REVIEW
         AVRIL
         THAT HORSE MUST BE STARVING
         F Com / Family Affair

         Muoversi dalla nicchia verso il mainstream, e vedere un
         po’ che succede: questa è una delle avventure più sti-
         molanti che la musica elettronica può concedersi oggi.
         Forse non la più affascinante a livello artistico, ma sa-
         persi confrontare con gli (eterni?) stilemi del pop, della
         forma canzone, è un tentativo che merita attenzione e,
         ma sì, incoraggiamento: per vedere cosa può saltare fuo-
         ri… L’esempio migliore resta Bristol, coi Portishead e al-
         cune cose dei Massive Attack, così come i lavori di Bjork
         e dei Lamb, esempi splendidi di come un’attitudine stret-       che affidate ad archi, sonorità da musica elettronica di
         tamente elettronica può rinnovare il linguaggio del pop.        piglio e asprezze piuttosto sperimentali (usate però con
         Stiamo comunque parlando di artisti fantastici che han-         una cura, qualità e pulizia che ricorda le produzioni più
         no sfornato dischi che sono delle autentiche pietre milia-      mainstream). Il pop del nuovo millennio? Probabile. An-
         ri; ma col passare del tempo, non sarebbe male che ve-          che perché, coerentemente con la routine da
         nisse a formarsi con una certa continuità uno standard          postmodernità, non mancano i richiami tremendamente
         medio-alto, una serie piuttosto continua di uscite che,         anni ’80 (la new wave di “Like Everybody Else”) o anni
         pur non essendo capolavori, presentino un approccio in-         ’70 (lo sci-fi di “Arlanda Epilogue”). Un album di canzo-
         teressante e uno svolgimento di qualità mettendo insie-         ni: non ancora bellissime dal punto di vista compositivo,
         me architetture pop e patrimonio elettronico.                   ma quando migliorerà anche questo aspetto le uscite di
         In questa direzione sta già da un po’ lavorarando la Fran-      Avril saranno pericolosamente vicino al termine “capola-
         cia: in maniera furba con produzioni house alla Modjo et        voro”, per ora ci si accontenta di un apprezzabile “beh,
         similia, in maniera stilizzata e ieratica con gli Air, in ma-   un buon disco”. Un album di canzoni: ma per ora, atten-
         niera interessante con alcune uscite F Comm. “That Horse        zione, il pezzo migliore del cd resta il remake della stori-
         Must Be Starving” di Avril, nuovo cd in uscita per l’eti-       ca “French Kiss” del buon Lil’ Louie, inno dell’acid house
         chetta di Laurent Garnier, è proprio un esempio perfetto        pionieristica. Nessuna struttura da forma-canzone, niente
         di una forma-canzone che sia sincronizzata con le               strofe e ritornelli, solo flussi di suoni e energia che se-
         digitalizzazioni da nuovo millennio. Pezzi come “Global         guono un andamento a spirale (e Avril regala a tutto ciò
         Headphones” o “The Date” mettono insieme struttura              nuovo splendore). Troppo complicato e mistico per esse-
         compositiva da pop song, una voce che ricorda mooolto           re pop. Ma tremendamente bello, per chi lo sa apprezza-
         da vicino Thom Yorke dei Radiohead, aperture melodi-            re.




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   40
BOARDS OF CANADA
      La nostalgia dell’infanzia ai confini del mondo
      Tra il Canada e la Scozia, alle estremità settentrionali del nostro emisfero
      l’elegia pastorale dei Boards cattura lo spirito nostalgico
      di una generazione.




                            “Le frontiere politiche sono una specie di follia…” Bruce Chatwin

      La quiete, la serenità, la pace estatica, la solitudine. Una     ghiotti. Le poche fotografie disponibili li mostrano ostag-
      natura scontrosa e tiranna, sullo sfondo le colline scoz-        gi delle leggi segrete della natura, immersi in orizzonti
      zesi, tutte le gradazioni del verde possibili, lo spazio, le     fuggevoli di terre incòlte, tra foglie morte, mulini a vento
      immense distese disabitate dall’uomo. Lontane le luci            in pietra, nubi smarrite, venti solitari e superbi. La co-
      delle città, i confini del mondo sono i confini dell’anima.      pertina del loro album di debutto “Music has the right to
      Sono queste le immagini o gli stati d’animo che suggeri-         children” li vede ritratti in una cornice metarurale anni
      scono le immacolate composizioni elettroniche dei Boards         settanta - le fogge alla zuava dei pantaloni delle madri
      of Canada. L’elegia pastorale, da uomini abituati a domi-        non lascia dubbi - con i propri volti su cui è cesellato il
      nare l’intorpidimento dell’anima grazie alle dure condi-         vuoto metafisico, i lineamenti cancellati arresi alle pro-
      zioni climatiche, segnala anche una profonda e differen-         prie ombre... visi senza bordi: con i Boards of Canada è
      te attitudine alla vita. Alla coppia scozzese, l’immobili-       sempre una faccenda di confini, contorni, uno sfaldarsi
      smo dell’esistenza urbana non interessa. La loro scelta,         di linee e di tempi. Il tema dell’infanzia e della natura,
      di vivere in una comune sulle colline scozzesi, a nord di        ricorrenti nella loro estetica, riemergono con l’ultimo Ep
      ogni dove, senza nemmeno segnalare a chiunque il pro-            “In a beautiful place out in the country”. L’ ep ripropone
      prio indirizzo e recapito telefonico o elettronico, è radi-      in copertina riquadri con disegni di fanciulli, cortecce d’al-
      cale e irrinunciabile. A nulla valgono gli intorti orditi dai    beri, uccelli, orizzonti. Torna per intero il mondo rurale e
      media specializzati. Alla propria geografia personale i          fatato dei Boards of Canada, che magicamente esalta il
      Boards of Canada sono molto legati…..                            contesto della countryside e la fanciullezza come habitat
      Peraltro, di queste schive iconografie, i Boards ne sono         innocente dell’uomo…



14        Paolo Davoli                            Artwork CD / press agency
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                                                  + Letizia Rustichelli
I due scozzesi si ergono a volontari      permea invece le altre formazioni
                    aedi del twoism elettronico. Il           elettroniche. Da grimpeur di terre
                    twoism, che si potrebbe tradurre, fa-     alte quali sono, i Boards fanno gar-
                    ticosamente, in duismo, cela in re-       bata critica al mito della Modernità,
                    altà un forte tratto generazionale in-    la città: l’incanto loro è tutto ecolo-
                    glese. Dai Chemical ai Leftfield, dai     gico, ma di una ecologia non torva-
                    Fsol ai Two Lone Swordsmen, la cop-       mente anti-storica e back to the
                    pia di produttori elettronici sembra      roots, ma filtrata dal realismo ma-
                    la formula vin-                                              gico dell’ambiente
                    cente per la cre-                                            scozzese. Un altro
                    atività digitale.                                            profondo tratto di-
                    D’altra parte                                                stintivo è il richiamo
                    sono tempi que-                                              all’infanzia. A diffe-
                    sti di unità leg-                                            renza di tutti gli altri
                    gere, minimali:                                              elektro boys che pri-
                    due è il numero                                              vilegiano la stagione
                    ultimo prima del                                             ardita e fuggevole
                    precipitare nel-                                             della giovinezza, i
                    l’individualismo.                                            Boards esaltano la
                    Due è l’equilibrio                                           divinità fanciullesca
                    perfetto tra l’ego                                           dell’uomo. Il fanciul-
                    di uno e il                                                  lo, eterno Dioniso,
                    protagonismo                                                 regna puro in un
                    dei molti. Le fecondità si moltiplica-    mondo incorrotto, dove tutti i godi-
                    no sempre all’interno di nuclei twoist,   menti sono morbidi, il mondo è sen-
                    quasi avesse ragione il geniale           za angoli e il rapporto con la natura
                    Pitagora, con la sua teoria sull’ar-      è perfetto e immanente. Musical-
                    monia celeste…                            mente questo viene tradotto in
                    I Boards of Canada, pur nella loro        campionamenti di voci infantili o
                    totale originalità, appartengono a un     morbidamente lunari, sempre
                    albero discreto, mai evanescente,         ovattate, sognanti. Il clima evoca-
                    dell’elettronica contemporanea i cui      to, come negli splendidi cento se-
                    rami si chiamano Autechre, Plaid,         condi di “The color of the fire”, ci pre-
                    Bola, Mira Calix. Oltre alla propria      cipita in un favoloso mondo delle
                    etichetta, la Skam, e il proprio di-      meraviglie. Le severe melodie dei
                    stributore, la Warp di Sheffield, la      Boards of Canada ingentilite dai sot-
                    coppia scozzese può vantare altre         tili campionamenti di crepitii di fuo-
                    emotive alleanze in etichette come        chi, di pecore vegliarde, di sbatter
                    Too Pure e Rephlex, dove l’elettro-       d’ali frugali, di minestre di farfalle,
                    nica angolare e fuori dalle traietto-     di volatili gaudenti e stridenti, di
                    rie dell’edonismo imperante, è sem-       bambini festanti, favoleggia di un
                    pre ben coltivata. Per non dimenti-       mondo a misura della coppia scoz-
                    care poi oltremanica, nelle fonderie      zese, primordiale ed emozionante
  I Boards of       continentali del nuovo suono, collet-     allo stesso tempo.
                    tivi piuma e microunità dal nome di       Della parca bellezza, dell’austera
 Canada, pur        To Rococo Rot, Mouse on Mars, Pole        cadenza dei suoni di Boards of Ca-
                    e via luneggiando. Altri ancora sono      nada un po’ tutta la critica mondiale
nella loro totale   appesi alle lande scandinave e già i      ha detto un gran bene. Giusto per
                    nomi dicono tutto: Biosphere,             sbrogliar la matassa da ingombri inu-
  originalità,      Vladislav Delay, Electronique Noir. La    tili va sottolineato che la coppia scoz-
                    creta pastosa dell’elettronica più        zese nulla ha da spartire con
appartengono a      emotiva in essere sembra calamitata       ambientalismi enyani oppure con fi-
  un albero         dalle brume del Nord Europa, terra        losofie californiane in stile new age.
                    irritabile, oziosa e poco avvezza alla    Il loro percorso è tutto dentro al
 discreto, mai      presenza dell’uomo…                       rizoma della migliore elettronica eu-
                    I Boards of Canada sono differenti.       ropea. Delle loro trasparenti melo-
 evanescente,       Dal folto manto di auctores               die metafisiche, profonde e strug-
                    sopracitati è la limpida vocazione        genti, leggere e fluttuanti, rimarrà
dell’elettronica    agreste a emanciparli dal lotto: lon-     un ricordo indelebile nel tempo.
                    tanissimi quindi dal pathos urbano,       La molteplice discografia del grup-
contemporanea       dalla tensione metropolitana che          po, disseminata per tutti gli anni




                                                                                                            15
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Novanta in variegate forme - nastri, sin-                                                      matica ambientale dalle labili
      goli, ep, remix, albi in 50 copie - rende                                                      numerologie, intime stereometrie che
      impossibili da trovare tutti i singoli ed                                                      sono certificati d’esistenza: più che le
      ep su Skam e Musica 70 ante 1997 e                                                             serie del matematico Fibonacci, i
      pure il primo album BOC Maxima del                                                             suoni dei BOC richiamano la “diafana
      1996. Va sicuramente segnalata l’ope-                                                          fragilità” delle foglie pitagoriche del-
      ra, reperibilissima, di debutto su Skam/                                                       l’artista tedesco Beuys. Da moderni
      Warp, Music has the right to children,                                                         alchimisti, la coppia scozzese si aggi-
      capolavoro luminoso dell’elettronica pa-                                                       ra per le terre nere cercando scozzesi
      storale. Sempre datato 1998 le Peel                                                            caducei o mirando la rugiada mattu-
      Session con un inedito Happy Cycling e                                                         tina come sperma celeste: manca
      due brani rimescolati dall’album Music.                                                        poco e incocceranno nell’omphalos
      L’anno scorso, come preludio all’immi-                                                         aurale, l’ombelico che produce il suo-
      nente Geogaddi, esce il mini lp In a                                                           no armonico del mondo. Geogaddi è
      Beautiful Place Out In The Country, scri-     La regolarità matematica della natura,           colmo di abbaglianti e superbe
                                                    l’intuizione di fondo del Pitagorismo, nel       fumisterie elettroniche: racchiude,
      gno prezioso di quattro composizioni al
                                                    disegno di un artista moderno, J Beuys (1948)
      di là del tempo e dello spazio…                                                                come uno scrigno, il segreto della bel-
      Geogaddi, geografia esistenziale degli                                                         lezza… Dettagli della memoria, sogni
      spazi nostalgici, è la nuova opera dei Boards of Canada.                 trasfigurati, nature selvagge dell’io profondo, spaesamenti
      Geogaddi: richiami ad un inner cinema percettivo, allo                   interiori, ipertrofie dello spirito, elevazioni, blue cinema…
      spazio di appartenenza, al mondo capovolto e sbirciato                   Geogaddi è… ma perché citare i singoli brani? Sarebbe
      con movimenti lenti, attraverso un camminare che è pri-                  come descrivere gli spazi bianchi tra le parole. Oltre i
      ma di tutto dentro se stessi: è bandito l’avventurarsi al                confini della Scozia, fuori dalla loro corazza protettrice, i
      di fuori dei propri territori personali. Lo scavo è interio-             Boards of Canada sanno ancora convincere e commuo-
      re, lo spazio è ordinato in oniriche tessiture geometri-                 vere come altri non sanno più fare. Nel loro schermo
      che-impressioniste, il punto di vista sempre spoglio ed                  poetico si proietta la dimensione essenziale delle cose, e
      inconsueto. Geogaddi è il ritorno alla poesia dei corian-                oggi, questo fascio di luce è miracoloso.
      doli lunari, delle magiche finestre da cui si sente il cielo,
      oltre il radar dell’orizzonte.                                        Discografia:
                                                                            B.O.C. Maxima                   1996 – Music 70
      Questa volta il cannocchiale sonoro è puntato sui cristal-
                                                                            Music has the right to children 1998 – Skam/Warp
      li della natura, sulla purezza matematica delle forme am-             Geogaddi                        2002 – Warp
      bientali, sulle aurore di suoni dalla lenta fluvialità. Mate-         Peel Session (ep)               1998 - Skam/Warp
                                                                            In A Beautiful Place... (ep)    2000 - Skam/Warp




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REVIEW 7 x 7”                   by Peeddoo                  COMPILAS                 by Peeddoo
SHAKADELIC BEATS

                                                                                ONE FOR THE SUMMER
                                                                                “Heavyweight     Rib
                                                                                Ticklers”
                                                                                compiled by Mr Scruff
                                                                                (Unfold)

                                                                                Arriva l’estate e puntual-
                                                                                mente siamo invasi da
                                                                                caterve di compilation
                                                                                qualunquiste, con il meglio
                                              1                                 di quello ed il top di quel-
                                      Sixto Rodriguez                           l’altro. Mr. Scruff da
                                   “Sugarman” (13 Amp)                          Manchester ha però pensa-
                   Imperdibile 45 promozionale estratto dall’ultima immensa     to a noi, divoratori di novità che non si accontentano dei
                         compila di David Holmes… my summer hit!                “The Greatest Hits”. Lo scudiero della Ninja Tune si è tuffato
                                                                                nel suo archivio ed ha pescato il reggae più malato ed il dub
                                                                                più bastardo mai amalgamato in una sola raccolta: i Wailers
                                                                                senza il buon Bob, l’uomo del momento Bjorn Torske (la b-
                                                                                side del suo primo disco per Tellé), i Sons of Silence, noti
                                                                                per essere stati inclusi nella colonna sonora della rivisitazione
                                                                                cinematografica di Acid House di Welsh, e pure il Butch
                                                                                Cassidy Sound System… per la serie è la musica che conta,
                                                                                non i nomi coinvolti. Oltre alle ottime note di copertina di
                                                                                Treva Whateva, ciò che vi farà strippare saranno le istruzio-
                                                                                ni per costruire il proprio sound system di cartone. Solare e
                                                                                intelligente… l’esatto complemento alla recente raccolta di
                                               2                                Don Letts su Heavenly.
                                            J-Walk
                      “Tearaway / Heavens Above” (Pleasure Music)
                           Terzo singolo per i mitici da Manchester…            KEB DARGE
                             aspettiamo con trepidazione l’album!               “Live At The Pulp”

                                                                                Notevole selezione di scono-
                                                                                sciuto soul ed introvabile
                                                                                funk on 45s ad opera di Keb
                                                                                Darge, uno dei personaggi
                                                                                che ha fatto del collezioni-
                                                                                smo di vinile un arte (si
                                                                                vocifera che il suo arsenale
                                                                                sia composto da più di
                                                                                45000 pezzi), capace in pas-
                                                                                sato di sfidare Dj Shadow e
                                               3                                Kenny Dope Gonzalez nella compilazione di alcune delle mi-
                                             Annie                              gliori raccolte della BBE.
                               “I will get on” (Tellé Records)                  Registrato in uno dei templi del rare groove francese il 24
                   Nuovo singolo per Annie, che sorprende alla grande dopo      giugno dello scorso anno, riproduce fedelmente la vibe che
                       la “disco” di “The Greatest Hit”. Heavy Rotation.        un buon set di piccoli dischetti può offire, click compresi.

                                               4
                                           Bandulu
                            “Jahquarius / Detention” (Music Man)                UNKLESOUNDS
                   Dal loro nuovo album, grande lezione DUB dai maestri della   “Do Androids Dream Of
                                      techno. Bentornati.                       Electric Beats”

                                               5                                Ci troviamo di fronte ad un
                                         The Maytals                            esclusivo triplo CD promo-
                                   “54-46 was my number”                        zionale giapponese, tre parti
                                       (Trojan records)                         di un unico mixato origina-
                     Incendiaria reggae-party music. Imperdibile ristampa.      riamente partorito da James
                                                                                Lavelle per Radio Ape; con-
                                               6                                tiene inediti brani e remix di
                                           Afrotid                              Unkle e DJ Shadow (la ver-
                                     “Law of the Wild”                          sione originale del classico
                                      (WahWahMoose)                             Organ Donors) mixati con strambe rivisitazioni di Beatles e
                    Produzione norvegesi degli anni 70, quando i Royksopp e     Red Hot Chilli Peppers, più i soliti sospetti: Ian Brown,
                    Kings of Convenience erano giusto bambini… ora capisco      Chemical Brothers, Howie B, Layo & Bushwaka. La selezio-
                                            tutto!                              ne, veramente creativa e coinvolgente, dimostra ancora una
                                                                                volta il ricercato eclettismo di James Lavelle, come recente-
                                                7                               mente dimostrato nella prima vincente selezione per la se-
                              Snares Man “Breakbeat Malaria”                    rata Fabric Live.
                                    (History of the Future)                     Come sempre grande artwork e sofisticato packaging by Fu-
                           Qui si esplora un nuovo genere: Dancehall            tura.
                                          Polka Core!!!!

                                                                                                                                                    41
                                                                                                                                                     41
SUSSAN DEYHIM

   Sacerdotessa
      dei fiori
  e timido angelo
        della
  musica persiana



   “Vediamo che fu creato nel quarto
   cielo, il corpo fatto principalmente
di terra rossa, da cui proviene il nome
     di Adam , termine che in arabo,
ma anche in ebraico, significa rosso…”
      Jean Chardin – Voyages en Perse




                                    Paolo Davoli   Shirin Neshat,
                                                   Edizioni Charta, Milano 2002           99
                                                   per gentile concessione dell’editore
Che beatitudine poter parlare di quell’estrema folgore             Madman of God, una raccolta di poesie mistico-eretiche
      che è la figura femminile di Sussan Deyhim. Danzatrice             e di canzoni d’amore divino scritte dagli antichi Maestri
      dionisiaca, cantante intensa e regale, performer spiritata         Sufi persiani, i “pazzi di Dio”, ribattezzate dalla stessa
      e tenebrosa. I suoi occhi immensi e pungenti ricordano             Sussan come le “torch songs” della musica classica
      quelli di Qurratu ‘l’Ain, poetessa persiana strangolata da         persiana. Ora esce Shy Angels, la versione remix
      notturni assassini; i suoi lunghi capelli corvini, ora raccolti    dell’album ad opera del bass killah Bill Laswell. Che
      come usava la regina assira Semiramide, ora sciolti e              beatitudine poter parlare della gioiosa follia musicale degli
      ricciuti come un’onda parlante, sono quelli delle donne            Angeli Timidi…
      che abitano i paesi adamitici e caucasici. Il viso, duro e
      pungente come un chiodo di ferro, ricorda una Diamanda             “L’astratto deve essere sensualizzato e il sensibile deve
      Galas ancor più orientale e petrosa. Il portamento è               divenire astratto” (Novalis – Werke)
      verticale e indomabile come le querce secolari di Persia
      e i movimenti , gli accenni, i passi di danza sono quelli          Shy Angels è un’inebriante viaggio onirico di oltre 45
      mistici dei dervisci levantini oppure dei “sonnambuli              minuti con il basso di Bill Laswell che “corre per il mondo
      dell’accademia degli spiritati”. Ogni concerto di Sussan           come un rasoio aperto” (Buchner) e intaglia dub perlati
      Deyhim è un evento che s’imprime a fuoco nella nostra              dalla voce austera e febbrile di Sussan Deyhim; sitar e
      memoria, così poco avvezza alle altitudini del “profondo           violini fluttuano sotto vento, i ritmi si dilettano in folate
      sentire”. Il suo gruppo poi, è un crocicchio di persiani,          drum and bass o in pressioni dub che triterebbero massi.
      indiani, armeni, newyorchesi ebraici; nomadi diasporici,           L’incedere è maestoso, a volte nervoso, a volte al limite
      rifugiati politici, musicisti esistenzialisti, profeti del suono   dello “specchio mesmerizzante”: ci sono pure accenni di
      che scendono dagli altopiani mediorientali. Suonano                mistic-jazz con tastiere liquide e passaggi bisbiglianti
      valigie di ferro e pelle, violini della steppa, tamburi            come nella monumentale Bade Saba, a cui auguriamo
      ottomani, tablas del Gujarat, zarb e setar caspici: li             la stessa durata dei poemi Sufi di Nezami e Rumi, creati
      mischiano con elettroniche amare e coraggiose, grooves             nell’XI e XV secolo. I bassi, fondamento e sfondamento
      nobili ed errabondi, smaltati con gli echi e i ritorni del         dell’audio-scenario di Bade Saba, si aggrovigliano titanici
      dub spirituale. Il primo album di Sussan Deyhim è                  e obliqui sui riddim persiani.


 10
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La voce vibrante di Sussan gorgheggia e braveggia,            “Siediti, Gul mullah!”
straordinaria sacerdotessa della passione.                    Una nera bevanda bollente mi spruzzò in viso.
Una voce, la sua, che trascende in modo stupefacente la
                                                              “Vuoi acqua nera?” – mi guardò Alì Mohammad,
paradisiaca materia sonora impastata dallo sciamano
                                                              si mise a ridere:
newyorchese Laswell, coadiuvato, tra imille Re Magi del
                                                              “Io so chi sei”
suono visionario qui presenti, dall’Ustad Zakir Hussain
e Karsh Kale alle tablas, Richard Horowitz agli archi, e da   “Chi sono?”
Reza Derakhshani, musicista culto della tradizione            “Un Gul mullah” – “Un sacerdote dei fiori?”
classica iraniana.                                            “Sì-sì-sì”
Shy Angels propone un paesaggio acustico che aspira           Ride, rema.
all’elevazione, alla seduzione della passione, all’eresia     Corriamo in un golfo di specchio
Sufi vista come arte sacra. Ed è qui che Shy Angels           accanto ad una nube di cordami e di mostri di ferro
assume l’orda tempestosa della visione superiore: mai         arabescati…
opera è stata, forse, più profonda e poetica del dub
persiano in cui la coppia Laswell-Deyhim ha sciolto           (Velimir Chlebnikov - La tromba del Gul mullah)
arcobaleni sfavillanti nei colori del suono.
Bisogna esser disponibili a “perdersi” per afferrare la
“potenza” di brani come The Wind of Saba, Inextrica-          DISCOGRAFIA CONSIGLIATA
ble, Wine Cave, Savage Bird… Gli angeli timidi di NY
                                                              Sussan Deyhim & Richard Horowitz
e Teheran ci sprofondano in un’aura perfetta e profonda,
                                                              Desert Equations – MTM Crammed 1988
che è frammento di amore e devozione, vino e lacrime,
ebbrezza e sacralità, poesia e profezia.                      Sussan Deyhim
Un delirio insostenibile, sensuale e spirituale allo stesso   Madman of God – Crammed 2000
tempo, mistico e sovversivo in egual misura… Con Shy          Sussan Deyhim & Bill Laswell
Angels l’ascolto diventa “esperienza” pura,                   Shy Angels – Crammed 2002
indimenticabile…


                                                                                                                     11
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Shirin Neshat nasce a Qazvin, In Iran, nel 1957. Lascia il suo
                                                                    paese per seguire gli studi artistici negli Stati Uniti. Si trova a Los
                                                                    Angeles quando in Iran la rivoluzione del 1979 pone fine alla mo-
                                                                    narchia dello Scià e instaura il regime islamico di Khomeini e de-
                                                                    gli Ayatollah. Il cambiamento politico le impedisce di tornare in
                                                                    patria per ricongiungersi con la sua famiglia fino alla morte di
                                                                    Khomeini, avvenuta nel 1989. Così nel 1990 l’artista compie il
                                                                    suo primo viaggio di ritorno in Iran e rimane fortemente colpita
                                                                    dallo stile di vita che il regime teocratico impone ai sudditi, in
                                                                    particolare alle donne. Da queste visite, ripetute poi negli anni,
                                                                    discende la decisione di dedicare il proprio lavoro alla riflessione
                                                                    sulle profonde differenze che separano la cultura occidentale, a
                                                                    cui ormai è assimilata, e quella islamico-orientale, da cui provie-
                                                                    ne. La sua opera, rappresentata principalmente da fotografie e
                                                                    video, pone in relazione la religione islamica, il femminismo, il
                                                                    rapporto fra i sessi e le censure di ordine sociale che regolano
                                                                    l’espressione del desiderio.

                                                                     L’incontro con Sussan Deyhim avviene in occasione del video
                                                                           Turbulent che si aggiudicherà il Primo Premio Internazio-
                                                                                  nale alla Biennale di Venezia del 1999. La Deyhim
                                                                                      curerà poi altri lavori a venire, come Pulse e
                                                                                        Possessed, aumentando con le sue composi-
                                                                                           zioni musicali e con la sua voce la dramma-
                                                                                              ticità delle immagini, fondendo i diversi
                                                                                                 linguaggi con intensa emotività. La col-
                                                                                                    laborazione fra le due artiste iraniane
                                                                                                      diviene fortemente caratterizzan-
                                                                                                       te di un mondo che chiede rispo-
                                                                                                       ste alla possibile e necessaria con-
                                                                                                       vivenza di culture differenti.


                                                                                                      Estratti dal catalogo: Shirin
                                                                                                      Neshat, Edizioni Charta, Milano
                                                                                                      2002, edito in occasione della
                                                                                                      mostra personale dell’artista al
                                                                                                      “Museo d’Arte Contemporanea”
                                                                                                      - Castello di Rivoli (TO)




      Sussan Deyhim: biografia
      Artista poliedrica dell’avanguardia artistica internazionale, la Deyhim è stata ballerina a Parigi, dall’età di 15 anni, prima nel
      Ballet National Perse, poi con la compagnia di Bejart. Spostatasi quindi a New York, recita a teatro con Peter Brook, e
      frequenta la scena musicale d’avanguardia. Nel 1988 per l’etichetta belga Crammed/Made To Measure, Sussan Deyhim
      realizza in compagnia di Richard Horowitz l’album Desert Equations: Azax Attra. Di questo album s’invaghisce Bernardo
      Bertolucci, il quale incarica Horowitz di comporre parte delle musiche del film Il Tè nel deserto, tratto dal romanzo di Paul
      Bowles. Dopo aver collaborato con Bill Laswell, Peter Gabriel, Reggie Workman (bassista di John Coltrane), Jah Wobble e Loop
      Guru, Sussan Deyhim debutta come solista con l’album Madman of God (Crammed, 2000): con il suo gruppo guadagna
      consensi entusiasti al Festival di Montreux edizione 2001 e porta quindi il suo album nelle magiche mani del remixer newyorchese
      Bill Laswell con il quale appronta Shy Angels, album uscito nell’aprile di quest’anno. L’artista iraniana, dal 1998, è anche
      attrice, cantante e compositrice delle musiche nei film e video di Shirin Neshat, anche lei iraniana, con la quale ha vinto il
      Primo Premio Internazionale alla Biennale di Venezia 1999. Da allora ha realizzato con Neshat Soliloquy, Rapture (1999),
      Pulse, Possessed (2000) e Logic of the Birds (2001), tutte opere che sono state presentate nei maggiori festival e nelle
      migliori rassegne artistiche di tutto il mondo, riscuotendo un enorme successo di critica e pubblico.



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FATBRIGHTONSLIM

      LA GRANDE SPIAGGIA
      DI BRIGHTON




          Damir Ivic                 artwork cd

      Un eroe. Un’icona. Ma simpatica… come raramente ca-           situazionista, i corridoi e volteggia in mezzo ad attoniti
      pita alle icone. Questo è Quentin Cook (ma lui preferi-       (o divertiti) shoppers. Abbastanza stupido da restare
      sce farsi conoscere col nome di Norman). Colui che,           impresso nella memoria collettiva, abbastanza chic da
      ormai lo sanno un po’ tutti, suonicchiava coi frizzanti       essere inneggiato dai trend setter. Attenzione però:
      Housemartins sul finire degli anni ’80, dispensando pop       Fatboy Slim non è né chic, né snob. E’ semplicemente
      allegro, proletario e intelligente (l’album “London 0 Hull    uno che adora divertirsi; poi è anche una persona intel-
      4” finì nelle camerette di un sacco di gente). Colui che      ligente, ma questo può andare in secondo piano (come
      sciolti gli Housemartins ha messo su il progetto Freak        le persone intelligenti sanno che è giusto che sia).
      Power, dispensando dosi di elegante funk e soul con una       Video dopo video, singolo azzeccato dopo singolo
      sana attitudine pop (una sorta di “il groove spiegato alle    azzeccato, Norman Cook aka Fatboy Slim diventa quasi
      masse”).                                                      un modo di dire – “fatboislìm, quellodelvideoche…”, det-
      Colui che (e questa in Italia non la sanno in molti, pec-     to tutto intero, mentre se un minimo volevate far vedere
      cato!) ha creato la macchietta di Pizzaman, grande ca-        di essere addentro nei segreti della club culture allora si
      valiere della house demenziale, parrucca alla Maradona        optava per “ah, Norman Cook, ovvio”. Quello su cui tutti
      in testa e attitudine disperatamente tamarra e caciarona.     erano d’accordo erano i pezzi di “You’ve Come A Long
      Colui che poi è diventato Fatboy Slim. E qua possiamo         Way, Baby”, l’lp: raramente nella storia della musica è
      rallentare il nostro piano-sequenza, soffermarci su un        uscito un album con un tale numero di singoli potenziali,
      po’ di fotogrammi, per vedere come un videoclip geniale       praticamente tutti. Una hit ad ogni traccia. Sempre con
      associato ad una canzone sfrontatissima, quasi tardo-         la capacità di mettere d’accordo cultura alta e cultura
      barocca nel suo uso di sample sguaiatamente                   bassa – e non per un complotto accademico o per una
      “riempipista” (e usiamo non a caso quest’aggettivo che        teorizzazione raffinata, ma semplicemente perché la cosa,
      imperversava, ricordate?, più di un decennio fa su Deejay     oggettivamente, funzionava. Un congegno perfetto.
      Television…), insomma, “Rockafeller Skank”, sia riuscita      Congegno perfetto, ma anche potenziale trappola: per-
      nel miracolo: mettere d’accordo le frange più avvertite       ché dopo il disco, Norman Cook pareva condannato ad
      della club culture col pubblico da villaggi-turistici-ani-    essere sempre e solo un hit-maker, una macchina per
      mazione-compresa. Praticamente, un miracolo: soprat-          singoli accattivanti, un nazionalpopolare del sample. Ne
      tutto a quei tempi. (ora la club culture è un po’ più         è venuto fuori nella maniera più bella, con un album
      sdoganata, un po’ meno di nicchia, un po’ meno sospet-        successivo (“Halfway Between The Gutter And The Stars”)
      tata di essere troppo o troppo poco sovversiva). Miraco-      capito da pochi per i suoi veri pregi e per i suoi veri
      lo che si è ripetuto con “Praise”, altro capolavoro strate-   intenti, un album giudicato per lo più col metro sbaglia-
      gico di canzone+video: stavolta però il divertissement è      to. In sintesi: da molti questo lavoro è stato visto come
      molto più furbo, dato che ci si mette di mezzo quell’as-      un tentativo, meno riuscito, di accumulare ancora dei
      soluto snob di Spike Jonze, regista del video. Una can-       beat e grooves irresistibili per sbancare le classifiche e le
      zone divertente ma non esplosiva come “Rockafeller            playlist delle radio. Pochi hanno intuito che il vero valore
      Skank” viene nobilitata catapultandola in un centro com-      di “Halfway” sta nel suo essere un esempio di rigorosa
      merciale come colonna sonora di una sbrindellata com-         filologia. Un’accurata interpretazione operata da Norman
      pagnia di danza che occupa, con nonchalance                   Quentin Cook su quelle che sono le radici e i caposaldi
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Un indizio che questa interpretazione non è campata
                                                                 in aria? Facile, basta ascoltare il “Live At The
                                                                 Brighton Beach”, uscito un pugno di mesi fa. Im-
                                                                 maginatevi la situazione: Norman Cook / Fatboy Slim
                                                                 che suona nella sua città, d’estate, sulla spiaggia,
                                                                 evento strapubblicizzato ed ipercoperto dai media,
                                                                 40.000 persone presenti.
                                                                 Decide di aprire con le tastierone di “Born Slippy” de-
                                                                 gli Underworld (altra hit di qualità che è stata perfi-
                                                                 no imbarazzante nella sua capacità di successivamente
                                                                 varcare, tracimare i confini), intersecandole con l’incipit
                                                                 della sua “Right Here, Right Now” (uno dei singoli di
                                                                 “You’ve Come…”, e quindi un pezzone nazionalpopolare
                                                                 anch’esso!). Inserisce poi nella scaletta altri brani suoi
                                                                 o la tamarrissima “Put Your Hands Up” (un must degli
                                                                 autoscontro al luna park…), o “Where’s Your Head At”
                                                                 dei Basement Jaxx.
                                                                 Insomma, tutti gli ingredienti per una furbetta raccol-
                                                                 ta di successi, buona per sbancare il mercato degli
                                                                 scaffali dei supermercati o degli espositori da Autogrill.
                                                                 Una “Deejay Time Compilation” in salsa anglosasso-
                                                                 ne, per intenderci: a leggere la scaletta del cd il so-
                                                                 spetto è lecito.
                                                                 Al massimo, la versione big beat di quei micidiali con-
                                                                 gegni commerciali che sono le compile del Ministry
                                                                 Of Sound. Bene. Se invece vi prendete la briga di
                                                                 ascoltare il cd, vedrete che questi ingredienti vengo-
della house culture, quella originaria, sì, anche quella dello   no mescolati e trattati in modo tale che ciò che viene
“smiley”, il sole che ride (non il par-                                                  fuori è una serissima session
tito politico di casa nostra, va da                                                      di tech-house, per nulla com-
sé…). Basta che ascoltiate la traccia                                                    piaciuta e compiacente, e an-
d’apertura, dove la parola ad entra-                                                     che per nulla facile. In mezzo
re in loop è “big bright yellow sun!”           L’insieme è scuro,                       ai classiconi ci sono anche pre-
mentre scorre come tappeto un                                                            senze “strane”, prima fra tutte
classicissimo giro sincopato di tastie-      energico, non dà facili                     quella, per ben due brani!, del
re house, quelle per intenderci                                                          “nostro” Santos.
innercity-esche, o anche la seguen-
                                                concessioni ma al                        L’insieme è scuro, energico,
te “Star 69”, con le sue spirali               tempo stesso non fa                       non dà facili concessioni ma al
tranceggianti che piovono su una                                                         tempo stesso non fa mai cala-
cassa martellante. Ma anche il                       mai calare                          re l’adrenalina del party. Né
minimalismo rumorista su cui viene                                                       cade nell’autocompiacimento:
fatta calare la voce di Macy Gray è          l’adrenalina del party.                     il deejay resta sempre al ser-
indicativo, o l’attitudine hi-nrg (vi                                                    vizio della folla, ed è bello che
ricordate questa catalogazione?!
                                                      Né cade                            la folla esploda in un boato di
Pura archeologia della musica                   nell’autocompiaci-                       piacere quando riconosce “Born
dance!) di “Ya Mama”. E pure il                                                          Slippy” o i pezzi di Fatboy Slim.
gospel di “Demons” può trovare la            mento: il deejay resta                      Ci mancherebbe altro.
sua giustificazione nelle radici “deep”                                                  Ma la spiaggia di Brighton è così
di Chicago, altro archetipo della cul-       sempre al servizio del-                     grande che c’è spazio per altro
tura house.                                                                              e altro ancora, anche soluzioni
Norman Quentin Cook è una perso-
                                                la folla, ed è bello                     meno semplici, c’è spazio per
na molto simpatica, spiritosa, per              che la folla esploda                     40.000 persone, c’è spazio per
nulla snob, ma in tutto questo                                                           il nazionalpopolare e la ricer-
irreprensibilmente seria ed accura-           in un boato di piacere                     ca, c’è lo spazio per celebrare
ta. E la sua musica, analizzata con                                                      un inedito matrimonio fra di
attenzione, riflette tutto ciò. Non è il         quando riconosce                        loro e farlo sembrare scontato
pagliaccio, non è una macchietta,                                                        e naturale. Grande, la spiaggia
non è una macchina per fare soldi e
                                              “Born Slippy” o i pezzi                    di Brighton. Grazie a Norman
sfornare hit ecumeniche rifinite da               di Fatboy Slim.                        Cook per averci invitato in que-
video divertenti e creativi. Se gli va,                                                  sti anni a farci un giro…
è capace di fare anche questo, cer-
to; ma alla base di tutto sta il lavoro, e la serietà di esso.   FATBOY SLIM
                                                                 Live On Brighton Beach
Senza di questi, non sarebbe possibile scherzare come fa.
                                                                 Southern Fried / Sony - UK 2002
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FEEDBACK CON SPARTITO
LIVE
                               l’arte del rumore è di scena a teatro
          A distanza di 27 anni dalla sua pubblicazione viene eseguita per la
           prima volta dal vivo Metal Music Machine di Lou Reed, da parte di
          un’orchestra anti-conformista berlinese, l’Ensemble Zeitkratzer.

       “NO, NO, NO!!!....I’m only a rock and roll guitar player!”     appartengono a quella parte (indicando la sua destra),
       questa la secca replica, alzando di non poco la voce, di       io appartengo a questa parte (indicando la sua sinistra).
       Lou Reed a uno smarrito giornalista (Franco Fabbri, Ra-        Sono solo un chitarrista di rock and roll”.
       dio3 RAI), il quale aveva avuto l’ardire di porre quest’ul-    L’intervista anticipatoria del concerto – e il relativo teatrino
       tima domanda all’ironico newyorchese: “A New York ne-          di autoincensazione dell’evento - finisce lì e Lou Reed se
       gli anni sessanta LaMonte Young e altri musicisti d’avan-      ne va dal palco, tra gli applausi del pubblico. Ancora die-
       guardia componevano musiche con feedback teorizzando           ci minuti d’attesa ed inizierà una delle performance di
       una relazione tra numeri e...” E’ a quel punto che Lou         musica contemporanea più attese degli ultimi anni.
       Reed, sbotta, aggiungendo alla frase sopracitata: “Loro



       Strana occasione “la prima esecuzione in pubblico” da          pagine di avanguardia quasi-colta. La senilità, raggiunta
       parte dell’Ensemble Zeitkratzer di Metal Music Machine,        in compagnia della performer Laurie Anderson (lei sì,
       l’album “maledetto” (1975) di un rocker “maledetto”, così      degna di una carriera di altissimo profilo), non sembra
       viene definito dall’agiografia rock contemporanea Lou          portare maggiore saggezza all’ironico chitarrista-cantan-
       Reed, performer di NY in odor di santità grazie al lavoro      te, che naviga a vista, bello e imbalsamato, tra serate di
       svolto negli anni Sessanta con i Velvet Underground.           poesia, album perfettamente inutili e dignitose colonne
       L’attesa dell’evento veneziano-berlinese è eclatante: il       sonore per spettacoli teatrali come le 13 Pieces:
       teatro registra, naturalmente, il tutto esaurito. La conci-    Meditations on Poe. Ed è proprio l’esecuzione dei 13
       tazione è da serata “storica”, con tutto il demi-monde         movimenti su Poe che apre la serata dell’Ensemble
       sgargiante e iperbolico stipato nel folto della platea.        Zeitkratzer di Berlino, giovane orchestra dedita a
       Il sentore però è di morta accademia, di “museificazione”      riletture eterodosse, da anti-accademia estrema, in am-
       à la Madame Tussaud, e questo rende assai inquieto Lou         bito contemporaneo. Hanno infatti collaborato e/o
       Reed. Il teatro, si sa, è la morte del rock, che per defini-   rielaborato musiche di/con Phill Niblock, Sonic Youth, La
       zione appartiene alla “strada”. E questo Lou Reed lo ha        Monte Young, John Cage, Terre Thaemlitz, Vladislav Delay,
       ben presente. Lui è un “rock’n’roll animal”, come ben          Manuel Gottsching (E2-E4!!) e molti altri, occupando così
       fotografa l’omonimo album live di metà anni Settanta,          quella terra di nessuno che sta a metà tra l’elettronica, il
       che fu Bibbia e palestra per, l’allora nascente,               rock d’avanguardia e la musica contemporanea colta.
       intellettualità punk newyorchese. D’altra parte la carrie-     L’Ensemble Zeitkratzer è stato il vero mattatore della
       ra di Lou Reed si è spesso divincolata, non sempre in          serata con le 13 Meditazioni giocate magistralmente ora
       maniera egregia, tra alti e bassi, tra filisteismi pop e       tra chiaroscuri maestosi e astratti, ora tra zampate free-
       fondotinta glam, provocazioni da guitto metropolitano e        noise, notturne e orrorifiche. Una POE-try di suoni e at-

                                            Paolo Davoli               David Heerde




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mosfere molto dense e intelligenti, che ci hanno regala-        drammaturghi dell’apocalisse. Sul finale di partitura, s’in-
to un primo tempo delizioso. Naturalmente il popolo rock        serisce la chitarra di Lou Reed, con feedback sonici so-
scalpita, abbarbicato impaziente sul frontespizio sedioso.      vraccarichi, fatalmente inutili, giusto per dare un saluti-
Dov’è il digrigno assordante delle nostre chitarrine, si        no al pubblico pagante. Finita la serata, si esce dal tea-
chiedono i “kurombo” in marsina nera-nera che torvi             tro ammutoliti e turbati, con alcune domande in più e
cavalcano le soffici poltroncine teatrali? Dove issare come     qualche risposta in meno. La melodia più bella, è quella
vessilli i nostri blouson noir nel cuculiante “wall of noise”   che non esiste? Son queste le trombe dell’apocalisse
dei mordaci berlinesi? Nel corso della serata i berlinesi       ventura? Il “contemporary white noise” ha un senso a
Zeitkratzer restituiscono loro pan per focaccia, amplifi-       teatro o così se ne documenta la definitiva
cando ancor più il lato “granitico” di Metal Music Machine,     mummificazione?
grazie a un panzerumorismo ringhioso che recupera la
concettualità di “masse organiche” e di “blocchi di suo-        Venezia ci accoglie, usciti dal teatro, con l’ingombrante
no” che interagiscono con la fisicità audiovolumetrica,         afflato della nebbia. Ha ragione Tony Herrington. “Il punto
unendo idealmente l’avanguardia di NY - La Monte Young,         d’arrivo del rumore è l’oblio. Poi viene il silenzio”. Finia-
Tony Conrad at alii - con il “teatro del rumore” della ge-      mo la serata in un’osteria notturna dove la tetra e assor-
nerazione post-rock. La devastazione aurale di M.M.M. è         data umanità ha il ghigno di John Cage...
definitiva, tra violini con ansie di giovinezza e viole stri-
tolanti, tra elettroniche caliginose e fiati e tamburi tem-
pestosi. Assaltano il pubblico stridori veementi, atonalità     Rassegna Risonanze 2002 – Venezia 20.03.02
ferali, collages di ronzii, digrignii tracotanti, fiammate      Teatro Malibran: Ensemble Zeitkratzer in 13 Pieces:
aurali, esplosioni acustiche, doloranti fonemi: gli             Meditations on Poe, Metal Music Machine. Lou Reed sound
Zeitkratzer, con l’impeto d’un uragano, si trasformano in       direction.




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GAMESPOTTING

                GameScapes
                Pop-up music
                ludicamente
                modificata


                   Matteo Bittanti                                                Press Office


               Ultramoderno e retrofuturo. Da una parte Xbox, la con-         mi a dettare legge in rete. Entrambi trasformano gli os-
               sole più sofisticata del momento, 256 canali audio, sup-       sessionanti jingle dell’era Sega, nintendo, Atari e
               porto hardware a 64-bit, codificatore dolby digital, ma        Commodore in travolgenti cavalcate ska. Jazz. Jungle.
               soprattutto la possibilità di convertire i brani musicali da   Techno. Hip Hop. Trip hop. Salsa. Gli obiettivi sono quat-
               CD in formato .wma e salvarle sull’hard disk interno, per      tro: onorare gli artisti che realizzano musica per
               poi ascoltarle quando si gioca. Xbox è il Jukebox del nuovo    videogiochi, che in Occidente non ricevono la dovuta at-
               millennio.                                                     tenzione. Secondo, riportare l’attenzione della comunità
               Dall’altra, gli appassionati che creano nuove versioni dei     dei videogiocatori, sempre e comunque proiettata al
               più grandi successi ludo-musicali. Musicisti militanti,        futuro, verso il passato, quando artisti come Rob Hubbard
               emulatori convinti, otaku che creano un’elettronica che        creavano capolavori lavorando su una tecnologia incre-
               non si prende mai troppo sul serio. Artigianale e speri-       dibilmente limitata. Terzo, dare l’opportunità a remixers
               mentale quanto volete, ma pur sempre elettronica. Del          ed appassionati di esprimersi liberamente con il medium
               resto, le colonne sonore dei videogiochi classici sono come    digitale. Last but not least, per divertirsi.
               le madeleines proustiane: rimandano ad un passato che          Siti come GameMusic, VGMix OverClocked ReMix [cura-
               non esiste se non nell’immaginazione aurale di giocatori       to dall’immarcescibile Dj Pretzel, ventitreenne appas-
               che non vogliono saperne di crescere. Ma la sindrome da        sionato di technologia che vive in Virginia, negli Stati
               Peter Pan è solo una delle ragioni di un fenomeno, quello      Uniti] offrono gratuitamente centinaia di arrangiamenti
               della videogame music, cresciuto a livelli impensabili solo    di videogiochi di culto. VGMusic offre una serie di se-
               fino a pochi anni fa.                                          quenze MIDI di brani di giochi più o meno famosi.
               Le scuole di pensiero sono due: da una parte i remixers,       Zophar’s Domain ha un archivio di rips di colonne sono-
               dall’altra gli arrangiatori. I primi reinterpretano un brano   re ludiche. Da Frogger a Super Mario Bros, senza passa-
               videoludico a partire da materiale sonoro già esistente. I     re dal via. Il formato è quello “classico”, MP3. Lunghez-
               secondi lo riscrivono ex novo. E sono proprio questi ulti-     za massima: 15 minuti. Brani irresistibili che talvolta




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fanno tenerezza, talvolta infiammano. Brani che hanno          brano cantato dall’artista Rikku di Final Fantasy X, che si
quel calore pop che diventa colore, con synth che non sa       è tradotto in uno straordinario successo di vendite. Sem-
decidersi tra l’analogico e il digitale, un flashback aurale   pre più spesso, inoltre, le case che producono videogiochi
che ci riporta ai primi anni ottanta. Suoni a volte un po’     si rivolgono a compositori professionisti. È il caso del
omogenei, altre irresistibili ed impensabili. Come il remix    best-seller per PlayStation2, Metal Gear Solid 2: The Sons
Jungle di Bubble Bobble firmato da Astroboy, quello            of Liberty di Hideo Kojima. La colonna sonora porta la
SpeedGarage di Deakin Scott o il mitico Mute Radiology         firma di Harry Gregson-Williams, autore dei brani di film
di DJ Pretzel, un divertissement sul tema di F-Zero. L’esi-    come Shrek, Spy Game e Armageddon. Il 4 maggio 2002
larante AcidTechnoTrip (tuttoattaccato) di The Sims cu-        si è svolto a Tokyo il primo concerto di musica video
rato da Daknit… I migliori arrangiatori stanno lavorando       ludica. Organizzato da All-About, uno dei più popolari
a “Project Majestic Mix: A Tribute to Nobuo Uematsu”,          internet provider, l’evento ha coinvolto personalità del
un omaggio al grande compositore di Final                      calibro di Shinji Hosoe (Namco, Ridge Racer ), Jun
Fantasy, che in Giappone è idolatrato quan-                         Kobayashi (Sega, REZ ) e Yuzo Koshiro (Sega,
to una pop star (insieme all’amico/rivale                                         Shenmue). Ma non vanno dimenticati
di sempre, Koji Kondo, autore della co-                                                         anche le serate del
lonna sonora di The Legend of Zelda).                                                           Soundlab di New York, con
E a proposito dei grandi autori, ci sono                                                       gli happening dedicati ai
in rete decine e decine di siti dedicati                                                      suoni dei videogame curati
ai più grandi compositori di musica                                                          da DJ Spooky, Anti-Pop
videoludica. Oltre a Kondo e                                                                Consortium, Cannibal Ox e con
Uematsu vanno segnalati anche                                                              i visual di Madame Chao,
Koichi Sugiyama (autore del                                                               Fondue, How2, PanOptic, Luke
soundtrack del primo gioco di                                                            and Blip.
ruolo “moderno”, Dragon                                                                 Infine, vanno ricordati meta-
Quest), Yuzo Koshiro (Bare                                                             videogiochi come Frequency (Sony,
Knuckles,        Actraiser ),                                                         PlayStation2) il cui gameplay con-
Yasunori Mitsuda ( Chrono                                                            sente nel mixare brani di house, rap,
Trigger, Xenogears) Yoko Shimomura                                                  trance, drum’n’bass e alternative rock
( Parasite Eve, Front Mission ), Noriyuki                                          in tempo reale in allucinanti gallerie di
Iwadare (Lunar Series, Grandia), Hiroki Kikuta (Seiken                            suoni e luci che ricordano Tron e
Denetsu 2 e 3), Kenji Ito (la serie di SaGa), Yoko Kanno                         Tempest. Soundtrack curato da artisti
(Romance of the Three Kingdoms, Nobunaga’s ambition,           come Orbital, Meat Beat Manifesto, Funkstar De Luxe,
Uncharted Waters), Motoi Sakuraba (la serie di Shining,        Paul Oakenfold, Roni Size, Lo Fidelity All Stars, Fear
i giochi della Wolfteam, Beyond the Beyond), Masaharu          Factory, BT, Juno Reactor, DJ Q-Bert, Jungle Brothers,
Iwata & Hitoshi Sakimoto (Final Fantasy Tactics, Ogre          Curve, Akrobatik e Dub Pistol.
Battle ), Noriko Matsueda ( Front Mission , Bahamut            La musica del futuro non si ascolta: si gioca.
Lagoon), Bjorn Lynne (X2, la serie di Worms), Alistair
Brimble (attivo sin dai tempi degli otto bit), Tommy
Tallarico (la popstar americana della game music), Jeremy      Links
Soule (Total Annihilation, Secret of Evermore), Mark           OverClocked Remix (http://remix.overclocked.org)
Seibert (i giochi della Sierra, Quest for Glory), Chris        VGMix (http://www.vgmix.com)
Hulsbeck (il re della musica su Amiga), Michael Land (i        C64audio (http://www.C64audio.com)
giochi LucasArt), Jesper Kyd (Red Zone, Scorcher,              Soundtrack Central (http://www.altpop.com/stc/)
Messiah) e molti altri.                                        Retrogames (http://www.retrogames.com)
E non va poi dimenticato il sempre più pervasivo feno-         Zophar’s Domain ((http://www.zophar.net/index.phtml)
meno dei dance games, in particolare dei bemani targati        GameMusicRevolution (http://www.gmronline.com/)
Konami. In Giappone, i soundtrack videoludici dei bemani,      GameTrax (http://www.gametrax.net/)
come la serie di Dance Dance Revolution, spesso supe-          GamingForce Audio (http://www.gamingforce.com/audio/)
rano popstar americane dalle classifiche dei CD più ven-       Project Majestic Mix (http://www.MajesticMix.com)
duti. Fate un giro su Dance Dance Revolution Freak per         Soundlab (http://www.soundlab.org)
un’immersione di J-Pop allucinante. L’ultimo esempio è il      Dance Dance Revolution Freal (http://www.ddrfreak.com)

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ROBERTO PACI DALÒ E L’ESPERIENZA DI GIARDINI PENSILI
      Gettarsi nel precipizio che separa la musica dal suono

      A volte mi chiedo quale sia la finalità di
      un’intervista. Sovente la s’intende come
      un semplice veicolo promozionale, che ha ridotto
      molti dialoghi fra musicisti e giornalisti ad
      un’accozzaglia di luoghi comuni preconfezionati.
      Mancano spesso le argomentazioni per risvegliare
      un briciolo di curiosità, e non si trova il terreno su
      cui poggiare qualsiasi conversazione degna di
      questo nome. Roberto Paci Dalò supera di slancio
      questa trappola e ci offre un “racconto artistico”,
      questo sì di grande interesse, sul divenire
      della sua ricerca. Non mi pare il caso di sviluppare
      oltre questo cappello introduttivo rimandandovi per
      ogni ulteriore approfondimento, biografico ed
      artistico, al sito web di Giardini Pensili, che sarà un
      seguito ideale a quest’intervista e permetterà ad
      altri di conoscere un artista italiano di spessore
      internazionale.



     UT: Da dove nasce l’interesse di ar-                                                       vo per poi collocarsi in un universo
     tisti come John Cage, Robert Ashley,                                                       ideale? Possiamo immaginare un
     Giya Kancheli per il tuo lavoro e che                                                      rapporto dialettico fra questi due
     cos’è Giardini Pensili?                                                                    estremi?
     Roberto Paci Dalò: Sul campo! Con                                                          Penso a un rapporto profondo tra
     John Cage c’è stata una lunga ami-                                                         questi che in realtà non vedo come
     cizia fatta di visite a casa sua tutte                                                     “estremi”. Ogni opera realizzata è
     le volte che mi sono trovato a New                                                         fortemente debitrice del luogo e del
     York. Durante queste visite non si                                                         particolare momento di creazione.
     parlava molto di musica preferendo                                                         Penso anche che sia presente una
                                               foyer Kancheli (che all’epoca parla-
     argomenti come la cucina o l’osser-                                                        dimensione performativa in qualsi-
                                               va esclusivamente russo e
     vazione della natura. Con Cage ho                                                          asi circostanza, anche di fronte alla
                                               georgiano) mi ha abbracciato in si-
     assistito a concerti di altri musicisti                                                    cosiddetta ‘riproduzione dell’opera’.
                                               lenzio per qualche minuto scatenan-
     guidato dai suoi commenti (sempre                                                          Per fare degli esempi concreti: il ci-
                                               do la commozione dei presenti.
     partecipi e sempre dolcemente iro-                                                         nema è solitamente considerato una
                                               Dopodichè ha scritto un bellissimo
     nici). Ho incontrato Bob Ashley al                                                         forma “chiusa” nel senso che, una
                                               commento al mio lavoro. Tempo
     termine di un mio concerto a New                                                           volta terminato, il film resta uguale
                                               dopo mi aveva anche proposto di cu-
     York. Ashley ha mostrato sincero                                                           a se stesso per sempre. Ora assi-
                                               rare la regia di un suo lavoro. Anco-
     entusiasmo per il lavoro chiedendo-                                                        stiamo invece a film che vengono
                                               ra non è stato fatto però potrebbe
     mi se poteva interessarmi eseguire                                                         rilavorati uscendo di nuovo nelle sale
                                               succedere in futuro. Giardini Pensili
     sue musiche per clarinetto. Devo dire                                                      a distanza di anni. Questo comporta
                                               è l’ensemble multidisciplinare che
     che amo il lavoro di Ashley e il par-                                                      in certi casi durate maggiori con l’in-
                                               dirigo, nato nel 1985. È con Giardini
     ticolare rapporto tra parole e suono                                                       serimento di scene inizialmente ta-
                                               Pensili che produco tutti i miei pro-
     che riesce a costruire nelle sue ope-                                                      gliate. Ma non solo questo. Infatti la
                                               getti grazie a una serie di collabora-
     re. Con Kancheli c’è una amicizia                                                          qualità della proiezione modifica la
                                               zioni con artisti, programmatori, te-
     nata durante il mio soggiorno a Ber-                                                       percezione dell’opera. Gli autori co-
                                               orici da tutto il mondo.
     lino dal 1993 al 1995 come ospite                                                          noscono talvolta autentici momenti
     del DAAD. La stima reciproca molto                                                         di orrore nel vedere il proprio lavoro
                                               Alla luce delle tue esperienze si può
     forte - legata anche alla mia passio-                                                      duramente colpito da suoni sbaglia-
                                               intendere l’arte ed in particolare la
     ne per la tradizione musicale                                                              ti, colori non giusti e così via.
                                               musica come calata all’interno di un
     georgiana - si è ulteriormente raf-                                                        Questo dà al film una fragilità e
                                               universo fenomenologico, riferendo-
     forzata nel febbraio 1994 al termine                                                       mutabilità che contraddice i luoghi
                                               la ad un evento ed a uno spazio?
     di una replica della mia opera                                                             comuni del cinema come arte
                                               Oppure la partitura resta ancorata
     “Auroras” allo Hebbel Theater. Nel                                                         “statica” nella sua forma. Ho sentito
                                               esclusivamente al processo creati-

         a cura di Enrico Marani                    metamorfosi (con Anna Bonaiuto) foto di Luca Botticelli
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storie straordinarie recentemente          no si sviluppa contribuisce fortemen-    ferenza cruciale che separa il suono
dove un autore come Stanley                te alla sua struttura. Le circostanze    dalle altre arti: il suo esistere nella
Kubrick conosceva i luoghi di pro-         indirizzano la scelta dei materiali e    fisicità dello spazio; il suo esistere
iezione dei suoi film in tutto il mon-     il suono usato per una installazione     quindi nella messa in risonanza del-
do e verificava telefonicamente che        (come nel caso di Ozio) risponde a       l’ambiente. Echi, riverberi, frequen-
i mascherini dei proiettori fossero        criteri diversi rispetto al suono cre-   ze. Pensiamo all’utilizzo di alcuni
giusti o che il suono fosse diffuso in     ato in performance. Ma anche nel         autori delle frequenze “estreme”:
sala correttamente.                        caso in cui i due suoni siano esatta-    molto gravi e molto acute quasi
                                           mente gli stessi (ad esempio il suo-     subliminali, dove la musica si fa suo-
La musica elettronica, pensi sia le-       nare una traccia del cd in concerto)     no e il suono crea un’architettura pa-
gata all’incedere della tecnica, che       quella che è radicalmente diversa è      rallela e invisibile dello spazio. Ogni
le ha dato un forte impulso, o credi       la percezione del pubblico che infat-    edificio ha così due architetture com-
che ormai si sia sedimentata come          ti cambia anche nome: da ‘spetta-        plementari, una visibile e l’altra in-
linguaggio indipendente dal proces-        tore’ di un concerto, diventa ‘visita-   visibile. Il gioco drammaturgico tra
so tecnico?                                tore’ di una installazione. Il montag-   questi piani definisce territori altri
Anche in questo caso vedo una              gio, che nella performance è nelle       che hanno a che fare con un
compresenza tra queste due rifles-         mie mani, diventa nell’installazione     auspicato mistero.
sioni. Allo stesso tempo la musica         possibilità del visitatore che decide
elettronica è fortemente legata al-        quindi come ricombinare - a sua di-      Ascoltando molte tue composizioni,
l’evoluzione tecnologica - penso ad        screzione - i materiali e la scansione   si ha la netta percezione di incon-
esempio alla miniaturizzazione e alla      temporale. Un concerto dura il tem-      trare progetti sonori, sovente pen-
“laptop music” - e contemporanea-          po che decido io, un’installazione può   sati a partire da precisi luoghi fisici
mente esiste una pratica dell’ascol-       essere visitata in 3 minuti come in      o mentali. Il processo creativo che
to del suono in generale debitrice         ore.                                     presiede al tuo lavoro parte comun-
della cultura elettronica. Ma questa                                                que da precise sollecitazioni e com-
è la storia della musica e del suono.      A proposito del tuo lavoro OZIO,         missioni o si sviluppa anche in as-
                                                                                    senza di detti stimoli, senza partire




Un certo modo di trattare gli stru-        commissionato in occasione del pre-      cioè da precise coordinate?
menti tradizionali (e anche la voce        mio Trattocontinuo per la grafica        Entrambe. Talvolta si tratta di com-
in certi casi) è legato all’allargamento   Europea, sono rimasto colpito dalle      missioni di musica “tout-court”, al-
dello spettro auditivo provocato dal-      note di copertina là dove operi una      tre volte sono commissioni in rela-
l’elettronica.                             distinzione fra musica e suono, de-      zione a uno spazio ben definito. Al-
                                           finendo quest’ultimo come “qualco-       tre volte ancora è una mia idea che
È lecito parlare di un’identità propria    sa di ben più grande della musica”.      nasce a tavolino e che poi trova for-
della musica elettronica? Oppure           Potresti ampliare ed argomentare         ma in uno spazio dato. Mi piace
siamo in presenza di un perenne mu-        questa distinzione ?                     molto ascoltare musica (sembra
tante? Privo cioè di un’identità fon-      La musica è un dettaglio (ben orga-      un’ovvietà) ma molta della musica
dante. Che importanza ha l’evento          nizzato) del suono. Da John Cage in      che ascolto non ha direttamente a
attraverso cui, od in cui, si dispiega     poi (ma anche prima di Cage) non         che fare col mio lavoro. Infatti tra i
una composizione elettronica?              possiamo non tener conto di un           miei ascolti preferiti c’è musica ba-
Vedo un’identità della musica elet-        soundscape nel quale siamo peren-        rocca e in particolare lavori per vio-
tronica, ma si tratta di un’identità       nemente immersi e che è fatto dai        la da gamba e per voci. Ho dei brani
della mutazione. Una non rigidità che      suoni da noi prodotti (cosidetta ‘mu-    come le “Leçons de Tenebres” di
fa sì che l’elettronica definisca un       sica’) in relazione con i suoni am-      François       Couperin        (nella
territorio del possibile, teso ad am-      bientali dove quindi sono collocati      intepretazione di Alfred Deller) che
pliare la percezione del suono in ge-      spazi di (apparente) silenzio che        mi accompagnano da decenni ormai.
nerale. Non bisogna dimenticare che        mettono in risalto il luogo stesso.
tanta musica elettronica lavora sul                                                 Un’altra fascinazione emersa ascol-
campionamento di suoni analogici           Pensi che la musica elettronica pos-     tando alcune tue composizioni é le-
permettendo spesso di azzerare l’an-       sa “gettarsi” nel precipizio che se-     gata all’evidente volontà di utilizza-
tica distanza tra suono e rumore.          para il suono dalla musica cercando      re ogni fonte sonora come “sirena
L’evento è per me fondamentale. Il         un’unione impossibile?                   evocatrice”, di trance nel caso di
luogo nel quale un certo tipo di suo-      Esatto. Anche considerando la dif-       saturazioni ritmiche, o di spazi

                                                                                                                              27
architettonicamente possibili, là        Perché è ancora assente nel nostro         (Montevideo e GMEM) dove sto svi-
     dove le atmosfere si fanno più rare-     paese quella rete di fruttifero scam-      luppando ulteriori utilizzi di software
     fatte o puntuali. Il suono, nella sua    bio ed infezione fra musicisti inte-       per la spazializzazione del suonoin
     accezione naturalistica o nelle sue      ressati alla musica elettronica, che       un progetto con la scrittrice Colette
     forme digitali può essere inteso         invece appare svilupparsi impetuo-         Tron. Altra residenza permanente è
     come una sorta di sciamano dome-         samente in tutta Europa?                   al FutureLab di Ars Electronica
     stico? In proposito il moderno musi-     Questa assenza non riguarda solo la        Center di Linz in Austria e STEIM di
     cista elettronico può guardare con       musica elettronica. L’Italia è il luogo    Amsterdam dove sviluppo sistemi
     interesse a determinate esperienze       principe della disorganizzazione.          interattivi per i miei progetti.
     musicali legate a civiltà diverse da     Luogo che produce (secondo i più           “Dust” è il mio nuovo solo elettro-
     quella occidentale? Questo sguardo       diffusi luoghi comuni) tanti artisti che   nico che sarà pronto in tournée da
     fa parte del tuo bagaglio artistico?     però hanno la necessità di trovare         maggio mentre continuano le pre-
     Lavoro sul “problema trance” da          altrove i luoghi e le strutture in gra-    sentazioni di “Blue Stories”, live ci-
     sempre e ho creato una serie di ope-     do di presentare il lavoro. In parti-      nema con musica rigorosamente dal
     re che pensano alla trance da più        colare una cosa che manca in Italia        vivo. Il progetto sta andando molto
     punti di vista. Non solamente quindi     è la continuità nel rapporto con gli       bene e - dopo la selezione ufficiale
     i 180 bpm di area techno, ma anche       artisti al di là dell’estemporaneità del   al festival del film di Locarno - sono
     una trance minimale quasi silenzio-      singolo evento. Questa continuità          previste presentazioni in Europa e
     sa. La parola sciamanesimo è perti-      permette la creazione all’estero di        Nord America. In agosto inaugure-
     nente e ho sempre lavorato anche         progetti che in Italia difficilmente si    rò una installazione interattiva suo-
     su culture musicali non occidentali.     riescono a sviluppare in modo così         no/luce nella miniera di Jesenice
     Ma non mi ha mai interessato la fi-      strutturato e coerente.                    (Slovenia), in ottobre ci sarà la pri-
     losofia patchwork di tanta ‘world                                                   ma di un lavoro di danza e elettro-
     music’ e chiaramente aborrisco stra-     In questa deficienza qual è il ruolo       nica live ad Atene. Lavorerò in no-
     ni fenomeni come la cosidetta ‘new       della committenza pubblica e priva-        vembre a un progetto tra Vienna,




     age’. C’è da dire che in molti negozi    ta?                                        Graz e Roma con - tra gli altri -
     di dischi si trovano sotto l’etichetta   Non sono chiaramente in grado di           Jerome Nothinger (Metamkine). Sto
     new age artisti come Steve Reich o       dare una risposta a questa doman-          poi definendo alcuni lavori in duo con
     Meredith Monk! In questo mio lavo-       da. È un mistero. C’è da dire che          musicisti come Philip Jeck (Londra),
     ro sulla trance c’è la collaborazione    anche l’Italia è “plurale” e nelle molte   il violoncellista Jean-Paul Dessy
     fondamentale con la “Scuola J.           Italie ci sono quindi anche spazi,         (Bruxelles) e David Moss (col quale
     Bleger” di Rimini diretta da Leonardo    network e persone capaci di pensa-         lavoro da 10 anni!). Altro progetto
     Montecchi. Un posto molto partico-       re in maniera continuativa all’elabo-      di relazione tra parola e suono è
     lare che ospita regolarmente perso-      razione di processi artistici. Però        “Rimi” con lo scrittore Gabriele Fra-
     ne come Georges Lapassade.               spesso queste organizzazioni non           sca. Si tratta di un lavoro totalmen-
                                              sono in grado di creare un network         te a quattro mani che conoscerà
     Se la musica elettronica ha “un’iden-    a causa del basso livello di comuni-       performance, spettacoli e uscite edi-
     tità debole” credi, come sembrano        cazione tra di loro.                       toriali inusuali. Il Kronos Quartet mi
     confermare i tuoi progetti che possa                                                ha chiesto un nuovo pezzo che do-
     interagire con altre arti poteziandone   Puoi parlarmi dei tuoi prossimi pro-       vrei riuscire a terminare entro la fine
     la reciproca fruizione? E se ritieni     getti e delle ricerche che stai svilup-    dell’anno (spero!) e fin da ora sto
     che questo sia possibile , come evi-     pando ?                                    lavorando a “Morse”, un nuovo spet-
     tare che una forma espressiva si         Arduo sintetizzare. Diciamo che non        tacolo che sarà interamente creato
     ponga come “sfondo” dell’altra?          smetto di studiare per cui continua-       e presentato in prima a Bruxelles
     Non penso che la musica elettronica      mente ci sono nuovi software di cui        nell’autunno del 2003. Si tratta di
     abbia una “identità debole”. Credo       mi devo “impadronire”. Riesco a farlo      un lavoro abbastanza complesso e il
     piuttosto che sia necessario parlare     anche grazie a collaboratori di valo-      tempo non è mai abbastanza.
     di identità plurime e parallele. Abi-    re come il mitico hacker Jaromil col
     tando un tempo del parallelismo,         quale sto sviluppando da anni pro-         Informazioni on-line sul tuo lavoro?
                                                                                         Il sito di Giardini Pensili è http://
     anche la musica elettronica defini-      getti basati su software open source
                                                                                         giardini.sm. È aggiornato quotidiana-
     sce (spesso con grande precisione)       per la gestione di suono e video live.     mente e comprende numerosi file au-
     questa definizione della possibilità.    In questo pratica dello studio si          dio e video. Posso essere sempre con-
                                              inscrivono residenze a Marsiglia           tattato via email a: dalo@giardini.sm


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BLUE STORIES BACKGROUND
                                                              COSA SIGNIFICA ‘LIVE CINEMA’?

