Università di Pavia
                      Le battaglie
   Comunicazione
      Innovazione
    Multimedialità
                      per il futuro
Anno Accademico
        2012-2013     di Internet
                      Paolo Costa
12a lezione
WEB 2.0 AL CAPOLINEA
« La saga
dell’effimero Web
    2.0 è giunta al
          capolinea.
Improvvisamente
   l’ammucchiata
  partecipativa si
     ritrova in una
  situazione tesa
     e conflittuale.     »
          Geert Lovink
La rivincita delle vecchie strutture sociali

C’è chi ancora celebra le potenzialità di Internet
come risolutore delle asimmetrie verticali e
del paradigma gerarchico dei media tradizionali
Tuttavia sembra emergere una nuova forma di
dominio, basato sull’estrazione del valore aggiunto
insito nella comunicazione degli utenti
Il discorso online prolifera, ma è privo di impatto
politico, cioè non incide sul processo decisionale e
si sviluppa all’interno di casse di risonanza chiuse
L’effetto «eco-chamber» in Rete

L’espressione indica il rafforzamento e
l’amplificazione di idee precostituite, che vengono
comunicate all’interno di ambienti chiusi
I social media sono spazi molto frammentati, in
cui le persone tendono spesso e in modo
spontaneo ad assumere atteggiamenti aggressivi
Ne risente anche l’informazione giornalistica: i
fatti si moltiplicano e si trasformano in vorticose
discussioni autoreferenziali
Fonte: Wikipedia




Tim O'Reilly e la grande
formula narrativa del Web 2.0
Storia e funzione di uno slogan

Lo scoppio della bolla della New Economy, nel
marzo del 2000, interruppe bruscamente la breve
esperienza delle cosiddette dot.com
L’espressione Web 2.0, coniata dall’editore Tim
O’Reilly nel 2004, è nata per riportare in vita la
scena della start-up della Silicon Valley
Essa si basa su un nuovo modello, fondato non
sull’e-commerce ma sulla partecipazione e sullo
sfruttamento dei contenuti degli utenti (UGC)
Fonte: Wikipedia




Dopo il disastro delle dot.com:
ricominciare da Google
Prima dei social media: Google e blog

Il Web 2.0 salva e valorizza due realtà
sopravvissute al disastro della New Economy: la
blogosfera e Google (che si quota nel 2004)
I blog inaugurano la stagione della Rete come
spazio di condivisione di contenuti personali,
anche tramite la tecnologia dei feed RSS
Google fonda il suo successo su un algoritmo che
definisce una gerarchia dei contenuti basata sul
loro valore «sociale»
Fonte: Searchenginebrief.com




                               Page Rank: che cosa
                                  valorizza Google
Il sociale è stato «neutralizzato»

Mentre la società si fa liquida, i riferimenti sociali
si perdono e le strutture si decompongono, si
affermano le piattaforme tecnologiche «social»
Sono «reti prive di scopo [...], divoratrici di tempo
[...]: veniamo risucchiati sempre più in profondità
in una caverna sociale, senza sapere che cosa
stiamo cercando»(*)

(*)
  Geert Lovink, Ossessioni collettive. Critica dei social media, UBE, Milano,
2012 (tr. di Networks Without a Cause: A Critique of Social Media, Polity,
Cambridge, 2012)
Contro il Web 2.0: le letture deterministe

Nicholas Carr (The Shallows: What the Internet Is
Doing to Our Brains, 2010) denuncia l’effetto
nefasto della Rete sulle nostre capacità cognitive
Maryanne Wolf (Proust and the Squid: The Story
and Science of the Reading Brain, 2007) studia la
perdita della capacità di «lettura profonda» online
Accenti analoghi ricorrono nel dossier How is the
Internet changing the way you think, pubblicato
da Edge.org nel 2010(*)
(*)
  http://edge.org/annual-question/how-is-the-internet-changing-the-way-
you-think
Contro il Web 2.0: la lettura tecno-politica

