Passare da sentirsi bisognosi a sentirsi necessari come leader

Passare da sentirsi bisognosi a sentirsi necessari come leader

Essere in uno stato di bisogno ci pone in una condizione di vulnerabilità, e sebbene essere vulnerabili non sia necessariamente una cosa negativa in sé, quando si parla di leadership è importante capire come gestirla.

La vulnerabilità ti rende un essere umano tra altri esseri umani, il che è positivo perché dà ai tuoi collaboratori la sensazione di essere importanti per te, che non sono quindi solo numeri.

La cosa peggiore che puoi dire ai tuoi collaboratori come leader è: "Posso farlo con o senza di voi!", intendendo che puoi fare tutto da solo, il che è assurdo e francamente stupido, oppure che puoi sostituire chiunque in qualsiasi momento.

Fino a quale punto di narcisismo vogliamo arrivare?

Allo stesso tempo, se i tuoi collaboratori percepiscono che dietro quella vulnerabilità si nasconde una profonda insicurezza, non si fideranno di te, si sentiranno insicuri a loro volta e alla fine ti abbandoneranno.

Le persone vogliono sentirsi necessarie più di quanto non vogliano sentirsi bisognose (non è così anche per te?)...

...ma se vuoi che i tuoi collaboratori restino al tuo fianco e ti guardino con rispetto, e magari anche con ammirazione, devi imparare a bilanciare e comunicare questi due stati nel modo giusto.         


Come bilanciare "bisogno" e "necessarietà"

La regola generale è semplice: limita (ma non rifiutare del tutto) il bisogno, e rafforza la "necessarietà". In altre parole, come leader, mostra il tuo bisogno per il 25% del tempo, e la tua necessarietà per il restante 75%.

Ecco alcuni suggerimenti:

LA COMBINAZIONE PERFETTA – Il bisogno è un "-" (negativo, significa "devo avere"), mentre la necessarietà è un "+" (positivo, significa "voglio condividere"), e questo crea una combinazione perfetta... purché non sia statica, come detto, cioè che un lato sia sempre "-" e l'altro sempre "+". Può funzionare, per un po', ma la staticità non è naturale, quindi alla fine fallirà perché ammazza la relazione.

RIVOLGI LO SGUARDO ALL’ESTERNO – Non si tratta solo del rapporto tra te e i tuoi collaboratori, ma soprattutto del modo in cui queste due parti si relazionano con il mondo esterno, dove sia il leader che il suo team sono lì per soddisfare i bisogni di una terza parte esterna. Questo è molto stimolante sia per il leader che per il team.

PASSA ALLA MODALITÀ "SERVIZIO" – È una semplice questione di controllo. Se ti aspetti di essere servito, ti metti in una posizione di bisogno, e come puoi essere certo che qualcuno ti servirà davvero o abbia anche solo voglia di farlo? Se decidi di servire, ti metti in una posizione di necessarietà, e dipende totalmente da te se servire o meno.

RENDERE IL BISOGNO NECESSARIO – Come detto, dovresti indulgere nel bisogno non più del 25% del tempo, ma c’è un modo per trasformare anche quello in necessarietà, dicendo in sostanza: "Ho bisogno del vostro supporto (bisogno) per raggiungere qualcosa che porterà tutti noi in una posizione migliore (qualunque essa sia – necessarietà)". L’equilibrio del potere è mantenuto.

ASCOLTA! – Molti pensano ancora che ascoltare sia una modalità passiva di comunicazione, ma in realtà nulla comunica più forte di un buon atteggiamento verso l’ascolto. Quando ascolti (meglio ancora, attivamente), stai comunicando che "hai bisogno" di informazioni preziose da persone di cui ti fidi, ma ciò che stai davvero facendo è convalidare e valorizzare chi sta parlando, il che ti rende straordinariamente "necessario" per loro.


Per concludere

Non c’è nulla di più contestuale della leadership. Se offrissimo ai più grandi leader della storia dell’umanità la possibilità di prendere in mano le redini di un’organizzazione oggi, quasi certamente fallirebbero miseramente. Tuttavia, la tendenza degli ultimi decenni è che sempre più persone apprezzano e si aspettano di avere a che fare con leader disposti a "scendere" al loro livello per poter instaurare un rapporto più vero e solido.

Questo è oggi tra i loro "bisogni" emotivi più sentiti, non perché conoscenza, competenza ed esperienza non siano più importanti, ma perché si dà per scontato che un leader le possieda già. Ciò che invece non è sempre previsto è che un leader sappia relazionarsi efficacemente con il suo team, mostrando quanto rispetta il bisogno altrui per un legame più forte e profondo tra loro.

Se stiamo parlando di bisogni emotivi, come in questo caso, si tratta di bisogni sani che non dovrebbero mai essere messi in discussione o giudicati: significa che t'importa, che desideri una relazione solida e onesta con le persone a te più vicine, sia nella sfera privata che sul lavoro.

Non aver paura di essere "bisognoso" e forse anche vulnerabile in questo contesto. È un segno di forza, non di debolezza, perché ti dà la motivazione e la spinta per fare e osare ancora di più per gli altri, per diventare una parte importante della vita delle persone, per il meglio.

È ciò che chiamiamo "lasciare il segno".


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