⛵⛵ COSE ESTRATTE A CASO DAL BAULE DELLA NOSTRA STULTIFERANAVIS

⛵⛵ COSE ESTRATTE A CASO DAL BAULE DELLA NOSTRA STULTIFERANAVIS

In un mondo in cui domina l’ignoranza, la follia è essere saggi. Nei tempi in cui ci si affanna a chiedere luce a intelligenze artificiali, la novità sta nell’affidarsi al lume del pensiero umano, della parola e della poesia. Non una rivista, non una piattaforma: un progetto aperto, uno spazio transdisciplinare per condividere conoscenza.”

Da questo elenco mancano, per scelta, i testi scritti e pubblicati dai due co-fondatorei del progetto, Carlo Mazzucchelli e Francesco Varanini . Un modo per ringraziare coloro che hanno creduto nel nostro progetto salendo a bordo fin dal varo della nostra nave.


Pubblicanti o narranti? (di Giovanni Nacci)

Il rischio, mi sembra, è quello di smettere – per noia, per inettitudine, per sopravvenuta incapacità - di essere entità narranti per diventare invece delle mere entità pubblicanti…  un ambito in cui tutto ciò che normalmente collochiamo nel concetto di “intelligenze artificiali” già ci batte a mani basse.

La mitologia del Prompt (di Owen Matson)

At first glance, prompting an AI seems straightforward: a user poses a question, the model responds. But this framing—human initiator, machine reactor—is less a description than a myth about how knowledge works, especially in education and EdTech.

Attraversare il dolore: crescere nel silenzio e pensare oltre l’evidenza (di Calogero Bonasia)

Un’esplorazione personale e lucida di cosa significhi crescere accanto a un genitore sofferente. Il dolore come struttura conoscitiva, l’empatia come strumento analitico, e la lettura come forma di resistenza. 

L'ombra che portiamo: un viaggio nella saggezza dell'accettazione (di Calogero Bonasia)

Esiste una parte di noi che preferiremmo ignorare: l'ombra dell'anima che custodisce dolori, paure e imperfezioni. Dalla psicologia di Jung alla filosofia di Nietzsche, dalle saggezze orientali al pensiero giapponese, tutte le grandi tradizioni convergono su una verità rivoluzionaria: questa ombra non è il nostro nemico, ma la chiave per una vita più autentica. Non si tratta di eliminare le parti oscure di noi stessi, ma di abbracciarle con compassione. Un viaggio attraverso la saggezza millenaria per scoprire che la completezza umana nasce dall'accettazione, non dalla perfezione. 

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Conversazione con Carlo Rovelli (di Keren Ponzo)

Una mia conversazione con Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico, un poeta. Laureato in Fisica all’Università di Bologna (dottorato all’Università di Padova) ha lavorato nelle Università di Roma e di Pittsburgh (USA), e per il Centro di Fisica teorica dell’Università del Mediterraneo di Marsiglia. Studioso di fama mondiale, fondatore della gravità quantistica a loop, e responsabile dell’Équipe de gravité quantique dell’Università di Aix-Marseille. Si è dedicato anche alla storia e alla filosofia della scienza con il libro Che cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (Mondadori Università, 2011). Tra gli altri suoi libri, Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio? (Di Renzo Editore, 2010), La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose. 

L’angoscia e il simbolo (di Keren Ponzo)

Un dialogo tra Franco Fornari e Byung-Chul Han sulla crisi dell’umano contemporaneo

La voce (di Anna Colaiacovo)

Una riflessione sulla voce, primo strumento di contatto con l’Altro. La voce è suono prima ancora che parola, come parola può accarezzare o ferire, dare potere e valorizzare un pensiero. Senza la voce incarnata non si può comunicare la propria unicità, che sempre emerge da evidenze imponderabili che rivelano tratti della personalità di ognuno. La voce trasmette significati che vanno oltre le parole e il linguaggio, segnala la stretta relazione tra un dentro e un fuori. La voce, il suo uso in contesto e spazi sociali, è anche alla base della politica come ambiti plurali nei quali relazionarsi, socializzare e far politica. Nessuna piazza virtuale è in grado di sostituire l’esperienza della voce. Il prevalere della vista evidenzia come non mai il vuoto che si è creato in assenza di voce. 

