Per una storia della cucina
alla ricerca di prodotti di lusso: spezie
e bevande come status symbol.
Lezione realizzata per le classi dell’Istituto
alberghiero
a cura di Paola Corrias
dal saggio di F. Antinucci
“ Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso”
Laterza, 2014
Qual e’ il vero motore dei viaggi e
delle scoperte?
Accanto al desiderio umano di scoprire nuovi
mondi, vi è un interesse economico: in questa
lezione vediamo il ruolo delle spezie e delle
bevande quali il caffè, il tè, la cioccolata.
Studiando la cucina antica e medievale
scopriamo che…
I Romani adoravano il gusto agrodolce, le spezie
…tra queste, soprattutto il PEPE
Nell’immagine: Il “De
Arte coquinaria”,
trattato romano di
cucina che porta il
nome di Apicio,
gastronomo del I sec.
d.C.
Il gusto per le spezie era dato
dalla loro rarità e dal costo
Oggi, come allora, apprezziamo ciò
che è difficile da reperire!
Per avere un’idea del costo:
• Un papiro del II sec. d. C. ci testimonia il carico
prezioso di una nave, l’ “Hermapollon”,
salpata da Alessandria d’Egitto, maggior porto
del Mediterraneo, e diretta nel Sud dell’India
(e ritorno)
• AVORIO, NARDO (l’unguento profumato di cui
si parla anche nel Vangelo) E PEPE: il carico
maggiore è costituito dal PEPE…
Nella nave c’erano 140.000 chili di pepe…
“http://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Syracusia.png#/media/Fil
e:The_Syracusia.png
…il cui prezzo complessivo superava
i 9 milioni di sesterzi
Per avere un’idea del valore, si pensi che con
quella cifra si potevano acquistare 250 fondi
agricoli.
Roma aveva contatti commerciali fittissimi
con le Indie
• "Map of the Periplus of the Erythraean Sea" di PHGCOM
Bastava un solo viaggio per diventare ricchi…
• …e così i mercanti spesso se ne accollavano i
rischi, anche notevoli (pirati, tempeste).
La necessità economica di
intraprendere questi viaggi imprime
un notevole sviluppo alla geografia,
all’astronomia ed alla tecnologia:
È necessario conoscere le stagioni
migliori, le vie più sicure, i venti
favorevoli.
Ci chiediamo…”perché”?
Perché si facevano viaggi lunghi e
pericolosi per procurarsi qualcosa
che non ha, di per sé, alcun valore?
Dobbiamo infatti sfatare delle credenze:
• Che il pepe serva a conservare i cibi!
• Il sale, infatti, ha questa utilità, non il pepe.
• Con il costo proibitivo che il pepe aveva,
conveniva buttare via la carne andata a male
piuttosto che sprecare il pepe per conservarla.
• Inoltre nell’antichità la carne si conservava
meglio “viva”: gli animali venivano macellati al
bisogno!
La ragione sta nel LUSSO: più pepe si usa, più si dimostra la propria
ricchezza. Il pepe è uno status symbol!
La cucina di Apicio, su 464 ricette, riporta
ben 474 volte l’uso del pepe.
La cucina è il sistema sociale che sostiene l’impiego ed il
consumo delle spezie.
Tale sistema resta invariato per tutto il Medioevo ed il
Rinascimento, con pochi cambiamenti.
Durante il Medioevo la regina dei traffici è
Venezia
• In accordo con
Bisanzio (Bolla d’Oro)
• Venezia naviga per
l’Adriatico e l’Egeo
• Il Mediterraneo è in
mano ai Musulmani
Nei ricettari medievali
Al pepe viene dato un peso minore, a
favore del chiodo di garofano, della
cannella, dello zucchero e, soprattutto…
…dello zafferano!
La spezia
principesca,
paragonata
all’oro,
per il colore
e per il
prezzo!
