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BALLY SAGOO                                                        “DUB OF ASIA” ECHO BEACH
Bud(dha) of Asia.
Il capo mi recapita a casa la roba. Smercio clandestino di fascinazioni. Il mio pusher maffioso difficilmente sbaglia, sa
quali sono i miei gusti, sa che sono “molto sensibile” al viaggio esotico ed allucinatorio.
La nuova droga si chiama “Bally Sagoo” ed è estremamente potente. E’ capace di tenermi su per un’oretta circa. La mente
così si espande e lo spazio-tempo si dilata, la coscienza alterata si propaga come l’inconfondibile Space-Echo a nastro
Roland.
Sento musica nella testa, non so se esista veramente, forse è un effetto dello stupefacente. “Bally Sagoo” sta entrando
in circolo. La sua formula chimica stimola i miei neuro-recettori: dilatazioni, deelay e riverberi profondi come filosofie,
frattali sonici che si ripetono immutabili all’infinito. Mi ritrovo in un mondo che è India e Giamaica allo stesso tempo, è
una deriva impazzita ed illogica che porta il continente asiatico ed i caraibi ad incontrarsi. Tutto ciò crea sommovimenti,
fusioni, sincretismi, eventi cataclismatici. Lo sfregamento dei continenti fa risorgere dalle ceneri i Black Ark Studios di
Lee Scratch Perry, dai sobborghi di Kingston riprende vita la mistica del mixer. King Tubby liberatosi dal suo karma
negativo incomincia a dubbare manovrando polverosi macchinari di rudimentale tecnologia, è lui il nuovo Siddharta capace
di modificare con un semplice Revox la velocità della luce e del suono. Il tempo si riavvolge su stesso come un nastro da
24 pollici, crea effetti sonori a spirale, risucchia e confonde cose, persone, nomi: Mad Professor, Ariwa Sounds, Scientist,
ONU Sound, Bim Sherman, African Head Charge, Banghramuffin, Material… i bassi esasperati riecheggiano dal Nirvana,
là si ascoltano i dub-plate della Trojan.
Salaam, Salaam, Salaam batte e ribatte con frequenza costante dall’allievo indiano al maestro giamaicano. I Bramini
innalzano i loro mantra tra i riverberi naturali dei luoghi di culto, le armonie
e le parole si fanno liquide, diventano acqua che a tutto si adatta, che prende
la forma del suo contenitore. Il Bodhisattva perde con meraviglia la strada
per la troppa confusione di divinità: Jah, Buddha, Hailé Selassié, Brahma,
Rastafari, Visnu, Loop. Dov’è Babilonia, dove brucia? Ancora una volta a Bombay,
a Londra, a Kingston?
Quali sono i composti chimici della nuova droga “Bally Sagoo”? Come vanno
calibrate le dosi? C’è probabilmente un qualche segreto di laboratorio, qualche
miscela sconosciuta. Una serie di trucchi da guru del mixer che smanetta e
spistola tra cursori e manopole. Rimango stupefatto nella big hall della grande
cattedrale, nella big hall della moschea, nella big hall del reverbero artificiale
dello studio di registrazione. Il trip è perfettamente riuscito ed appare vissuto
e nuovo. Appagante.
Bally Sagoo è un religioso sballo.


    fabrizio tavernelli                 press office
SPECIALE
                                                                                                                                      FESTIVAL




Che cos'è Matrix?
L’Associazione Culturale Matrix nasce nel 1997 come contenitore formale per molte pratiche produttive già esistenti a Montevarchi:
l’organizzazione di Festival multidisciplinari, attività didattiche musico-teatrali, produzioni musicali e video-artistico-documentative.
Ad oggi abbiamo 20 associati effettivi, artisti e tecnici della comunicazione, intenzionati a rendere costantemente visibile il proprio
impegno.
Lorenzo Brusci – compositore e sound designer (Timet) – vi sta scrivendo queste righe.

Che cos'è Cicli?
Cicli è la nostra Rassegna annuale. Un concept Festival voluto da un gruppo di lavoro profondamente convinto della necessità di
svelare la naturalezza e le professionalità che si nascondono dietro le pompose mitologie mediatiche create attorno all’arte
contemporanea. Nei limiti oggettivi dei nostri interventi finanziari, per lo più resi possibili dal supporto economico dei Comuni
di Montevarchi e Terranuova Bracciolini, Matrix intende Cicli come un’occasione per intessere pericolose relazioni tra sezioni
apparentemente distanti dello scenario artistico contemporaneo. Dalla musica dance all’avanguardia newyorkese, dalla ricerca
elettronica colta ai molti artisti del montaggio di campione di origine post-dance o hip hop... Questi sono solo alcuni esempi della
radicalità con la quale Matrix-Cicli si è mossa negli anni.

Qual’è la strategia di Cicli, cosa vuole esprimere?
Esprimiamo quello che la nostra ricerca musicale – Timet - esprime da sempre: la storicizzazione e la multiformità della cultura
contemporanea. Contemporaneità come assunzione centrale significa per noi arte delle relazioni inesplorate, renderle evidenti,
rendere evidente il metodo e il coraggio della loro costruzione.

Qual’è il bilancio dell'edizione di quest'anno (Cicli 4)?
Circa 3.500 persone per le 4 serate di rassegna.
Siamo di fronte all’apertura di un orizzonte, quello della relazione tra una musica funzionale quali sono la dance e la pratica
Deejaying, e la dimensione musicale dell’ascolto e della sedimentazione compositiva. Durante il Festival abbiamo più volte
incrociato le inevitabili direzioni-evoluzioni dell’elettronica popular: una maggiore astrazione del beat e del riferimento al campione;
una storicità fluidificata e allusa con grande senso dell’ambiente di fruizione... In definitiva una forte consapevolezza: la prassi
fisica del dj sarà senz’altro uno dei principale garanti tecnici e formali di questa evoluzione. Implicazioni imprevedibili quindi,
ma è certo che alcuni anticipatori sono passati di qua...

Quali sono i progetti futuri?
Un piccolo segreto metodologico... un’idea di Festival capace di rappresentare davvero le molte tendenze dell’elettroacustica
contemporanea... vi terremo informati. Un abbraccio a tutti.
CLUBSPOTTING 2.0
                                                  STREET & CLUB CULTURE
 Dal 23 giugno al 4 agosto i Chiostri benedettini di San Pietro a Reggio Emilia ospiteranno, per il secondo anno consecutivo, Clubspotting,
 la rassegna che in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, ospita le visioni, gli umori e le trasformazioni
 di tutto ciò che è club culture.
 L’Amministrazione comunale - dice l’assessore Sandra Piccinini - ed in particolare l’Assessorato alla Cultura del Comune, in questo modo
 ha voluto sostenere la cosi detta Club Culture, una cultura diffusa a livello nazionale ed europeo. La cultura giovanile supera molto spesso
 il contesto locale, il progetto Clubspotting mostra con un respiro ampio, una realtà che si sta affermando tra le più interessanti.

       Intervista a Sandra Piccinini                                                                       Intervista a Fabio Caleffi
      Assessore alla Cultura e Sapere                                     SPECIALE                               (HappyBooks)
       del Comune di Reggio Emilia                                        FESTIVAL                     editore del catalogo Clubspotting

Qual’è personalmente la cosa che la colpisce                                                      Ad un anno di distanza dalla pubblicazione
di più di questo progetto?                                                                        del catalogo della prima edizione di
Trovo particolarmente interessante la                                                             Clubspotting, qual è il bilancio di
presenza di più espressioni artistiche che                                                        quest'operazione?
contribuiscono al racconto di questa cultura                                                      Direi certamente positivo. Anche la terza
giovanile che nasce nei club europei. Le arti                                                     ristampa è andata ormai esaurita ed è in fase
figurative, la musica, la fotografia,                                                             di progettazione il secondo volume della
multimedialità e la letteratura di Clubspotting                                                   serie. Si sono create sinergie positive e fertili,
sono un laboratorio generazionale nel quale                                                       collaborazioni fra i team di grafici e operatori
è possibile trovare un modo di vivere e di                                                        del mondo della comunicazione che hanno
pensare la cultura.                                                                               partecipato alla realizzazione del volume.

Quali pensa che possano essere gli sviluppi                                                       Oltre all'Italia in quali altri paesi è stato
                                                  Sato Labo design
futuri per Clubspotting?                                                                          distribuito questo libro?
La crescita di qualsiasi rassegna o festival,                                                     Clubspotting è stato pubblicato in Italia in
dipende oltre che dalla qualità della proposta                                                    versione bilingue, ma ha poi conosciuto una
artistica in se, anche dalla rete di relazioni                                                    distribuzione capillare in tutta Europa, nel
che sarà in grado di sviluppare trovando nuovi                                                    Nord America, in Giappone e nel resto
interlocutori.                                                                                    dell’estremo Oriente.

Quali segnali di cambiamento vede                                                                 Come è stata accolta la pubblicazione di
nell’universo giovanile che dalla sua                                                             questo libro in Italia ed all'estero?
“postazione privilegiata” ha potuto                                                               Direi senz’altro molto bene. Accanto ad un
osservare?                                                                                        pubblico costituito per lo più da designer e
Il mondo giovanile locale, paradossalmente,                                                       grafici si è però aggiunto il consenso di una
si muove in modo abbastanza consueto. Mi                                                          clientela più ampia ed eterogenea fatta di
piacerebbe che i giovani osassero di più,                                                         DJ, P.R. o semplicemente di appassionati di
mettendo in luce gli aspetti creativi del         Roberto Bagatti (MTV)                           musica, che hanno acquistato Clubspotting
proprio carattere. In questo senso                                                                nei Virgin Megastores e nei negozi di dischi
Clubspotting, riportando i giovani in uno dei                                                     soprattutto degli USA e del Giappone.
luoghi più suggestivi della nostra città e                                                        Attendiamo poi ulteriori riscontri dalla
facendoli venire in contatto un immaginario                                                       distribuzione su Amazon.
così creativo, mi appare un progetto
importante.                                                                                       Quali sono le ragioni di quest'accoglienza
Mi pare di poter dire che le proposte più                                                         positiva?
interessanti, dal punto di vista culturale,                                                       A mio parere il successo del libro va attribuito
vengano dalla cultura dei clubs e dei centri                                                      alla capacità degli autori di amalgamare in
sociali, anche se può sembrare paradossale                                                        modo originale e suggestivo il materiale
questa affermazione, perché sembrano due                                                          estremamente variegato che era stato
mondi molto distanti, ma proprio per questo,                                                      raccolto. Inoltre va segnalato il fatto che
in questi “territori di confine” mi sembra si                                                     tutta la Jay Culture attualmente rappresenta
faccia ricerca.                                                                                   un forte richiamo per l’universo dei creativi,
Dal mio punto di vista, è importante che la                                                       in quanto è ormai uno degli spazi di
città sappia offrire - non solo occasioni di                                                      elaborazione di tendenze e forme artistiche
consumo culturale – ma opportunità a chi                                                          d’avanguardia della civiltà occidentale.
produce….
Il consumo ci rende un po’ tutti uguali, ci                                                       a cura di Michele Sotgiu
omologa… è il momento della produzione e
della ricerca che fa la differenza.
                                                  Flyer (Dinamo Dvash club, Israel)
a cura di Vincenzo Cavallarin
INTERVISTA:

