prevenzione attraverso la vigilanza,e non attraver- so i corsi di formazione.Oppure cambino mestiere. Per la formazione da qualche giorno ci sono i “formatori qualificati”.Usiamoli. … Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! Io spero che anche qui, con gli occhi un po’ più addosso, ci si dovrà attenere più puntualmente alla norma evitando la tentazione di derogare. È il numero delle vittime degli infor- tuni in questa terra che richiede maggior impegno e serietà nell’organizzazione e gestione del sistema (provinciale) di prevenzione. La situazione sopra descritta è talmente evidente in una recentissima “Determinazione della Regione Piemon- te” che AIAS, ANFOS ed altre strutture di formazione hanno presentato ricorso al TAR regionale chiedendo l’annullamento, previa sospensiva, della Delibera Giunta Regionale del 17/06/2013 n. 22-5962 e della Deter- minazione Dirigenziale 01/04/2014 n. 239 avente ad oggetto “aggiornamento delle indicazioni operative per la formazione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.Lgs.81/08 e s.m.i.,approvata con DGR n.22-5962 del 17/06/2013”. Infatti tale determinazione, creando un sistema paralle- lo di riconoscimento dei soggetti formatori rispetto a quelli autorizzati direttamente dalla normativa nazionale allo svolgimento della formazione, limita arbitrariamen- te la possibilità dello svolgimento della formazione dei soggetti qualificati e dei lavoratori, dirigenti e prepo- sti ex art. 37 D.lgs. 81/08 e Accordo Stato-Regioni del 21/102/2011 ai soli soggetti formatori individuati nell’e- lenco dei soggetti formatori regionali cui è possibile accedere solo dimostrando il possesso di requisiti non pertinenti all’attività formativa stessa. Questa paradossale situazione crea una situazione di fat- to per cui un soggetto formatore non inserito nel sud- detto illegittimo elenco regionale si trova nella impossibi- lità di esercitare in Piemonte l’attività formativa in materia di salute e sicurezza del lavoro. Come sottolineato da Mugliari e nel ricorso presentato alTAR,soggiogando a vincoli impropri e incongrui rispet- to alla legge l’esercizio delle attività formative si ha inevi- tabilmente un aggravio dei RISCHI PER I LAVORATORI perché la formazione diventa più difficile ed onerosa da erogare.n abstract Dal Blog del Consigliere Nazionale AIAS e Coordinatore AIAS delle province autonome diTrento e Bolzano, Franco Mugliari. The authority on occupational safety is taken away from Regions! From the blog of Franco Mugliari National AIAS Councilor and Coordinator for the Provinces of Trento and Bolzano.
  • 81. 80 | N.2/2014 | Informatore AIAS Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza Passione tenace per la prevenzione efficace S e d e o p e r a t i v a : V i a d e l V e c c h i o P o l i t e c n i c o , 7 - 2 0 1 2 1 M i l a n o T e l . 0 2 . 7 6 0 0 . 2 0 1 5 – 0 2 . 7 6 0 2 . 2 4 2 4 – F a x 0 2 . 7 6 0 2 . 0 4 9 4 sito web: www.aias-sicurezza.it ; e-mail: aias@networkaias.it Comunicato Stampa AIAS Fonte: SicurtechVillage Sicurtech Village: nuova cultura antincendio è possibile Roma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappa Sicurtech Village, la mostra convegno itinerante dedicata ai temi legati alla «cultura della sicurezza antincendio, alle soluzioni e agli aspetti tecnico-normativi», ha lo scopo di far conoscere le più recenti innovazioni in materia. Un tour di approfondimento che, toccando diverse città italiane, riflette su tematiche di cogente attualità ed interesse, grazie al contributo di tecnici, professionisti, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università. Le Associazioni promotrici dell’iniziativa, tra cui AIAS, svolgono da tempo un’importante funzione di raccordo con le Istituzioni Pubbliche a livello nazionale, europeo e internazionale, contribuendo in maniera sostanziale alla messa a punto di normative e regolamenti in grado di far fronte alla rapida evoluzione del mercato della sicurezza e dell’antincendio. Roma 18 giugno 2014: grande successo per la terza tappa Anche la tappa di Roma – con i suoi 500 tecnici presenti – ha dimostrato che una nuova cultura antincendio è possibile. L’Auditorium della Tecnica (Confindustria) ha ospitato la terza tappa del Sicurtech Village riscuotendo grande successo di professionisti