Essere "Positivi" e/o "Negativi": cosa significa, davvero?
Quante volte sentiamo frasi del tipo "Dai, non essere così negativo: nella vita bisogna essere positivi!"... Ma di cosa si tratta, veramente? E' soltanto uno stato d'animo o c'è qualcosa di più? Ed in che modo, saperlo, incide sulla leadership?
C'è molta confusione riguardo l'aspetto della positività o della negatività come elementi che segnano profondamente non soltanto la qualità della nostra vita, ma anche delle relazioni che abbiamo con noi stessi, gli altri ed il mondo in genere.
Il più delle volte, si associano questi due aspetti al carattere della persona o, più banalmente, ad una fisiologica - ovvero psicologica - risposta agli eventi.
In alcuni casi, può essere una precisa scelta di vita (che in questo caso sarebbe improntata alla positività: chi sceglierebbe volutamente la negatività?), ma se non si conoscono le dinamiche dietro questi due aspetti, è difficile poi mantenere l'atteggiamento voluto... figuriamoci farne una seconda natura!
Lo scopo di questo articolo è, appunto, quello di spiegare in modo semplice e diretto cosa ci sia davvero dietro la positività/negatività e come sia possibile passare, praticamente a piacere, da uno stato (negatività) all'altro (positività) in modo naturale e senza forzature.
Una cosa è bene chiarire subito: atteggiarsi a persone positive, voler vedere tutto rosa e cercare di far credere agli altri di essere assertivi, non funziona.
Gli stati mentali in genere vengono da molto lontano e si consolidano a seguito di complessi meccanismi interni che è poi difficile scardinare e ricorrere alla sola forza di volontà, alla fine, lascia il tempo che trova.
Comprendere la natura della "Positività" e della "Negatività"
Partiamo col comprendere bene il significato delle due parole.
"Positività" deriva dal verbo "ponere" (porre, mettere), il cui participio passato in latino è "positus" (posto). Pertanto, la persona "positiva" è una che mette, aggiunge, contribuisce. La positività, infatti, viene rappresentata dal simbolo "+" che, in aritmetica, mette a somma due o più addendi.
"Negatività" deriva invece dal verbo "negare", ossia togliere, opporre, rifiutare, cancellare. Pertanto, la persona "negativa" è una che rimuove, cancella, respinge. La negatività viene rappresentata dal simbolo "-" dove, in aritmetica, un minuendo toglie da un sottraendo.
Per dirla in altro modo, la positività arricchisce, mentre la negatività impoverisce... in qualsiasi ambito esse vengano calate.
E' il motivo per cui quando ci relazioniamo con una persona che definiamo positiva ci sentiamo più carichi... e scarichi quando si ha a che fare con una negativa. Stiamo parlando di energia, qui, dove la prima "aggiunge" all'ambiente in cui si trova e la seconda "succhia" (toglie) da quell'ambiente.
Come vedi, i termini positività e negatività non si riferiscono ad un tratto caratteriale o della personalità, ma ad una precisa scelta di vita, per quanto inconsapevole possa essere. Solo che, una volta capito il meccanismo, non ci si più nascondere dietro il solito "non lo sapevo".
Una scelta di base
Essere positivi o negativi, a prescindere che si tratti o meno di una scelta fatta consapevolmente, è un "posizionamento" spirituale, poiché sulla base delle decisioni che si prendono a quel livello andremo ad impostare il resto della nostra vita e delle nostre relazioni: ecco quant'è importante!
La domanda che dobbiamo farci è: "Voglio essere uno che aggiunge o uno che sottrae?"
In altre parole, voglio dedicare la mia vita a DARE il mio contributo nel rendere questo un mondo migliore o preferisco pensare unicamente ai miei interessi e PRENDERE tutto quello che posso?
Posta così, si tratta di una domanda banale e dalla risposta quasi scontata, ma alla fine è di questo che si tratta poiché, dalla scelta che faremo, andremo poi a determinare i nostri stati mentali ed emotivi che, a loro volta, produrranno o toglieranno energia... e non è qualcosa che si può manipolare.
Non si tratta di bontà o cattiveria, almeno non nel modo in cui le intendiamo. Puoi anche essere la persona più gentile e disponibile che ci sia, ma se tendi ad essere negativa è perché i tuoi pensieri e le tue intenzioni sono rivolte su te stessa, anche se può sembrare non essere così.
Se ti senti vittima e pensi che il mondo ce l'abbia con te, che ti vada tutto male, che gli altri non ti capiscano, sei pessimista... è solo perché i tuoi pensieri sono rivolti su di te e questo blocca la tua energia.
D'altro canto, se i tuoi pensieri sono rivolti al benessere altrui al rendere questo mondo migliore grazie ai tuoi sforzi (lavorativi e non), la tua energia si attiva, gli altri lo percepiscono e tu ti senti inarrestabile.
Conclusione
Nessun leader potrà mai essere e sentirsi tale in uno stato di negatività. Certo, i guai possono (e lo fanno!) arrivare anche a loro, ma non è questo il punto: il punto è cosa intendono poi fare a riguardo.
Sentirsi giù e sfiduciati è normale e questo è dovuto al fatto che, almeno in quel preciso momento, si è focalizzati esclusivamente su di sé, dovendo magari affrontare e risolvere questioni importanti... private, lavorative o pubbliche che siano.
Solo che il ruolo di leader è incompatibile con quello stato mentale e questo lo costringe ad uscirne proprio perché sa che ci sono altre persone di cui si sente ed è responsabile.
Ed è allora che avviene il "miracolo": nel momento in cui la mente si rivolge altrove - cioè, ovunque fuorché su di sé - per trovare una nuova via o soluzione, essa deve pensare a cosa "posare" sul tavolo, cosa aggiungere, e questo cambia all'istante lo stato mentale.
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1 meseCiao Alessandro, mi colpisce molto questa lettura della positività come atto del "mettere" e del contribuire. Nel mio lavoro artistico, dove ogni segno e ogni luce è una scelta, riconosco quanto questo posizionamento interiore influenzi profondamente ciò che si crea e ciò che si trasmette anche se ritrovo il tuo messaggio in tutta la mia esperienza professionale che ha toccato diversi ambiti. L'energia che aggiungiamo (o togliamo) non è mai neutra. Grazie per averlo spiegato con tanta chiarezza.
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1 meseSpesso dimentichiamo quanto la scelta di essere positivi o negativi influenzi davvero tutto, anche la leadership. È una decisione consapevole che cambia la direzione, non solo un semplice stato d’animo. Interessante vedere come si collega a obiettivi e crescita personale.