“Accoglimi, deserto. Accogli l’ombra nera                     Live Cinema è un ulteriore passo verso il futuro del cin-
che si addentra smarrita in te,                               ema. Questo significa che, attraverso l’uso di tecnologie
nella distesa di dune, questa piccola ombra                   digitali, è ora possibile non solo lavorare su produzioni a
che ha divorato di nuovo la sua pillola,
                                                              basso costo, ma anche ripensare al cinema come per-
che divora anche te con gli occhi, la tua maniera
di essere e di non essere,                                    forming arts. Ritrovando l’emozione del cinema degli
la tua sabbia illuminata, dove si consuma                     albori attraverso le tecnologie più innovative e creando
il caos di questa follia.”                                    un set dove l’azione accade dal vivo di fronte al pubblico.
Ingeborg Bachmann                                             Il desiderio di molti: essere sul set di un film. Blue Sto-
                                                              ries è tutto questo.




                                                                  Roberto Paci Dalò / Giardini Pensili
                                                                  Fotogrammi del video


                                                              Il progetto procede accumulando materiali e combinan-
                                                              do fiction con documentario insieme a esplorazioni urba-
                                                              ne e architettoniche. Nella performance tutti i materiali
                                                              sono mixati dal vivo creando un cinema da vivo che ri-
                                                              porta all’emozione del pre-cinema realizzato attraverso
                                                              camere oscure e lanterne magiche. Gioco in Blue Stories
                                                              con la termi nologia e il linguaggio dei programmatori e
                                                              in particolare del mondo Linux (release, open source) e
                                                              allo stesso tempo della musica (version, remix).

                                                              Testo guida di Blue Stories è Libro del deserto di
                                                              Ingeborg Bachmann, pubblicato in Italia da Cronopio
Yves Klein e Derek Jarman mi guidano nel mondo del
                                                              Edizioni. Nel volume vi sono due testi Libro del deserto e
blu, della visione e dell’ascolto. Insieme a loro il fonda-
                                                              Verrà la morte (Wüstenbuch e Der Tod wird kommen).
mentale lavoro di Dziga Vertov con il suo Kinoglaz. Una
riflessione a tutto tondo sul cinema che ricollega il cine-
                                                              Blue Stories ha già operato a Roma (Roma Remix) il 13
ma degli albori con le nuove tecnologie digitali per arri-
                                                              marzo scorso a Rialto/S.Ambrogio.
vare a evocare un particolare artigianato nuovo e antico
                                                              Questo il testo della presentazione: Roberto Paci Dalò/
allo stesso tempo dell’arte cinematografica. Dove tra
                                                              Giardini Pensili presenta il suo nuovo progetto di “live
expanded cinema e nuovi formati si può pensare a un
                                                              cinema” già ospite di festival e rassegne in Italia, Sviz-
cinema come arte del tempo.
                                                              zera, Belgio, Austria e prossimamente in Canada e Ame-
Attraverso la creazione di una serie di moduli acustici e
                                                              rica Latina.
visivi sviluppo una serie di performance “released” ogni
                                                              BLUE STORIES ha fatto parte della selezione ufficiale
volta in maniera più o meno diversa. Stanze e edifici
                                                              del 54 Festival Internazionale del Film di Locarno ed è
sono abitati dal cinema che è prodotto in tempo reale, in
                                                              sostenuto da Italia Cinema quale esempio di innovativo
performance, di fronte a un pubblico. Elettronica
                                                              incontro tra cinema e tecnologie digitali.
innovativa, città, paesaggi sonori, campionamento come
                                                              Durata 45 minuti
pratiche di lavoro.


                                                                                                                            29
DALLA TERRA DI LAPTOPIA
     ECCO IL JAZZ DI “SECONDA MANO”
     Il problema con l’opera
     di Herbert è tutta nella
     calibratura, nella misura da
     tenere. Herbert, ormai
     non riusciamo più a tenerlo
     segreto,
     è l’artista che amiamo di più.
     E’ a fatica che riusciamo a
     evitare i toni enfatici quand
     mettiamo le nostre rapaci
     mani sulle sue opere.
     Ed è perfino imbarazzante
     notare quanta “intelligenza
     al lavoro” c’è in quest’opera
     di “suoni di seconda mano”
     che ci apprestiamo
     a recensire.




         Paolo Davoli                      cd cover + roberto ugolotti
                                           (live@maffia)

     L’occasione, straordinaria, è     Qui, l’abisso filosofico è appena
     la summa di alcuni “ri-           sfiorato. Quand’è che una trac-
     maneggiamenti” di brani pro-      cia audio, nel campo dell’elet-
     pri e di altri artisti, pratica   tronica, si può definire “finita”?
     conosciuta qui in Occidente       Ripetizione è perversione? So-
     come “remix”.                     miglianza è diseguaglianza? Il
     Il lavoro è assai fantasioso,     “re-cycling” è eticamente leci-
     data la capacità conclamata       to? La traccia sonora è come
     di Matthew Herbert di “pos-       quel fiume di Eraclito in cui “non
     sedere” creativamente, e          ci si bagna mai due volte”?
     quindi di giocarli in senso
     estetico, generi musicali         Artista non indifferente al mon-
     quanto mai lontani tra loro –     do e alle idee, Herbert si lascia
     jazz, house, dub ed electro-      prendere assai spesso dalla
     breakbeat – e di amalgamarli      teoresi e dalla malinconia pop
     in fruttuose e fantastiche        allo stesso tempo, per cui gli
     circonvoluzioni aurali. Il con-   capita di “frequentare” Deleuze
     cetto teoretico che sta dietro    e di sentire invece Louie Austen,
     l’albo è quello della “seconda    di calibrare pensieri alla
     mano” cioè del “montaggio”        Amartya Sen e di rivisitare in-
     di essenze che hanno “assen-      vece Motorbass e Moloko.
     ze di origini assegnabili” come   “Pensare non rende felici” scris-
     nel caso della manipolazione      se Michel Foucault, così Herbert
     – infinita? – di propri brani.    rileva che “remixare non rende


30
felici”, ed ecco quindi che ogni       sionato di nightclubbing e
brano, soprattutto proprio, diven-     “assemblement”            no-
ta per lui una sfida, un turbinio di   global; la filosofia e l’agire
dadi, un caleidoscopio di jazz alie-   herbertiano ha il pregio,
nato digitalmente in cui trasloca-     infine, di scardinare parec-
re la tecnica libertaria dei suoni     chi luoghi comuni dell’ac-
dei vecchi leoni giamaicani come       cademia bolsa e della club
King Tubby. E questo trasloco          culture edonista. Una par-
avviene a Laptopia, il luogo del-      te del futuro della nostra
l’utopia elettronica, della            musica passa qui, nella
contemporaneità della technè da        rete memorabile di suoni
laptop, della musica da club ri-       che Matthew Herbert ri-
combinata con l’agire da               elabora instancabilmente
“bricoleur” sovversivo che tanto       per noi.
lo intriga.                            “Secondhand Sounds”, di
I risultati sono veramente             innumerevoli ascolti futu-
“monumentali” e sorprendenti.          ri, rimarrà nostro commo-
Herbert è la quintessenza dell’ar-     vente compagno…
tista contemporaneo: si trova a
proprio agio sulla tastiera del pia-   HERBERT
noforte come su quella del pc, è       SECONDHAND SOUNDS
lettore accanito di Marx e Cage,       (HERBERT REMIXES)
ascoltatore partecipe di Bordieu       PEACEFROG UK 2002
e Coltrane, frequentatore appas-


                                                                        31
MADDSLINKY
                      Due passi per un altra attitudine




         Damir Ivic                                                    Roberto Ugolotti e Andrea Rozzi


     Conoscete Zed Bias? I frequentatori stretti del Maffia         Rocca), presente nei lavori Maddslinky nella doppia veste
     probabilmente sì, lo conoscono bene, ma in ogni caso           di compositore e flautista, e prossimamente socio di Dave
     basti semplicemente dire che si tratta di una delle grandi     Jones nel progetto DaLuq.
     eminenze del 2 step britannico (è lui il compilatore della     In questi giorni vede la luce l’lp, “Make Your Peace”
     storica raccolta “The Sound Of Pirates vol. 1”, nonché         (la presentazione è avvenuta al londinese Cargo il 23
     l’autore della hit “Neighbourhood”). Insomma, se ora in        maggio, con la presenza di tutti gli ospiti del cd), disco
     UK si fa un gran parlare di 2 step (o di “uk garage”, se       che finora è stato preceduto dai singoli “Darkswing” e
     preferite) lui ne è uno dei principali colpevoli, uno degli    “Reject”. Fra i vari dj a cui sono stati commissionati dei
     originatori. Eppure proprio adesso che si potrebbe             remix figurano nomi di grande levatura, ad esempio Ian
     monetizzare senza troppa fatica quanto seminato in             Pooley, ma al di là di questo Maddslinky già con le prime
     passato con qualche produzione ben assestata, ben              uscite in vinile dei mesi scorsi ha dimostrato di essere
     commerciale e ben semplice, Dave Jones aka Zed Bias            una delle realtà più calde e stimolanti della nuova scena
     va a concentrarsi su un altro progetto, più complicato e       dance britannica, quella più cool e raffinata ma in cerca
     meno adatto a fare grandi numeri. Una correzione di            al tempo stesso di sperimentazioni ritmiche che ne
     rotta?                                                         ridefiniscano i confini. “Maddslinky è nato come un
     Maddslinky, questo il nome del progetto, è per Dave la         progetto secondario, ma col tempo mi ci sono
     “reincarnazione” più jazzy, dove l’incedere secco e            appassionato.
     irresistibile del beat spezzato tipico del 2 step si fonde     L’idea di base era comunque quella di creare qualcosa
     con venature funk e soul. Più cura, più raffinatezza. Giusto   che andasse nella direzione opposta, a livello di attitudine,
     nel momento in cui la So Solid Crew, con la sua evidente       rispetto all’attuale scena uk garage. Niente immaginari
     ed orgogliosa rozzezza e approssimazione musicale,             facili, niente catenoni, belle donne e vestiti eleganti,
     monopolizza l’attenzione di tutti i media anglosassoni.        niente musica di facile impatto. Già la mia incarnazione
     Diverse geografie della uk garage.                             musicale come Zed Bias è tendenzialmente rivolta a
     Attorno a questo progetto ha radunato alcuni partner           questa scena, pur non accettandone i risvolti più dozzinali;
     qualificatissimi: fra gli altri, Will White (già coi           volevo provare a fare qualcosa di inedito, di diverso, di
     Propellerheads), Kaidi Tatham (meglio noto come Agent          più raffinato”: queste le parole di presentazione di Dave
     K, tastierista degli Herbaliser), Kevin Robinson (Incog-       Jones. Prosegue così: “La scena uk garage in questo
     nito, Jazz Jamaica), Juiceman e Luca Roccatagliati (dj         momento è comunque sotto il fuoco dei media. Creano




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allarme anche quando non ce n’è bisogno, molte date        collaborazione si trovano nel secondo volume di “Illicit
vengono cancellate per paure sull’ordine pubblico. E’      Sounds Of Maffia”): “Ci siamo incontrati l’anno scorso
davvero una brutta situazione”.                            durante un tour con vari dj, qua in Italia. Un incontro
Su quello che può essere il ruolo del dj, Dave comunque    quasi casuale, quindi. L’intesa è stata subito totale. Rocca
ha qualche parola da spendere:                                                       è un dj con un grande gusto
“Sì, certo, a me piacciono le cose                                                   musicale, nonché uno con cui è
raffinate, me se fossi per assurdo                                                   facile andare d’accordo”.
obbligato a fare una scelta netta                                                    Un ultimo accenno va fatto ad
fra eleganza ed energia, io come               L’idea di base era                    un’altra attività collaterale di mr.
dj dovrei per forza optare per           comunque quella di creare                   Jones, ovvero quella di
l’energia. Fermo restando che un                                                     giornalista: collabora infatti
buon dj set deve essere una             qualcosa che andasse nella                   regolarmente con Jockey Slut,
combinazione fra le due. E’ anche                                                    una delle riviste più autorevoli di
vero però che oggi il termine di
                                         direzione opposta, a livello                musica elettronica e dintorni.
“dance music”, e di conseguenza              di attitudine, rispetto                 “Quando recensisco dischi cerco
quello di “dj”, viene utilizzato in                                                  di essere più franco possibile.
maniera mooolto estensiva.              all’attuale scena uk garage.                 Non è facile. Questo mi
Prima la dance music, come dice           Niente immaginari facili,                  sottopone al rischio di farmi una
il nome stesso, era la musica che                                                    cattiva fama nella scena, lo so.
doveva farti ballare, e il dj quello   niente catenoni, belle donne                  Però considera questo: fare
che la sceglieva per raggiungere                                                     dischi costa un sacco di soldi, e
                                           e vestiti eleganti, niente
al meglio questo scopo. Ora è                                                        se io riesco a far capire a
tutto molto più complesso a               musica di facile impatto.                  qualcuno che fa meglio a non
vario”.                                                                              gettare via soldi producendo
Un dj con cui Dave Jones ha                                                          brani scarsi, beh, penso proprio
collaborato e con cui collaborerà                                                    che gli sto facendo un favore”.
è, come accennato prima, il buon                                                     Siete pronti a mandare i vostri
Rocca del Maffia Sound System (alcuni frutti di questa     provini a Dave Jones aka Zed Bias?




                                                                                                                            39
FESTIVAL




           MEET ME FESTIVAL




       Una sana giornata attorniati da musica elettronica ad             A tirare le fila ci sarà sempre la crew di Taotech, in colla-
       alto livello. La possibilità di scegliere tra spazi diversi, di   borazione con la gente del Sub Sub, uno dei locali più
       giostrare il numero dei bpm da affrontare ballando.               forti di Lubiana. Aspettatevi dodici intense ore: le danze
       L’opportunità di venire a contatto con realtà diverse, storie     iniziano alle 20 per finire alle 8 del mattino dopo.
       di musicisti, persone, amanti del beat. Chiunque abbia            Quattro gli spazi: uno regno della techno, uno devoto
       affrontato l’esperienza di un festival di musica elettroni-       alla house, uno dedicato alla progressive e, novità di
       ca ben organizzato è tornato a casa ben contento, pron-           quest’anno, una quarta tenda che esplorerà i territori
       to a ripetere l’esperienza.                                       che si estendono dal breakbeat più fantasioso fino alla
       Segnatevi la data del 13 luglio, allora: nella vicina             chill out – il tutto sotto la gestione dell’accoppiata Maffia/
       Slovenia, terra di grande bellezza, quest’anno si svol-           Mantra Vibe, con altri ospiti.
       gerà per il secondo anno consecutivo Meet Me, un festival         Qualche nome per le altre tende: Blake Baxter è collabo-
       che non sfigura assolutamente a confronto con le gran-            ratore di vecchia data di Jeff Mills, e nel 1991 entrò a far
       de adunate britanniche come Homelands, Glastonbury,               parte del collettivo Underground Resistance (uno dei
       Creamfields.                                                      capitoli più importanti di sempre nella storia della techno);
       Quest’anno il tutto si svolgerà a Divaca, città facilmente        successivamente ha stretto contatti con la scena euro-
       raggiungibile dall’autostrada che collega Trieste con la          pea attraverso la berlinese Tresor, il punto di riferimento
       capitale Lubiana.                                                 per tutti i technofili europei, con cui collabora ancora

                                                         Mediablitz          press office
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attivamente. Lo svedese Christian Smith nel 1999 è
definitivamente entrato nel roster della In-Tec, l’etichet-
ta di sua maestà Carl Cox; cresciuto musicalmente se-
guendo le storiche serate di Sven Vath all’Omen, col pas-
sare degli anni ha sviluppato uno stile personale e rico-
noscibile che combina elementi di techno e house
innervando il tutto con un feeling funky. Lucien Foort è
uno degli astri contemporanei della progressive, con par-
tecipazioni a Cream, Gatecrasher, Dance Valley; attratto
da sonorità trance, pone una grande cura nel costruire
groove ipnotici e trascinanti. E poi molti, molti altri…
Appuntamento al 13 luglio, dunque. Dodici ore di musi-
ca, stand di vario genere, attrazioni collaterali, in gene-
rale grande cura in tutti gli aspetti organizzativi e logistici:
il Meet Me promette bene. Per ulteriori info, fate un giro
su www.meet-me.com.



                    TECHNO ARENA
              BLAKE BAXTER (Tresor Rec., USA)
                       CHRISTIAN SMITH
   (Tronic rec., Rotation rec., Primate rec., SWEDEN)
                       GAETANO PARISIO
           (Conform Rec., Zenith Rec., ITALY)
               RINO CERRONE (Rils Rec., ITALY)
                   VEZTAX (Interparty, SLO)
               UHURU (Taotech,Irie music, SLO)
                        IAN F (Flux,SLO)
                 LUYGI VAN (Kazumi rec.,SLO)
                   PSIHO (Annuaki Rec.,SLO)
                     ULIX (Download,SLO)


         EROTICA + ROMANCE ARENA
          ROTOR (Rotosphere,SLO) LIVE CONCERT
                  ALEKSIJ (Matrix Music,SLO)
                TURNMASTER TIM (ag, Austria)
              EDY THE FISH (Cool Running Rec.,
                     Loud Bit Rec.,SLO)
                 FABRICE (Mantra Rec., ITALY)
               MATIS (Cream Dance Club,SLO)


       TAOTECH PROGRESSIVE ARENA
      LUCIEN FOORT (www.singularity-cd.nl, HOLAND)
              CRAZY LEMON (Taotech, AG, CRO)
                  ARMANDO (Interparty,SLO)
                     KRIZS (Taotech, SLO)


              MAFFIA˛& IOD ARENA
                    MAFFIA SOUNDSYSTEM
                         MANTRA VIBES
                             5th SUITE
                           ALEX DANDI
                        GROOVE SAFARI



                                                                   57
PRESS START TO PLAY: LA NU CULTURE TECHNOLUDICA




                                                                                          si celebra proprio quest’anno il
       A quarant’anni di distanza dall’intro-
                                                                                          ventennale) al cronenberghiano
       duzione del primo computer game
                                                                                          eXistenZ.
       della storia - Spacewar! di Steve
                                                                                          Il saggio/catalogo della mostra
       Russell - il video game sta finalmente
                                                                                          porta le firme di accademici, gior-
       uscendo dal ghetto nel quale la co-
                                                                                          nalisti, game designer, esperti di
       siddetta “cultura alta” lo aveva ingiu-
                                                                                          new media come Gianni Canova,
       stamente confinato. La rinnovata vi-
                                                                                          Jaime D’Alessandro, Riccardo
       sibilità del gioco elettronico trascen-
                                                                                          Albini, Diego Malara, Sergio
       de la mera dimensione commerciale
                                                                                          Pennacchini, Andrea Cuneo, Bob
       che, per quanto rilevante, non coinci-
                                                                                          Cunningham, Testuya Mizuguchi,
       de necessariamente con gli orizzonti
                                                                                          Alberto Jacovoni e Matteo Bittanti,
       della cultura contemporanea. Il diver-
                                                                                          quest’ultimo docente di Teoria &
       timento elettronico ha fatto il suo in-
                                                                                          Tecnica del Videogioco presso la
       gresso ufficiale/ufficioso all’interno
                                                                                          Nuova Accademia di Belle Arti
       della dimensione museale. Si è aper-
                                                                    (www.naba.it). Si è aperta invece a Londra il 16 mag-
       ta infatti il 22 aprile 2002, al Palazzo delle Esposizioni
                                                                    gio, Game On: The Culture and History of Videogames
       (www.palaexpo.com) di Roma, “PLAY: Il Mondo dei
                                                                    (www.gameonweb.co.uk), una seconda manifestazio-
       videogiochi”.
                                                                    ne dedicata ai videogiochi. Organizzata dalla Barbican
       La kermesse videoludica, che non ha precedenti in Ita-
                                                                    Gallery in collaborazione con il Museo Nazionale di Sco-
       lia, resterà aperta al pubblico fino al 10 luglio 2002.
                                                                    zia, Game On resterà aperta fino al 15 settembre 2002.
       Curata da Jaime D’Alessandro e Maria Grazia Tolomeo,
                                                                    Anche in questo caso, la retrospettiva tematizza il ruo-
       PLAY ripercorre criticamente l’evoluzione tecnologica e
                                                                    lo dei video giochi nella società contemporanea. Dal
       culturale del divertimento elettronico. In esposizione
                                                                    primo computer game della storia (SpaceWar!, 1962)
       centinaia di filmati, disegni preparatori, sceneggiature
                                                                    alle meraviglie tecnologiche di Xbox e PlayStation2. La
       e story-board degli oltre 300 titoli che dal 1962 ad oggi
                                                                    mostra è arricchita dai contributi di varie personalità
       hanno segnato tappe cruciali nella storia dei video gio-
                                                                    del mondo dell’arte digitale nonché eventi satellite come
       chi. Quarant’anni di giochi e di sorprendenti innovazio-
                                                                    conferenze, rassegne cinematografiche, dibattiti e con-
       ni tecnoludiche. L’aspetto più interessante è che PLAY
                                                                    certi di artisti impegnati sulla scena elettronica come
       indaga anche il fecondo interscambio tra il mondo
                                                                    Mouse on Mars e Plaid.
       videogiochi e la cultura tout court. La mostra tematizza
       infatti le continue intersezioni tra videogiochi e cine-
                                                                    Per gentile concessione dell’editore e dell’auto-
       ma, pubblicità, letteratura, musica e televisione. L’even-
                                                                    re pubblichiamo di seguito il saggio SUL CINE-
       to si arricchirà anche della presenza di game designer
                                                                    MA DIGITALE di Matteo Bittanti, inserito nel ca-
       e artisti provenienti da tutto il mondo e di una rasse-
                                                                    talogo/libro di PLAY. Per ulteriori informazioni
       gna cinematografica di film che si ispirano all’immagi-
                                                                    vi rimandiamo al sito ufficiale della mostra:
       nario videoludico, dal Tron di Steven Lisberger (di cui
                                                                    play.tiscali.it/.

                                                                         website: www.telepresence.org
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IL CINEMA DIGITALE
OVVERO
DELL’INFLUENZA DEL CINEMA
SUI VIDEOGIOCHI
“L’unico caso di videogame che a
tutt’oggi conosciamo è il cinema.
Solo il cinema coinvolge lo sguardo
(il “video”) in un gioco”
(Gianni Canova)




                                                            Il Sensorama di Morton Heilig (1962)

Il video gioco è una forma culturale che è emersa nel       prodotto, negli ultimi anni, una serie di studi finalizzati ad
contesto della rivoluzione digitale. Esso si colloca al     illuminare la natura poliedrica del medium videoludico.
crocevia tra cultura elettronica, cinema, animazione,       Manca tuttavia, una vera e propria teoria videoludica. Se-
letteratura, pittura, fumetto e ludus analogico. Come       condo Marshall e Morris (2000), la difficoltà che gli studio-
già notava Haddon nel 1981, i video giochi costitui-        si hanno incontrato finora dipende dal fatto che “la cultura
scono “un’industria culturale del tutto analoga a quelle    ludica non si lascia incasellare facilmente nelle griglie
del cinema e della musica” (p. 53).                         interpretative utilizzate per media tradizionali, e la pratica
La nascita del mercato videoludico risale ai primi anni     di ricondurre il video gioco ad analisi di tipo visuale e te-
settanta, in un’era nella quale i critici e gli intellet-   stuale, per quanto valida, non è sempre la più azzeccata”
tuali avevano apertamente dichiarato la fine del ci-        (p. 89). J.J. Gifford (1996, ¶ 1), ha provocatoriamente
nema come terreno culturale pri-                                                 sostenuto che:
vilegiato. L’emergere prepotente
del video gioco coincide con un                                                         I giochi sono i genitali del mondo digi-
significativo declino del consumo                                                       tale: vergognosi, ma necessari, spesso
di cinema, un fenomeno comin-                                                           rappresentano le forze evolutive del
ciato nei primi anni cinquanta che
                                              L’obiettivo                               medium. Per quanto siano la punta di
“nessuno è stato in grado di spie-        di questo saggio                              diamante dell’informatica, e siano ca-
gare in modo sufficientemente                                                           paci di spingere al massimo le risorse
comprensibile” (Turner, 1988, p.           è di “prendere                               hardware, non vengono mai discussi in
14). Insieme a tecnologie quali il                                                      modo serio, eccezion fatta per la stam-
videoregistratore, la televisione
                                            i video giochi                              pa specializzata o da capitalisti d’assal-
via cavo e via satellite, i video gio-      sul serio” e di                             to.
chi hanno finito per ridimensiona-
re il ruolo sociale e l’importanza             illuminare                               Eskelinen (2001, ¶ 1) ha proposto un
culturale del cinema. A questo                                                          interessante parallelismo: “storicamente
proposito, Bolter e Grusin (1999)
                                            alcuni aspetti                              parlando, gli studi sui video giochi at-
notano che “il film, la forma arti-      della relazione che                            tuali ricordano quelli sul cinema negli
stica più importante del ventesi-                                                       anni dieci del ventesimo secolo. In en-
mo secolo […] rischia di venire su-           li avvicina,                              trambi i casi, il grande interesse che si
perato dai new media”. In realtà,                                                       è generato attorno al nuovo medium,
questo sorpasso si è già
                                            ma al tempo                                 non è stato accompagnato da una sua
concretizzato, se non altro a li-         stesso allontana,                             comprensione autentica.”
vello economico: oggi, l’industria                                                      Per questo motivo, Jenkins (2000) ha
dei video giochi fattura più di quel-       (d)al cinema.                               recentemente invitato la comunità ac-
la hollywoodiana1 .                                                                     cademica, a “prendere il video gioco sul
Accademici ed intellettuali hanno                                                       serio, dato che rappresenta una nuova

     Matteo Bittanti                                                website: www.telepresence.org                                    75
arte popolare, capace di dare una forma inedita alla sen-         più film replicano l’elasticità cinetica del gameplay
     sibilità estetica del ventunesimo secolo” (p. 43) Ripren-         videoludico, creando sequenze, come quella dei com-
     dendo le tesi esposte da George Seldes nel suo seminale           battimenti di The Matrix, che sarebbero state impossibili
     studio sulla pop culture, The Seven Lively Arts (1924),           prima della CGI” (p.4).
     Jenkins ha suggerito che “i video giochi sono un’arte             I video giochi rappresentano un superamento del cine-
     “viva”, un’arte nuova, l’arte dell’era digitale”. Tale espres-    ma, ma allo stesso tempo ne conservano lo spirito e la
     sione artistica, secondo il professore del MIT, “svolgerà         missione originaria. Il video gioco recupera la preistoria
     nel ventesimo secolo il ruolo che il cinema ha avuto nel-         del cinema e la trasforma in playstoria, riportando in
     l’era meccanica” (1999, p.117).                                   primo piano l’idea di film come spettacolo, come attra-
     L’obiettivo di questo saggio è di “prendere i video giochi        zione. Il video gioco, la frontiera del cinema2 , ne rappre-
     sul serio” e di illuminare alcuni aspetti della relazione         senta, paradossalmente, la più piena espressione.
     che li avvicina, ma al tempo stesso allontana, (d)al cine-
     ma. La nostra tesi, infatti, è che il video game porta a          Proto-cinema e divertimento elettronico.
     compimento il progetto primo ed ultimo del medium che             Oki (1997) ha discusso la dialettica tra cinema e video
     lo ha storicamente preceduto. Tanto il cinema, quanto il          giochi in termini di yin e yang, osservando che i film di
     video gioco, sono dispositivi tecnologici che fanno leva          oggi “diventeranno sempre più simili ai video giochi,
     su una serie di strategie simili per realizzare il massimo        mentre i video giochi diventeranno simili ai film”. La pri-
     coinvolgimento dello spettatore/fruitore all’interno della        ma conseguenza è che “il pubblico non riuscirà più a
     situazione simulata.                                              resistere alla tentazione di prendere parte alla narrazio-
     La dialettica tra video giochi e cinema è straordinaria-          ne, quindi i creatori creeranno film dalla narrativa “ela-
     mente complessa. Per quanto non sia possibile, in que-            stica”, caratterizzata da parametri manipolabili. L’audience
     sta sede, affrontarla in modo approfondito, è tuttavia            prenderà parte ai film in forma di avatar. Presto tutte le
     importante ricordare che i due media stanno convergen-            caratteristiche dei computer games saranno incorporate
     do a differenti livelli. Esteticamente, le loro barriere stanno   nel cinema” (ibidem). Oki ha profetizzato anche la scom-




     diventando sempre più permeabili. Bolter e Grusin (1999)          parsa delle sale cinematografiche e la loro trasformazio-
     hanno osservato che “allo stesso modo in cui i video              ne in spazi di consumo domestici ed individuali. Ma già
     giochi prendono a prestito le marche di riconoscimento            nel 1965, parlando del divertimento dell’anno tremila,
     del cinema ridefinendosi in termini di film interattivi, allo     Alfred Hitchcock profetizzava l’avvento di “una forma
     stesso modo il cinema di Hollywood sta tentando di as-            quasi ipnotica di intrattenimento, in cui lo spettatore sce-
     secondare l’ossessione contemporanea per i new media              glie chi essere e quale genere interpretare, e in cui l’au-
     con il ricorso sempre più diffuso alla grafica digitale per       tore, necessariamente, pone le basi logiche della storia
     ridefinire i film a narrazione lineare.” (p. 146). Un com-        ed “indirizza” l’attore-spettatore verso una storia con
     mento analogo è stato formulato dal teorico dei video             una trama ben compiuta.” Il regista sognava “un cinema
     giochi Poole, il quale ha notato che “nel momento in cui          senza attori, con figure disegnate così dettagliatamente
     le potenzialità grafiche dei video giochi sono aumentate,         da sembrare reali.” Hitchcock non lo sapeva ancora, ma
     i video giochi hanno cominciato ad assomigliare sempre            il cinema che preconizzava era, in realtà, il video gioco.
     più ai film” (p. 71). Per converso, “il cinema si interessa       Cinema e video giochi sono tecnologie di illusione. Rap-
     all’estetica dei video giochi e ai temi che essi trattano”        presentano, ridefiniscono, distorcono e reinventano il
     (ibidem). Le tangenze tra cinema e video giochi sono              reale. Cinema e video giochi creano mondi “alternativi”
     state sottolineate anche dal critico cinematografico              visivamente condivisibili. La simulazione cinematografi-
     Newman, che ha osservato come “i game designer, molti             ca, come quella ludica, è resa possibile dall’uso di una
     dei quali possono contare su budget normalmente riser-            molteplicità di codici: immagini (fisse e in movimento),
     vati ai blockbuster, sfruttano il medesimo vocabolario            suoni, tracce scritte, parole. In altre parole, cinema e
     visuale del cinema per creare i loro mondi. E nel mo-             video giochi sono media sinestetici. E a differenza del
     mento stesso in cui il cinema diventa digitale, sempre            romanzo, il film ed il video gioco sono anche sintetici e


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sincretici: combinano differenti arti e                                                     smo che, del cinema, è l’antesignano.
discorsi.                                                                                   Brevettato da Henry Norton Marvin
Come ha notato Skirrow (1986), “Seb-                                                        e Herman Casler nel 1894, il
bene cinema e video giochi costruisca-                  L’ambizione                         mutoscopio era un’apparecchiatura
no i loro rispettivi mondi in modi mol-                                                     che conteneva una sequenza di fo-
to differenti, entrambi aspirano a im-
                                                 del cinema di fran-                        tografie collocate intorno al perime-
mergerci in un’esperienza totalizzan-             tumare gli angusti                        tro di un tamburo. La rotazione ra-
te che richiede la nostra piena atten-                                                      pida delle fotografie, per mezzo di
zione, e che, nel contempo, tende ad            bordi dello schermo                         una manovella, consentiva di simu-
eclissare tutti gli altri mondi” (p. 121).                                                  lare il movimento.
Il suo commento trova un’eco in
                                                 e dare vita ad una                         Il mutoscopio dava al fruitore un con-
Stallabras (1993), che nota come “nel               dialettica con lo                       trollo dell’immagine decisamente su-
tentativo di creare una realtà palpabile                                                    periore a quello delle tecnologie di
ed unificata nel quale il giocatore può            spettatore è stata                       visione precedenti, cinetoscopio in-
operare, collegando risposte, visione                                                       cluso. Esso dava al fruitore la possi-
e suoni, il computer game aspira a cre-
                                                       realizzata dal                       bilità di velocizzare, rallentare, fer-
are un’esperienza fantasmagorica di                     video gioco                         mare e riavvolgere l’azione. Il
immersione totale” (p. 60).                                                                 mutoscopio era una tecnologia che
Questa comune teleologia precede l’in-                                                      non si limitava a creare una realtà
venzione di entrambi i media. Alcuni                                                        fotografica, ma consentiva allo spet-
studiosi la riconducono all’idea di teatro moderno e al               tatore di operare delle precise scelte di visione, agendo
concetto di opera d’arte come Gesamtkunstwerk (Richard                sul mondo fantasmatico anziché subirlo semplicemente,
Wagner, 1849). Com’è noto, il compositore tedesco ave-                sovvertendo quel modello di fruizione lineare che sareb-
va proposto una fusione delle arti in un solo medium di               be diventato la forma paradigmatica del film narrativo. Il
espressione artistica e aveva progettato un nuovo teatro              mutoscopio aggiungeva un significativo extra interattivo
per massimizzare il coinvolgimento de-                                                  all’esperienza di visione. L’analogia tra
gli spettatori. Secondo Parker e Jordan                                                 le due forme di intrattenimento non è
(2001), “questo approccio all’opera ha                                                  sfuggita alla Herz (1997), la quale ha
anticipato l’esperienza della realtà virtua-                                            notato che:
le, dato che prevedeva l’immersione del
pubblico nel mondo immaginario rappre-                                                  A quel tempo, le macchine per film a
sentato sul palcoscenico.”                                                              gettoni venivano considerate emblemi
L’utopia wagneriana non è venuta meno                                                   dell’epoca della tecnica, nello stesso
nell’era digitale. Al contrario, è riapparsa                                            modo in cui i video giochi a gettone rap-
sotto altre forme. Già Laurel (1991) ave-                                               presenterebbero il limite maledetto del-
va avanzato l’ipotesi che il computer rap-                                              l’era digitale. Decine di locali per diver-
presenta una nuova forma di teatro, un                                                  timenti usavano “automatico” come una
teatro virtuale, che può soddisfare “l’an-                                              parola magica per attrarre gli strippati
tico desiderio di trasformare le nostre                                                 in cerca di brividi da novità, esattamente
fantasie in qualcosa di palpabile e di of-         Un prototipo del mutoscopio (1890)   allo stesso modo in cui oggi viene usata
frire un’esperienza di simulazione nel                                                  la parola “virtuale”. Tutto era “automa-
quale il mondo come lo conosciamo scompare quasi ma-                  tico”. (p. 56)
gicamente” (pp. 262-263).
Altri, tuttavia, individuano nel film l’opera d’arte totale. I        Ma se il mutoscopio consente all’utente di esercitare il
futuristi italiani, per esempio, avevano proclamato nel               suo controllo sul solo asse del tempo, i video giochi – per
1916 la morte delle arti tradizionali per mano del cine-              loro stessa natura – sono prima di tutto uno spazio
ma. Nel celebre “Manifesto del Cinema Futurista” (1916),              esplorabile e modificabile. Lo spazio dei video giochi è
Filippo Tommaso Marinetti aveva indicato nel film rap-                uno spazio che si adatta, reagisce e cambia in base agli
presenta la forma di espressione umana più dinamica in                interventi del giocatore. In altre parole, i video giochi
assoluta, l’unica in grado di restituire il ritmo sfrenato e          danno all’utente la possibilità di agire su, dentro e attra-
l’energia adrenalinica dell’era moderna.                              verso il mondo finzionale. Sebbene Sobchack (2000) non
Come la Gesamtkunstwerk di Wagner, anche il cinema                    citi il mutoscopio nel paragrafo che segue, il suo com-
futurista si proponeva di superare tutti i limiti delle arti          mento resta assolutamente cruciale per comprendere la
precedenti.                                                           logica del controllo del testo per mezzo del dominio del-
L’ambizione del cinema di frantumare gli angusti bordi                l’immagine:
dello schermo e dare vita ad una dialettica con lo spetta-            Prima dell’avvento dell’ormai dominante cultura elettro-
tore è stata realizzata dal video gioco, un medium che,               nica, lo spettatore non poteva controllare o contenere il
per sua natura, trasforma lo spettatore in spett/attore               ritmo autonomo ed etereo del film, né tantomeno pos-
per mezzo di una interazione costante. Questo                         sedere materialmente la sua esperienza animata. Grazie
superamento del cinema rappresenta, al tempo stesso,                  al videoregistratore, lo spettatore diventa finalmente in
un suo recupero.                                                      grado di alterare la temporalità del film e possederne
Il video gioco, infatti, può essere considerato la versione           facilmente il suo “corpo” inanimato. Tuttavia, l’abilità di
due punto zero del mutoscopio ottocentesco, meccani-                  controllare l’autonomia e lo scorrere dell’esperienza

                                                                                                                                      77
cinematica attraverso il “fast-forward”, il “replay” e il              litteram descriveva le scene appena visionate in questi
     “freezing” e la possibilità di possedere il corpo del film e           termini:
     di animarlo a piacimento a casa sono funzioni della                    Una luce sorprendentemente brillante ha inondato lo
     materialità e ontologica tecnologica propria dell’elettro-             schermo, e poco dopo sono apparse procaci ballerine
     nico, una materialità che man mano domina, appropria                   bionde di uno spettacolo di varietà, in abiti rosa e blu,
     e trasforma il cinematico (p. 146).                                    che hanno eseguito a ritmi vertiginosi la danza dell’om-
                                                                            brello. I loro movimenti erano chiaramente definiti. Quan-
     Anche Wolf (2000) ha sottolineato l’importanza cultura-                do sono scomparse, l’immagine di un surfer veemente
     le e storica dei precursori del cinema – come mutoscopio,              ha riempito lo schermo. L’uomo cavalcava delle onde
     cinetoscopio e persino il caleidoscopio - suggerendo che               furiose fino a librarsi in aria, impressionando il pubblico
     queste tecnologie:                                                     situato su una spiaggia sabbiosa è […] Un incontro di
                                                                                                           box tra un commediante alto
     Erano in anticipo sui tempi per                                                                       e magro e uno basso e gras-
     quanto concerne la prossimi-                                                                          so […] e un balletto di una
     tà fisica dell’immagine allo                                                                          bionda hanno completato le
     spettatore, dato che essi pre-                                                                        visioni. Che erano tutte stra-
     vedevano un contatto diretto                                                                          ordinariamente reali e nel
     con l’occhio e richiedevano un                                                                        complesso stupefacenti.
     campo di visione totale. Ma le                                                                        (Kaufmann & Menstell,
     immagini in rapida successio-                                                                         1972, p. 5)
     ne e i programmi estrema-
     mente corti non avevano lo                                                                                 Come illustra questa recen-
     stesso fascino dei film proiet-                                                                            sione “cinematografica” –
     tati sullo schermo, anche per                                                                              che potrebbe benissimo pas-
     via della durata limitata del-                                                                             sare per la descrizione della
     l’esperienza di visione. Per                                                                               scena di un video gioco - i
     questo motivo, la forma di ci-             Il primo computer game della storia, Spacewar! (1962)           primi film tendevano a rap-
     nema proiettata si è imposta,                                                                              presentare situazioni piutto-
     e i monitor collocati in prossimità degli occhi dello spet-              sto che raccontare delle storie. Per tanto, il criterio con i
     tatore avrebbero dovuto aspettare il Viewmaster e so-                    quali venivano giudicati era il realismo tecnico e non tanto
     prattutto la realtà virtuale per tornare a catturare l’at-               la coerenza narrativa.
     tenzione del pubblico (p. 218n).                                                                 L’estetica del cinema delle origini, “il
                                                                                                      periodo che comincia con il primo uso
          Come la maggior parte dei video                                                             commerciale delle tecnologie di vi-
     giochi, il mutoscopio era stato pensa-                                                           sione nel 1894 e che è durato fino al
     to per un consumo individuale, di bre-                 Il cinema era                             1906” (Landon, 1992, xiii), è stata
     ve durata, a differenza del cinema, che                                                          analizzata in profondità da critici e
     poteva essere sperimentato simultane-
                                                             inizialmente                             storici del cinema come Thomas
     amente da un grande numero di spet-                   percepito non                              Elsaesser, Noel Burch, Tom Gunning
     tatori. Inoltre, il mutoscopio – come i                                                          e André Gaudreault. Secondo
     coin-op negli anni settanta – ha fatto                   tanto come                              Gunning (1990), in particolare, il
     la sua prima apparizione nelle sale di                                                           “cinema prima del 1906 [era] alta-
     divertimento, nelle fiere e nei luna park
                                                             “un medium                               mente esibizionistico,” ed enfatizzava
     (Nassaw, 1993), insieme ad altri                    narrativo, quanto                            il puro spettacolo: “Il cinema delle
     dispositivi meccanici a gettone. Come                                                            origini non era dominato dall’impul-
     ha suggerito Gunning (1990), “la rela-               piuttosto come                              so narrativo che si poi è affermato”
     zione tra il cinema e l’avvento dei par-                                                         (1990, p. 58). Per tanto, il cinema
     chi di divertimento come Coney Island,
                                                          una modalità di                             era inizialmente percepito non tan-
     che si realizza a cavallo dei due secoli,            illustrazione ad                            to come “un medium narrativo,
     offre spunti interessanti per ripensare                                                          quanto piuttosto come una modali-
     le origini del cinema” (p. 60). In altre               un pubblico di                            tà di illustrazione ad un pubblico di
     parole, le radici del cinema affondano                                                           una serie di visioni, visioni affasci-
     nel divertimento meccanico.
                                                             una serie di                             nanti per via del loro potere
     Non a caso, gli allora “nuovi” dispositivi          visioni, visioni af-                         illusionistico ed esotico” (1990, p.
     pre-cinematici erano stati percepiti                                                             59). Gunning chiama questo cine-
     come giocattoli particolarmente sofisti-            fascinanti per via                           ma il “cinema delle attrazioni,” la cui
     cati. E le prime critiche cinematografi-                                                         essenza consisteva “nell’abilità di
     che erano incentrate maggiormente su-
                                                           del loro potere                            mostrare qualcosa” (Gunning, 1990,
     gli aspetti tecnici dell’immagine, anzi-                 illusionistico                          p. 59). Come ha notato Sandin
     ché sull’aspetto narrativo dei film. Per                                                         (1998):
     esempio, dopo aver etichettato il                        ed esotico”
     Vitascopio di Edison come “l’ultimo gio-                                                         I primi film commercializzati erano
     cattolo dell’inventore”, un critico ante-                                                        spesso dei brevi, sensazionalistici


78
“effetti speciali”, come un treno che sembrava scontrar-     Analogamente, i video giochi – specie quelli delle origini
si con il pubblico. Il sorprendente effetto era prodotto     – tendono ad enfatizzare l’azione, gli effetti (attrazioni),
introducendo una modalità di percezione che non era          la spazialità e lo spettacolo sulla narrazione. Spacewar!
stata sperimentata prima in un contesto teatrale. L’espe-    non presentava una storia, ma era una semplice simula-
rienza dell’audience dipendeva più nell’attivazione della    zione di combattimento spaziale creata da Steve Russell
percezione del movimento che nella comprensione della        e da altri studenti del MIT (Graetz, 1981; Levy, 1993).
scena rappresentata (p. 3).                                  Se uno dei primi film dei Lumiéres, L’Arrivee d’un Train
                                                             en Gare de la Ciotat (1895), aveva messo in scena un
Un numero significativo di film delle origini erano incen-   treno – il simbolo dell’era moderna –Russell mostra
trati sull’azione – ad esempio inseguimenti in auto e spa-   un’astronave, l’emblema dell’era spaziale. In entrambi i
ratorie – piuttosto che sulla narr/azio-                                      casi, le nuove tecnologie di visione sono
ne. Secondo Gunning (1990), la natura                                         state utilizzate come vetrina per nuove
pirotecnica ed isterica del cinema delle                                      tecnologie.
origini, la cui “energia si muoveva fuori,                                    I primi video giochi, inoltre, presentava-
verso lo spettatore ” (p. 61) non è scom-                                     no moltissime delle marche di riconosci-
parsa con l’imporsi di un codice narrati-                                     mento di quello che Burch (1990) ha de-
vo vero e proprio. Al contrario, è sem-                                       finito il “modo di rappresentazione pri-
plicemente sceso nell’underground, per                                        mitivo” del cinema delle origini, una mo-
riemergere verso la fine degli anni set-                                      dalità di rappresentazione basata su con-
tanta sotto forma del “cinema degli ef-                                       cetti quali “l’autarchia del quadro”, “la col-
fetti di Spielberg-Lucas-Coppola” (1990,                                      locazione orizzontale e frontale della mac-
p. 62). Ed è interessante sottolineare che                                    china da presa”, “la continuità di ripre-
questo nuovo/vecchio cinema, che ha                                           sa”, “la centrifugalità” e, soprattutto, il
“riaffermato le sue radici nella                                              rifiuto della “chiusura” narrativa (pp. 89-
stimolazione e nelle corse sulle giostre                                      90).
dei luna park” (Gunning, 1990, p. 63),                                        Gunning ha aggiunto (1989, 1990, 1998)
si è prepotentemente affermato sulle                                          che i film delle origini tendevano a coin-
scene in contemporanea ai video gio-                                          volgere direttamente lo spettatore nel-
chi. In altre parole, quella che Gunning chiama “l’eredità   l’azione rappresentata sullo schermo attraverso una se-
ambigua dei film delle origini” (ibidem) è migrata dal       rie di espedienti e di artifici che i video giochi hanno
cinema ai video giochi. Come il cine-                                              ripreso in modo diretto. Si pensi alla
ma primitivo, anche i video giochi ten-                                            strategia dell’interpellazione, attra-
dono infatti a privilegiare lo spettaco-                                           verso la quale i personaggi del film
lo sulla storia, l’interazione sulla nar-                                          simulavano un’interazione con gli
razione, l’azione (e le reazioni) sulla                                            spettatori, rivolgendosi direttamen-
recitazione.
                                                I video giochi –                   te a loro, guardando direttamente in
Manovich (1999, 2001) ha suggerito                 specie quelli                   camera e infrangendo così i limiti
un parallelismo tra le tecnologie digi-                                            dello schermo: “Quest’azione, che
tali e i metodi pre-cinematografici di       delle origini – ten-                  sarebbe stata in seguito percepita
creazione delle immagini. Ciò che ac-                                              come un artificio che distruggeva l’il-
comuna il video gioco al mutoscopio è
                                            dono ad enfatizzare                    lusione realistica del cinema, qui era
l’idea di immagine come frutto di una        l’azione, gli effetti                 intrapresa con brio” (Gunning, 1990,
costruzione, anziché di una riprodu-                                               p. 59).
zione realistica di un modello pre-esi-           (attrazioni),                    Sebbene quest’espediente sia anco-
stente. Nella ricognizione storico este-                                           ra utilizzato nel cinema contempora-
tica di Manovich, le tecniche pre-ci-
                                               la spazialità e lo                  neo3 , l’interpellazione è oggi diven-
nematografiche, fotografiche e grafi-           spettacolo sulla                   tata un’eccezione anziché la regola.
che, l’animazione ed il loop convergo-                                             I registi cercano oggi di creare l’illu-
no per dare luogo al linguaggio ibrido             narrazione.                     sione che il profilmico appartenga ad
del multimedia e del video gioco. Se                                               un piano di realtà alternativa a quel-
per Gunning l’essenza del cinema è
                                                    Spacewar!                      la dello spettatore.
l’azione, per Manovich è il movimen-            non presentava                     Nei video giochi, l’interpellazione rap-
to:                                                                                presenta invece una marca di rico-
                                                   una storia,                     noscimento. Questo stratagemma fi-
Come confermato dai suoi nomi origi-                                               nisce per frantumare del tutto un
nali (cinetoscopio, cinematografo,
                                                   ma era una                      quadro già instabile, coinvolgendo di-
moving pictures), il cinema è stato in-              semplice                      rettamente lo spettatore all’interno
teso, sin dalle sue origini, come l’arte                                           della simulazione4 . I video giochi pre-
del movimento, l’arte che è finalmen-            simulazione di                    suppongono uno spettatore attivo,
te riuscita a creare un’illusione con-                                             uno spettatore-utente, un soggetto
vincente della realtà dinamica. (1999,
                                                combattimento                      che partecipa alla messa in scena e
p. 175).                                              spaziale                     non un mero osservatore distaccato,
                                                                                   un voyeur. Così come il cinema della

                                                                                                                               79
origini che “metteva in scena la sua      nematografiche straordinariamente
     visibilità, disposto a squarciare un      realistiche, capaci di coinvolgere lo
     mondo all’apparenza autosufficien-        spettatore all’interno della mise-en-
     te per sollecitare l’attenzione dello     scene. Il racconto di Forster, in par-
     spettatore” (Gunning, 1990, p. 59),       ticolare, anticipa le stesse ansie
     analogamente il video gioco non solo      tecnofobiche di un film recente come
     squarcia quel mondo, ma lo                The Matrix (1999). In un futuro non
     reinventa per mezzo del digitale. I       troppo lontano, gli abitanti del pia-
     video giochi mettono sempre in sce-       neta si sono trasferiti nel sottosuolo
     na il loro apparato, anziché occul-       e spendono la maggior parte del loro
     tarlo dietro a pretese di realismo nar-   tempo in celle individuali, comuni-
     rativo.                                   cando tra loro per mezzo di scher-
     Landon (1992) ha ripreso le teorie        mi. I loro desideri sono soddisfatti
     di Gunning per sostenere che le ra-       da una macchina onnipotente, che
     dici della fantascienza cinematogra-      regala loro i cinemataphoes, simu-
     fica affondano nello spettacolo piut-     lazioni fotorealistiche di oggetti re-
     tosto che nella narrativa. Egli sostie-   ali, come frutta, carne e vasche di
                                                                                                RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
     ne che dato che “il cinema primitivo      marmo. L’umanità del futuro accet-
                                                                                          Barjavel René (2001). Cinema totale. Saggio
     – come quello di fantascienza - at-       ta il surrogato invece del reale.          sulle forme future del cinema. Roma: Editori
     tua una deliberata messa in scena         Ancora più sinistramente affascinanti      Riuniti.

     della sua tecnologia di produzione        dei cinemataphoes sono i feelies, in-      Baudrillard, Jean (1983). Simulations. New
                                                                                          York: Semiotext(e).
     per suscitare un senso di meraviglia      trodotti da Huxley ne Il mondo nuo-
     nello spettatore, si potrebbe allora      vo (1932). In questo classico della        Bazin, André, (1967). What is cinema? Berke-
                                                                                          ley: University of California Press.
     affermare che il ‘cinema delle attra-     letteratura distopica, ambientato nel
                                                                                          Bolter, Jay David & Grusin, Richard (1999).
     zioni’ tout court è un cinema di fan-     632 dopo Ford, gli abitanti vivono in      Remediation: Understanding new media. Cam-
     tascienza” (1992, xiv). Se la tesi di     uno stato di costante stordimento          bridge,
                                                                                          MA: MIT Press.
     Landon è corretta, ci aspetteremmo
                                                                                          Brooks, Landon (1992). The aesthetics of am-
     che a) i primi video giochi siano ri-                                                bivalence. Westport, CT: Greenwood Publish-
     conducibili al genere fantascientifico,                                              ing.

     dato che il video gioco, per sua na-                                                 Canova, Gianni (1998). L’occhio, il dito:
                                                                                          L’estetica del videogame. Segnocinema ,
     tura, tende ad enfatizzare lo spetta-                                                Ottobre. pp. 16-
     colo sulla narrazione. In secondo                                                    17.

     luogo che b) anche i film che incor-                                                 Elsaesser, Thomas & Barker, Adam (1990).
                                                                                          Early cinema: Space-frame-narrative.
     porano video games nella loro mise-                                                  London: British Film Institute.
     en-scéne siano testi di fantascien-
                                                                                          Elsaesser, Thomas (1998). Louis Lumiere: The
     za.                                                                                  cinema’s first virtualist. In Thomas
                                                                                          Elsaesser & Ray Hoffman (Eds.), Cinema
     Entrambe le ipotesi sono valide. Tan-                                                futures: Cain, able, or cable? The screen arts
     to il primo computer game della sto-                                                 in the digital age. Amsterdam: Amsterdam
                                                                                          University Press.
     ria (Spacewar!, 1961) quanto il pri-      indotto da droghe (la soma) e dai
                                                                                          Eskelinen Markku, The gaming situation. Game
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     ginario fantascientifico. In secondo      stimolazione sensoriale. I feelies of-     gamestudies/0101/eskelinen/
     luogo, è proprio grazie ad un film di     frono una forma di intrattenimento         Forster, E. M. (1947). The collected tales of E.
     fantascienza - 2022: I sopravvissuti      disimpegnata che conducono ad              M. Forster. New York: Knopf.

