TESTO ARGOMENTATIVO PIRANDELLO
Pirandello nacque nel 1867 ad Agrigento da una famiglia agiata. Lo scrittore era in costante disarmonia
con sé stesso e con il mondo e definiva la sua vita, così come quella di tutti gli uomini, un’enorme
“pupazzata”. Pirandello elabora una visione della realtà come caos privo di senso e finalità, in cui è
impossibile distinguere tra verità e apparenze soggettive e in cui ogni forma di conoscenza risulta
impossibile. Ogni certezza assoluta viene negata e si approda ad un totale relativismo conoscitivo,
secondo cui esistono tante verità soggettive. Secondo l’autore, ogni individuo assume diverse forme,
che corrispondono ai diversi ruoli della società gli attribuisce, e la persona si riduce a maschera,
frantumando la propria identità individuale. Di conseguenza il singolo individuo, che si crede Uno, in
realtà si frammenta in Centomila e si ritrova infine Nessuno. La possibile soluzione viene ricercata, dal
poeta, nell’immaginazione e nell’evasione fantastica o talvolta nella follia, che permette all’uomo di
assecondare le proprie contradditorie pulsioni vitalistiche, trasformandolo in una maschera nuda. La
personalità dell’uomo, è però solo un’illusione. Il tutto si complica poiché, non solo ognuno di noi si crea
una forma, ma anche gli altri, attraverso il loro punto di vista, ci attribuiscono determinate forme, delle
vere e proprie maschere, che noi ci imponiamo di indossare perché imposte dalla società e dal contesto
sociale. La stessa parola “persona”, in realtà, significa proprio maschera. La maschera e l’uomo quindi
coincidono: indossando di volta in volta la maschera che si adatta al punto di vista altrui, alla realtà
molteplice e frantumata, l’uomo mostra alcune sue parti, ma mai la sua vera essenza. La vera essenza
dell’uomo è qualcosa di molto prezioso, l’uomo ha paura di mostrarla perché teme il giudizio altrui e il
dolore proprio. Indossare una maschera, tuttavia, non sempre è qualcosa di negativo, non sempre
impedisce la comprensione e la conoscenza di una persona, è solo una forma di autotutela che l’uomo
si pone per evitare di soffrire. Il problema è quando la maschera si attacca così bene che non si riesce
più a toglierla, e quasi non si ricorda nemmeno di indossane una. In questo caso la maschera che si
indossa blocca e limita il proprio potere personale. La propria personalità, la propria essenza, non si
riesce quasi più a distinguere perché è stata completamente forgiata da anni e anni di aspettative. E’
necessario quindi saper distinguere una maschera falsa, da una vera che non ostacola le relazioni
umane o mette a rischio la vera personalità dell’individuo. Bisogna ricordare che spesso una maschera
ci dice più cose di un volto.
MARINI ALESSIA 5F

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Testo argomentativo pirandello

  • 1. TESTO ARGOMENTATIVO PIRANDELLO Pirandello nacque nel 1867 ad Agrigento da una famiglia agiata. Lo scrittore era in costante disarmonia con sé stesso e con il mondo e definiva la sua vita, così come quella di tutti gli uomini, un’enorme “pupazzata”. Pirandello elabora una visione della realtà come caos privo di senso e finalità, in cui è impossibile distinguere tra verità e apparenze soggettive e in cui ogni forma di conoscenza risulta impossibile. Ogni certezza assoluta viene negata e si approda ad un totale relativismo conoscitivo, secondo cui esistono tante verità soggettive. Secondo l’autore, ogni individuo assume diverse forme, che corrispondono ai diversi ruoli della società gli attribuisce, e la persona si riduce a maschera, frantumando la propria identità individuale. Di conseguenza il singolo individuo, che si crede Uno, in realtà si frammenta in Centomila e si ritrova infine Nessuno. La possibile soluzione viene ricercata, dal poeta, nell’immaginazione e nell’evasione fantastica o talvolta nella follia, che permette all’uomo di assecondare le proprie contradditorie pulsioni vitalistiche, trasformandolo in una maschera nuda. La personalità dell’uomo, è però solo un’illusione. Il tutto si complica poiché, non solo ognuno di noi si crea una forma, ma anche gli altri, attraverso il loro punto di vista, ci attribuiscono determinate forme, delle vere e proprie maschere, che noi ci imponiamo di indossare perché imposte dalla società e dal contesto sociale. La stessa parola “persona”, in realtà, significa proprio maschera. La maschera e l’uomo quindi coincidono: indossando di volta in volta la maschera che si adatta al punto di vista altrui, alla realtà molteplice e frantumata, l’uomo mostra alcune sue parti, ma mai la sua vera essenza. La vera essenza dell’uomo è qualcosa di molto prezioso, l’uomo ha paura di mostrarla perché teme il giudizio altrui e il dolore proprio. Indossare una maschera, tuttavia, non sempre è qualcosa di negativo, non sempre impedisce la comprensione e la conoscenza di una persona, è solo una forma di autotutela che l’uomo si pone per evitare di soffrire. Il problema è quando la maschera si attacca così bene che non si riesce più a toglierla, e quasi non si ricorda nemmeno di indossane una. In questo caso la maschera che si indossa blocca e limita il proprio potere personale. La propria personalità, la propria essenza, non si riesce quasi più a distinguere perché è stata completamente forgiata da anni e anni di aspettative. E’ necessario quindi saper distinguere una maschera falsa, da una vera che non ostacola le relazioni umane o mette a rischio la vera personalità dell’individuo. Bisogna ricordare che spesso una maschera ci dice più cose di un volto. MARINI ALESSIA 5F