                                                                             MICHAEL REINBOTH
                                                                             La Compost Records, di Monaco di Baviera, compie 100 dischi e per
                                                                             festeggiare questo anniversario pubblica un album doppio formato
                                                                             da tracce scritte appositamente per questo disco, a cui partecipano
                                                                             tutti suoi artisti più importanti.
                                                                             Una conversazione con Michael Reinboth, direttore artistico e
                                                                             stratega dell’etichetta, è il modo migliore per verificare qual è il
                                                                             suo stato di salute. Tra le righe scopriamo quali sono i progetti futuri
                                                                             della Compost, la filosofia e l’estetica di Reinboth, ma soprattutto
                                                                             che questo è solo l’inizio…




                                                                                 michele sotgiu                 press office


La prima domanda è d’obbligo. Dopo otto anni la Compost ha                  C’è una forte interazione tra i due. E’ stata proprio la gestione di una
raggiunto il traguardo del disco numero 100 all’interno del suo             clubnight a spingermi verso la realizzazione e la produzione di dischi e,
catalogo. Qual è il bilancio di Michael Reinboth su questo periodo          quindi, verso la creazione di un’etichetta indipendente. All’interno del
di lavoro?                                                                  club, e come dj ogni volta che mi spostavo, sperimentavo i pezzi che
Michael Reinboth: Godiamo di un’ampia credibilità internazionale.           suonavo e ne traevo una lezione, di come la musica da club potesse e
Beneficiamo del rispetto degli appassionati di hiphop, funk, soul,          dovesse suonare jazzy ed intelligente. Qualsiasi nostra uscita ha subito
house, techno, jazz e freestyle.                                            e subisce ancora oggi questo trattamento. Gli arrangiamenti, i suoni, la
Ciò significa, che abbiamo compiuto il primo passo verso la creazione       produzione, i beat ed i groove, ognuno di questi particolari viene
di un’etichetta rigorosa e professionale. Adesso l’intenzione è quella      accuratamente sperimentato all’interno del club. Un’etichetta di musica
di concentrarci sui nostri artisti, per sviluppare la loro personalità      da club non può definirsi tale senza club o dj. Questo è il motivo per
e far crescere ancora di più la loro notorietà ed immagine. Trüby           cui molte delle compilation pubblicate dalle major falliscono.
Trio, Fauna Flash, Beanfield, Les Gammas, Minus 8 e Jazzanova su            Non solo, all’interno del nostro locale possiamo sperimentare qualsiasi
JCR: si tratta di nomi conosciuti un po’ ovunque, oggi. Giunti a questo     tipo di uscita. Siamo liberi d’invitare i dj più importanti, i quali ci ispirano
punto, l’obiettivo è quello di incrementare la loro reputazione e le        non solo con i loro set, ma anche grazie alla loro cultura musicale e ai
loro vendite. Vogliamo compiere tutte le mosse necessarie per               loro suoni.
diventare famosi (compresa la frequentazione delle classifiche), fino       Insomma, progettiamo la nostra musica pensando sia al club che all’ascolto
alla realizzazione dell’uscita numero 200.                                  domestico, ma in fin dei conti la dimensione del club è importante anche
Riuscire ad ottenere il rispetto di tanti musicisti, dj e produttori, per   per l’ascolto domestico.
quello che abbiamo fatto, è molto importante per noi. Non possiamo
neanche lamentarci del riconoscimento ottenuto all’interno dei media        Risalendo a ritroso il corso del tempo, quali sono stati i passaggi che
(soprattutto stampa e radio) anche se potrebbe essere ancora migliore.      si sono poi rivelati decisivi per la Compost?
Ci siamo accorti, a nostre spese, che la qualità della musica non           Individuiamo i passaggi decisivi: Il ciclo di compilation “Future Sounds
garantisce di per sè la copertura dei media. La stampa, la tv, la radio     of Jazz”, giunto oggi all’ottavo volume. Sei anni fa, era l’unica compilation
e i dj si occupano spesso solo di musica commerciale e le loro scelte       di future jazz o nu-jazz ad avere una prospettiva davanti a se. Il concetto
sono scontate. Il nostro motto, invece, è: “don’t believe the hype –        che esprimeva il suo titolo e la musica contenuta erano, allora, avanti
just listen!”                                                               nei tempi. Il primo disco generò immediatamente un certo consenso.
                                                                            I primi quattro volumi della compilation “Glücklich”. I primi due
Compost Records & Into Somethin', questi sono i due poli attorno            contenevano soprattutto materiale old school, musica datata, ma rara,
a cui ruota la strategia di Michael Reinboth. Come interagiscono            sconosciuta che, però, poteva convivere con le nuove produzioni,
tra di loro?                                                                adattandosi perfettamente all’atmosfera da club. Il terzo volume
momenti topici e dalla spontaneità. La sfida è quella di
                                                                                                 riuscire ad ottenere la medesima interazione e lo stesso
                                                                                                 feeling, ben strutturato ed organizzato, con il semplice
                                                                                                 aiuto del mouse e del computer.

                                                                                                 Oggi la Compost ha sotto contratto circa 20 artisti.
                                                                                                 Alcuni di loro sono musicisti ed altri sono dj. Penso
                                                                                                 che Michael Reinboth meglio di tanti altri possa spiegare
                                                                                                 qual è la relazione tra questi due differenti ruoli ed
                                                                                                 attitudini nella musica contemporanea.
                                                                                                 Si, questi sono i due grandi atomi che ruotano attorno
                                                                                                 al nucleo: i DJ ed i musicisti. La maggior parte dei nostri
                                                                                                 progetti, quasi tutti, prevedono la partecipazione di dj
                                                                                                 e musicisti. Il dj porta all’interno dello studio di
                                                                                                 registrazione la conoscenza del suono del club, del suono
                                                                                                 dei rave, i beat o dei piccoli sample. Il contributo del
                                                                                                 musicista, invece, riguarda la struttura della canzone,
                                                                                                 la melodia, le tastiere, i “ponti” o i versi. Insieme riescono
                                                                                                 a creare quello che possiamo definire il “vibe”, tra le
                                                                                                 strutture matematiche ed il sentimento umano.
                                                                                                 Da solo, il dj creerebbe strutture sonore fatte di frammenti
                                                                                                 musicali, beat e scratch. Si tratterebbe di materiale
                                                                                                 adatto solo agli stessi dj. Non è questo il nostro scopo,
                                                                                                 quei tempi sono finiti. Adesso è necessario tornare alla
                                                                                                 musica e la musica è di più. La voce, per fare solo un
                                                                                                 esempio. Le voci sono tornate. I Novanta hanno
                                                                                                 rappresentato l’era del suono e del beat (drum & bass,
                                                                                                 techno) il nuovo secolo o, almeno, la nuova decade ci
                                                                                                 restituirà le voci. Non si può imitare la voce umana con
                                                                                                 un sintetizzatore o un computer. La voce umana è unica.
                                                                                                 Ecco perché è importante portare la voce umana
conteneva sia pezzi vecchi che nuovi ed aveva lo scopo di dimostrare l’inesistenza dei           all’interno del club: l’unicità dell’aspetto umano.
confini tra il vecchio ed il nuovo.
Poi ci sono i primi album di Beanfield, Fauna Flash e A Forest Mighty Black che riuscirono       Dopo otto anni di attività, la Compost è arrivata ad un
a guadagnarsi il rispetto internazionale. Quindi arrivarono i Jazzanova, che ci portarono        bivio? Pensi che un’etichetta indipendente abbia
ancora più avanti. La creazione dell’etichetta Jazzanova-Compost-Records, gestita da             bisogno di emergere oppure può rimanere underground?
me e da loro, fu un passo naturale.                                                              Entrambe le cose. A noi non importa avere successo o
                                                                                                 restare underground. Percorriamo la nostra strada, se
Parlando del lato artistico della Compost. Quali sono gli elementi sonori che                    avremo successo tanto meglio. Vogliamo semplicemente
contraddistinguono il suo suono.                                                                 essere un’etichetta professionale, senza per questo
Jazz, beat o groove, lick, hook… Hmm, si tratta poi dei soliti elementi che contraddistinguono   smettere di divertirci. Se si trattasse solo di business,
la buona musica: abilità, conoscenza musicale, cultura (non esclusivamente connessa al           sarebbe finita. In questo momento siamo in tanti e
club), una canzone completa o un “cenno” di rave. Mi rendo conto che si tratta di elementi       produciamo molta musica che amiamo. Per questo sono
molto diversi tra di loro. Dovendo però riassumere in poche parole la filosofia della            ottimista. Penso che riusciremo a raggiungere un’audience
Compost, direi questo: musica positiva (e non distruttiva), che funziona nel club, ma            più vasta senza diventare “commerciali”. E’ difficile
anche nell’ambito dell’ascolto domestico, in grado di resistere all’erosione del tempo.          trovare, all’interno delle classifiche di vendita, musica
Positiva non significa “corretta”. Con questo termine mi riferisco ad una musica rispettosa      rispettabile e comunque la musica a cui aspiriamo non
del passato e dei nostri eroi, dotata contemporaneamente, però, di una prospettiva. Ogni         è certo quella. Non abbiamo mai ragionato in termini di
traccia deve contenere, all’interno dei suoi cinque minuti, il passato, il presente ed il        underground/mainstream, classifica o non classifica. Per
futuro. Questi sono gli ingredienti che contano. Ma siamo appena agli inizi. Non siamo           noi si tratta semplicemente di una questione di qualità.
un’etichetta breakbeat o una label al servizio esclusivo dei dj. Cerchiamo di più, la nostra
prospettiva va ben al di là dei beat.                                                            Quali sono, oggi, gli artisti che godono del rispetto di
                                                                                                 Michael Reinboth?
Qual è il concetto di nu-jazz per Michael Reinboth?                                              Sono sempre tanti. Ecco alcuni nomi provenienti
La chance che ha la mente di una singola persona di partorire una grande canzone, da             dall’underground: Wagon Cookin, Joseph Malik, Plural,
sola, nella sua camera o nel suo studio di registrazione, con computer, sample e sequencer.      Intuit, Atjazz, Victor Davis, Block 16, Jazztronic, Daniel
Un pezzo che suoni come se fosse interpretato da una jazz band di otto elementi oppure           Paul, Stereotyp, Sequel, Slow Supreme ed altri ancora.
da un gruppo funk con anni di esperienza alle spalle. Nu-jazz significa per me la possibilità    E’ veramente impossibile menzionarli tutti.
di tracciare un sentiero tra diversi generi musicale, possibilità che di solito un piccolo
gruppo non ha. Una session di jazz è caratterizzata dall’abilità dei suoi musicisti, dai suoi
COMPOST 100