     (Solyent Green, di Richard Lester,        “una felicità imbecille”, una forma di     Gabilondo Joseba (2000). Morphing Saint
                                                                                          Sebastian: Masochism and
     1973) che i video giochi arrivano sul     fuga vacua che occulta e compensa          masculinity in Forrest Gump. In Vivian Sobchack
     grande schermo. Infine, anche il pri-     la mancanza di libertà degli abitan-       (Ed.), Meta-morphing: Visual transformation
                                                                                          and the culture of quick-change (pp. 183-207).
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                                                                                          tator. Art & Text, 34, 31-45.
     La convergenza tra cinema e video         nematografica immaginata da
                                                                                          Gunning, Tom (1990). The cinema of attrac-
     giochi ricorre con sorprendente fre-      Huxley, si colloca a metà strada tra       tions: Early film, its spectator and the avant-
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                                                                                          (Eds.), Early cinema: Space-frame-
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                                                                                          stitute.
     sto saggio. Ci limitiamo a due esempi     “ingegneri delle emozioni”6 , espres-
     paradigmatici: Il racconto “La mac-       sione che richiama il nome del             Gunning, Tom (1998). Early American film. In
                                                                                          John Hill & Pamela Church
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80
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                                                     go, PlayStation2 offre animazioni ed      celebre saggio, “Il mito del cinema
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From Wagner to virtual reality. New York: W.W.       cinematografico. La press release ri-     (1967) ha affermato che i pionieri
Norton [originariamente pubblicato nel
1955].                                               lasciata da Sony (1999) in occasio-       del cinema hanno cercato di raggiun-
Herz, Jessie C. (1998). Il popolo del joystick,
                                                     ne del lancio nella quale si annun-       gere “una totale e completa rappre-
Come i video giochi hanno mangiato le nostre         ciava l’inizio di una nuova era di gio-   sentazione della realtà” (p. 63).
vite.
Milano: Feltrinelli Interzone.                       chi “cinematografici” evoca nella for-    Telotte (1990) ha aggiunto che il
Huxley, Aldous (1953). Brave new world. New
                                                     ma e nei contenuti lo stile messianico    mito di Bazin cela in realtà un “sot-
York: Bantham.                                       di Huxley:                                tile desiderio” che “offre qualcosa di
Jenkins, Henry (2000). Art form for the digital                                                più di una semplice estetica della re-
age. Technology Review, 104(5), p. 43.
                                                     Immaginate di attraversare uno            altà: testimonia anche il potenziale
Laurel, Brenda (1991). Computers as theatre.         schermo e sperimentare un film in         fantastico e fantasmatico del
New York: Addison-Wesley.
                                                     tempo reale… Questo è il mondo in         medium” (pp. 152-153). Il cinema
Manovich, Lev (1999). What is digital cinema?
In Peter Lunenfeld (Ed.), The digital dialectic
                                                     cui stiamo per entrare… La qualità        – e, per estensione, i video giochi –
(pp.                                                 delle immagini sullo schermo è            sarebbero allora manifestazione vi-
172-192). Cambridge, MA: MIT Press.
                                                     paragonabile a quella di un film tri-     siva dell’immaginario fantastico (e
McLuhan, Marshall (1964). Understanding
media: The extensions of man. New York: Men-
                                                     dimensionale in tempo-reale… Tut-         fantascientifico) dell’uomo.
tor.                                                 to ciò contribuirà ad accelerare la       Il moderno cinema digitale, in que-
Nassaw, David (1993). Going out: The rise and        convergenza tra cinema, musica e          sto senso, dà alla nozione di cinema
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Books.
                                                     tecnologia computerizzata, creando        totale di Bazin, un significato com-
                                                     ad     una    nuova    forma      di      pletamente inedito. Riprendendo le
Newman, Kim (2001, June). Extra texture.
Sight & Sound, p. 4.                                                                           tesi di Baudrillard (1983) sul simu-
Oki, Keisuke (1997) Ying-Yang Theory for Mov-
                                                                                               lacro, Gabilondo (2000) ha conclu-
ies and Computer Games. In Telepolis.                                                          so che:
Pubblicata in
rete: http://www.heise.de/tp/    english/spe-                                                  Il computer ha spinto “il cinema
cial/film/6102/2.html
                                                                                               totale” verso un nuovo orizzonte di
Packer, Randall & Jordan, Ken (2001). Multi-                                                   realtà – l’iper-reale – nel quale la
media: From Wagner to virtual reality. New
York: W.W. Norton.                                                                             rappresentazione del fantastico non
Poole, Steve (2000). Trigger happy: Video
                                                                                               delegittima il realismo, ma al
games and the future of entertainment. New                                                     contrario, lo legittima con una forma
York: Revolution Arcade Publishing.
                                                                                               più forte di realismo. In breve, Bazin
Robinett, Warren, (1998). Inter-activity and
individual viewpoint in shared virtual world: The
                                                                                               aveva già anticipato la logica
big                                                                                            dell’iper-realtà quando ha suggerito
screen versus networked personal displays. In
Clark Dodsworth (Ed.), Digital illusion:                                                       che “qualunque nuovo sviluppo del
Entertaining the future with high technology
(pp. 331-342). New York: Addison Wesley.
                                                                                               cinema deve, paradossalmente,
                                                                                               ricondurlo sempre alle sue origini.
Sandin, Daniel (1998). Digital illusion: Virtual
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Dodsworth (Ed.), Digital illusion. Entertaining
the future with high technology
                                                                                               ancora stato inventato!” Attraverso
(pp. 1-12). New York: Addison Wesley.                                                          la tecnologia del computer, il cinema
Skirrow, Gillian (1986). Hellvision: An analysis                                               ha riportato il cinema alle sue origini
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(Ed.), High theory/low culture. Analyzing
                                                     intrattenimento digitale7 .               premoderne, al medioevo o prima
popular television and film (pp.120-                                                           ancora, quando la linea tra il
132). New York: St. Martin’s Press.
                                                     Non solo. PlayStation2 è stata la pri-    fantastico ed il reale non era stata
Sobchack, Vivian (2000). The scene of the
screen: Envisioning cinematic and electronic
                                                     ma console introdotta sul mercato         ancora rigidamente tracciata (p.
presence.                                            in grado di leggere film registrati su    186)
In John Thornton Caldwell (Ed.), Electronic
media and technoculture (pp. 232-233). New           DVD oltre al software ludico. Con la      Molto prima dell’introduzione di Sony
Brunswick, NJ: Rutgers University Press.
                                                     piattaforma Sony si realizza              PlayStation2 - e delle fantasie
Stallabrass, Julian (1996). Gargantua: Manu-         l’incorporazione letterale e fisica del   steampunk di William Gibson e Bruce
factured mass culture. New York: Verso.
                                                     cinema all’interno di un video gioco.     Sterling, se è per questo - un
Telotte, J. P. (1990). The doubles of fantasy
and the space of desire. In
                                                     Come James Woods che in                   visionario di nome Morton Heilig
Annette Kuhn (Ed.), Alien zone: Cultural theory      Videodrome (David Cronenberg,             progettò           una       serie     di
and contemporary
science fiction (pp.152-159). New York: Verso.       1983) ingloba una videocassetta nel       apparecchiature            note    come
Turner, Graeme (1988). Film as social practice.
                                                     suo ventre, allo stesso modo,             “macchine della realtà”, dispositivi
New York: Routledge.                                 PlayStation2 assimila il cinema per       cinematici che, come i feelies di
Wolf, Mark J. P. (2000). Abstracting reality: Art,   rigurgitarlo in forma digitale. Il        Huxley, erano in grado di riprodurre
communication, and cognition
in the digital age. New York: University Press
                                                     videogioco è la nuova carne del ci-       e simulare la brillantezza sensoriale
of America.                                          nema.                                     della vita reale ed estendere il mito
                                                     Sin dall’inizio, i video giochi hanno     del cinema totale.
                                                     cercato di raggiungere il massimo li-     Ispirato da curiosità come il
                                                     vello di fotorealismo grafico, per        Cinerama e i film a tre dimensioni,
                                                     uguagliare prima e superare poi il        Heilig concluse che l’evoluzione più

                                                                                                                                           81
logica del cinema avrebbe ridefinito      di grande dimensioni: le lobby degli      Dall’incontro tra il cinema e la
     le dinamiche di coinvolgimento del        hotel, aeroporti, parchi a tema e         tecnologia elettronica è scaturito un
     pubblico all’interno della scena          ristoranti. Un “giro” costava             medium ibrido, liminale, ambiguo. Il
     rappresentata. La simulazione             solamente 25 centesimi e la               video gioco, una nuova forma di
     audiovisiva di Heilig era dunque          macchina avrebbe offerto quattro          comunicazione. E secondo McLuhan
     fondata sull’idea della stimolazione      differenti scenari a rotazione (Heilig,   (1964):
     sensoriale, che da sola avrebbe           2001, p. 345).                            L’ibrido, ossia l’incontro tra due me-
     abbattuto la “quarta parete” e            L’invenzione di Heilig recuperava da      dia, è un momento di verità e di
     avrebbe trasportato lo spettatore         una parte l’idea del mutoscopio e,        rivelazione dal quale nasce una
     all’interno di mondi virtuali. Nel        dall’altra, anticipava il video gioco a   nuova forma. Ogni volta che si
     seminale saggio “Il cinema del fu-        gettone, che avrebbe fatto la sua         stabilisce un immediato confronto tra
     turo” scritto nel 1955, Heilig            comparsa una decade più tardi. Si         due strumenti della comunicazione,
     immaginò un nuovo tipo di cinema          trattava di una tecnologia troppo in      anche noi siamo costretti, per così
     (una sala giochi?) che avrebbe            anticipo sui tempi, che “non conobbe      dire, a un urto con le nuove frontiere
     proiettato immagini stroboscopiche        mai grande popolarità” (Robinett,         che vengono a stabilirsi tra le forme;
     e stimolato i sensi degli spettatori      1998, p. 340). Come ha sottolineato       e ciò significa che siamo trascinati
     per mezzo di vibrazioni, odori ed         Laurel (1991), il limite del              fuori dal sonno ipnotico in cui ci
     effetti di feedback idraulici.            Sensorama non era tecnico, ma             aveva trascinati la narcosi
     “Progettare il cinema del futuro          temporale, dato che era apparso “in       narcisistica. Il momento dell’incontro
     significa andare oltre la mera            una fase in cui il mercato non sapeva     tra i media è un momento di libertà
     architettura. Il cinema del futuro        che farsene – le sale da flipper erano    e di scioglimento dello stato di trance
     sarà una macchina costruita per           troppo monolitiche per accogliere         e di torpore da essi imposto ai nostri
     trasportare psicologicamente gli          una simile invenzione e sarebbero         sensi.
     spettatori all’interno del film, così     passati diversi anni prima che Pong       Con i video giochi, il cinema ha
     come il jet è in grado di trasportare     avrebbe inaugurato l’era del              raggiunto il suo massimo grado di
     fisicamente gli esseri umani da un        divertimento elettronico” (p. 52)         evoluzione.
     luogo all’altro” (p. 345).                                                          È significativo che, nel dicembre del
     Dopo aver studiato presso il Centro                                                 2001, Il Centre Pompidou di Parigi
     di Cinematografia di Roma sotto la                                                  abbia organizzato una mostra sui
     guida di Vittorio De Sica, Heilig mise                                              video giochi intitolata: Les ciném@s
     a punto il Sensorama (1956/1962),                                                   de demain, il cinema di domani. In
     oggi considerato il precursore dei                                                  realtà, già oggi i video giochi hanno
     video giochi e della realtà virtuale.                                               recuperato e superato del cinema.
     Il dispositivo consisteva in una                                                    Il cinema è morto, viva il cinema.
     struttura dotata di un manubrio, un
     sedile, un visore stereoscopico.
     L’utilizzatore si sedeva, si
     appoggiava al manubrio e, come nel
     mutoscopio, avvicinava gli occhi al
     visore. Per aumentare la sensazione       Anche se il progetto di Heilig si è
                                                                                         NOTE:
     di un viaggio reale, il volante e il      scontrato con l’indifferenza più
                                                                                         1
                                                                                           NPD Group ha quantificato in 9.4 miliardi di dolla-
     sedile tremavano come se ci si            totale, la sua visione si è dimostrata    ri le vendite complessive - hardware, software e
     trovasse davvero alla guida di una        corretta: nel giro di pochi anni, i       periferiche - dei video giochi nel 2001, con un au-
                                                                                         mento del 43% rispetto al 2000, quando erano stati
     motocicletta: alcuni bocchettoni          video giochi avrebbero invaso le          toccati i 6.58 miliardi di dollari.
     gettavano aria sulla faccia in quantità   lobby degli hotel, aeroporti, parchi      2
                                                                                           “Aux frontières du cinema” era il titolo di un
     proporzionale alla velocità del           a tema e ristoranti e, ironicamente,      supplemento ai Cahiers su Cinema interamente
                                                                                         dedicato all’evoluzione del cinema, pubblicato
     mezzo. Anche l’apparato olfattivo era     le stesse sale cinematografiche.          nell’aprile del 2000.
     sottoposto a stimolazione: durante                                                  3
                                                                                             Si pensi a Il favoloso Mondo di Amélie di Jeunet
     il percorso, si percepivano gli odori                                               4
                                                                                            I video giochi hanno spesso utilizzato singole tec-
     dei gas di scarico delle autovetture,     THE END [GAME OVER]?                      niche cinematografiche per creare forme ludiche
                                                                                         inedite. Si pensi all’uso della soggettiva negli
     gli aromi della pizza provenienti da                                                sparatutto in prima persona come Doom, Halo o
     un ristorante collocato lungo il              “Fin dalla sua nascita, il cinema     Unreal. Laddove al cinema questa pratica narrativa
                                                                                         funziona solo quando il regista ne fa un uso parco:
     percorso. Il Sensorama permetteva              è in costante evoluzione. Sarà       il fallimento di film come La Signora del lago, 1946
                                                                                         di Robert Montgomery o Little Sister, 1992 di lo
     dunque di vedere un film a tre             giunto a compimento quando sarà          confermano.
     dimensioni, ma anche di sentire il                  in grado di presentarci dei     5
                                                                                           Il che rimanda, ipertestualmente, allo slogan
     vento in faccia e, in alcune scene,        personaggi a tutto tondo, colorati,      della Tyrrel Corporation, “più umano dell’umano”
                                                                                         di Blade Runner.
     l’odore di scarico delle auto e l’aroma   fors’anche odoranti: quando questi
     della pizza. Nel progetto originale di       personaggi si staccheranno dallo       6
                                                                                             Emotion engineers nel testo originale.

     Heilig, il Sensorama:                       schermo e dall’oscurità delle sale      7
                                                                                            Il testo originale è: “Imagine walking into the
                                                                                         screen and experiencing a movie in real-time... this
     Avrebbe       potuto      presentare             per andare a passeggiare nei       is the world we are about to enter... The quality of
     esperienze di visione individuale in                     luoghi pubblici e negli    the resulting screen image is comparable to movie-
                                                                                         quality 3D graphics in real-time...
     posti nei quali sarebbe stato                appartamenti di ciascuno di noi”        This will help accelerate the convergence of movies,
                                                                                         music, and computer technology into a new form
     problematico installare degli schermi                          (René Barjavel)      of digital entertainment.”



82
RANCHO DIABLO
     E’ blues il colore del deserto californiano




“Il deserto è una estensione naturale del silenzio in-          atti unicamente a guastare il perfetto spaziare dello
teriore del corpo. Se il linguaggio, le tecniche, gli edifici   sguardo.
dell’uomo sono una estensione delle sue capacità                Dopo il deserto, l’occhio ricomincia ovunque a fare
costruttive, solo il deserto è una estensione della sua         mentalmente il vuoto perfetto, non può che immagi-
capacità di assenza, lo schema ideale della sparizio-           nare il deserto attraverso la filigrana di tutte le zone
ne della sua forma.                                             abitate, di tutti i paesaggi. La disassuefazione è lun-
Quando si esce dal Mojave, dice Bunham, è difficile             ga, e non è mai totale. Allontanare da me ogni so-
mettere a fuoco a meno di quindici miglia. L’occhio             stanza... Ma il deserto è qualcos’altro, non è solo uno
non riesce più a posarsi di nuovo sugli oggetti vicini.         spazio dal quale sia stata rimossa ogni sostanza.
Non può più, propriamente, posarsi sulle cose, e tut-           Come il silenzio non è qualcosa da cui sia stato elimi-
te le costruzioni umane o naturali che vengono a in-            nato ogni rumore. Non c’è bisogno di chiudere gli oc-
tercettare la visione gli sembrano fastidiosi ostacoli,         chi per sentirlo. Perchè è anche il silenzio del tempo.”

    Paolo Davoli                                                    Letizia Rustichelli + artwork cd                       17
Il Mojave è il deserto giusto fuori Los Angeles: a nord-        tipicamente wendersiano e quindi maledettamente cine-
     est della città degli angeli, al di là di Pomona e Pasadena,    matografico – alla Paris, Texas, giusto per non essere
     sulla strada per la Death Valley, la Valle della Morte, al-     fraintesi. E’ tramite i ghettotronics – chitarre trattate elet-
     tro topos desertico tra la California e il Nevada. Lì, ac-      tronicamente con “manualità” domestica, che i Rancho
     campati su Mountain View, abita-                                                         Diablo affrontano il suono dei gran-
     no Jay Hill e Graham Gahs-Hill – i                                                       di spazi alieni del Mojave e della
     Rancho Diablo – che, grazie alla                                                         Death Valley. I’ll Follow Magenta
     loro musica, vivono il paesaggio                                                         Skies è il loro album di debutto.
     del Mojave come fonte perenne                                                            Desert ambient-blues with dub
     d’ispirazione. Luogo che marca a                                                         influences, questa l’impietrita fra-
     fuoco, il deserto, tra spazi incor-                                                      se in cima alle polverose pubblicità
     ruttibili e nature seduttive: la sua                                                     dei rancheros disseminate sui
     è una presenza/assenza ingom-                                                            magazine musicali...
     brante, ottundente, quasi strazian-
     te. Incline alla solitudine, alla                                                       “Inutile cercare di non vedere il
     spazialità primitiva, alla dismisu-                                                     deserto con occhio cinematografi-
     ra drammatico-estatica, il progetto                                                     co per conservargli una qualità ori-
     Rancho Diablo s’immerge coscien-                                                        ginale: la sovraimpressione è to-
     zioso nell’immaginario del deser-                                                       tale, e non viene mai meno. Gli
     to e riesce a comunicare un “plot”                                                      Indiani, le mesas, i canyon, i cieli:
     ammaliante e poetico su una con-                                                        il cinema ha assorbito ogni cosa. E
     sunta “epica” – quella desertico-                                                       tuttavia è lo spettacolo più avvin-
     californiana - quanto mai frequentata e sfruttata dal ci-       cente del mondo. Si devono forse preferire i deserti “au-
     nema e dalla musica americana. E i Rancho Diablo lo             tentici”, le oasi profonde? Per noi moderni e ultramoderni,
     riescono a fare, grazie all’insolente bellezza del loro blues   come per Baudelaire che ha saputo cogliere nell’artificio
     acustico, scarno e dilatato, con le misure e le ansie “bru-     il segreto dell’autentica modernità, è avvincente solo lo
     ciate” dal dub contemporaneo e con un lirismo elettroni-        spettacolo naturale che rivela al tempo stesso la profon-
     co-ambientale tutto sospensione e immobilità, dal gusto         dità più emozionante e il simulacro totale di quella pro-


18
fondità. Come qui, dove la profondità del tempo appare  minimo canto e senza il minimo beat... anzi, nei loro
attraverso la profondità del campo (cinematografico)... haiku sabbiosi, fa capolino un hand drum, un tamburo
Questo paesaggio è così depositario di tutti gli eventi suonato a mano, un tamburello che rieccheggia qua e là,
geologici e antropologici, fino ai più                                          tra le ceneri acustiche, gli inciam-
recenti. Di qui, la scenografia stra-                                           pi d’eco stordenti e le oniriche
ordinaria dei deserti dell’ovest, che                                           linee di guitar-synth puntate ol-
associano il geroglifico più                                                    tre gli orizzonti. Ambiance pura,
ancestrale, la luminosità più vivida                                            vorremmo scrivere, o astuzia as-
e la superficialità più assoluta.”       Il progetto  Rancho Diablo             sorta e allusiva del blues, silente
                                                                                e camaleontico come il serpente
Dovremmo essere grati ai Rancho           s’immerge coscienzioso                che striscia fra i granelli di sab-
Diablo. Mentre gli altri – i loro coe-                                          bia del Mojave. Qui è l’elettroni-
tanei – passano il tempo nelle di-                                              ca a essere sottotraccia, ombreg-
                                        nell’immaginario del deserto
scoteche e nei club, loro lo passano                                            giata e smagrita tra i flebili spazi
nei deserti e nelle strade; il loro ter-                                        profondi creati dalle cordicelle
reno di caccia sono i canyon, gli           e riesce a comunicare               acustiche appena appena pizzi-
arroyos, le ghost-town, le mesas -                                              cate. Già... l’elettronica, madre
le montagne ripide del Sud-Ovest –          un “plot” ammaliante                di tutti i beats: nel deserto, dor-
e non certo i rave psicotropi e le                                              me tra due guanciali di seta, nel-
downtown iperurbanizzate. E do-                                                 l’inesorabile luce che dissolve
                                                  e poetico.
vremmo essere loro grati anche                                                  ogni suono...
perchè il primo assolo di chitarra
elettrica arriva giusto al nono brano, dopo mezz’ora ab-     “Nel deserto, il colore è come impalpabile e staccato dalla
bondante di sgretolamento sublime, delirante, del no-        sostanza, diffranto nell’aria e fluttuante alla superficie
stro flusso di coscienza, evitandoci l’inconfessabile pau-   delle cose – di qui l’impressione spettrale, ghostly e al
ra di sentir riaffiorare, durante l’ascolto, le tracce del   tempo stesso d’immagine velata, traslucida, statica e
rock d’antan della corporate America. E l’ultima gratitu-    sfumata dei paesaggi del deserto. Di qui, l’effetto mirag-
dine la esprimiamo al loro paesaggio aurale, senza il        gio, miraggio anche del tempo, così vicino all’illusione


                                                                                                                           19
totale. Rocce, sabbie, cristalli, cactus, sono eterni, ma         bre, La scorsa notte ho sognato la pioggia, Terra bella,
     anche effimeri, irreali, avulsi dalla loro sostanza. La ve-       Afton Canyon. Impressionismi acustici, mineralismi elet-
     getazione è minima, ma indistruttibile, e ogni anno a             tronici, lente modulazioni dei rimandi d’eco: e l’orecchio
     primavera esplode il miracolo dei fiori. La luce, in com-         interno così serrato al cuore... Il tempo assume, nel blues
     penso, è consistente; polverizzata nell’aria dà a tutte le        del diablo, un’altra dimensione: è un tempo immobile
     tinte quella caratteristica sfumatura pastello che è come         eppure fluente, eterno eppure fragile. Così il suono: cri-
     l’immagine        della                                                                                 stallino eppure così
     disincarnazione, della                                                                                  assordantemente cre-
     separazione dell’ani-                                                                                   puscolare. L’ultima
     ma e del corpo. In                                                                                      traccia, un’ultimo
     questo senso, si può                                                                                    blues nomade, lento,
     parlare dell’astrazione                                                                                 lentissimo, dai colori
     del deserto, di un                                                                                      mitragliati dal fuoco
     dissolvimento organi-                                                                                   del tramonto, ci rac-
     co, al di là della tran-                                                                                conta che è time to be
     sizione abietta del cor-                                                                                moving on: è tempo di
     po verso l’annullarsi                                                                                   muoversi, rimanendo
     della carne.”                                                                                           fermi, attoniti, sulle
                                                                                                             rocce di Mountain
     Pochi istanti da foto-                                                                                  View...
     grafare, da mandare a
     memoria; acquarelli
     acustici, polaroid ri-
     verberanti di angolosi
     momenti. Scarabocchi
                                                                       Rancho Diablo I’ll Follow Magenta Skies
     dell’anima riscritti nel dub-blues astratto, sfilacciato, spos-
                                                                       Rancho Diablo Music - USA 2002
     sato dei diableros. I due fratelli del vento paiono riassu-
                                                                       www.ranchodiablo.net
     mere nei titoli delle tracce gli emblematici frammenti di
     vita che portano nella morsa dell’anima: Seguirò i cieli
                                                                       Il testo in corsivo è tratto da JeanBaudrillard, L’Ameri-
     color magenta, Campeggio mattutino nella riserva
                                                                       ca, Feltrinelli, 1987.
     Haystack, Sull’autostrada fuori Yreka, Mojave a novem-

20
LIVE
       RECLOOSE @ Maffia 6/4/02
       Era da parecchio tempo che desideravo ardentemente
       gustarmi un dj set di Recloose, e posso dire di essere
       stato accontentato appieno! Infatti il 6 Aprile al Maffia
       Matt Chicoine si e’ prestato ad un dj set veramente
       esaltante in cui ha ripercorso l’evolversi della scena elet-
       tronica di Detroit. Recloose e’ infatti originario della
       Motown ed e’ il braccio destro del guru Carl Craig: pub-
       blica per la sua etichetta Planet E e collabora con lui al
       suo progetto Innerzone Orchestra. Anche come dj il no-
       stro caro Matt si e’ fatto conoscere in tutto il mondo... e
       anche noi questa volta lo abbiamo potuto apprezzare in
       tutta la sua potenza. Fate conto di aver acquistato un
       biglietto per un viaggio andata e ritorno per la Detroit
       sonora: una scaletta studiata per garantire una immer-
       sione totale nei vari generi che hanno caratterizzato il
       suono elettronico della citta’ statunitense. Matt parte
       spiazzando un po’ tutti con una sorta
       di breakbeat ultra-grasso molto poten-
       te caratterizzato da bassi larghi e synth
       in perenne mattana... il tutto parte dal




       break, e, passando per “I Can’t Take It” (un pezzo fon-
       damentale del Recloose-sound) iniziamo l’immersione
       nelle terre di confine della house detroitiana. Il beat si fa
       dritto e viene impastato da un trattamento shuffle che
       non puo’ non farti muovere. Il suono e’ comunque caldo
       e la matematica rigida del ritmo viene avvolta in calde
       vesti synthish. Si sente anche una certa influenza dub
       nei pezzi, non tanto per il timbro inconfondibile del suo-
       no giamaicano, ma per la reiterazione della ritmica, per
       i giochi di delay che lo stesso Recloose applica al suono
       durante i mix e per quel feeling tribale che si puo’ coglie-
       re in questa parte di set.

       Con l’avanzare del set Matt rende l’atmosfera piu’ tesa, i
       kick si fanno piu’ fendenti e martellanti, le sonorita’ piu’
       scarne: siamo entrati nella fase piu’ techno del Detroit-
       sound, una techno profonda ma comunque molto dura.
       Riemergiamo dal momento piu’ cupo e battente del set
       per approdare nel campo dell’electro, con vecchie (May
       The Funk Be With You dei Jedi Knights) e nuove
       produzioni, tutte molto luminose e ben ritmate, un gusto
       sia da ballare che da ascoltare... pian piano poi la tensione
       si allenta e la selezione si sposta su tracce soul e west       Seb for BASEBOG
       london, il tutto si fa piu’ mellow: fine del viaggio!
       Il dj set di Recloose e’ stato tutto questo.                    press office !K7




                                          www.basebog.it
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REVIEW   SINGOLI BREAKS                        by Dj Rocca



                  AQUASKY Vs MASTER BLASTER                       RAS KWAME
                  “Loko (feat. Ragga Twins)”                      “Cum On” (Soul Ja)
                  (Botchit & Scarper)                             L’etichetta antagonista alla Bingo di Zinc,
                  Anche Aquasky in versione breaks con            la mitica Soul Ja, già al terzo singolo è
                  il compare Masterblaster ha pronto              nell’olimpo delle label di riferimento per
                  l’album: “Beat The System”. Singolo             il breakstep. Dopo Zed Bias (Quest) e
                  da leccarsi i baffi, sull’attuale scia del      Oris Jay (Darqwan), è la volta di Ras
                  ragga flavour sul breakstep più                 Kwame, ex membro degli M-Dubs che
                  bassoso, Aquasky convoca addirittura            con “Cum On” ripropone il ragga style
                  i Ragga Twins, tra i pionieri del               cibernetico. Ritmo in levare sottolineato
                  breakbeat com’è attualmente                     da una bassline dub super groovy, per
                  concepito. “Loko” parte come una                questo dancefloor in bilico tra il two step
                  traccia melodica, con una cassa                 più sperimentale, il breakbeat ed il ragga
         ‘macigno’ che già prepara alla burrasca di               futuristico.
         break&bass del brano dopo la pausa. Sul retro
         Dub mix ‘dirty four on the floor’, cioè cassa dritta
                    e brutale. Killerfloor assoluto.              DEE PATTEN Vs J.D.S.
                                                                  “Who’s the Bad Man 2002” (White)
                   HIGH CONTRAST “Global Love                     Super bootleg da party per questa nuova
                   (Calibre mix) / Return of Forever              versione di un classicone datato 1995.
                   (Landslide mix)” (Hospital)                    Uscito per l’etichetta dei Leftfield, la Hard
                   Il nuovo talento della Hospital, nuova         Hands, fu uno dei capisaldi per l’odierna
                   star dalla scena drum’n’bass, si               scena break mischiata al reggae flavour.
                   prepara all’album con un singolo di            Già riedito pochi anni fa con vari remix,
                   remix.                                         ora è riproposto in due versioni
                   Landslide, sempre meno garage e                rimescolate e fuso ad un altro classico
                   sempre più West London, rilavora               dei nostri tempi, ‘Dooms Night’ d’Azzido
                   l’ormai traccia più famosa in un ritmo         Da Bass. Le nuove versioni sono oro
                   two step quasi electro, molto deep,            colato per chi non ha l’originale, ma
                   jazzy e funk, ingioiellato nei suoi            essenziale anche per tutti gli altri…
                   accordi di Rhodes che saltellano sul
                   ritmo creando un fresco e delizioso
         groove. Calibre si occupa di “Global Love” che,          M DOUBLE
         con un lieve tocco da soundtrack,trascina la             “No Delay” (Subbz)
         danza per tutto il brano in modo elegante e              Primo singolo per questa nuova label di
                   coinvolgente.                                  breakstep per la pista. Quasi una
                                                                  concezione da scuola del drum’n’bass,
                     APHRODITE feat. BARRINGTON                   M Double sparge sample vocali ragga in
                     LEVY “All over me (Freq Nasty                delay su di un ossessivo groove profondo
                     remix)” (V2)                                 quanto ballabile rimanendo scarno ed
                     Il re del jump up ritorna con un al-         energico. Minimalismo ritmico, batteria
                     bum per i propri fan, “Aftershock”,          e basso penetrante, ma calibrati a ritmo
                     pieno di tracce variegate, dalla ragga       shuffle, il tutto arricchito da sparsi
                     jungla, alle influenze etniche. Il primo     speech, come se il drum’n’bass tornasse
                     singolo estratto è il brano con il mito      alle sue origini jungle dei primi tempi,
                     dell’etichetta ragga Greensleeves,           ma con un beat più lento e
                     Barrington Levy, qui remixato da Freq        maggiormente accuminato. Il Digital del
                     ‘bass-in-your-face’ Nasty e Jimmy T.         breakstep.
                     Potenza e bassi spietati nel remix di
         Mr Darin Nasty, che mantiene quel flavour ragga
         originale per immergersi nelle sub frequenze più         AA.VV.
                      turbinose possibili.                        “South West Vol.4 - Silence E.P.”
                                                                  (South West)
                      RECLOOSE “Ain’t Changin (Carl               Mr Jay Da Flex, giovane black man della
                      Craig remix)” (Planet E/K7!)                scena breakstep underground, è
                      Se non conoscete ancora la scena            praticamente il protagonista di questo
                      tech-house mutante che arriva dagli         E.P. a tre brani. La sua “Lost 1z”, in
                      States, ricordatevi di questo nome:         compagnia di Uncouth Youth, è la traccia
                      Matt Chicoine, ossia Recloose. Come         principale: bel break rotolante che
                      i suoi esimi colleghi Moodyman e            avanza infarcito da un sample old school
                      Theo Parrish, Recloose parte dallo          hip hop, sparsi vocalizzi ragga e coretti
                      stilema techno per mischiare house,         soul che galleggiano sulla bassline dub
                      g-funk, jazz e gospel in un unicum          ultra acida. Ottima anche “Dirty, Dirty”
                      di black, grondante di tradizione e         di Dirty Harry, traccia più minimale ma
                      modernità. Pronto il suo album “Car-        groovy, ed il remix di Jay Da Flex a “Un-
                      diology”, si apre la pista con il singolo   diluted”.
                      “Ain’t Changin” con sia versione
                      strumentale che con il remix del
                      ‘Maestro’ Carl Craig.


                                                                                                                  43
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REVIEW   SINGOLI DRUM ‘N’ BASS                                 by Dj Rocca



                       ED RUSH & OPTICAL “Pac Man                    SUV feat. MC TALI
                       (RAM Trilogy remix)” (Virus)                  “Do you remember me?/Lost Angel”
                       Come ormai sta delineandosi la                (Full Cycle)
                       tendenza della Virus, il nuovo singolo        Vero e proprio swing in forma drum’n’bass,
                       è diviso in due tracce diverse per due        che grazie a due talenti come Suv e la
                       rispettivi differenti autori, e, guarda       ‘maestrina’ Tali, delizierà tutti i dancefloor
                       caso, mai Ed Rush e Optical coinvolti         planetari. La traccia incomincia con un bel
                       in prima persona…Lo scorso singolo            flauto sottolineato da chitarra e percussioni,
                       Matrix e Cause4Concern, ed ora un             poi l’australiana Tali crea con la sua deliziosa
                       remix RAM ad un classico della Virus          forma di canto scat un bellissimo brano,
                       più Universal Project con “Vessel” sul        ibrido tra il jazz e la scuola dei bassi tipica
                       retro. Nulla da eccepire, puro sound          di Suv. Marchio di fabbrica Full Cycle per il
                       Virus con il remix della RAM in piena         flavour che si respira anche sul retro, che
              formazione Andy C + Shimon + Ant Miles a farla         con “Lost Angel” porta il groove in un
              da padrone, ma dov’è finito Ed Rush?…e Opti-           avvolgente brano deep rollin.
              cal?


                       DILLINJA “Grimey EP”                          ACCIDENTAL HEROES
                       (V Recordings)                                “The Stars Our Destinations” (Infra-
                       Ancora il bass master Dillinja ed             red)
                       ancora con pura classe coniugata alla         Album d’esordio per niente meno che
                       genuina potenza per il dancefloor. Il         sull’etichetta di J Majik…quintuplo vinile per
                       marchio di fabbrica del ‘Maestro’             questi Accidental Heroes, per nulla affatto
                       associato al suono della V recording          dei novellini, infatti lo dimostra la quantità
                       non può che lasciare il segno, e              di singoli incisi a nome Sonic & Silver per
                       naturalmente rimane indelebile dopo           label come la Reinforced, la Trouble On Vi-
                       l’ascolto di “Grimey” super killerfloor       nyl, la Formation e la loro Science Fiction.
                       giocato sulla poderosa linea di basso.        Tracce influenzate dalla scena rave, quanto
                       Seguono “12 Inches Flares”, “Take My          dall’house, come l’omaggio di “Swerve” e
                       Life” e “Pluto”, per un doppio singolo        “Out There”, per un album ricco di materiale
              assolutamente necessario quanto prezioso.              per la pista con super linee di basso
                                                                     modulato e campioni originali.

                          BLAKE 7 “Bar Sixteen/Amber
                          Leaf” (Reinforced)                         DIGITAL
                          Come più volte ribadito, la Reinforced     “Dubzilla” (Function)
                          è un marchio di garanzia, ed anche         Dopo avere militato nella Metalheadz e nella
                          questa volta il colpo va a segno.          Reinforced per anni, Digital arriva
                          Doppia side A, e non un lato inferiore     finalmente al suo album in piena maturità
                          all’altro, perché sia “Bar Sixteen” che    artistica. Immediatamente riconoscibile per
                          il retro “Amber Leaf” sono due tracce      il suo stile affilato e ricco di reggae al silicio,
                          che si emancipano dall’anonimato del       arriva in formato box da cinque 12" il
                          suo autore. Sperimentali, ma               monumento al basso dub che gli dedica
                          altamente ritmiche e groovy, queste        Digital. Tracce come «Smokin Dub» e «True
              due ‘funky tunes’ promettono caos in pista, la         Natty», espliciti rimandi alla cultura
              prima per una bassline degna del più bel brano         Giamaicana, oppure le più tecnologiche
              breakstep, la seconda per la sua dinamica              «Warped 2» e «Skyline» sono solo alcuni
              struttura ritmica.                                     esempi dell’eccellente capacità del suo
                                                                     autore.

                           DJ MARKY & XRS LAND “LK -
                           Original mix” + “LK - Vocal mix”          POLITIX - DJ RAP
                           (V recordings)                            “All Krew - Rock da Beat” (Proper Ta-
                           Brasile, la nuova parola d’ordine         lent)
                           della scena drum’n’bass…l’ultra           Se siete ascoltatori di drum and bass da un
                           atteso “LK”, il capitolo successivo al    po’, conoscerete sicuramente l’italo
                           “Brazil EP” di Patife, esce in due        canadese trapiantata in UK a nome DJ Rap,
                           singoli differenti. L’originale, con      quasi una ‘Jennifer Lopez’ della scena jun-
                           tutto il flavour di Jorge Ben in          gle, rispettata ‘DJ female’ alla stregua di
                           versione jungle, trasuda funk da          Storm, ma anche produttrice di lunga data.
                           tutti i beats e dagli accordi di          Provò anche a diventare cantante per la
                           chitarra brasiliana, mentre, sulla        Sony, ma con la sua etichetta Proper Ta-
                           side B, troviamo un brano più             lent ha sempre dato eccellenti 12" per la
                           ortodosso, “System”, ma rolling al        pista. Minimale e ragga, ma con una
                           punto giusto. Il remix, altro non è       bassline efficace «All Krew» di Politix,
              che l’originale arricchita da MC Stamina, con          mentre «Rock da Beat» della stessa Rap, è
              “Love Fantasy” sul retro, cantato funk molto           un’ottimo breakbeat nu school.
              sensuale e caldo, ormai ricetta vincente per il
              D&B.


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SKANK BLOC BOLOGNA: storie di Gaz, Paz e Alice
Una città ed il suo essere tra il finire dei settanta e l’inizio   ed alla vita di Andrea Pazienza, il libro edito dalla Shake,
degli ottanta. Frammenti e segni che rimangono impri-              curato da Bifo e Gomma, su quella che è stata la voce
gionati nelle architetture, ancora in circolo con le corren-       dei movimenti, Radio Alice. A questi eventi possiamo
ti d’aria che tirano sotto i portici, appiccicati alla pelle di    senz’altro aggiungere la nuova attenzione per tutti que-
chi vi ha vissuto o di chi è passato. Un fermoimmagine di          gli artisti, autori, scrittori, agitatori e teorici usciti dal
un periodo cruciale nelle storia culturale non solo italia-        DAMS, vera e propria fucina intelletuale e il ritorno di
na (gli scontri ed i fatti del ’77 giunsero in tutta Europa,       quel suono che da progressivo si imbastardiva di punk e
sino in Inghilterra, da qui il titolo del primo 45 degli Scritti   new-wave con già nella mente l’elettronica prossima
Politti e di questo speciale). Da qualche tempo c’è un             ventura. Ma è il clima politico odierno, il sorgere di nuovi
costante ritorno a quel particolare periodo storico-socia-         movimenti, proteste, rivendicazioni, l’aria di rivoluzione
le, alla consistente stagione creativa, ai documenti ed            (?), la stasi creativa ed una sua presumibile rinascita,
agli stili che nacquero sotto le due torri (quelle di Bolo-        l’assetto stesso del mondo che ci fa sentire
gna naturalmente!).                                                epidermicamente le vicinanze e le affinità con la Bolo-
Ecco il film di Renato De Maria “Paz” ispirato alle storie         gna appena prima degli ottanta.




                                                                                        Fabrizio Tavernelli

                                                                                       ©Immagini di Pazienza tratte dai volumi:
                                                                                       “Le straordinarie avventure di Pentothal”
                                                                                       (baldini & castoldi) -
                                                                                       “Francesco Stella (Coconino press)
                                                                                       “Pompeo” (ed. Il Grifo) -




                                                                                                                                    65
SHANK BLOC BOLOGNA
                     IL GAS DEL NEVADA                                                      solo con le tue idee. E’ questo il
                                                                                            momento in cui si aprono spazi e
                     1980. Né un anno di più né un anno                                     smagliature nei sistemi chiusi ed or-
                     di meno. Già da qualche tempo, più                                     ganizzati, è questo il momento in cui
                     o meno dal ‘77, nella musica e nelle                                   rimettere in azione la mente. Non
                     arti avvenivano sommovimenti                                           so per quale motivo sento nell’aria
                     underground che causavano                                              gli odori e l’elettricità di quando
                     sconvolgimenti in superficie. I gran-                                  ascoltavo i Gaznevada. Forse perché
                     di dinosauri, le imbalsamate com-                                      eravamo alienati? Forse perché av-
                     pagnie discografiche, i supergruppi,                                   vertivamo il pericolo?
                     l’obsoleto e degenere prog-rock pa-
                     revano prossimi ad una estinzione                                      Ricordo quando da cinnazzo partivo
                     irreversibile. Al loro posto parvero                                   all’avventurosa ricerca della roba
                     prosperare organismi più agili,                                        nuova che giungeva da fuori. In bi-
                     eclettici ed adatti al nuovo spirito dei                               cicletta e poi in motorino dalla cam-
                     tempi. L’urgenza metteva in circolo                                    pagna dritto spedito dentro al
                     nuove energie. Dopo il punk, etichet-                                  negozietto di dischi di Correggio,
                     te indipendenti, nuovi stili, nuove                                    dove Gigi mi faceva ascoltare le nuo-
                     sperimentazioni, nuovi gruppi av-                                      ve esaltanti uscite punk-new wave.
                     venturosi e senza scrupoli                                             Componevo mosaici e puzzle: su
                     virtuosistici, si imponevano sulla sce-                                Frigidaire o su Musica 80 leggevo di
                     na con la forza della novità. Il tutto                                 gruppi, di suoni strani, rimanevo
                     coinvolgeva la moda, il design, l’ar-                                  scioccato da foto che ritraevano i
                     te figurativa, il cinema, l’immagine                                   nuovi comportamenti dell’animale
                     stessa dell’umanità, forse la sua eti-                                 metropolitano, studiavo i segni at-
                     ca. Do it! Questo era l’imperativo.                                    traverso i quali si esprimevano le
                     Fallo! Senza mezzi, senza soldi, sen-                                  nuove avanguardie. Mi esaltavo
                     za grossi supporti, senza tecnica, ma                                  quando scoprivo che non ero solo nel
                     con le idee, con la curiosità, con az-                                 sentire sin dentro la pelle la moder-
                     zardo e coraggio.                                                      nità, la novità, lo sconcerto, il fasci-
                                                                                            no per l’inusuale. A quanto pare, a
                     Oggi sappiamo che questa lotta di                                      Bologna esisteva una scena in fer-
                     sopravvivenza è stata in un certo                                      mento e da lì a poco avrei vissuto
                     modo persa, i grandi dinosauri, le                                     direttamente i suoi ultimi respiri gra-
                     mastodontiche macchine da guerra                                       zie alla frequentazione del DAMS.
                     sono tornate, hanno di nuovo alzato                                    Come scriveva Francesca Alinovi,
                     i loro lunghi colli, si sono mimetiz-                                  teorica d’arte di frontiera: “…a Bo-
                     zate e vestite d’alternativo confon-                                   logna si sono formati nuovi gruppi
                     dendo e corrompendo anima ed arte.                                     punk-rock di giovanissimi decisi a
                     Due o tre specie prosperano ed                                         passare dall’esibizione musicale pro-
                     uniformano il pianeta: monopoli,                                       priamente detta alla performance in
                     multinazionali, concentrazioni.                                        generale, affiancando ai concerti, in-
                     La biodiversità culturale viene rele-                                  contri, conferenze, gesti semplice-
                     gata in nicchie di clandestinità. La                                   mente nonsensical. Mi riferisco agli
                     situazione pare essere piombata nei                                    Skiantos e all’ultima rivelazione, i
                     momenti più bui e conservatori del-                 Do it!             Gaznevada”. A Bologna c’erano i
                     la storia, la stasi pare essere infini-                                Gaznevada ed insieme a loro
                     ta, senza termine, senza via d’usci-       Questo era l’imperativo.    Confusional Quartet, Skiantos,
                     ta. Definitiva? Non credo. Perché                                      Stupid Set, Hi-Fi Brothers (chi li ri-
                     l’aria che si respira è stagnante ed è              Fallo!             corda?), c’erano fanze, locali, eti-
                     necessario respirare, come succes-              Senza mezzi,           chette, creativi, testimonianze per-
                     se sul finire degli anni ’60, come suc-                                sino sui muri. Gaznevada era area
                     cesse sul finire degli anni ’70.           senza soldi, senza grossi   di contaminazione, nel deserto del
                     Qualcosa sta montando sotto; gli                                       Nevada erano avvenuti i primi espe-
                     anticorpi sociali si stanno risveglian-    supporti, senza tecnica,    rimenti atomici degli Stati Uniti, il
                     do, la protesta nelle sue forme at-            ma con le idee,         segreto militare aveva tenuto nasco-
                     tuali ci porta ad una possibile nuova                                  sto tutto questo per anni. Ma da
                     stagione creativa, ad una nuova ri-            con la curiosità,       Bologna la radioattività raggiunge-
                     voluzione culturale, ad una nuova                                      va il mio rilevatore di sensazioni se-
                     idea della politica (?). E allora “DO      con azzardo e coraggio.     gnalando un’alta attività e portan-
                     IT”. Fallo ancora! Nel mondo, in Ita-                                  domi a scoprire i gas sprigionati dalle
                     lia, qui ed ora, senza strutture e sen-                                cantine. La città trasfigurava e da
                     za soldi, con quello che hai, forse                                    dotta e grassa si faceva aliena e


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futurista, si specchiava negli sguar-                                                passiamo la bottiglia di vino con
di alienati e nei tagli di capelli                                                   Billy Blade, il sassofonista-cantan-
sghembi ed irti. Ed ecco il primo al-                                                te, il quale reagendo agli sfottò dei
bum “Sick Soundtrack”, nuovo per                                                     rockers dice con sguardo allucinato
l’Italia musicale, fumettoso, cool e                                                 “Se non tacete, smettiamo di suo-
nevrotico al punto giusto. Vicino alla                                               nare!”. E’ un invito a nozze per i
colta wave americana di Devo,                                                        lungocriniti del Bar Moka che inon-
Talking Heads, Pere Ubu, Residents                                                   dano di fischi (…e se non ricordo
e alla no-wave di Contortions e DNA.                                                 male di sputi) la band. Quasi scop-
Un disco sintetico e sintetizzato, es-                                               pia una rissa tra noi, che rischia-
senziale, sparato in vena ed                                                         mo di assistere ad una prematura
anfetaminico (“Going Underground”)                                                   fine del concerto, e la compagnia
che passa da momenti gelidi,                                                         di rockers, che alla fine se ne va
spersonalizzati ad altri in cui le urla                                              non per paura della nostra pre-
della nevrastenia vengono trattenute                                                 stanza fisica, ma perché hanno
nella struttura di una canzone                                                       ormai esaurito tutte le possibili
(“Shock Antistatico). Dentro c’era                                                   offese e non ne possono più di
tutto quello che mi serviva, quello                                                  quella musica. Così il concerto ri-
che ricercavo nei dischi di allora:                                                  prende sino alla rituale richiesta
energia, obliquità, dissonanze, pa-                                                  di bis ed alla fine qualcuno di noi
ranoia, fantascienza, elettronica,                                                   chiede autografi, qualcun altro
sperimentazione, neurofunk (“Oil                                                     osserva attentamente come sono
Tubes”), contorsioni, post-moderno,                                                  vestiti e come appaiono giù dal
fascinazioni metropolitane e sguar-                                                  palco i Gaznevada, qualcun altro
di al mutante giappone ( “Japanese                                                   ancora nota che parte della band
Girls”). L’immagine della band era                                                   non è proprio lucidissima. Il gior-
quella giusta, ancora sporca di punk,                                                no successivo al piccolo grande
ma già macchiata dall’intelletualismo                                                evento ci si ritrova sotto i portici
wave: cravatte sottili, tinte noir,                                                  davanti alla Coop, c’è chi è vestito
spigolosità hard-boiled, movimenti                                                   alla Gaznevada, chi si è fatto il ciuf-
schizofrenici alla David Byrne.                                                      fo, chi progetta un nuovo gruppo
Andrew Nevada, Bat Magic, Billy                                                      con batteria elettronica, farfisa e
Blade, Robert Squibb, Chainsaw                                                       sax.
Sally, questi i fantastici nomi ed in-
sieme a loro l’importante figura del                                                 Oggi sono ancora alla ricerca di
produttore Oderso Rubini.                                                            suoni strani, trovo corrisponden-
Il progetto nasceva grazie all’Italian                                               ze in molta della nuova musica
Records, etichetta che per qualche                                                   elettronica e mi eccito ancora
anno documenterà (insieme alla                                                       come un adolescente quando par-
Expanded ed alla Base Records)                                                       to alla scoperta di qualcosa di in-
gli sviluppi della nuova musica bo-                                                  novativo.
lognese, italiana e straniera. Tutto
questo mentre a Bologna si incro-
ciavano nuove strade e prospettive
per il fumetto, per l’arte, il video, il   Andrea Pazienza:
teatro, la performance, tutto que-
sto mentre nei locali gli happening e      la matita che assorbe
le scaramucce punk si tramutavano
in party trendy e dandy.                   Andrea Pazienza, artista scompar-         alla matita, strumento che usa
                                           so nel 1988, è periodicamente ri-         come un reporter di guerra. Que-
La stessa estate dell’uscita del disco     cordato per la sua attualità stilistica   sti reportages sono contorti,
i Gaz sono alla festa dell’unità di        e generazionale. La cosa è pun-           distorti, allucinati e diventano un
Correggio. Grande evento per noi           tualmente avvenuta in tempi re-           pretesto per parlare della propria
punkettini e new-wavers di provin-         centi con il film di Renato De Ma-        condizione. Nelle sue tavole si
cia che per l’occasione prepariamo         ria “Paz” , con l’ennesima ristam-        viene risucchiati in un vortice di
con premura uno striscione in onore        pa di alcuni suoi lavori a fumetti e      eventi, fatti, immagini, ci si tro-
dei nostri eroi. La sera del concerto      attraverso mostre organizzate in          va bombardati da una massa
la gente non è tanta, ed in più a rom-     varie parti d’Italia. Sembra che l’at-    imponente di segni e suoni. Il
pere le scatole c’è la banda di rockers    tualità richiami le ambientazioni,        quotidiano penetra in modo to-
del bar rivale che ci guarda in ca-        l’atmosfera ed i linguaggi delle sue      tale, le vignette come violentate
gnesco e sfotte la band. Noi imper-        opere. Pazienza ha portato alle           urlano la loro cruda realtà, di cui
territi ed esaltati ci dimeniamo sot-      estreme conseguenze il processo           spesso è protagonista diretto o
to il palco, agitiamo lo striscione, ci    di assorbimento del reale grazie          indiretto lo stesso autore. La sua


                                                                                                                               67
SHANK BLOC BOLOGNA
                     prima opera “Le Straordinarie Avventure di Pentothal”,          dell’ultima pagina originale, sperando di fare in tempo.
                     pubblicata nel 1977, è letteralmente imbevuta di riferi-        L’ultima tavola originale aveva al posto del “fine” di prassi
                     menti socio-politici dell’epoca: la contestazione giovani-      in basso a destra un “allora è la fine”, che suona decisa-
                     le, l’occupazione universitaria, il rapporto con le droghe.     mente male. Madonna, vi giuro, credevo fosse uno spraz-
                     Lo sfondo di queste avventure è Bologna, in cui Pazienza        zo, era invece un inizio. Evviva! Andrea Pazienza, 16
                     visse per una decina d’anni, periodo in cui frequentò il        Marzo ‘77”. Nella stessa pagina, oltre a questo scritto,
                     DAMS. Come si legge nella prefazione del suo scopritore         un disegno che raffigura una radio da cui esce un mes-
                     Oreste Del Buono : “La Bologna che fa da sfondo a “Le           saggio ai compagni di non disperdersi e di ritrovarsi alla
                     straordinarie avventure di Pentothal” non è una Bolo-           fine delle assemblee, più in basso un brandello di ban-
                     gna fantastica, ma una Bologna storica fantasticamente          diera con sopra scritto “Francesco è vivo e lotta insieme
                     immaginata da Andrea Pazienza prima che la storia ac-           a noi” e la minacciosa torretta armata di cannone di una
                     cadesse, mentre la storia si avviava a essere”. Nel fu-         autoblindo. Dentro a questa tavola c’è il terribile marzo
                     metto si confondono il sogno, il vero, lo sballo e la lucidi-   del ’77 a Bologna, c’è l’uccisione dello studente Pier Fran-
                     tà, invadendo ciascuno il territorio dell’altro; le creazioni   cesco Lorusso, gli scontri ed il clima da sommossa urba-
                     oniriche spesso rompono i confini del sogno (ed il conse-       na. C’è Radio Alice, l’emittente che dava voce ai moti
                     guente balloon) rivendicando la propria esistenza anche         giovanili e che sarà invasa e chiusa per sempre dalle
                     dopo il risveglio. Il paesaggio, la Bologna storica, la zona    forze dell’ordine. Le vignette di Pentothal sono caratte-
                     universitaria con le sue facoltà, la mensa ed i portici, si     rizzate da scene di guerriglia urbana: agguati dei fascisti
                     sciolgono in una architettura deformata, allungata, priva       ai compagni a suon di catene e spranghe, scontri tra
                     di una reale prospettiva. Luoghi e precisi riferimenti pas-     autonomi e polizia, graffiti, manifestini e slogan sui muri.
                     sano dalla minuziosa messa a fuoco allo sfocato, come           In mezzo a questa urgente fisicità Pazienza-Pentothal
                     se l’artista fosse intento ad armeggiare con l’obiettivo di     può essere risucchiato da un momento all’altro dalla di-
                     una macchina fotografica. Queste immagini alterate sono         mensione onirica. Questo gioco turbinoso è la stessa
                     il corrispettivo di una generazione che faceva la propria       reinterpretazione del mondo di certe avanguardie arti-
                     conoscenza con le droghe, elemento che compare in modo          stiche come Dadaismo e Surrealismo; d’altra parte pro-
                     innegabile in questa prima opera e che sarà ulteriormente       prio in questa prima opera viene citato “Il manifesto del
                     sviluppato nell’autobiografico e sofferto secondo volume        Signor Antypirine” di Tristan Tzara e il linguaggio gra-
                     dal titolo “Gli ultimi giorni di Pompeo”. Nonostante que-       fico, passando improvvisamente da uno stile all’altro
                     sta ripetuta immersione-emersione dal sogno, sembra             senza alcun apparente filo logico, ci rimanda alla scrittu-
                     esistere una divinità, un artefice che dall’alto controlla lo   ra automatica dei surrealisti.
                     svolgersi degli eventi pronto ad intervenire direttamen-        Tra stati di alterazione e puntigliosa documentazione della
                     te, un altro Andrea che può raccontare e raccontarsi, ma        quotidianità, Pentothal è un indelebile diario della vita
                     che al momento opportuno prende le redini i un cavallo          universitaria e non importa se la primavera del ’77 ap-
                     che prima pareva imbizzarrito. In questo senso bisogna          pare lontana, perché quelle immagini, quelle parole di-
                     interpretare l’intervento in extremis del Pazienza-Artefi-      ventano atemporali e trovano nuove corrispondenze nel
                     ce con un ultima tavola sostitutiva alla prima puntata di       presente. Nella prima puntata, entrando dal portone di
                     Pentothal , richiesta dall’evolversi dei fatti del marzo del    DAMS spettacolo nella storica sede di Via Guerrazzi du-
                     ’77. Scrive su quest’ultima                                                                  rante il settimo giorno di oc-
                     tavola: “Mentre lavoravo a                                                                   cupazione, ci si ritrova in uno
                     queste tavole nel mese di                                                                    stanzone buio tra studenti
                     febbraio ’77, ero convinto di                                                                esausti ed addormentati, ba-
                     disegnare uno sprazzo, sba-                                                                  rattoli di vernice, volantini e
                     gliando clamorosamente per-                                                                  scritte su Umberto Eco. Sce-
                     ché era invece un inizio. Ne                                                                 ne e situazioni che hanno tro-
                     avessi avuto il sentore, avrei                                                               vato nuova vita in occasione
                     aspettato e disegnato questo                                                                 delle occupazioni del 1989 con
                     bel marzo. Così mi trovo di                                                                  il movimento della Pantera o
                     colpo a non sapere più bene                                                                  di recente con i fatti di Geno-
                     che fare, ho già consegnato                                                                  va o con le ultime proteste
                     tutto il materiale a Linus venti                                                             anti-Moratti. Pier Vittorio
                     giorni fa, ma, Cristo, sono                                                                  Tondelli nel suo “Per Un
                     cambiate tante cose nel frat-                                                                Weekend Postmoderno” pur
                     tempo e tante altre cambie-                                                                  notando i diversi modi di co-
                     ranno sin al giorno in cui il                                                                municazione (per la Pantera il
                     fumetto sarà pubblicato che                                                                  telefax, oggi la rete), indivi-
                     mi sento male e mi do del                                                                    dua similitudini adottando
                     coglione per non averci pen-                                                                 come metro di paragone que-
                     sato. Cioè disegnare fumetti                                                                 sto preciso episodio di
                     non è come scrivere per un                                                                   Pentothal. In altre pagine vie-
                     quotidiano. Se capite cosa                                                                   ne descritta una festosa e ca-
                     intendo. Allora disegno que-                                                                 otica serata al Palasport per
                     sta tavola qui e provo a por-                                                                assistere al concerto degli
                     tarla a Linus in sostituzione                                                                Area e Finardi, due dei nomi


        68
di spicco della musi-                                                                                       esperienza e cresci-
ca progressiva e poli-                                                                                      ta. La casa è il luo-
ticizzata dei ’70.                                                                                          go in cui ci si ritro-
L’evento è occasione                                                                                        va, dopo che ci si è
di ritrovo dove il co-                                                                                      volutamente persi
mizio si mescola alla                                                                                       nei luoghi del viag-
musica, il trasporto                                                                                        gio reale o metafo-
fisico alla riflessione,                                                                                    rico. Dall’esterno al-
la festa all’impegno.                                                                                       l’interno è un appa-
Dalla fitta pagina che                                                                                      rire di segni e se-
rappresenta il concer-                                                                                      gnali, la matita (più
to escono non solo                                                                                          spesso un pennarel-
note, ma striscioni                                                                                         lo) di Andrea Pazien-
(“coltivate l’erba, bru-                                                                                    za ci rende partecipi
ciate l’eroina”), pugni                                                                                     di quel particolare
chiusi sollevati, severi                                                                                    clima creativo della
poliziotti simili a                                                                                         Bologna fine anni
nazisti. Il sentirsi par-                                                                                   settanta pronta a
te di un movimento                                                                                          mettersi in evidenza
lascia in ogni caso                                                                                         negli ottanta per poi
spazi vuoti in cui                                                                                          addormentarsi nei
riemerge una solitu-                                                                                        novanta. L’aria che
dine che si esprime                                                                                         cambia, lo spirito dei
nell’intimo e allora la                                                                                     tempi traspaiono
matita assorbente si insinua tra le quattro mura che ospi-       dagli slang e dai gerghi fioriti e bizzarri che strabordano
tano, durante il periodo degli studi, migliaia di ragazzi        dalle nuvolette a fumetti, veri e propri contenitori di au-
provenienti da tutta Italia. Dalla stanza ai limiti della cit-   daci esperimenti linguistici, miscugli di accenti, dialetti,
tà di Pazienza ci arrivano, sotto forma di disegni, nuovi        codici, laboratori genetici per nuove ibridazioni lessicali.
messaggi, nuove informazioni: le pareti tappezzate di            L’essere contemporaneo si incarna nei suoi personaggi
manifesti sono un unico murales che ci parla, che ag-            più famosi come Pompeo, come l’alienato Zanardi, nella
giunge nuovi elementi per decifrare l’universo giovanile.        satira, nei suoi mille progetti e collaborazioni: Canniba-
Un piccolo mondo da dividere con altri compagni, una             le, Il Male, Frigidaire, etc. La sua arte vive nel polistilismo,
convivenza che richiede regole ferree, specialmente quan-        quasi un campionatore visivo che ruba dal demotico al
do si è in tanti in spazi non propriamente ampi; lo spazio       geroglifico, che salta con noncuranza dal manuale di storia
personale, che può essere un angolo, una parete o nel            dell’arte a Disney, dalle avanguardie al caricaturismo, da
migliore dei casi una stanza vera e propria, diventa mol-        Caravaggio ai Freak Brothers, da Moebius alle miniature
to caratterizzata e caratterizzan-                                                              medievali. Per concludere ci-
te. Queste dimensioni esclusive                                                                 tiamo ancora Tondelli, suo ami-
non rimangono però settori stagni,                                                              co e pure lui frequentatore del-
ma si trovano ad interagire tra loro                                                            la scena artistica che spesso
creando quel particolare vocabo-                                                                si ritrovava nella storico appar-
lario di segni che è la casa. “La                                                               tamento di Bifo in via Marsili :
casa diventa certo un epicentro di                                                              “Di quel movimento Andrea,
incroci simbolici, un luogo impor-                                                              pur avvertendo tutto il disagio
tante quando ci si vive e quando                                                                di una presa di posizione indi-
lo si abbandona, l’approdo al ter-                                                              viduale, è stato il cantore, il po-
mine definito, o al ritorno transi-                                                             eta, l’artista forse più grande,
torio, dopo un “viaggio”, lo spazio                                                             insieme agli Skiantos di Freak
stesso in cui si “viaggia”, diretta-                                                            Antoni e Stefano Cavedoni, al
mente”: queste sono le parole di                                                                Boccalone di Enrico Palandri,
Antonio Faeti che nel suo saggio                                                                ai programmisti di Radio Alice.
“Un occhio di riguardo” mette in                                                                Appena ventenne, Andrea si è
relazione autori e scrittori damsiani                                                           trovato in una certa universi-
(Palandri, Tondelli, Beltrami) con                                                              tà, all’interno di un certo grup-
la casa vista come luogo di sicu-                                                               po di amici e, da artista, ne ha
rezza personale, luogo sacro che                                                                succhiato i modi di dire, le
emana quello che l’uomo prova e                                                                 espressioni, il gergo, le
sente. Nella poetica di questi au-                                                              paranoie politiche, i modi di
tori, l’abitazione, anche se provvi-                                                            vita, innestandoli in un talen-
soria, riveste la stessa importan-                                                              to naturale (sul quale
za di altre fascinazioni letterarie                                                             ironizzava continuamente)
come        il   nomadismo,        lo                                                           grandissimo.”
spaesamento, il viaggio come

                                                                                                                                      69
SHANK BLOC BOLOGNA                                                                bilita, come riproduzione immobile, ma come pratica di
                     ALICE È IL DIAVOLO                                           un’esistenza in trasformazione. E il linguaggio è uno dei
                                                                                  livelli della trasformazione della vita.”
                     “La radio tocca intimamente, personalmente, quasi            Un linguaggio che agisce come catalizzatore, che ci ser-
                     tutti in quanto presenta un mondo di comunicazio-            ve per decifrare i fatti del ’77, per tradurre quell’insieme
                     ni sottintesi tra l’insieme scrittore-speaker e l’ascol-     di eventi, reazioni, lotte di classe, proteste, azioni mao-
                     tatore. E’ questo il suo aspetto immediato: un’espe-         dadaiste. Attraverso la modulazione di frequenze si è
                     rienza privata. Le sue profondità subliminali sono           irradiata la cronaca in tempo reale dell’uccisione dello
                     cariche degli echi risonanti di corni tribali e di antichi   studente venticinquenne Francesco Lorusso da parte della
                     tamburi. Ciò è insito nella natura stessa del medium,        polizia. Presto seguirà la rivolta che sconvolgerà il cen-
                     per il suo potere di trasformare la psiche e la società      tro della città, le barricate nella zona universitaria, cor-
                     in un’unica stanza degli echi.”                              tei, molotov, lacrimogeni, mezzi blindati dell’esercito e
                     Marshall McLuhan                                             da Bologna questa voce giungerà a Roma, Milano, Napo-
                     “Gli strumenti del comunicare”                               li, Palermo, Lecce, Bari… ma la reazione sarà ben presto
                     Esce per la Shake Edizioni il libro “Alice è il dia-         azzittita dai carri armati dell’allora ministro degli interni
                     volo”, storia di una radio sovversiva a cui è allegato       Kossiga. Altre reazioni ai disordini bolognesi furono la
                     un cd che raccoglie varie regi-                                                      presa di distanza dal movimento
                     strazioni ed in particolare la                                                       studentesco da parte del sindaco,
                     cronaca in diretta dell’irruzio-                                                     dell’amministrazione locale, della
                     ne negli studi della radio della                                                     politica e della sinistra istituziona-
                     polizia, dell’arresto dei pro-                                                       le, mentre dall’estero arrivò un so-
                     grammatori e del sequestro                                                           stegno grazie ad un appello contro
                     delle apparecchiature.                                                               la repressione statual-militare fir-
                     La prima edizione era stata cu-                                                      mato da intellettuali come Felix
                     rata da Luciano Capelli e Ste-                                                       Guattari, Sartre, Roland Barthes,
                     fano Saviotti, quella odierna è                                                      Foucault, Deleuze. Diversamente
                     invece curata da Franco “Bifo”                                                       gli intellettuali italiani si troveran-
                     Berardi e E. “Gomma”                                                                 no divisi tra chi appoggia il movi-
                     Guarneri.                                                                            mento e chi lo critica.
                     La raccolta di materiale man-                                                        E’ facile trovare corrispettivi in
                     tiene però come autore del vo-                                                       quello che è successo poco tempo
                     lume il Collettivo A/traverso (ri-                                                   fa a Genova, in più c’è il parallelo
                     vista e foglio d’agitazione cul-                                                     della irruzione a Radio Gap (la ra-
                     turale-politica uscita nel mag-                                                      dio che sosteneva la manifestazio-
                     gio del ’75). Vale la pena unire                                                     ne no-global), anche qui l’interven-
                     alla lettura dei testi l’ascolto del                                                 to delle forze dell’ordine ha imba-
                     cd per meglio immergerci nel-                                                        vagliato una fonte di informazione
                     la particolare atmosfera del pe-                                                     alternativa. D’altra parte il movi-
                     riodo fatta di parole in libertà,                                                    mento del ’77 raccoglieva l’eredi-
                     happening, irriverenza, musi-                                                        tà, gli argomenti e le utopie del ’68:
                     ca.     Grazie      al     recente                                                   esiste dunque un filo comune che
                     dissequestro dei nastri, sino ad ora “custoditi” dalle       unisce al di là del tempo e della storia la protesta giova-
                     forze dell’ordine, un altro documento, un altro im-          nile. L’intervento sui media, la censura ed il monopolio
                     portante tassello ci permette di focalizzare meglio il       dell’informazione sono le armi che i sistemi autoritari e i
                     finire degli anni settanta.                                  regimi mediatici adottano per spegnere i fuochi che na-
                     Con la liberalizzazione dell’etere, si attivarono nuovi      scono negli animi. La cosa ci porta ad un presente tutto
                     centri di comunicazione indipendente e nacquero mol-         italiano in cui si addensano nuvole sulla libertà.
                     te radio libere: Radio Alice iniziò le sue trasmissioni      Radio Alice fu accusata di aver organizzato i disordini e
                     a Bologna il 9 Febbraio 1976. Radio Alice fu la voce         gli scontri, fu chiusa ed in questo modo si cercò di colpi-
                     di chi non aveva mai avuto la parola, fu laboratorio         re tutto il movimento. Ascoltare gli ultimi attimi dell’irru-
                     di creatività, fu centro d’attrazione dei movimenti          zione della polizia il 12 marzo 1977, sapere dell’arresto
                     giovanili, creò nuove forme di comunicazione e di            o della fuga, della latitanza dei redattori è come sapere
                     controinfor-mazione.                                         della fine di un sogno. La radio sarà riaperta nei mesi
                     Dentro vivevano diverse anime, tra le tante, una era         successivi, diventerà un simbolo politico, le sue trasmis-
                     eticamente intransigente e controinforma-tiva, un’al-        sioni acquisteranno professionalità ma perderanno l’irri-
                     tra era poetico-libertaria: si proclamava la libertà dal     verenza dadaista degli inizi.
                     lavoro, la libertà dallo sfruttamento, la libertà            Alice chiuderà per sempre nel 1981
                     dall’abbrutimento economico, la libertà di fare al-
                     l’amore. Desiderio era la formula che passava da una
                     bocca all’altra nutrendo il proletariato giovanile. “Ra-     AAVV - Alice è il diavolo
                     dio Alice è il linguaggio al di là dello specchio. Ha        a cura di Gomma e Bifo (Shake Edizioni)
                     costruito uno spazio nel quale il soggetto si ricono-        Gaz Nevada – Sick Soundtrack (Italian Records)
                     sce non più come in uno specchio, come verità rista-         Andrea Pazienza – Francesco Stella (Coconino Press)