Anche se
cresce nelle
nostre
zone…
Ogni fiore ha
solo 3 stigmi:
Per un etto di
zafferano
bisogna
staccarne a
mano 45.000.
Costo attuale:
euro 2000
all’etto!
Pochi si potevano permettere queste spezie:
Un etto di zafferano valeva come 42
giornate di lavoro di un muratore,
un chilo di zucchero, 40 giornate di
lavoro.
Lo zucchero viene lavorato dagli
arabi ed entra nei ricettari medievali
(Biancomangiare)
È caro perché , anche se viene dal Mediterraneo, è
impegnativo il sistema che lo estrae dalla canna e
che lo rende utilizzabile (F. Antinucci, cit., p. 57)
Nella cucina del Medioevo e del
Rinascimento
Si usano sempre abbondanti spezie
Non abbiamo più l’agrodolce dei Romani
Agro, salato e dolce vengono separati nel
gusto ma mescolati nelle portate
Il dolce non si mangiava alla fine del pasto
Il grande cambiamento
L’età moderna, in cucina, inizia alla
metà del Seicento
Si aprono gli Oceani a nuovi Paesi
Portare la Cristianità nel mondo
Scoprire nuove terre per i sovrani
Attingere alle ricchezze…
…trovare altre vie per procurarsi le spezie!
Il Portogallo è il primo, con Enrico il
Navigatore
I Portoghesi
giungono in
Africa, la
circumnavigano,
arrivano nelle
Indie e riportano
in Europa enormi
quantità di spezie
e PEPE
La Spagna resta la regina dell’Atlantico per tutto il Cinquecento
Con la “scoperta dell’America” i conquistadores
porteranno ricchezze enormi in Europa
Poi è la volta dell’Olanda
Hendrik Cornelisz. Vroom (1562/1563–1640) Il ritorno della seconda spedizione dalle
Indie. Rijksmuseum, Amsterdam
[Public domain], via Wikimedia Commons
…infine, dell’Inghilterra: dal Seicento in poi la
sua ascesa sarà senza fine.
L’economia ha le sue leggi,
inesorabili:
Maggiore è l’offerta
Minore è il costo
La moda delle spezie tramonta: ormai,
con tutta quell’abbondanza, molti
possono permettersele!
L’età moderna in cucina
La nuova cucina riduce moltissimo le
spezie
I sapori dei prodotti si devono sentire
“Non più mescolare, coprire e armonizzare
ma esaltare ed accompagnare il gusto naturale
dell’ingrediente” (F. Antinucci, cit., p. 127)
La nouvelle cuisine di François Pierre de la
Varenne, chef del marchese d’Uxelles
La nouvelle cuisine
• Al posto delle spezie, salse agre, erbe aromatiche;
• Lo zucchero viene usato nei condimenti (lattuga, midollo, rognone)
• Salse al burro nel condimento del pesce
• Pesci fritti serviti con succo di arance amare (melangoli)
• Il dolce scompare dalle portate e viene relegato in fondo al pasto,
spesso sotto forma di frutta, candita e glassata
L’Opera di B. Scappi
Si tratta della Summa culinaria italiana dell’epoca
pre-moderna: 1022 ricette, scritte tra il 1566 ed il
1569
Qual è dunque la frontiera del lusso e
della distinzione, dal Seicento
all’Ottocento?
Le nuove piante, dai tre angoli del
mondo
Col commercio triangolare gli Europei hanno
scoperto tre piante:
• Dall’Africa, il caffè (dall’Etiopia allo Yemen –
Mokha ; poi trapiantato in Brasile
• dall’Africa partono anche navi negriere col
loro prezioso carico di schiavi, comprati in
cambio di chincaglierie e rivenduti in America
Dall’Asia, il tè
Dalle Americhe, il cacao
Le tre bevande sono legate al nuovo modo di vivere sociale:
Caffè e tè tengono svegli, favoriscono la conversazione, la
concentrazione, lo scambio di idee, il lavoro: è l’epoca del trionfo
della borghesia, la classe sociale che costruisce la propria
ricchezza col lavoro.