L’inizio…
A Monaco il delta dell’autostrada sfocia nel mezzo della città. Non
ci sono tangenziali chill out o uscite di decompressione. Un paio
d’ore fa stavi valicando il confine, alle prese con una bufera di neve
talmente arrabbiata da non poter essere descritta a chi a casa
attendeva il tuo ritorno, adesso sei lì, fermo ad un semaforo rosso,
a pochi chilometri di distanza dall’Into Somethin’, il club di Michael
Reinboth, con la paura di arrivare a danze già finite. Non serve
consultare la piantina o cercare qualche cartello segnaletico: Monaco
di Baviera t’investe improvvisamente.

L’Into Somethin’…
L’Into Somethin’ è un piccolo privè all’interno di un edificio molto
più grande, il Muffathalle Café, situato sulla riva di un bucolico
canale che contribuisce a dare al paesaggio una romantica atmosfera
bohemienne, da rive gauche parigina, trasportata dentro la foresta
nera teutonica.
All’interno le delicate e grumose tinte pastello scelte per le pareti
scaldano il locale, rilassando il clima. La consolle, in fondo alla
pista da ballo, è appoggiata sopra una bassa pedana a dir poco
essenziale; a destra il bar, gestito da giovani valchirie simpatiche
e carine; di fronte le finestre a schiera che, una volta superate le
colonne ed una fila di tavolini, per ora ancora vuoti, si affacciano
sul canale. Lo scrosciare dell’acqua che fluisce crea strane suggestioni
e piuttosto che in una stanza sembra quasi di stare nel corridoio
coperto di un barcone galleggiante sul fiume.
Fluidi a parte, chiunque conosce il londinese Bar Rhumba tanto caro
a Gilles Peterson, nota la somiglianza con l’Into Somethin’. Michael
Reinboth lo ha voluto così, il primo fulcro strategico attorno al quale
ha costruito la propria scena. “Conosco Gilles Peterson dalla metà         sensazione è tutt’altro che spiacevole. Florian alza il tiro lentamente, l’unica
degli anni Ottanta”, racconta, “ed è da allora che sto provando a          cosa è lasciarsi andare. La temperatura e la marea di adrenalina salgono
creare una scena simile a Monaco. All’inizio leggevo di lui su giornali    dolcemente, ma è chiaro che a questo punto tutti attendono i beat bavaresi
di nicchia come “Soul Underground” o in fanzine di Northern Soul           di Reinboth e quelli reggiani di Rocca. Scocca l’una - in realtà potrebbe essere
(“Voices From The Shadow”). Contemporaneamente frequentavo                 mezzanotte, ma anche le due - ed è solo l’inizio. Il club si è riempito
clubnight famose come “High On Hope” e “Talkin Loud And Say                improvvisamente, adesso ci si muove a fatica. Naturalmente spetta al “padrone”
Somethin” a Dingwalls. Uomini come lui, o come Norman Jay,                 fare gli onori di casa.
Sylvester, Patrick Forge, Coldcut e pochi altri hanno cominciato a         Eccolo il puro suono della Compost! Finalmente arrivano le calde robotiche
far girare questi introvabili 7inches, questi pezzi dal sapore jazzy,      percussioni latine, addolcite da melodie ed aromi jazzy. Il clima diventa torrido
ancora prima che nascessero i termini acid jazz o rare groove. Oltre       e quando parte Havana di Eric Kupper sembra di essere nella jungla. A Rocca
a Gilles, all’interno di queste mura, ho invitato Norman Jay,              l’arduo compito di andare oltre. Non si può che pestare ancora più duro ed il
Sylvester (il dj latino), James Lavelle, prima che fondasse la MoWax,      resident del Maffia non si tira indietro. I dischi si susseguono in progressione
ed altri ancora”.                                                          uno dopo l’altro: Life on Mars di Dexter Wansel, Pressure Drop e tanti altri
                                                                           tra cui Click di Zero db. Il comunicato stampa che accompagna l’uscita
Il set del Maffia Sounsystem…                                              dell’album del “centenario” della Compost descrive Zero db come l’hype
Nella sala vicina, quella più grande ed importante, è in corso di          underground londinese del momento. Dietro questo nome si nasconde Chris
svolgimento un’imbarazzante pantomima hiphop, goffa quasi quanto           Vogado, fondatore insieme ad Aydin the Funki Chile e Frank De Jojo dell’etichetta
il bagaglino berlusconiano. In realtà si tratta di uno spettacolo          Fluid Ounce. Chi vuole ascoltare Come Party, il loro brano più conosciuto,
indegno perfino del cloroformizzante meriggio domenicale italiano.         deve cercare il secondo volume di Beats & Pieces, raccolta della BBE. Michael
Nel privè, invece, i caldi rare groove di Theo Thönnessen accolgono        Reinboth ha affidato proprio a Zero db il compito di remixare Galicia, il nuovo
i primi ospiti che, sfilacciati, penetrano nel locale. Tutti passano       pezzo del Trüby Trio che apre Compost 100. Rainer Trüby, regista compilatore
davanti al cartello che indica l’ospite della serata: Dj Rocca del         di Glücklich, è il braccio destro di Reinboth. In estate uscirà il suo Dj-Kicks
Maffia Soundsystem.                                                        per la K7. Insieme al suo trio, di cui fanno parte anche i Fauna Flash, non ha
A quest’ora, la folla stenta ancora ad arrivare, perché oggi è un          mai pubblicato un album per la Compost, ma i suoi 12inch sono pietre miliari
giorno di festa a Monaco e l’Into Somethin’ ha deciso di organizzare       all’interno del percorso artistico dell’etichetta bavarese. Naturalmente lui
un party. Come riportano gli orari affissi al portone, il locale starà     all’Into Somethin’ è di casa.
aperto fino a tardi. Stasera più che mai, infatti, i battenti sono         Rocca suona per più di due ore dopo di che inizia il back to back. Tre dischi a
destinati a chiudersi alle quattro e mezza del mattino. Trascorre          testa, il loop sembra inarrestabile: Reinboth, Keller, Rocca, Reinboth, Keller,
un po’ di tempo e la gente comincia ad affluire. Il testimone passa        Rocca…Sono le tre passate ma la gente continua ancora ad arrivare.
all’altro resident: Florian Keller. La stanchezza si fa sentire, è         Alla fine è Made In Italy, del Maffia Sounsystem e Peshay, a chiudere una volta
notte inoltrata, ma i gin lemon cominciano a fare effetto: la              per tutte le danze. Le luci del club si accendono proprio sulle note del suo
Group, Ben Mono, Worldless People. Ognuno di loro fornisce
                                                                                     una testimonianza importante al disco e fra tutti merita forse
                                                                                     di essere citato il brano dei Syrup: D/A/D. In questi otto anni,
                                                                                      Reinboth è riuscito a portare alla luce la sua realtà locale,
                                                                                     esportandola poi al di là della Manica, in quella piattaforma di
                                                                                     lancio che è l’Inghilterra.
                                                                                     Nomi come quello dei Jazzanova, di Beanfield godono, senza
                                                                                     dubbio, di un rispetto internazionale. Nel doppio album, che
                                                                                     festeggia questo anniversario, i Jazzanova sono presenti solo
                                                                                     in parte e sotto “mentite spoglie”, con il brano Ism. Nello
                                                                                     pseudonimo Twice si riconoscono, infatti, Daniel Paul e Alexander
                                                                                     Barck, membri del collettivo berlinese resident del WMF, club
                                                                                     costruito sulle ceneri del Delicious Doughnauts. Assolutamente
                                                                                     positiva è anche la prestazione di Beanfield (Close The Gap
                                                                                     Pt. 1 e Re-ac-tion) tra le cui fila milita anche Michael Reinboth.
                                                                                     Il trio ha, da poco, cambiato organico, Michael Mettke ha infatti
                                                                                     sostituito il precedente tastierista Tobias Meggle.
                                                                                     Gli “ospiti” internazionali, Kyoto Jazz Massive – leader della
                                                                                     scena nu jazz giapponese - , The Amalgamation Of Soundz e
                                                                                     Dj Force, sono arrivati in un secondo momento quando tutto
                                                                                     sommato il prestigio dell’etichetta si era già consolidato.