esperti del settore. Filo conduttore dei quattro appuntamenti è stato l’acceso dibattito: c’è la voglia di cambiare, di migliorare e proteggere il patrimonio esistente. L’appuntamento di Roma ha fatto emergere nuovamente quanto sia importante collaborare e lavorare insieme per prevenire i rischi. E questo è possibile solo se si vanno a coinvolgere tutte le parti interessate con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la salute. Ad aprire i lavori della mattina è Luciano Nigro (Presidente EUROFEU, Vicepresidente Commissione Protezione Attiva UNI, Vicepresidente Associazione Italiana Ingegneria Antincendio, Consigliere UMAN, Consulente Marioff Corp.) che ha illustrato la normativa vigente ed il ruolo del professionista antincendio. Ad entrare nel dettaglio sul nuovo progetto di semplificazione per le norme antincendio è Roberto Emmanuele, Funzionario Direttivo Antincendi. Un brillante quadro sul ruolo delle imprese e delle associazioni professionali italiane è stato fornito, rispettivamente da Natale Mozzanica (Responsabile formazione tematiche antincendio e Coordinatore Gruppo Impianti e Sottogruppo Manutenzione Impianti UMAN, Membro Commissione Protettiva Attiva UNI) e Tiziano Zuccaro (Presidente Vicario Associazione Professionale AIAS (APA) Prevenzione Incendi, rappresentante nazionale in seno alla CFPA-Europe). La giornata è proseguita con l’approfondimento di alcune tematiche che già dalla mattina hanno suscitato interesse nella platea come, ad esempio, il ruolo dell’asseveratore o l’analisi dei rischio incendio per le aziende ed i professionisti.
  • 82. 81Informatore AIAS | N.2/2014 | notizie dal networkAIAS Gentile dottor Rino Pavanello, gentili tutti pre- senti sono lieto di poterLe far pervenire un mio sa- luto e un incoraggiamento in questo giorno. Parlo come Responsabile della Pastorale So- ciale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano e vi porto anche il saluto del Cardinale che mi ha delegato di veni- re tra voi. Il senso della vostra iniziativa, mi pare di capire, vuole essere quello di promuo- vere la prevenzio- ne degli infortuni e delle Malattie Pro- fessionali e la crea- zione - a livello in- ternazionale - di una prevenzione per la sicurezza globale e la cultura della sa- lute che coinvolga tutte le parti inte- ressate (datori di lavoro, lavoratori e loro Organizzazioni, Stati ed Enti, ecc.). Oggi nel mondo le Malattie Professio- nali sono la princi- pale causa di deces- si legati al lavoro. La logica che vi muove è quella che viene ben esplicita- ta dal proverbio se- condo cui: prevenire è meglio che curare. Peraltro il costo della mancata pre- venzione incide sul bilancio degli Stati Lettera di plauso, a firma di DonWalter Magnoni Responsabile Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Milano,per l’iniziativa CIIP, nell’ambito delWorkers Memorial Day,International Panel su salute,sicurezza e diffusione della cultura della prevenzione negli ambienti di vita,di studio e di lavoro – Milano 28 aprile 2014 ed anche in maniera rilevante. Inoltre, apprezzo anche la vostra lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. A tal pro- posito mi piace ricordare come l’attenzione a un lavoro che promuovesse la dignità della persona è stata una costante attenzione del Magistero sociale della Chiesa.
  • 83. 82 | N.2/2014 | Informatore AIAS notizie dal networkAIAS La prima Enciclica sociale - la Rerum Novarum - firmata da Leone XIII nel lontano 1891, aveva tra i suoi principali obiettivi anche quello di combattere lo sfruttamento di donne e bam- bini, costretti a ritmi di lavoro disumani e sen- za le benché minime tutele. Giovanni Paolo Il nell’Enciclica Laborem Exer- cens del 1981 , in un passaggio significativo in merito al vostro tema affermava: «Bisogna continuare a interrogarsi circa il soggetto del lavoro e le condizioni in cui egli vive. Per rea- lizzare la giustizia sociale nelle varie parti del mondo, nei vari Paesi e nei rapporti tra di loro, sono necessari sempre nuovi movimenti di so- lidarietà degli uomini del lavoro e di solidarietà con gli uomini del lavoro.Tale solidarietà deve essere sempre presente là dove lo richiedono la degradazione sociale del soggetto del lavo- ro, lo sfruttamento dei lavoratori e le crescenti fasce di miseria e addirittura di fame. La