     70
SMITH & MIGHTY:
                            alle radici del Bristol Sound
     Ci si potrebbe limitare a questo: annunciare l’intervista a Smith & Mighty, annun-
        ciare l’uscita di un nuovo album del duo di Bristol per l’etichetta tedesca !K7,
     dare spazio alla chiacchierata telefonica avuta con Rob Smith stilando tutto sotto
            forma di domanda/risposta. Semplice, lineare, scorrevole da leggere:
                                   ma che spreco sarebbe…




     E infatti noi vogliamo cominciare da più di vent’anni         “imprudenza” della polizia, che fece una retata di troppo
     fa, dal 1980. E’ l’anno in cui la città di Bristol fa espe-   al Black And White Café, punto di ritrovo nel quartiere
     rienza sulla sua pelle di quanto possa essere piena di        povero di St. Paul.
     tensione la convivenza in una città. I “riots” che saran-     Mentre altre volte gli interventi delle forze dell’ordine
     no simbolo degli anni ’90, vuoi per quelli che attraver-      erano accolte da mugugni ma nulla più, il 2 aprile del
     sarono Los Angeles, vuoi per quella pietra miliare del        1980, verso le 15,30, successe l’inaspettato: la retata
     cinema (e della “topografia sociale”, se ci passate la        dei poliziotti nel locale di Grosvenor Road viene inter-
     definizione) che è “L’Odio” di Kassovitz; bene, tutte         rotta da una sassaiola, e in poco tempo tutto il quar-
     cose che Bristol aveva già provato sulla sua pelle. An-       tiere viene scosso da una sollevazione popolare, il cen-
     che in questo caso alla base ci fu una, come dire?,           tro commerciale completamente depredato, vengono

                                                  Damir Ivic           press agency + Stefano Camellini @maffia
22
feriti 50 poliziotti e distrutte 25 macchine della polizia (6    invitati è Roberto Del Naja, inglese ma di origini napo-
direttamente bruciate!), 21 edifici vengono gravemente           letane, a lui viene chiesto di decorare i muri della galle-
danneggiati fra cui una banca e l’ufficio postale, col tota-     ria “in progress”, durante gli orari di apertura; Del Naja
le dei danni che si avvicina al mezzo milione di sterline        accetta volentieri, facendosi rassicurare sul fatto che
dell’epoca (in un evento così drammatico, c’è un aned-           mentre lui dipingeva un po’ di suoi amici potevano avere
doto divertente: pare che la scintilla di tutto sia stato il     libero accesso nella galleria, mettere dischi, fare dei rap.
fatto che nella concitazione della retata al Black And White     Bene: Roberto Del Naja è colui che diventarà 3D dei
Café i poliziotti, portando all’esterno barili di alcool, fer-   Massive Attack, e in un prezioso filmato fatto da Phil
mando gli avventori e quant’altro, abbiano accidental-           Johnson si vedrà che fra i suoi amici a ciondolare nella
mente (?) strappato via i pantaloni ad un personaggio            galleria ci sono Nellee Hooper (il fondatore dei Soul II
noto e stimato nel quartiere, un operatore sociale col           Soul) ai piatti, un allampanato nero di nome Grant
nome di battaglia di Dr. Prince Brown, il quale dopo que-        Marshall gli sta al fianco passandogli i dischi (Daddy G,
sto “incidente” ha cominciato a dare in escandescenze:           Massive Attack), assistito da un ragazzino (Mushroom,
ecco, come in una trama immaginata da Terry Gilliam,             sempre dei Massive), e poi Mark Stewart con dietro un
pare che sia iniziato tutto da qui…).                            ragazzino bizzarro di cui era un po’ il protegé (imparere-
Dopo la rivolta, St. Paul non è stata più la stessa. E’          te a conoscerlo come Tricky…); infine, tanto per com-
stata meglio: perché la polizia, con sana prudenza, smi-         pletare l’elenco, questo showcase sull’hip hop alla Arnolfini
se di volerne controllare il territorio in maniera maniaca-      Gallery segnò la prima volta in cui un ragazzino di nome
le, e questo diede il via ad una nuova effervescenza so-         Geoff Barrow ebbe il permesso dalla madre di recarsi
ciale ed artistica. Nascono le posse,                                                 da solo a Bristol dal sobborgo in cui
una via di mezzo tra una street gang                                                  abitava… anni e anni dopo, il ragazzi-
e un collettivo artistico, che finalmen-                                              no crescerà, metterà su un gruppo
te possono operare in pace senza te-                                                  niente male e lo chiamerà col nome
mere di essere fermate dalla forza
                                              “Certo, sono state                      del sobborgo in cui è nato:
pubblica da un momento all’altro. La             operate molte                        Portishead.
più famosa è probabilmente la Three
Stripe Posse, che grazie alla sua, uhm,         semplificazioni                      Terzo fotogramma, 1987. Location:
“attività imprenditoriale” sul territo-                                              il retro dell’Ippodromo di Bristol.
rio riesce in poco tempo a darsi una
                                                giornalistiche su                    E’ lì che è in svolgimento l’Apres Sky
struttura fissa e a trovare le risorse            quello che è il                    Party, un evento a metà fra una jam
per avere un proprio soundsystem e                                                   e un concerto. Sul palco ci sono Ray
cominciare a registrare dub plates.           “suono di Bristol”.                    Mighty e Rob Smith, hanno appena
Due dei componenti sono Rob Smith                                                    attaccato ad eseguire quella che si
e Ray Mighty; del secondo si può dire
                                               Va a finire che la                    stava prendendo lo status di piccolo
che era tornato in città dopo essere          gente non capisce                      culto sotterraneo, ovvero una loro
scomparso per un po’ all’indomani dei                                                versione di un pezzo di Satie,
riots di St. Paul (più di 100 persone          che noi musicisti                     “Gimnopedia Nr. 1”.
vennero fermate dalla polizia); una                                                  Probabilmente, l’atto di nascita del
prudenza necessaria, dato che il suo
                                               bristoliani siamo                     Bristol Sound: le “carezze sonore” di
nome era stato fatto da un poliziotto            tutti individui,                    Satie vengono dilatate in una nuvola
(“E’ lui Raymond Mighty, è lui il punk                                               di dub e innervate da break di batte-
che stava tirando sassi contro la poli-       ognuno con la sua                      ria dal sapore urbano ma molto ral-
zia e svaligiando un negozio”; pecca-                                                lentati. Un miscuglio sonoro inedito,
to che la persona contro cui il poli-
                                                 storia e la sua                     bellissimo e a suo modo rivoluziona-
ziotto stava puntando il dito durante         visione artistica.”                    rio. Mark Stewart è presente nel mo-
il confronto facesse invece di nome                                                  mento in cui Smith & Mighty attacca-
Clive Edwards…).                                                                     no il pezzo: decide all’improvviso di
                                                                                     salire sul palco (e mai dire di no, a
Altro salto nel tempo, fotogramma numero due: è il 1985,         Mark Stewart…), portandosi dietro il ragazzino bizzarro
ci troviamo alla Arnolfini Gallery, un centro per l’arte         con cui stava dividendo l’appartamento e che conosceva
contemporanea famoso anche a livello nazionale, sicu-            da quando il ragazzino in questione era ancora uno
ramente uno dei punti-cardine di tutta la vita culturale di      scolaretto, e porgendogli il microfono: il rap sputato fuo-
Bristol. Ha una particolarità: è situato nel quartiere ele-      ri dal ragazzino sulla “Gimnopedia” può ufficialmente
gante della città, Clifton, ma non si è mai fatto problemi       essere considerato l’esordio di Tricky su palco. Qualche
nell’accogliere fra le sue mura anche gente poco                 settimana dopo, Stewart deciderà di allungare 500 ster-
raccomandabile, vista almeno con gli occhi dei                   line a Rob Smith e Ray Mighty per prendere possesso di
benpensanti.                                                     questa loro reinterpretazione di Satie; dopo qualche pic-
E’ con questo spirito che vorrà celebrare nel luglio 1985        colissimo cambiamento nasce così “Stranger Than Love”,
un grande showcase / performance attiva sul pulsare              pietra miliare di Bristol e del suo suono che poi contras-
della cultura hip hop a Bristol, dando ovviamente spazio         segnerà gli anni ’90. Mark Stewart negli anni successivi
prima di tutto all’arte del graffitismo (o, detto più corret-    sarà comunque sempre molto onesto: “In realtà il pezzo
tamente, dell’aerosol art) ma ospitando anche                    è più di Smith & Mighty che mio. Era già da un po’ che li
soundsystem e breakdancers. Uno degli aerosol artist             conoscevo e li rispettavo, due tizi che non erano per

                                                                                                                                 23
nulla degli “arrivisti della musica”,       loro posizione e, prendendosi tut-
     pensavano solo a fare il loro. L’atti-      to il tempo necessario e anche
     tudine che mi piace. Quella volta           un po’ di più, continuano a
     all’Apres Sky Party scoccò una scin-        sfornare la roba che vogliono loro.
     tilla speciale, “dovevo” cantarci so-       Il risultato è che il primo loro di-
     pra, non potei fare a meno di inva-         sco vedrà la luce solo nel 1995
     dere il palco e mi portai dietro anche      (“Bass Is Maternal”), a contratto
     Tricky, era la prima volta che rappava      con la Polygram scaduto, in una
     in pubblico. E comunque, anche per          versione low budget, zero promo-
     Smith & Mighty quella era la prima          zione e poca distribuzione. Nel
     volta che accet-                                                 frattempo,
     tavano di esibirsi                                               Massive,
     live, su pressione                                               Portishead e
     di Steve Haley”.                                                 Tricky erano
                                                                      già      delle
     Quarto fotogram-                                                 superstelle in-
     ma: oggi. Quin-                                                  ternazionali…
     dici anni dopo.                                                  “ Certo, sono
     “Sì, siamo soddi-                                                state operate
     sfatti della !K7,                                                molte sempli-
     sta lavorando                                                    ficazioni gior-
     bene per noi,                                                    nalistiche su
     ecco che quindi stiamo viaggiando           quello che è il “suono di Bristol”.
     parecchio per suonare la nostra mu-         Va a finire che la gente non capi-
     sica. Oddio, è pur sempre una eti-          sce che noi musicisti bristoliani
     chetta discografica, con tutto quel         siamo tutti individui, ognuno con
     che ne consegue, ma almeno è fatta          la sua storia e la sua visione arti-
     da gente che ama la musica e la ri-         stica. Ma tirando le somme biso-
     spetta”: a parlare così è Rob Smith,        gna dire che alla fine anche gli
     e lo spirito di queste sue parole lo si     effetti benefici non sono stati
     può capire appieno facendo solo una         pochi, la musica di Bristol ha po-
     rapida storia artistica del duo.            tuto farsi conoscere ed ottenere
     Oltre agli esperimenti su Satie prima       esposizione nei media un po’ in
     citati, un altro loro marchio di fab-       tutto il mondo. Meglio così, va’.
     brica era reinterpetare, alla loro ma-      Poi, succedono ora delle cose di-
     niera, canzoni di Burt Bacharach.           vertenti: magari a Bristol non riu-
     Nel 1988 il loro remix di “Walk On          sciamo ad incontrarci più, ma giu-
     By” gli darà la fama e gli farà scalare     sto qualche settimana c’era mez-
     le charts, ma soprattutto li metterà        za Bristol in un festival musicale
     in mezzo ad una caccia grossa da            a Berlino! E lo stesso era succes-
     parte delle major per metterli sotto        so in Spagna qualche mese fa”:
     contratto: le più insistenti furono la      nessun rancore quindi da parte
     Virgin e la Polygram. “Scegliemmo la        di Rob Smith sul fatto che le loro
     Polygram perché avevamo in antipa-          capacità, e il loro essere i
     tia le posizioni politiche di Richard       capiscuola, non sia stato suffi-
     Branson, il capo fondatore della            cientemente riconosciuto negli
     Virgin. Siamo musicisti, non                anni. Altre sono le cose a cui tie-
     politicanti o attivisti; ma bisogna es-     ne; ad esempio, è davvero felice
     sere sinceri con se stessi. Certo, ma-      quando gli chiediamo di parlare
     gari col senno di poi si può dire che       di Mark Stewart e dei suoi Maffia:
     abbiamo fatto male, ma non rinnego          “E’ un pazzo!! …ma è stato dav-
     la scelta che facemmo, le motivazio-        vero importante per tutti noi, per
     ni erano giuste”: nei fatti, il contrat-    tutta Bristol, un punto di riferi-
     to con la Polygram si rivelerà eco-         mento. Ci teniamo che si sappia.
     nomicamente redditizio ma in realtà         Lui c’era prima di tutti, prima
     un capestro. Nei cinque anni di du-         ancora della Wild Bunch, la posse
     rata, l’etichetta si rifiuterà di pubbli-   che metteva insieme Nellee
     care il materiale composto dai due,         Hooper e quelli che poi sono di-
     definendolo sempre “poco commer-            ventati i Massive Attack. Era co-
     ciale” ed esortandoli a fare qualcosa       munque un periodo davvero ec-
     di più radiofonico.                         citante, c’era questo cortocircuito
     Come risposta Smith & Mighty non            con l’hip hop newyorkese. Ha af-
     si schiodano di un millimetro dalla         fascinato anche me, certo, e non


24
potrebbe essere altrimenti dato che io mi occupo prevalentemente
della parte ritmica; ma il mio punto di riferimento principale resta il
dub, e penso che dalle nostre produzioni si senta”.
Dub, certo, il dub che trascolora nella drum’n’bass e viceversa –
marchio di fabbrica delle produzioni targate Smith & Mighty. Ma in
questo ultimo “Life Is…”, uscito ad aprile, sono presenti più del
solito le linee vocali, praticamente ogni traccia è cantata: “Vero,
ma questo è venuto fuori quasi per caso, non è stata una scelta a
priori prima di cominciare a lavorare al disco. Siamo rimasti sor-
presi noi stessi, per quanto il cantato abbia sempre fatto parte
delle nostre attitudini da produttori. Una cosa che ci tengo a sotto-
lineare è che tutte le voci che senti nel disco sono di cantanti di
Bristol: persone che sentiamo vicine, e che possiamo vedere quo-
tidianamente. Non ci interessa lavorare con delle superstar, la no-
stra musica deve essere prima di tutto una famiglia”.




 IL NATTY SOUND DI SMITH & MIGHTY
   Lampi di gioia e linee di basso che scoppiano

 Questa volta sia-                                      “Life is…” è di
 mo nudi.                                               gran lunga il
 Nudi di fronte ai                                      loro miglior
 monitors che                                           lavoro       di
 emettono grap-                                         sempre.
 poli di sub-bassi                                      Dodici canzo-
 che scoppiano                                          ni di oscena
 come bombe al                                          bellezza, cro-
 napalm attorno a                                       cevia obbli-
 noi. Nudi contro                                       gato di una
 vibrazioni di fre-                                     generazione
 quenze        così                                     persa      nei
 “sottopancia” che non riusciamo        bassi. Basta ascoltare, per
 più a percepirle auralmente ma         annegarvi dentro, la traccia
 solo fisicamente. Nudi ma avvol-       che è la quintessenza di
 ti in una confortevole matassa di      quindici anni di breakbeat,
 molecole compresse prodotte da         dub, drum and bass e two-
 gomitoli di basso caldissimi e pro-    step: B-line fi blow. Ovve-
 fondi. Nudi e attoniti di fronte a     ro le b-line, linee di basso,
 una fonte di suono così minimale       costruite per esplodere. La
 e perfetta ma allo stesso tempo        voce nerissima, roca e gra-
 potente, fragorosa, essenziale.        vida da “dirt roads of dub”,
 Il breakbeat, questa scienza del       ammonisce,          su      un
 riordino dei beats che corre sui       tostissimo pattern 2 Step/
 binari del caos e della pazzia, ha     drum and bass: selectah,
 ritrovato alcuni dei suoi adepti più   butta la puntina e fai sal-
 fedeli e generosi. Sono i frontisti    tare i jack, queste b-line
 del basso, batteria e voce di stan-    sono fatte per esplode-
 za bristoliana: gli araldici Smith     re!! Alla musica non abbia-
 & Mighty. Questa volta si bada al      mo mai chiesto nulla di più,
 sodo: ai bassi che colpiscono          ma neanche nulla di meno.
 come jabs saettanti nel nostro         Nudi eravamo, nudi siamo di
 basso ventre, ai breakbeat che         fronte a questa selvaggia
 tagliano come accette affilate e       nobiltà del dub più acuto e
 s’infilano nelle carni delle melo-     luminoso che esista sul pia-
 die “soul” e “ragga” che perva-        neta proibito della bass cul-
 dono l’opera. Questa volta l’arte      ture.
 della seduzione di S&M è espres-
 sa nella sua potenza più estre-        SMITH & MIGHTY
 ma.                                    Life is...
                                        K7 - 2002
                                             Paolo Davoli

                                                                          25
DUB E FANTASCIENZA
    IN SOLARIS:
    la poetica dello spazio interiore




    “L’uomo viene generato per la sofferenza come le
    scintille per volare in alto”
    (A.Tarkovskij, citando Giobbe da: Martirologio, Diari,
    Edizione della Meridiana, 2002)



                                                Paolo Davoli         Artwork CD + libro Diari: Martirologio (Tarkowskij)

    Il progetto Solaris appartiene alla visione e al viaggio.   sugli strani fenomeni che vi avvengono e che coinvolgo-
    Jah Wobble si domanda: qual’è il luogo solitario dove       no in maniera preoccupante gli scienziati a bordo. Rag-
    nasce la musica? Qual’è quello spazio preciso in cui il     giunta la stazione, Kelvin scopre che il capo della missio-
    pensiero diventa suono? Per niente spaventato               ne si è ucciso e che gli altri due membri si trovano sul-
    dall’immane delimitazione di tale logos, il nostro Jah          l’orlo della pazzia. Questo perchè Solaris è stato bom-
    occidentale si è preparato ottimamente per questa                    bardato con raggi X ed ha reagito inviando a sua
    esplorazione aurale nei meandri dell’animo                               volta radiazioni che hanno la facoltà di
    umano. Perchè è proprio lì, nelle caverne                                     materializzare i ricordi e le ossessioni degli
    selvagge della psiche che il proprio sè si                                     uomini” (note da Solaris, Urss 1972,
    fa suono. Stella luminosa di questo viag-                                       Sampaolo audiovisivi)
    gio al centro dell’universo-uomo è il
    cineasta sovietico più poetico e misti-                                            Jah Wobble è un viaggiatore impavi-
    co, Andrej Tarkovskij, e compagni di                                               do. Nelle sue più recenti traiettorie
    avventura sonica sono i maestri del                                                non ha avuto timore nel confrontarsi
    suono, il Dream Team dell’Internazio-                                             con i testi di Dante e di William Blake,
    nale dei Visionari, ovvero: Harold Budd,                                         viaggiatori lirici venati da visioni mi-
    Bill Laswell, Jaki Leibezeit, Graham                                             stico-religiose e poeti dall’autentico
    Haynes. Musicisti da far tremare qualsi-                                      sentire. La Divina Commedia è il terreno
    asi membrana e martelletto: una cellula di                                 di confronto dei due autori, dato che William
    astrofisici del suono, tra i più navigati ma an-                         Blake fu tra i più famosi illustratori del testo
    che tra i più avveniristici. Ultima annotazione del                dantesco. Dopo il soundscape della discesa verso
    cambio di orizzonti, signs of the times: anni fa i gruppi   l’Ade, nulla può far indietreggiare Jah Wobble; nel caso
    avevano due chitarre, oggi due bassi. In questo viaggio,    di Solaris, infatti, il viaggio non avviene nelle regioni in-
    guidato dal basso, Jah Wobble e Bill Laswell...             fernali ma si proietta in quelle astrali-fantascientifiche
                                                                dello spazio infinito. Il viaggio, in primis, è però sempre
    “Kris Kelvin, sociopsicologo, viene inviato sulla piatta-   dentro sè, un viaggio socratico, cognitivo: il centro della
    forma orbitante intorno al pianeta Solaris, per indagare    ricerca è quella “immensità intima”, descritta così mira-



4
graham haynes
                                                                                                  “[L’influenza di Tarkovskij sul
                                                                                                  progetto musicale Solaris deriva
                                                                                                  dalla] visione mistica del mondo e
                                                                                                  dalla riflessività, statica
                                                                                                  e introspettiva, che emerge dal
                                                                                                  suo cinema.
                                                                                                  Il mondo cinematografico odierno




                                                            harold budd
                                                                                                  è purtroppo influenzato dall’ec-
                                                                                                  centrica vitalità dei video dove si
                                                                                                  deve cambiare scena o montag-
                                                                                                  gio quasi ogni secondo.
                                                                                                  E questo mi ricorda le case
                                                                                                  discografiche negli anni ‘80 e ‘90
                                                                                                  dove non potevi sviluppare il




                                                            jah wobble
                                                                                                  suono con poche note ma dovevi
                                                                                                  necessariamente attuare repenti-
                                                                                                  ni cambiamenti; e questo accade-
                                                                                                  va e accade tuttora perchè si
                                                                                                  ritiene che il pubblico sia talmen-
                                                            jaki leibezeit                        te stupido da perdere il filo e
                                                                                                  quindi, fatalmente, finire annoia-
                                                                                                  to. Questo è il loro ragionamento,
                                                                                                  devi sempre stimolare l’audience.
                                                                                                  E’ una situazione veramente
                                                                                                  anomala, insana per certi versi.
                                                                                                  Ecco perchè Tarkovskji
                                                            bill laswell




                                                                                                  è l’antidoto a tanta pazzia”
                                                                                                  Jah Wobble




bilmente da Gaston Bachelard, che abita gli spazi dove il                    I suoni svelano un territorio a lenta mutazione, con im-
suono nasce, si fa seme e trova la propria dimora. Cer-                      percettibili movimenti che ne cambiano il paesaggio, il
chiamo di capire allora come “vi-                                                                 quale diviene progressivamente
bra” questo spazio immenso che è                                                                  ossessivo, saturo, come se il mor-
entre nous, come scriveva Deleuze.                                                                morio dell’anima trasalisse e bal-
                                                                                                  zasse avanti nelle cupe spire dei
“La mia ombra forma un guscio so-                                                                 propri oscuri meandri. E’ qui che il
noro/ Ed il poeta ascolta il suo pas-                                                             binomio Wobble-Tarkovskji assume
sato/ Nel guscio dell’ombra del suo                                                               la sua dimensione più vera: nella
corpo” (M. Alexandre)                                                                             capacità di sondare poeticamente
                                                                                                  le geografie estreme dell’uomo.
Il progetto sonoro Solaris possie-                                                                Il che si traduce musicalmente in
de una ricchezza magmatica. Il                                                                    paesaggi aurali estenuati da suoni
viaggio interiore, alla ricerca del                                                               ficcanti, estatici, irrorati dalle trom-
guscio sonoro in cui il suono trae                                                                be “divine” trattate di Graham
la propria linfa, è ad alta intensità                                                             Haynes, fedele sperimentatore al-
psichica. Il suo fluire arcano è la                                                               l’ombra del gigante Miles Davis,
conseguenza dell’aderire alle fibre                                                               forse tra i primi nell’agone pop
dell’anima, al suo paesaggio pene-                                                                moderno post-guerra, a cimentar-
trante e riecheggiante, al sè inti-                                                               si con gli abissi pangeatici dell’ani-
mo misterioso. I musicisti coinvol-                                                               ma.
ti in questa poetica della profondi-                                                              Chiave del tessuto musicale è
tà arrotolano dense spirali di suoni                                                              Harold Budd, incredibile pianista
lunghissimi, intensi, dove le ritmi-                                                              autore blasonato di altri futuribili
che cavalcate di Leibezeit vengono                                                                viaggi nella “storia” dell’elettroni-
illuminate da bassi dub ascetici e squarciate dai lapilli                    ca, come in Plateaux of Mirror, la soundtrack intessuta
eruttivi elettronici di Laswell.                                             con Brian Eno anni or sono.


                                                                                                                                             5
Tarkowsij sul set del film “Solaris”




    “Il mondo è grande, ma dentro di noi è profondo come il          I suoni di Solaris, spesso di un’intensità tormentata e
    mare” (Rilke)                                                    selvaggia, eruttano da un lago-vulcano situato nelle pie-
    Im-mobile come un magma vulcanico, irrazionale come              ghe nascoste dell’io e vengono scagliati impetuosi nelle
    la reverie poetica, coraggioso come il viaggiatore ai limi-      spazialità baluginanti verso una dimensione risonante,
    ti delle terre tra ragione e pazzia, il dub ad alta combu-       meditativa dell’individuo e del suo inconscio.
    stione free si organizza in lunghe suite in cui convergono
    sulfuree correnti sonore che si rimodellano in lenti anelli      “Chi ha un volto senza un raggio di luce, non diventerà
    circolari, come un vortice che vira verso il basso, dove         mai stella” (William Blake)
    non è più ricoscibile l’afflato aurale del jazz, del dub,        I titoli delle tracce ci narrano lo stato d’animo dei musi-
    dell’elettronica, del rock. Litanie interiori, brandelli libe-   cisti: Il mistero del crepuscolo, Attorno a un lago. Una
    ratori: un pregnante canto di libertà. Puro inner cinema.        fragranza di “minimalismo sacro” pervade la fantascien-
    Questo è l’ascolto del nostro spazio profondo, in cui l’im-      za da inner space di Solaris, i cui temi costanti sono: il
    maginazione si fa suono. Il viaggio più pericoloso, più          rapporto con la natura, il senso del ciclo biologico di vita/
    selvaggio, è quello interiore, dove si possono scoprire le       morte, l’esplorazione dell’Incommensurabile, la paura del
    “ragioni” della follia, i gusci vuoti dello spirito, le disar-   dominio tecnologico, la ricerca della teoria ultima.
    manti verità della nostra esistenza. Solaris è sia musica        Solaris, il pianeta ancestrale da esplorare, può essere la
    dei mondi, verticali e profondi, opposti alle geografie          dimora ove il nostro spirito si ripara e si ristora, nello
    orizzontali di superficie, sia suono della foresta, il terri-    splendore del suono che ascolta il crepuscolo, abita i la-
    torio inesplicabilmente infinito, imprigionato nei fondali       ghi e vola in alto come le scintille...
    muti della nostra intimità: la stessa profonda foresta cha       SOLARIS
    ha atterrito il francese Pierre Gueguen nelle sue poesie.        LIVE - 30Hertz - uk 2002



        Tarkovskij                                                                         cui viene assegnato il Leone d’oro
        Andrej Tarkovskij nasce il 4 apri-                                                 alla Mostra del cinema di Vene-
        le 1932 a Zavraz’e, un piccolo                                                     zia. I film successivi saranno
        villaggio sulle rive del Volga. Fi-                                                Andrej Rublev (1966), Solaris
        glio del poeta Arsenij Tarkovskij,                                                 (1972), Lo specchio (1974),
        frequenta la scuola di cinema di                                                   Stalker (1979), Nostalghia
        Mosca e si diploma nel 1960 con                                                    (1983), girato in Italia e premiato
        il cortometraggio Il rullo com-                                                    a Cannes, Sacrificio (1986), gi-
        pressore e il violino. Debutta                                                     rato in Svezia e anch’esso pre-
        nella regia con il lungometraggio                                                  miato a Cannes. Muore esule a
        L’infanzia di Ivan, del 1962, a                                                    Parigi il 29 dicembre 1986.



6
DJ SPOOKY,
BURROUGHS E
TURNTABLISM
Non dev’essere un caso che siano afro-americani buona             con un buon background teorico ha portato la pratica del
parte degli innovatori americani nella sfera compositiva          djing (o del turntablism, che dir si voglia) a scienza filo-
del dopo guerra. Da Coltrane a Coleman, ad Afrika                 sofica, con fior di premesse ed elucubrazioni successive.
Bambaataa, ai collettivi di Detroit, la capacità di ‘sentire’     Simile a Marshall McLuhan nell’approccio mediatico al
la propria scena, esaltandone creativamente le caratte-           mezzo, Miller ricama dalla nube di dati che il dj
ristiche ha trovato in questi fari dell’underground metro-        materializza nell’aria di suoni, conseguenze sul futuro
politano interpretazioni uniche. A tanto sembra candidarsi        del genere umano quanto meno intriganti.
anche Paul D. Miller, alias DJ Spooky, per gli amici That         Sempre indaffaratissimo, dopo qualche insistenza ha
Subliminal Kid, che unendo felicemente pratiche aduse             accettato di rispondere alle nostre domande.

    Alessandrotratta da Neural n. 17, autore: Alessandro Ludovico, Neural.it,
    Intervista Ludovico                                                              website: www.djspooky.com + press agency
    aggiornato ogni giorno: http://www.neural.it                                                                                  51
                                                                                                                                 51
Campionare e rimescolare grandi quantità di informa-
      zioni è un’attività peculiare per gli anni novanta.            C’è un sacco di margine per dibattere su questo argo-
      Pensi che questa sia un’attitudine propria delle nuove         mento. Non sono sicuro su come effettivamente calcola-
      generazioni?                                                   re il paradosso, poichè è ciò che perloppiù rende il gioco
      Penso che non ci sia nulla di definitivo. Ciò che sta suc-     interessante. Il vinile ha così tanto peso storico che, nel-
      cedendo in Giappone è un po’ il modello di come la cul-        la sua essenza, è stata una delle cose che ha permesso
      tura elettronica cambierà e si modificherà in una situa-       una memoria collettiva nell’ultimo secolo. La cultura di-
      zione ancora più frammentata: La gente già usa i-phones        gitale si muove più alla svelta e probabilmente
                                                                     riguadagnerà il tempo perduto molto rapidamente.
      (internet phones) per controllare diversi siti web,
                                                                     Artificiale? Naturale? In realtà si sta sfumando tutto quan-
      mandare comunicazioni cellulari, ecc. ecc. e questo è
                                                                     to, e questa è una ottima cosa.
      solo l’inizio. Pop star virtuali, città completamente
      autosufficienti, biotecnologie: tutto ciò porta a diverse
                                                                     Che tipo di suoni non comuni hai semplicemente ‘trova-
      modalità di riconfigurare la specie umana che abbiamo
                                                                     to’ (ossia ne hai avuto un esperienza) nella vita di tutti i
      solo ora, lontanamente, cominciato a comprendere. Cam-
                                                                     giorni?
      pionare e mixare sono il modello paradigmatico un po’
                                                                     Uno dei suoni più bizzarri che ho sentito è semplicemen-
      per tutta la cultura dell’informazione. Per me l’hip hop e
                                                                     te quello di un autobus che si ferma. Il trascinamento
      l’elettronica sono un modo della mia generazione di ri-
      costruire identità dal nulla. Guardo a questo come ad
      uno specchio sociale del mondo reale.



      Nel nostro presente digitale, la musica è sempre più un
      tipo d’informazione volatile. Il possesso (o il collezioni-
      smo) dei media (cd, vinile, video) ha ancora senso? È
      importante per ricostruire i significati originali di un pa-
      norama sonoro, o è solo feticismo?
      La nozione del possesso, per me, non riflette necessa-
      riamente ciò che sta succedendo: siamo in un mondo
      che semplicemente crea nuove piattaforme e simulazio-
      ni elettroniche come fenomeno naturale. È come se ci
      scervellassimo per creare ossigeno in fabbrica... In futu-
      ro l’informazione sarà solo parte dell’ambiente come l’os-
      sigeno o il sangue che ci scorre nelle vene. Chi possiede
      queste cose? Il feticismo è il come diamo significato alla
      musica e alle persone che creano i suoni che ci appas-
      sionano. Ma la stessa logica può essere applicata all’arte
      e ad altre pietre miliari per l’identificaziona sociale come
      la pubblicità e il cinema. Identificazione e associazione:
      l’informazione si muove attraverso panorami che asso-
                                                                     inerziale dei freni, il senso di spostamento di peso... pro-
      migliano parecchio all’acqua che scorre attraverso due
                                                                     duce un suono davvero strano e scavato, che mi ricorda
      mani a forma di coppa.
                                                                     quello dello stomaco che si sta ripulendo di un bel po’ di
      Non c’è maniera di controllare come fluisca. Ma si
                                                                     cibo con l’intestino che si muove vistosamente. Movi-
      possono direzionare aspetti differenti di come viene ge-
                                                                     menti dentro il proprio corpo che assomigliano ad un
      nerata: sebbene le macchine lo facciano per noi...
                                                                     autobus. Molto divertente. E in qualche maniera strana-
                                                                     mente biologico, ma nel bel mezzo di una mattina, in
      Che faresti fare al software dei tuoi desideri, potendolo
                                                                     un’ora di punta a New York. Molto divertente e molto
      codificare in un lampo?
                                                                     strano. Descrivimi un oggetto silenzioso (es. una pietra)
      Attualmente sto creando del software che in qualche
                                                                     che vorresti generasse dei suoni e il tipo di suoni che
      maniera dovrebbe imitare molte delle mie usuali scelte
                                                                     dovrebbe emettere. Se ci pensi, non c’è in realtà il silen-
      quotidiane. Percorsi neurali, corrispondenze sinaptiche,
                                                                     zio, ma solo livelli su livelli di differenziazione. A me ap-
      pattern di pensiero... per la maggior parte queste cose
                                                                     passionano le frequenze e come vengono fuori da qual-
      possono essere modellate e ricordate.
                                                                     siasi cosa. Elementi che vanno dalla struttura delle par-
      Questioni di normale amministrazione come le proprie
                                                                     ticelle atomiche al suono di un peto che esce dal culo. È
      abitudini di consumo e i pattern che si seguono, sono già
                                                                     tutto ugualmente interessante. Ma attenendomi alla tua
      sufficienti indicazioni di come effettivamente si pensa.
                                                                     domanda, devo ammettere che mi piacerebbe sentire
      Per la maggior parte dei casi, se si potesse creare un
                                                                     quale sarebbe il suono dei film di celluloide. È una so-
      motore di ricerca per modellare i percorsi di ricerca del
                                                                     stanza che ha influenzato la maggior parte della specie
      cervello con i propri... si sarebbe capaci semplicemente
                                                                     umana da una posizione molto privilegiata, e penso sia il
      di rilassarsi e stare a guardare cosa viene fuori.
                                                                     venuto il tempo di rendere equivalenti gli elementi vi-
                                                                     suali e quelli sonici della nostra cultura.
      Se (vinile=analogico=organico) e (cd=digitale=sintetico),
      il loro conflitto di mercato e di target è una metafora di
      ciò che sta cambiando nella nostra vita?


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Dimmi qualcosa in più su un paio dei tuoi prossimi libri       rogo per aver guardato al linguaggio come un sistema di
‘Flow My Blood the Dj Said’ e ‘And Now A message from          segni e simboli, e alcuni dei miei artisti preferiti, come i
Our Sponsors’, il tuo romanzo di fantascienza basato sulla     futuristi italiani (non le loro idee politiche, naturalmen-
DJ culture...                                                  te, ma le loro idee sul linguaggio), si comprende come ci
Ultimamente sono stato molto vincolato al tempo, e la          si può sempre rapportare giocando col linguaggio.
musica ha invaso sempre di più il mio, di tempo. Non           Il campionamento è solo il gioco ora più in voga. Ce ne
riesco ancora a respirare visto che sto viaggiando in con-     saranno altri.
tinuazione e lavoro su molti progetti contemporaneamen-
te. Nel frattempo sono anche Editor-at-large di Artbyte
                                                               Una volta hai detto “Il suono è rappresentativo di una
(www.artbyte.com). Artbyte è una rivista che si concen-
                                                               certa persona... Per cui mixando ad hoc, si ricombinano
tra sulla cultura digitale da un punto di vista più concet-
                                                               le espressioni di una persona con le proprie”. Possiamo
tuale. Cerco sempre di vederla come un incrocio fra
                                                               comparare il Dj con gli alchimisti europei del medioevo,
Artforum e Wired, ma con molto più sapore che i due
                                                               o ancora con chirurghi plastici onnipotenti?
combinati. Ad ogni modo avrò bisogno di un po’ di tem-
                                                               Penso di relazionarmi col campionamento come ad una
po per finire questi due lavori, anche perchè sono iniziati
da poco.                                                       sorta di macchina del tempo per creare pattern sonori
                                                               alternati nella propria memoria. Siamo creature abitudi-
                                                               narie, e fondamentalmente c’è sempre qualcosa che ci
                                                                                    permette di assorbire nuove infor-
                                                                                    mazioni: la gente tende semplice-
                                                                                    mente ad eliminare informazioni pre-
                                                                                    cedenti e smette di crearne di nuove
                                                                                    insieme agli altri. Forse è per questo
                                                                                    che moltissima gente oggi si asso-
                                                                                    miglia, ascolta la stessa musica e usa
                                                                                    lo stesso software. Molto noioso dav-
                                                                                    vero.
                                                                                    Ma allo stesso tempo, se puoi muo-
                                                                                    vere un pochino le cose e creare nuo-
                                                                                    ve forme d’ascolto, allora c’è una
                                                                                    strada per usare lo stesso gruppo di
                                                                                    persone per creare e dimostrare nuo-
                                                                                    ve forme di produzione e di perce-
                                                                                    zione del suono, e questi sono i mo-
                                                                                    tivi fondamentali per cui io faccio
                                                                                    quello che faccio.
                                                                                    Penso in fin dei conti di essere un’ide-
                                                                                    alista e di avere una qualche spe-
                                                                                    ranza riposta nella razza umana. La
                                                               cultura del remix e il multi-culturalismo.
Se il linguaggio è un virus di un altro pianeta, i campioni    La forma e la funzione: ecco cos’è la dj culture per me.
sono i simboli di un nuovo, infinito e universale linguag-     Mostrare alle persone che possono e dovrebbero cono-
gio?                                                           scere culture diverse.
E’ un’antica premessa sfruttata da William S. Burroughs
a Laurie Anderson. Ma se guardi all’hip hop e alla musica      Immagina di poter ricombinare un pezzo dell’architettu-
elettronica in generale, sono tutti basati sulla manipola-     ra più simbolica di New York, magari anche aggiungen-
zione di un codice. Ad ogni modo io penso che tutto ciò        do suoni. Cosa ti piacerebbe cambiare e perchè?
che abbiamo costruito (particelle di idrogeno, ecc. ecc.)      Personalmente, le strade di New York sono davvero troppo
è costituito da diverse forme della materia cosmica... ci      strette.
sono davvero molteplici modi di guardare ai suoni e alla       Mi piacerebbe aggiungere un sacco di spazio per le per-
memoria e a tutte le diverse situazioni che costituiscono      sone, per farle passeggiare e andare in bici. Penso che
il come viviamo e pensiamo. Personalmente penso al-            aggiungerei anche dei suoni ad un panorama impoverito
l’umanità come ad un insano animale. Le nostre osses-          da troppe automobili e gente che vive e pensa in strut-
sioni e i nostri calcoli probabilmente causeranno così tante   ture anguste.
stragi nei prossimi due secoli che praticamente tutti gli      Uscire all’aria, guardare il cielo prima che l’inquinamen-
aspetti del come comunichiamo cambieranno oltre i no-          to distrugga tutto. Ecco cosa cambierei in New York City,
stri più arditi sogni. Sono convinto che a quel punto tut-     cercherei di darle un senso generale di apertura, distrug-
to sembrerà provenire da un altro pianeta.                     gendola col fuoco e ricostruendola daccapo con piglio
Ad ogni modo, sì, se si guarda ai grandi filosofi (tu mi       verde.
scrivi dall’Italia, per esempio), ci sono state alcune affa-   Le architetture sociali delle biotecnologie probabilmente
scinanti modalità di osservare come noi creiamo sistemi        faranno cose del genere in poco tempo, ma i suoni ci
di comunicazione. Ad esempio, attraverso alcuni dei miei       stanno già dicendo che questo è ciò che ci aspetta. NYC
preferiti, come Giordano Bruno, che è stato mandato al         è il luogo che riflette globalmente i cambiamenti. Nè più
                                                               ne meno. È solo una città al limite del tempo.

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FESTIVAL
                                   SUMMER SESSIONS FESTIVAL
                      La terza edizione del festival Summer Sessions è una buona occasione
                       per scambiare qualche chiacchiera con Luca Fronza, docente al CDM
                del corso di Deejay ed Home Studio Recording e responsabile artistico di Summer
                Sessions, e Paolo Fanini, direttore del CDM - Centro Didattico Musicateatrodanza
                                e responsabile organizzativo di Summer Sessions.
                                   Molte sono le cose che hanno da raccontare…




           UT: Siamo arrivati alla terza edizione di Summer Ses-          UT : In cosa consta il rapporto tra CDM e Summer Ses-
           sions. Dopo aver ospitato Propellerheads e Freestylers         sions?
           nelle passate edizioni, cosa proporrete quest’anno?            L.F. : Il CDM è il vertice del festival, è nato da qui, si è
           Luca Fronza: anche quest’anno il cartellone riporta a          sviluppato da qui e viene organizzato da qui!
           lettere cubitali nomi al vertice della scena elettronica
           mondiale quali Badmarsh & Shri, Galliano and the               UT : L’Italia non ha ancora prodotto un numero sufficiente
           African Divas, Maddslinky, Dave Watts e il buon                di appuntamenti dedicati alla nuova musica elettronica.
           vecchio Santos.                                                Secondo voi, manca il coraggio o manca il pubblico o
                                                                          manca la professionalità?
           UT: La risposta del pubblico come è stata nelle passate        L. F. : Ci si potrebbe imbarcare in discorsi più o meno
           edizioni? Quest’anno cosa vi aspettate?                        politicizzati su quanto sia difficile organizzare eventi in
           L.F. : Devo ammettere che è grazie al pubblico che siamo       Italia (aaah, la burocrazia...) ma non credo sia né lo
           ancora qua con la nuova edizione. Ci ha sempre regalato        spazio, né il momento per affrontare questo argomento.
           una grande e carismatica partecipazione, quindi abbiamo        Bisogna ammettere che ci vuole una discreta dose di
           deciso di osare ancora di più e sono sicuro che ci premierà    coraggio e professionalità, ma sicuramente il pubblico
           ancora.                                                        non manca.

           UT: L’ edizione di quest’anno per cosa si differenzia da       UT : Siete soddisfatti dell’attività di Summer Sessions?
           quella passata?                                                Quali saranno i progetti futuri?
           L.F. : Innanzitutto si è trasformata in un festival di tre     L. F. : Siamo molto soddisfatti di quello che è accaduto
           giorni (prima era una “one-night”, ndr), poi, il palco sarà    fino ad ora. Per il futuro vediamo il Summer Sessions
           più grande e avremo un service da 24000 watt Martin            come uno dei principali eventi di musica elettronica
           Audio...sai, prestiamo grande attenzione alla qualità del      nazionale.
           suono perchè l’artista si possa esprimere al meglio. Inoltre   A questo punto la parola passa a Paolo Fanini, per
           ci saranno nuove aree coperte che offriranno, oltre al         spiegare al meglio la storia e i progetti che stanno alla
           solito servizio bar anche cucina etnica, Internet point e      base del CDM.
           zona chill-out.



60             Mediablitz             Dr. Buga
     60
UT : L’ attività del CDM può contare su oltre 800 allievi          qualitativo delle proposte che rivolgiamo a chi ci
iscritti. Come si è sviluppata nel tempo?                          frequenta. Oltre a ciò, se tutto andrà per il giusto verso,
P. F. : Il CDM è nato e si è sviluppato come scuola di             dovremmo raddoppiare, in termini di metri quadrati, la
musica moderna con dei percorsi formativi su generi                nostra sede. Stiamo inoltre lavorando alla prossima
musicali come jazz, blues, rock, pop , etnico , ambient e          produzione, che andrà in scena tra un anno, uno
in misura minore anche classico. Successivamente
abbiamo ampliato le nostre proposte formative alla danza
(jazz, hip hop, contemporanea, flamenco , africana,
classica e tango argentino ), al teatro e alla produzione
video.Attualmente il CDM ha un utenza proveniente da
tutto il Trentino-AltoAdige.

UT : La vostra scuola indaga anche il nesso tra musica
elettronica e fare artistico . Perché ? Che lettura ne date?
P. F. : Ritengo che al momento attuale la club culture
abbia un profondo significato oltre che musicale anche
sociale e di costume. La musica elettronica ha oggi la
forza derivata dal rappresentare una cifra espressiva che
cerca di andare oltre stili ormai stereotipati e spesso
inflazionati e quindi a mio avviso si configura come un
grande e provvidenziale spazio di libertà esplorativa.




UT : Siete in collaborazione con qualche partner italiano          spettacolo realizzato da allievi ed insegnanti, nel quale
ed estero?                                                         interagiscono tutte le discipline presenti nella scuola e
P. F. : Devo dire, e non è piaggeria, che la collaborazione        che rappresenterà il seguito di una produzione messa in
cui teniamo di più è quella che abbiamo con voi. Oltre a           scena un paio di anni fa che aveva come titolo “Le strade
ciò collaboriamo con diversi soggetti italiani e stranieri         della Terra” e che ha riscosso grossi consensi sia di critica
in quanto la scuola non si limita a svolgere attività              che di pubblico.
didattica ma organizza concerti, spettacoli di danza,
seminari e, cosa a cui teniamo molto, sviluppa un intensa          UT : Parlateci dell vostra “ mediateca” che ha sviluppato
attività sul fronte del sociale attraverso i corsi con i ragazzi   in noi un enorme curiosità…
disabili, attività nelle carceri e nelle comunità di ex            P. F. : Grazie all’intuizione e alla volontà dell’insegnante
tossicodipendenti.                                                 Lorenzo Frizzera e di Luca Perazzoli abbiamo realizzato
                                                                   un funzionale sistema di rete informatica per cui
UT : Come reputate l’insegnamento della musica in Italia?          attraverso i computer presenti in ogni aula didattica è
P. F. : Per parlare di questo servirebbe una risposta molto        possibile accedere da ognuno di questi alla mediateca.
più articolata di quanto lo spazio a disposizione lo               Nella mediateca sono memorizzati attualmente circa 2000
consenta, diciamo che personalmente ho un giudizio                 CD che sono stati raccolti secondo periodi storici e stili.
piuttosto duro riguardo a ciò che si fa, o meglio, a ciò           Oltre a ciò nella mediateca sono presenti spartiti, testi e
che non si fa rispetto ad un necessario svecchiamento              video didattici e video di concerti dei più significativi
del concetto di educazione musicale.                               musicisti di tutto il ‘900. Tutto questo materiale risulta
                                                                   un validissimo supporto all’ attività di tutti i nostri
UT : Possibili evoluzioni della scuola CDM?                        insegnanti.
P. F. L’ evoluzione che dovremo cercare di perseguire in
futuro riguarda il cercare di migliorare sempre più il profilo



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Torna in campo Luca Fronza, anche lui coinvolto nel CDM         grazie all’hip hop; diciamo che ho fatto un percorso a
      e, di conseguenza, uno dei responsabili del Summer Ses-         ritroso partendo dai sample dei miei beat preferiti per
      sions.                                                          approdare alle meraviglie del soul, del funk e del jazz.

      UT : Luca, tu sei il responsabile artistico del festival.
      Quali sono le tue linee guida ?
      L. F. : In effetti non ho delle vere e proprie linee guida,
      cerco semplicemente di trovare un sound fresco,
      musicalmente colto, che faccia muovere la testa a tutti.

      UT : Sappiamo che svolgi anche una intensa attività di
      docenza al CDM, ce ne puoi parlare ?
      L. F. : Tengo dei corsi di home producing in cui spiego
      come avvicinarsi alla produzione di musica elettronica e
      come e con quali mezzi produrla. Faccio molta attenzione
      alla guida all’ascolto per fare capire a chi partecipa come
      suonano e si articolano i vari generi di questo folle
      universo.




                                                                      UT : Recentemente hai prodotto il tuo primo album sotto
                                                                      l’ alias Fifth Suite. Sei soddisfatto dell’album ?
                                                                      L. F. : E’ il mio primo lavoro solista e come tale ne sono
                                                                      molto soddisfatto. Sono anche consapevole del fatto che
                                                                      su dodici tracce in alcuni episodi non ho proprio centrato
                                                                      l’obiettivo ma nell’insieme penso sia un lavoro di qualità
                                                                      che durerà nel tempo.

                                                                      UT : Hai avuto una grossa opportunità di lavoro in
                                                                      Inghilterra. Raccontaci come è andata…
                                                                      L. F: : E’ andata che l’amicizia e la grande stima reciproca
                                                                      con Will White si e concretizzata in un nuovo progetto a
                                                                      metà strada tra breakbeat, house e hip-hop che abbiamo
                                                                      chiamato PIMPWAX. “Kickflip”, il primo singolo, è pronto
                                                                      e sembra che uscirà a breve per la storica Wall of Sound.
                                                                      Preparatevi che vi sculacciamo...

                                                                      UT : Progetti futuri …
      UT : Sei anche musicista e DJ. Quali attività preferisci ?      L. F. : Sto lavorando al nuovo album che prevedo uscirà
      Qual’ è il tuo background musicale ?                            a settembre. Questa volta ho in mente un suono più
      L. F : Sono un DJ e c’è già dentro tutto. Sul piano artistico   club-oriented con dentro molto soul,-funk e del Brasile,
      suonare o produrre hanno la stessa importanza: sono             ma non voglio dire altro. Sto preparando il video del
      entrambi due momenti centrali e indispensabili della mia        singolo “Happy Days” e a metà maggio torno oltremanica
      vita.                                                           per il secondo singolo con Will. Poi ci sono le serate.....
      Musicalmente vengo dalla black music che ho scoperto            Grazie!


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LIVE
                SUONI COME FRUTTI

        A Musikluster, la sperimentazione e l’elettronica
               si legano alla poesia e al teatro.
               La seconda edizione del festival
            organizzato dall’associazione culturale
                          Lenz Rifrazioni
                   ha mostrato a un pubblico
                 numeroso e attento progetti
                  artistici unici e assai validi.




                                Paolo Davoli


                        website: www.lenzrifrazioni.it




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E’ con una certa apprensione che salgo le ripide scale          plastica e ferro, alambicchi digitali, jacks, decks, bizzarre
che conducono al Lenz Rifrazioni di Parma in una beata          scatole delle meraviglie da cui emergono suoni bizzarri
serata di un marzo rognoso. Non sono a mio agio: una            ed ancestrali. Alle spalle grandi teloni bianchi, su una
giaculatoria oscura mi rode dentro l’anima. E’, forse, solo     parete disadorna (più tardi proiezioni, si auspica) mentre
il monologo interiore che mi sostenta dall’austera brezza       a lato, un tavolo più lungo, fa da ideale ponte di comando
notturna a lama di rasoio. Sono investito da un rosario di      tra la folla seduta e composta sugli spalti ferrati e il luogo
micropensieri, come il borbottio continuo del signor            dell’azione, il palco. Sull’alcova laptopica a lato, come
Spartaco di Lorenzo Mattotti. Chissà – mi ritrovo a             ben si comanda ai giorni nostri, è allocato un serafico pc
pensare - questi impavidi ragazzi, cos’hanno escogitato,        portatile, emblema superiore della modernità. Dietro allo
cos’hanno tramato, nell’atelier dei sogni del Lenz...           schermo, un Mefistofele, uno sgherro dei codici cifrati,
l’elettronica a teatro, che bravata!, coniugare poesia e        un elettro-seminarista che controlla severo perpetue
suono, parole e ritmo, forme e spazio, che forsennati!...       stringhe di codici alfanumerici oppure diagrammi e spettri
azione poetante, fertilità poetica, parole in-tonate...         di suono in onde mute ed eterne. Pare essere una
disperato, davo loro ragione, ma in gran segreto.               banchina/cabina di regia, e non sai se è mise en scene o
Sapevo di aver torto, nell’essere pervicacemente                autentico controllo dalla burbera presenza. L’atmosfera
prevenuto; speravo in cuor mio che quelle parole, quelle        è pregna di smarrimento intellettuale (e questo è
promesse, messe dal Lenz nero su bianco, avessero               estremamente positivo), a metà tra le recite del teatro
tenacemente una loro granulosa ragione d’essere, che            “urbanista” di Mejerchold nella Leningrado sovietica degli
venissero confermate quanto prima con audacia e una             anni Venti e l’esecuzione da Radio Colonia, negli anni
certa tracotanza... Ed è certo con stupore che mi sono          Cinquanta della Germania razionalista di Stockhausen,
ritrovato come quel Masa, nel racconto “L’attore tragico”       quando gli “elettronici” performavano da profeti-carbonari
di Cechov, che non riusciva “a staccare gli occhi (e gli        in sale abbuiate, inserendo nastri e schede perforate in
orecchi) dalla scena nemmeno negli intervalli”...               marchingegni faustiani. Tutto ciò è intrigante: questa
                                                                contemporanea ala del Castello di Rodolfo che nidifica a
Sarà l’aura sacrale dello spazio teatrale, sarà la              Parma, profuma di lofts newyorchesi anni Sessanta, di
scenografia scarna ed informale, ma l’impatto è notevole.       contaminazione assennata e al passo con i tempi. Tempi
Nella sala Majakovskij l’annullamento tra palco e platea        nei quali, in giro per il mondo, non si ha paura a
è totale. Una striminzita linea di gradinate, in ferro, molto   sperimentare e vien quindi naturale buttarsi alle spalle
austera è posta giusto in fronte all’azione dei musici. I       la tara esistente tra Alto e Basso, Pop e Arte, Melodia e
quali sono chiamati ad agire su un ridotto tavolino da          Rumore, Accademia e Bassofondo, Slancio Entusiasta e
laboratorio alchemico, con luci affievolite, ricolmo degli      Teoresi Profonda. In questa fase entusiasta, alla ricerca
oggetti di black magic quotidiana: schermi, visori, valvole,    di nuovi paradigmi, saltano tutte le regole perchè
console, cavi, pedali, mixer, nodi tormentati di fili in        l’Attualità e la Storia corrono molto più veloci – o forse è


                                                                                                                                 45
solo la Tecnica ad essere performer granitica; anche nelle     quadrato 2x2, perimetrato da una cornice di legno.
     terre nostre si mettono i guinzagli ai nanismi culturali       Ci sediamo attorno. L’uomo, nudo, è in-vasato, seduto
     imperanti e si accorciano le distanze geografiche con le       in-terra(to). Il suo busto è un tutt’uno con il fusto della
     metropoli faro. Ci si mette in rete con facilità e fantasia.   pianta. E’ un uomo silvano, arborescente. E’ Adriano
     I risultati sono, al momento, straordinari.                    Engelbrecht, un giovane attore del collettivo teatrale
                                                                    Lenz. Tema della performance teatrale: trasformare il
     Inginocchiati al suolo. Spalle al pubblico. A fronte, tre      paesaggio sonoro e il gesto teatrale attraverso “lo spazio
     grandi casse-monitor. Le chitarre elettriche,                  della parola interna, umida della fertilità poetica”. La
     minacciosamente a terra, dietro di loro. Nerovestiti, i tre    partitura sonora, emessa tramite nastro, mischia Haydn
     terroristi aurali, armati di solo microfono, sparano technè    e techno, rumore e punteggiature impressioniste
     contro technè.                                                 classiche. Definito dal programma di sala “Quartetto I
     Muovono i microfoni verso gli speakers. I gesti sono parchi    Adagio”, questa pièce è d’altissimo livello emotivo-
     e devoti: segnano cerchi nel vuoto, o ellissi stranite.        poetico. L’uomo arborescente accarezza la terra con la
     Il loro limite invalicabile è la griglia bigia e ferrosa che   sua paletta, la mette nel vaso, si nutre di terra, si fertilizza,
     imprigiona i coni, divina geometria rotonda che amplifica      emette parole-suoni, prosegue lento nei movimenti... un
     e difende il suono. Escono dalle scure casse pennacchi di      efficace affresco di suoni-parole-gesti investe gli
     suono, conati di rumore, squarci voluminosi e sibilanti di     spettatori; il testo – magnifico – si snoda attraverso le
     loops infuocati: l’Ascolto Promesso nel paradiso del Noise.    linee di suono e i gesti misurati del giardiniere-vaso.
     Eccoci qua, siamo al confine del Gesto e del Suono.            Straniti e affascinati guardiamo concludersi il racconto
     Il processo creativo è sotto gli occhi di tutti. La Monte      poetico dell’Uomo-Pianta del Futuro, infusore di una
     Young e Tony Conrad, o forse John Cale e i Sonic Youth,        musicalità nuova della parola...
     sarebbero contenti di questi tre giovani artisti. Tutto è
     già stato fatto a Berlino e New York trenta o quaranta         Emblematica anche la “vernice” immagini-suoni-play-
     anni fa. Luigi Russolo, a Milano, addirittura cent’anni fa.    back-recitazione dei sadoMarta - cortocircuito filosofico-
     Ma qui c’è anima, senza nessun trucco. La pantomima è          esistenzial-teatrale di Marat e Sade – i quali agiscono
     eroica. La cornice “teatrale”, perfetta. L’esplosione          immobili ai lati della sala, mentre una terza attrice si
     intonarumorista tra micro e macro fonìa è fortemente           rotola a terra, avvolta e avvinghiata in un telo plastico,
     emotiva e non accademica: si condensa in questo modo           nella penombra della proiezione cromatica astratta. Qui
     molto del “sentire” contemporaneo...                           il paesaggio incantato è legato alla commistione cinema-
                                                                    musica evocando una stagione felice delle avanguardie
     Cambiamo sala. Anche qui il palcoscenico è abolito.            novecentesche, da Simon Fischer Turner e Derek Jarman,
     Ci sono oggetti quotidiani. Un vaso, un uomo e poi terra,      al nitore poetico electro-post-atomico di Foxx-Resnais-
     fili luminosi, un piccolo rastrello, una palettina di ferro.   Duras passando per le recenti riletture ambient-techno
     La scena si svolge dentro un giardino-bonsai, una              di Mills-Lang (Metropolis) e Aphex Twin-Wiene (Das

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Kabinet); nella “Festa dei fiori e delle eco”, la piece di     Quando si spalanca la finestra nera del forzato rientro,
sadoMarta, la musica è senza “beats”: rimane sospesa           mi butto come una frenetica cenerentola verso l’uscita
tra violino, piano e computer music, colma di echi e di        del Lenz Teatro. Non mastico ancora i sedimenti
spazi, in un fluire magnetico e mesmerizzante che              dell’happening serale ma sono assolutamente convinto
richiama da un lato esperienze pittoriche, il bianco su        che - per una volta almeno! - la teoria si sia trasformata
bianco del suprematista Malevic oppure la macchina             in prassi. Ho udito al Lenz voci e suoni di una generazione
astratta che svela il non-visibile di Kandinskij e Klee, e     che sperimenta, osa, annusa, sceglie, forza e
dall’altro la lezione acustico- sintetico-contemporanea        approfondisce. E’ aria nuova, quella che respiro, e
di “Imaginary Landscape no.1” di John Cage o                   preannuncia tempi a venire roboanti. “E’ tempo di sfide”
“Mikrophonie” di Stockhausen e/o di altri compositori          diceva Talvin Singh in una recente chiacchierata al Maffia;
di “cinema per le orecchie”. Un ascolto-in-scena               e questi challenging times sono quelli in cui l’artista è un
innovativo ed efficace, quello della coppia Vaia-Nasi,         missionario, uno Zangezi, che opera con coraggio e
che scuote dalle fondamenta il rapporto electronics e          determinazione. Esattamente come ci hanno mostrato
visuals. Ecco alcune note teoretiche, dal foglio di sala       gli artisti di Musikluster a Parma, dove ho scoperto, sotto
di sM: “Abbiamo ‘scritto’ questa musica per ‘farla             la blusa appariscente di attori- musicisti, “corpi di atleti
vedere’. E poi filmandola, velina per velina, l’abbiamo        robusti”...
‘segnata’, come su un rotolo e-makimono (striscia
avvolgibile sulla quale si vergavano gli antichi               Musikluster – 15/16 marzo 2002 – II Edizione.
manoscritti cinesi), perché era l’unico possibile ‘racconto’   Partecipanti: sadoMarta, Adriano Engelbrecht,
del tempo – una specie di T’sui pàn – l’unica strettoia        a034+bbS, Danaplato, Monophon, My Coconut, Parts
per ascoltare e vedere. Ascoltare l’ascolto e vedere la        + Lenz Rifrazioni, Pole
musica. Mettere in onda l’a-grafia sonora sulla quarta
parete... Non ci resta che guardare gli strumenti che          L’articolo in questione si basa sulla sola serata del 15 marzo poichè
                                                               non è stato possibile essere presenti il giorno successivo. La redazione
‘sono suonati’. Adocchiare il foglio che ‘vaneggia’. Ecco
                                                               si scusa con gli artisti intervenuti alla serata del 16 marzo, sicuramente
di nuovo la macchinetta sadoMarta. Silenzio della              non meno significativi di quelli recensiti.
struttura. Musica da film, musica per sordi.”                  www.lenzrifrazioni.it




                                             mainstreet




                                                                                                                                            47
LA PROFONDITÀ DEL SUONO SWAYZAK




                          “La sua voce – definirla – quando il vento gli è dentro –
                                      i muti – sanno definire il divino?
                     La definizione della melodia - è questa – Che definizione non c’è “
                                              (Emily Dickinson)
     In un periodo in cui si assiste al prepotente hype della      chette iniziassero a segnarsi il nome.
     Gigolò – ovvero, l’etichetta ultracool teutonica,             Arriva giusto l’anno successivo il primo atto sulla lunga
     capitanata dall’altrettanto fico Dj Hell, dedita alla         distanza, Snowboarding in Argentina, edito per Pagan e
     riproposizione di sonorità electro & techno, con sguardo      The Medicine Label, quasi una raccolta dei vari ep – or-
     discretamente retrò -, è assolutamente necessario             mai introvabili – della coppia: a metà fra l’etica dancefloor
     impuntare i piedi e dirottare attenzioni su chi, attingendo   e l’ottica da cameretta, gli Swayzak rivelano un approc-
     al passato, si proietta nel futuro.                           cio fondatamente detroitiano, a cui uniscono elementi di
     Questo è il compito degli Swayzak, duo britannico com-        house impura, oscuro dub e algide tastiere.
     posto da James Taylor e David Brown, attivo dalla se-         Snowboarding in Argentina realizza l’incontro fra caldo
     conda metà dei novanta, dapprima con il misconosciuto         & freddo, utilizzando beats in 4/4 e bassi pregnanti, loop
     progetto Language Lab e poi, naturalmente, con lo pseu-       vocali sospesi e organici tappeti sonori.
     donimo attuale.                                               Da sottolineare, su tutte, il viaggio di Low Rez Skyline -
     Un combo che, nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi     oltre sei minuti di escursione house, filtrata dal tocco
     uno spazio sempre più importante nell’affollata scena         minimale ed astratto del duo, senza mai risultare distac-
     d’Albione, in cui hanno esordito nei primi mesi del 1997      cata o impenetrabile, ma altresì terribilmente accattivante
     con il 12” Bueno / Fukumachi, concentrato di profonda         –, il calore glaciale di Fukamachi e il vocalizzo soul di
     minimal techno, sensibilità Motown e rarefazioni ambient.     Red Farm, pura sensualità in territori ambient.
     A questo debutto, è seguita un’altra manciata di singoli,     Il debut album raccoglie consensi ovunque, anche al di
     che hanno provveduto ad affinare le maniere dei nostri        fuori del territorio europeo – tanto da essere premiato
     e, soprattutto, a creare il giusto buzz perché varie eti-     come Best Record Of The Year per il prestigioso magazine