                                                                                     Monaco…
                                                                                     Di notte, in città, il freddo diventa insopportabile. Passeggiando
                                                                                     per le viuzze del quartiere non si incrocia nessuno, solo il vento
                                                                                     gelido e qualche ombra che di corsa scappa a rifugiarsi dentro
                                                                                     un locale. Entrando in questi cafè, tutti stracolmi, si respira
                                                                                     una ventata d’aria nuova. Contrariamente a quanto succede in
                                                                                     Italia, la musica non viene sparata a manetta, è soffusa, concilia
                                                                                     la conversazione ed il diffondersi della socializzazione. All’interno
                                                                                     di ogni pub si trova una consolle e il dj in plancia di comando
flauto.                                                                              è spesso un ragazzino. Volti giovanissimi, che magari nel
                                                                                     pomeriggio ti era capitato d’incrociare dentro la boutique
La Compost…                                                                          dell’Into Somethin’.
Gli uffici di Michael Reinboth non sono molto lontani dall’Into Somethin’.           Qui ormai la musica dal vivo è uno scomodo manierismo. Mettere
Si trovano nell’East Side di Monaco, il Greenwich Village della città, il            dischi, per i ragazzi tedeschi, è la nuova cosa. Si percepisce in
quartiere degli artisti e dei nottambuli della Baviera. La macchina non usa          loro la netta convinzione di essere dentro qualcosa.
da queste parti, è inutile, anzi, scomoda. Si gira in bicicletta o a piedi meglio    Rilassato ad un tavolino, Theo Thönnessen racconta dell’ascesa
ancora, dato che spesso il breve tragitto si compie in compagnia dello scrigno       di Minus 8 e delle speranze che la Compost nutre nei sui
dei dischi. Tutto il necessario si trova nel raggio di pochi chilometri. In questa   confronti. Svizzero di Zurigo, Robert Meyer è ancora molto
zona c’è la Compost Records appunto e la boutique dell’Into Somethin’.               giovane ma ha già alle sue spalle un’intensa biografia: un
Qui ci sono i cafè ed i locali più frequentati, qui ci abita lo stesso Reinboth,     passato da techno junkie, che lo ha spinto più volte in Italia,
ma anche Christian Prommer e Roland Appel, aka Fauna Flash.                          fino a Roma per le nottate romane patrocinate da Andrea
I Fauna Flash, che rappresentano il versante drum & bass della Compost,              Benedetti e Marco Passarani, a cui ha fatto seguito un’evoluzione
stanno beneficiando di un momento particolarmente ispirato. Recentemente             verso la jungle. Due sono i dischi che ha pubblicato per l’etichetta
hanno pubblicato un buon disco, dal titolo Fusion, accolto molto bene anche          Higher Ground. Il suo debutto per la Compost, l’album nu jazz
dalla critica inglese e le loro due tracce presenti all’interno di Compost 100       Elysian Fields, ha suscitato un buon consenso. Recentemente
rientrano tra le migliori di tutto il disco.                                         la Apple ha scelto un suo pezzo, Snowblind, per lo spot
Ten è remixata da Pole, produttore della Scape Records, etichetta dub                pubblicitario del nuovo powerbook. L’obiettivo naturalmente
urban di Berlino, mentre Don’t Know 2001, probabilmente uno degli episodi            è quello di raggiungere il grande pubblico. A questo bisogna
migliori di tutto il disco, prevede la collaborazione di Wei Chi. Frequentatori      aggiungere anche l’incisione della colonna sonora del nuovo
ormai abituali delle compilation dell’etichetta (Future Sounds Of Jazz e             film del regista Lars Kraume: “Viktor Vogel – Commercial Man”.
Glücklich) gli stessi Wei Chi contribuiscono personalmente all’album con il          E’ proprio un bel momento per Robert Meyer...
pezzo Never Let Me Down. I componenti del duo sono Franz Schogler, di
Monaco, ed il newyorchese Raoul Walton, ricercato session man jazz e fusion          Epilogo…
della metà degli anni Ottanta. Nel corso della sua carriera Walton ha suonato        Due giorni a Monaco sono passati, è giunto il momento di
con musicisti del calibro di Sam Rivers e Kenny Kirkland.                            ripartire. Il piccolo tour del Maffia Soundsystem prosegue. La
La Compost è una piccola etichetta, i suoi uffici occupano un appartamento           prua dell’inossidabile Clio di Rocca punta verso Zurigo, la città
di poche stanze, con una prestigiosa autorità, acquisita grazie ad anni di           Minus 8 e Spruzzi. Ma questa è tutta un’altra storia…
pignolo lavoro. Oggi ha più di venti artisti sotto contratto. La capacità di
Michael Reinboth è stata proprio quella di contare unicamente sulle proprie          AA.VV.               COMPOST 100
forze, o quasi. Con tenacia ha perseverato nel coltivare il suo vivaio: Les
Gammas, Karl Berger, A Forest Mighty Black, Syrup, Supersempft, Salvador
Che cos'è Dna?                                         Che cos'è Dissonanze?
                             SPECIALE                DNA è una agenzia impegnata                            E’ un festival dedicato alla musica
                             FESTIVAL                nell’organizzazione di concerti e tours.               elettronica. Secondo alcuni - forse molti
                                                     Siamo nati a Roma tre anni fa circa,                   - quella più oscura e sperimentale, quella
                                                     con una passione smisurata e con                       del “che ci vuole, riuscirei a farla anche
                                                     l’intento di lavorare con un gruppo di                 io”.
  DNA /                                              artisti che secondo il nostro parere                   Il successo della prima edizione, nata grazie
                                                                                                            all’entusiasmo del Goethe Institut Rom, ci
  DISSONANZE                                         meritava di essere promosso anche in
                                                                                                            ha portato quest’anno a organizzare un




 Qual è la strategia di dissonanze, cosa             Qual è il bilancio dell'edizione di                    Quali sono i progetti futuri?
 vuol esprimere?                                     quest'anno?                                            Sul piano organizzativo il primo obiettivo è
 Dissonanze vuole essere un festival di              Ottimo per quanto riguarda l’affluenza                 di trovare una struttura adeguata e interessata
 respiro europeo. Vuole essere                       di pubblico, triplicato rispetto alla prima            a ospitare il festival. Il secondo è di estendere
 alternativo rispetto ai festival italiani,          edizione. Ottimo anche dal punto di                    la durata da due a più giorni, creando
 troppo commerciali o troppo prestigiosi.            vista artistico, nonostante i dubbi sulla              situazioni ad hoc per le diverse proposte e
 La strategia è di favorire anche in Italia          capacità di alcuni artisti di rielaborare              un migliore confort per il pubblico. Dal punto
 la crescita di una cultura che unisce               dal vivo i propri progetti.                            di vista artistico l’idea è di rafforzare l’identità
 intrattenimento e sperimentazione,                                                                         di Dissonanze, concentrandosi sulla musica
 grandi numeri e qualità.                                                                                   digitale e sulle arti visive.


                                                                                                           Intervista a DNA, a cura di Mediablitz




X HOP 2000                            SPECIALE
                                      FESTIVAL
                                                                                                            Qual è il bilancio dell'edizione di quest'anno?
                                                                                                            Abbiamo realizzato X Jazz a Milano nell’ottobre
                                                                                                            scorso, un festival che ha messo insieme
Che cos'è X hop 2000?                                                                                       musicisti jazz del calibro di Piero Umiliani e
X hop 2000 é una libera associazione di amici,                                                              Luigi Bonafede con virtuosi dei piatti come
appassionati e professionisti presenti                                                                      Painè e Gak Sato, coinvolgendo diversi locali
attivamente all’interno del panorama musicale                                                               contemporaneamente (tra i quali Leoncavallo,
milanese, in particolare sul fronte degli eventi                                                            Tunnel e Magazzini Generali) e registrando per
legati alla musica elettronica. Siamo promoters,     promotion. X hop 2000 è anche la prima agenzia         tutta la durata del festival circa cinquemila
djs, giornalisti, grafici, fumettisti, fotografi,    di booking ad occuparsi esclusivamente di djs          passaggi. Abbiamo una serata residente al Tunnel
art directors accomunati dall’interesse per la       italiani.                                              (Lele Sacchi e Bruno Bolla) il primo sabato di
cosidetta club culture italiana. X hop 2000 è        Qual è la strategia di X hop 2000, cosa vuole          ogni mese chiamata Milano ConneXion dedicata
stato anche il primo festival di breakbeat           esprimere?                                             alla house e alla deep house. Abbiamo
itinerante, un ricco evento che ha dimostrato        Sicuramente quella di spingere il più possibile        organizzato diverse one night con Plaid, Goldie
l’alta qualità dei protagonisti nazionali della      questa scena a crescere e a svilupparsi secondo        e Howie B. Direi che anche quest’anno abbiamo
club culture, che racchiude dj e artisti di          criteri ben precisi. Prima di tutto slegando           contribuito a far crescere la scena e soprattutto
altissima levatura. E’ un appuntamento che           l’entertainment dal profitto e dal business:           abbiamo ballato di brutto!
riesce a riunire sotto lo stesso tetto un pubblico   rivendichiamo (e lavoriamo per) un uso diverso         Quali sono i progetti futuri?
eterogeneo, legato sia ai centri sociali che ai      della notte e un diverso modo di gestire il            Per l’estate porteremo in giro il B side-Agatha
club, tendenzialmente recettivo e partecipe di       divertimento. Quindi cercando di mantenere,            tour, con Alessio Bertallot e i dj di Agatha
fronte alle proposte più o meno mainstream o         dove è possibile, il prezzo di ingresso agli eventi    Andrea Lai&Riccardo Petitti. Per l’autunno
overground. Ma X hop 2000 non è solo un              accessibile a tutti e a tutte; rendendo le location    abbiamo in programma un altro grosso evento,
festival; X hop 2000 è impresa ed evento al          confortevoli all’attraversamento dei corpi in          di cui posso rivelare solo il nome, XseX, il resto
tempo stesso, è contenitore e proposta,              movimento puntando sull’alta qualità della             ve lo lascio immaginare…
promuove e contamina.                                musica, ma anche su luci e allestimenti che
X hop 2000 è realizzazione e promozione di           sono parte integrante dell’evento stesso, nonché
eventi spettacolari e momenti di formazione,         allestendo spazi morbidi e di rilassamento.
ufficio stampa e local management and

Intervista a Matteo “Flipper” Marchetti, a cura di Mediablitz
George Tooker, La metropolitana, tempera all’uovo su truciolato
MAFFIATRAVELLER




                  LAXative                               BAY AREA TRIP                                                                           matteo bittanti