Chie- sa è vivamente impegnata in questa causa, per- ché la considera come sua missione, suo ser- vizio, come verifica della sua fedeltà a Cristo, onde essere veramente la “Chiesa dei poveri”. E i “poveri” compaiono sotto diverse specie; compaiono in diversi posti e in diversi mo- menti; compaiono in molti casi come risultato della violazione della dignità del lavoro umano: sia perché vengono limitate le possibilità del lavoro - cioè per la piaga della disoccupazione -, sia perché vengono svalutati il lavoro ed i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della per- sona del lavoratore e della sua famiglia» (LE 8). L’attenzione al mondo del lavoro e ai lavorato- ri portò Giovanni Paolo Il a lanciare un appello per “una coalizione mondiale in favore del la- voro decente”. Papa Benedetto XVI riprese queste conside- razioni del suo predecessore e le rilanciò con forza nell’Enciclica Caritas in Veritate. Questo testo, a partire dalla consapevolezza di un mondo ormai globalizzato, cerca di mettere in guardia dai rischi insiti in certi processi. Afferma Papa Benedetto: «II mercato ha sti- molato forme nuove di competizione tra Stati allo scopo di attirare centri produttivi di im- prese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la deregolamentazione del mondo del lavoro. Questi processi hanno comportato la riduzione delle reti di sicurez- za sociale in cambio della ricerca di maggiori vantaggi competitivi nel mercato globale, con grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i diritti fondamentali dell’uomo e per la solida- rietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato sociale. I sistemi di sicurezza sociale possono perdere la capacità di assolvere al loro compito, sia nei Paesi emergenti, sia in quelli di antico sviluppo, oltre che nei Paesi poveri» (CV 25). Papa Francesco nel suo continuo denunciare la “cultura dello scarto” e la “globalizzazione dell’indifferenza” mostra la necessità di un’at- tenzione alla persona in tutte le sue forme di vita. Scrive Papa Francesco nell’Evangelii Gau- dium: «Abbiamo dato inizio a una cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta col- pita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti,“avanzi”» (EG 53). Il garantire condizioni di lavoro sicure è una via che la Chiesa da sempre segnala ed è per tali ragioni che mi sento d’incoraggiare il vostro impegno. Il Signore Vi benedica e vi doni forza per con- tinuare un’opera atta a far crescere il bene comune. n
  • 84. 83Informatore AIAS | N.2/2014 | comitato tecnico scientifico (cts) ELENCO DEL COMITATOTECNICO SCIENTIFICO AIAS (CTS) DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS (APA) E DEI RELATIVI GRUPPITECNICI DIREZIONE AIAS Presidente – Ing. Giancarlo Bianchi Coordinatore Operativo CTS – Ing. Mario Alvino (V. Presidente AIAS) Segreteria tecnica del CTS – Dott. Riccardo Belloni (Segretario Generale AIAS) AIAS ACADEMY Presidente - Ing. Giancarlo Bianchi Amm. Delegato e Direttore Generale – Dott.Arnaldo Zaffanella (V. Presidente AIAS) ICPrev Amm. Unico e Responsabile Certificazione – Ing. Claudio Munforti RAPPRESENTANTI D’ ISTITUZIONE VVF: Ing.Antonio Monaco INAIL: Dott. Fabrizio Benedetti UNI: Ing. Ruggero Lensi LEGENDA Comitato Tecnico (CT): Raggruppa professionisti di ambiti professionali generici e trasversali alle Associazioni professionali AIAS specialistiche Gruppo Tecnico( GT): Raggruppa professionisti di ambiti professionali specialistici verticali inseriti in una specifica Associazione professionale AIAS Gruppo di Lavoro (GdL): Sottogruppo di un comitato o gruppo tecnico avente la funzione di rappresentare figure professionale ad “alta” specializzazione Gruppo di Progetto (GdP): Gruppi temporanei aggregati ad alta professionalità per realizzare un determinato progetto