Jason Lanier (You Are Not a Gadget, 2010) critica
il paradigma della «saggezza della folla», in cui le
norme imposte dalla massa soffocano i singoli
Per Lanier la cultura produce sempre più
omologazione e conformismo delle idee, anziché
varianti ai modelli di pensiero tradizionali
Andrew Keen (The Cult of the Amateur, 2007)
evidenzia la povertà culturale dell’esperienza
«social», governata dall’ignoranza e dall’egoismo
Contro il Web 2.0: la lettura tecno-politica

Eli Pariser (The Filter Bubble. What the Internet
is Hiding from You, 2011) mette in discussione il
paradigma della personalizzazione dell’esperienza
La realtà a cui accediamo, attraverso i filtri del
Web 2.0, tende sempre a confermare le nostre
aspettative ed esclude i punti di vista alternativi
L’esempio più evidente di applicazione di questo
modello è Google, ma anche i filtri di Facebook si
basano sul medesimo principio
Web 2.0, real-time web e micro-blogging

L’idea è che un’azione compiuta sul Web eserciti i
suoi effetti in tempo reale: l’informazione viene
spinta verso gli utenti non appena è disponibile
Un messaggio, un documento o una notizia sono
ricercabili, visualizzabili e condivisibili nel
momento stesso in cui vengono pubblicati
Il real-time web è un universo di individui
interconnessi, ciascuno dei quali notifica in tempo
reale informazioni su di sé istante per istante
La colonizzazione del tempo reale

Lovink e Carr (si veda la serie delle Realtime
Chronicles, nel blog «Rough Type») evidenziano il
fenomeno della colonizzazione del tempo reale
Il valore non è più definito dall’accumulo di
esperienza, dalla profondità e dalla storicizzazione
ma viene ricalcolato istante per istante
Come avviene nella piattaforma di Twitter, la
memoria si svuota e si ripulisce ogni pochi giorni:
la lezione del passato non serve più
Arti liberali e arti servili

Il post di Nicholas Carr The free arts and the
servile arts (22 febbraio 2009) mette in scena un
emblematico mash up fra passato e presente (*)
Si accostano l’opinione di Steve Gillmor sui servizi
di messaggistica real-time («the new crack») e la
descrizione delle arti liberali del XII secolo
Il confronto illumina sul problema della
compressione del tempo: senza approfondimento,
pausa e meditazione, la conoscenza è a rischio?
(*)   http://www.roughtype.com/?p=1228

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Le battaglie per il futuro di Internet 12