                  “attention travelers! you are not required to give money to                riflessi platino e tsukareta. sono stanca. anche io, aggiungo forse
                  solicitors. this airport does not sponsor their activities. i repeat…”     mentalmente o forse a voce alta perche’ la ragazza si volta nella
                  la scossa aurale mi riporta in vita. dove mi trovo? ma soprattutto,        mia direzione e mi sorride e mi sento improvvisamente un bimbo
                  mi trovo? riluttante a zonzo in quella che sembra essere                   e forse ci sentiamo tutti bimbi negli aereoporti improvvisamente
                  un’antologia di spazi generici e allo stesso tempo familiari.              mi sembra di poter provare emozioni collettive ma forse e’ lo stato
                  ripetibili perfino, come le emozioni sony. modulari ecco modulari          catatonico e insieme elettrico in cui mi ritrovo non so da quanto.
                  la parola che cercavo. soundtrack rigorosamente muzak, welcome             nota mentale: sono finito nella versione virtuale de la jetee’ di
                  to tom bradley international airport,                                      chris maker? probabilmente no, ma non ho grande importanza. mi
                  tibit, los angeles, california, stati                                                                            trovo in un non-luogo dunque non-
                  uniti. ora so. credo. tutti i viaggi                                                                             sono. in un non-tempo visto che il
                  cominciano in un aereoporto un                                                                                   mio orologio indica un’ora diversa
                  luogo dislocato che non e’ veramente                                                                             da tutte le altre. lax sta in rapporto
                  da nessuna parte ed e’ dappertutto                                                                               metonimico con los angeles, quasi
                  bombay new york francoforte mosca                                                                                un frattale, non ha centro ne’
                  addis abeba... deambulo senza                                                                                    periferia, inizio o fine. lax come
                  troppa convinzione nei corridoi                                                                                  l.a. e’ uno spazio mentale.
                  labirintici dell’elefantiaca struttura                                                                           “attention travelers! you are not
                  e so gia’ che non riusciro’ mai ad                                                                               required to give money to
                  uscirne. prigioniero dei girone                                                                                  solicitors. this airport does not
                  infernali del lax mentre movimenti                                                                               sponsor their activities. i repeat…”
                  intestinali inquietanti [ggggooorgle]                                                                            scarico giu’ per il gargarozzo (ma
                  scuotono ritmicamente il mio corpo.                                                                              si dira’ ancora gargarozzo?) una
                  spasmi spasmi dannati spasmi. il mio                                                                             tripla dose di caffeina che una
                  stomaco e’ un vortice. il mio                                                                                    barista ispanica di starbucks (don’t
                  stomaco si contrae. il mio stomaco                                                                               let your friends go to starbucks)
                  pulsa. nota mentale: sto per                                                                                     mi ha allungato da dietro il bancone
                  partorire un alien? genki genki, come                                                                            con scarso entusiasmo. soundtrack
                  stai, chiede la rappongi girl al mio                                                                             rigorosamente muzak, come lo
                  fianco della sua girlfriend pupattola                                                                            shopping center di menroville di
                  che sembra appena uscita da una                                                                                  romero. “attention customers!”
                  boutique ginza, calze viola                                                                                      volti di passeggeri in viaggio da
                  fosforescenti, capelli adornati da Diagramma su Los Angeles tratto dal libro Geografie della Paura di Mike Davis innumerevoli ore-giorni pallidi.
                                                           (Feltrinelli editore)
Supermercati Best Product, California, USA
                                                      opera del gruppo avanguardista SITE (Sculpture in the environment)



zombie con le valigie che percorrono terminali
grigi, agglomerati di cemento-acciaio, fibra di
vetro, resina di plastica. [ggggooorgle] spasmi
spasmi dannati spasmi mentre rumino una barra
energetica fuel plax lite di twin labs che sa di
catrame ma in compenso consegna
quarantacinque grammi di proteine al mio
stomaco e solo uno punto cinque di grasso non
polinsaturo e poi c’e’ anche lo zma che
incrementa la tonicita’ muscolare. mi aspetto
di trovare il babau o un gruppo di terroristi
libanesi che tiene in ostaggio un arancione dietro
ad una delle porte che dice no access. lercio mi
sento sporco lercio e vorrei farmi una doccia.
questo e’ il punto in cui devo inserire la clip
musicale ma non ci riesco i miei pensieri sono
opachi, obliqui, trasversali e batto a casaccio i
tasti del vaio. sull’ascensore insieme a jaffa. i
clienti che hanno comprato questo prodotto
hanno comprato anche yonderboi, hefner e big           nelle orecchie e mi sento meglio, centomila herz di leggende. le vibrazioni
bud. mi piacerebbe esplorare articoli analoghi,        degli aerei si combinano a quelle del discman, solo me ne vo per la
ma ora no magari dopo. follia a destra, follia a       cittadella simulata nella mia bolla comunicazionale. levo le cuffie,
sinistra. paura e delirio a los angeles. mi guardo     soundtrack rigorosamente muzak, cinquantamila addetti e oltre ventitremila
in giro e concludo che l’america e’ finta, ma la       posti parcheggio. lax e’ una citta’ nella citta’, una citta’ sulla citta’ attacco
finzione dopo tutto non e’ che un’altra forma          di nichilismo mi coglie impreparato e non ho neppure il percodan da mixare
di realta’e quando l’hyper realta’ e’ pervasiva,       al red bull. mi sento scarico come una duracell dopo quindici ore filate
la finzione acquista consistenza ontologica. si’,      di effe zero su game boy advance. tutti i viaggi finiscono in aereoporto.
viaggiare. “attention travelers! you are not           “attention travelers! You are not required to give money to solicitors.
required to give money to solicitors. this airport     this airport does not sponsor their activities. i repeat…” sembra mother
does not sponsor their activities. i repeat…”          di aliens questa astronave esplodera’ tra dieci minuti vi preghiamo di
un mix di suoni parole luci mi bombarda da ogni        affrettarvi intanto mi accorgo che mi stanno scivolando i pantaloni, per
direzione possibile ed impossibile sperimento          inerzia ed entropia, lungo la vita fasten your seat bealt while seated.
una sensazione di alienazione completa sono            [ggggooorgle] spasmi spasmi dannati spasmi i tapis roulant mi ipnotizzano
fuori dal mio corpo ed i miei ricordi svaniscono       mentre mi sposto senza muovermi in uno degli otto satelliti dell’aereoporto
uno ad uno volano via come borse di plastica           delle stele vago senza meta nei miei pantaloni di seta. sono nel bar adesso
bianca di safeway al vento. l’aria condizionata        ma forse non me ne sono mai andati da un bar dove nessuno sa il tuo nome
mi condiziona il respiro. faccio entrare air pulita    guardo nello specchio la mia immagine riflessa che guarda cnn da uno dei
                                                       televisori sono in quel peculiare stato mentale che si raggiunge solo con
                                                       sostanze sospette, sono qui ma al tempo stesso sono da tutt’altra parte,
                                                       stordito, assente, sindrome acuta da jet lag sciolgo la melatonina in un
                                                       oddwalla con l’erba spirulina e mi sogno l’adrenalina dei giorni lontani
                                                       sono quasi commosso i colori diventano piu’ brillanti luci fosforescenti
                                                       odori, odori, odori, aromi mcdonald’s misto a taco bell euro coffee sushy
                                                       boy warner bros kenneth cole jack in the box misto al detergente misto
                                                       a profumi sudore umori [r]umori stimulazione audio-visuale-olfattiva nel
                                                       regno della simulazione sorrido intanto sorrido e “attention travelers! you
                                                       are not required to give money to solicitors. this airport does not sponsor
                                                       their activities. i repeat…” un senso di vertigini mi prende flaneur post-
                                                       metropolitano il mio senso di identita’ galleggia in un limbo imprecisato
                                                       solo il passaporto mi restituisce un minimo di sicurezza lingue che non
                                                       conosco parole lontane sempre vicine un movimento costante frenetico
                                                       cellulari che squillano a ripetizione il villaggio globale e’ questo una
                                                       simulazione perpetua senza baricentro piazze strade e’ tutto bidimensionale
                                                       come in un colossale videogame minimalls e negozi area transitoria e
                                                       trascendentale lontano da casa ma vicino al mondo che mi scorre davanti
                                                       e abbasso il finestrino ma la velocita’ non rallenta tutti i viaggi finiscono
                                                       in un aereporto. spasmi dannati spasmi.
Quando hai iniziato a programmare è vero che lo hai fatto per dei
                                                                            giochi video?
                                                                            Non esattamente. Quando avevo 13-14 anni muovevo i miei primi passi
                                                                             nella musica elettronica. Iniziai con un paio di computer fino a quando
                                                                            mi comprarono un Commodore 64. Era uno strumento attraverso il quale
                                                                            nacque una scena di musica elettronica, con dei veri e propri compositori,
                                                                            nomi che a volte non dicono nulla al grande pubblico, ma che avevano
                                                                            un grande talento nel comporre musiche a 3 voci con dei suoni che oggi
                                                                            sarebbero un po' difficili da ascoltare. Quando sentii queste musiche,
                                                                            cercai di seguire le tracce di questi giovani compositori. All’epoca c'era
                                                                            una scena di videogiochi molto sviluppata. C'erano artisti che componevano
                                                                            le musiche per videogiochi o per alcune demo dimostrative di giochi. Mi
                                                                            è capitato di comporre delle musiche per queste demo, ecco tutto

                                                                            Cosa ti ha spinto a diventare dj?
                                                                            L'incontro con David Duriez, che oltre ad essere un mio amico, è anche
                                                                            un membro dei Maçons de la Musique. Lui era già dj, aveva già questa
                                                                            cultura del deejaying, del vinile, che era molto forte. Io invece ero più
                                                                            orientato a produrre musica, ai computer, alla passione per l’informatica.
INTERVISTA:                                                                 Si è quindi avuto uno scambio tra me e Duriez: io gli ho dato il gusto
                                                                            all'informatica musicale mentre lui mi ha iniziato alla cultura del dj, al
LLORCA                                                                      vinile. Inoltre all'epoca cominciavo a pubblicare i miei primi dischi in
                                                                            vinile e avevo voglia di passarli…

                                                                            Quale genere prediligevi?
                                                                            Allora ero decisamente nell'elettronica, anche se i miei primi dischi
                                                                            erano… beh, come dire…. non che io rimpianga di averli fatti, non voglio
                                                                            denigrare il mio lavoro di allora, sono molto contento di averlo fatto,
                                                                            però erano i miei primi passi. Producevo della happy house con influenze
     claudio borella                      press office                      trance: devo ammettere che era un pò di tutto e tutto di nulla. Quando
                                                                            li riascolto adesso li trovo divertenti.