                                             Valerio Tamagnini         website: www.swayzak.co.uk + press agency
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americano Mixer – e li fa infilare nella corrente tech house   & Sneakbeats e il lavoro per la loro piccola etichetta omo-
britannica, catalogazione a dir poco limitativa per lo stile   nima, dalla rigorosa serietà do it yourself, il combo ha
assolutamente particolare della coppia.                        trovato estimatori anche in territorio tedesco, tanto da
Gli Swayzak continuano a scalare le posizioni in tutto         firmare per la famosa !K7, già label di gente come
l’underground anche grazie a svariati remix, con clienti       Herbert, Kruder & Dorfmeister, Carl Craig, nonché
rinomati come Larry Heard e Badmarsh & Shri, ma so-            promotrice della rispettata serie Dj Kicks.
prattutto approdando all’atteso se-                                                   E’ infatti dei giorni nostri la pubbli-
condo lp, che è precisa conferma delle                                                cazione di Groovetechnology V
potenzialità del duo.                                                                 1.3, doppio mix in territorio
Frutto di 18 mesi di lavoro, Himawari                                                 minimal tech – electro e house, in
è un’ulteriore iniezione di dub,                                                      grande esibizione dello Swayzak
electro, funk e grande feeling, a cre-
                                                 Un universo tanto                    mundi: dalla storica Basic Channel
are atmosfere fascinose, sublimate                  astratto quanto                   al nom de plume di V.Delay, Luomo,
anche dalle parti vocali affidate a                                                   da Ellen Allien a Herbert, il viaggio
Benjamin       Zephaniah,        Kirsty
                                                   toccante, questo                   non conosce soste ed è di impa-
Hawkshaw e JB Rose.                                il territorio degli                reggiabile classe.
L’opera espressa in coproduzione con                                                  Stupendo, in particolare, il primo
il poeta Zephaniah, Illegal - utilizza-
                                                        Swayzak:                      dei due cd, che – oltre ai
ta come singolo apripista – è un cam-             inutile consigliare                 sopraccitati – mostra altri nomi da
mino groovy, ultraslow e dall’anima                                                   segnalare:          la      versione
nera e trova perfetta evoluzione nel
                                                 di farvi conquista-                  houseggiante di Ricardo Villalobos,
remix di Glyn Bush aka Biggabush,                     re, potrebbe                    l’ottima World Record Holder di Pile
che la trasfigura in un movimento rit-                                                e le pregnanti ritmiche di Headgear
mico ad approdo deep house.
                                                   essere un buon                     in Believers Goodby.
Ma è, in generale, l’album a funzio-                    modo per                      Il secondo è ancora più oscuro,
nare, a proporsi come inebriante                                                      orientato verso la techno più
esperienza d’ascolto, gravitante fra
                                                       approcciare                    minimale: in questo contesto, si
culture e sensibilità differenti, e con-          un ambito ostico,                   nota il tocco electro di Take My Soul
quistando in maniera sottile; un ta-                                                  di Bergheim 34, le melodie a ta-
lento-emerso che, nel corso degli
                                                 ma dalle ricchissi-                  stiera e voce robotica di Monolith
anni, è stato notato anche in alte sfe-            me potenzialità.                   dei Bitstream e il motivetto eighties
re, tanto che dj del calibro di Laurent                                               di Kotai/Bader, Welltick.
Garnier, Stacey Pullen e Carl Craig,                                                  Un universo tanto astratto quanto
si sono confermati estimatori e so-                                                   toccante, questo il territorio degli
stenitori della formula Swayzak.                               Swayzak: inutile consigliare di farvi conquistare, potreb-
Dal duemila ad oggi, il passo è stato relativamente bre-       be essere un buon modo per approcciare un ambito osti-
ve: impegnati fra ulteriori ep, la cura dei mini Snooploops    co, ma dalle ricchissime potenzialità.
                                                               AA.VV Groovetechnology V 1.3
                                                               compiled by Swayzak - !k7 2002                                   37
PUREZZE INTERIORI INDIANE
      Talvin Singh torna all’essenziale o meglio torna all’es-       rigenerano all’infinito, come frattali sonori. Stili e tecni-
      senza. Si bagna nel fiume delle arti sacre indiane: po-        che che si tramandano esotericamente da secoli con una
      esia, teatro, danza, pittura, scultura e musica. La ricer-     disciplina che ha mantenuto immutato lo splendore e
      ca della verità, l’intento di risvegliare lo spirito eleva     l’estasi della musica indiana. L’alta suggestione di que-
      così l’opera dell’artista al di sopra dell’evasione. L’arti-   sto disco e di altre migliaia di opere musicali allo stesso
      sta, l’uomo, si può in questo modo staccare da terra e         modo concepite, ci permette di spendere il termine “clas-
      tendere all’elevazione. La musica, come le altre arti,         sico”, tanto da poterlo tranquillamente accostare ad altri
      dona dolcezza e incanto al periodo che viviamo su que-         intoccabili maestri come Shankar, Zakir Hussain, Ali Akbar
      sta terra in attesa della liberazione dai legami materia-      Khan, U. Srinivas.
      li. Dopo aver sperimentato nuove soluzioni Talvin af-          Il suono del flauto, strumento musicale devozionale, nella
      fronta ora con religiosità la musica classica indiana. In      tradizione mistica simbolizza il pianto dell’innamorato/a
      questa nuova avventura denominata Vira, prezioso               desideroso di unirsi al proprio amato/a che giunge ad
      compagno di viaggio è                                                                             assumere i connotati
      il grande flautista                                                                               sovrannaturali della di-
      Rakesh Chaurasia. E’ la                                                                           vinità. Il flauto è lo stru-
      confraternita tra due                                                                             mento suonato dal dio
      solisti e due strumenti:                                                                          Hindu Krishna nel mez-
      il flauto e la tabla.                                                                             zo della notte, i suoi toni
      Il flauto può produrre                                                                            e le sue sfumature dan-
      suoni sia soffiando in                                                                            no al disco un’aria ro-
      una imboccatura latera-                                                                           mantica, nostalgica, di
      le (flauti trasversali),                                                                          sconfinato amore divi-
      sia in una imboccatura                                                                            no. E’ la malinconia che
      alla fine del tubo (flauti                                                                        porta alla contemplazio-
      dritti). L’imboccatura la-                                                                        ne, è la stupefazione
      terale dà le migliori op-                                                                         che ci porta all’empatia
      portunità per variare la                                                                          con la natura, le cose,
      qualità delle note. Alcu-                                                                         l’energia cosmica. E’ la
      ne delle scale a cinque                                                                           luce che ci permette di
      note dei flauti più pri-                                                                          guardare dentro di noi.
      mitivi danno intervalli                                                                           E’ un suono che si fa im-
      che suonano strani al-                                                                            magine, visione, che
      l’orecchio occidentale.                                                                           sviluppa il terzo occhio
      Anche gli strumenti so-                                                                           assopito.
      fisticati che hanno più                                                                           La tabla sostiene e ci
      di un’ottava hanno sca-                                                                           guida all’illuminazione,
      le che non corrispondo-                                                                           è il riferimento costan-
      no a quella temperata. I flauti sono normalmente co-           te ed elastico quando ci troviamo in particolari stati emo-
      struiti in bambù, qualche volta in metallo.                    zionali. Risuona tra le mille frequenze dell’animo, fatta
      La tabla è il tamburo singolo maggiormente usato nella         di legno, carne di albero, albero del Bodhi sotto la cui
      musica classica dell’india, lo stile può andare dall’au-       ombra il Buddha ricevette la prima illuminazione e che
      stero Dhrupad al romantico Khayal. E’ fatto di legno,          diventerà sacro per buddisti ed indù.
      qualche volta di rame. I tabla sono usati a coppia, una        “Quel che l’arte cinese ha saputo raggiungere con le im-
      grande ed una piccola. Sono intonati mediante legni e          magini del paesaggio, è qui raggiunto con le immagini
      legacci, uno con la nota fondamentale del Raga e l’altro       dell’amore terrestre. Le braccia degli amanti li stringono
      alla sua terza, quarta o quinta. La pelle ha una toppa         l’uno all’altra, gli sguardi sono persi negli sguardi uno
      nera circolare applicata al corpo del tamburo fatta di         dell’altro, il sussurrante sakhis non d’altro parla che del
      colla composta. Permette al percussionista di produrre         corteggiamento di Krishna, gli animali stessi ammutoli-
      un’ampia varietà di suoni a secondo del punto nel qua-         scono al suono del flauto di Krishna e gli elementi della
      le egli colpisce la pelle con la mano o con le dita.           natura ristanno immobili per porgere ascolto ai raga e
      Intorno a questi due strumenti semplici e complessi            alle ragini”. (1)
      allo stesso tempo, si giocano i cinque Raga in cui
      l’improvvisazione è libera di volare tra scale ascendenti      TALVIN SINGH RAKESH CHAURASIA
      e discendenti. In questo climax sospeso tra l’eterno ed        “Vira” (Sona Rupa, 2002)
      il divino, l’unica intromissione digitale sono i keyboards
      pads che creano il substrato, le textures, i paesaggi e        Il CD esce per la Sona Rupa etichetta specializzata in musica indiana
                                                                     devozionale, canti vedici e raga per la meditazione.
      gli ambienti (qui il “sound design” è a cura di Talvin
      Singh). La loro funzione è quella di sostituire il drone
                                                                     (1) Dr. Coomaraswamy cit. in “arte indiana” di K. Bharatha Iyer
      ripetitivo del tanpura: beat ciclici, patterns che si          (Mondadori)


                                                                          Fabrizio Tavernelli             artwork cd
34
 34
BACK TO TALVIN
Cosa ascolta il Signor Singh nell’intimità della sua casa? Che ambientazione crea per dare suono e riverbero
 alle mura ed agli oggetti? Quali frequenze usa per la scomposizione molecolare delle cose? Che musica usa
      per rilassare i propri padiglioni auricolari ed il proprio spirito dopo le furiose cavalcate tabla’n’bass?




Il Signor Singh si rilassa e ci rilascia sotto forma di         Allora il Signor Singh sa dosare perfettamente, conosce
documento compatto un ottimo giaciglio per la mente.            i tempi di cottura, riesce ad unire elementi sostanziosi
Una scatola di tranquillanti atmosferici biologici che          ed in più sa presentare, mixare ed ornare con originalità.
immediatamente fanno effetto sui nostri neurorecettori.         Il risultato è un piatto composito riuscitissimo: gli archi
La serie “Back to mine” si arricchisce di un altro capitolo     di Craig Armstrong, le dilatazioni e le infinite guitars di
denso di alta suggestione ed evocatività : dopo gli episodi     U. Srinivas & Michael Brook, la tromba per lande
di Groove Armada, Everything But The Girl, Faith-               smisurate di Nils Petter Molvaer, la profondità di
less ed altri, questo nuovo non fa che confermare il buon       Dreadzone, la religiosità di Trilok Gurtu, l’animismo
gusto speziato del Signor Singh. Non è prezzemolo, ma           digitale di Photek, il blues atavico di Ali Farka Toure, la
è comunque dappertutto a dare sapore ad avventure mu-           trascendenza di Nusrat Fateh Ali Khan e tanto altro ancora
sical-gastronomiche in solitaria o in compagnia.                sino alla scorpacciata spirituale. Ma nessuna indigestione
Curry, cardamomo, coriandolo, cumino, anice stellato ad         è alle porte, anzi il disco-bolo scende e viene assimilato
insaporire le miscele interetniche, retrogusti che il gusto     senza lasciare scorie o tossine, l’organismo si pulisce,
decodifica e spedisce ad un cervello che quasi si squaglia.     l’anima pure. Il Signor Singh è pure un ottimo arredatore.
Il sapore che rimane è assolutamente sexy per le nostre         I nostri ambienti, i nostri contenitori, che siano case o
papille gustative, gli emisferi cerebrali prendono la forma     corpi si fanno ariosi, si irradiano di luce, profumano di
del globo terracqueo... signori si viaggia!                     essenze esotiche, si preparano ad accogliere ospiti:
La cucina, la scoperta dei sapori di altre terre, le inedite    energie cosmiche, amanti, voci, ectoplasmi di passaggio.
mescolanze sono il menù per meglio scoprire quello che
sta dietro, che invisibile si amalgama. Servono ottimi          TALVIN SINGH
ingredienti, sottolineature dei sapori, raffinate sensazioni,   Back to Mine
sconfinamenti ed estrema spazialità.                            DMC/Audioglobe 2001

                                                                    Fabrizio Tavernelli         artwork cd
                                                                                                                              35