Il cioccolato sulle prime non piace: poi ci si abitua e diventa di gran moda nelle case
dei nobili.
Ricordiamo il risveglio del Giovin Signore ne “Il Giorno” di G. Parini.
Ritratto di una donna
che si appresta a bere della
cioccolata
(Jean-Étienne Liotard, 1744).
In conclusione:
“ Col nuovo sistema le stive delle navi portoghesi,
inglesi, olandesi, spagnole
si svuotano di pepe, zenzero e cannella
e si riempiono di caffè, tè e cacao.
Le “vecchie” spezie, non più appetibili
come simboli del lusso, decadono dalle tavole (…)
I nuovi prodotti invadono come una incontenibile
ondata di modernità le città d’Europa:
Chi non frequenta i caffè viene bollato come antiquato”
(F. Antinucci, cit., p. 143)
Al “caffè” si va per comparire in
società
con i locali per signore si supera anche il tabù
della donna sola in pubblico
Il tè viene preferito come
consumazione da salotto
E rapidamente sostituito al caffè,
dalla popolazione britannica
Il cacao, ovvero la cioccolata,
conoscerà un’irresistibile ascesa
Anche in Paesi lontanissimi dai
commerci, ma ricchi di acqua, e che
ne godono i frutti economici!
Il cioccolato di lusso
• Il cioccolato sarà presto un bene di lusso:Il
surriscaldamento del pianeta compromette il
ciclo vitale degli alberi di cacao in Africa
(Corriere della Sera)
Armani ha lanciato una
linea
di cioccolato di lusso
Ricordiamo: il cibo che scegliamo ci
rappresenta. O, meglio, rappresenta la
nostra società.
Si può, e si deve, studiare la storia
attraverso l’alimentazione.
Buon lavoro!

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Spezie e bevande lusso e potere

  • 1. Per una storia della cucina alla ricerca di prodotti di lusso: spezie e bevande come status symbol.
  • 2. Lezione realizzata per le classi dell’Istituto alberghiero a cura di Paola Corrias dal saggio di F. Antinucci “ Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso” Laterza, 2014
  • 3. Qual e’ il vero motore dei viaggi e delle scoperte? Accanto al desiderio umano di scoprire nuovi mondi, vi è un interesse economico: in questa lezione vediamo il ruolo delle spezie e delle bevande quali il caffè, il tè, la cioccolata.
  • 4. Studiando la cucina antica e medievale scopriamo che…
  • 5. I Romani adoravano il gusto agrodolce, le spezie …tra queste, soprattutto il PEPE Nell’immagine: Il “De Arte coquinaria”, trattato romano di cucina che porta il nome di Apicio, gastronomo del I sec. d.C.
  • 6. Il gusto per le spezie era dato dalla loro rarità e dal costo Oggi, come allora, apprezziamo ciò che è difficile da reperire!
  • 7. Per avere un’idea del costo: • Un papiro del II sec. d. C. ci testimonia il carico prezioso di una nave, l’ “Hermapollon”, salpata da Alessandria d’Egitto, maggior porto del Mediterraneo, e diretta nel Sud dell’India (e ritorno) • AVORIO, NARDO (l’unguento profumato di cui si parla anche nel Vangelo) E PEPE: il carico maggiore è costituito dal PEPE…
  • 8. Nella nave c’erano 140.000 chili di pepe… “http://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Syracusia.png#/media/Fil e:The_Syracusia.png
  • 9. …il cui prezzo complessivo superava i 9 milioni di sesterzi Per avere un’idea del valore, si pensi che con quella cifra si potevano acquistare 250 fondi agricoli.