                                                                            Come componi la tua musica, parti dai suoni per arrivare al brano
                                                                            oppure parti da un'idea e cerchi i suoni che ti permettono di
I tuoi genitori hanno avuto un ruolo fondamentale nel tuo sviluppo          concretizzarla?
musicale…                                                                   Di fatto mi capitano entrambe le cose. C'è una parte di bricolage che
Fondamentale, nel senso in cui ognuno è influenzato da quel che ascolta     viene fatta, è evidente. Ho una grande biblioteca di suoni che va
da piccolo, fino ai 10 anni circa. Dopo si inizia ad avere interesse alla   dall’assolo jazz al piccolo charlie di TE808 o TE809. Poi capita che quando
musica e, a partire dai 15-16, si formano i propri gusti musicali. Io       pongo le basi di un pezzo mi vengono in mente delle melodie che cerco
sono cresciuto nel boom della disco music. Mia madre è da sempre            di ricreare con un suono, provando ad avvicinarmi il più possibile a quello
un'innamorata della musica black e quindi la musica è sempre stata          che ho in mente.
molto presente in casa, molto più della televisione. Mio padre, invece,
non ne era molto attratto, ma ha fatto parte della prima generazione        Da dove prendi l'ispirazione?
degli analisti-programmatori in ambito informatico. Ora è un mestiere       Per quanto mi riguarda sono soprattutto degli stati d'animo, delle
molto sviluppato, ma alla fine degli anni '70 non lo era per niente.        emozioni. Può essere la visione di un film, oppure discutere animatamente
Mio padre ha sempre avuto una grande passione per l'informatica e           con qualcuno di un tema che mi sta a cuore o leggere un libro. Può
quindi ha cercato di rendermi partecipe di questa sua passione. Sin         essere qualsiasi cosa ma in genere il tutto inizia con un'emozione.
dall'inizio si è interessato al computer da casa, acquistando i primi
esemplari che allora si collegavano alla televisione. Ecco come sono        Questo tuo primo disco contiene un fil rouge, un'idea di base?
arrivato a fare della musica black tramite il computer…                     Fare un disco sincero, senza compromessi, che non fosse troppo prodotto
                                                                            ma che desse l'idea dell'espressione più semplice delle mie idee. Volevo
E' vero che tua madre ti portava con sé nelle discoteche di allora?         che i brani avessero una forma base, non volevo qualcosa di troppo
Si, è vero. Lei è una vera club-addicted, come si dice… Ancora oggi         complicato. Mi piaceva che si sentisse che tra l'idea e la sua realizzazione
frequenta regolarmente i club, adora la musica e adora ballare. Ho un       c'era un cammino breve. Questo è, se vuoi, il fil rouge del disco. Poi, è
rapporto molto sano con la musica. Mia madre mi ha sempre dimostrato        vero che nell'insieme del disco c'è una certa unità di suono: ci sono
che la musica era bella, che il ballo era bello. Mi ha trasmesso questo     parecchi suoni di contrabbasso, di piano, di vera batteria.
senso del groove, cercando di coinvolgermi in questa sua passione. E'
ovvio che quando sei giovane cerchi di prendere una direzione diversa       Potresti parlarmi di coloro che hanno collaborato a questo disco?
da quella che volevano i tuoi genitori, però devo riconoscere che non       Di fatto ci sono 3 vocalist, due cantanti donne e un cantante. Il mio
posso negare l'evidenza e cioè che sono stato molto influenzato da          primo contatto è stato con quest'ultimo, Mandell Turner (voce di “I cry”),
quel periodo.                                                               che avevo sentito cantare in diverse serate e poi con un gruppo francese
il campionamento era piuttosto lungo. Abbiamo deciso di non utilizzare questo campionamento
                                                           e abbiamo chiesto a Christian di suonare a partire dalle prime 4 note del sample. E lui ha
                                                           quindi fatto una cosa a modo suo. Il secondo musicista è Bruno Casties, che suona la chitarra
                                                           sul pezzo nascosto (una versione alternativa di “I Cry”)

                                                           Il brano “Lalo caught me dancing” è riferito al famoso Lalo Schifrin: c'è un motivo
                                                           particolare?
                                                           Non saprei dirti se Lalo Schifrin mi ha ispirato. Non ho una grande cultura jazz: ascolto tante
                                                           cose diverse, alcune mi piacciono, altre meno. Questo vale anche per il repertorio di Lalo
                                                           Schifrin. Ma sono anche un grande fan delle colonne sonore tipo “Operazione Dragone”.
                                                           Quando ho finito questo pezzo, che tra l'altro non contiene alcun campionamento di Schifrin,
                                                           ho avuto l'impressione che avesse questo spirito da soundtrack stile funk-jazz anni 60-70.
                                                           Per questo ho deciso di dare questo titolo al brano.

                                                           Quali sono le tue speranze riguardo “New Comer”?
                                                           Al momento abbiamo avuto dei buoni riscontri, anche da parte di persone che non sono
                                                           troppo iniziate al jazz o alla house o alla musica elettronica. Sinceramente però non ho
                                                           delle attese particolari riguardo a questo disco. Sono talmente contento di averlo fatto, del
                                                           risultato ottenuto…vendere 10 o 100'000 copie per me non cambia molto. Chiaro, se venderò
                                                           100'000 copie non sarò ipocrita dicendo che non sono contento. Francamente non ho attese
                                                           particolari riguardo “New Comer”.

                                                           Quanto tempo è stato necessario per fare questo disco?
                                                           Io non sono uno che lavora in modo intensivo, non sono un funzionario che inizia alle otto
                                                           del mattino e che finisce a mezzogiorno per poi riprendere dalle 2 alle 6. A volte passo 3
                                                           giorni di fila per 12 ore al giorno su un pezzo o due, a volte non faccio nulla per una
                                                           settimana. Dipende dal mio stato d'animo. Ma globalmente mi ci è voluto un anno e mezzo

                                                           Avresti voglia di fare un progetto live per il disco?
                                                           Si, ci sto già pensando. Al momento siamo in tre: io, un tastierista che si chiama Marc e la
                                                           cantante Ladybird. Poi mi piacerebbe inserire un contrabassista, un trombettista, un
                                                           sassofonista…Non so ancora quale sarà la composizione, ma penso che ingrandirò la cosa
                                                           poco alla volta. Comunque è sicuro, in futuro ci sarà un live.

chiamato Playing For City. Poi ho fatto appello a
Nicole Graham, un'amica di Mandell che conoscevo
per averla sentita cantare nei club. L'ultima
collaborazione è con Ladybird, tutt'ora attiva con il
gruppo Soldiers of Twilight, un gruppo francese.
L'avevo sentita cantare in un caffè-ristorante di nome
L'Alcazar: ero rimasto molto impressionato dalla sua
voce e quindi decisi di contattarla per l’album,
facendola poi cantare su due brani, “True to me” e
“My precious thing”.

C'è anche un musicista jazz, Julien Loureau, in
“Lights behind windows”…
Su questo pezzo all'inizio, al posto di Julien, c'era un
campionamento di clarinetto. Ma trovavo che non
andava affatto bene e quindi l'ho tolto. Dopo aver
cercato a lungo, mi sono ricordato di Julien Loureau,
che avevo visto suonare in tv. Ho chiamato Frédéric
Galliano, che aveva parecchi contatti e effettivamente
conosceva Julien. L'ho chiamato, gli ho fatto ascoltare
il pezzo ed è tornato dopo 3-4 giorni con il suo sax
e ha fatto il suo assolo come un grande professionista
sa fare, in poche riprese. Bisogna precisare che
nell’album ci sono altri due musicisti. Uno è Christian
Lechevretel, un trombettista che suona la parte su
“Anyhow”.
In origine questo pezzo conteneva un campionamento
di un celebre trombettista oggi scomparso che non
abbiamo potuto utilizzare. Gli editori in questo caso
non sono stati molto simpatici, anche se è vero che

                                                                                                                              seb jarnot
LUDOVIC LLORCA:
                      Il generale iberico nella
                      battaglia di Parigi
                      Chi vincerà il nuovo bello gallico?
                      L’ora è grave. La guerra fratricida in Gallia si è fatta quasi certa, dopo
                      l’annuncio che un milite novus sfida i generali dell’esercito elettronico
                      francese. Certo che, nel duello, colui che parte avvantaggiato è il generale
                      Germano, già auto proclamatosi santo ai Campi Elisi, per supposti meriti
                      guerreschi. Proprio l’anno scorso Germano, travestito da turista, aveva
                      sbaragliato i rivali parigini, anche loro anelanti il bastone del comando.
                      L’imminenza dell’assalto, alla terra degli Scoti e dei Britanni, aveva
                      stimolato gli appetiti dei vanagloriosi capi galli. Della micidiale lotta, ne
                      avevan fatto le spese alcuni valorosi graduati: tutti a loro tempo vittoriosi,
                      come la coppia di consoli Dafti, della stirpe feroce degli Unni Punk, o il
                      fanatico delle congiure di corte, l’ex-schiavo Cassius, oppure il generale
                      Garnieri, glorioso tecnocrate merovingio dalle foltissime cesarìe. Ma il
                      nuovo sfidante, il misterioso gladiatore, chi è?
                      Si mormora, negli accampamenti di Lutetia, che il nuovo pretendente
                      sia ispano o giù di lì e che sia mandatario occulto di quel tenace Garnieri
                      che, perduto il comando, tesse trame losche, dal Catai a Bisanzio, contro
                      Germano. Il perché è presto detto: l’infame santo, lo tradì anni or sono.
                      Ludovico, pare sia il suo nome o Ludovic come lo chiamano in Gallia;
                      Llorca è il suo titolo in battaglia. Come tutti i valorosi Iberi, arrembati
                      sulla Senna, Ludovic non si è mai risparmiato nella pugna. Llorca è stato
                      prima valoroso centurione, poi emerito console, ora la fresca nomina a
                      generale. Ma qual’è la posta in gioco della singolar tenzone? Certamente
                      la conquista della Gallia, poi di tutto l’orbe terraqueo, ivi comprese le
                      Americhe e l’odiata Britannia. Gli informatori bavari mormorano che il
                      nuovo arrivato ha concluso in segreto grandi patti con dei temibili Pagani,
                      le truppe mauritane e cirenaiche del console Galliano di stanza nelle
                      Afriche, che combattono con gran tamburi e strumenti a fiato: sembra,
                      ma ciò pare blasfemo, che abbiano, tra loro trogloditi, donne virago con
                      grandissime barbe e ugole e tutto ciò per spaventare le truppe nemiche.
                      In ogni caso le legioni del generale Llorca sono più fresche, dinamiche
                      e allenate: questi gallo-iberici hanno i Puni di Cartagine e gli Egizi
                      d’Alessandria dalla loro; cosa può tramare il Germano, se non ritirarsi
                      nella Selva Nera con Teutoni, Sarmati e Burgundi?
                      La ritirata, ora, è quasi agognata: hanno pure l’arma segreta, le schiere
                      di Llorca, sbarcate dalle Americhe, altezzose centurie latine o lusitane
                      di istanza in Amazzonia o nelle isole Hispaniole, son pronte a intervenire
                      da San Germano. La notte prima della gran battaglia, nell’esagono di
                      Llorca si scatena il putiferio: il gran ruggito che arriva dalle tende
                      baldanzose, è una felicissima bagarre di Africa, Mediterraneo e Indie
                      Occidentali e i nomi degli stendardi levati in battaglia, han tutti nomi
                      forestieri e non più galli o latini o germani. Delle Americhe hanno le
                      insegne: “Indigo Blues”, “Lalo caught me dancing”, “The novel sound”,
                      “My precious thing with Lady Bird”. Accampate sulla Senna, le truppe
                      del Germano, vedono e vivono con terrore uno degli spettacoli più
                      mirabolanti della loro vita. Una volta che i genieri di Llorca han costruito
                      una orrida piramide guerresca di arcigne casse e neri amplificatori, con
                      l’aiuto dei tecnici di Garnieri orientano il canagliesco macchinario verso
                      le centurie in muta attesa. E con grande smarrimento, il Germano e i
                      suoi accoliti, odono uno spaventevole suono provenire dalle casse, oltre
                      misura ritmato, e immediatamente vedono danzare l’intero esercito
                      nemico e, dannazione, anche il proprio…
Llorca   New Comer
         FCOMM 2001
                            federino ghiaia                      seb jarnot
MAFFIA TRAVELLER