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UT Numero 15

  • 1. REVIEW AVRIL THAT HORSE MUST BE STARVING F Com / Family Affair Muoversi dalla nicchia verso il mainstream, e vedere un po’ che succede: questa è una delle avventure più sti- molanti che la musica elettronica può concedersi oggi. Forse non la più affascinante a livello artistico, ma sa- persi confrontare con gli (eterni?) stilemi del pop, della forma canzone, è un tentativo che merita attenzione e, ma sì, incoraggiamento: per vedere cosa può saltare fuo- ri… L’esempio migliore resta Bristol, coi Portishead e al- cune cose dei Massive Attack, così come i lavori di Bjork e dei Lamb, esempi splendidi di come un’attitudine stret- che affidate ad archi, sonorità da musica elettronica di tamente elettronica può rinnovare il linguaggio del pop. piglio e asprezze piuttosto sperimentali (usate però con Stiamo comunque parlando di artisti fantastici che han- una cura, qualità e pulizia che ricorda le produzioni più no sfornato dischi che sono delle autentiche pietre milia- mainstream). Il pop del nuovo millennio? Probabile. An- ri; ma col passare del tempo, non sarebbe male che ve- che perché, coerentemente con la routine da nisse a formarsi con una certa continuità uno standard postmodernità, non mancano i richiami tremendamente medio-alto, una serie piuttosto continua di uscite che, anni ’80 (la new wave di “Like Everybody Else”) o anni pur non essendo capolavori, presentino un approccio in- ’70 (lo sci-fi di “Arlanda Epilogue”). Un album di canzo- teressante e uno svolgimento di qualità mettendo insie- ni: non ancora bellissime dal punto di vista compositivo, me architetture pop e patrimonio elettronico. ma quando migliorerà anche questo aspetto le uscite di In questa direzione sta già da un po’ lavorarando la Fran- Avril saranno pericolosamente vicino al termine “capola- cia: in maniera furba con produzioni house alla Modjo et voro”, per ora ci si accontenta di un apprezzabile “beh, similia, in maniera stilizzata e ieratica con gli Air, in ma- un buon disco”. Un album di canzoni: ma per ora, atten- niera interessante con alcune uscite F Comm. “That Horse zione, il pezzo migliore del cd resta il remake della stori- Must Be Starving” di Avril, nuovo cd in uscita per l’eti- ca “French Kiss” del buon Lil’ Louie, inno dell’acid house chetta di Laurent Garnier, è proprio un esempio perfetto pionieristica. Nessuna struttura da forma-canzone, niente di una forma-canzone che sia sincronizzata con le strofe e ritornelli, solo flussi di suoni e energia che se- digitalizzazioni da nuovo millennio. Pezzi come “Global guono un andamento a spirale (e Avril regala a tutto ciò Headphones” o “The Date” mettono insieme struttura nuovo splendore). Troppo complicato e mistico per esse- compositiva da pop song, una voce che ricorda mooolto re pop. Ma tremendamente bello, per chi lo sa apprezza- da vicino Thom Yorke dei Radiohead, aperture melodi- re. 40 Damir Ivic press agency 40
  • 2. BOARDS OF CANADA La nostalgia dell’infanzia ai confini del mondo Tra il Canada e la Scozia, alle estremità settentrionali del nostro emisfero l’elegia pastorale dei Boards cattura lo spirito nostalgico di una generazione. “Le frontiere politiche sono una specie di follia…” Bruce Chatwin La quiete, la serenità, la pace estatica, la solitudine. Una ghiotti. Le poche fotografie disponibili li mostrano ostag- natura scontrosa e tiranna, sullo sfondo le colline scoz- gi delle leggi segrete della natura, immersi in orizzonti zesi, tutte le gradazioni del verde possibili, lo spazio, le fuggevoli di terre incòlte, tra foglie morte, mulini a vento immense distese disabitate dall’uomo. Lontane le luci in pietra, nubi smarrite, venti solitari e superbi. La co- delle città, i confini del mondo sono i confini dell’anima. pertina del loro album di debutto “Music has the right to Sono queste le immagini o gli stati d’animo che suggeri- children” li vede ritratti in una cornice metarurale anni scono le immacolate composizioni elettroniche dei Boards settanta - le fogge alla zuava dei pantaloni delle madri of Canada. L’elegia pastorale, da uomini abituati a domi- non lascia dubbi - con i propri volti su cui è cesellato il nare l’intorpidimento dell’anima grazie alle dure condi- vuoto metafisico, i lineamenti cancellati arresi alle pro- zioni climatiche, segnala anche una profonda e differen- prie ombre... visi senza bordi: con i Boards of Canada è te attitudine alla vita. Alla coppia scozzese, l’immobili- sempre una faccenda di confini, contorni, uno sfaldarsi smo dell’esistenza urbana non interessa. La loro scelta, di linee e di tempi. Il tema dell’infanzia e della natura, di vivere in una comune sulle colline scozzesi, a nord di ricorrenti nella loro estetica, riemergono con l’ultimo Ep ogni dove, senza nemmeno segnalare a chiunque il pro- “In a beautiful place out in the country”. L’ ep ripropone prio indirizzo e recapito telefonico o elettronico, è radi- in copertina riquadri con disegni di fanciulli, cortecce d’al- cale e irrinunciabile. A nulla valgono gli intorti orditi dai beri, uccelli, orizzonti. Torna per intero il mondo rurale e media specializzati. Alla propria geografia personale i fatato dei Boards of Canada, che magicamente esalta il Boards of Canada sono molto legati….. contesto della countryside e la fanciullezza come habitat Peraltro, di queste schive iconografie, i Boards ne sono innocente dell’uomo… 14 Paolo Davoli Artwork CD / press agency 14 + Letizia Rustichelli
  • 3. I due scozzesi si ergono a volontari permea invece le altre formazioni aedi del twoism elettronico. Il elettroniche. Da grimpeur di terre twoism, che si potrebbe tradurre, fa- alte quali sono, i Boards fanno gar- ticosamente, in duismo, cela in re- bata critica al mito della Modernità, altà un forte tratto generazionale in- la città: l’incanto loro è tutto ecolo- glese. Dai Chemical ai Leftfield, dai gico, ma di una ecologia non torva- Fsol ai Two Lone Swordsmen, la cop- mente anti-storica e back to the pia di produttori elettronici sembra roots, ma filtrata dal realismo ma- la formula vin- gico dell’ambiente cente per la cre- scozzese. Un altro atività digitale. profondo tratto di- D’altra parte stintivo è il richiamo sono tempi que- all’infanzia. A diffe- sti di unità leg- renza di tutti gli altri gere, minimali: elektro boys che pri- due è il numero vilegiano la stagione ultimo prima del ardita e fuggevole precipitare nel- della giovinezza, i l’individualismo. Boards esaltano la Due è l’equilibrio divinità fanciullesca perfetto tra l’ego dell’uomo. Il fanciul- di uno e il lo, eterno Dioniso, protagonismo regna puro in un dei molti. Le fecondità si moltiplica- mondo incorrotto, dove tutti i godi- no sempre all’interno di nuclei twoist, menti sono morbidi, il mondo è sen- quasi avesse ragione il geniale za angoli e il rapporto con la natura Pitagora, con la sua teoria sull’ar- è perfetto e immanente. Musical- monia celeste… mente questo viene tradotto in I Boards of Canada, pur nella loro campionamenti di voci infantili o totale originalità, appartengono a un morbidamente lunari, sempre albero discreto, mai evanescente, ovattate, sognanti. Il clima evoca- dell’elettronica contemporanea i cui to, come negli splendidi cento se- rami si chiamano Autechre, Plaid, condi di “The color of the fire”, ci pre- Bola, Mira Calix. Oltre alla propria cipita in un favoloso mondo delle etichetta, la Skam, e il proprio di- meraviglie. Le severe melodie dei stributore, la Warp di Sheffield, la Boards of Canada ingentilite dai sot- coppia scozzese può vantare altre tili campionamenti di crepitii di fuo- emotive alleanze in etichette come chi, di pecore vegliarde, di sbatter Too Pure e Rephlex, dove l’elettro- d’ali frugali, di minestre di farfalle, nica angolare e fuori dalle traietto- di volatili gaudenti e stridenti, di rie dell’edonismo imperante, è sem- bambini festanti, favoleggia di un pre ben coltivata. Per non dimenti- mondo a misura della coppia scoz- care poi oltremanica, nelle fonderie zese, primordiale ed emozionante I Boards of continentali del nuovo suono, collet- allo stesso tempo. tivi piuma e microunità dal nome di Della parca bellezza, dell’austera Canada, pur To Rococo Rot, Mouse on Mars, Pole cadenza dei suoni di Boards of Ca- e via luneggiando. Altri ancora sono nada un po’ tutta la critica mondiale nella loro totale appesi alle lande scandinave e già i ha detto un gran bene. Giusto per nomi dicono tutto: Biosphere, sbrogliar la matassa da ingombri inu- originalità, Vladislav Delay, Electronique Noir. La tili va sottolineato che la coppia scoz- creta pastosa dell’elettronica più zese nulla ha da spartire con appartengono a emotiva in essere sembra calamitata ambientalismi enyani oppure con fi- un albero dalle brume del Nord Europa, terra losofie californiane in stile new age. irritabile, oziosa e poco avvezza alla Il loro percorso è tutto dentro al discreto, mai presenza dell’uomo… rizoma della migliore elettronica eu- I Boards of Canada sono differenti. ropea. Delle loro trasparenti melo- evanescente, Dal folto manto di auctores die metafisiche, profonde e strug- sopracitati è la limpida vocazione genti, leggere e fluttuanti, rimarrà dell’elettronica agreste a emanciparli dal lotto: lon- un ricordo indelebile nel tempo. tanissimi quindi dal pathos urbano, La molteplice discografia del grup- contemporanea dalla tensione metropolitana che po, disseminata per tutti gli anni 15 15
  • 4. Novanta in variegate forme - nastri, sin- matica ambientale dalle labili goli, ep, remix, albi in 50 copie - rende numerologie, intime stereometrie che impossibili da trovare tutti i singoli ed sono certificati d’esistenza: più che le ep su Skam e Musica 70 ante 1997 e serie del matematico Fibonacci, i pure il primo album BOC Maxima del suoni dei BOC richiamano la “diafana 1996. Va sicuramente segnalata l’ope- fragilità” delle foglie pitagoriche del- ra, reperibilissima, di debutto su Skam/ l’artista tedesco Beuys. Da moderni Warp, Music has the right to children, alchimisti, la coppia scozzese si aggi- capolavoro luminoso dell’elettronica pa- ra per le terre nere cercando scozzesi storale. Sempre datato 1998 le Peel caducei o mirando la rugiada mattu- Session con un inedito Happy Cycling e tina come sperma celeste: manca due brani rimescolati dall’album Music. poco e incocceranno nell’omphalos L’anno scorso, come preludio all’immi- aurale, l’ombelico che produce il suo- nente Geogaddi, esce il mini lp In a no armonico del mondo. Geogaddi è Beautiful Place Out In The Country, scri- La regolarità matematica della natura, colmo di abbaglianti e superbe l’intuizione di fondo del Pitagorismo, nel fumisterie elettroniche: racchiude, gno prezioso di quattro composizioni al disegno di un artista moderno, J Beuys (1948) di là del tempo e dello spazio… come uno scrigno, il segreto della bel- Geogaddi, geografia esistenziale degli lezza… Dettagli della memoria, sogni spazi nostalgici, è la nuova opera dei Boards of Canada. trasfigurati, nature selvagge dell’io profondo, spaesamenti Geogaddi: richiami ad un inner cinema percettivo, allo interiori, ipertrofie dello spirito, elevazioni, blue cinema… spazio di appartenenza, al mondo capovolto e sbirciato Geogaddi è… ma perché citare i singoli brani? Sarebbe con movimenti lenti, attraverso un camminare che è pri- come descrivere gli spazi bianchi tra le parole. Oltre i ma di tutto dentro se stessi: è bandito l’avventurarsi al confini della Scozia, fuori dalla loro corazza protettrice, i di fuori dei propri territori personali. Lo scavo è interio- Boards of Canada sanno ancora convincere e commuo- re, lo spazio è ordinato in oniriche tessiture geometri- vere come altri non sanno più fare. Nel loro schermo che-impressioniste, il punto di vista sempre spoglio ed poetico si proietta la dimensione essenziale delle cose, e inconsueto. Geogaddi è il ritorno alla poesia dei corian- oggi, questo fascio di luce è miracoloso. doli lunari, delle magiche finestre da cui si sente il cielo, oltre il radar dell’orizzonte. Discografia: B.O.C. Maxima 1996 – Music 70 Questa volta il cannocchiale sonoro è puntato sui cristal- Music has the right to children 1998 – Skam/Warp li della natura, sulla purezza matematica delle forme am- Geogaddi 2002 – Warp bientali, sulle aurore di suoni dalla lenta fluvialità. Mate- Peel Session (ep) 1998 - Skam/Warp In A Beautiful Place... (ep) 2000 - Skam/Warp 16 16
  • 5. REVIEW 7 x 7” by Peeddoo COMPILAS by Peeddoo SHAKADELIC BEATS ONE FOR THE SUMMER “Heavyweight Rib Ticklers” compiled by Mr Scruff (Unfold) Arriva l’estate e puntual- mente siamo invasi da caterve di compilation qualunquiste, con il meglio 1 di quello ed il top di quel- Sixto Rodriguez l’altro. Mr. Scruff da “Sugarman” (13 Amp) Manchester ha però pensa- Imperdibile 45 promozionale estratto dall’ultima immensa to a noi, divoratori di novità che non si accontentano dei compila di David Holmes… my summer hit! “The Greatest Hits”. Lo scudiero della Ninja Tune si è tuffato nel suo archivio ed ha pescato il reggae più malato ed il dub più bastardo mai amalgamato in una sola raccolta: i Wailers senza il buon Bob, l’uomo del momento Bjorn Torske (la b- side del suo primo disco per Tellé), i Sons of Silence, noti per essere stati inclusi nella colonna sonora della rivisitazione cinematografica di Acid House di Welsh, e pure il Butch Cassidy Sound System… per la serie è la musica che conta, non i nomi coinvolti. Oltre alle ottime note di copertina di Treva Whateva, ciò che vi farà strippare saranno le istruzio- ni per costruire il proprio sound system di cartone. Solare e intelligente… l’esatto complemento alla recente raccolta di 2 Don Letts su Heavenly. J-Walk “Tearaway / Heavens Above” (Pleasure Music) Terzo singolo per i mitici da Manchester… KEB DARGE aspettiamo con trepidazione l’album! “Live At The Pulp” Notevole selezione di scono- sciuto soul ed introvabile funk on 45s ad opera di Keb Darge, uno dei personaggi che ha fatto del collezioni- smo di vinile un arte (si vocifera che il suo arsenale sia composto da più di 45000 pezzi), capace in pas- sato di sfidare Dj Shadow e 3 Kenny Dope Gonzalez nella compilazione di alcune delle mi- Annie gliori raccolte della BBE. “I will get on” (Tellé Records) Registrato in uno dei templi del rare groove francese il 24 Nuovo singolo per Annie, che sorprende alla grande dopo giugno dello scorso anno, riproduce fedelmente la vibe che la “disco” di “The Greatest Hit”. Heavy Rotation. un buon set di piccoli dischetti può offire, click compresi. 4 Bandulu “Jahquarius / Detention” (Music Man) UNKLESOUNDS Dal loro nuovo album, grande lezione DUB dai maestri della “Do Androids Dream Of techno. Bentornati. Electric Beats” 5 Ci troviamo di fronte ad un The Maytals esclusivo triplo CD promo- “54-46 was my number” zionale giapponese, tre parti (Trojan records) di un unico mixato origina- Incendiaria reggae-party music. Imperdibile ristampa. riamente partorito da James Lavelle per Radio Ape; con- 6 tiene inediti brani e remix di Afrotid Unkle e DJ Shadow (la ver- “Law of the Wild” sione originale del classico (WahWahMoose) Organ Donors) mixati con strambe rivisitazioni di Beatles e Produzione norvegesi degli anni 70, quando i Royksopp e Red Hot Chilli Peppers, più i soliti sospetti: Ian Brown, Kings of Convenience erano giusto bambini… ora capisco Chemical Brothers, Howie B, Layo & Bushwaka. La selezio- tutto! ne, veramente creativa e coinvolgente, dimostra ancora una volta il ricercato eclettismo di James Lavelle, come recente- 7 mente dimostrato nella prima vincente selezione per la se- Snares Man “Breakbeat Malaria” rata Fabric Live. (History of the Future) Come sempre grande artwork e sofisticato packaging by Fu- Qui si esplora un nuovo genere: Dancehall tura. Polka Core!!!! 41 41
  • 6. SUSSAN DEYHIM Sacerdotessa dei fiori e timido angelo della musica persiana “Vediamo che fu creato nel quarto cielo, il corpo fatto principalmente di terra rossa, da cui proviene il nome di Adam , termine che in arabo, ma anche in ebraico, significa rosso…” Jean Chardin – Voyages en Perse Paolo Davoli Shirin Neshat, Edizioni Charta, Milano 2002 99 per gentile concessione dell’editore
  • 7. Che beatitudine poter parlare di quell’estrema folgore Madman of God, una raccolta di poesie mistico-eretiche che è la figura femminile di Sussan Deyhim. Danzatrice e di canzoni d’amore divino scritte dagli antichi Maestri dionisiaca, cantante intensa e regale, performer spiritata Sufi persiani, i “pazzi di Dio”, ribattezzate dalla stessa e tenebrosa. I suoi occhi immensi e pungenti ricordano Sussan come le “torch songs” della musica classica quelli di Qurratu ‘l’Ain, poetessa persiana strangolata da persiana. Ora esce Shy Angels, la versione remix notturni assassini; i suoi lunghi capelli corvini, ora raccolti dell’album ad opera del bass killah Bill Laswell. Che come usava la regina assira Semiramide, ora sciolti e beatitudine poter parlare della gioiosa follia musicale degli ricciuti come un’onda parlante, sono quelli delle donne Angeli Timidi… che abitano i paesi adamitici e caucasici. Il viso, duro e pungente come un chiodo di ferro, ricorda una Diamanda “L’astratto deve essere sensualizzato e il sensibile deve Galas ancor più orientale e petrosa. Il portamento è divenire astratto” (Novalis – Werke) verticale e indomabile come le querce secolari di Persia e i movimenti , gli accenni, i passi di danza sono quelli Shy Angels è un’inebriante viaggio onirico di oltre 45 mistici dei dervisci levantini oppure dei “sonnambuli minuti con il basso di Bill Laswell che “corre per il mondo dell’accademia degli spiritati”. Ogni concerto di Sussan come un rasoio aperto” (Buchner) e intaglia dub perlati Deyhim è un evento che s’imprime a fuoco nella nostra dalla voce austera e febbrile di Sussan Deyhim; sitar e memoria, così poco avvezza alle altitudini del “profondo violini fluttuano sotto vento, i ritmi si dilettano in folate sentire”. Il suo gruppo poi, è un crocicchio di persiani, drum and bass o in pressioni dub che triterebbero massi. indiani, armeni, newyorchesi ebraici; nomadi diasporici, L’incedere è maestoso, a volte nervoso, a volte al limite rifugiati politici, musicisti esistenzialisti, profeti del suono dello “specchio mesmerizzante”: ci sono pure accenni di che scendono dagli altopiani mediorientali. Suonano mistic-jazz con tastiere liquide e passaggi bisbiglianti valigie di ferro e pelle, violini della steppa, tamburi come nella monumentale Bade Saba, a cui auguriamo ottomani, tablas del Gujarat, zarb e setar caspici: li la stessa durata dei poemi Sufi di Nezami e Rumi, creati mischiano con elettroniche amare e coraggiose, grooves nell’XI e XV secolo. I bassi, fondamento e sfondamento nobili ed errabondi, smaltati con gli echi e i ritorni del dell’audio-scenario di Bade Saba, si aggrovigliano titanici dub spirituale. Il primo album di Sussan Deyhim è e obliqui sui riddim persiani. 10 10
  • 8. La voce vibrante di Sussan gorgheggia e braveggia, “Siediti, Gul mullah!” straordinaria sacerdotessa della passione. Una nera bevanda bollente mi spruzzò in viso. Una voce, la sua, che trascende in modo stupefacente la “Vuoi acqua nera?” – mi guardò Alì Mohammad, paradisiaca materia sonora impastata dallo sciamano si mise a ridere: newyorchese Laswell, coadiuvato, tra imille Re Magi del “Io so chi sei” suono visionario qui presenti, dall’Ustad Zakir Hussain e Karsh Kale alle tablas, Richard Horowitz agli archi, e da “Chi sono?” Reza Derakhshani, musicista culto della tradizione “Un Gul mullah” – “Un sacerdote dei fiori?” classica iraniana. “Sì-sì-sì” Shy Angels propone un paesaggio acustico che aspira Ride, rema. all’elevazione, alla seduzione della passione, all’eresia Corriamo in un golfo di specchio Sufi vista come arte sacra. Ed è qui che Shy Angels accanto ad una nube di cordami e di mostri di ferro assume l’orda tempestosa della visione superiore: mai arabescati… opera è stata, forse, più profonda e poetica del dub persiano in cui la coppia Laswell-Deyhim ha sciolto (Velimir Chlebnikov - La tromba del Gul mullah) arcobaleni sfavillanti nei colori del suono. Bisogna esser disponibili a “perdersi” per afferrare la “potenza” di brani come The Wind of Saba, Inextrica- DISCOGRAFIA CONSIGLIATA ble, Wine Cave, Savage Bird… Gli angeli timidi di NY Sussan Deyhim & Richard Horowitz e Teheran ci sprofondano in un’aura perfetta e profonda, Desert Equations – MTM Crammed 1988 che è frammento di amore e devozione, vino e lacrime, ebbrezza e sacralità, poesia e profezia. Sussan Deyhim Un delirio insostenibile, sensuale e spirituale allo stesso Madman of God – Crammed 2000 tempo, mistico e sovversivo in egual misura… Con Shy Sussan Deyhim & Bill Laswell Angels l’ascolto diventa “esperienza” pura, Shy Angels – Crammed 2002 indimenticabile… 11 11
  • 9. Shirin Neshat nasce a Qazvin, In Iran, nel 1957. Lascia il suo paese per seguire gli studi artistici negli Stati Uniti. Si trova a Los Angeles quando in Iran la rivoluzione del 1979 pone fine alla mo- narchia dello Scià e instaura il regime islamico di Khomeini e de- gli Ayatollah. Il cambiamento politico le impedisce di tornare in patria per ricongiungersi con la sua famiglia fino alla morte di Khomeini, avvenuta nel 1989. Così nel 1990 l’artista compie il suo primo viaggio di ritorno in Iran e rimane fortemente colpita dallo stile di vita che il regime teocratico impone ai sudditi, in particolare alle donne. Da queste visite, ripetute poi negli anni, discende la decisione di dedicare il proprio lavoro alla riflessione sulle profonde differenze che separano la cultura occidentale, a cui ormai è assimilata, e quella islamico-orientale, da cui provie- ne. La sua opera, rappresentata principalmente da fotografie e video, pone in relazione la religione islamica, il femminismo, il rapporto fra i sessi e le censure di ordine sociale che regolano l’espressione del desiderio. L’incontro con Sussan Deyhim avviene in occasione del video Turbulent che si aggiudicherà il Primo Premio Internazio- nale alla Biennale di Venezia del 1999. La Deyhim curerà poi altri lavori a venire, come Pulse e Possessed, aumentando con le sue composi- zioni musicali e con la sua voce la dramma- ticità delle immagini, fondendo i diversi linguaggi con intensa emotività. La col- laborazione fra le due artiste iraniane diviene fortemente caratterizzan- te di un mondo che chiede rispo- ste alla possibile e necessaria con- vivenza di culture differenti. Estratti dal catalogo: Shirin Neshat, Edizioni Charta, Milano 2002, edito in occasione della mostra personale dell’artista al “Museo d’Arte Contemporanea” - Castello di Rivoli (TO) Sussan Deyhim: biografia Artista poliedrica dell’avanguardia artistica internazionale, la Deyhim è stata ballerina a Parigi, dall’età di 15 anni, prima nel Ballet National Perse, poi con la compagnia di Bejart. Spostatasi quindi a New York, recita a teatro con Peter Brook, e frequenta la scena musicale d’avanguardia. Nel 1988 per l’etichetta belga Crammed/Made To Measure, Sussan Deyhim realizza in compagnia di Richard Horowitz l’album Desert Equations: Azax Attra. Di questo album s’invaghisce Bernardo Bertolucci, il quale incarica Horowitz di comporre parte delle musiche del film Il Tè nel deserto, tratto dal romanzo di Paul Bowles. Dopo aver collaborato con Bill Laswell, Peter Gabriel, Reggie Workman (bassista di John Coltrane), Jah Wobble e Loop Guru, Sussan Deyhim debutta come solista con l’album Madman of God (Crammed, 2000): con il suo gruppo guadagna consensi entusiasti al Festival di Montreux edizione 2001 e porta quindi il suo album nelle magiche mani del remixer newyorchese Bill Laswell con il quale appronta Shy Angels, album uscito nell’aprile di quest’anno. L’artista iraniana, dal 1998, è anche attrice, cantante e compositrice delle musiche nei film e video di Shirin Neshat, anche lei iraniana, con la quale ha vinto il Primo Premio Internazionale alla Biennale di Venezia 1999. Da allora ha realizzato con Neshat Soliloquy, Rapture (1999), Pulse, Possessed (2000) e Logic of the Birds (2001), tutte opere che sono state presentate nei maggiori festival e nelle migliori rassegne artistiche di tutto il mondo, riscuotendo un enorme successo di critica e pubblico. 12 12
  • 10. FATBRIGHTONSLIM LA GRANDE SPIAGGIA DI BRIGHTON Damir Ivic artwork cd Un eroe. Un’icona. Ma simpatica… come raramente ca- situazionista, i corridoi e volteggia in mezzo ad attoniti pita alle icone. Questo è Quentin Cook (ma lui preferi- (o divertiti) shoppers. Abbastanza stupido da restare sce farsi conoscere col nome di Norman). Colui che, impresso nella memoria collettiva, abbastanza chic da ormai lo sanno un po’ tutti, suonicchiava coi frizzanti essere inneggiato dai trend setter. Attenzione però: Housemartins sul finire degli anni ’80, dispensando pop Fatboy Slim non è né chic, né snob. E’ semplicemente allegro, proletario e intelligente (l’album “London 0 Hull uno che adora divertirsi; poi è anche una persona intel- 4” finì nelle camerette di un sacco di gente). Colui che ligente, ma questo può andare in secondo piano (come sciolti gli Housemartins ha messo su il progetto Freak le persone intelligenti sanno che è giusto che sia). Power, dispensando dosi di elegante funk e soul con una Video dopo video, singolo azzeccato dopo singolo sana attitudine pop (una sorta di “il groove spiegato alle azzeccato, Norman Cook aka Fatboy Slim diventa quasi masse”). un modo di dire – “fatboislìm, quellodelvideoche…”, det- Colui che (e questa in Italia non la sanno in molti, pec- to tutto intero, mentre se un minimo volevate far vedere cato!) ha creato la macchietta di Pizzaman, grande ca- di essere addentro nei segreti della club culture allora si valiere della house demenziale, parrucca alla Maradona optava per “ah, Norman Cook, ovvio”. Quello su cui tutti in testa e attitudine disperatamente tamarra e caciarona. erano d’accordo erano i pezzi di “You’ve Come A Long Colui che poi è diventato Fatboy Slim. E qua possiamo Way, Baby”, l’lp: raramente nella storia della musica è rallentare il nostro piano-sequenza, soffermarci su un uscito un album con un tale numero di singoli potenziali, po’ di fotogrammi, per vedere come un videoclip geniale praticamente tutti. Una hit ad ogni traccia. Sempre con associato ad una canzone sfrontatissima, quasi tardo- la capacità di mettere d’accordo cultura alta e cultura barocca nel suo uso di sample sguaiatamente bassa – e non per un complotto accademico o per una “riempipista” (e usiamo non a caso quest’aggettivo che teorizzazione raffinata, ma semplicemente perché la cosa, imperversava, ricordate?, più di un decennio fa su Deejay oggettivamente, funzionava. Un congegno perfetto. Television…), insomma, “Rockafeller Skank”, sia riuscita Congegno perfetto, ma anche potenziale trappola: per- nel miracolo: mettere d’accordo le frange più avvertite ché dopo il disco, Norman Cook pareva condannato ad della club culture col pubblico da villaggi-turistici-ani- essere sempre e solo un hit-maker, una macchina per mazione-compresa. Praticamente, un miracolo: soprat- singoli accattivanti, un nazionalpopolare del sample. Ne tutto a quei tempi. (ora la club culture è un po’ più è venuto fuori nella maniera più bella, con un album sdoganata, un po’ meno di nicchia, un po’ meno sospet- successivo (“Halfway Between The Gutter And The Stars”) tata di essere troppo o troppo poco sovversiva). Miraco- capito da pochi per i suoi veri pregi e per i suoi veri lo che si è ripetuto con “Praise”, altro capolavoro strate- intenti, un album giudicato per lo più col metro sbaglia- gico di canzone+video: stavolta però il divertissement è to. In sintesi: da molti questo lavoro è stato visto come molto più furbo, dato che ci si mette di mezzo quell’as- un tentativo, meno riuscito, di accumulare ancora dei soluto snob di Spike Jonze, regista del video. Una can- beat e grooves irresistibili per sbancare le classifiche e le zone divertente ma non esplosiva come “Rockafeller playlist delle radio. Pochi hanno intuito che il vero valore Skank” viene nobilitata catapultandola in un centro com- di “Halfway” sta nel suo essere un esempio di rigorosa merciale come colonna sonora di una sbrindellata com- filologia. Un’accurata interpretazione operata da Norman pagnia di danza che occupa, con nonchalance Quentin Cook su quelle che sono le radici e i caposaldi 32 32
  • 11. Un indizio che questa interpretazione non è campata in aria? Facile, basta ascoltare il “Live At The Brighton Beach”, uscito un pugno di mesi fa. Im- maginatevi la situazione: Norman Cook / Fatboy Slim che suona nella sua città, d’estate, sulla spiaggia, evento strapubblicizzato ed ipercoperto dai media, 40.000 persone presenti. Decide di aprire con le tastierone di “Born Slippy” de- gli Underworld (altra hit di qualità che è stata perfi- no imbarazzante nella sua capacità di successivamente varcare, tracimare i confini), intersecandole con l’incipit della sua “Right Here, Right Now” (uno dei singoli di “You’ve Come…”, e quindi un pezzone nazionalpopolare anch’esso!). Inserisce poi nella scaletta altri brani suoi o la tamarrissima “Put Your Hands Up” (un must degli autoscontro al luna park…), o “Where’s Your Head At” dei Basement Jaxx. Insomma, tutti gli ingredienti per una furbetta raccol- ta di successi, buona per sbancare il mercato degli scaffali dei supermercati o degli espositori da Autogrill. Una “Deejay Time Compilation” in salsa anglosasso- ne, per intenderci: a leggere la scaletta del cd il so- spetto è lecito. Al massimo, la versione big beat di quei micidiali con- gegni commerciali che sono le compile del Ministry Of Sound. Bene. Se invece vi prendete la briga di ascoltare il cd, vedrete che questi ingredienti vengo- della house culture, quella originaria, sì, anche quella dello no mescolati e trattati in modo tale che ciò che viene “smiley”, il sole che ride (non il par- fuori è una serissima session tito politico di casa nostra, va da di tech-house, per nulla com- sé…). Basta che ascoltiate la traccia piaciuta e compiacente, e an- d’apertura, dove la parola ad entra- che per nulla facile. In mezzo re in loop è “big bright yellow sun!” L’insieme è scuro, ai classiconi ci sono anche pre- mentre scorre come tappeto un senze “strane”, prima fra tutte classicissimo giro sincopato di tastie- energico, non dà facili quella, per ben due brani!, del re house, quelle per intenderci “nostro” Santos. innercity-esche, o anche la seguen- concessioni ma al L’insieme è scuro, energico, te “Star 69”, con le sue spirali tempo stesso non fa non dà facili concessioni ma al tranceggianti che piovono su una tempo stesso non fa mai cala- cassa martellante. Ma anche il mai calare re l’adrenalina del party. Né minimalismo rumorista su cui viene cade nell’autocompiacimento: fatta calare la voce di Macy Gray è l’adrenalina del party. il deejay resta sempre al ser- indicativo, o l’attitudine hi-nrg (vi vizio della folla, ed è bello che ricordate questa catalogazione?! Né cade la folla esploda in un boato di Pura archeologia della musica nell’autocompiaci- piacere quando riconosce “Born dance!) di “Ya Mama”. E pure il Slippy” o i pezzi di Fatboy Slim. gospel di “Demons” può trovare la mento: il deejay resta Ci mancherebbe altro. sua giustificazione nelle radici “deep” Ma la spiaggia di Brighton è così di Chicago, altro archetipo della cul- sempre al servizio del- grande che c’è spazio per altro tura house. e altro ancora, anche soluzioni Norman Quentin Cook è una perso- la folla, ed è bello meno semplici, c’è spazio per na molto simpatica, spiritosa, per che la folla esploda 40.000 persone, c’è spazio per nulla snob, ma in tutto questo il nazionalpopolare e la ricer- irreprensibilmente seria ed accura- in un boato di piacere ca, c’è lo spazio per celebrare ta. E la sua musica, analizzata con un inedito matrimonio fra di attenzione, riflette tutto ciò. Non è il quando riconosce loro e farlo sembrare scontato pagliaccio, non è una macchietta, e naturale. Grande, la spiaggia non è una macchina per fare soldi e “Born Slippy” o i pezzi di Brighton. Grazie a Norman sfornare hit ecumeniche rifinite da di Fatboy Slim. Cook per averci invitato in que- video divertenti e creativi. Se gli va, sti anni a farci un giro… è capace di fare anche questo, cer- to; ma alla base di tutto sta il lavoro, e la serietà di esso. FATBOY SLIM Live On Brighton Beach Senza di questi, non sarebbe possibile scherzare come fa. Southern Fried / Sony - UK 2002 33 33
  • 12. FEEDBACK CON SPARTITO LIVE l’arte del rumore è di scena a teatro A distanza di 27 anni dalla sua pubblicazione viene eseguita per la prima volta dal vivo Metal Music Machine di Lou Reed, da parte di un’orchestra anti-conformista berlinese, l’Ensemble Zeitkratzer. “NO, NO, NO!!!....I’m only a rock and roll guitar player!” appartengono a quella parte (indicando la sua destra), questa la secca replica, alzando di non poco la voce, di io appartengo a questa parte (indicando la sua sinistra). Lou Reed a uno smarrito giornalista (Franco Fabbri, Ra- Sono solo un chitarrista di rock and roll”. dio3 RAI), il quale aveva avuto l’ardire di porre quest’ul- L’intervista anticipatoria del concerto – e il relativo teatrino tima domanda all’ironico newyorchese: “A New York ne- di autoincensazione dell’evento - finisce lì e Lou Reed se gli anni sessanta LaMonte Young e altri musicisti d’avan- ne va dal palco, tra gli applausi del pubblico. Ancora die- guardia componevano musiche con feedback teorizzando ci minuti d’attesa ed inizierà una delle performance di una relazione tra numeri e...” E’ a quel punto che Lou musica contemporanea più attese degli ultimi anni. Reed, sbotta, aggiungendo alla frase sopracitata: “Loro Strana occasione “la prima esecuzione in pubblico” da pagine di avanguardia quasi-colta. La senilità, raggiunta parte dell’Ensemble Zeitkratzer di Metal Music Machine, in compagnia della performer Laurie Anderson (lei sì, l’album “maledetto” (1975) di un rocker “maledetto”, così degna di una carriera di altissimo profilo), non sembra viene definito dall’agiografia rock contemporanea Lou portare maggiore saggezza all’ironico chitarrista-cantan- Reed, performer di NY in odor di santità grazie al lavoro te, che naviga a vista, bello e imbalsamato, tra serate di svolto negli anni Sessanta con i Velvet Underground. poesia, album perfettamente inutili e dignitose colonne L’attesa dell’evento veneziano-berlinese è eclatante: il sonore per spettacoli teatrali come le 13 Pieces: teatro registra, naturalmente, il tutto esaurito. La conci- Meditations on Poe. Ed è proprio l’esecuzione dei 13 tazione è da serata “storica”, con tutto il demi-monde movimenti su Poe che apre la serata dell’Ensemble sgargiante e iperbolico stipato nel folto della platea. Zeitkratzer di Berlino, giovane orchestra dedita a Il sentore però è di morta accademia, di “museificazione” riletture eterodosse, da anti-accademia estrema, in am- à la Madame Tussaud, e questo rende assai inquieto Lou bito contemporaneo. Hanno infatti collaborato e/o Reed. Il teatro, si sa, è la morte del rock, che per defini- rielaborato musiche di/con Phill Niblock, Sonic Youth, La zione appartiene alla “strada”. E questo Lou Reed lo ha Monte Young, John Cage, Terre Thaemlitz, Vladislav Delay, ben presente. Lui è un “rock’n’roll animal”, come ben Manuel Gottsching (E2-E4!!) e molti altri, occupando così fotografa l’omonimo album live di metà anni Settanta, quella terra di nessuno che sta a metà tra l’elettronica, il che fu Bibbia e palestra per, l’allora nascente, rock d’avanguardia e la musica contemporanea colta. intellettualità punk newyorchese. D’altra parte la carrie- L’Ensemble Zeitkratzer è stato il vero mattatore della ra di Lou Reed si è spesso divincolata, non sempre in serata con le 13 Meditazioni giocate magistralmente ora maniera egregia, tra alti e bassi, tra filisteismi pop e tra chiaroscuri maestosi e astratti, ora tra zampate free- fondotinta glam, provocazioni da guitto metropolitano e noise, notturne e orrorifiche. Una POE-try di suoni e at- Paolo Davoli David Heerde 48 48
  • 13. mosfere molto dense e intelligenti, che ci hanno regala- drammaturghi dell’apocalisse. Sul finale di partitura, s’in- to un primo tempo delizioso. Naturalmente il popolo rock serisce la chitarra di Lou Reed, con feedback sonici so- scalpita, abbarbicato impaziente sul frontespizio sedioso. vraccarichi, fatalmente inutili, giusto per dare un saluti- Dov’è il digrigno assordante delle nostre chitarrine, si no al pubblico pagante. Finita la serata, si esce dal tea- chiedono i “kurombo” in marsina nera-nera che torvi tro ammutoliti e turbati, con alcune domande in più e cavalcano le soffici poltroncine teatrali? Dove issare come qualche risposta in meno. La melodia più bella, è quella vessilli i nostri blouson noir nel cuculiante “wall of noise” che non esiste? Son queste le trombe dell’apocalisse dei mordaci berlinesi? Nel corso della serata i berlinesi ventura? Il “contemporary white noise” ha un senso a Zeitkratzer restituiscono loro pan per focaccia, amplifi- teatro o così se ne documenta la definitiva cando ancor più il lato “granitico” di Metal Music Machine, mummificazione? grazie a un panzerumorismo ringhioso che recupera la concettualità di “masse organiche” e di “blocchi di suo- Venezia ci accoglie, usciti dal teatro, con l’ingombrante no” che interagiscono con la fisicità audiovolumetrica, afflato della nebbia. Ha ragione Tony Herrington. “Il punto unendo idealmente l’avanguardia di NY - La Monte Young, d’arrivo del rumore è l’oblio. Poi viene il silenzio”. Finia- Tony Conrad at alii - con il “teatro del rumore” della ge- mo la serata in un’osteria notturna dove la tetra e assor- nerazione post-rock. La devastazione aurale di M.M.M. è data umanità ha il ghigno di John Cage... definitiva, tra violini con ansie di giovinezza e viole stri- tolanti, tra elettroniche caliginose e fiati e tamburi tem- pestosi. Assaltano il pubblico stridori veementi, atonalità Rassegna Risonanze 2002 – Venezia 20.03.02 ferali, collages di ronzii, digrignii tracotanti, fiammate Teatro Malibran: Ensemble Zeitkratzer in 13 Pieces: aurali, esplosioni acustiche, doloranti fonemi: gli Meditations on Poe, Metal Music Machine. Lou Reed sound Zeitkratzer, con l’impeto d’un uragano, si trasformano in direction. 49 49
  • 14. GAMESPOTTING GameScapes Pop-up music ludicamente modificata Matteo Bittanti Press Office Ultramoderno e retrofuturo. Da una parte Xbox, la con- mi a dettare legge in rete. Entrambi trasformano gli os- sole più sofisticata del momento, 256 canali audio, sup- sessionanti jingle dell’era Sega, nintendo, Atari e porto hardware a 64-bit, codificatore dolby digital, ma Commodore in travolgenti cavalcate ska. Jazz. Jungle. soprattutto la possibilità di convertire i brani musicali da Techno. Hip Hop. Trip hop. Salsa. Gli obiettivi sono quat- CD in formato .wma e salvarle sull’hard disk interno, per tro: onorare gli artisti che realizzano musica per poi ascoltarle quando si gioca. Xbox è il Jukebox del nuovo videogiochi, che in Occidente non ricevono la dovuta at- millennio. tenzione. Secondo, riportare l’attenzione della comunità Dall’altra, gli appassionati che creano nuove versioni dei dei videogiocatori, sempre e comunque proiettata al più grandi successi ludo-musicali. Musicisti militanti, futuro, verso il passato, quando artisti come Rob Hubbard emulatori convinti, otaku che creano un’elettronica che creavano capolavori lavorando su una tecnologia incre- non si prende mai troppo sul serio. Artigianale e speri- dibilmente limitata. Terzo, dare l’opportunità a remixers mentale quanto volete, ma pur sempre elettronica. Del ed appassionati di esprimersi liberamente con il medium resto, le colonne sonore dei videogiochi classici sono come digitale. Last but not least, per divertirsi. le madeleines proustiane: rimandano ad un passato che Siti come GameMusic, VGMix OverClocked ReMix [cura- non esiste se non nell’immaginazione aurale di giocatori to dall’immarcescibile Dj Pretzel, ventitreenne appas- che non vogliono saperne di crescere. Ma la sindrome da sionato di technologia che vive in Virginia, negli Stati Peter Pan è solo una delle ragioni di un fenomeno, quello Uniti] offrono gratuitamente centinaia di arrangiamenti della videogame music, cresciuto a livelli impensabili solo di videogiochi di culto. VGMusic offre una serie di se- fino a pochi anni fa. quenze MIDI di brani di giochi più o meno famosi. Le scuole di pensiero sono due: da una parte i remixers, Zophar’s Domain ha un archivio di rips di colonne sono- dall’altra gli arrangiatori. I primi reinterpretano un brano re ludiche. Da Frogger a Super Mario Bros, senza passa- videoludico a partire da materiale sonoro già esistente. I re dal via. Il formato è quello “classico”, MP3. Lunghez- secondi lo riscrivono ex novo. E sono proprio questi ulti- za massima: 15 minuti. Brani irresistibili che talvolta 72 72
  • 15. fanno tenerezza, talvolta infiammano. Brani che hanno brano cantato dall’artista Rikku di Final Fantasy X, che si quel calore pop che diventa colore, con synth che non sa è tradotto in uno straordinario successo di vendite. Sem- decidersi tra l’analogico e il digitale, un flashback aurale pre più spesso, inoltre, le case che producono videogiochi che ci riporta ai primi anni ottanta. Suoni a volte un po’ si rivolgono a compositori professionisti. È il caso del omogenei, altre irresistibili ed impensabili. Come il remix best-seller per PlayStation2, Metal Gear Solid 2: The Sons Jungle di Bubble Bobble firmato da Astroboy, quello of Liberty di Hideo Kojima. La colonna sonora porta la SpeedGarage di Deakin Scott o il mitico Mute Radiology firma di Harry Gregson-Williams, autore dei brani di film di DJ Pretzel, un divertissement sul tema di F-Zero. L’esi- come Shrek, Spy Game e Armageddon. Il 4 maggio 2002 larante AcidTechnoTrip (tuttoattaccato) di The Sims cu- si è svolto a Tokyo il primo concerto di musica video rato da Daknit… I migliori arrangiatori stanno lavorando ludica. Organizzato da All-About, uno dei più popolari a “Project Majestic Mix: A Tribute to Nobuo Uematsu”, internet provider, l’evento ha coinvolto personalità del un omaggio al grande compositore di Final calibro di Shinji Hosoe (Namco, Ridge Racer ), Jun Fantasy, che in Giappone è idolatrato quan- Kobayashi (Sega, REZ ) e Yuzo Koshiro (Sega, to una pop star (insieme all’amico/rivale Shenmue). Ma non vanno dimenticati di sempre, Koji Kondo, autore della co- anche le serate del lonna sonora di The Legend of Zelda). Soundlab di New York, con E a proposito dei grandi autori, ci sono gli happening dedicati ai in rete decine e decine di siti dedicati suoni dei videogame curati ai più grandi compositori di musica da DJ Spooky, Anti-Pop videoludica. Oltre a Kondo e Consortium, Cannibal Ox e con Uematsu vanno segnalati anche i visual di Madame Chao, Koichi Sugiyama (autore del Fondue, How2, PanOptic, Luke soundtrack del primo gioco di and Blip. ruolo “moderno”, Dragon Infine, vanno ricordati meta- Quest), Yuzo Koshiro (Bare videogiochi come Frequency (Sony, Knuckles, Actraiser ), PlayStation2) il cui gameplay con- Yasunori Mitsuda ( Chrono sente nel mixare brani di house, rap, Trigger, Xenogears) Yoko Shimomura trance, drum’n’bass e alternative rock ( Parasite Eve, Front Mission ), Noriyuki in tempo reale in allucinanti gallerie di Iwadare (Lunar Series, Grandia), Hiroki Kikuta (Seiken suoni e luci che ricordano Tron e Denetsu 2 e 3), Kenji Ito (la serie di SaGa), Yoko Kanno Tempest. Soundtrack curato da artisti (Romance of the Three Kingdoms, Nobunaga’s ambition, come Orbital, Meat Beat Manifesto, Funkstar De Luxe, Uncharted Waters), Motoi Sakuraba (la serie di Shining, Paul Oakenfold, Roni Size, Lo Fidelity All Stars, Fear i giochi della Wolfteam, Beyond the Beyond), Masaharu Factory, BT, Juno Reactor, DJ Q-Bert, Jungle Brothers, Iwata & Hitoshi Sakimoto (Final Fantasy Tactics, Ogre Curve, Akrobatik e Dub Pistol. Battle ), Noriko Matsueda ( Front Mission , Bahamut La musica del futuro non si ascolta: si gioca. Lagoon), Bjorn Lynne (X2, la serie di Worms), Alistair Brimble (attivo sin dai tempi degli otto bit), Tommy Tallarico (la popstar americana della game music), Jeremy Links Soule (Total Annihilation, Secret of Evermore), Mark OverClocked Remix (http://remix.overclocked.org) Seibert (i giochi della Sierra, Quest for Glory), Chris VGMix (http://www.vgmix.com) Hulsbeck (il re della musica su Amiga), Michael Land (i C64audio (http://www.C64audio.com) giochi LucasArt), Jesper Kyd (Red Zone, Scorcher, Soundtrack Central (http://www.altpop.com/stc/) Messiah) e molti altri. Retrogames (http://www.retrogames.com) E non va poi dimenticato il sempre più pervasivo feno- Zophar’s Domain ((http://www.zophar.net/index.phtml) meno dei dance games, in particolare dei bemani targati GameMusicRevolution (http://www.gmronline.com/) Konami. In Giappone, i soundtrack videoludici dei bemani, GameTrax (http://www.gametrax.net/) come la serie di Dance Dance Revolution, spesso supe- GamingForce Audio (http://www.gamingforce.com/audio/) rano popstar americane dalle classifiche dei CD più ven- Project Majestic Mix (http://www.MajesticMix.com) duti. Fate un giro su Dance Dance Revolution Freak per Soundlab (http://www.soundlab.org) un’immersione di J-Pop allucinante. L’ultimo esempio è il Dance Dance Revolution Freal (http://www.ddrfreak.com) 73 73
  • 16. ROBERTO PACI DALÒ E L’ESPERIENZA DI GIARDINI PENSILI Gettarsi nel precipizio che separa la musica dal suono A volte mi chiedo quale sia la finalità di un’intervista. Sovente la s’intende come un semplice veicolo promozionale, che ha ridotto molti dialoghi fra musicisti e giornalisti ad un’accozzaglia di luoghi comuni preconfezionati. Mancano spesso le argomentazioni per risvegliare un briciolo di curiosità, e non si trova il terreno su cui poggiare qualsiasi conversazione degna di questo nome. Roberto Paci Dalò supera di slancio questa trappola e ci offre un “racconto artistico”, questo sì di grande interesse, sul divenire della sua ricerca. Non mi pare il caso di sviluppare oltre questo cappello introduttivo rimandandovi per ogni ulteriore approfondimento, biografico ed artistico, al sito web di Giardini Pensili, che sarà un seguito ideale a quest’intervista e permetterà ad altri di conoscere un artista italiano di spessore internazionale. UT: Da dove nasce l’interesse di ar- vo per poi collocarsi in un universo tisti come John Cage, Robert Ashley, ideale? Possiamo immaginare un Giya Kancheli per il tuo lavoro e che rapporto dialettico fra questi due cos’è Giardini Pensili? estremi? Roberto Paci Dalò: Sul campo! Con Penso a un rapporto profondo tra John Cage c’è stata una lunga ami- questi che in realtà non vedo come cizia fatta di visite a casa sua tutte “estremi”. Ogni opera realizzata è le volte che mi sono trovato a New fortemente debitrice del luogo e del York. Durante queste visite non si particolare momento di creazione. parlava molto di musica preferendo Penso anche che sia presente una foyer Kancheli (che all’epoca parla- argomenti come la cucina o l’osser- dimensione performativa in qualsi- va esclusivamente russo e vazione della natura. Con Cage ho asi circostanza, anche di fronte alla georgiano) mi ha abbracciato in si- assistito a concerti di altri musicisti cosiddetta ‘riproduzione dell’opera’. lenzio per qualche minuto scatenan- guidato dai suoi commenti (sempre Per fare degli esempi concreti: il ci- do la commozione dei presenti. partecipi e sempre dolcemente iro- nema è solitamente considerato una Dopodichè ha scritto un bellissimo nici). Ho incontrato Bob Ashley al forma “chiusa” nel senso che, una commento al mio lavoro. Tempo termine di un mio concerto a New volta terminato, il film resta uguale dopo mi aveva anche proposto di cu- York. Ashley ha mostrato sincero a se stesso per sempre. Ora assi- rare la regia di un suo lavoro. Anco- entusiasmo per il lavoro chiedendo- stiamo invece a film che vengono ra non è stato fatto però potrebbe mi se poteva interessarmi eseguire rilavorati uscendo di nuovo nelle sale succedere in futuro. Giardini Pensili sue musiche per clarinetto. Devo dire a distanza di anni. Questo comporta è l’ensemble multidisciplinare che che amo il lavoro di Ashley e il par- in certi casi durate maggiori con l’in- dirigo, nato nel 1985. È con Giardini ticolare rapporto tra parole e suono serimento di scene inizialmente ta- Pensili che produco tutti i miei pro- che riesce a costruire nelle sue ope- gliate. Ma non solo questo. Infatti la getti grazie a una serie di collabora- re. Con Kancheli c’è una amicizia qualità della proiezione modifica la zioni con artisti, programmatori, te- nata durante il mio soggiorno a Ber- percezione dell’opera. Gli autori co- orici da tutto il mondo. lino dal 1993 al 1995 come ospite noscono talvolta autentici momenti del DAAD. La stima reciproca molto di orrore nel vedere il proprio lavoro Alla luce delle tue esperienze si può forte - legata anche alla mia passio- duramente colpito da suoni sbaglia- intendere l’arte ed in particolare la ne per la tradizione musicale ti, colori non giusti e così via. musica come calata all’interno di un georgiana - si è ulteriormente raf- Questo dà al film una fragilità e universo fenomenologico, riferendo- forzata nel febbraio 1994 al termine mutabilità che contraddice i luoghi la ad un evento ed a uno spazio? di una replica della mia opera comuni del cinema come arte Oppure la partitura resta ancorata “Auroras” allo Hebbel Theater. Nel “statica” nella sua forma. Ho sentito esclusivamente al processo creati- a cura di Enrico Marani metamorfosi (con Anna Bonaiuto) foto di Luca Botticelli 26
  • 17. storie straordinarie recentemente no si sviluppa contribuisce fortemen- ferenza cruciale che separa il suono dove un autore come Stanley te alla sua struttura. Le circostanze dalle altre arti: il suo esistere nella Kubrick conosceva i luoghi di pro- indirizzano la scelta dei materiali e fisicità dello spazio; il suo esistere iezione dei suoi film in tutto il mon- il suono usato per una installazione quindi nella messa in risonanza del- do e verificava telefonicamente che (come nel caso di Ozio) risponde a l’ambiente. Echi, riverberi, frequen- i mascherini dei proiettori fossero criteri diversi rispetto al suono cre- ze. Pensiamo all’utilizzo di alcuni giusti o che il suono fosse diffuso in ato in performance. Ma anche nel autori delle frequenze “estreme”: sala correttamente. caso in cui i due suoni siano esatta- molto gravi e molto acute quasi mente gli stessi (ad esempio il suo- subliminali, dove la musica si fa suo- La musica elettronica, pensi sia le- nare una traccia del cd in concerto) no e il suono crea un’architettura pa- gata all’incedere della tecnica, che quella che è radicalmente diversa è rallela e invisibile dello spazio. Ogni le ha dato un forte impulso, o credi la percezione del pubblico che infat- edificio ha così due architetture com- che ormai si sia sedimentata come ti cambia anche nome: da ‘spetta- plementari, una visibile e l’altra in- linguaggio indipendente dal proces- tore’ di un concerto, diventa ‘visita- visibile. Il gioco drammaturgico tra so tecnico? tore’ di una installazione. Il montag- questi piani definisce territori altri Anche in questo caso vedo una gio, che nella performance è nelle che hanno a che fare con un compresenza tra queste due rifles- mie mani, diventa nell’installazione auspicato mistero. sioni. Allo stesso tempo la musica possibilità del visitatore che decide elettronica è fortemente legata al- quindi come ricombinare - a sua di- Ascoltando molte tue composizioni, l’evoluzione tecnologica - penso ad screzione - i materiali e la scansione si ha la netta percezione di incon- esempio alla miniaturizzazione e alla temporale. Un concerto dura il tem- trare progetti sonori, sovente pen- “laptop music” - e contemporanea- po che decido io, un’installazione può sati a partire da precisi luoghi fisici mente esiste una pratica dell’ascol- essere visitata in 3 minuti come in o mentali. Il processo creativo che to del suono in generale debitrice ore. presiede al tuo lavoro parte comun- della cultura elettronica. Ma questa que da precise sollecitazioni e com- è la storia della musica e del suono. A proposito del tuo lavoro OZIO, missioni o si sviluppa anche in as- senza di detti stimoli, senza partire Un certo modo di trattare gli stru- commissionato in occasione del pre- cioè da precise coordinate? menti tradizionali (e anche la voce mio Trattocontinuo per la grafica Entrambe. Talvolta si tratta di com- in certi casi) è legato all’allargamento Europea, sono rimasto colpito dalle missioni di musica “tout-court”, al- dello spettro auditivo provocato dal- note di copertina là dove operi una tre volte sono commissioni in rela- l’elettronica. distinzione fra musica e suono, de- zione a uno spazio ben definito. Al- finendo quest’ultimo come “qualco- tre volte ancora è una mia idea che È lecito parlare di un’identità propria sa di ben più grande della musica”. nasce a tavolino e che poi trova for- della musica elettronica? Oppure Potresti ampliare ed argomentare ma in uno spazio dato. Mi piace siamo in presenza di un perenne mu- questa distinzione ? molto ascoltare musica (sembra tante? Privo cioè di un’identità fon- La musica è un dettaglio (ben orga- un’ovvietà) ma molta della musica dante. Che importanza ha l’evento nizzato) del suono. Da John Cage in che ascolto non ha direttamente a attraverso cui, od in cui, si dispiega poi (ma anche prima di Cage) non che fare col mio lavoro. Infatti tra i una composizione elettronica? possiamo non tener conto di un miei ascolti preferiti c’è musica ba- Vedo un’identità della musica elet- soundscape nel quale siamo peren- rocca e in particolare lavori per vio- tronica, ma si tratta di un’identità nemente immersi e che è fatto dai la da gamba e per voci. Ho dei brani della mutazione. Una non rigidità che suoni da noi prodotti (cosidetta ‘mu- come le “Leçons de Tenebres” di fa sì che l’elettronica definisca un sica’) in relazione con i suoni am- François Couperin (nella territorio del possibile, teso ad am- bientali dove quindi sono collocati intepretazione di Alfred Deller) che pliare la percezione del suono in ge- spazi di (apparente) silenzio che mi accompagnano da decenni ormai. nerale. Non bisogna dimenticare che mettono in risalto il luogo stesso. tanta musica elettronica lavora sul Un’altra fascinazione emersa ascol- campionamento di suoni analogici Pensi che la musica elettronica pos- tando alcune tue composizioni é le- permettendo spesso di azzerare l’an- sa “gettarsi” nel precipizio che se- gata all’evidente volontà di utilizza- tica distanza tra suono e rumore. para il suono dalla musica cercando re ogni fonte sonora come “sirena L’evento è per me fondamentale. Il un’unione impossibile? evocatrice”, di trance nel caso di luogo nel quale un certo tipo di suo- Esatto. Anche considerando la dif- saturazioni ritmiche, o di spazi 27
  • 18. architettonicamente possibili, là Perché è ancora assente nel nostro (Montevideo e GMEM) dove sto svi- dove le atmosfere si fanno più rare- paese quella rete di fruttifero scam- luppando ulteriori utilizzi di software fatte o puntuali. Il suono, nella sua bio ed infezione fra musicisti inte- per la spazializzazione del suonoin accezione naturalistica o nelle sue ressati alla musica elettronica, che un progetto con la scrittrice Colette forme digitali può essere inteso invece appare svilupparsi impetuo- Tron. Altra residenza permanente è come una sorta di sciamano dome- samente in tutta Europa? al FutureLab di Ars Electronica stico? In proposito il moderno musi- Questa assenza non riguarda solo la Center di Linz in Austria e STEIM di cista elettronico può guardare con musica elettronica. L’Italia è il luogo Amsterdam dove sviluppo sistemi interesse a determinate esperienze principe della disorganizzazione. interattivi per i miei progetti. musicali legate a civiltà diverse da Luogo che produce (secondo i più “Dust” è il mio nuovo solo elettro- quella occidentale? Questo sguardo diffusi luoghi comuni) tanti artisti che nico che sarà pronto in tournée da fa parte del tuo bagaglio artistico? però hanno la necessità di trovare maggio mentre continuano le pre- Lavoro sul “problema trance” da altrove i luoghi e le strutture in gra- sentazioni di “Blue Stories”, live ci- sempre e ho creato una serie di ope- do di presentare il lavoro. In parti- nema con musica rigorosamente dal re che pensano alla trance da più colare una cosa che manca in Italia vivo. Il progetto sta andando molto punti di vista. Non solamente quindi è la continuità nel rapporto con gli bene e - dopo la selezione ufficiale i 180 bpm di area techno, ma anche artisti al di là dell’estemporaneità del al festival del film di Locarno - sono una trance minimale quasi silenzio- singolo evento. Questa continuità previste presentazioni in Europa e sa. La parola sciamanesimo è perti- permette la creazione all’estero di Nord America. In agosto inaugure- nente e ho sempre lavorato anche progetti che in Italia difficilmente si rò una installazione interattiva suo- su culture musicali non occidentali. riescono a sviluppare in modo così no/luce nella miniera di Jesenice Ma non mi ha mai interessato la fi- strutturato e coerente. (Slovenia), in ottobre ci sarà la pri- losofia patchwork di tanta ‘world ma di un lavoro di danza e elettro- music’ e chiaramente aborrisco stra- In questa deficienza qual è il ruolo nica live ad Atene. Lavorerò in no- ni fenomeni come la cosidetta ‘new della committenza pubblica e priva- vembre a un progetto tra Vienna, age’. C’è da dire che in molti negozi ta? Graz e Roma con - tra gli altri - di dischi si trovano sotto l’etichetta Non sono chiaramente in grado di Jerome Nothinger (Metamkine). Sto new age artisti come Steve Reich o dare una risposta a questa doman- poi definendo alcuni lavori in duo con Meredith Monk! In questo mio lavo- da. È un mistero. C’è da dire che musicisti come Philip Jeck (Londra), ro sulla trance c’è la collaborazione anche l’Italia è “plurale” e nelle molte il violoncellista Jean-Paul Dessy fondamentale con la “Scuola J. Italie ci sono quindi anche spazi, (Bruxelles) e David Moss (col quale Bleger” di Rimini diretta da Leonardo network e persone capaci di pensa- lavoro da 10 anni!). Altro progetto Montecchi. Un posto molto partico- re in maniera continuativa all’elabo- di relazione tra parola e suono è lare che ospita regolarmente perso- razione di processi artistici. Però “Rimi” con lo scrittore Gabriele Fra- ne come Georges Lapassade. spesso queste organizzazioni non sca. Si tratta di un lavoro totalmen- sono in grado di creare un network te a quattro mani che conoscerà Se la musica elettronica ha “un’iden- a causa del basso livello di comuni- performance, spettacoli e uscite edi- tità debole” credi, come sembrano cazione tra di loro. toriali inusuali. Il Kronos Quartet mi confermare i tuoi progetti che possa ha chiesto un nuovo pezzo che do- interagire con altre arti poteziandone Puoi parlarmi dei tuoi prossimi pro- vrei riuscire a terminare entro la fine la reciproca fruizione? E se ritieni getti e delle ricerche che stai svilup- dell’anno (spero!) e fin da ora sto che questo sia possibile , come evi- pando ? lavorando a “Morse”, un nuovo spet- tare che una forma espressiva si Arduo sintetizzare. Diciamo che non tacolo che sarà interamente creato ponga come “sfondo” dell’altra? smetto di studiare per cui continua- e presentato in prima a Bruxelles Non penso che la musica elettronica mente ci sono nuovi software di cui nell’autunno del 2003. Si tratta di abbia una “identità debole”. Credo mi devo “impadronire”. Riesco a farlo un lavoro abbastanza complesso e il piuttosto che sia necessario parlare anche grazie a collaboratori di valo- tempo non è mai abbastanza. di identità plurime e parallele. Abi- re come il mitico hacker Jaromil col tando un tempo del parallelismo, quale sto sviluppando da anni pro- Informazioni on-line sul tuo lavoro? Il sito di Giardini Pensili è http:// anche la musica elettronica defini- getti basati su software open source giardini.sm. È aggiornato quotidiana- sce (spesso con grande precisione) per la gestione di suono e video live. mente e comprende numerosi file au- questa definizione della possibilità. In questo pratica dello studio si dio e video. Posso essere sempre con- inscrivono residenze a Marsiglia tattato via email a: dalo@giardini.sm 28
  • 19. BLUE STORIES BACKGROUND COSA SIGNIFICA ‘LIVE CINEMA’? “Accoglimi, deserto. Accogli l’ombra nera Live Cinema è un ulteriore passo verso il futuro del cin- che si addentra smarrita in te, ema. Questo significa che, attraverso l’uso di tecnologie nella distesa di dune, questa piccola ombra digitali, è ora possibile non solo lavorare su produzioni a che ha divorato di nuovo la sua pillola, basso costo, ma anche ripensare al cinema come per- che divora anche te con gli occhi, la tua maniera di essere e di non essere, forming arts. Ritrovando l’emozione del cinema degli la tua sabbia illuminata, dove si consuma albori attraverso le tecnologie più innovative e creando il caos di questa follia.” un set dove l’azione accade dal vivo di fronte al pubblico. Ingeborg Bachmann Il desiderio di molti: essere sul set di un film. Blue Sto- ries è tutto questo. Roberto Paci Dalò / Giardini Pensili Fotogrammi del video Il progetto procede accumulando materiali e combinan- do fiction con documentario insieme a esplorazioni urba- ne e architettoniche. Nella performance tutti i materiali sono mixati dal vivo creando un cinema da vivo che ri- porta all’emozione del pre-cinema realizzato attraverso camere oscure e lanterne magiche. Gioco in Blue Stories con la termi nologia e il linguaggio dei programmatori e in particolare del mondo Linux (release, open source) e allo stesso tempo della musica (version, remix). Testo guida di Blue Stories è Libro del deserto di Ingeborg Bachmann, pubblicato in Italia da Cronopio Yves Klein e Derek Jarman mi guidano nel mondo del Edizioni. Nel volume vi sono due testi Libro del deserto e blu, della visione e dell’ascolto. Insieme a loro il fonda- Verrà la morte (Wüstenbuch e Der Tod wird kommen). mentale lavoro di Dziga Vertov con il suo Kinoglaz. Una riflessione a tutto tondo sul cinema che ricollega il cine- Blue Stories ha già operato a Roma (Roma Remix) il 13 ma degli albori con le nuove tecnologie digitali per arri- marzo scorso a Rialto/S.Ambrogio. vare a evocare un particolare artigianato nuovo e antico Questo il testo della presentazione: Roberto Paci Dalò/ allo stesso tempo dell’arte cinematografica. Dove tra Giardini Pensili presenta il suo nuovo progetto di “live expanded cinema e nuovi formati si può pensare a un cinema” già ospite di festival e rassegne in Italia, Sviz- cinema come arte del tempo. zera, Belgio, Austria e prossimamente in Canada e Ame- Attraverso la creazione di una serie di moduli acustici e rica Latina. visivi sviluppo una serie di performance “released” ogni BLUE STORIES ha fatto parte della selezione ufficiale volta in maniera più o meno diversa. Stanze e edifici del 54 Festival Internazionale del Film di Locarno ed è sono abitati dal cinema che è prodotto in tempo reale, in sostenuto da Italia Cinema quale esempio di innovativo performance, di fronte a un pubblico. Elettronica incontro tra cinema e tecnologie digitali. innovativa, città, paesaggi sonori, campionamento come Durata 45 minuti pratiche di lavoro. 29
  • 20. DALLA TERRA DI LAPTOPIA ECCO IL JAZZ DI “SECONDA MANO” Il problema con l’opera di Herbert è tutta nella calibratura, nella misura da tenere. Herbert, ormai non riusciamo più a tenerlo segreto, è l’artista che amiamo di più. E’ a fatica che riusciamo a evitare i toni enfatici quand mettiamo le nostre rapaci mani sulle sue opere. Ed è perfino imbarazzante notare quanta “intelligenza al lavoro” c’è in quest’opera di “suoni di seconda mano” che ci apprestiamo a recensire. Paolo Davoli cd cover + roberto ugolotti (live@maffia) L’occasione, straordinaria, è Qui, l’abisso filosofico è appena la summa di alcuni “ri- sfiorato. Quand’è che una trac- maneggiamenti” di brani pro- cia audio, nel campo dell’elet- pri e di altri artisti, pratica tronica, si può definire “finita”? conosciuta qui in Occidente Ripetizione è perversione? So- come “remix”. miglianza è diseguaglianza? Il Il lavoro è assai fantasioso, “re-cycling” è eticamente leci- data la capacità conclamata to? La traccia sonora è come di Matthew Herbert di “pos- quel fiume di Eraclito in cui “non sedere” creativamente, e ci si bagna mai due volte”? quindi di giocarli in senso estetico, generi musicali Artista non indifferente al mon- quanto mai lontani tra loro – do e alle idee, Herbert si lascia jazz, house, dub ed electro- prendere assai spesso dalla breakbeat – e di amalgamarli teoresi e dalla malinconia pop in fruttuose e fantastiche allo stesso tempo, per cui gli circonvoluzioni aurali. Il con- capita di “frequentare” Deleuze cetto teoretico che sta dietro e di sentire invece Louie Austen, l’albo è quello della “seconda di calibrare pensieri alla mano” cioè del “montaggio” Amartya Sen e di rivisitare in- di essenze che hanno “assen- vece Motorbass e Moloko. ze di origini assegnabili” come “Pensare non rende felici” scris- nel caso della manipolazione se Michel Foucault, così Herbert – infinita? – di propri brani. rileva che “remixare non rende 30
  • 21. felici”, ed ecco quindi che ogni sionato di nightclubbing e brano, soprattutto proprio, diven- “assemblement” no- ta per lui una sfida, un turbinio di global; la filosofia e l’agire dadi, un caleidoscopio di jazz alie- herbertiano ha il pregio, nato digitalmente in cui trasloca- infine, di scardinare parec- re la tecnica libertaria dei suoni chi luoghi comuni dell’ac- dei vecchi leoni giamaicani come cademia bolsa e della club King Tubby. E questo trasloco culture edonista. Una par- avviene a Laptopia, il luogo del- te del futuro della nostra l’utopia elettronica, della musica passa qui, nella contemporaneità della technè da rete memorabile di suoni laptop, della musica da club ri- che Matthew Herbert ri- combinata con l’agire da elabora instancabilmente “bricoleur” sovversivo che tanto per noi. lo intriga. “Secondhand Sounds”, di I risultati sono veramente innumerevoli ascolti futu- “monumentali” e sorprendenti. ri, rimarrà nostro commo- Herbert è la quintessenza dell’ar- vente compagno… tista contemporaneo: si trova a proprio agio sulla tastiera del pia- HERBERT noforte come su quella del pc, è SECONDHAND SOUNDS lettore accanito di Marx e Cage, (HERBERT REMIXES) ascoltatore partecipe di Bordieu PEACEFROG UK 2002 e Coltrane, frequentatore appas- 31
  • 22. MADDSLINKY Due passi per un altra attitudine Damir Ivic Roberto Ugolotti e Andrea Rozzi Conoscete Zed Bias? I frequentatori stretti del Maffia Rocca), presente nei lavori Maddslinky nella doppia veste probabilmente sì, lo conoscono bene, ma in ogni caso di compositore e flautista, e prossimamente socio di Dave basti semplicemente dire che si tratta di una delle grandi Jones nel progetto DaLuq. eminenze del 2 step britannico (è lui il compilatore della In questi giorni vede la luce l’lp, “Make Your Peace” storica raccolta “The Sound Of Pirates vol. 1”, nonché (la presentazione è avvenuta al londinese Cargo il 23 l’autore della hit “Neighbourhood”). Insomma, se ora in maggio, con la presenza di tutti gli ospiti del cd), disco UK si fa un gran parlare di 2 step (o di “uk garage”, se che finora è stato preceduto dai singoli “Darkswing” e preferite) lui ne è uno dei principali colpevoli, uno degli “Reject”. Fra i vari dj a cui sono stati commissionati dei originatori. Eppure proprio adesso che si potrebbe remix figurano nomi di grande levatura, ad esempio Ian monetizzare senza troppa fatica quanto seminato in Pooley, ma al di là di questo Maddslinky già con le prime passato con qualche produzione ben assestata, ben uscite in vinile dei mesi scorsi ha dimostrato di essere commerciale e ben semplice, Dave Jones aka Zed Bias una delle realtà più calde e stimolanti della nuova scena va a concentrarsi su un altro progetto, più complicato e dance britannica, quella più cool e raffinata ma in cerca meno adatto a fare grandi numeri. Una correzione di al tempo stesso di sperimentazioni ritmiche che ne rotta? ridefiniscano i confini. “Maddslinky è nato come un Maddslinky, questo il nome del progetto, è per Dave la progetto secondario, ma col tempo mi ci sono “reincarnazione” più jazzy, dove l’incedere secco e appassionato. irresistibile del beat spezzato tipico del 2 step si fonde L’idea di base era comunque quella di creare qualcosa con venature funk e soul. Più cura, più raffinatezza. Giusto che andasse nella direzione opposta, a livello di attitudine, nel momento in cui la So Solid Crew, con la sua evidente rispetto all’attuale scena uk garage. Niente immaginari ed orgogliosa rozzezza e approssimazione musicale, facili, niente catenoni, belle donne e vestiti eleganti, monopolizza l’attenzione di tutti i media anglosassoni. niente musica di facile impatto. Già la mia incarnazione Diverse geografie della uk garage. musicale come Zed Bias è tendenzialmente rivolta a Attorno a questo progetto ha radunato alcuni partner questa scena, pur non accettandone i risvolti più dozzinali; qualificatissimi: fra gli altri, Will White (già coi volevo provare a fare qualcosa di inedito, di diverso, di Propellerheads), Kaidi Tatham (meglio noto come Agent più raffinato”: queste le parole di presentazione di Dave K, tastierista degli Herbaliser), Kevin Robinson (Incog- Jones. Prosegue così: “La scena uk garage in questo nito, Jazz Jamaica), Juiceman e Luca Roccatagliati (dj momento è comunque sotto il fuoco dei media. Creano 38
  • 23. allarme anche quando non ce n’è bisogno, molte date collaborazione si trovano nel secondo volume di “Illicit vengono cancellate per paure sull’ordine pubblico. E’ Sounds Of Maffia”): “Ci siamo incontrati l’anno scorso davvero una brutta situazione”. durante un tour con vari dj, qua in Italia. Un incontro Su quello che può essere il ruolo del dj, Dave comunque quasi casuale, quindi. L’intesa è stata subito totale. Rocca ha qualche parola da spendere: è un dj con un grande gusto “Sì, certo, a me piacciono le cose musicale, nonché uno con cui è raffinate, me se fossi per assurdo facile andare d’accordo”. obbligato a fare una scelta netta Un ultimo accenno va fatto ad fra eleganza ed energia, io come L’idea di base era un’altra attività collaterale di mr. dj dovrei per forza optare per comunque quella di creare Jones, ovvero quella di l’energia. Fermo restando che un giornalista: collabora infatti buon dj set deve essere una qualcosa che andasse nella regolarmente con Jockey Slut, combinazione fra le due. E’ anche una delle riviste più autorevoli di vero però che oggi il termine di direzione opposta, a livello musica elettronica e dintorni. “dance music”, e di conseguenza di attitudine, rispetto “Quando recensisco dischi cerco quello di “dj”, viene utilizzato in di essere più franco possibile. maniera mooolto estensiva. all’attuale scena uk garage. Non è facile. Questo mi Prima la dance music, come dice Niente immaginari facili, sottopone al rischio di farmi una il nome stesso, era la musica che cattiva fama nella scena, lo so. doveva farti ballare, e il dj quello niente catenoni, belle donne Però considera questo: fare che la sceglieva per raggiungere dischi costa un sacco di soldi, e e vestiti eleganti, niente al meglio questo scopo. Ora è se io riesco a far capire a tutto molto più complesso a musica di facile impatto. qualcuno che fa meglio a non vario”. gettare via soldi producendo Un dj con cui Dave Jones ha brani scarsi, beh, penso proprio collaborato e con cui collaborerà che gli sto facendo un favore”. è, come accennato prima, il buon Siete pronti a mandare i vostri Rocca del Maffia Sound System (alcuni frutti di questa provini a Dave Jones aka Zed Bias? 39
  • 24. FESTIVAL MEET ME FESTIVAL Una sana giornata attorniati da musica elettronica ad A tirare le fila ci sarà sempre la crew di Taotech, in colla- alto livello. La possibilità di scegliere tra spazi diversi, di borazione con la gente del Sub Sub, uno dei locali più giostrare il numero dei bpm da affrontare ballando. forti di Lubiana. Aspettatevi dodici intense ore: le danze L’opportunità di venire a contatto con realtà diverse, storie iniziano alle 20 per finire alle 8 del mattino dopo. di musicisti, persone, amanti del beat. Chiunque abbia Quattro gli spazi: uno regno della techno, uno devoto affrontato l’esperienza di un festival di musica elettroni- alla house, uno dedicato alla progressive e, novità di ca ben organizzato è tornato a casa ben contento, pron- quest’anno, una quarta tenda che esplorerà i territori to a ripetere l’esperienza. che si estendono dal breakbeat più fantasioso fino alla Segnatevi la data del 13 luglio, allora: nella vicina chill out – il tutto sotto la gestione dell’accoppiata Maffia/ Slovenia, terra di grande bellezza, quest’anno si svol- Mantra Vibe, con altri ospiti. gerà per il secondo anno consecutivo Meet Me, un festival Qualche nome per le altre tende: Blake Baxter è collabo- che non sfigura assolutamente a confronto con le gran- ratore di vecchia data di Jeff Mills, e nel 1991 entrò a far de adunate britanniche come Homelands, Glastonbury, parte del collettivo Underground Resistance (uno dei Creamfields. capitoli più importanti di sempre nella storia della techno); Quest’anno il tutto si svolgerà a Divaca, città facilmente successivamente ha stretto contatti con la scena euro- raggiungibile dall’autostrada che collega Trieste con la pea attraverso la berlinese Tresor, il punto di riferimento capitale Lubiana. per tutti i technofili europei, con cui collabora ancora Mediablitz press office 56
  • 25. attivamente. Lo svedese Christian Smith nel 1999 è definitivamente entrato nel roster della In-Tec, l’etichet- ta di sua maestà Carl Cox; cresciuto musicalmente se- guendo le storiche serate di Sven Vath all’Omen, col pas- sare degli anni ha sviluppato uno stile personale e rico- noscibile che combina elementi di techno e house innervando il tutto con un feeling funky. Lucien Foort è uno degli astri contemporanei della progressive, con par- tecipazioni a Cream, Gatecrasher, Dance Valley; attratto da sonorità trance, pone una grande cura nel costruire groove ipnotici e trascinanti. E poi molti, molti altri… Appuntamento al 13 luglio, dunque. Dodici ore di musi- ca, stand di vario genere, attrazioni collaterali, in gene- rale grande cura in tutti gli aspetti organizzativi e logistici: il Meet Me promette bene. Per ulteriori info, fate un giro su www.meet-me.com. TECHNO ARENA BLAKE BAXTER (Tresor Rec., USA) CHRISTIAN SMITH (Tronic rec., Rotation rec., Primate rec., SWEDEN) GAETANO PARISIO (Conform Rec., Zenith Rec., ITALY) RINO CERRONE (Rils Rec., ITALY) VEZTAX (Interparty, SLO) UHURU (Taotech,Irie music, SLO) IAN F (Flux,SLO) LUYGI VAN (Kazumi rec.,SLO) PSIHO (Annuaki Rec.,SLO) ULIX (Download,SLO) EROTICA + ROMANCE ARENA ROTOR (Rotosphere,SLO) LIVE CONCERT ALEKSIJ (Matrix Music,SLO) TURNMASTER TIM (ag, Austria) EDY THE FISH (Cool Running Rec., Loud Bit Rec.,SLO) FABRICE (Mantra Rec., ITALY) MATIS (Cream Dance Club,SLO) TAOTECH PROGRESSIVE ARENA LUCIEN FOORT (www.singularity-cd.nl, HOLAND) CRAZY LEMON (Taotech, AG, CRO) ARMANDO (Interparty,SLO) KRIZS (Taotech, SLO) MAFFIA˛& IOD ARENA MAFFIA SOUNDSYSTEM MANTRA VIBES 5th SUITE ALEX DANDI GROOVE SAFARI 57
  • 26. PRESS START TO PLAY: LA NU CULTURE TECHNOLUDICA si celebra proprio quest’anno il A quarant’anni di distanza dall’intro- ventennale) al cronenberghiano duzione del primo computer game eXistenZ. della storia - Spacewar! di Steve Il saggio/catalogo della mostra Russell - il video game sta finalmente porta le firme di accademici, gior- uscendo dal ghetto nel quale la co- nalisti, game designer, esperti di siddetta “cultura alta” lo aveva ingiu- new media come Gianni Canova, stamente confinato. La rinnovata vi- Jaime D’Alessandro, Riccardo sibilità del gioco elettronico trascen- Albini, Diego Malara, Sergio de la mera dimensione commerciale Pennacchini, Andrea Cuneo, Bob che, per quanto rilevante, non coinci- Cunningham, Testuya Mizuguchi, de necessariamente con gli orizzonti Alberto Jacovoni e Matteo Bittanti, della cultura contemporanea. Il diver- quest’ultimo docente di Teoria & timento elettronico ha fatto il suo in- Tecnica del Videogioco presso la gresso ufficiale/ufficioso all’interno Nuova Accademia di Belle Arti della dimensione museale. Si è aper- (www.naba.it). Si è aperta invece a Londra il 16 mag- ta infatti il 22 aprile 2002, al Palazzo delle Esposizioni gio, Game On: The Culture and History of Videogames (www.palaexpo.com) di Roma, “PLAY: Il Mondo dei (www.gameonweb.co.uk), una seconda manifestazio- videogiochi”. ne dedicata ai videogiochi. Organizzata dalla Barbican La kermesse videoludica, che non ha precedenti in Ita- Gallery in collaborazione con il Museo Nazionale di Sco- lia, resterà aperta al pubblico fino al 10 luglio 2002. zia, Game On resterà aperta fino al 15 settembre 2002. Curata da Jaime D’Alessandro e Maria Grazia Tolomeo, Anche in questo caso, la retrospettiva tematizza il ruo- PLAY ripercorre criticamente l’evoluzione tecnologica e lo dei video giochi nella società contemporanea. Dal culturale del divertimento elettronico. In esposizione primo computer game della storia (SpaceWar!, 1962) centinaia di filmati, disegni preparatori, sceneggiature alle meraviglie tecnologiche di Xbox e PlayStation2. La e story-board degli oltre 300 titoli che dal 1962 ad oggi mostra è arricchita dai contributi di varie personalità hanno segnato tappe cruciali nella storia dei video gio- del mondo dell’arte digitale nonché eventi satellite come chi. Quarant’anni di giochi e di sorprendenti innovazio- conferenze, rassegne cinematografiche, dibattiti e con- ni tecnoludiche. L’aspetto più interessante è che PLAY certi di artisti impegnati sulla scena elettronica come indaga anche il fecondo interscambio tra il mondo Mouse on Mars e Plaid. videogiochi e la cultura tout court. La mostra tematizza infatti le continue intersezioni tra videogiochi e cine- Per gentile concessione dell’editore e dell’auto- ma, pubblicità, letteratura, musica e televisione. L’even- re pubblichiamo di seguito il saggio SUL CINE- to si arricchirà anche della presenza di game designer MA DIGITALE di Matteo Bittanti, inserito nel ca- e artisti provenienti da tutto il mondo e di una rasse- talogo/libro di PLAY. Per ulteriori informazioni gna cinematografica di film che si ispirano all’immagi- vi rimandiamo al sito ufficiale della mostra: nario videoludico, dal Tron di Steven Lisberger (di cui play.tiscali.it/. website: www.telepresence.org 7474