  • 10. Roma aveva contatti commerciali fittissimi con le Indie • "Map of the Periplus of the Erythraean Sea" di PHGCOM
  • 11. Bastava un solo viaggio per diventare ricchi… • …e così i mercanti spesso se ne accollavano i rischi, anche notevoli (pirati, tempeste).
  • 12. La necessità economica di intraprendere questi viaggi imprime un notevole sviluppo alla geografia, all’astronomia ed alla tecnologia: È necessario conoscere le stagioni migliori, le vie più sicure, i venti favorevoli.
  • 13. Ci chiediamo…”perché”? Perché si facevano viaggi lunghi e pericolosi per procurarsi qualcosa che non ha, di per sé, alcun valore?
  • 14. Dobbiamo infatti sfatare delle credenze: • Che il pepe serva a conservare i cibi! • Il sale, infatti, ha questa utilità, non il pepe. • Con il costo proibitivo che il pepe aveva, conveniva buttare via la carne andata a male piuttosto che sprecare il pepe per conservarla. • Inoltre nell’antichità la carne si conservava meglio “viva”: gli animali venivano macellati al bisogno!
  • 15. La ragione sta nel LUSSO: più pepe si usa, più si dimostra la propria ricchezza. Il pepe è uno status symbol! La cucina di Apicio, su 464 ricette, riporta ben 474 volte l’uso del pepe.
  • 16. La cucina è il sistema sociale che sostiene l’impiego ed il consumo delle spezie. Tale sistema resta invariato per tutto il Medioevo ed il Rinascimento, con pochi cambiamenti.
  • 17. Durante il Medioevo la regina dei traffici è Venezia • In accordo con Bisanzio (Bolla d’Oro) • Venezia naviga per l’Adriatico e l’Egeo • Il Mediterraneo è in mano ai Musulmani
  • 18. Nei ricettari medievali Al pepe viene dato un peso minore, a favore del chiodo di garofano, della cannella, dello zucchero e, soprattutto…
  • 19. …dello zafferano! La spezia principesca, paragonata all’oro, per il colore e per il prezzo! Anche se cresce nelle nostre zone… Ogni fiore ha solo 3 stigmi: Per un etto di zafferano bisogna staccarne a mano 45.000. Costo attuale: euro 2000 all’etto!
  • 20. Pochi si potevano permettere queste spezie: Un etto di zafferano valeva come 42 giornate di lavoro di un muratore, un chilo di zucchero, 40 giornate di lavoro.
  • 21. Lo zucchero viene lavorato dagli arabi ed entra nei ricettari medievali (Biancomangiare) È caro perché , anche se viene dal Mediterraneo, è impegnativo il sistema che lo estrae dalla canna e che lo rende utilizzabile (F. Antinucci, cit., p. 57)
  • 22. Nella cucina del Medioevo e del Rinascimento Si usano sempre abbondanti spezie Non abbiamo più l’agrodolce dei Romani Agro, salato e dolce vengono separati nel gusto ma mescolati nelle portate Il dolce non si mangiava alla fine del pasto
  • 23. Il grande cambiamento L’età moderna, in cucina, inizia alla metà del Seicento
  • 24. Si aprono gli Oceani a nuovi Paesi Portare la Cristianità nel mondo Scoprire nuove terre per i sovrani Attingere alle ricchezze… …trovare altre vie per procurarsi le spezie!
  • 25. Il Portogallo è il primo, con Enrico il Navigatore I Portoghesi giungono in Africa, la circumnavigano, arrivano nelle Indie e riportano in Europa enormi quantità di spezie e PEPE
  • 26. La Spagna resta la regina dell’Atlantico per tutto il Cinquecento Con la “scoperta dell’America” i conquistadores porteranno ricchezze enormi in Europa
  • 27. Poi è la volta dell’Olanda Hendrik Cornelisz. Vroom (1562/1563–1640) Il ritorno della seconda spedizione dalle Indie. Rijksmuseum, Amsterdam [Public domain], via Wikimedia Commons
  • 28. …infine, dell’Inghilterra: dal Seicento in poi la sua ascesa sarà senza fine.