Il contatto (di Anna Colaiacovo)

Nella nostra civiltà, in cui la velocità è un valore e l’eccesso di informazioni ci distrae continuamente, mettiamo sempre meno alla prova il senso del tatto, a meno che non avvertiamo segnali di grave pericolo. Anche le relazioni tra esseri umani sono sempre più mediate dalla vista e dalla parola e la vicinanza tra i corpi è spesso vissuta come minacciosa o comunque poco edificante, al punto che ad esempio viviamo come straniante la minima distanza interpersonale, così presente invece in altre culture, come quella asiatica. In questo modo, però, rischiamo, paradossalmente, di diventare noi ‘intoccabili’, come quella casta indiana costituita da individui ‘non toccabili’ perché impuri e addetti alle mansioni più umili.

Estasi e angoscia: creatività, plagio, influenza, IA (di Nicola Gaiarin)

“Tutta l’umanità è un solo volume. Quando un uomo muore, il suo capitolo non viene strappato dal libro ma tradotto in una lingua più bella, ed ogni capitolo deve essere tradotto in questo modo. Dio si avvale di diversi traduttori. Alcuni brani vengono tradotti dall'età, altri dalla malattia, alcuni dalla guerra, altri dalla giustizia, ma la mano di Dio raccoglierà di nuovo in volume i nostri fogli sparsi per la biblioteca  in cui ogni libro resterà aperto l’uno per l’altro.”

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Lego ergo sum: leggo, dunque sono (di Camilla Scatena)

Ogni libro che leggiamo ci cambia, ogni interpretazione ci modifica. Non siamo gli stessi dopo aver letto un testo significativo: le parole degli altri diventano parte del nostro tessuto mentale, modificano la nostra comprensione, espandono i nostri orizzonti. 

Neutralità. Una nuova forma di leadership globale? (di Enza Fumarola)

In un mondo lacerato da conflitti che sembrano non avere fine, dovremmo iniziare a considerare che la neutralità degli Stati non rappresenta una forma di debolezza, ma al contrario, la più coraggiosa espressione di leadership. Un rifiuto consapevole di perpetuare cicli di violenza. La scelta audace di costruire ponti invece di muri (Papa Francesco).

La verità alla deriva: perché gli LLM mentono sempre meglio (di Andrea Berneri)

Le macchine non mentono per capriccio, ma per architettura. Ogni errore iniziale diventa una deriva inevitabile, amplificata dalla stessa logica del modello. Così, inseguendo la verità, scopriamo solo illusioni ben strutturate. Le "allucinazioni" nei Large Language Models (LLM) sono un fenomeno strutturale che deriva dalla loro architettura autoregressiva. Ogni errore iniziale, specialmente con input fuori distribuzione, innesca una deriva di inesattezze che si amplifica lungo la generazione del testo. Una deriva stocastica che rappresenta una sfida centrale nel campo dell'intelligenza artificiale, paragonabile - per portata - alla corsa allo spazio del XX secolo. Comprendere e risolvere questo problema aprirebbe scenari rivoluzionari per l'intera società, ma siamo ancora lontani, nonostante gli enormi sforzi in ricerca e sviluppo.

L'AI come "trasformautore" e il caso Hypnocracy (di Gino Tocchetti)

Finora le nuove possibilità introdotte dallo sviluppo tecnologico hanno permesso all’uomo di creare forme sempre più evolute con cui esprimersi e realizzarsi. Con l’Intelligenza Artificiale, lo scarto evolutivo è evidente: la trasformazione di ruoli, concezioni e tradizioni, ha un effetto radicale sui concetti di opera d’autore, autore e processo generativo. Questo è direttamente legato alla questione cruciale, se l’AI sostituisce l’uomo o lo potenzia. 

La fede nelle macchine in un mondo senza Dio? (di Massimo Berlingozzi)

Capita sempre più spesso di leggere articoli che tendono ad attribuire agli LLM (Large Language Models) qualche forma di pensiero o di ragionamento. Qualcosa che emergerebbe, sfuggendo a una nostra piena comprensione, dallo sterminato set di dati a loro disposizione. Opinione espressa con sempre maggiore convinzione in base ai risultati più recenti di questi strumenti. Difficile capire se chi sostiene queste posizioni lo fa in difesa degli enormi interessi economici che ruotano attorno a questi prodotti, per genuina convinzione personale, oppure mosso da  una fiducia incrollabile verso il progresso tecnologico. Interrogarsi sul perché accade tutto questo credo sia importante e utile. 