  • 27. IL CINEMA DIGITALE OVVERO DELL’INFLUENZA DEL CINEMA SUI VIDEOGIOCHI “L’unico caso di videogame che a tutt’oggi conosciamo è il cinema. Solo il cinema coinvolge lo sguardo (il “video”) in un gioco” (Gianni Canova) Il Sensorama di Morton Heilig (1962) Il video gioco è una forma culturale che è emersa nel prodotto, negli ultimi anni, una serie di studi finalizzati ad contesto della rivoluzione digitale. Esso si colloca al illuminare la natura poliedrica del medium videoludico. crocevia tra cultura elettronica, cinema, animazione, Manca tuttavia, una vera e propria teoria videoludica. Se- letteratura, pittura, fumetto e ludus analogico. Come condo Marshall e Morris (2000), la difficoltà che gli studio- già notava Haddon nel 1981, i video giochi costitui- si hanno incontrato finora dipende dal fatto che “la cultura scono “un’industria culturale del tutto analoga a quelle ludica non si lascia incasellare facilmente nelle griglie del cinema e della musica” (p. 53). interpretative utilizzate per media tradizionali, e la pratica La nascita del mercato videoludico risale ai primi anni di ricondurre il video gioco ad analisi di tipo visuale e te- settanta, in un’era nella quale i critici e gli intellet- stuale, per quanto valida, non è sempre la più azzeccata” tuali avevano apertamente dichiarato la fine del ci- (p. 89). J.J. Gifford (1996, ¶ 1), ha provocatoriamente nema come terreno culturale pri- sostenuto che: vilegiato. L’emergere prepotente del video gioco coincide con un I giochi sono i genitali del mondo digi- significativo declino del consumo tale: vergognosi, ma necessari, spesso di cinema, un fenomeno comin- rappresentano le forze evolutive del ciato nei primi anni cinquanta che L’obiettivo medium. Per quanto siano la punta di “nessuno è stato in grado di spie- di questo saggio diamante dell’informatica, e siano ca- gare in modo sufficientemente paci di spingere al massimo le risorse comprensibile” (Turner, 1988, p. è di “prendere hardware, non vengono mai discussi in 14). Insieme a tecnologie quali il modo serio, eccezion fatta per la stam- videoregistratore, la televisione i video giochi pa specializzata o da capitalisti d’assal- via cavo e via satellite, i video gio- sul serio” e di to. chi hanno finito per ridimensiona- re il ruolo sociale e l’importanza illuminare Eskelinen (2001, ¶ 1) ha proposto un culturale del cinema. A questo interessante parallelismo: “storicamente proposito, Bolter e Grusin (1999) alcuni aspetti parlando, gli studi sui video giochi at- notano che “il film, la forma arti- della relazione che tuali ricordano quelli sul cinema negli stica più importante del ventesi- anni dieci del ventesimo secolo. In en- mo secolo […] rischia di venire su- li avvicina, trambi i casi, il grande interesse che si perato dai new media”. In realtà, è generato attorno al nuovo medium, questo sorpasso si è già ma al tempo non è stato accompagnato da una sua concretizzato, se non altro a li- stesso allontana, comprensione autentica.” vello economico: oggi, l’industria Per questo motivo, Jenkins (2000) ha dei video giochi fattura più di quel- (d)al cinema. recentemente invitato la comunità ac- la hollywoodiana1 . cademica, a “prendere il video gioco sul Accademici ed intellettuali hanno serio, dato che rappresenta una nuova Matteo Bittanti website: www.telepresence.org 75
  • 28. arte popolare, capace di dare una forma inedita alla sen- più film replicano l’elasticità cinetica del gameplay sibilità estetica del ventunesimo secolo” (p. 43) Ripren- videoludico, creando sequenze, come quella dei com- dendo le tesi esposte da George Seldes nel suo seminale battimenti di The Matrix, che sarebbero state impossibili studio sulla pop culture, The Seven Lively Arts (1924), prima della CGI” (p.4). Jenkins ha suggerito che “i video giochi sono un’arte I video giochi rappresentano un superamento del cine- “viva”, un’arte nuova, l’arte dell’era digitale”. Tale espres- ma, ma allo stesso tempo ne conservano lo spirito e la sione artistica, secondo il professore del MIT, “svolgerà missione originaria. Il video gioco recupera la preistoria nel ventesimo secolo il ruolo che il cinema ha avuto nel- del cinema e la trasforma in playstoria, riportando in l’era meccanica” (1999, p.117). primo piano l’idea di film come spettacolo, come attra- L’obiettivo di questo saggio è di “prendere i video giochi zione. Il video gioco, la frontiera del cinema2 , ne rappre- sul serio” e di illuminare alcuni aspetti della relazione senta, paradossalmente, la più piena espressione. che li avvicina, ma al tempo stesso allontana, (d)al cine- ma. La nostra tesi, infatti, è che il video game porta a Proto-cinema e divertimento elettronico. compimento il progetto primo ed ultimo del medium che Oki (1997) ha discusso la dialettica tra cinema e video lo ha storicamente preceduto. Tanto il cinema, quanto il giochi in termini di yin e yang, osservando che i film di video gioco, sono dispositivi tecnologici che fanno leva oggi “diventeranno sempre più simili ai video giochi, su una serie di strategie simili per realizzare il massimo mentre i video giochi diventeranno simili ai film”. La pri- coinvolgimento dello spettatore/fruitore all’interno della ma conseguenza è che “il pubblico non riuscirà più a situazione simulata. resistere alla tentazione di prendere parte alla narrazio- La dialettica tra video giochi e cinema è straordinaria- ne, quindi i creatori creeranno film dalla narrativa “ela- mente complessa. Per quanto non sia possibile, in que- stica”, caratterizzata da parametri manipolabili. L’audience sta sede, affrontarla in modo approfondito, è tuttavia prenderà parte ai film in forma di avatar. Presto tutte le importante ricordare che i due media stanno convergen- caratteristiche dei computer games saranno incorporate do a differenti livelli. Esteticamente, le loro barriere stanno nel cinema” (ibidem). Oki ha profetizzato anche la scom- diventando sempre più permeabili. Bolter e Grusin (1999) parsa delle sale cinematografiche e la loro trasformazio- hanno osservato che “allo stesso modo in cui i video ne in spazi di consumo domestici ed individuali. Ma già giochi prendono a prestito le marche di riconoscimento nel 1965, parlando del divertimento dell’anno tremila, del cinema ridefinendosi in termini di film interattivi, allo Alfred Hitchcock profetizzava l’avvento di “una forma stesso modo il cinema di Hollywood sta tentando di as- quasi ipnotica di intrattenimento, in cui lo spettatore sce- secondare l’ossessione contemporanea per i new media glie chi essere e quale genere interpretare, e in cui l’au- con il ricorso sempre più diffuso alla grafica digitale per tore, necessariamente, pone le basi logiche della storia ridefinire i film a narrazione lineare.” (p. 146). Un com- ed “indirizza” l’attore-spettatore verso una storia con mento analogo è stato formulato dal teorico dei video una trama ben compiuta.” Il regista sognava “un cinema giochi Poole, il quale ha notato che “nel momento in cui senza attori, con figure disegnate così dettagliatamente le potenzialità grafiche dei video giochi sono aumentate, da sembrare reali.” Hitchcock non lo sapeva ancora, ma i video giochi hanno cominciato ad assomigliare sempre il cinema che preconizzava era, in realtà, il video gioco. più ai film” (p. 71). Per converso, “il cinema si interessa Cinema e video giochi sono tecnologie di illusione. Rap- all’estetica dei video giochi e ai temi che essi trattano” presentano, ridefiniscono, distorcono e reinventano il (ibidem). Le tangenze tra cinema e video giochi sono reale. Cinema e video giochi creano mondi “alternativi” state sottolineate anche dal critico cinematografico visivamente condivisibili. La simulazione cinematografi- Newman, che ha osservato come “i game designer, molti ca, come quella ludica, è resa possibile dall’uso di una dei quali possono contare su budget normalmente riser- molteplicità di codici: immagini (fisse e in movimento), vati ai blockbuster, sfruttano il medesimo vocabolario suoni, tracce scritte, parole. In altre parole, cinema e visuale del cinema per creare i loro mondi. E nel mo- video giochi sono media sinestetici. E a differenza del mento stesso in cui il cinema diventa digitale, sempre romanzo, il film ed il video gioco sono anche sintetici e 76
  • 29. sincretici: combinano differenti arti e smo che, del cinema, è l’antesignano. discorsi. Brevettato da Henry Norton Marvin Come ha notato Skirrow (1986), “Seb- e Herman Casler nel 1894, il bene cinema e video giochi costruisca- L’ambizione mutoscopio era un’apparecchiatura no i loro rispettivi mondi in modi mol- che conteneva una sequenza di fo- to differenti, entrambi aspirano a im- del cinema di fran- tografie collocate intorno al perime- mergerci in un’esperienza totalizzan- tumare gli angusti tro di un tamburo. La rotazione ra- te che richiede la nostra piena atten- pida delle fotografie, per mezzo di zione, e che, nel contempo, tende ad bordi dello schermo una manovella, consentiva di simu- eclissare tutti gli altri mondi” (p. 121). lare il movimento. Il suo commento trova un’eco in e dare vita ad una Il mutoscopio dava al fruitore un con- Stallabras (1993), che nota come “nel dialettica con lo trollo dell’immagine decisamente su- tentativo di creare una realtà palpabile periore a quello delle tecnologie di ed unificata nel quale il giocatore può spettatore è stata visione precedenti, cinetoscopio in- operare, collegando risposte, visione cluso. Esso dava al fruitore la possi- e suoni, il computer game aspira a cre- realizzata dal bilità di velocizzare, rallentare, fer- are un’esperienza fantasmagorica di video gioco mare e riavvolgere l’azione. Il immersione totale” (p. 60). mutoscopio era una tecnologia che Questa comune teleologia precede l’in- non si limitava a creare una realtà venzione di entrambi i media. Alcuni fotografica, ma consentiva allo spet- studiosi la riconducono all’idea di teatro moderno e al tatore di operare delle precise scelte di visione, agendo concetto di opera d’arte come Gesamtkunstwerk (Richard sul mondo fantasmatico anziché subirlo semplicemente, Wagner, 1849). Com’è noto, il compositore tedesco ave- sovvertendo quel modello di fruizione lineare che sareb- va proposto una fusione delle arti in un solo medium di be diventato la forma paradigmatica del film narrativo. Il espressione artistica e aveva progettato un nuovo teatro mutoscopio aggiungeva un significativo extra interattivo per massimizzare il coinvolgimento de- all’esperienza di visione. L’analogia tra gli spettatori. Secondo Parker e Jordan le due forme di intrattenimento non è (2001), “questo approccio all’opera ha sfuggita alla Herz (1997), la quale ha anticipato l’esperienza della realtà virtua- notato che: le, dato che prevedeva l’immersione del pubblico nel mondo immaginario rappre- A quel tempo, le macchine per film a sentato sul palcoscenico.” gettoni venivano considerate emblemi L’utopia wagneriana non è venuta meno dell’epoca della tecnica, nello stesso nell’era digitale. Al contrario, è riapparsa modo in cui i video giochi a gettone rap- sotto altre forme. Già Laurel (1991) ave- presenterebbero il limite maledetto del- va avanzato l’ipotesi che il computer rap- l’era digitale. Decine di locali per diver- presenta una nuova forma di teatro, un timenti usavano “automatico” come una teatro virtuale, che può soddisfare “l’an- parola magica per attrarre gli strippati tico desiderio di trasformare le nostre in cerca di brividi da novità, esattamente fantasie in qualcosa di palpabile e di of- Un prototipo del mutoscopio (1890) allo stesso modo in cui oggi viene usata frire un’esperienza di simulazione nel la parola “virtuale”. Tutto era “automa- quale il mondo come lo conosciamo scompare quasi ma- tico”. (p. 56) gicamente” (pp. 262-263). Altri, tuttavia, individuano nel film l’opera d’arte totale. I Ma se il mutoscopio consente all’utente di esercitare il futuristi italiani, per esempio, avevano proclamato nel suo controllo sul solo asse del tempo, i video giochi – per 1916 la morte delle arti tradizionali per mano del cine- loro stessa natura – sono prima di tutto uno spazio ma. Nel celebre “Manifesto del Cinema Futurista” (1916), esplorabile e modificabile. Lo spazio dei video giochi è Filippo Tommaso Marinetti aveva indicato nel film rap- uno spazio che si adatta, reagisce e cambia in base agli presenta la forma di espressione umana più dinamica in interventi del giocatore. In altre parole, i video giochi assoluta, l’unica in grado di restituire il ritmo sfrenato e danno all’utente la possibilità di agire su, dentro e attra- l’energia adrenalinica dell’era moderna. verso il mondo finzionale. Sebbene Sobchack (2000) non Come la Gesamtkunstwerk di Wagner, anche il cinema citi il mutoscopio nel paragrafo che segue, il suo com- futurista si proponeva di superare tutti i limiti delle arti mento resta assolutamente cruciale per comprendere la precedenti. logica del controllo del testo per mezzo del dominio del- L’ambizione del cinema di frantumare gli angusti bordi l’immagine: dello schermo e dare vita ad una dialettica con lo spetta- Prima dell’avvento dell’ormai dominante cultura elettro- tore è stata realizzata dal video gioco, un medium che, nica, lo spettatore non poteva controllare o contenere il per sua natura, trasforma lo spettatore in spett/attore ritmo autonomo ed etereo del film, né tantomeno pos- per mezzo di una interazione costante. Questo sedere materialmente la sua esperienza animata. Grazie superamento del cinema rappresenta, al tempo stesso, al videoregistratore, lo spettatore diventa finalmente in un suo recupero. grado di alterare la temporalità del film e possederne Il video gioco, infatti, può essere considerato la versione facilmente il suo “corpo” inanimato. Tuttavia, l’abilità di due punto zero del mutoscopio ottocentesco, meccani- controllare l’autonomia e lo scorrere dell’esperienza 77
  • 30. cinematica attraverso il “fast-forward”, il “replay” e il litteram descriveva le scene appena visionate in questi “freezing” e la possibilità di possedere il corpo del film e termini: di animarlo a piacimento a casa sono funzioni della Una luce sorprendentemente brillante ha inondato lo materialità e ontologica tecnologica propria dell’elettro- schermo, e poco dopo sono apparse procaci ballerine nico, una materialità che man mano domina, appropria bionde di uno spettacolo di varietà, in abiti rosa e blu, e trasforma il cinematico (p. 146). che hanno eseguito a ritmi vertiginosi la danza dell’om- brello. I loro movimenti erano chiaramente definiti. Quan- Anche Wolf (2000) ha sottolineato l’importanza cultura- do sono scomparse, l’immagine di un surfer veemente le e storica dei precursori del cinema – come mutoscopio, ha riempito lo schermo. L’uomo cavalcava delle onde cinetoscopio e persino il caleidoscopio - suggerendo che furiose fino a librarsi in aria, impressionando il pubblico queste tecnologie: situato su una spiaggia sabbiosa è […] Un incontro di box tra un commediante alto Erano in anticipo sui tempi per e magro e uno basso e gras- quanto concerne la prossimi- so […] e un balletto di una tà fisica dell’immagine allo bionda hanno completato le spettatore, dato che essi pre- visioni. Che erano tutte stra- vedevano un contatto diretto ordinariamente reali e nel con l’occhio e richiedevano un complesso stupefacenti. campo di visione totale. Ma le (Kaufmann & Menstell, immagini in rapida successio- 1972, p. 5) ne e i programmi estrema- mente corti non avevano lo Come illustra questa recen- stesso fascino dei film proiet- sione “cinematografica” – tati sullo schermo, anche per che potrebbe benissimo pas- via della durata limitata del- sare per la descrizione della l’esperienza di visione. Per scena di un video gioco - i questo motivo, la forma di ci- Il primo computer game della storia, Spacewar! (1962) primi film tendevano a rap- nema proiettata si è imposta, presentare situazioni piutto- e i monitor collocati in prossimità degli occhi dello spet- sto che raccontare delle storie. Per tanto, il criterio con i tatore avrebbero dovuto aspettare il Viewmaster e so- quali venivano giudicati era il realismo tecnico e non tanto prattutto la realtà virtuale per tornare a catturare l’at- la coerenza narrativa. tenzione del pubblico (p. 218n). L’estetica del cinema delle origini, “il periodo che comincia con il primo uso Come la maggior parte dei video commerciale delle tecnologie di vi- giochi, il mutoscopio era stato pensa- sione nel 1894 e che è durato fino al to per un consumo individuale, di bre- Il cinema era 1906” (Landon, 1992, xiii), è stata ve durata, a differenza del cinema, che analizzata in profondità da critici e poteva essere sperimentato simultane- inizialmente storici del cinema come Thomas amente da un grande numero di spet- percepito non Elsaesser, Noel Burch, Tom Gunning tatori. Inoltre, il mutoscopio – come i e André Gaudreault. Secondo coin-op negli anni settanta – ha fatto tanto come Gunning (1990), in particolare, il la sua prima apparizione nelle sale di “cinema prima del 1906 [era] alta- divertimento, nelle fiere e nei luna park “un medium mente esibizionistico,” ed enfatizzava (Nassaw, 1993), insieme ad altri narrativo, quanto il puro spettacolo: “Il cinema delle dispositivi meccanici a gettone. Come origini non era dominato dall’impul- ha suggerito Gunning (1990), “la rela- piuttosto come so narrativo che si poi è affermato” zione tra il cinema e l’avvento dei par- (1990, p. 58). Per tanto, il cinema chi di divertimento come Coney Island, una modalità di era inizialmente percepito non tan- che si realizza a cavallo dei due secoli, illustrazione ad to come “un medium narrativo, offre spunti interessanti per ripensare quanto piuttosto come una modali- le origini del cinema” (p. 60). In altre un pubblico di tà di illustrazione ad un pubblico di parole, le radici del cinema affondano una serie di visioni, visioni affasci- nel divertimento meccanico. una serie di nanti per via del loro potere Non a caso, gli allora “nuovi” dispositivi visioni, visioni af- illusionistico ed esotico” (1990, p. pre-cinematici erano stati percepiti 59). Gunning chiama questo cine- come giocattoli particolarmente sofisti- fascinanti per via ma il “cinema delle attrazioni,” la cui cati. E le prime critiche cinematografi- essenza consisteva “nell’abilità di che erano incentrate maggiormente su- del loro potere mostrare qualcosa” (Gunning, 1990, gli aspetti tecnici dell’immagine, anzi- illusionistico p. 59). Come ha notato Sandin ché sull’aspetto narrativo dei film. Per (1998): esempio, dopo aver etichettato il ed esotico” Vitascopio di Edison come “l’ultimo gio- I primi film commercializzati erano cattolo dell’inventore”, un critico ante- spesso dei brevi, sensazionalistici 78
  • 31. “effetti speciali”, come un treno che sembrava scontrar- Analogamente, i video giochi – specie quelli delle origini si con il pubblico. Il sorprendente effetto era prodotto – tendono ad enfatizzare l’azione, gli effetti (attrazioni), introducendo una modalità di percezione che non era la spazialità e lo spettacolo sulla narrazione. Spacewar! stata sperimentata prima in un contesto teatrale. L’espe- non presentava una storia, ma era una semplice simula- rienza dell’audience dipendeva più nell’attivazione della zione di combattimento spaziale creata da Steve Russell percezione del movimento che nella comprensione della e da altri studenti del MIT (Graetz, 1981; Levy, 1993). scena rappresentata (p. 3). Se uno dei primi film dei Lumiéres, L’Arrivee d’un Train en Gare de la Ciotat (1895), aveva messo in scena un Un numero significativo di film delle origini erano incen- treno – il simbolo dell’era moderna –Russell mostra trati sull’azione – ad esempio inseguimenti in auto e spa- un’astronave, l’emblema dell’era spaziale. In entrambi i ratorie – piuttosto che sulla narr/azio- casi, le nuove tecnologie di visione sono ne. Secondo Gunning (1990), la natura state utilizzate come vetrina per nuove pirotecnica ed isterica del cinema delle tecnologie. origini, la cui “energia si muoveva fuori, I primi video giochi, inoltre, presentava- verso lo spettatore ” (p. 61) non è scom- no moltissime delle marche di riconosci- parsa con l’imporsi di un codice narrati- mento di quello che Burch (1990) ha de- vo vero e proprio. Al contrario, è sem- finito il “modo di rappresentazione pri- plicemente sceso nell’underground, per mitivo” del cinema delle origini, una mo- riemergere verso la fine degli anni set- dalità di rappresentazione basata su con- tanta sotto forma del “cinema degli ef- cetti quali “l’autarchia del quadro”, “la col- fetti di Spielberg-Lucas-Coppola” (1990, locazione orizzontale e frontale della mac- p. 62). Ed è interessante sottolineare che china da presa”, “la continuità di ripre- questo nuovo/vecchio cinema, che ha sa”, “la centrifugalità” e, soprattutto, il “riaffermato le sue radici nella rifiuto della “chiusura” narrativa (pp. 89- stimolazione e nelle corse sulle giostre 90). dei luna park” (Gunning, 1990, p. 63), Gunning ha aggiunto (1989, 1990, 1998) si è prepotentemente affermato sulle che i film delle origini tendevano a coin- scene in contemporanea ai video gio- volgere direttamente lo spettatore nel- chi. In altre parole, quella che Gunning chiama “l’eredità l’azione rappresentata sullo schermo attraverso una se- ambigua dei film delle origini” (ibidem) è migrata dal rie di espedienti e di artifici che i video giochi hanno cinema ai video giochi. Come il cine- ripreso in modo diretto. Si pensi alla ma primitivo, anche i video giochi ten- strategia dell’interpellazione, attra- dono infatti a privilegiare lo spettaco- verso la quale i personaggi del film lo sulla storia, l’interazione sulla nar- simulavano un’interazione con gli razione, l’azione (e le reazioni) sulla spettatori, rivolgendosi direttamen- recitazione. I video giochi – te a loro, guardando direttamente in Manovich (1999, 2001) ha suggerito specie quelli camera e infrangendo così i limiti un parallelismo tra le tecnologie digi- dello schermo: “Quest’azione, che tali e i metodi pre-cinematografici di delle origini – ten- sarebbe stata in seguito percepita creazione delle immagini. Ciò che ac- come un artificio che distruggeva l’il- comuna il video gioco al mutoscopio è dono ad enfatizzare lusione realistica del cinema, qui era l’idea di immagine come frutto di una l’azione, gli effetti intrapresa con brio” (Gunning, 1990, costruzione, anziché di una riprodu- p. 59). zione realistica di un modello pre-esi- (attrazioni), Sebbene quest’espediente sia anco- stente. Nella ricognizione storico este- ra utilizzato nel cinema contempora- tica di Manovich, le tecniche pre-ci- la spazialità e lo neo3 , l’interpellazione è oggi diven- nematografiche, fotografiche e grafi- spettacolo sulla tata un’eccezione anziché la regola. che, l’animazione ed il loop convergo- I registi cercano oggi di creare l’illu- no per dare luogo al linguaggio ibrido narrazione. sione che il profilmico appartenga ad del multimedia e del video gioco. Se un piano di realtà alternativa a quel- per Gunning l’essenza del cinema è Spacewar! la dello spettatore. l’azione, per Manovich è il movimen- non presentava Nei video giochi, l’interpellazione rap- to: presenta invece una marca di rico- una storia, noscimento. Questo stratagemma fi- Come confermato dai suoi nomi origi- nisce per frantumare del tutto un nali (cinetoscopio, cinematografo, ma era una quadro già instabile, coinvolgendo di- moving pictures), il cinema è stato in- semplice rettamente lo spettatore all’interno teso, sin dalle sue origini, come l’arte della simulazione4 . I video giochi pre- del movimento, l’arte che è finalmen- simulazione di suppongono uno spettatore attivo, te riuscita a creare un’illusione con- uno spettatore-utente, un soggetto vincente della realtà dinamica. (1999, combattimento che partecipa alla messa in scena e p. 175). spaziale non un mero osservatore distaccato, un voyeur. Così come il cinema della 79
  • 32. origini che “metteva in scena la sua nematografiche straordinariamente visibilità, disposto a squarciare un realistiche, capaci di coinvolgere lo mondo all’apparenza autosufficien- spettatore all’interno della mise-en- te per sollecitare l’attenzione dello scene. Il racconto di Forster, in par- spettatore” (Gunning, 1990, p. 59), ticolare, anticipa le stesse ansie analogamente il video gioco non solo tecnofobiche di un film recente come squarcia quel mondo, ma lo The Matrix (1999). In un futuro non reinventa per mezzo del digitale. I troppo lontano, gli abitanti del pia- video giochi mettono sempre in sce- neta si sono trasferiti nel sottosuolo na il loro apparato, anziché occul- e spendono la maggior parte del loro tarlo dietro a pretese di realismo nar- tempo in celle individuali, comuni- rativo. cando tra loro per mezzo di scher- Landon (1992) ha ripreso le teorie mi. I loro desideri sono soddisfatti di Gunning per sostenere che le ra- da una macchina onnipotente, che dici della fantascienza cinematogra- regala loro i cinemataphoes, simu- fica affondano nello spettacolo piut- lazioni fotorealistiche di oggetti re- tosto che nella narrativa. Egli sostie- ali, come frutta, carne e vasche di RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ne che dato che “il cinema primitivo marmo. L’umanità del futuro accet- Barjavel René (2001). Cinema totale. Saggio – come quello di fantascienza - at- ta il surrogato invece del reale. sulle forme future del cinema. Roma: Editori tua una deliberata messa in scena Ancora più sinistramente affascinanti Riuniti. della sua tecnologia di produzione dei cinemataphoes sono i feelies, in- Baudrillard, Jean (1983). Simulations. New York: Semiotext(e). per suscitare un senso di meraviglia trodotti da Huxley ne Il mondo nuo- nello spettatore, si potrebbe allora vo (1932). In questo classico della Bazin, André, (1967). What is cinema? Berke- ley: University of California Press. affermare che il ‘cinema delle attra- letteratura distopica, ambientato nel Bolter, Jay David & Grusin, Richard (1999). zioni’ tout court è un cinema di fan- 632 dopo Ford, gli abitanti vivono in Remediation: Understanding new media. Cam- tascienza” (1992, xiv). Se la tesi di uno stato di costante stordimento bridge, MA: MIT Press. Landon è corretta, ci aspetteremmo Brooks, Landon (1992). The aesthetics of am- che a) i primi video giochi siano ri- bivalence. Westport, CT: Greenwood Publish- conducibili al genere fantascientifico, ing. dato che il video gioco, per sua na- Canova, Gianni (1998). L’occhio, il dito: L’estetica del videogame. Segnocinema , tura, tende ad enfatizzare lo spetta- Ottobre. pp. 16- colo sulla narrazione. In secondo 17. luogo che b) anche i film che incor- Elsaesser, Thomas & Barker, Adam (1990). Early cinema: Space-frame-narrative. porano video games nella loro mise- London: British Film Institute. en-scéne siano testi di fantascien- Elsaesser, Thomas (1998). Louis Lumiere: The za. cinema’s first virtualist. In Thomas Elsaesser & Ray Hoffman (Eds.), Cinema Entrambe le ipotesi sono valide. Tan- futures: Cain, able, or cable? The screen arts to il primo computer game della sto- in the digital age. Amsterdam: Amsterdam University Press. ria (Spacewar!, 1961) quanto il pri- indotto da droghe (la soma) e dai Eskelinen Markku, The gaming situation. Game mo coin-op (Computer Space, 1971) feelies, film che offrono un elevato studies: The International Journal of si rifanno esplicitamente all’imma- grado di coinvolgimento e di Computer Game Research, 1(6). Retrieved on July, 26, 2001, from http://cmc.uib.no/ ginario fantascientifico. In secondo stimolazione sensoriale. I feelies of- gamestudies/0101/eskelinen/ luogo, è proprio grazie ad un film di frono una forma di intrattenimento Forster, E. M. (1947). The collected tales of E. fantascienza - 2022: I sopravvissuti disimpegnata che conducono ad M. Forster. New York: Knopf. (Solyent Green, di Richard Lester, “una felicità imbecille”, una forma di Gabilondo Joseba (2000). Morphing Saint Sebastian: Masochism and 1973) che i video giochi arrivano sul fuga vacua che occulta e compensa masculinity in Forrest Gump. In Vivian Sobchack grande schermo. Infine, anche il pri- la mancanza di libertà degli abitan- (Ed.), Meta-morphing: Visual transformation and the culture of quick-change (pp. 183-207). mo adattamento ludico di un film, ti. Come i personaggi sintetici dei Minneapolis, MN: University of Minnesota Press. Deathrace 2000 (1976), è un esem- moderni video giochi, anche gli eroi Graetz, J. Martin (1981). The origin of pio di cinema sci-fi. dei feelies appaiono “molto più spacewar! Retrieved on May 25, 2001, from http://www.enteract.com/~enf/lore/ realistici dei modelli reali in carne ed spacewar/spacewar.html. Video games, realtà virtuale e ci- ossa, molto più reali del reale5 ” (p. Gunning, Tom (1989). An aesthetic of aston- nema del futuro. 134). La stessa Alhambra, la sala ci- ishment: Early films and the (in)credulous spec- tator. Art & Text, 34, 31-45. La convergenza tra cinema e video nematografica immaginata da Gunning, Tom (1990). The cinema of attrac- giochi ricorre con sorprendente fre- Huxley, si colloca a metà strada tra tions: Early film, its spectator and the avant- quenza in letteratura. Una rassegna il cinema e la sala giochi. garde. In Thomas Elsaesser & Adam Barker (Eds.), Early cinema: Space-frame- completa trascende la finalità di que- Huxley chiama i creatori dei feelies narrative (pp. 58-68). London: British Film In- stitute. sto saggio. Ci limitiamo a due esempi “ingegneri delle emozioni”6 , espres- paradigmatici: Il racconto “La mac- sione che richiama il nome del Gunning, Tom (1998). Early American film. In John Hill & Pamela Church china si arresta” (1909) di by E. M. processore di PlayStation2, (Eds.), The Oxford guide to film studies (pp. 87-101). New York: Oxford University Press. Forster e Il mondo nuovo (1932) di l’Emotion Engine. Non sorprende, al- Aldous Huxley. In entrambi i casi, i lora, che console Sony sia la piatta- Kaufmann, Stanley & Menstell, Bruce (Eds.) (1972). American film criticism. New York: due autori ipotizzano simulazioni ci- forma cineludica per eccellenza, cau- Liverlight. 80
  • 33. Haddon, Leslie (1981). Electronic and computer sa ed effetto della convergenza cinema. L’imperativo del realismo ac- games: The history of an interactive transmediale in atto. In primo luo- comuna allora i due media. Nel suo medium. Screen, 29(2), 52-73. go, PlayStation2 offre animazioni ed celebre saggio, “Il mito del cinema Heilig Morton (2001). Cinema of the Future. In Randall Packer & Ken Jordan Multimedia: immagini di impatto e di realismo totale”, il critico e teorico André Bazin From Wagner to virtual reality. New York: W.W. cinematografico. La press release ri- (1967) ha affermato che i pionieri Norton [originariamente pubblicato nel 1955]. lasciata da Sony (1999) in occasio- del cinema hanno cercato di raggiun- Herz, Jessie C. (1998). Il popolo del joystick, ne del lancio nella quale si annun- gere “una totale e completa rappre- Come i video giochi hanno mangiato le nostre ciava l’inizio di una nuova era di gio- sentazione della realtà” (p. 63). vite. Milano: Feltrinelli Interzone. chi “cinematografici” evoca nella for- Telotte (1990) ha aggiunto che il Huxley, Aldous (1953). Brave new world. New ma e nei contenuti lo stile messianico mito di Bazin cela in realtà un “sot- York: Bantham. di Huxley: tile desiderio” che “offre qualcosa di Jenkins, Henry (2000). Art form for the digital più di una semplice estetica della re- age. Technology Review, 104(5), p. 43. Immaginate di attraversare uno altà: testimonia anche il potenziale Laurel, Brenda (1991). Computers as theatre. schermo e sperimentare un film in fantastico e fantasmatico del New York: Addison-Wesley. tempo reale… Questo è il mondo in medium” (pp. 152-153). Il cinema Manovich, Lev (1999). What is digital cinema? In Peter Lunenfeld (Ed.), The digital dialectic cui stiamo per entrare… La qualità – e, per estensione, i video giochi – (pp. delle immagini sullo schermo è sarebbero allora manifestazione vi- 172-192). Cambridge, MA: MIT Press. paragonabile a quella di un film tri- siva dell’immaginario fantastico (e McLuhan, Marshall (1964). Understanding media: The extensions of man. New York: Men- dimensionale in tempo-reale… Tut- fantascientifico) dell’uomo. tor. to ciò contribuirà ad accelerare la Il moderno cinema digitale, in que- Nassaw, David (1993). Going out: The rise and convergenza tra cinema, musica e sto senso, dà alla nozione di cinema fall of public amusements. New York: Basic Books. tecnologia computerizzata, creando totale di Bazin, un significato com- ad una nuova forma di pletamente inedito. Riprendendo le Newman, Kim (2001, June). Extra texture. Sight & Sound, p. 4. tesi di Baudrillard (1983) sul simu- Oki, Keisuke (1997) Ying-Yang Theory for Mov- lacro, Gabilondo (2000) ha conclu- ies and Computer Games. In Telepolis. so che: Pubblicata in rete: http://www.heise.de/tp/ english/spe- Il computer ha spinto “il cinema cial/film/6102/2.html totale” verso un nuovo orizzonte di Packer, Randall & Jordan, Ken (2001). Multi- realtà – l’iper-reale – nel quale la media: From Wagner to virtual reality. New York: W.W. Norton. rappresentazione del fantastico non Poole, Steve (2000). Trigger happy: Video delegittima il realismo, ma al games and the future of entertainment. New contrario, lo legittima con una forma York: Revolution Arcade Publishing. più forte di realismo. In breve, Bazin Robinett, Warren, (1998). Inter-activity and individual viewpoint in shared virtual world: The aveva già anticipato la logica big dell’iper-realtà quando ha suggerito screen versus networked personal displays. In Clark Dodsworth (Ed.), Digital illusion: che “qualunque nuovo sviluppo del Entertaining the future with high technology (pp. 331-342). New York: Addison Wesley. cinema deve, paradossalmente, ricondurlo sempre alle sue origini. Sandin, Daniel (1998). Digital illusion: Virtual reality, and cinema. In Clark In altre parole, il cinema non è Dodsworth (Ed.), Digital illusion. Entertaining the future with high technology ancora stato inventato!” Attraverso (pp. 1-12). New York: Addison Wesley. la tecnologia del computer, il cinema Skirrow, Gillian (1986). Hellvision: An analysis ha riportato il cinema alle sue origini of video games. In Colin MacCabe (Ed.), High theory/low culture. Analyzing intrattenimento digitale7 . premoderne, al medioevo o prima popular television and film (pp.120- ancora, quando la linea tra il 132). New York: St. Martin’s Press. Non solo. PlayStation2 è stata la pri- fantastico ed il reale non era stata Sobchack, Vivian (2000). The scene of the screen: Envisioning cinematic and electronic ma console introdotta sul mercato ancora rigidamente tracciata (p. presence. in grado di leggere film registrati su 186) In John Thornton Caldwell (Ed.), Electronic media and technoculture (pp. 232-233). New DVD oltre al software ludico. Con la Molto prima dell’introduzione di Sony Brunswick, NJ: Rutgers University Press. piattaforma Sony si realizza PlayStation2 - e delle fantasie Stallabrass, Julian (1996). Gargantua: Manu- l’incorporazione letterale e fisica del steampunk di William Gibson e Bruce factured mass culture. New York: Verso. cinema all’interno di un video gioco. Sterling, se è per questo - un Telotte, J. P. (1990). The doubles of fantasy and the space of desire. In Come James Woods che in visionario di nome Morton Heilig Annette Kuhn (Ed.), Alien zone: Cultural theory Videodrome (David Cronenberg, progettò una serie di and contemporary science fiction (pp.152-159). New York: Verso. 1983) ingloba una videocassetta nel apparecchiature note come Turner, Graeme (1988). Film as social practice. suo ventre, allo stesso modo, “macchine della realtà”, dispositivi New York: Routledge. PlayStation2 assimila il cinema per cinematici che, come i feelies di Wolf, Mark J. P. (2000). Abstracting reality: Art, rigurgitarlo in forma digitale. Il Huxley, erano in grado di riprodurre communication, and cognition in the digital age. New York: University Press videogioco è la nuova carne del ci- e simulare la brillantezza sensoriale of America. nema. della vita reale ed estendere il mito Sin dall’inizio, i video giochi hanno del cinema totale. cercato di raggiungere il massimo li- Ispirato da curiosità come il vello di fotorealismo grafico, per Cinerama e i film a tre dimensioni, uguagliare prima e superare poi il Heilig concluse che l’evoluzione più 81
  • 34. logica del cinema avrebbe ridefinito di grande dimensioni: le lobby degli Dall’incontro tra il cinema e la le dinamiche di coinvolgimento del hotel, aeroporti, parchi a tema e tecnologia elettronica è scaturito un pubblico all’interno della scena ristoranti. Un “giro” costava medium ibrido, liminale, ambiguo. Il rappresentata. La simulazione solamente 25 centesimi e la video gioco, una nuova forma di audiovisiva di Heilig era dunque macchina avrebbe offerto quattro comunicazione. E secondo McLuhan fondata sull’idea della stimolazione differenti scenari a rotazione (Heilig, (1964): sensoriale, che da sola avrebbe 2001, p. 345). L’ibrido, ossia l’incontro tra due me- abbattuto la “quarta parete” e L’invenzione di Heilig recuperava da dia, è un momento di verità e di avrebbe trasportato lo spettatore una parte l’idea del mutoscopio e, rivelazione dal quale nasce una all’interno di mondi virtuali. Nel dall’altra, anticipava il video gioco a nuova forma. Ogni volta che si seminale saggio “Il cinema del fu- gettone, che avrebbe fatto la sua stabilisce un immediato confronto tra turo” scritto nel 1955, Heilig comparsa una decade più tardi. Si due strumenti della comunicazione, immaginò un nuovo tipo di cinema trattava di una tecnologia troppo in anche noi siamo costretti, per così (una sala giochi?) che avrebbe anticipo sui tempi, che “non conobbe dire, a un urto con le nuove frontiere proiettato immagini stroboscopiche mai grande popolarità” (Robinett, che vengono a stabilirsi tra le forme; e stimolato i sensi degli spettatori 1998, p. 340). Come ha sottolineato e ciò significa che siamo trascinati per mezzo di vibrazioni, odori ed Laurel (1991), il limite del fuori dal sonno ipnotico in cui ci effetti di feedback idraulici. Sensorama non era tecnico, ma aveva trascinati la narcosi “Progettare il cinema del futuro temporale, dato che era apparso “in narcisistica. Il momento dell’incontro significa andare oltre la mera una fase in cui il mercato non sapeva tra i media è un momento di libertà architettura. Il cinema del futuro che farsene – le sale da flipper erano e di scioglimento dello stato di trance sarà una macchina costruita per troppo monolitiche per accogliere e di torpore da essi imposto ai nostri trasportare psicologicamente gli una simile invenzione e sarebbero sensi. spettatori all’interno del film, così passati diversi anni prima che Pong Con i video giochi, il cinema ha come il jet è in grado di trasportare avrebbe inaugurato l’era del raggiunto il suo massimo grado di fisicamente gli esseri umani da un divertimento elettronico” (p. 52) evoluzione. luogo all’altro” (p. 345). È significativo che, nel dicembre del Dopo aver studiato presso il Centro 2001, Il Centre Pompidou di Parigi di Cinematografia di Roma sotto la abbia organizzato una mostra sui guida di Vittorio De Sica, Heilig mise video giochi intitolata: Les ciném@s a punto il Sensorama (1956/1962), de demain, il cinema di domani. In oggi considerato il precursore dei realtà, già oggi i video giochi hanno video giochi e della realtà virtuale. recuperato e superato del cinema. Il dispositivo consisteva in una Il cinema è morto, viva il cinema. struttura dotata di un manubrio, un sedile, un visore stereoscopico. L’utilizzatore si sedeva, si appoggiava al manubrio e, come nel mutoscopio, avvicinava gli occhi al visore. Per aumentare la sensazione Anche se il progetto di Heilig si è NOTE: di un viaggio reale, il volante e il scontrato con l’indifferenza più 1 NPD Group ha quantificato in 9.4 miliardi di dolla- sedile tremavano come se ci si totale, la sua visione si è dimostrata ri le vendite complessive - hardware, software e trovasse davvero alla guida di una corretta: nel giro di pochi anni, i periferiche - dei video giochi nel 2001, con un au- mento del 43% rispetto al 2000, quando erano stati motocicletta: alcuni bocchettoni video giochi avrebbero invaso le toccati i 6.58 miliardi di dollari. gettavano aria sulla faccia in quantità lobby degli hotel, aeroporti, parchi 2 “Aux frontières du cinema” era il titolo di un proporzionale alla velocità del a tema e ristoranti e, ironicamente, supplemento ai Cahiers su Cinema interamente dedicato all’evoluzione del cinema, pubblicato mezzo. Anche l’apparato olfattivo era le stesse sale cinematografiche. nell’aprile del 2000. sottoposto a stimolazione: durante 3 Si pensi a Il favoloso Mondo di Amélie di Jeunet il percorso, si percepivano gli odori 4 I video giochi hanno spesso utilizzato singole tec- dei gas di scarico delle autovetture, THE END [GAME OVER]? niche cinematografiche per creare forme ludiche inedite. Si pensi all’uso della soggettiva negli gli aromi della pizza provenienti da sparatutto in prima persona come Doom, Halo o un ristorante collocato lungo il “Fin dalla sua nascita, il cinema Unreal. Laddove al cinema questa pratica narrativa funziona solo quando il regista ne fa un uso parco: percorso. Il Sensorama permetteva è in costante evoluzione. Sarà il fallimento di film come La Signora del lago, 1946 di Robert Montgomery o Little Sister, 1992 di lo dunque di vedere un film a tre giunto a compimento quando sarà confermano. dimensioni, ma anche di sentire il in grado di presentarci dei 5 Il che rimanda, ipertestualmente, allo slogan vento in faccia e, in alcune scene, personaggi a tutto tondo, colorati, della Tyrrel Corporation, “più umano dell’umano” di Blade Runner. l’odore di scarico delle auto e l’aroma fors’anche odoranti: quando questi della pizza. Nel progetto originale di personaggi si staccheranno dallo 6 Emotion engineers nel testo originale. Heilig, il Sensorama: schermo e dall’oscurità delle sale 7 Il testo originale è: “Imagine walking into the screen and experiencing a movie in real-time... this Avrebbe potuto presentare per andare a passeggiare nei is the world we are about to enter... The quality of esperienze di visione individuale in luoghi pubblici e negli the resulting screen image is comparable to movie- quality 3D graphics in real-time... posti nei quali sarebbe stato appartamenti di ciascuno di noi” This will help accelerate the convergence of movies, music, and computer technology into a new form problematico installare degli schermi (René Barjavel) of digital entertainment.” 82
  • 35. RANCHO DIABLO E’ blues il colore del deserto californiano “Il deserto è una estensione naturale del silenzio in- atti unicamente a guastare il perfetto spaziare dello teriore del corpo. Se il linguaggio, le tecniche, gli edifici sguardo. dell’uomo sono una estensione delle sue capacità Dopo il deserto, l’occhio ricomincia ovunque a fare costruttive, solo il deserto è una estensione della sua mentalmente il vuoto perfetto, non può che immagi- capacità di assenza, lo schema ideale della sparizio- nare il deserto attraverso la filigrana di tutte le zone ne della sua forma. abitate, di tutti i paesaggi. La disassuefazione è lun- Quando si esce dal Mojave, dice Bunham, è difficile ga, e non è mai totale. Allontanare da me ogni so- mettere a fuoco a meno di quindici miglia. L’occhio stanza... Ma il deserto è qualcos’altro, non è solo uno non riesce più a posarsi di nuovo sugli oggetti vicini. spazio dal quale sia stata rimossa ogni sostanza. Non può più, propriamente, posarsi sulle cose, e tut- Come il silenzio non è qualcosa da cui sia stato elimi- te le costruzioni umane o naturali che vengono a in- nato ogni rumore. Non c’è bisogno di chiudere gli oc- tercettare la visione gli sembrano fastidiosi ostacoli, chi per sentirlo. Perchè è anche il silenzio del tempo.” Paolo Davoli Letizia Rustichelli + artwork cd 17
  • 36. Il Mojave è il deserto giusto fuori Los Angeles: a nord- tipicamente wendersiano e quindi maledettamente cine- est della città degli angeli, al di là di Pomona e Pasadena, matografico – alla Paris, Texas, giusto per non essere sulla strada per la Death Valley, la Valle della Morte, al- fraintesi. E’ tramite i ghettotronics – chitarre trattate elet- tro topos desertico tra la California e il Nevada. Lì, ac- tronicamente con “manualità” domestica, che i Rancho campati su Mountain View, abita- Diablo affrontano il suono dei gran- no Jay Hill e Graham Gahs-Hill – i di spazi alieni del Mojave e della Rancho Diablo – che, grazie alla Death Valley. I’ll Follow Magenta loro musica, vivono il paesaggio Skies è il loro album di debutto. del Mojave come fonte perenne Desert ambient-blues with dub d’ispirazione. Luogo che marca a influences, questa l’impietrita fra- fuoco, il deserto, tra spazi incor- se in cima alle polverose pubblicità ruttibili e nature seduttive: la sua dei rancheros disseminate sui è una presenza/assenza ingom- magazine musicali... brante, ottundente, quasi strazian- te. Incline alla solitudine, alla “Inutile cercare di non vedere il spazialità primitiva, alla dismisu- deserto con occhio cinematografi- ra drammatico-estatica, il progetto co per conservargli una qualità ori- Rancho Diablo s’immerge coscien- ginale: la sovraimpressione è to- zioso nell’immaginario del deser- tale, e non viene mai meno. Gli to e riesce a comunicare un “plot” Indiani, le mesas, i canyon, i cieli: ammaliante e poetico su una con- il cinema ha assorbito ogni cosa. E sunta “epica” – quella desertico- tuttavia è lo spettacolo più avvin- californiana - quanto mai frequentata e sfruttata dal ci- cente del mondo. Si devono forse preferire i deserti “au- nema e dalla musica americana. E i Rancho Diablo lo tentici”, le oasi profonde? Per noi moderni e ultramoderni, riescono a fare, grazie all’insolente bellezza del loro blues come per Baudelaire che ha saputo cogliere nell’artificio acustico, scarno e dilatato, con le misure e le ansie “bru- il segreto dell’autentica modernità, è avvincente solo lo ciate” dal dub contemporaneo e con un lirismo elettroni- spettacolo naturale che rivela al tempo stesso la profon- co-ambientale tutto sospensione e immobilità, dal gusto dità più emozionante e il simulacro totale di quella pro- 18
  • 37. fondità. Come qui, dove la profondità del tempo appare minimo canto e senza il minimo beat... anzi, nei loro attraverso la profondità del campo (cinematografico)... haiku sabbiosi, fa capolino un hand drum, un tamburo Questo paesaggio è così depositario di tutti gli eventi suonato a mano, un tamburello che rieccheggia qua e là, geologici e antropologici, fino ai più tra le ceneri acustiche, gli inciam- recenti. Di qui, la scenografia stra- pi d’eco stordenti e le oniriche ordinaria dei deserti dell’ovest, che linee di guitar-synth puntate ol- associano il geroglifico più tre gli orizzonti. Ambiance pura, ancestrale, la luminosità più vivida vorremmo scrivere, o astuzia as- e la superficialità più assoluta.” Il progetto Rancho Diablo sorta e allusiva del blues, silente e camaleontico come il serpente Dovremmo essere grati ai Rancho s’immerge coscienzioso che striscia fra i granelli di sab- Diablo. Mentre gli altri – i loro coe- bia del Mojave. Qui è l’elettroni- tanei – passano il tempo nelle di- ca a essere sottotraccia, ombreg- nell’immaginario del deserto scoteche e nei club, loro lo passano giata e smagrita tra i flebili spazi nei deserti e nelle strade; il loro ter- profondi creati dalle cordicelle reno di caccia sono i canyon, gli e riesce a comunicare acustiche appena appena pizzi- arroyos, le ghost-town, le mesas - cate. Già... l’elettronica, madre le montagne ripide del Sud-Ovest – un “plot” ammaliante di tutti i beats: nel deserto, dor- e non certo i rave psicotropi e le me tra due guanciali di seta, nel- downtown iperurbanizzate. E do- l’inesorabile luce che dissolve e poetico. vremmo essere loro grati anche ogni suono... perchè il primo assolo di chitarra elettrica arriva giusto al nono brano, dopo mezz’ora ab- “Nel deserto, il colore è come impalpabile e staccato dalla bondante di sgretolamento sublime, delirante, del no- sostanza, diffranto nell’aria e fluttuante alla superficie stro flusso di coscienza, evitandoci l’inconfessabile pau- delle cose – di qui l’impressione spettrale, ghostly e al ra di sentir riaffiorare, durante l’ascolto, le tracce del tempo stesso d’immagine velata, traslucida, statica e rock d’antan della corporate America. E l’ultima gratitu- sfumata dei paesaggi del deserto. Di qui, l’effetto mirag- dine la esprimiamo al loro paesaggio aurale, senza il gio, miraggio anche del tempo, così vicino all’illusione 19
  • 38. totale. Rocce, sabbie, cristalli, cactus, sono eterni, ma bre, La scorsa notte ho sognato la pioggia, Terra bella, anche effimeri, irreali, avulsi dalla loro sostanza. La ve- Afton Canyon. Impressionismi acustici, mineralismi elet- getazione è minima, ma indistruttibile, e ogni anno a tronici, lente modulazioni dei rimandi d’eco: e l’orecchio primavera esplode il miracolo dei fiori. La luce, in com- interno così serrato al cuore... Il tempo assume, nel blues penso, è consistente; polverizzata nell’aria dà a tutte le del diablo, un’altra dimensione: è un tempo immobile tinte quella caratteristica sfumatura pastello che è come eppure fluente, eterno eppure fragile. Così il suono: cri- l’immagine della stallino eppure così disincarnazione, della assordantemente cre- separazione dell’ani- puscolare. L’ultima ma e del corpo. In traccia, un’ultimo questo senso, si può blues nomade, lento, parlare dell’astrazione lentissimo, dai colori del deserto, di un mitragliati dal fuoco dissolvimento organi- del tramonto, ci rac- co, al di là della tran- conta che è time to be sizione abietta del cor- moving on: è tempo di po verso l’annullarsi muoversi, rimanendo della carne.” fermi, attoniti, sulle rocce di Mountain Pochi istanti da foto- View... grafare, da mandare a memoria; acquarelli acustici, polaroid ri- verberanti di angolosi momenti. Scarabocchi Rancho Diablo I’ll Follow Magenta Skies dell’anima riscritti nel dub-blues astratto, sfilacciato, spos- Rancho Diablo Music - USA 2002 sato dei diableros. I due fratelli del vento paiono riassu- www.ranchodiablo.net mere nei titoli delle tracce gli emblematici frammenti di vita che portano nella morsa dell’anima: Seguirò i cieli Il testo in corsivo è tratto da JeanBaudrillard, L’Ameri- color magenta, Campeggio mattutino nella riserva ca, Feltrinelli, 1987. Haystack, Sull’autostrada fuori Yreka, Mojave a novem- 20
  • 39. LIVE RECLOOSE @ Maffia 6/4/02 Era da parecchio tempo che desideravo ardentemente gustarmi un dj set di Recloose, e posso dire di essere stato accontentato appieno! Infatti il 6 Aprile al Maffia Matt Chicoine si e’ prestato ad un dj set veramente esaltante in cui ha ripercorso l’evolversi della scena elet- tronica di Detroit. Recloose e’ infatti originario della Motown ed e’ il braccio destro del guru Carl Craig: pub- blica per la sua etichetta Planet E e collabora con lui al suo progetto Innerzone Orchestra. Anche come dj il no- stro caro Matt si e’ fatto conoscere in tutto il mondo... e anche noi questa volta lo abbiamo potuto apprezzare in tutta la sua potenza. Fate conto di aver acquistato un biglietto per un viaggio andata e ritorno per la Detroit sonora: una scaletta studiata per garantire una immer- sione totale nei vari generi che hanno caratterizzato il suono elettronico della citta’ statunitense. Matt parte spiazzando un po’ tutti con una sorta di breakbeat ultra-grasso molto poten- te caratterizzato da bassi larghi e synth in perenne mattana... il tutto parte dal break, e, passando per “I Can’t Take It” (un pezzo fon- damentale del Recloose-sound) iniziamo l’immersione nelle terre di confine della house detroitiana. Il beat si fa dritto e viene impastato da un trattamento shuffle che non puo’ non farti muovere. Il suono e’ comunque caldo e la matematica rigida del ritmo viene avvolta in calde vesti synthish. Si sente anche una certa influenza dub nei pezzi, non tanto per il timbro inconfondibile del suo- no giamaicano, ma per la reiterazione della ritmica, per i giochi di delay che lo stesso Recloose applica al suono durante i mix e per quel feeling tribale che si puo’ coglie- re in questa parte di set. Con l’avanzare del set Matt rende l’atmosfera piu’ tesa, i kick si fanno piu’ fendenti e martellanti, le sonorita’ piu’ scarne: siamo entrati nella fase piu’ techno del Detroit- sound, una techno profonda ma comunque molto dura. Riemergiamo dal momento piu’ cupo e battente del set per approdare nel campo dell’electro, con vecchie (May The Funk Be With You dei Jedi Knights) e nuove produzioni, tutte molto luminose e ben ritmate, un gusto sia da ballare che da ascoltare... pian piano poi la tensione si allenta e la selezione si sposta su tracce soul e west Seb for BASEBOG london, il tutto si fa piu’ mellow: fine del viaggio! Il dj set di Recloose e’ stato tutto questo. press office !K7 www.basebog.it 50
  • 40. REVIEW SINGOLI BREAKS by Dj Rocca AQUASKY Vs MASTER BLASTER RAS KWAME “Loko (feat. Ragga Twins)” “Cum On” (Soul Ja) (Botchit & Scarper) L’etichetta antagonista alla Bingo di Zinc, Anche Aquasky in versione breaks con la mitica Soul Ja, già al terzo singolo è il compare Masterblaster ha pronto nell’olimpo delle label di riferimento per l’album: “Beat The System”. Singolo il breakstep. Dopo Zed Bias (Quest) e da leccarsi i baffi, sull’attuale scia del Oris Jay (Darqwan), è la volta di Ras ragga flavour sul breakstep più Kwame, ex membro degli M-Dubs che bassoso, Aquasky convoca addirittura con “Cum On” ripropone il ragga style i Ragga Twins, tra i pionieri del cibernetico. Ritmo in levare sottolineato breakbeat com’è attualmente da una bassline dub super groovy, per concepito. “Loko” parte come una questo dancefloor in bilico tra il two step traccia melodica, con una cassa più sperimentale, il breakbeat ed il ragga ‘macigno’ che già prepara alla burrasca di futuristico. break&bass del brano dopo la pausa. Sul retro Dub mix ‘dirty four on the floor’, cioè cassa dritta e brutale. Killerfloor assoluto. DEE PATTEN Vs J.D.S. “Who’s the Bad Man 2002” (White) HIGH CONTRAST “Global Love Super bootleg da party per questa nuova (Calibre mix) / Return of Forever versione di un classicone datato 1995. (Landslide mix)” (Hospital) Uscito per l’etichetta dei Leftfield, la Hard Il nuovo talento della Hospital, nuova Hands, fu uno dei capisaldi per l’odierna star dalla scena drum’n’bass, si scena break mischiata al reggae flavour. prepara all’album con un singolo di Già riedito pochi anni fa con vari remix, remix. ora è riproposto in due versioni Landslide, sempre meno garage e rimescolate e fuso ad un altro classico sempre più West London, rilavora dei nostri tempi, ‘Dooms Night’ d’Azzido l’ormai traccia più famosa in un ritmo Da Bass. Le nuove versioni sono oro two step quasi electro, molto deep, colato per chi non ha l’originale, ma jazzy e funk, ingioiellato nei suoi essenziale anche per tutti gli altri… accordi di Rhodes che saltellano sul ritmo creando un fresco e delizioso groove. Calibre si occupa di “Global Love” che, M DOUBLE con un lieve tocco da soundtrack,trascina la “No Delay” (Subbz) danza per tutto il brano in modo elegante e Primo singolo per questa nuova label di coinvolgente. breakstep per la pista. Quasi una concezione da scuola del drum’n’bass, APHRODITE feat. BARRINGTON M Double sparge sample vocali ragga in LEVY “All over me (Freq Nasty delay su di un ossessivo groove profondo remix)” (V2) quanto ballabile rimanendo scarno ed Il re del jump up ritorna con un al- energico. Minimalismo ritmico, batteria bum per i propri fan, “Aftershock”, e basso penetrante, ma calibrati a ritmo pieno di tracce variegate, dalla ragga shuffle, il tutto arricchito da sparsi jungla, alle influenze etniche. Il primo speech, come se il drum’n’bass tornasse singolo estratto è il brano con il mito alle sue origini jungle dei primi tempi, dell’etichetta ragga Greensleeves, ma con un beat più lento e Barrington Levy, qui remixato da Freq maggiormente accuminato. Il Digital del ‘bass-in-your-face’ Nasty e Jimmy T. breakstep. Potenza e bassi spietati nel remix di Mr Darin Nasty, che mantiene quel flavour ragga originale per immergersi nelle sub frequenze più AA.VV. turbinose possibili. “South West Vol.4 - Silence E.P.” (South West) RECLOOSE “Ain’t Changin (Carl Mr Jay Da Flex, giovane black man della Craig remix)” (Planet E/K7!) scena breakstep underground, è Se non conoscete ancora la scena praticamente il protagonista di questo tech-house mutante che arriva dagli E.P. a tre brani. La sua “Lost 1z”, in States, ricordatevi di questo nome: compagnia di Uncouth Youth, è la traccia Matt Chicoine, ossia Recloose. Come principale: bel break rotolante che i suoi esimi colleghi Moodyman e avanza infarcito da un sample old school Theo Parrish, Recloose parte dallo hip hop, sparsi vocalizzi ragga e coretti stilema techno per mischiare house, soul che galleggiano sulla bassline dub g-funk, jazz e gospel in un unicum ultra acida. Ottima anche “Dirty, Dirty” di black, grondante di tradizione e di Dirty Harry, traccia più minimale ma modernità. Pronto il suo album “Car- groovy, ed il remix di Jay Da Flex a “Un- diology”, si apre la pista con il singolo diluted”. “Ain’t Changin” con sia versione strumentale che con il remix del ‘Maestro’ Carl Craig. 43 43
  • 41. REVIEW SINGOLI DRUM ‘N’ BASS by Dj Rocca ED RUSH & OPTICAL “Pac Man SUV feat. MC TALI (RAM Trilogy remix)” (Virus) “Do you remember me?/Lost Angel” Come ormai sta delineandosi la (Full Cycle) tendenza della Virus, il nuovo singolo Vero e proprio swing in forma drum’n’bass, è diviso in due tracce diverse per due che grazie a due talenti come Suv e la rispettivi differenti autori, e, guarda ‘maestrina’ Tali, delizierà tutti i dancefloor caso, mai Ed Rush e Optical coinvolti planetari. La traccia incomincia con un bel in prima persona…Lo scorso singolo flauto sottolineato da chitarra e percussioni, Matrix e Cause4Concern, ed ora un poi l’australiana Tali crea con la sua deliziosa remix RAM ad un classico della Virus forma di canto scat un bellissimo brano, più Universal Project con “Vessel” sul ibrido tra il jazz e la scuola dei bassi tipica retro. Nulla da eccepire, puro sound di Suv. Marchio di fabbrica Full Cycle per il Virus con il remix della RAM in piena flavour che si respira anche sul retro, che formazione Andy C + Shimon + Ant Miles a farla con “Lost Angel” porta il groove in un da padrone, ma dov’è finito Ed Rush?…e Opti- avvolgente brano deep rollin. cal? DILLINJA “Grimey EP” ACCIDENTAL HEROES (V Recordings) “The Stars Our Destinations” (Infra- Ancora il bass master Dillinja ed red) ancora con pura classe coniugata alla Album d’esordio per niente meno che genuina potenza per il dancefloor. Il sull’etichetta di J Majik…quintuplo vinile per marchio di fabbrica del ‘Maestro’ questi Accidental Heroes, per nulla affatto associato al suono della V recording dei novellini, infatti lo dimostra la quantità non può che lasciare il segno, e di singoli incisi a nome Sonic & Silver per naturalmente rimane indelebile dopo label come la Reinforced, la Trouble On Vi- l’ascolto di “Grimey” super killerfloor nyl, la Formation e la loro Science Fiction. giocato sulla poderosa linea di basso. Tracce influenzate dalla scena rave, quanto Seguono “12 Inches Flares”, “Take My dall’house, come l’omaggio di “Swerve” e Life” e “Pluto”, per un doppio singolo “Out There”, per un album ricco di materiale assolutamente necessario quanto prezioso. per la pista con super linee di basso modulato e campioni originali. BLAKE 7 “Bar Sixteen/Amber Leaf” (Reinforced) DIGITAL Come più volte ribadito, la Reinforced “Dubzilla” (Function) è un marchio di garanzia, ed anche Dopo avere militato nella Metalheadz e nella questa volta il colpo va a segno. Reinforced per anni, Digital arriva Doppia side A, e non un lato inferiore finalmente al suo album in piena maturità all’altro, perché sia “Bar Sixteen” che artistica. Immediatamente riconoscibile per il retro “Amber Leaf” sono due tracce il suo stile affilato e ricco di reggae al silicio, che si emancipano dall’anonimato del arriva in formato box da cinque 12" il suo autore. Sperimentali, ma monumento al basso dub che gli dedica altamente ritmiche e groovy, queste Digital. Tracce come «Smokin Dub» e «True due ‘funky tunes’ promettono caos in pista, la Natty», espliciti rimandi alla cultura prima per una bassline degna del più bel brano Giamaicana, oppure le più tecnologiche breakstep, la seconda per la sua dinamica «Warped 2» e «Skyline» sono solo alcuni struttura ritmica. esempi dell’eccellente capacità del suo autore. DJ MARKY & XRS LAND “LK - Original mix” + “LK - Vocal mix” POLITIX - DJ RAP (V recordings) “All Krew - Rock da Beat” (Proper Ta- Brasile, la nuova parola d’ordine lent) della scena drum’n’bass…l’ultra Se siete ascoltatori di drum and bass da un atteso “LK”, il capitolo successivo al po’, conoscerete sicuramente l’italo “Brazil EP” di Patife, esce in due canadese trapiantata in UK a nome DJ Rap, singoli differenti. L’originale, con quasi una ‘Jennifer Lopez’ della scena jun- tutto il flavour di Jorge Ben in gle, rispettata ‘DJ female’ alla stregua di versione jungle, trasuda funk da Storm, ma anche produttrice di lunga data. tutti i beats e dagli accordi di Provò anche a diventare cantante per la chitarra brasiliana, mentre, sulla Sony, ma con la sua etichetta Proper Ta- side B, troviamo un brano più lent ha sempre dato eccellenti 12" per la ortodosso, “System”, ma rolling al pista. Minimale e ragga, ma con una punto giusto. Il remix, altro non è bassline efficace «All Krew» di Politix, che l’originale arricchita da MC Stamina, con mentre «Rock da Beat» della stessa Rap, è “Love Fantasy” sul retro, cantato funk molto un’ottimo breakbeat nu school. sensuale e caldo, ormai ricetta vincente per il D&B. 42
  • 42. SKANK BLOC BOLOGNA: storie di Gaz, Paz e Alice Una città ed il suo essere tra il finire dei settanta e l’inizio ed alla vita di Andrea Pazienza, il libro edito dalla Shake, degli ottanta. Frammenti e segni che rimangono impri- curato da Bifo e Gomma, su quella che è stata la voce gionati nelle architetture, ancora in circolo con le corren- dei movimenti, Radio Alice. A questi eventi possiamo ti d’aria che tirano sotto i portici, appiccicati alla pelle di senz’altro aggiungere la nuova attenzione per tutti que- chi vi ha vissuto o di chi è passato. Un fermoimmagine di gli artisti, autori, scrittori, agitatori e teorici usciti dal un periodo cruciale nelle storia culturale non solo italia- DAMS, vera e propria fucina intelletuale e il ritorno di na (gli scontri ed i fatti del ’77 giunsero in tutta Europa, quel suono che da progressivo si imbastardiva di punk e sino in Inghilterra, da qui il titolo del primo 45 degli Scritti new-wave con già nella mente l’elettronica prossima Politti e di questo speciale). Da qualche tempo c’è un ventura. Ma è il clima politico odierno, il sorgere di nuovi costante ritorno a quel particolare periodo storico-socia- movimenti, proteste, rivendicazioni, l’aria di rivoluzione le, alla consistente stagione creativa, ai documenti ed (?), la stasi creativa ed una sua presumibile rinascita, agli stili che nacquero sotto le due torri (quelle di Bolo- l’assetto stesso del mondo che ci fa sentire gna naturalmente!). epidermicamente le vicinanze e le affinità con la Bolo- Ecco il film di Renato De Maria “Paz” ispirato alle storie gna appena prima degli ottanta. Fabrizio Tavernelli ©Immagini di Pazienza tratte dai volumi: “Le straordinarie avventure di Pentothal” (baldini & castoldi) - “Francesco Stella (Coconino press) “Pompeo” (ed. Il Grifo) - 65
  • 43. SHANK BLOC BOLOGNA IL GAS DEL NEVADA solo con le tue idee. E’ questo il momento in cui si aprono spazi e 1980. Né un anno di più né un anno smagliature nei sistemi chiusi ed or- di meno. Già da qualche tempo, più ganizzati, è questo il momento in cui o meno dal ‘77, nella musica e nelle rimettere in azione la mente. Non arti avvenivano sommovimenti so per quale motivo sento nell’aria underground che causavano gli odori e l’elettricità di quando sconvolgimenti in superficie. I gran- ascoltavo i Gaznevada. Forse perché di dinosauri, le imbalsamate com- eravamo alienati? Forse perché av- pagnie discografiche, i supergruppi, vertivamo il pericolo? l’obsoleto e degenere prog-rock pa- revano prossimi ad una estinzione Ricordo quando da cinnazzo partivo irreversibile. Al loro posto parvero all’avventurosa ricerca della roba prosperare organismi più agili, nuova che giungeva da fuori. In bi- eclettici ed adatti al nuovo spirito dei cicletta e poi in motorino dalla cam- tempi. L’urgenza metteva in circolo pagna dritto spedito dentro al nuove energie. Dopo il punk, etichet- negozietto di dischi di Correggio, te indipendenti, nuovi stili, nuove dove Gigi mi faceva ascoltare le nuo- sperimentazioni, nuovi gruppi av- ve esaltanti uscite punk-new wave. venturosi e senza scrupoli Componevo mosaici e puzzle: su virtuosistici, si imponevano sulla sce- Frigidaire o su Musica 80 leggevo di na con la forza della novità. Il tutto gruppi, di suoni strani, rimanevo coinvolgeva la moda, il design, l’ar- scioccato da foto che ritraevano i te figurativa, il cinema, l’immagine nuovi comportamenti dell’animale stessa dell’umanità, forse la sua eti- metropolitano, studiavo i segni at- ca. Do it! Questo era l’imperativo. traverso i quali si esprimevano le Fallo! Senza mezzi, senza soldi, sen- nuove avanguardie. Mi esaltavo za grossi supporti, senza tecnica, ma quando scoprivo che non ero solo nel con le idee, con la curiosità, con az- sentire sin dentro la pelle la moder- zardo e coraggio. nità, la novità, lo sconcerto, il fasci- no per l’inusuale. A quanto pare, a Oggi sappiamo che questa lotta di Bologna esisteva una scena in fer- sopravvivenza è stata in un certo mento e da lì a poco avrei vissuto modo persa, i grandi dinosauri, le direttamente i suoi ultimi respiri gra- mastodontiche macchine da guerra zie alla frequentazione del DAMS. sono tornate, hanno di nuovo alzato Come scriveva Francesca Alinovi, i loro lunghi colli, si sono mimetiz- teorica d’arte di frontiera: “…a Bo- zate e vestite d’alternativo confon- logna si sono formati nuovi gruppi dendo e corrompendo anima ed arte. punk-rock di giovanissimi decisi a Due o tre specie prosperano ed passare dall’esibizione musicale pro- uniformano il pianeta: monopoli, priamente detta alla performance in multinazionali, concentrazioni. generale, affiancando ai concerti, in- La biodiversità culturale viene rele- contri, conferenze, gesti semplice- gata in nicchie di clandestinità. La mente nonsensical. Mi riferisco agli situazione pare essere piombata nei Skiantos e all’ultima rivelazione, i momenti più bui e conservatori del- Do it! Gaznevada”. A Bologna c’erano i la storia, la stasi pare essere infini- Gaznevada ed insieme a loro ta, senza termine, senza via d’usci- Questo era l’imperativo. Confusional Quartet, Skiantos, ta. Definitiva? Non credo. Perché Stupid Set, Hi-Fi Brothers (chi li ri- l’aria che si respira è stagnante ed è Fallo! corda?), c’erano fanze, locali, eti- necessario respirare, come succes- Senza mezzi, chette, creativi, testimonianze per- se sul finire degli anni ’60, come suc- sino sui muri. Gaznevada era area cesse sul finire degli anni ’70. senza soldi, senza grossi di contaminazione, nel deserto del Qualcosa sta montando sotto; gli Nevada erano avvenuti i primi espe- anticorpi sociali si stanno risveglian- supporti, senza tecnica, rimenti atomici degli Stati Uniti, il do, la protesta nelle sue forme at- ma con le idee, segreto militare aveva tenuto nasco- tuali ci porta ad una possibile nuova sto tutto questo per anni. Ma da stagione creativa, ad una nuova ri- con la curiosità, Bologna la radioattività raggiunge- voluzione culturale, ad una nuova va il mio rilevatore di sensazioni se- idea della politica (?). E allora “DO con azzardo e coraggio. gnalando un’alta attività e portan- IT”. Fallo ancora! Nel mondo, in Ita- domi a scoprire i gas sprigionati dalle lia, qui ed ora, senza strutture e sen- cantine. La città trasfigurava e da za soldi, con quello che hai, forse dotta e grassa si faceva aliena e 66
  • 44. futurista, si specchiava negli sguar- passiamo la bottiglia di vino con di alienati e nei tagli di capelli Billy Blade, il sassofonista-cantan- sghembi ed irti. Ed ecco il primo al- te, il quale reagendo agli sfottò dei bum “Sick Soundtrack”, nuovo per rockers dice con sguardo allucinato l’Italia musicale, fumettoso, cool e “Se non tacete, smettiamo di suo- nevrotico al punto giusto. Vicino alla nare!”. E’ un invito a nozze per i colta wave americana di Devo, lungocriniti del Bar Moka che inon- Talking Heads, Pere Ubu, Residents dano di fischi (…e se non ricordo e alla no-wave di Contortions e DNA. male di sputi) la band. Quasi scop- Un disco sintetico e sintetizzato, es- pia una rissa tra noi, che rischia- senziale, sparato in vena ed mo di assistere ad una prematura anfetaminico (“Going Underground”) fine del concerto, e la compagnia che passa da momenti gelidi, di rockers, che alla fine se ne va spersonalizzati ad altri in cui le urla non per paura della nostra pre- della nevrastenia vengono trattenute stanza fisica, ma perché hanno nella struttura di una canzone ormai esaurito tutte le possibili (“Shock Antistatico). Dentro c’era offese e non ne possono più di tutto quello che mi serviva, quello quella musica. Così il concerto ri- che ricercavo nei dischi di allora: prende sino alla rituale richiesta energia, obliquità, dissonanze, pa- di bis ed alla fine qualcuno di noi ranoia, fantascienza, elettronica, chiede autografi, qualcun altro sperimentazione, neurofunk (“Oil osserva attentamente come sono Tubes”), contorsioni, post-moderno, vestiti e come appaiono giù dal fascinazioni metropolitane e sguar- palco i Gaznevada, qualcun altro di al mutante giappone ( “Japanese ancora nota che parte della band Girls”). L’immagine della band era non è proprio lucidissima. Il gior- quella giusta, ancora sporca di punk, no successivo al piccolo grande ma già macchiata dall’intelletualismo evento ci si ritrova sotto i portici wave: cravatte sottili, tinte noir, davanti alla Coop, c’è chi è vestito spigolosità hard-boiled, movimenti alla Gaznevada, chi si è fatto il ciuf- schizofrenici alla David Byrne. fo, chi progetta un nuovo gruppo Andrew Nevada, Bat Magic, Billy con batteria elettronica, farfisa e Blade, Robert Squibb, Chainsaw sax. Sally, questi i fantastici nomi ed in- sieme a loro l’importante figura del Oggi sono ancora alla ricerca di produttore Oderso Rubini. suoni strani, trovo corrisponden- Il progetto nasceva grazie all’Italian ze in molta della nuova musica Records, etichetta che per qualche elettronica e mi eccito ancora anno documenterà (insieme alla come un adolescente quando par- Expanded ed alla Base Records) to alla scoperta di qualcosa di in- gli sviluppi della nuova musica bo- novativo. lognese, italiana e straniera. Tutto questo mentre a Bologna si incro- ciavano nuove strade e prospettive per il fumetto, per l’arte, il video, il Andrea Pazienza: teatro, la performance, tutto que- sto mentre nei locali gli happening e la matita che assorbe le scaramucce punk si tramutavano in party trendy e dandy. Andrea Pazienza, artista scompar- alla matita, strumento che usa so nel 1988, è periodicamente ri- come un reporter di guerra. Que- La stessa estate dell’uscita del disco cordato per la sua attualità stilistica sti reportages sono contorti, i Gaz sono alla festa dell’unità di e generazionale. La cosa è pun- distorti, allucinati e diventano un Correggio. Grande evento per noi tualmente avvenuta in tempi re- pretesto per parlare della propria punkettini e new-wavers di provin- centi con il film di Renato De Ma- condizione. Nelle sue tavole si cia che per l’occasione prepariamo ria “Paz” , con l’ennesima ristam- viene risucchiati in un vortice di con premura uno striscione in onore pa di alcuni suoi lavori a fumetti e eventi, fatti, immagini, ci si tro- dei nostri eroi. La sera del concerto attraverso mostre organizzate in va bombardati da una massa la gente non è tanta, ed in più a rom- varie parti d’Italia. Sembra che l’at- imponente di segni e suoni. Il pere le scatole c’è la banda di rockers tualità richiami le ambientazioni, quotidiano penetra in modo to- del bar rivale che ci guarda in ca- l’atmosfera ed i linguaggi delle sue tale, le vignette come violentate gnesco e sfotte la band. Noi imper- opere. Pazienza ha portato alle urlano la loro cruda realtà, di cui territi ed esaltati ci dimeniamo sot- estreme conseguenze il processo spesso è protagonista diretto o to il palco, agitiamo lo striscione, ci di assorbimento del reale grazie indiretto lo stesso autore. La sua 67
  • 45. SHANK BLOC BOLOGNA prima opera “Le Straordinarie Avventure di Pentothal”, dell’ultima pagina originale, sperando di fare in tempo. pubblicata nel 1977, è letteralmente imbevuta di riferi- L’ultima tavola originale aveva al posto del “fine” di prassi menti socio-politici dell’epoca: la contestazione giovani- in basso a destra un “allora è la fine”, che suona decisa- le, l’occupazione universitaria, il rapporto con le droghe. mente male. Madonna, vi giuro, credevo fosse uno spraz- Lo sfondo di queste avventure è Bologna, in cui Pazienza zo, era invece un inizio. Evviva! Andrea Pazienza, 16 visse per una decina d’anni, periodo in cui frequentò il Marzo ‘77”. Nella stessa pagina, oltre a questo scritto, DAMS. Come si legge nella prefazione del suo scopritore un disegno che raffigura una radio da cui esce un mes- Oreste Del Buono : “La Bologna che fa da sfondo a “Le saggio ai compagni di non disperdersi e di ritrovarsi alla straordinarie avventure di Pentothal” non è una Bolo- fine delle assemblee, più in basso un brandello di ban- gna fantastica, ma una Bologna storica fantasticamente diera con sopra scritto “Francesco è vivo e lotta insieme immaginata da Andrea Pazienza prima che la storia ac- a noi” e la minacciosa torretta armata di cannone di una cadesse, mentre la storia si avviava a essere”. Nel fu- autoblindo. Dentro a questa tavola c’è il terribile marzo metto si confondono il sogno, il vero, lo sballo e la lucidi- del ’77 a Bologna, c’è l’uccisione dello studente Pier Fran- tà, invadendo ciascuno il territorio dell’altro; le creazioni cesco Lorusso, gli scontri ed il clima da sommossa urba- oniriche spesso rompono i confini del sogno (ed il conse- na. C’è Radio Alice, l’emittente che dava voce ai moti guente balloon) rivendicando la propria esistenza anche giovanili e che sarà invasa e chiusa per sempre dalle dopo il risveglio. Il paesaggio, la Bologna storica, la zona forze dell’ordine. Le vignette di Pentothal sono caratte- universitaria con le sue facoltà, la mensa ed i portici, si rizzate da scene di guerriglia urbana: agguati dei fascisti sciolgono in una architettura deformata, allungata, priva ai compagni a suon di catene e spranghe, scontri tra di una reale prospettiva. Luoghi e precisi riferimenti pas- autonomi e polizia, graffiti, manifestini e slogan sui muri. sano dalla minuziosa messa a fuoco allo sfocato, come In mezzo a questa urgente fisicità Pazienza-Pentothal se l’artista fosse intento ad armeggiare con l’obiettivo di può essere risucchiato da un momento all’altro dalla di- una macchina fotografica. Queste immagini alterate sono mensione onirica. Questo gioco turbinoso è la stessa il corrispettivo di una generazione che faceva la propria reinterpretazione del mondo di certe avanguardie arti- conoscenza con le droghe, elemento che compare in modo stiche come Dadaismo e Surrealismo; d’altra parte pro- innegabile in questa prima opera e che sarà ulteriormente prio in questa prima opera viene citato “Il manifesto del sviluppato nell’autobiografico e sofferto secondo volume Signor Antypirine” di Tristan Tzara e il linguaggio gra- dal titolo “Gli ultimi giorni di Pompeo”. Nonostante que- fico, passando improvvisamente da uno stile all’altro sta ripetuta immersione-emersione dal sogno, sembra senza alcun apparente filo logico, ci rimanda alla scrittu- esistere una divinità, un artefice che dall’alto controlla lo ra automatica dei surrealisti. svolgersi degli eventi pronto ad intervenire direttamen- Tra stati di alterazione e puntigliosa documentazione della te, un altro Andrea che può raccontare e raccontarsi, ma quotidianità, Pentothal è un indelebile diario della vita che al momento opportuno prende le redini i un cavallo universitaria e non importa se la primavera del ’77 ap- che prima pareva imbizzarrito. In questo senso bisogna pare lontana, perché quelle immagini, quelle parole di- interpretare l’intervento in extremis del Pazienza-Artefi- ventano atemporali e trovano nuove corrispondenze nel ce con un ultima tavola sostitutiva alla prima puntata di presente. Nella prima puntata, entrando dal portone di Pentothal , richiesta dall’evolversi dei fatti del marzo del DAMS spettacolo nella storica sede di Via Guerrazzi du- ’77. Scrive su quest’ultima rante il settimo giorno di oc- tavola: “Mentre lavoravo a cupazione, ci si ritrova in uno queste tavole nel mese di stanzone buio tra studenti febbraio ’77, ero convinto di esausti ed addormentati, ba- disegnare uno sprazzo, sba- rattoli di vernice, volantini e gliando clamorosamente per- scritte su Umberto Eco. Sce- ché era invece un inizio. Ne ne e situazioni che hanno tro- avessi avuto il sentore, avrei vato nuova vita in occasione aspettato e disegnato questo delle occupazioni del 1989 con bel marzo. Così mi trovo di il movimento della Pantera o colpo a non sapere più bene di recente con i fatti di Geno- che fare, ho già consegnato va o con le ultime proteste tutto il materiale a Linus venti anti-Moratti. Pier Vittorio giorni fa, ma, Cristo, sono Tondelli nel suo “Per Un cambiate tante cose nel frat- Weekend Postmoderno” pur tempo e tante altre cambie- notando i diversi modi di co- ranno sin al giorno in cui il municazione (per la Pantera il fumetto sarà pubblicato che telefax, oggi la rete), indivi- mi sento male e mi do del dua similitudini adottando coglione per non averci pen- come metro di paragone que- sato. Cioè disegnare fumetti sto preciso episodio di non è come scrivere per un Pentothal. In altre pagine vie- quotidiano. Se capite cosa ne descritta una festosa e ca- intendo. Allora disegno que- otica serata al Palasport per sta tavola qui e provo a por- assistere al concerto degli tarla a Linus in sostituzione Area e Finardi, due dei nomi 68
