La Leadership opera su due realtà contemporaneamente
La leadership ricopre molteplici compiti in funzione degli obiettivi che s'intendono raggiungere in un determinato contesto ma, alla fine, un leader fa una cosa ed una cosa soltanto: armonizzare due realtà in cui siamo tutti inevitabilmente immersi: una effettiva ed una potenziale
Qualunque sia l'ambito in cui operiamo - familiare, scolastico, professionale, sociale o altro - sappiamo di avere a che fare con una realtà che ci siamo trovati a dover gestire nel modo più efficace possibile.
Solitamente, o si cerca di mantenere efficiente quel contesto, con al massimo qualche miglioria, o si mira ad usare quella realtà come piattaforma su cui costruire qualcosa di nuovo, d'inedito.
Nel primo caso, si parla di amministrare; nel secondo, di guidare.
Infatti, mentre il compito di un dirigente è quello di pensare (quasi) esclusivamente al primo, quello del leader è di integrare entrambi.
La cosiddetta "macchina statale", che è straordinariamente complessa, è un esempio di realtà statica che consiste di pura amministrazione: un contesto come questo, i leader non li vuole vedere nemmeno col binocolo.
Ci hanno provato, ma la farraginosità delle strutture che la costituiscono non consente grandi spazi di manovra.
Non è una legge, non dev'essere per forza così, ma a parte il caso dei leader cosiddetti visionari, che sono quasi completamente assorti dal dove vogliono portare l'entità che guidano, in tutti gli altri casi occorre pensare sia al mantenimento della solidità di una certa realtà sia alla sua evoluzione.
Cosa deve dunque fare il leader di una struttura aziendale che produce profitto, cresce e si confronta con altre aziende come la sua... che vorrebbero mangiarsela?
Chi fa cosa?
Non si ha molta scelta, in realtà. Sebbene possa avere altre figure che si occupano del buon andamento della cosiddetta ordinaria amministrazione, il leader è comunque tenuto ad accertarsi che la "macchina" aziendale svolga al meglio quello che è tenuta a fare da un punto di vista prettamente operativo.
Tuttavia, se si limita a questo, come purtroppo accade nella maggior parte dei casi, soprattutto con le piccole-medie realtà, non va molto lontano.
Forse l'aspetto più frustrante per un commerciale o un libero professionista che deve girare per aziende a proporre i suoi prodotti o servizi è quello di doversi confrontare con un non meglio definibile "responsabile" perché il titolare è troppo occupato a fare... altro.
Se ciò che viene proposto riguarda gli aspetti più strettamente operativi dell'azienda (la cartoleria, la manutenzione dei macchinari, le semplici apparecchiature informatiche, le risorse umane - fino ad un certo punto - ecc.), ci può anche stare.
Se, però, riguarda gli aspetti più strategici dell'azienda, cioè quelli finalizzati alla sua crescita, questo è un errore imperdonabile.
Capisco che un titolare di attività abbia a cuore quello di visitare i suoi clienti, soprattutto quelli potenziali, ma questo è un modo distorto e miope di gestire la questione. I clienti che contribuiscono al fatturato dell'azienda sono appunto i clienti dell'azienda, non del titolare, il quale ha UN solo cliente: la SUA azienda.
Questa è la sua priorità... ed il resto se gli avanza tempo, altrimenti sta solo amministrando, non guidando.
Chi la guida, allora? E come? Tra un buco di tempo e l'altro?
Quando ci si fissa sull'aspetto prettamente operativo dell'azienda, cioè quello produttivo, amministrativo, funzionale, ecc.... si perde di vista il quadro d'insieme ed è impossibile che l'azienda possa crescere, in questo modo.
Operatività e potenzialità
Esiste una realtà operativa, che riguarda per l'appunto l'aspetto prettamente funzionale, ed esiste una realtà potenziale. Della prima realtà il leader deve tenere conto, poiché è quella su cui l'azienda gira e produce; è, però, soprattutto sulla seconda che deve focalizzarsi, in quanto essendo su questa che andrà a costruire il suo futuro, non è delegabile: solo il leader può farsi carico di questo onere.
Stiamo parlando degli aspetti meno tangibili, ma non per questo meno importanti, anzi. Sono molto pochi quei leader cosiddetti "naturali" che riescono a sviluppare una visionarietà tale da sapere esattamente dove e come portare la loro organizzazione.
A tutti gli altri, non rimane che confrontarsi con mentori o altre figure professionali (consulenti, coach, ecc.) che, attraverso un certo lavoro e particolari tecniche, possono aiutare l'imprenditore a formare un'idea precisa ed un'immagine più nitida dell'azienda che vorrà veder materializzare.
La mia missione è quella di agevolare il raggiungimento degli obiettivi che privati individui, professionisti, manager ed imprenditori SERIAMENTE motivati si prefiggono di realizzare.
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