  • 1. Università di Pavia Le battaglie Comunicazione Innovazione Multimedialità per il futuro Anno Accademico 2012-2013 di Internet Paolo Costa
  • 2. 12a lezione WEB 2.0 AL CAPOLINEA
  • 3. « La saga dell’effimero Web 2.0 è giunta al capolinea. Improvvisamente l’ammucchiata partecipativa si ritrova in una situazione tesa e conflittuale. » Geert Lovink
  • 4. La rivincita delle vecchie strutture sociali C’è chi ancora celebra le potenzialità di Internet come risolutore delle asimmetrie verticali e del paradigma gerarchico dei media tradizionali Tuttavia sembra emergere una nuova forma di dominio, basato sull’estrazione del valore aggiunto insito nella comunicazione degli utenti Il discorso online prolifera, ma è privo di impatto politico, cioè non incide sul processo decisionale e si sviluppa all’interno di casse di risonanza chiuse
  • 5. L’effetto «eco-chamber» in Rete L’espressione indica il rafforzamento e l’amplificazione di idee precostituite, che vengono comunicate all’interno di ambienti chiusi I social media sono spazi molto frammentati, in cui le persone tendono spesso e in modo spontaneo ad assumere atteggiamenti aggressivi Ne risente anche l’informazione giornalistica: i fatti si moltiplicano e si trasformano in vorticose discussioni autoreferenziali
  • 6. Fonte: Wikipedia Tim O'Reilly e la grande formula narrativa del Web 2.0
  • 7. Storia e funzione di uno slogan Lo scoppio della bolla della New Economy, nel marzo del 2000, interruppe bruscamente la breve esperienza delle cosiddette dot.com L’espressione Web 2.0, coniata dall’editore Tim O’Reilly nel 2004, è nata per riportare in vita la scena della start-up della Silicon Valley Essa si basa su un nuovo modello, fondato non sull’e-commerce ma sulla partecipazione e sullo sfruttamento dei contenuti degli utenti (UGC)
  • 8. Fonte: Wikipedia Dopo il disastro delle dot.com: ricominciare da Google
  • 9. Prima dei social media: Google e blog Il Web 2.0 salva e valorizza due realtà sopravvissute al disastro della New Economy: la blogosfera e Google (che si quota nel 2004) I blog inaugurano la stagione della Rete come spazio di condivisione di contenuti personali, anche tramite la tecnologia dei feed RSS Google fonda il suo successo su un algoritmo che definisce una gerarchia dei contenuti basata sul loro valore «sociale»
  • 10. Fonte: Searchenginebrief.com Page Rank: che cosa valorizza Google
  • 11. Il sociale è stato «neutralizzato» Mentre la società si fa liquida, i riferimenti sociali si perdono e le strutture si decompongono, si affermano le piattaforme tecnologiche «social» Sono «reti prive di scopo [...], divoratrici di tempo [...]: veniamo risucchiati sempre più in profondità in una caverna sociale, senza sapere che cosa stiamo cercando»(*) (*) Geert Lovink, Ossessioni collettive. Critica dei social media, UBE, Milano, 2012 (tr. di Networks Without a Cause: A Critique of Social Media, Polity, Cambridge, 2012)
  • 12. Contro il Web 2.0: le letture deterministe Nicholas Carr (The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brains, 2010) denuncia l’effetto nefasto della Rete sulle nostre capacità cognitive Maryanne Wolf (Proust and the Squid: The Story and Science of the Reading Brain, 2007) studia la perdita della capacità di «lettura profonda» online Accenti analoghi ricorrono nel dossier How is the Internet changing the way you think, pubblicato da Edge.org nel 2010(*) (*) http://edge.org/annual-question/how-is-the-internet-changing-the-way- you-think
  • 13. Contro il Web 2.0: la lettura tecno-politica Jason Lanier (You Are Not a Gadget, 2010) critica il paradigma della «saggezza della folla», in cui le norme imposte dalla massa soffocano i singoli Per Lanier la cultura produce sempre più omologazione e conformismo delle idee, anziché varianti ai modelli di pensiero tradizionali Andrew Keen (The Cult of the Amateur, 2007) evidenzia la povertà culturale dell’esperienza «social», governata dall’ignoranza e dall’egoismo
  • 14. Contro il Web 2.0: la lettura tecno-politica Eli Pariser (The Filter Bubble. What the Internet is Hiding from You, 2011) mette in discussione il paradigma della personalizzazione dell’esperienza La realtà a cui accediamo, attraverso i filtri del Web 2.0, tende sempre a confermare le nostre aspettative ed esclude i punti di vista alternativi L’esempio più evidente di applicazione di questo modello è Google, ma anche i filtri di Facebook si basano sul medesimo principio
  • 15. Web 2.0, real-time web e micro-blogging L’idea è che un’azione compiuta sul Web eserciti i suoi effetti in tempo reale: l’informazione viene spinta verso gli utenti non appena è disponibile Un messaggio, un documento o una notizia sono ricercabili, visualizzabili e condivisibili nel momento stesso in cui vengono pubblicati Il real-time web è un universo di individui interconnessi, ciascuno dei quali notifica in tempo reale informazioni su di sé istante per istante
  • 16. La colonizzazione del tempo reale Lovink e Carr (si veda la serie delle Realtime Chronicles, nel blog «Rough Type») evidenziano il fenomeno della colonizzazione del tempo reale Il valore non è più definito dall’accumulo di esperienza, dalla profondità e dalla storicizzazione ma viene ricalcolato istante per istante Come avviene nella piattaforma di Twitter, la memoria si svuota e si ripulisce ogni pochi giorni: la lezione del passato non serve più
  • 17. Arti liberali e arti servili Il post di Nicholas Carr The free arts and the servile arts (22 febbraio 2009) mette in scena un emblematico mash up fra passato e presente (*) Si accostano l’opinione di Steve Gillmor sui servizi di messaggistica real-time («the new crack») e la descrizione delle arti liberali del XII secolo Il confronto illumina sul problema della compressione del tempo: senza approfondimento, pausa e meditazione, la conoscenza è a rischio? (*) http://www.roughtype.com/?p=1228