  • 46. di spicco della musi- esperienza e cresci- ca progressiva e poli- ta. La casa è il luo- ticizzata dei ’70. go in cui ci si ritro- L’evento è occasione va, dopo che ci si è di ritrovo dove il co- volutamente persi mizio si mescola alla nei luoghi del viag- musica, il trasporto gio reale o metafo- fisico alla riflessione, rico. Dall’esterno al- la festa all’impegno. l’interno è un appa- Dalla fitta pagina che rire di segni e se- rappresenta il concer- gnali, la matita (più to escono non solo spesso un pennarel- note, ma striscioni lo) di Andrea Pazien- (“coltivate l’erba, bru- za ci rende partecipi ciate l’eroina”), pugni di quel particolare chiusi sollevati, severi clima creativo della poliziotti simili a Bologna fine anni nazisti. Il sentirsi par- settanta pronta a te di un movimento mettersi in evidenza lascia in ogni caso negli ottanta per poi spazi vuoti in cui addormentarsi nei riemerge una solitu- novanta. L’aria che dine che si esprime cambia, lo spirito dei nell’intimo e allora la tempi traspaiono matita assorbente si insinua tra le quattro mura che ospi- dagli slang e dai gerghi fioriti e bizzarri che strabordano tano, durante il periodo degli studi, migliaia di ragazzi dalle nuvolette a fumetti, veri e propri contenitori di au- provenienti da tutta Italia. Dalla stanza ai limiti della cit- daci esperimenti linguistici, miscugli di accenti, dialetti, tà di Pazienza ci arrivano, sotto forma di disegni, nuovi codici, laboratori genetici per nuove ibridazioni lessicali. messaggi, nuove informazioni: le pareti tappezzate di L’essere contemporaneo si incarna nei suoi personaggi manifesti sono un unico murales che ci parla, che ag- più famosi come Pompeo, come l’alienato Zanardi, nella giunge nuovi elementi per decifrare l’universo giovanile. satira, nei suoi mille progetti e collaborazioni: Canniba- Un piccolo mondo da dividere con altri compagni, una le, Il Male, Frigidaire, etc. La sua arte vive nel polistilismo, convivenza che richiede regole ferree, specialmente quan- quasi un campionatore visivo che ruba dal demotico al do si è in tanti in spazi non propriamente ampi; lo spazio geroglifico, che salta con noncuranza dal manuale di storia personale, che può essere un angolo, una parete o nel dell’arte a Disney, dalle avanguardie al caricaturismo, da migliore dei casi una stanza vera e propria, diventa mol- Caravaggio ai Freak Brothers, da Moebius alle miniature to caratterizzata e caratterizzan- medievali. Per concludere ci- te. Queste dimensioni esclusive tiamo ancora Tondelli, suo ami- non rimangono però settori stagni, co e pure lui frequentatore del- ma si trovano ad interagire tra loro la scena artistica che spesso creando quel particolare vocabo- si ritrovava nella storico appar- lario di segni che è la casa. “La tamento di Bifo in via Marsili : casa diventa certo un epicentro di “Di quel movimento Andrea, incroci simbolici, un luogo impor- pur avvertendo tutto il disagio tante quando ci si vive e quando di una presa di posizione indi- lo si abbandona, l’approdo al ter- viduale, è stato il cantore, il po- mine definito, o al ritorno transi- eta, l’artista forse più grande, torio, dopo un “viaggio”, lo spazio insieme agli Skiantos di Freak stesso in cui si “viaggia”, diretta- Antoni e Stefano Cavedoni, al mente”: queste sono le parole di Boccalone di Enrico Palandri, Antonio Faeti che nel suo saggio ai programmisti di Radio Alice. “Un occhio di riguardo” mette in Appena ventenne, Andrea si è relazione autori e scrittori damsiani trovato in una certa universi- (Palandri, Tondelli, Beltrami) con tà, all’interno di un certo grup- la casa vista come luogo di sicu- po di amici e, da artista, ne ha rezza personale, luogo sacro che succhiato i modi di dire, le emana quello che l’uomo prova e espressioni, il gergo, le sente. Nella poetica di questi au- paranoie politiche, i modi di tori, l’abitazione, anche se provvi- vita, innestandoli in un talen- soria, riveste la stessa importan- to naturale (sul quale za di altre fascinazioni letterarie ironizzava continuamente) come il nomadismo, lo grandissimo.” spaesamento, il viaggio come 69
  • 47. SHANK BLOC BOLOGNA bilita, come riproduzione immobile, ma come pratica di ALICE È IL DIAVOLO un’esistenza in trasformazione. E il linguaggio è uno dei livelli della trasformazione della vita.” “La radio tocca intimamente, personalmente, quasi Un linguaggio che agisce come catalizzatore, che ci ser- tutti in quanto presenta un mondo di comunicazio- ve per decifrare i fatti del ’77, per tradurre quell’insieme ni sottintesi tra l’insieme scrittore-speaker e l’ascol- di eventi, reazioni, lotte di classe, proteste, azioni mao- tatore. E’ questo il suo aspetto immediato: un’espe- dadaiste. Attraverso la modulazione di frequenze si è rienza privata. Le sue profondità subliminali sono irradiata la cronaca in tempo reale dell’uccisione dello cariche degli echi risonanti di corni tribali e di antichi studente venticinquenne Francesco Lorusso da parte della tamburi. Ciò è insito nella natura stessa del medium, polizia. Presto seguirà la rivolta che sconvolgerà il cen- per il suo potere di trasformare la psiche e la società tro della città, le barricate nella zona universitaria, cor- in un’unica stanza degli echi.” tei, molotov, lacrimogeni, mezzi blindati dell’esercito e Marshall McLuhan da Bologna questa voce giungerà a Roma, Milano, Napo- “Gli strumenti del comunicare” li, Palermo, Lecce, Bari… ma la reazione sarà ben presto Esce per la Shake Edizioni il libro “Alice è il dia- azzittita dai carri armati dell’allora ministro degli interni volo”, storia di una radio sovversiva a cui è allegato Kossiga. Altre reazioni ai disordini bolognesi furono la un cd che raccoglie varie regi- presa di distanza dal movimento strazioni ed in particolare la studentesco da parte del sindaco, cronaca in diretta dell’irruzio- dell’amministrazione locale, della ne negli studi della radio della politica e della sinistra istituziona- polizia, dell’arresto dei pro- le, mentre dall’estero arrivò un so- grammatori e del sequestro stegno grazie ad un appello contro delle apparecchiature. la repressione statual-militare fir- La prima edizione era stata cu- mato da intellettuali come Felix rata da Luciano Capelli e Ste- Guattari, Sartre, Roland Barthes, fano Saviotti, quella odierna è Foucault, Deleuze. Diversamente invece curata da Franco “Bifo” gli intellettuali italiani si troveran- Berardi e E. “Gomma” no divisi tra chi appoggia il movi- Guarneri. mento e chi lo critica. La raccolta di materiale man- E’ facile trovare corrispettivi in tiene però come autore del vo- quello che è successo poco tempo lume il Collettivo A/traverso (ri- fa a Genova, in più c’è il parallelo vista e foglio d’agitazione cul- della irruzione a Radio Gap (la ra- turale-politica uscita nel mag- dio che sosteneva la manifestazio- gio del ’75). Vale la pena unire ne no-global), anche qui l’interven- alla lettura dei testi l’ascolto del to delle forze dell’ordine ha imba- cd per meglio immergerci nel- vagliato una fonte di informazione la particolare atmosfera del pe- alternativa. D’altra parte il movi- riodo fatta di parole in libertà, mento del ’77 raccoglieva l’eredi- happening, irriverenza, musi- tà, gli argomenti e le utopie del ’68: ca. Grazie al recente esiste dunque un filo comune che dissequestro dei nastri, sino ad ora “custoditi” dalle unisce al di là del tempo e della storia la protesta giova- forze dell’ordine, un altro documento, un altro im- nile. L’intervento sui media, la censura ed il monopolio portante tassello ci permette di focalizzare meglio il dell’informazione sono le armi che i sistemi autoritari e i finire degli anni settanta. regimi mediatici adottano per spegnere i fuochi che na- Con la liberalizzazione dell’etere, si attivarono nuovi scono negli animi. La cosa ci porta ad un presente tutto centri di comunicazione indipendente e nacquero mol- italiano in cui si addensano nuvole sulla libertà. te radio libere: Radio Alice iniziò le sue trasmissioni Radio Alice fu accusata di aver organizzato i disordini e a Bologna il 9 Febbraio 1976. Radio Alice fu la voce gli scontri, fu chiusa ed in questo modo si cercò di colpi- di chi non aveva mai avuto la parola, fu laboratorio re tutto il movimento. Ascoltare gli ultimi attimi dell’irru- di creatività, fu centro d’attrazione dei movimenti zione della polizia il 12 marzo 1977, sapere dell’arresto giovanili, creò nuove forme di comunicazione e di o della fuga, della latitanza dei redattori è come sapere controinfor-mazione. della fine di un sogno. La radio sarà riaperta nei mesi Dentro vivevano diverse anime, tra le tante, una era successivi, diventerà un simbolo politico, le sue trasmis- eticamente intransigente e controinforma-tiva, un’al- sioni acquisteranno professionalità ma perderanno l’irri- tra era poetico-libertaria: si proclamava la libertà dal verenza dadaista degli inizi. lavoro, la libertà dallo sfruttamento, la libertà Alice chiuderà per sempre nel 1981 dall’abbrutimento economico, la libertà di fare al- l’amore. Desiderio era la formula che passava da una bocca all’altra nutrendo il proletariato giovanile. “Ra- AAVV - Alice è il diavolo dio Alice è il linguaggio al di là dello specchio. Ha a cura di Gomma e Bifo (Shake Edizioni) costruito uno spazio nel quale il soggetto si ricono- Gaz Nevada – Sick Soundtrack (Italian Records) sce non più come in uno specchio, come verità rista- Andrea Pazienza – Francesco Stella (Coconino Press) 70
  • 48. SMITH & MIGHTY: alle radici del Bristol Sound Ci si potrebbe limitare a questo: annunciare l’intervista a Smith & Mighty, annun- ciare l’uscita di un nuovo album del duo di Bristol per l’etichetta tedesca !K7, dare spazio alla chiacchierata telefonica avuta con Rob Smith stilando tutto sotto forma di domanda/risposta. Semplice, lineare, scorrevole da leggere: ma che spreco sarebbe… E infatti noi vogliamo cominciare da più di vent’anni “imprudenza” della polizia, che fece una retata di troppo fa, dal 1980. E’ l’anno in cui la città di Bristol fa espe- al Black And White Café, punto di ritrovo nel quartiere rienza sulla sua pelle di quanto possa essere piena di povero di St. Paul. tensione la convivenza in una città. I “riots” che saran- Mentre altre volte gli interventi delle forze dell’ordine no simbolo degli anni ’90, vuoi per quelli che attraver- erano accolte da mugugni ma nulla più, il 2 aprile del sarono Los Angeles, vuoi per quella pietra miliare del 1980, verso le 15,30, successe l’inaspettato: la retata cinema (e della “topografia sociale”, se ci passate la dei poliziotti nel locale di Grosvenor Road viene inter- definizione) che è “L’Odio” di Kassovitz; bene, tutte rotta da una sassaiola, e in poco tempo tutto il quar- cose che Bristol aveva già provato sulla sua pelle. An- tiere viene scosso da una sollevazione popolare, il cen- che in questo caso alla base ci fu una, come dire?, tro commerciale completamente depredato, vengono Damir Ivic press agency + Stefano Camellini @maffia 22
  • 49. feriti 50 poliziotti e distrutte 25 macchine della polizia (6 invitati è Roberto Del Naja, inglese ma di origini napo- direttamente bruciate!), 21 edifici vengono gravemente letane, a lui viene chiesto di decorare i muri della galle- danneggiati fra cui una banca e l’ufficio postale, col tota- ria “in progress”, durante gli orari di apertura; Del Naja le dei danni che si avvicina al mezzo milione di sterline accetta volentieri, facendosi rassicurare sul fatto che dell’epoca (in un evento così drammatico, c’è un aned- mentre lui dipingeva un po’ di suoi amici potevano avere doto divertente: pare che la scintilla di tutto sia stato il libero accesso nella galleria, mettere dischi, fare dei rap. fatto che nella concitazione della retata al Black And White Bene: Roberto Del Naja è colui che diventarà 3D dei Café i poliziotti, portando all’esterno barili di alcool, fer- Massive Attack, e in un prezioso filmato fatto da Phil mando gli avventori e quant’altro, abbiano accidental- Johnson si vedrà che fra i suoi amici a ciondolare nella mente (?) strappato via i pantaloni ad un personaggio galleria ci sono Nellee Hooper (il fondatore dei Soul II noto e stimato nel quartiere, un operatore sociale col Soul) ai piatti, un allampanato nero di nome Grant nome di battaglia di Dr. Prince Brown, il quale dopo que- Marshall gli sta al fianco passandogli i dischi (Daddy G, sto “incidente” ha cominciato a dare in escandescenze: Massive Attack), assistito da un ragazzino (Mushroom, ecco, come in una trama immaginata da Terry Gilliam, sempre dei Massive), e poi Mark Stewart con dietro un pare che sia iniziato tutto da qui…). ragazzino bizzarro di cui era un po’ il protegé (imparere- Dopo la rivolta, St. Paul non è stata più la stessa. E’ te a conoscerlo come Tricky…); infine, tanto per com- stata meglio: perché la polizia, con sana prudenza, smi- pletare l’elenco, questo showcase sull’hip hop alla Arnolfini se di volerne controllare il territorio in maniera maniaca- Gallery segnò la prima volta in cui un ragazzino di nome le, e questo diede il via ad una nuova effervescenza so- Geoff Barrow ebbe il permesso dalla madre di recarsi ciale ed artistica. Nascono le posse, da solo a Bristol dal sobborgo in cui una via di mezzo tra una street gang abitava… anni e anni dopo, il ragazzi- e un collettivo artistico, che finalmen- no crescerà, metterà su un gruppo te possono operare in pace senza te- niente male e lo chiamerà col nome mere di essere fermate dalla forza “Certo, sono state del sobborgo in cui è nato: pubblica da un momento all’altro. La operate molte Portishead. più famosa è probabilmente la Three Stripe Posse, che grazie alla sua, uhm, semplificazioni Terzo fotogramma, 1987. Location: “attività imprenditoriale” sul territo- il retro dell’Ippodromo di Bristol. rio riesce in poco tempo a darsi una giornalistiche su E’ lì che è in svolgimento l’Apres Sky struttura fissa e a trovare le risorse quello che è il Party, un evento a metà fra una jam per avere un proprio soundsystem e e un concerto. Sul palco ci sono Ray cominciare a registrare dub plates. “suono di Bristol”. Mighty e Rob Smith, hanno appena Due dei componenti sono Rob Smith attaccato ad eseguire quella che si e Ray Mighty; del secondo si può dire Va a finire che la stava prendendo lo status di piccolo che era tornato in città dopo essere gente non capisce culto sotterraneo, ovvero una loro scomparso per un po’ all’indomani dei versione di un pezzo di Satie, riots di St. Paul (più di 100 persone che noi musicisti “Gimnopedia Nr. 1”. vennero fermate dalla polizia); una Probabilmente, l’atto di nascita del prudenza necessaria, dato che il suo bristoliani siamo Bristol Sound: le “carezze sonore” di nome era stato fatto da un poliziotto tutti individui, Satie vengono dilatate in una nuvola (“E’ lui Raymond Mighty, è lui il punk di dub e innervate da break di batte- che stava tirando sassi contro la poli- ognuno con la sua ria dal sapore urbano ma molto ral- zia e svaligiando un negozio”; pecca- lentati. Un miscuglio sonoro inedito, to che la persona contro cui il poli- storia e la sua bellissimo e a suo modo rivoluziona- ziotto stava puntando il dito durante visione artistica.” rio. Mark Stewart è presente nel mo- il confronto facesse invece di nome mento in cui Smith & Mighty attacca- Clive Edwards…). no il pezzo: decide all’improvviso di salire sul palco (e mai dire di no, a Altro salto nel tempo, fotogramma numero due: è il 1985, Mark Stewart…), portandosi dietro il ragazzino bizzarro ci troviamo alla Arnolfini Gallery, un centro per l’arte con cui stava dividendo l’appartamento e che conosceva contemporanea famoso anche a livello nazionale, sicu- da quando il ragazzino in questione era ancora uno ramente uno dei punti-cardine di tutta la vita culturale di scolaretto, e porgendogli il microfono: il rap sputato fuo- Bristol. Ha una particolarità: è situato nel quartiere ele- ri dal ragazzino sulla “Gimnopedia” può ufficialmente gante della città, Clifton, ma non si è mai fatto problemi essere considerato l’esordio di Tricky su palco. Qualche nell’accogliere fra le sue mura anche gente poco settimana dopo, Stewart deciderà di allungare 500 ster- raccomandabile, vista almeno con gli occhi dei line a Rob Smith e Ray Mighty per prendere possesso di benpensanti. questa loro reinterpretazione di Satie; dopo qualche pic- E’ con questo spirito che vorrà celebrare nel luglio 1985 colissimo cambiamento nasce così “Stranger Than Love”, un grande showcase / performance attiva sul pulsare pietra miliare di Bristol e del suo suono che poi contras- della cultura hip hop a Bristol, dando ovviamente spazio segnerà gli anni ’90. Mark Stewart negli anni successivi prima di tutto all’arte del graffitismo (o, detto più corret- sarà comunque sempre molto onesto: “In realtà il pezzo tamente, dell’aerosol art) ma ospitando anche è più di Smith & Mighty che mio. Era già da un po’ che li soundsystem e breakdancers. Uno degli aerosol artist conoscevo e li rispettavo, due tizi che non erano per 23
  • 50. nulla degli “arrivisti della musica”, loro posizione e, prendendosi tut- pensavano solo a fare il loro. L’atti- to il tempo necessario e anche tudine che mi piace. Quella volta un po’ di più, continuano a all’Apres Sky Party scoccò una scin- sfornare la roba che vogliono loro. tilla speciale, “dovevo” cantarci so- Il risultato è che il primo loro di- pra, non potei fare a meno di inva- sco vedrà la luce solo nel 1995 dere il palco e mi portai dietro anche (“Bass Is Maternal”), a contratto Tricky, era la prima volta che rappava con la Polygram scaduto, in una in pubblico. E comunque, anche per versione low budget, zero promo- Smith & Mighty quella era la prima zione e poca distribuzione. Nel volta che accet- frattempo, tavano di esibirsi Massive, live, su pressione Portishead e di Steve Haley”. Tricky erano già delle Quarto fotogram- superstelle in- ma: oggi. Quin- ternazionali… dici anni dopo. “ Certo, sono “Sì, siamo soddi- state operate sfatti della !K7, molte sempli- sta lavorando ficazioni gior- bene per noi, nalistiche su ecco che quindi stiamo viaggiando quello che è il “suono di Bristol”. parecchio per suonare la nostra mu- Va a finire che la gente non capi- sica. Oddio, è pur sempre una eti- sce che noi musicisti bristoliani chetta discografica, con tutto quel siamo tutti individui, ognuno con che ne consegue, ma almeno è fatta la sua storia e la sua visione arti- da gente che ama la musica e la ri- stica. Ma tirando le somme biso- spetta”: a parlare così è Rob Smith, gna dire che alla fine anche gli e lo spirito di queste sue parole lo si effetti benefici non sono stati può capire appieno facendo solo una pochi, la musica di Bristol ha po- rapida storia artistica del duo. tuto farsi conoscere ed ottenere Oltre agli esperimenti su Satie prima esposizione nei media un po’ in citati, un altro loro marchio di fab- tutto il mondo. Meglio così, va’. brica era reinterpetare, alla loro ma- Poi, succedono ora delle cose di- niera, canzoni di Burt Bacharach. vertenti: magari a Bristol non riu- Nel 1988 il loro remix di “Walk On sciamo ad incontrarci più, ma giu- By” gli darà la fama e gli farà scalare sto qualche settimana c’era mez- le charts, ma soprattutto li metterà za Bristol in un festival musicale in mezzo ad una caccia grossa da a Berlino! E lo stesso era succes- parte delle major per metterli sotto so in Spagna qualche mese fa”: contratto: le più insistenti furono la nessun rancore quindi da parte Virgin e la Polygram. “Scegliemmo la di Rob Smith sul fatto che le loro Polygram perché avevamo in antipa- capacità, e il loro essere i tia le posizioni politiche di Richard capiscuola, non sia stato suffi- Branson, il capo fondatore della cientemente riconosciuto negli Virgin. Siamo musicisti, non anni. Altre sono le cose a cui tie- politicanti o attivisti; ma bisogna es- ne; ad esempio, è davvero felice sere sinceri con se stessi. Certo, ma- quando gli chiediamo di parlare gari col senno di poi si può dire che di Mark Stewart e dei suoi Maffia: abbiamo fatto male, ma non rinnego “E’ un pazzo!! …ma è stato dav- la scelta che facemmo, le motivazio- vero importante per tutti noi, per ni erano giuste”: nei fatti, il contrat- tutta Bristol, un punto di riferi- to con la Polygram si rivelerà eco- mento. Ci teniamo che si sappia. nomicamente redditizio ma in realtà Lui c’era prima di tutti, prima un capestro. Nei cinque anni di du- ancora della Wild Bunch, la posse rata, l’etichetta si rifiuterà di pubbli- che metteva insieme Nellee care il materiale composto dai due, Hooper e quelli che poi sono di- definendolo sempre “poco commer- ventati i Massive Attack. Era co- ciale” ed esortandoli a fare qualcosa munque un periodo davvero ec- di più radiofonico. citante, c’era questo cortocircuito Come risposta Smith & Mighty non con l’hip hop newyorkese. Ha af- si schiodano di un millimetro dalla fascinato anche me, certo, e non 24
  • 51. potrebbe essere altrimenti dato che io mi occupo prevalentemente della parte ritmica; ma il mio punto di riferimento principale resta il dub, e penso che dalle nostre produzioni si senta”. Dub, certo, il dub che trascolora nella drum’n’bass e viceversa – marchio di fabbrica delle produzioni targate Smith & Mighty. Ma in questo ultimo “Life Is…”, uscito ad aprile, sono presenti più del solito le linee vocali, praticamente ogni traccia è cantata: “Vero, ma questo è venuto fuori quasi per caso, non è stata una scelta a priori prima di cominciare a lavorare al disco. Siamo rimasti sor- presi noi stessi, per quanto il cantato abbia sempre fatto parte delle nostre attitudini da produttori. Una cosa che ci tengo a sotto- lineare è che tutte le voci che senti nel disco sono di cantanti di Bristol: persone che sentiamo vicine, e che possiamo vedere quo- tidianamente. Non ci interessa lavorare con delle superstar, la no- stra musica deve essere prima di tutto una famiglia”. IL NATTY SOUND DI SMITH & MIGHTY Lampi di gioia e linee di basso che scoppiano Questa volta sia- “Life is…” è di mo nudi. gran lunga il Nudi di fronte ai loro miglior monitors che lavoro di emettono grap- sempre. poli di sub-bassi Dodici canzo- che scoppiano ni di oscena come bombe al bellezza, cro- napalm attorno a cevia obbli- noi. Nudi contro gato di una vibrazioni di fre- generazione quenze così persa nei “sottopancia” che non riusciamo bassi. Basta ascoltare, per più a percepirle auralmente ma annegarvi dentro, la traccia solo fisicamente. Nudi ma avvol- che è la quintessenza di ti in una confortevole matassa di quindici anni di breakbeat, molecole compresse prodotte da dub, drum and bass e two- gomitoli di basso caldissimi e pro- step: B-line fi blow. Ovve- fondi. Nudi e attoniti di fronte a ro le b-line, linee di basso, una fonte di suono così minimale costruite per esplodere. La e perfetta ma allo stesso tempo voce nerissima, roca e gra- potente, fragorosa, essenziale. vida da “dirt roads of dub”, Il breakbeat, questa scienza del ammonisce, su un riordino dei beats che corre sui tostissimo pattern 2 Step/ binari del caos e della pazzia, ha drum and bass: selectah, ritrovato alcuni dei suoi adepti più butta la puntina e fai sal- fedeli e generosi. Sono i frontisti tare i jack, queste b-line del basso, batteria e voce di stan- sono fatte per esplode- za bristoliana: gli araldici Smith re!! Alla musica non abbia- & Mighty. Questa volta si bada al mo mai chiesto nulla di più, sodo: ai bassi che colpiscono ma neanche nulla di meno. come jabs saettanti nel nostro Nudi eravamo, nudi siamo di basso ventre, ai breakbeat che fronte a questa selvaggia tagliano come accette affilate e nobiltà del dub più acuto e s’infilano nelle carni delle melo- luminoso che esista sul pia- die “soul” e “ragga” che perva- neta proibito della bass cul- dono l’opera. Questa volta l’arte ture. della seduzione di S&M è espres- sa nella sua potenza più estre- SMITH & MIGHTY ma. Life is... K7 - 2002 Paolo Davoli 25
  • 52. DUB E FANTASCIENZA IN SOLARIS: la poetica dello spazio interiore “L’uomo viene generato per la sofferenza come le scintille per volare in alto” (A.Tarkovskij, citando Giobbe da: Martirologio, Diari, Edizione della Meridiana, 2002) Paolo Davoli Artwork CD + libro Diari: Martirologio (Tarkowskij) Il progetto Solaris appartiene alla visione e al viaggio. sugli strani fenomeni che vi avvengono e che coinvolgo- Jah Wobble si domanda: qual’è il luogo solitario dove no in maniera preoccupante gli scienziati a bordo. Rag- nasce la musica? Qual’è quello spazio preciso in cui il giunta la stazione, Kelvin scopre che il capo della missio- pensiero diventa suono? Per niente spaventato ne si è ucciso e che gli altri due membri si trovano sul- dall’immane delimitazione di tale logos, il nostro Jah l’orlo della pazzia. Questo perchè Solaris è stato bom- occidentale si è preparato ottimamente per questa bardato con raggi X ed ha reagito inviando a sua esplorazione aurale nei meandri dell’animo volta radiazioni che hanno la facoltà di umano. Perchè è proprio lì, nelle caverne materializzare i ricordi e le ossessioni degli selvagge della psiche che il proprio sè si uomini” (note da Solaris, Urss 1972, fa suono. Stella luminosa di questo viag- Sampaolo audiovisivi) gio al centro dell’universo-uomo è il cineasta sovietico più poetico e misti- Jah Wobble è un viaggiatore impavi- co, Andrej Tarkovskij, e compagni di do. Nelle sue più recenti traiettorie avventura sonica sono i maestri del non ha avuto timore nel confrontarsi suono, il Dream Team dell’Internazio- con i testi di Dante e di William Blake, nale dei Visionari, ovvero: Harold Budd, viaggiatori lirici venati da visioni mi- Bill Laswell, Jaki Leibezeit, Graham stico-religiose e poeti dall’autentico Haynes. Musicisti da far tremare qualsi- sentire. La Divina Commedia è il terreno asi membrana e martelletto: una cellula di di confronto dei due autori, dato che William astrofisici del suono, tra i più navigati ma an- Blake fu tra i più famosi illustratori del testo che tra i più avveniristici. Ultima annotazione del dantesco. Dopo il soundscape della discesa verso cambio di orizzonti, signs of the times: anni fa i gruppi l’Ade, nulla può far indietreggiare Jah Wobble; nel caso avevano due chitarre, oggi due bassi. In questo viaggio, di Solaris, infatti, il viaggio non avviene nelle regioni in- guidato dal basso, Jah Wobble e Bill Laswell... fernali ma si proietta in quelle astrali-fantascientifiche dello spazio infinito. Il viaggio, in primis, è però sempre “Kris Kelvin, sociopsicologo, viene inviato sulla piatta- dentro sè, un viaggio socratico, cognitivo: il centro della forma orbitante intorno al pianeta Solaris, per indagare ricerca è quella “immensità intima”, descritta così mira- 4
  • 53. graham haynes “[L’influenza di Tarkovskij sul progetto musicale Solaris deriva dalla] visione mistica del mondo e dalla riflessività, statica e introspettiva, che emerge dal suo cinema. Il mondo cinematografico odierno harold budd è purtroppo influenzato dall’ec- centrica vitalità dei video dove si deve cambiare scena o montag- gio quasi ogni secondo. E questo mi ricorda le case discografiche negli anni ‘80 e ‘90 dove non potevi sviluppare il jah wobble suono con poche note ma dovevi necessariamente attuare repenti- ni cambiamenti; e questo accade- va e accade tuttora perchè si ritiene che il pubblico sia talmen- jaki leibezeit te stupido da perdere il filo e quindi, fatalmente, finire annoia- to. Questo è il loro ragionamento, devi sempre stimolare l’audience. E’ una situazione veramente anomala, insana per certi versi. Ecco perchè Tarkovskji bill laswell è l’antidoto a tanta pazzia” Jah Wobble bilmente da Gaston Bachelard, che abita gli spazi dove il I suoni svelano un territorio a lenta mutazione, con im- suono nasce, si fa seme e trova la propria dimora. Cer- percettibili movimenti che ne cambiano il paesaggio, il chiamo di capire allora come “vi- quale diviene progressivamente bra” questo spazio immenso che è ossessivo, saturo, come se il mor- entre nous, come scriveva Deleuze. morio dell’anima trasalisse e bal- zasse avanti nelle cupe spire dei “La mia ombra forma un guscio so- propri oscuri meandri. E’ qui che il noro/ Ed il poeta ascolta il suo pas- binomio Wobble-Tarkovskji assume sato/ Nel guscio dell’ombra del suo la sua dimensione più vera: nella corpo” (M. Alexandre) capacità di sondare poeticamente le geografie estreme dell’uomo. Il progetto sonoro Solaris possie- Il che si traduce musicalmente in de una ricchezza magmatica. Il paesaggi aurali estenuati da suoni viaggio interiore, alla ricerca del ficcanti, estatici, irrorati dalle trom- guscio sonoro in cui il suono trae be “divine” trattate di Graham la propria linfa, è ad alta intensità Haynes, fedele sperimentatore al- psichica. Il suo fluire arcano è la l’ombra del gigante Miles Davis, conseguenza dell’aderire alle fibre forse tra i primi nell’agone pop dell’anima, al suo paesaggio pene- moderno post-guerra, a cimentar- trante e riecheggiante, al sè inti- si con gli abissi pangeatici dell’ani- mo misterioso. I musicisti coinvol- ma. ti in questa poetica della profondi- Chiave del tessuto musicale è tà arrotolano dense spirali di suoni Harold Budd, incredibile pianista lunghissimi, intensi, dove le ritmi- autore blasonato di altri futuribili che cavalcate di Leibezeit vengono viaggi nella “storia” dell’elettroni- illuminate da bassi dub ascetici e squarciate dai lapilli ca, come in Plateaux of Mirror, la soundtrack intessuta eruttivi elettronici di Laswell. con Brian Eno anni or sono. 5
  • 54. Tarkowsij sul set del film “Solaris” “Il mondo è grande, ma dentro di noi è profondo come il I suoni di Solaris, spesso di un’intensità tormentata e mare” (Rilke) selvaggia, eruttano da un lago-vulcano situato nelle pie- Im-mobile come un magma vulcanico, irrazionale come ghe nascoste dell’io e vengono scagliati impetuosi nelle la reverie poetica, coraggioso come il viaggiatore ai limi- spazialità baluginanti verso una dimensione risonante, ti delle terre tra ragione e pazzia, il dub ad alta combu- meditativa dell’individuo e del suo inconscio. stione free si organizza in lunghe suite in cui convergono sulfuree correnti sonore che si rimodellano in lenti anelli “Chi ha un volto senza un raggio di luce, non diventerà circolari, come un vortice che vira verso il basso, dove mai stella” (William Blake) non è più ricoscibile l’afflato aurale del jazz, del dub, I titoli delle tracce ci narrano lo stato d’animo dei musi- dell’elettronica, del rock. Litanie interiori, brandelli libe- cisti: Il mistero del crepuscolo, Attorno a un lago. Una ratori: un pregnante canto di libertà. Puro inner cinema. fragranza di “minimalismo sacro” pervade la fantascien- Questo è l’ascolto del nostro spazio profondo, in cui l’im- za da inner space di Solaris, i cui temi costanti sono: il maginazione si fa suono. Il viaggio più pericoloso, più rapporto con la natura, il senso del ciclo biologico di vita/ selvaggio, è quello interiore, dove si possono scoprire le morte, l’esplorazione dell’Incommensurabile, la paura del “ragioni” della follia, i gusci vuoti dello spirito, le disar- dominio tecnologico, la ricerca della teoria ultima. manti verità della nostra esistenza. Solaris è sia musica Solaris, il pianeta ancestrale da esplorare, può essere la dei mondi, verticali e profondi, opposti alle geografie dimora ove il nostro spirito si ripara e si ristora, nello orizzontali di superficie, sia suono della foresta, il terri- splendore del suono che ascolta il crepuscolo, abita i la- torio inesplicabilmente infinito, imprigionato nei fondali ghi e vola in alto come le scintille... muti della nostra intimità: la stessa profonda foresta cha SOLARIS ha atterrito il francese Pierre Gueguen nelle sue poesie. LIVE - 30Hertz - uk 2002 Tarkovskij cui viene assegnato il Leone d’oro Andrej Tarkovskij nasce il 4 apri- alla Mostra del cinema di Vene- le 1932 a Zavraz’e, un piccolo zia. I film successivi saranno villaggio sulle rive del Volga. Fi- Andrej Rublev (1966), Solaris glio del poeta Arsenij Tarkovskij, (1972), Lo specchio (1974), frequenta la scuola di cinema di Stalker (1979), Nostalghia Mosca e si diploma nel 1960 con (1983), girato in Italia e premiato il cortometraggio Il rullo com- a Cannes, Sacrificio (1986), gi- pressore e il violino. Debutta rato in Svezia e anch’esso pre- nella regia con il lungometraggio miato a Cannes. Muore esule a L’infanzia di Ivan, del 1962, a Parigi il 29 dicembre 1986. 6
  • 55. DJ SPOOKY, BURROUGHS E TURNTABLISM Non dev’essere un caso che siano afro-americani buona con un buon background teorico ha portato la pratica del parte degli innovatori americani nella sfera compositiva djing (o del turntablism, che dir si voglia) a scienza filo- del dopo guerra. Da Coltrane a Coleman, ad Afrika sofica, con fior di premesse ed elucubrazioni successive. Bambaataa, ai collettivi di Detroit, la capacità di ‘sentire’ Simile a Marshall McLuhan nell’approccio mediatico al la propria scena, esaltandone creativamente le caratte- mezzo, Miller ricama dalla nube di dati che il dj ristiche ha trovato in questi fari dell’underground metro- materializza nell’aria di suoni, conseguenze sul futuro politano interpretazioni uniche. A tanto sembra candidarsi del genere umano quanto meno intriganti. anche Paul D. Miller, alias DJ Spooky, per gli amici That Sempre indaffaratissimo, dopo qualche insistenza ha Subliminal Kid, che unendo felicemente pratiche aduse accettato di rispondere alle nostre domande. Alessandrotratta da Neural n. 17, autore: Alessandro Ludovico, Neural.it, Intervista Ludovico website: www.djspooky.com + press agency aggiornato ogni giorno: http://www.neural.it 51 51
  • 56. Campionare e rimescolare grandi quantità di informa- zioni è un’attività peculiare per gli anni novanta. C’è un sacco di margine per dibattere su questo argo- Pensi che questa sia un’attitudine propria delle nuove mento. Non sono sicuro su come effettivamente calcola- generazioni? re il paradosso, poichè è ciò che perloppiù rende il gioco Penso che non ci sia nulla di definitivo. Ciò che sta suc- interessante. Il vinile ha così tanto peso storico che, nel- cedendo in Giappone è un po’ il modello di come la cul- la sua essenza, è stata una delle cose che ha permesso tura elettronica cambierà e si modificherà in una situa- una memoria collettiva nell’ultimo secolo. La cultura di- zione ancora più frammentata: La gente già usa i-phones gitale si muove più alla svelta e probabilmente riguadagnerà il tempo perduto molto rapidamente. (internet phones) per controllare diversi siti web, Artificiale? Naturale? In realtà si sta sfumando tutto quan- mandare comunicazioni cellulari, ecc. ecc. e questo è to, e questa è una ottima cosa. solo l’inizio. Pop star virtuali, città completamente autosufficienti, biotecnologie: tutto ciò porta a diverse Che tipo di suoni non comuni hai semplicemente ‘trova- modalità di riconfigurare la specie umana che abbiamo to’ (ossia ne hai avuto un esperienza) nella vita di tutti i solo ora, lontanamente, cominciato a comprendere. Cam- giorni? pionare e mixare sono il modello paradigmatico un po’ Uno dei suoni più bizzarri che ho sentito è semplicemen- per tutta la cultura dell’informazione. Per me l’hip hop e te quello di un autobus che si ferma. Il trascinamento l’elettronica sono un modo della mia generazione di ri- costruire identità dal nulla. Guardo a questo come ad uno specchio sociale del mondo reale. Nel nostro presente digitale, la musica è sempre più un tipo d’informazione volatile. Il possesso (o il collezioni- smo) dei media (cd, vinile, video) ha ancora senso? È importante per ricostruire i significati originali di un pa- norama sonoro, o è solo feticismo? La nozione del possesso, per me, non riflette necessa- riamente ciò che sta succedendo: siamo in un mondo che semplicemente crea nuove piattaforme e simulazio- ni elettroniche come fenomeno naturale. È come se ci scervellassimo per creare ossigeno in fabbrica... In futu- ro l’informazione sarà solo parte dell’ambiente come l’os- sigeno o il sangue che ci scorre nelle vene. Chi possiede queste cose? Il feticismo è il come diamo significato alla musica e alle persone che creano i suoni che ci appas- sionano. Ma la stessa logica può essere applicata all’arte e ad altre pietre miliari per l’identificaziona sociale come la pubblicità e il cinema. Identificazione e associazione: l’informazione si muove attraverso panorami che asso- inerziale dei freni, il senso di spostamento di peso... pro- migliano parecchio all’acqua che scorre attraverso due duce un suono davvero strano e scavato, che mi ricorda mani a forma di coppa. quello dello stomaco che si sta ripulendo di un bel po’ di Non c’è maniera di controllare come fluisca. Ma si cibo con l’intestino che si muove vistosamente. Movi- possono direzionare aspetti differenti di come viene ge- menti dentro il proprio corpo che assomigliano ad un nerata: sebbene le macchine lo facciano per noi... autobus. Molto divertente. E in qualche maniera strana- mente biologico, ma nel bel mezzo di una mattina, in Che faresti fare al software dei tuoi desideri, potendolo un’ora di punta a New York. Molto divertente e molto codificare in un lampo? strano. Descrivimi un oggetto silenzioso (es. una pietra) Attualmente sto creando del software che in qualche che vorresti generasse dei suoni e il tipo di suoni che maniera dovrebbe imitare molte delle mie usuali scelte dovrebbe emettere. Se ci pensi, non c’è in realtà il silen- quotidiane. Percorsi neurali, corrispondenze sinaptiche, zio, ma solo livelli su livelli di differenziazione. A me ap- pattern di pensiero... per la maggior parte queste cose passionano le frequenze e come vengono fuori da qual- possono essere modellate e ricordate. siasi cosa. Elementi che vanno dalla struttura delle par- Questioni di normale amministrazione come le proprie ticelle atomiche al suono di un peto che esce dal culo. È abitudini di consumo e i pattern che si seguono, sono già tutto ugualmente interessante. Ma attenendomi alla tua sufficienti indicazioni di come effettivamente si pensa. domanda, devo ammettere che mi piacerebbe sentire Per la maggior parte dei casi, se si potesse creare un quale sarebbe il suono dei film di celluloide. È una so- motore di ricerca per modellare i percorsi di ricerca del stanza che ha influenzato la maggior parte della specie cervello con i propri... si sarebbe capaci semplicemente umana da una posizione molto privilegiata, e penso sia il di rilassarsi e stare a guardare cosa viene fuori. venuto il tempo di rendere equivalenti gli elementi vi- suali e quelli sonici della nostra cultura. Se (vinile=analogico=organico) e (cd=digitale=sintetico), il loro conflitto di mercato e di target è una metafora di ciò che sta cambiando nella nostra vita? 52 52
  • 57. Dimmi qualcosa in più su un paio dei tuoi prossimi libri rogo per aver guardato al linguaggio come un sistema di ‘Flow My Blood the Dj Said’ e ‘And Now A message from segni e simboli, e alcuni dei miei artisti preferiti, come i Our Sponsors’, il tuo romanzo di fantascienza basato sulla futuristi italiani (non le loro idee politiche, naturalmen- DJ culture... te, ma le loro idee sul linguaggio), si comprende come ci Ultimamente sono stato molto vincolato al tempo, e la si può sempre rapportare giocando col linguaggio. musica ha invaso sempre di più il mio, di tempo. Non Il campionamento è solo il gioco ora più in voga. Ce ne riesco ancora a respirare visto che sto viaggiando in con- saranno altri. tinuazione e lavoro su molti progetti contemporaneamen- te. Nel frattempo sono anche Editor-at-large di Artbyte Una volta hai detto “Il suono è rappresentativo di una (www.artbyte.com). Artbyte è una rivista che si concen- certa persona... Per cui mixando ad hoc, si ricombinano tra sulla cultura digitale da un punto di vista più concet- le espressioni di una persona con le proprie”. Possiamo tuale. Cerco sempre di vederla come un incrocio fra comparare il Dj con gli alchimisti europei del medioevo, Artforum e Wired, ma con molto più sapore che i due o ancora con chirurghi plastici onnipotenti? combinati. Ad ogni modo avrò bisogno di un po’ di tem- Penso di relazionarmi col campionamento come ad una po per finire questi due lavori, anche perchè sono iniziati da poco. sorta di macchina del tempo per creare pattern sonori alternati nella propria memoria. Siamo creature abitudi- narie, e fondamentalmente c’è sempre qualcosa che ci permette di assorbire nuove infor- mazioni: la gente tende semplice- mente ad eliminare informazioni pre- cedenti e smette di crearne di nuove insieme agli altri. Forse è per questo che moltissima gente oggi si asso- miglia, ascolta la stessa musica e usa lo stesso software. Molto noioso dav- vero. Ma allo stesso tempo, se puoi muo- vere un pochino le cose e creare nuo- ve forme d’ascolto, allora c’è una strada per usare lo stesso gruppo di persone per creare e dimostrare nuo- ve forme di produzione e di perce- zione del suono, e questi sono i mo- tivi fondamentali per cui io faccio quello che faccio. Penso in fin dei conti di essere un’ide- alista e di avere una qualche spe- ranza riposta nella razza umana. La cultura del remix e il multi-culturalismo. Se il linguaggio è un virus di un altro pianeta, i campioni La forma e la funzione: ecco cos’è la dj culture per me. sono i simboli di un nuovo, infinito e universale linguag- Mostrare alle persone che possono e dovrebbero cono- gio? scere culture diverse. E’ un’antica premessa sfruttata da William S. Burroughs a Laurie Anderson. Ma se guardi all’hip hop e alla musica Immagina di poter ricombinare un pezzo dell’architettu- elettronica in generale, sono tutti basati sulla manipola- ra più simbolica di New York, magari anche aggiungen- zione di un codice. Ad ogni modo io penso che tutto ciò do suoni. Cosa ti piacerebbe cambiare e perchè? che abbiamo costruito (particelle di idrogeno, ecc. ecc.) Personalmente, le strade di New York sono davvero troppo è costituito da diverse forme della materia cosmica... ci strette. sono davvero molteplici modi di guardare ai suoni e alla Mi piacerebbe aggiungere un sacco di spazio per le per- memoria e a tutte le diverse situazioni che costituiscono sone, per farle passeggiare e andare in bici. Penso che il come viviamo e pensiamo. Personalmente penso al- aggiungerei anche dei suoni ad un panorama impoverito l’umanità come ad un insano animale. Le nostre osses- da troppe automobili e gente che vive e pensa in strut- sioni e i nostri calcoli probabilmente causeranno così tante ture anguste. stragi nei prossimi due secoli che praticamente tutti gli Uscire all’aria, guardare il cielo prima che l’inquinamen- aspetti del come comunichiamo cambieranno oltre i no- to distrugga tutto. Ecco cosa cambierei in New York City, stri più arditi sogni. Sono convinto che a quel punto tut- cercherei di darle un senso generale di apertura, distrug- to sembrerà provenire da un altro pianeta. gendola col fuoco e ricostruendola daccapo con piglio Ad ogni modo, sì, se si guarda ai grandi filosofi (tu mi verde. scrivi dall’Italia, per esempio), ci sono state alcune affa- Le architetture sociali delle biotecnologie probabilmente scinanti modalità di osservare come noi creiamo sistemi faranno cose del genere in poco tempo, ma i suoni ci di comunicazione. Ad esempio, attraverso alcuni dei miei stanno già dicendo che questo è ciò che ci aspetta. NYC preferiti, come Giordano Bruno, che è stato mandato al è il luogo che riflette globalmente i cambiamenti. Nè più ne meno. È solo una città al limite del tempo. 53 53
  • 58. FESTIVAL SUMMER SESSIONS FESTIVAL La terza edizione del festival Summer Sessions è una buona occasione per scambiare qualche chiacchiera con Luca Fronza, docente al CDM del corso di Deejay ed Home Studio Recording e responsabile artistico di Summer Sessions, e Paolo Fanini, direttore del CDM - Centro Didattico Musicateatrodanza e responsabile organizzativo di Summer Sessions. Molte sono le cose che hanno da raccontare… UT: Siamo arrivati alla terza edizione di Summer Ses- UT : In cosa consta il rapporto tra CDM e Summer Ses- sions. Dopo aver ospitato Propellerheads e Freestylers sions? nelle passate edizioni, cosa proporrete quest’anno? L.F. : Il CDM è il vertice del festival, è nato da qui, si è Luca Fronza: anche quest’anno il cartellone riporta a sviluppato da qui e viene organizzato da qui! lettere cubitali nomi al vertice della scena elettronica mondiale quali Badmarsh & Shri, Galliano and the UT : L’Italia non ha ancora prodotto un numero sufficiente African Divas, Maddslinky, Dave Watts e il buon di appuntamenti dedicati alla nuova musica elettronica. vecchio Santos. Secondo voi, manca il coraggio o manca il pubblico o manca la professionalità? UT: La risposta del pubblico come è stata nelle passate L. F. : Ci si potrebbe imbarcare in discorsi più o meno edizioni? Quest’anno cosa vi aspettate? politicizzati su quanto sia difficile organizzare eventi in L.F. : Devo ammettere che è grazie al pubblico che siamo Italia (aaah, la burocrazia...) ma non credo sia né lo ancora qua con la nuova edizione. Ci ha sempre regalato spazio, né il momento per affrontare questo argomento. una grande e carismatica partecipazione, quindi abbiamo Bisogna ammettere che ci vuole una discreta dose di deciso di osare ancora di più e sono sicuro che ci premierà coraggio e professionalità, ma sicuramente il pubblico ancora. non manca. UT: L’ edizione di quest’anno per cosa si differenzia da UT : Siete soddisfatti dell’attività di Summer Sessions? quella passata? Quali saranno i progetti futuri? L.F. : Innanzitutto si è trasformata in un festival di tre L. F. : Siamo molto soddisfatti di quello che è accaduto giorni (prima era una “one-night”, ndr), poi, il palco sarà fino ad ora. Per il futuro vediamo il Summer Sessions più grande e avremo un service da 24000 watt Martin come uno dei principali eventi di musica elettronica Audio...sai, prestiamo grande attenzione alla qualità del nazionale. suono perchè l’artista si possa esprimere al meglio. Inoltre A questo punto la parola passa a Paolo Fanini, per ci saranno nuove aree coperte che offriranno, oltre al spiegare al meglio la storia e i progetti che stanno alla solito servizio bar anche cucina etnica, Internet point e base del CDM. zona chill-out. 60 Mediablitz Dr. Buga 60
  • 59. UT : L’ attività del CDM può contare su oltre 800 allievi qualitativo delle proposte che rivolgiamo a chi ci iscritti. Come si è sviluppata nel tempo? frequenta. Oltre a ciò, se tutto andrà per il giusto verso, P. F. : Il CDM è nato e si è sviluppato come scuola di dovremmo raddoppiare, in termini di metri quadrati, la musica moderna con dei percorsi formativi su generi nostra sede. Stiamo inoltre lavorando alla prossima musicali come jazz, blues, rock, pop , etnico , ambient e produzione, che andrà in scena tra un anno, uno in misura minore anche classico. Successivamente abbiamo ampliato le nostre proposte formative alla danza (jazz, hip hop, contemporanea, flamenco , africana, classica e tango argentino ), al teatro e alla produzione video.Attualmente il CDM ha un utenza proveniente da tutto il Trentino-AltoAdige. UT : La vostra scuola indaga anche il nesso tra musica elettronica e fare artistico . Perché ? Che lettura ne date? P. F. : Ritengo che al momento attuale la club culture abbia un profondo significato oltre che musicale anche sociale e di costume. La musica elettronica ha oggi la forza derivata dal rappresentare una cifra espressiva che cerca di andare oltre stili ormai stereotipati e spesso inflazionati e quindi a mio avviso si configura come un grande e provvidenziale spazio di libertà esplorativa. UT : Siete in collaborazione con qualche partner italiano spettacolo realizzato da allievi ed insegnanti, nel quale ed estero? interagiscono tutte le discipline presenti nella scuola e P. F. : Devo dire, e non è piaggeria, che la collaborazione che rappresenterà il seguito di una produzione messa in cui teniamo di più è quella che abbiamo con voi. Oltre a scena un paio di anni fa che aveva come titolo “Le strade ciò collaboriamo con diversi soggetti italiani e stranieri della Terra” e che ha riscosso grossi consensi sia di critica in quanto la scuola non si limita a svolgere attività che di pubblico. didattica ma organizza concerti, spettacoli di danza, seminari e, cosa a cui teniamo molto, sviluppa un intensa UT : Parlateci dell vostra “ mediateca” che ha sviluppato attività sul fronte del sociale attraverso i corsi con i ragazzi in noi un enorme curiosità… disabili, attività nelle carceri e nelle comunità di ex P. F. : Grazie all’intuizione e alla volontà dell’insegnante tossicodipendenti. Lorenzo Frizzera e di Luca Perazzoli abbiamo realizzato un funzionale sistema di rete informatica per cui UT : Come reputate l’insegnamento della musica in Italia? attraverso i computer presenti in ogni aula didattica è P. F. : Per parlare di questo servirebbe una risposta molto possibile accedere da ognuno di questi alla mediateca. più articolata di quanto lo spazio a disposizione lo Nella mediateca sono memorizzati attualmente circa 2000 consenta, diciamo che personalmente ho un giudizio CD che sono stati raccolti secondo periodi storici e stili. piuttosto duro riguardo a ciò che si fa, o meglio, a ciò Oltre a ciò nella mediateca sono presenti spartiti, testi e che non si fa rispetto ad un necessario svecchiamento video didattici e video di concerti dei più significativi del concetto di educazione musicale. musicisti di tutto il ‘900. Tutto questo materiale risulta un validissimo supporto all’ attività di tutti i nostri UT : Possibili evoluzioni della scuola CDM? insegnanti. P. F. L’ evoluzione che dovremo cercare di perseguire in futuro riguarda il cercare di migliorare sempre più il profilo 6161
  • 60. Torna in campo Luca Fronza, anche lui coinvolto nel CDM grazie all’hip hop; diciamo che ho fatto un percorso a e, di conseguenza, uno dei responsabili del Summer Ses- ritroso partendo dai sample dei miei beat preferiti per sions. approdare alle meraviglie del soul, del funk e del jazz. UT : Luca, tu sei il responsabile artistico del festival. Quali sono le tue linee guida ? L. F. : In effetti non ho delle vere e proprie linee guida, cerco semplicemente di trovare un sound fresco, musicalmente colto, che faccia muovere la testa a tutti. UT : Sappiamo che svolgi anche una intensa attività di docenza al CDM, ce ne puoi parlare ? L. F. : Tengo dei corsi di home producing in cui spiego come avvicinarsi alla produzione di musica elettronica e come e con quali mezzi produrla. Faccio molta attenzione alla guida all’ascolto per fare capire a chi partecipa come suonano e si articolano i vari generi di questo folle universo. UT : Recentemente hai prodotto il tuo primo album sotto l’ alias Fifth Suite. Sei soddisfatto dell’album ? L. F. : E’ il mio primo lavoro solista e come tale ne sono molto soddisfatto. Sono anche consapevole del fatto che su dodici tracce in alcuni episodi non ho proprio centrato l’obiettivo ma nell’insieme penso sia un lavoro di qualità che durerà nel tempo. UT : Hai avuto una grossa opportunità di lavoro in Inghilterra. Raccontaci come è andata… L. F: : E’ andata che l’amicizia e la grande stima reciproca con Will White si e concretizzata in un nuovo progetto a metà strada tra breakbeat, house e hip-hop che abbiamo chiamato PIMPWAX. “Kickflip”, il primo singolo, è pronto e sembra che uscirà a breve per la storica Wall of Sound. Preparatevi che vi sculacciamo... UT : Progetti futuri … UT : Sei anche musicista e DJ. Quali attività preferisci ? L. F. : Sto lavorando al nuovo album che prevedo uscirà Qual’ è il tuo background musicale ? a settembre. Questa volta ho in mente un suono più L. F : Sono un DJ e c’è già dentro tutto. Sul piano artistico club-oriented con dentro molto soul,-funk e del Brasile, suonare o produrre hanno la stessa importanza: sono ma non voglio dire altro. Sto preparando il video del entrambi due momenti centrali e indispensabili della mia singolo “Happy Days” e a metà maggio torno oltremanica vita. per il secondo singolo con Will. Poi ci sono le serate..... Musicalmente vengo dalla black music che ho scoperto Grazie! 62 62
  • 61. LIVE SUONI COME FRUTTI A Musikluster, la sperimentazione e l’elettronica si legano alla poesia e al teatro. La seconda edizione del festival organizzato dall’associazione culturale Lenz Rifrazioni ha mostrato a un pubblico numeroso e attento progetti artistici unici e assai validi. Paolo Davoli website: www.lenzrifrazioni.it 4444
  • 62. E’ con una certa apprensione che salgo le ripide scale plastica e ferro, alambicchi digitali, jacks, decks, bizzarre che conducono al Lenz Rifrazioni di Parma in una beata scatole delle meraviglie da cui emergono suoni bizzarri serata di un marzo rognoso. Non sono a mio agio: una ed ancestrali. Alle spalle grandi teloni bianchi, su una giaculatoria oscura mi rode dentro l’anima. E’, forse, solo parete disadorna (più tardi proiezioni, si auspica) mentre il monologo interiore che mi sostenta dall’austera brezza a lato, un tavolo più lungo, fa da ideale ponte di comando notturna a lama di rasoio. Sono investito da un rosario di tra la folla seduta e composta sugli spalti ferrati e il luogo micropensieri, come il borbottio continuo del signor dell’azione, il palco. Sull’alcova laptopica a lato, come Spartaco di Lorenzo Mattotti. Chissà – mi ritrovo a ben si comanda ai giorni nostri, è allocato un serafico pc pensare - questi impavidi ragazzi, cos’hanno escogitato, portatile, emblema superiore della modernità. Dietro allo cos’hanno tramato, nell’atelier dei sogni del Lenz... schermo, un Mefistofele, uno sgherro dei codici cifrati, l’elettronica a teatro, che bravata!, coniugare poesia e un elettro-seminarista che controlla severo perpetue suono, parole e ritmo, forme e spazio, che forsennati!... stringhe di codici alfanumerici oppure diagrammi e spettri azione poetante, fertilità poetica, parole in-tonate... di suono in onde mute ed eterne. Pare essere una disperato, davo loro ragione, ma in gran segreto. banchina/cabina di regia, e non sai se è mise en scene o Sapevo di aver torto, nell’essere pervicacemente autentico controllo dalla burbera presenza. L’atmosfera prevenuto; speravo in cuor mio che quelle parole, quelle è pregna di smarrimento intellettuale (e questo è promesse, messe dal Lenz nero su bianco, avessero estremamente positivo), a metà tra le recite del teatro tenacemente una loro granulosa ragione d’essere, che “urbanista” di Mejerchold nella Leningrado sovietica degli venissero confermate quanto prima con audacia e una anni Venti e l’esecuzione da Radio Colonia, negli anni certa tracotanza... Ed è certo con stupore che mi sono Cinquanta della Germania razionalista di Stockhausen, ritrovato come quel Masa, nel racconto “L’attore tragico” quando gli “elettronici” performavano da profeti-carbonari di Cechov, che non riusciva “a staccare gli occhi (e gli in sale abbuiate, inserendo nastri e schede perforate in orecchi) dalla scena nemmeno negli intervalli”... marchingegni faustiani. Tutto ciò è intrigante: questa contemporanea ala del Castello di Rodolfo che nidifica a Sarà l’aura sacrale dello spazio teatrale, sarà la Parma, profuma di lofts newyorchesi anni Sessanta, di scenografia scarna ed informale, ma l’impatto è notevole. contaminazione assennata e al passo con i tempi. Tempi Nella sala Majakovskij l’annullamento tra palco e platea nei quali, in giro per il mondo, non si ha paura a è totale. Una striminzita linea di gradinate, in ferro, molto sperimentare e vien quindi naturale buttarsi alle spalle austera è posta giusto in fronte all’azione dei musici. I la tara esistente tra Alto e Basso, Pop e Arte, Melodia e quali sono chiamati ad agire su un ridotto tavolino da Rumore, Accademia e Bassofondo, Slancio Entusiasta e laboratorio alchemico, con luci affievolite, ricolmo degli Teoresi Profonda. In questa fase entusiasta, alla ricerca oggetti di black magic quotidiana: schermi, visori, valvole, di nuovi paradigmi, saltano tutte le regole perchè console, cavi, pedali, mixer, nodi tormentati di fili in l’Attualità e la Storia corrono molto più veloci – o forse è 45
  • 63. solo la Tecnica ad essere performer granitica; anche nelle quadrato 2x2, perimetrato da una cornice di legno. terre nostre si mettono i guinzagli ai nanismi culturali Ci sediamo attorno. L’uomo, nudo, è in-vasato, seduto imperanti e si accorciano le distanze geografiche con le in-terra(to). Il suo busto è un tutt’uno con il fusto della metropoli faro. Ci si mette in rete con facilità e fantasia. pianta. E’ un uomo silvano, arborescente. E’ Adriano I risultati sono, al momento, straordinari. Engelbrecht, un giovane attore del collettivo teatrale Lenz. Tema della performance teatrale: trasformare il Inginocchiati al suolo. Spalle al pubblico. A fronte, tre paesaggio sonoro e il gesto teatrale attraverso “lo spazio grandi casse-monitor. Le chitarre elettriche, della parola interna, umida della fertilità poetica”. La minacciosamente a terra, dietro di loro. Nerovestiti, i tre partitura sonora, emessa tramite nastro, mischia Haydn terroristi aurali, armati di solo microfono, sparano technè e techno, rumore e punteggiature impressioniste contro technè. classiche. Definito dal programma di sala “Quartetto I Muovono i microfoni verso gli speakers. I gesti sono parchi Adagio”, questa pièce è d’altissimo livello emotivo- e devoti: segnano cerchi nel vuoto, o ellissi stranite. poetico. L’uomo arborescente accarezza la terra con la Il loro limite invalicabile è la griglia bigia e ferrosa che sua paletta, la mette nel vaso, si nutre di terra, si fertilizza, imprigiona i coni, divina geometria rotonda che amplifica emette parole-suoni, prosegue lento nei movimenti... un e difende il suono. Escono dalle scure casse pennacchi di efficace affresco di suoni-parole-gesti investe gli suono, conati di rumore, squarci voluminosi e sibilanti di spettatori; il testo – magnifico – si snoda attraverso le loops infuocati: l’Ascolto Promesso nel paradiso del Noise. linee di suono e i gesti misurati del giardiniere-vaso. Eccoci qua, siamo al confine del Gesto e del Suono. Straniti e affascinati guardiamo concludersi il racconto Il processo creativo è sotto gli occhi di tutti. La Monte poetico dell’Uomo-Pianta del Futuro, infusore di una Young e Tony Conrad, o forse John Cale e i Sonic Youth, musicalità nuova della parola... sarebbero contenti di questi tre giovani artisti. Tutto è già stato fatto a Berlino e New York trenta o quaranta Emblematica anche la “vernice” immagini-suoni-play- anni fa. Luigi Russolo, a Milano, addirittura cent’anni fa. back-recitazione dei sadoMarta - cortocircuito filosofico- Ma qui c’è anima, senza nessun trucco. La pantomima è esistenzial-teatrale di Marat e Sade – i quali agiscono eroica. La cornice “teatrale”, perfetta. L’esplosione immobili ai lati della sala, mentre una terza attrice si intonarumorista tra micro e macro fonìa è fortemente rotola a terra, avvolta e avvinghiata in un telo plastico, emotiva e non accademica: si condensa in questo modo nella penombra della proiezione cromatica astratta. Qui molto del “sentire” contemporaneo... il paesaggio incantato è legato alla commistione cinema- musica evocando una stagione felice delle avanguardie Cambiamo sala. Anche qui il palcoscenico è abolito. novecentesche, da Simon Fischer Turner e Derek Jarman, Ci sono oggetti quotidiani. Un vaso, un uomo e poi terra, al nitore poetico electro-post-atomico di Foxx-Resnais- fili luminosi, un piccolo rastrello, una palettina di ferro. Duras passando per le recenti riletture ambient-techno La scena si svolge dentro un giardino-bonsai, una di Mills-Lang (Metropolis) e Aphex Twin-Wiene (Das 46
  • 64. Kabinet); nella “Festa dei fiori e delle eco”, la piece di Quando si spalanca la finestra nera del forzato rientro, sadoMarta, la musica è senza “beats”: rimane sospesa mi butto come una frenetica cenerentola verso l’uscita tra violino, piano e computer music, colma di echi e di del Lenz Teatro. Non mastico ancora i sedimenti spazi, in un fluire magnetico e mesmerizzante che dell’happening serale ma sono assolutamente convinto richiama da un lato esperienze pittoriche, il bianco su che - per una volta almeno! - la teoria si sia trasformata bianco del suprematista Malevic oppure la macchina in prassi. Ho udito al Lenz voci e suoni di una generazione astratta che svela il non-visibile di Kandinskij e Klee, e che sperimenta, osa, annusa, sceglie, forza e dall’altro la lezione acustico- sintetico-contemporanea approfondisce. E’ aria nuova, quella che respiro, e di “Imaginary Landscape no.1” di John Cage o preannuncia tempi a venire roboanti. “E’ tempo di sfide” “Mikrophonie” di Stockhausen e/o di altri compositori diceva Talvin Singh in una recente chiacchierata al Maffia; di “cinema per le orecchie”. Un ascolto-in-scena e questi challenging times sono quelli in cui l’artista è un innovativo ed efficace, quello della coppia Vaia-Nasi, missionario, uno Zangezi, che opera con coraggio e che scuote dalle fondamenta il rapporto electronics e determinazione. Esattamente come ci hanno mostrato visuals. Ecco alcune note teoretiche, dal foglio di sala gli artisti di Musikluster a Parma, dove ho scoperto, sotto di sM: “Abbiamo ‘scritto’ questa musica per ‘farla la blusa appariscente di attori- musicisti, “corpi di atleti vedere’. E poi filmandola, velina per velina, l’abbiamo robusti”... ‘segnata’, come su un rotolo e-makimono (striscia avvolgibile sulla quale si vergavano gli antichi Musikluster – 15/16 marzo 2002 – II Edizione. manoscritti cinesi), perché era l’unico possibile ‘racconto’ Partecipanti: sadoMarta, Adriano Engelbrecht, del tempo – una specie di T’sui pàn – l’unica strettoia a034+bbS, Danaplato, Monophon, My Coconut, Parts per ascoltare e vedere. Ascoltare l’ascolto e vedere la + Lenz Rifrazioni, Pole musica. Mettere in onda l’a-grafia sonora sulla quarta parete... Non ci resta che guardare gli strumenti che L’articolo in questione si basa sulla sola serata del 15 marzo poichè non è stato possibile essere presenti il giorno successivo. La redazione ‘sono suonati’. Adocchiare il foglio che ‘vaneggia’. Ecco si scusa con gli artisti intervenuti alla serata del 16 marzo, sicuramente di nuovo la macchinetta sadoMarta. Silenzio della non meno significativi di quelli recensiti. struttura. Musica da film, musica per sordi.” www.lenzrifrazioni.it mainstreet 47
  • 65. LA PROFONDITÀ DEL SUONO SWAYZAK “La sua voce – definirla – quando il vento gli è dentro – i muti – sanno definire il divino? La definizione della melodia - è questa – Che definizione non c’è “ (Emily Dickinson) In un periodo in cui si assiste al prepotente hype della chette iniziassero a segnarsi il nome. Gigolò – ovvero, l’etichetta ultracool teutonica, Arriva giusto l’anno successivo il primo atto sulla lunga capitanata dall’altrettanto fico Dj Hell, dedita alla distanza, Snowboarding in Argentina, edito per Pagan e riproposizione di sonorità electro & techno, con sguardo The Medicine Label, quasi una raccolta dei vari ep – or- discretamente retrò -, è assolutamente necessario mai introvabili – della coppia: a metà fra l’etica dancefloor impuntare i piedi e dirottare attenzioni su chi, attingendo e l’ottica da cameretta, gli Swayzak rivelano un approc- al passato, si proietta nel futuro. cio fondatamente detroitiano, a cui uniscono elementi di Questo è il compito degli Swayzak, duo britannico com- house impura, oscuro dub e algide tastiere. posto da James Taylor e David Brown, attivo dalla se- Snowboarding in Argentina realizza l’incontro fra caldo conda metà dei novanta, dapprima con il misconosciuto & freddo, utilizzando beats in 4/4 e bassi pregnanti, loop progetto Language Lab e poi, naturalmente, con lo pseu- vocali sospesi e organici tappeti sonori. donimo attuale. Da sottolineare, su tutte, il viaggio di Low Rez Skyline - Un combo che, nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi oltre sei minuti di escursione house, filtrata dal tocco uno spazio sempre più importante nell’affollata scena minimale ed astratto del duo, senza mai risultare distac- d’Albione, in cui hanno esordito nei primi mesi del 1997 cata o impenetrabile, ma altresì terribilmente accattivante con il 12” Bueno / Fukumachi, concentrato di profonda –, il calore glaciale di Fukamachi e il vocalizzo soul di minimal techno, sensibilità Motown e rarefazioni ambient. Red Farm, pura sensualità in territori ambient. A questo debutto, è seguita un’altra manciata di singoli, Il debut album raccoglie consensi ovunque, anche al di che hanno provveduto ad affinare le maniere dei nostri fuori del territorio europeo – tanto da essere premiato e, soprattutto, a creare il giusto buzz perché varie eti- come Best Record Of The Year per il prestigioso magazine Valerio Tamagnini website: www.swayzak.co.uk + press agency 36
  • 66. americano Mixer – e li fa infilare nella corrente tech house & Sneakbeats e il lavoro per la loro piccola etichetta omo- britannica, catalogazione a dir poco limitativa per lo stile nima, dalla rigorosa serietà do it yourself, il combo ha assolutamente particolare della coppia. trovato estimatori anche in territorio tedesco, tanto da Gli Swayzak continuano a scalare le posizioni in tutto firmare per la famosa !K7, già label di gente come l’underground anche grazie a svariati remix, con clienti Herbert, Kruder & Dorfmeister, Carl Craig, nonché rinomati come Larry Heard e Badmarsh & Shri, ma so- promotrice della rispettata serie Dj Kicks. prattutto approdando all’atteso se- E’ infatti dei giorni nostri la pubbli- condo lp, che è precisa conferma delle cazione di Groovetechnology V potenzialità del duo. 1.3, doppio mix in territorio Frutto di 18 mesi di lavoro, Himawari minimal tech – electro e house, in è un’ulteriore iniezione di dub, grande esibizione dello Swayzak electro, funk e grande feeling, a cre- Un universo tanto mundi: dalla storica Basic Channel are atmosfere fascinose, sublimate astratto quanto al nom de plume di V.Delay, Luomo, anche dalle parti vocali affidate a da Ellen Allien a Herbert, il viaggio Benjamin Zephaniah, Kirsty toccante, questo non conosce soste ed è di impa- Hawkshaw e JB Rose. il territorio degli reggiabile classe. L’opera espressa in coproduzione con Stupendo, in particolare, il primo il poeta Zephaniah, Illegal - utilizza- Swayzak: dei due cd, che – oltre ai ta come singolo apripista – è un cam- inutile consigliare sopraccitati – mostra altri nomi da mino groovy, ultraslow e dall’anima segnalare: la versione nera e trova perfetta evoluzione nel di farvi conquista- houseggiante di Ricardo Villalobos, remix di Glyn Bush aka Biggabush, re, potrebbe l’ottima World Record Holder di Pile che la trasfigura in un movimento rit- e le pregnanti ritmiche di Headgear mico ad approdo deep house. essere un buon in Believers Goodby. Ma è, in generale, l’album a funzio- modo per Il secondo è ancora più oscuro, nare, a proporsi come inebriante orientato verso la techno più esperienza d’ascolto, gravitante fra approcciare minimale: in questo contesto, si culture e sensibilità differenti, e con- un ambito ostico, nota il tocco electro di Take My Soul quistando in maniera sottile; un ta- di Bergheim 34, le melodie a ta- lento-emerso che, nel corso degli ma dalle ricchissi- stiera e voce robotica di Monolith anni, è stato notato anche in alte sfe- me potenzialità. dei Bitstream e il motivetto eighties re, tanto che dj del calibro di Laurent di Kotai/Bader, Welltick. Garnier, Stacey Pullen e Carl Craig, Un universo tanto astratto quanto si sono confermati estimatori e so- toccante, questo il territorio degli stenitori della formula Swayzak. Swayzak: inutile consigliare di farvi conquistare, potreb- Dal duemila ad oggi, il passo è stato relativamente bre- be essere un buon modo per approcciare un ambito osti- ve: impegnati fra ulteriori ep, la cura dei mini Snooploops co, ma dalle ricchissime potenzialità. AA.VV Groovetechnology V 1.3 compiled by Swayzak - !k7 2002 37
  • 67. PUREZZE INTERIORI INDIANE Talvin Singh torna all’essenziale o meglio torna all’es- rigenerano all’infinito, come frattali sonori. Stili e tecni- senza. Si bagna nel fiume delle arti sacre indiane: po- che che si tramandano esotericamente da secoli con una esia, teatro, danza, pittura, scultura e musica. La ricer- disciplina che ha mantenuto immutato lo splendore e ca della verità, l’intento di risvegliare lo spirito eleva l’estasi della musica indiana. L’alta suggestione di que- così l’opera dell’artista al di sopra dell’evasione. L’arti- sto disco e di altre migliaia di opere musicali allo stesso sta, l’uomo, si può in questo modo staccare da terra e modo concepite, ci permette di spendere il termine “clas- tendere all’elevazione. La musica, come le altre arti, sico”, tanto da poterlo tranquillamente accostare ad altri dona dolcezza e incanto al periodo che viviamo su que- intoccabili maestri come Shankar, Zakir Hussain, Ali Akbar sta terra in attesa della liberazione dai legami materia- Khan, U. Srinivas. li. Dopo aver sperimentato nuove soluzioni Talvin af- Il suono del flauto, strumento musicale devozionale, nella fronta ora con religiosità la musica classica indiana. In tradizione mistica simbolizza il pianto dell’innamorato/a questa nuova avventura denominata Vira, prezioso desideroso di unirsi al proprio amato/a che giunge ad compagno di viaggio è assumere i connotati il grande flautista sovrannaturali della di- Rakesh Chaurasia. E’ la vinità. Il flauto è lo stru- confraternita tra due mento suonato dal dio solisti e due strumenti: Hindu Krishna nel mez- il flauto e la tabla. zo della notte, i suoi toni Il flauto può produrre e le sue sfumature dan- suoni sia soffiando in no al disco un’aria ro- una imboccatura latera- mantica, nostalgica, di le (flauti trasversali), sconfinato amore divi- sia in una imboccatura no. E’ la malinconia che alla fine del tubo (flauti porta alla contemplazio- dritti). L’imboccatura la- ne, è la stupefazione terale dà le migliori op- che ci porta all’empatia portunità per variare la con la natura, le cose, qualità delle note. Alcu- l’energia cosmica. E’ la ne delle scale a cinque luce che ci permette di note dei flauti più pri- guardare dentro di noi. mitivi danno intervalli E’ un suono che si fa im- che suonano strani al- magine, visione, che l’orecchio occidentale. sviluppa il terzo occhio Anche gli strumenti so- assopito. fisticati che hanno più La tabla sostiene e ci di un’ottava hanno sca- guida all’illuminazione, le che non corrispondo- è il riferimento costan- no a quella temperata. I flauti sono normalmente co- te ed elastico quando ci troviamo in particolari stati emo- struiti in bambù, qualche volta in metallo. zionali. Risuona tra le mille frequenze dell’animo, fatta La tabla è il tamburo singolo maggiormente usato nella di legno, carne di albero, albero del Bodhi sotto la cui musica classica dell’india, lo stile può andare dall’au- ombra il Buddha ricevette la prima illuminazione e che stero Dhrupad al romantico Khayal. E’ fatto di legno, diventerà sacro per buddisti ed indù. qualche volta di rame. I tabla sono usati a coppia, una “Quel che l’arte cinese ha saputo raggiungere con le im- grande ed una piccola. Sono intonati mediante legni e magini del paesaggio, è qui raggiunto con le immagini legacci, uno con la nota fondamentale del Raga e l’altro dell’amore terrestre. Le braccia degli amanti li stringono alla sua terza, quarta o quinta. La pelle ha una toppa l’uno all’altra, gli sguardi sono persi negli sguardi uno nera circolare applicata al corpo del tamburo fatta di dell’altro, il sussurrante sakhis non d’altro parla che del colla composta. Permette al percussionista di produrre corteggiamento di Krishna, gli animali stessi ammutoli- un’ampia varietà di suoni a secondo del punto nel qua- scono al suono del flauto di Krishna e gli elementi della le egli colpisce la pelle con la mano o con le dita. natura ristanno immobili per porgere ascolto ai raga e Intorno a questi due strumenti semplici e complessi alle ragini”. (1) allo stesso tempo, si giocano i cinque Raga in cui l’improvvisazione è libera di volare tra scale ascendenti TALVIN SINGH RAKESH CHAURASIA e discendenti. In questo climax sospeso tra l’eterno ed “Vira” (Sona Rupa, 2002) il divino, l’unica intromissione digitale sono i keyboards pads che creano il substrato, le textures, i paesaggi e Il CD esce per la Sona Rupa etichetta specializzata in musica indiana devozionale, canti vedici e raga per la meditazione. gli ambienti (qui il “sound design” è a cura di Talvin Singh). La loro funzione è quella di sostituire il drone (1) Dr. Coomaraswamy cit. in “arte indiana” di K. Bharatha Iyer ripetitivo del tanpura: beat ciclici, patterns che si (Mondadori) Fabrizio Tavernelli artwork cd 34 34
  • 68. BACK TO TALVIN Cosa ascolta il Signor Singh nell’intimità della sua casa? Che ambientazione crea per dare suono e riverbero alle mura ed agli oggetti? Quali frequenze usa per la scomposizione molecolare delle cose? Che musica usa per rilassare i propri padiglioni auricolari ed il proprio spirito dopo le furiose cavalcate tabla’n’bass? Il Signor Singh si rilassa e ci rilascia sotto forma di Allora il Signor Singh sa dosare perfettamente, conosce documento compatto un ottimo giaciglio per la mente. i tempi di cottura, riesce ad unire elementi sostanziosi Una scatola di tranquillanti atmosferici biologici che ed in più sa presentare, mixare ed ornare con originalità. immediatamente fanno effetto sui nostri neurorecettori. Il risultato è un piatto composito riuscitissimo: gli archi La serie “Back to mine” si arricchisce di un altro capitolo di Craig Armstrong, le dilatazioni e le infinite guitars di denso di alta suggestione ed evocatività : dopo gli episodi U. Srinivas & Michael Brook, la tromba per lande di Groove Armada, Everything But The Girl, Faith- smisurate di Nils Petter Molvaer, la profondità di less ed altri, questo nuovo non fa che confermare il buon Dreadzone, la religiosità di Trilok Gurtu, l’animismo gusto speziato del Signor Singh. Non è prezzemolo, ma digitale di Photek, il blues atavico di Ali Farka Toure, la è comunque dappertutto a dare sapore ad avventure mu- trascendenza di Nusrat Fateh Ali Khan e tanto altro ancora sical-gastronomiche in solitaria o in compagnia. sino alla scorpacciata spirituale. Ma nessuna indigestione Curry, cardamomo, coriandolo, cumino, anice stellato ad è alle porte, anzi il disco-bolo scende e viene assimilato insaporire le miscele interetniche, retrogusti che il gusto senza lasciare scorie o tossine, l’organismo si pulisce, decodifica e spedisce ad un cervello che quasi si squaglia. l’anima pure. Il Signor Singh è pure un ottimo arredatore. Il sapore che rimane è assolutamente sexy per le nostre I nostri ambienti, i nostri contenitori, che siano case o papille gustative, gli emisferi cerebrali prendono la forma corpi si fanno ariosi, si irradiano di luce, profumano di del globo terracqueo... signori si viaggia! essenze esotiche, si preparano ad accogliere ospiti: La cucina, la scoperta dei sapori di altre terre, le inedite energie cosmiche, amanti, voci, ectoplasmi di passaggio. mescolanze sono il menù per meglio scoprire quello che sta dietro, che invisibile si amalgama. Servono ottimi TALVIN SINGH ingredienti, sottolineature dei sapori, raffinate sensazioni, Back to Mine sconfinamenti ed estrema spazialità. DMC/Audioglobe 2001 Fabrizio Tavernelli artwork cd 35