Critica alla ragion cyber… redux! (di Giovanni Nacci)

“Critica alla ragion cyber” è un documento del 2012, in forma di paper. Conta poco più di una dozzina di pagine. E' stato scritto con l’unico scopo di accendere un faro su quello che, a mio parere, è il più grande fraintendimento strategico della prima decade del nuovo secolo (e millennio): la cyberizzazione di qualsiasi concetto fosse possibile cyberizzare. Un paper nel quale tentavo di esprimere tutta la mia perplessità in merito a quella che sembrava essere la percezione comune - ma anche quella specialistica, per quanto concerne l’Intelligence, l’OSINT e gli Studi di Intelligence in generale - di tutto ciò che in quei settori era, o stava per diventare, cyber-addicted. Ovvero, in altre parole, di tutto ciò che di concettuale stava per ricevere il prefisso “cyber” (o ciber, o cibernetico, eccetera): cyber-security, cyber-intelligence, cyber-terrorism, cyber-warfare, cyber-war, cyber-space, cyber-weapon, solo per dare un elenco parziale. Termini che ad oggi fanno parte a pieno titolo del linguaggio parlato[3]. Quello che propongo qui è una “rilettura critica” di Critica alla ragion cyber, tredici anni dopo. 

Gentilezza, generosità e gratuità (di Anna Maria Palma)

Una proposta, una provocazione. Ecco l’incipit fornito da Carlo Mazzucchelli, che considero un compagno di viaggio “avanzato” in tutti i sensi: le sue camminate, i suoi viaggi, i suoi scritti, la sua cultura. La gentilezza, la generosità e sì, anche la gratuità che dimostra nel portare avanti progetti di spessore e soprattutto - e questo mi riguarda personalmente - nel non lasciarmi lungo la strada, non permettere che mi perda nello sconforto del deserto relazionale sempre più consolidato nel mondo che mi circonda. 

Oltre il gregge: una narrazione umanista digitale sulla libertà e la volontà di potenza in Nietzsche (di Franco Bagaglia)

Nel vasto scenario della nostra epoca iperconnessa, in cui la rete domina l’esperienza quotidiana e la pressione sociale si insinua spesso come un’ombra silenziosa, emerge con forza il richiamo di un antico eppure eternamente attuale pensiero: quello di Friedrich Nietzsche sulla mentalità del gregge e la volontà di potenza.  

L’inevitabile importanza del fallimento nella vita umana (di Giuseppe Sferrazzo)

Il fallimento è spesso vissuto come un’ombra minacciosa, un ostacolo da evitare a ogni costo. La società celebra il successo, spingendoci a temere l’errore e a nascondere le cadute. Eppure, il fallimento è una componente essenziale della crescita e dell’apprendimento. Senza errori, non esisterebbe il progresso. Senza sconfitte, non ci sarebbero trionfi. Come sottolineano studiosi e filosofi, il fallimento non è solo una tappa della vita, ma uno strumento fondamentale per lo sviluppo umano. 

Dal mito di Cnosso al web: il labirinto come simbolo eterno dello smarrimento (di Federico Carra)

Da prigione del Minotauro a giardino degli amanti, da mosaico medievale a ragnatela digitale, il labirinto attraversa la storia trasformandosi ma restando sempre lo stesso: un luogo dove perdersi per ritrovarsi. Oggi, però, i labirinti sono invisibili e virtuali — e perdersi da seduti può essere molto più pericoloso. Un viaggio affascinante tra miti antichi, città moderne e intelligenza artificiale. 

𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐖𝐫𝐢𝐭𝐢𝐧𝐠 𝐒𝐭𝐨𝐩𝐬 𝐓𝐡𝐢𝐧𝐤𝐢𝐧𝐠: Automation, Authorship, and the Ethics of Conceptual Rigor from Mark Twain to AI (di Owen Matson)

This essay examines the growing disconnect between language and thought in contemporary discourse, particularly in the context of EdTech, AI, and academic theory. Beginning with reflections on the author’s recent engagement with theoretical dialogue on LinkedIn—a platform marked by performance-driven visibility rather than conceptual depth—it traces how theoretical vocabulary has increasingly come to function as professional shorthand, signaling intellectual alignment while often bypassing the labor of thinking. Drawing on examples from education discourse and the historical figure of Mark Twain—whose engagement with the typewriter and notions of automatic writing challenged humanist ideas of authorship—the essay situates current anxieties around AI-generated language within a longer tradition of mechanical mediation. Rather than framing authorship as a question of human versus machine, the essay argues for conceptual rigor as the true index of intellectual integrity. It calls for a renewed attention to friction, difficulty, and specificity in writing—not as barriers to communication, but as signs that thought is actively being done.

Giovanni Nacci - Camilla Scatena - Calogero Kàlos Bonasia - Nicola Gaiarin - Giuseppe Sferrazzo - Anna Maria Palma - Enza Fumarola - Owen Matson, Ph.D. - Franco Bagaglia - Anna Colaiacovo - Gino Tocchetti - Federico Carra - Nicole Morgan, Ph.D - Guido Tahra 吉多塔拉 غيدو طاهره - Susanna Di Vincenzo - Francesco Spadera - Alexandre (Alexander) MARTIN ✨ 🤖 - Germana Bruno - Roberto Siconolfi - Laura Bonaguro - Massimiliano Pappalardo - Gino Martorelli - Stefano Diana - Antonio Serra - Annarosa Antonello - Simone De Clementi - Antonio Di Benedetto - Giorgio Irtino - Emanuele M. - Katia Bovani - Alberto Messina - Maurizio Karra - Lavinia Capogna - Alessandro Bertirotti - Angela Fiore - Giovanni Landi - Anna Salzano (psycho2psycho) - Giovanni Covino - Adriano Russo - Angelo Cacciola Donati - Simona Frignani - Stefano Borroni Barale - Antonio Fiorella - Alessandro Bianchi - Alfredo Rizzato - Alessandra Solina - Kira Stellato, PhD - Carlo Rinaldi - Carlo A. Bachschmidt - Stefano Adorni - Emmanuel R. Goffi, PhD - Fabio Salvi - iago Sannino - Riccardo Santilli - Simona Zelli - Andrea Albanese - Carlo Gislon - Pierre Lévy

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Susanna Di Vincenzo

CEO and CO-Founder at 17tons.earth

2 mesi

Grazie Carlo Mazzucchelli per l’accoglienza che hai riservato ai miei racconti e per avermi accolto in questa ricca barca! C’è bisogno di pensieri, lenti, profondi, multidisciplinari, sistemici in questa era della tecnosfera onnivora e travolgente. E grazie anche per aver creato questo contenitore aperto e a suo modo potente.

Katia Bovani

Scrivo la tua autorevolezza. Con cura. - Ghostwriting, editing e formazione strategica per ®LinkedIn e per la comunicazione interna d'impresa

2 mesi

Nel baule metterei il kàrisma della parola. Una meditazione profonda sullo strumento che, in ogni tempo e in ogni luogo, è compartecipe dell'evoluzione della nostra specie. Grazie, Carlo e grazie anche a STULTIFERA NAVIS.

Laura Bonaguro

Laurea Magistrale in Architettura al Politecnico di Milano - Diploma di Comunicazione Visiva & Interior Design allo IED di Milano

2 mesi

Sono felice di appartenere a questo progetto pur contribuendo più in lettura che in scrittura. Grazie per questa oppurtunità di crescita ed espressione 🙏

Enza Fumarola

Experienced Executive, Information Technology expert, Digital advisor, M&A advisor, No profit activity

2 mesi

Grazie a voi, Carlo e a Francesco. Mi avete fatto salire a bordo senza chiedermi nulla in cambio se non la disponibilità a condividere pensieri e sentimenti attraverso le parole. E' un'esercizio sempre più difficile e per questo sempre più stimolante. Arricchisce chi scrive prima ancora di chi legge. Spero che il viaggio sia lungo, le tappe tante, le scoperte infinite.

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