                    NEW YORK CITY:                                                                        Lo spazio non esiste più… I nostri corpi sono immersi nel
                                                                                                          divano sul quale sediamo e il divano avvolge i nostri corpi.
                                                                                                          Il tram si lancia sulle case che sorpassa e le case a loro
                    la città futurista                                                                    volta si trasformano in tram e si confondono con esso”.

                                                                                                          Umberto Boccioni, 1910
                         gabriele fantuzzi


                   Vedere per la prima volta New York significa farsi travolgere da una                  metropoli permane nelle opere di quel manipolo di artisti
                   valanga di stati d’animo già vissuti.                                                 italiani (Boccioni, Depero, Severini) che agli inizi del secolo
                   Una via di Manhattan, un angolo di Central Park, un quartiere di                      scorso dipinsero l’essenza della città che sale.
                   Brooklyn o di Harlem; ovunque posi lo sguardo vedi luoghi riconosciuti,               Si può immaginare una città attraverso l’interpretazione di un
                   quasi familiari.                                                                      artista così come si può fantasticarla con un libro. Questo è
                   Questa sensazione di continuo deja vù deriva in buona parte dalla                     il caso de “L’intuizionista” di Colson Whitehead (Mondadori,
                   massiccia esposizione a centinaia di film girati in questa città e                    2000), romanzo avvincente e di straordinaria immaginazione.
                   assimilati nei nostri immaginari di occidentali periferici. Martin Scorsese,          In una grande metropoli spessa e verticale (il modello, mai
                   Spike Lee, John Carpenter, Ridley Scott sono solo alcuni dei guru visivi              citato, è New York) l’Ispettorato Ascensori si è trasformato in
                                                                                                         una influente lobby di potere a cui spetta il compito di
                   che hanno già visto e                                                                                                             controllare
                   raccontato per noi questa                                                                                                         funzionalità e
                   città.                                                                                                                            sicurezza di migliaia
                   Così l’effetto sorpresa a New                                                                                                     di grattacieli.
                   York è un lusso concesso solo                                                                                                     All’interno della
                   agli sguardi vergini dei                                                                                                          corporazione
                   bambini. Per noi adulti                                                                                                           persiste una spietata
                   l’emozione visiva della                                                                                                           lotta tra due diverse




                        Umberto boccioni, “la città che sale” 1911 (MOMA NEW YORK) - in alto, due studi preparatori (1910)
inez van lamsweerde


 In questa pagina: immagini tratte da BITSREAMS (Whitney
 museum © 2001)

                                                           LO/TEK, installazione

scuole di pensiero, gli empiristi e gli intuizionisti.                             insieme ad una flotta di ristoranti e locali alla
I primi controllano gli ascensori toccando con                                     moda. Molto prima era toccato a Midtown,
mano gli ingranaggi e verificando pezzo per                                        poi al quartiere artistico del Greenwich Village
pezzo la loro efficienza. I secondi non hanno                                      e domani, magari, toccherà all’East Village
bisogno di guardarli perché li sentono,                                            popolato da studenti e artisti fai-da-te..
intuendone i punti deboli e logorati dall’usura.                                   Tutto questo non esclude lo sviluppo di zone
L’intuizionista Lila, unica ispettrice di colore,                                  temporaneamente autonome che prendono
è la protagonista al centro di un complotto che                                    la forma di club sorti a decine soprattutto
emerge dopo l’inspiegabile caduta di un                                            lungo la riva del fiume Hudson, all’interno di
modernissimo ascensore del palazzo comunale.                                       depositi dismessi o nei bassifondi di zone
Whitehead (classe 1969), che è considerato uno                                     industriali ormai spopolate. Da queste parti
dei migliori black writers dell’attuale letteratura        Sally Elesby            è tutto un dentro/fuori da locali dove si evince
americana, in questo suo romanzo d’esordio                                         che l’offerta di musica suonata coi piatti batte
utilizza la metafora dell’universo degli ascensori,                                decisamente quella suonata con strumenti
per scendere nel profondo di temi come la lotta                                    tradizionali. Sulle pagine del Village Voice o
per il potere, il conflitto tra razionale e                                        di TONY gli appuntamenti con DJ o situazioni
irrazionale, la discriminazione razziale.                                          elettroniche sovrastano settimanalmente quelli
                                                                                   di rock et similia tanto che in un venerdì notte
A proposito di razze è facile verificare la pacifica                               l’offerta di spettacoli prevedeva, tra l’altro,
coesistenza di diverse etnie in un’isola/metropoli                                 un mega-evento dedicato al drum’n’bass con
multirazziale come Manhattan. Semmai la vera                                       dieci DJ anglosassoni (headliners Fabio &
differenza viene fatta dallo stato sociale                                         Grooverider), un concerto dei Basement
dell’individuo, meno si possiede e più si è                                        Jaxx, e, sparsi in diversi club, performance
marginali.                                                                         di Shantel, Spooky e Pathaan.
Lo svolgimento delle mansioni rende evidente
                                                           carl fudge
una suddivisione in vere e proprie caste.                                          Forte è la sensazione che i fermenti artistici
Nell’ultimo livello troviamo la casta dei tassisti,                                più interessanti ruotino, ora, intorno alla
formata dalle recenti ondate migratorie                                            figura del DJ, inteso come creatore,
provenienti dall’Est Europa, Asia e Africa, la                                     manipolatore e disegnatore del suono. La
quale ha sostituito gli afroamericani stanziati                                    conferma di questa impressione viene dalla
ad Harlem che, giunti alla mezza età, si                                           mostra “Bitstreams and data dynamics”
suddividono in autisti di bus e portieri di                                        (www.whitney.org/bitstreams) commissionata
boutique.                                                                          dal prestigioso Whitney Museum of American
Ai numerosi ispanici grava il compito di gestire                                   Arts.
l’enorme turn over legato al catering e alla                                       Piegare, rompere, costruire: la risonanza
ristorazione di massa mentre buona parte del                                       della tecnologia digitale nella sperimentazione
terziario avanzato è in mano ai bianchi,ormai                                      sonora, questo è il sottotitolo che introduce
in progressiva minoranza.                                                          all’esperienza di diverse installazioni visive
Si dice che New York non sia mai la stessa per                                     (spesso realizzate con moderni software come
dieci giorni di seguito ma è la possibilità o meno                                 Flash) e sonore coinvolgendo tra gli altri DJ
di arricchirsi che modifica, oltre alle classi                                     Olive, Matmos, DISC, Paul D. Miller (in arte
sociali, parte del territorio. Da qualche anno il                                  DJ Spooky, that subliminal kid)
flusso economico sta viaggiando verso il quartiere                                 Bitstreams è un’affascinante esplorazione
di Soho dove è in atto una ristrutturazione ad                                     nell’arte digitale intesa non come “techno-
ampia scala per poter meglio accogliere i prossimi                                 style” ma piuttosto come una costellazione
empori di Prada e delle altre migliori firme               john f. simon jr.       di forme, emozioni e fenomeni cognitivi che
                                                                                   ridefiniscono il concetto di arte, e in modo
F. GEHRY, PROGETTO PER IL NUOVO GUGGENHEIM A NEW         U. BOCCIONI, DINAMISMI, 1912
 YORK