  • 85. 84 | N.2/2014 | Informatore AIAS comitato tecnico scientifico (cts) COMITATO TECNICO SCIENTIFICO AIAS e relativi coordinatori SETTORE 1: NORMATIVA, INDIRIZZI LEGISLATIVI,TUTELA E ASSISTENZA SINDACALE,ASSISTENZA ASSICURATIVA 1.1 Comitato Normativa eTutela legale Giorgio Carozzi 1.2 ComitatoTutela e Assistenza Sindacale Leo Scandora 1.3 ComitatoTutela Assicurativa Luigi Chiechi SETTORE 2: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE 2.1 Sistemi di gestione Alessandro Foti 2.2 Indirizzo e Coordinamento delle APA Giancarlo Bianchi 2.3 Analisi del valore e statistiche Alessandro Frolla 2.4 Indirizzi metodologici, terminologia e Statistiche Giordano Zappa 2.5 Supporti informatici e internet Riccardo Bianconi 2.6 Behavior Based Safety e Fattori comportamentali Fabio Tosolin 2.7 Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile Luigi Di Marco SETTORE 3: ERGONOMIA E FATTORE UMANO 3.1 Fattori psicosociali Michele Maisetti 3.2 Ergonomia Luigi Chiechi SETTORE 4: COMUNICAZIONE 4.1 Comunicazione Luigi Chiechi ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI AIAS, GRUPPI TECNICI e RELATIVI COORDINATORI APA Prevenzione Associazione professionale Aias Professionisti per la Protezione e Prevenzione Gruppi tecnici (P) P1 Attrezzature di lavoro e impianti per la produzione Giovanni Amendolia P2 Igiene del lavoro Carlo Sala P3 Rischio elettrico Giuseppe Bosisio P4 Acustica e vibrazioni Sergio Luzzi P5 Rischi nei parchi, giardini e aree verdi attrezzate - P6 Sicurezza del prodotto Giovanni Amendolia P7 Dispositivi di protezione Boldrini Luca P8 Laboratori di analisi Mario Alvino P9 Rischi nei strutture ricettive e alberghi Biagio Principe P10 Aree espositive Mario Alvino P11 Wellness - P12 Spettacoli aperti al pubblico Riccardo Savarino P13 Medicina del lavoro Aldo Arcieri APA Formazione Associazione professionale Aias Formatori per la Prevenzione Gruppi tecnici (F) F1 Formazione Piergiorgio Frasca APA Costruzioni Associazione professionale Aias Coordinatori della sicurezza comparto Costruzioni Gruppi tecnici (C) C1 Costruzioni Carlo Pozzi C2 Attività estrattive Simone Donati
  • 86. 85Informatore AIAS | N.2/2014 | comitato tecnico scientifico (cts) APA Prevenzioni Incendi Associazione professionale Aias Professionisti Prevenzione Incendi Gruppi tecnici (I) I1 Prevenzione incendi Tiziano Zuccaro APA Mare Associazione professionale Aias professionisti Marittimo e Portuale Gruppi tecnici (M) M1 Marittimo e portuale Gennaro Esposito APA Energia Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci Gruppi tecnici (N) A2 Energia e fonti rinnovabili Patrizio Nonnato APA Organismo diVigilanza Associazione professionale Aias Professionisti Organismo diVigilanza Gruppi tecnici (O) O1 Organismo diVigilanza Giorgio Carozzi APA Ambiente Associazione professionale Aias Professionisti del settore Ambientale ed Energetico Gruppi tecnici (A) A1 Protezione ambientale operativa A3 Amianto e Fibre artificialiVetrose (FAV) Bruno Nello Bellini APA Security & Safety Associazione professionale Aias Professionisti del settore Security & Safety Gruppi tecnici (S) S1 Security & Gestione del Rischio Gianna Detoni S2 Difesa e Forza di Polizia Umberto Fragassi S3 Enti finanziari e assicurativi Testa Aldo Alberto APA Lavori in quota Associazione professionale Aias professionisti dei lavori in quota Gruppi tecnici (C) C3 Cadute dall’alto Giancarlo Vitali APA Agro-Alimentare Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci Gruppi tecnici (N) Aa1 Agroalimnentare Marco Mascherpa APA Agricoltura Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci Gruppi tecnici (N) Ag1 Agricoltura Giovanni Matteazzi
  • 87. 86 | N.2/2014 | Informatore AIAS comitato tecnico scientifico (cts) APA Protezione Civile Associazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile Gruppi tecnici (Cv) Cv1 Protezione civile Gino Barral Cv2 Rischi di incidenti rilevanti Fabio Cortesi APA Sanità Associazione professionale Aias Professionisti Sanità Gruppi tecnici (Sn) Sn1 Sanità Francesco De Bartolomeis Sn2 Odontoiatria Rossella Tosetto APA Educazione Associazione professionale Aias Professionisti Educazione Permanente Gruppi tecnici (E) E1 Settore scolastico Andrea Moioli E2 Rapporti con studenti Lorenzo Manganiello APA Pubblica Amministrazione Associazione professionale Aias Professionisti Protezione Civile Gruppi tecnici (Pb) Pb1 Pubblica Amministrazione Riccardo Albertini APA Neve Associazione professionale Aias Professionisti degli Impianti di risalita e piste da sci Gruppi tecnici (N) N1 Impianti di risalita Franco Mugliari N2 Piste da sci Franco Mugliari APA Trasporti Associazione professionale Aias Professionisti del settore deiTrasporti Gruppi tecnici (T) T1 Trasporto su gomma - T2 Trasporto su binari - T3 Trasporto aereo Tiziano Catena T4 Aeroporti Tiziano Catena