  • 29. L’economia ha le sue leggi, inesorabili: Maggiore è l’offerta Minore è il costo
  • 30. La moda delle spezie tramonta: ormai, con tutta quell’abbondanza, molti possono permettersele!
  • 31. L’età moderna in cucina La nuova cucina riduce moltissimo le spezie I sapori dei prodotti si devono sentire “Non più mescolare, coprire e armonizzare ma esaltare ed accompagnare il gusto naturale dell’ingrediente” (F. Antinucci, cit., p. 127)
  • 32. La nouvelle cuisine di François Pierre de la Varenne, chef del marchese d’Uxelles
  • 33. La nouvelle cuisine • Al posto delle spezie, salse agre, erbe aromatiche; • Lo zucchero viene usato nei condimenti (lattuga, midollo, rognone) • Salse al burro nel condimento del pesce • Pesci fritti serviti con succo di arance amare (melangoli) • Il dolce scompare dalle portate e viene relegato in fondo al pasto, spesso sotto forma di frutta, candita e glassata
  • 34. L’Opera di B. Scappi Si tratta della Summa culinaria italiana dell’epoca pre-moderna: 1022 ricette, scritte tra il 1566 ed il 1569
  • 35. Qual è dunque la frontiera del lusso e della distinzione, dal Seicento all’Ottocento? Le nuove piante, dai tre angoli del mondo
  • 36. Col commercio triangolare gli Europei hanno scoperto tre piante: • Dall’Africa, il caffè (dall’Etiopia allo Yemen – Mokha ; poi trapiantato in Brasile • dall’Africa partono anche navi negriere col loro prezioso carico di schiavi, comprati in cambio di chincaglierie e rivenduti in America
  • 39. Le tre bevande sono legate al nuovo modo di vivere sociale: Caffè e tè tengono svegli, favoriscono la conversazione, la concentrazione, lo scambio di idee, il lavoro: è l’epoca del trionfo della borghesia, la classe sociale che costruisce la propria ricchezza col lavoro.
  • 40. Il cioccolato sulle prime non piace: poi ci si abitua e diventa di gran moda nelle case dei nobili. Ricordiamo il risveglio del Giovin Signore ne “Il Giorno” di G. Parini. Ritratto di una donna che si appresta a bere della cioccolata (Jean-Étienne Liotard, 1744).
  • 41. In conclusione: “ Col nuovo sistema le stive delle navi portoghesi, inglesi, olandesi, spagnole si svuotano di pepe, zenzero e cannella e si riempiono di caffè, tè e cacao. Le “vecchie” spezie, non più appetibili come simboli del lusso, decadono dalle tavole (…) I nuovi prodotti invadono come una incontenibile ondata di modernità le città d’Europa: Chi non frequenta i caffè viene bollato come antiquato” (F. Antinucci, cit., p. 143)
  • 42. Al “caffè” si va per comparire in società con i locali per signore si supera anche il tabù della donna sola in pubblico
  • 43. Il tè viene preferito come consumazione da salotto E rapidamente sostituito al caffè, dalla popolazione britannica
  • 44. Il cacao, ovvero la cioccolata, conoscerà un’irresistibile ascesa Anche in Paesi lontanissimi dai commerci, ma ricchi di acqua, e che ne godono i frutti economici!
  • 45. Il cioccolato di lusso • Il cioccolato sarà presto un bene di lusso:Il surriscaldamento del pianeta compromette il ciclo vitale degli alberi di cacao in Africa (Corriere della Sera) Armani ha lanciato una linea di cioccolato di lusso
  • 46. Ricordiamo: il cibo che scegliamo ci rappresenta. O, meglio, rappresenta la nostra società. Si può, e si deve, studiare la storia attraverso l’alimentazione. Buon lavoro!