simultaneo, trasformano importanti aspetti                                               Quest’ultimo ama esibirsi in piccoli club
dell’esperienza umana.                                                                   dell’Upper East Side, preferendo un
                                                                                         pubblico di amici e colleghi rispetto alla
L’offerta artistica più eclatante la offrono, però, i                                    grande audience che incontra nei teatri e
colossi chiamati MOMA e Guggenheim; quest’ultimo                                         nei festival di mezzo mondo.
vero e proprio capolavoro architettonico di Frank                                        Sul palco del Tonic quasi si stentava a
Lloyd Wright soffocato dai grattacieli circostanti.                                      riconoscere che quel ragazzone
Sarà anche per questo motivo che tra pochi anni                                          vistosamente freak, sguardo curioso, capelli
vedrà la luce un nuovo Guggenheim costruito nelle                                        lunghi con permamente e aspetto sornione
acque della baia dell’Hudson, a pochi passi da Wall                                      era proprio Zorn. Dubbi svaniti quando il
Street: La presentazione del progetto (plastici,          TOKYO, © 2001 A. GURSKY        nostro, imbracciando il suo sax , si è
disegni e fotografie) di questa nona meraviglia del                                      lanciato in un assolo da brividi su un tappeto
mondo - opera di Frank Owen Gehry, lo stesso                                             avant-blues, duettando con la chitarra di
autore dell’ottava situata a Bilbao - occupa un’intera                                   Elliot Sharp, altro geniale costruttore di
ala del “vecchio” Guggenheim, a conferma                                                 suoni.
dell’importanza sempre maggiore del contenitore                                          Sperimentazioni affascinanti, bosse nove
(il museo) rispetto al contenuto (le opere degli                                         improbabili e brani jazz stralunati hanno
artisti). Il genio di Gehry è fuori discussione, semmai                                  contraddistinto una performance da lasciare
resta singolare come la sua ricerca stilistica che                                       increduli anche i conoscitori più intimi
riguarda la visione della spazialità e del dinamismo                                     della galassia zorniana.
riporti diverse analogie con la maggior parte dei                                        Un discorso analogo vale per DJ Spooky,
futuristi italiani, soprattutto con le sculture di                                       esibitosi anche lui in particolare stato di
Umberto Boccioni.                                                                        grazia al Cooler come ospite nella storica
La collezione del Guggenheim racchiude tutti i più                                       serata MUTINY dedicata alla
importanti artisti del Novecento disseminati lungo                                       contaminazione tra melodie indiane e
i sei anelli che formano la struttura a spirale e priva                                  furiose ritmiche elettroniche.
di gradini del Museo.                                                                    Mi piace pensare a “Quel Ragazzo
Meno affascinante come architettura, il Museum Of                                        Subliminale” come una interpretazione
Modern Art, oltre alla consueta collezione di                                            ultramoderna di due personalità storiche
capolavori, offre sempre personali e rassegne di                                         del Futurismo: Marinetti nell’aspetto
altissimo livello. E’ il caso dell’antologica dedicata                                   teorico nonchè di agitatore della scena
all’artista tedesco Andreas Gursky, che con le sue                                       artistica e Luigi Russolo per via della
monumentali fotografie raffigura il peso, la vastità                                     ricerca musicale capace di azzardare verso
e il vuoto del mondo contemporaneo. Oppure della                                         nuove frontiere sonore.
rassegna di concept & design “Workspheres” dove                                          E così il cerchio si chiude intorno a questa
fanno bella mostra di sé, sedie, scrivanie, oggetti,                                     città disincantata e cinica ma pur sempre
prototipi di uffici d’avanguardia, realizzati o solo      SHANGAI, © 2001 A. GURSKY      fedele allo spirito futurista.
pensati da famosi designer, molti dei quali italiani
(Enzo Mari, Ettore Sottsass, Achille Castiglioni).

Dopo sette giorni vissuti a New York si resta sommersi                                   Il futuro ci prepara un cielo
da un mare di sensazioni visive e uditive.                                               sconfinato d'armature
Quelle più persistenti riguardano la musica di due                                       architettoniche.
artisti che incarnano, nell’anima, il suono di questa
                                                                                         Manifesto dell’architettura futurista.
città: DJ Spooky e John Zorn.
                                                                                         Umberto Boccioni, 1912
MILANO 24.04.01
                            INTERVISTA A NITIN SAWHNEY
                        “HO INIZIATO IN STUDIO A MODELLARE LA STRUTTURA DELL’ALBUM, DICIAMO
                             LO SCHELETRO, POI HO GIRATO IL MONDO PER DARGLI UN’ANIMA”.
  letizia rustichelli
press office
Milano, Hotel Diana. Nonostante le fatiche della maratona                  Ho iniziato in studio a modellare la struttura dell’album - diciamo
promozionale Nitin Sawhney ci accoglie sorridente e si prepara ad          lo scheletro - poi ho girato il mondo per dargli un’anima. Il leit-
affrontare un’altra giornata di lavoro con i giornalisti. Si siede ed      motiv dell’album è la ricerca di un equilibrio tra ciò che vediamo
accende il suo lap top: le immagini del DVD che accompagneranno            e percepiamo e ciò che sarà... una sorta di profezia in grado, forse,
l’album, scorrono veloci. Sono immagini di vita, di volti, di ricordi,     di rispondere ad un’antica domanda che assilla la mente di noi
immagini di viaggio, lo stesso che ha percorso per raccogliere la          uomini: uso della tecnologia o ritorno alla natura, alla spontaneità,
musica del suo nuovo album Prophesy. Ed è proprio da qui che               all’istinto? Noi occidentali abbiamo spesso la boria della superiorità
partiamo....
                                                                                                                 tecnologica ma poi ci troviamo
Il viaggio è sempre fonte                                                                                        di fronte a bambini che negli
d’ispirazione. In questo                                                                                         Stati Uniti si sparano e, al
album usi suoni, sampler,                                                                                        contrario, a bambini sorridenti
voci e testimonianze di                                                                                          che corrono per le strade di
artisti e gente da tutto il                                                                                      Soweto. Può sembrare banale
mondo. Qual’è il tema o                                                                                          e al tempo stesso utopistico,
meglio il leit-motiv                                                                                             ma questa immagine di un
dell’album?                                                                                                      graffito a Soweto lo dimostra:
L’idea di base è nata                                                                                            davanti ad una Primary School
dall’esigenza di uscire,                                                                                         c’è una scritta che recita così:
varcare la soglia,                                                                                               “Libertà ed Educazione
incamminarsi, entrare nel                                                                                        Obbligatoria per tutti”... di
mondo e provare a                                                                                                tutti i graffiti che ho visto
rappresentarlo. Ragionavo                                                                                        negli Stati Uniti il tema della
spesso sul fatto che molti                                                                                       scritta più o meno era: “Fuck,
dei contatti che avevo con                                                                                       Fuck and Fuck...something”.
il mondo esterno erano                                                                                           L’aggressività porta solo altra
filtrati dai soliti canali                                                                                       aggressività. Quando ero
media: televisione, radio,                                                                                       piccolo ero molto passivo se
internet, cellulare... e più                                                                                     mi prendevano in giro per il
aumentavano              le                                                                                      colore della mia pelle o perché
informazioni, più mi sentivo meno sensibile ad esse. La notizia          ero un British Asian, poi sono cresciuto e la mia mente mi suggeriva
della morte di quindicimila bambini in nazioni sventrate                 di ribellarmi. E’ stata dura non cedere alla tentazione di essere
economicamente si perdeva nel mare delle altre notizie... e              aggressivi reagendo in maniera fisica. Lo stesso Gandhi parlava di
questo mi scoraggiava sempre più. Quindi ho pensato che il               resistenza passiva e Nelson Mandela durante un nostro incontro ha
modo migliore di produrre un album fosse quello di crearne la            risposto ad una mia banale domanda “Ti senti libero ora?” con
struttura globale e poi rappresentarne l’aspetto emozionale.             un’illuminante risposta ”Abbiamo la libertà di essere liberi”. E questa
è una bella responsabilità!
Dare enfasi alla spiritualità
anziché ad argomentazioni
politiche o religiose
aiuterebbe i bambini a non
sentirsi competitivi, a non
fare discriminazioni tra la
gente, a leggere la foto
dell’umanità senza guardarne
o giudicarne i singoli volti,
ma solo vedendo l’insieme.

Parli molto di bambini ed         spinge a dar loro nozioni che discriminano, che dividono, separano, scindono entità positive da
in questo album sono anche        entità negative, differenziano il singolo dal tutto, analizzano il particolare prima ancora di saper
rappresentati con un brano        leggere il globale (le etnie diverse, i colori diversi, le tradizioni diverse, i difetti fisici,...). I
interamente cantato da            bambini hanno un loro proprio profondo senso morale di rispetto ed una istintiva visione d’insieme,
loro, Footsteps, dove il coro     che noi adulti perdiamo nel corso della nostra experienced life, per dirla alla Blake. L’atteggiamento
della Rishile Primary School      di un bambino alla vita e alla conoscenza è veramente progressivo e il nostro codice morale è
di Soweto si esibisce in una      un codice che in loro non ha senso e motivo d’esistere.
dolce canzone. Quale ruolo        DVD: come mai l’inserimento di questo elemento tecnologico? Credi che l’interazione tra
hanno, sono forse i profeti?      musica e immagini, l’ipertesto, abbia molta forza e possa svilupparsi ulteriormente in
Non so, non è detto che siano     futuro?
loro, ... chiunque può essere     Sono sempre stato un grande amante delle immagini. Vengo anche da un background di scenografia
il profeta del proprio futuro.    e teatro e credo che l’immagine richiami in noi alcuni aspetti emotivi fondamentali che concorrono
Eppure i bambini mi hanno         assieme alla musica e ad altre arti, a creare un immaginario preciso e aiutino l’artista a sostenere
regalato molto in questa          un’idea. Inoltre molto spesso abbiamo assistito ad immagini corredate da suoni, da musiche,
esperienza ed ho capito che       colonne sonore di film, documentari. Credo sia altrettanto interessante, e allo stesso tempo
la nostra arroganza di adulti     innovativo, vedere la cosa dall’altra parte: le immagini che corredano la musica ma non come
e di occidentali ci fa insegnar   in un video, che ha una struttura più chiaramente commerciale, bensì come un’integrazione di
loro ciò che è giusto e ciò       diverse forme artistiche che assumono spessore e materia. Le immagini non devono essere perfette,
che è sbagliato, o meglio ci      devono essere calde ed evocare un mondo di odori e ricordi. Lo stesso mi accade con la chitarra:
                                  quando la suono picchio le nocche anche sul legno, non pizzico solo le corde. L’arte deve essere
come esperienza globale. L’album rappresenta una lingua universale,
                                                            che include tutti e tutto. La voce dello Street Guru, il taxista di Chicago,
                                                            la rapper Pinky Tuscadero di Los Angeles o i bambini di Soweto, sono le
                                                            testimonianze di come si possa avere una prospettiva migliore nella
                                                            lettura del mondo e nell’esperienza di vita. Il taxista guidava e filosofava,
                                                            Pinky ha improvvisato un rap freestyle talmente reale che spesso la
                                                            lingua era più lenta del pensiero, facendola spesso balbettare, i bambini
                                                            cantano in coro per la festa della loro scuola. A mio parere l’impressione
                                                            che tutto questo determina è di onestà.

                                                            Quali differenze individui tra i tuoi due ultimi lavori, Beyond Skin
                                                            e Prophesy e come vedi la tua esperienza ormai conclusa con la
                                                            Outcaste Records e con il mondo più esplicitamente Asian Breakbeat?
                                                            Beyond Skin era incentrato su come il mondo mi percepiva, Prophesy
                                                            invece è su come io percepisco me stesso ed il mondo circostante.
                                                            Entrambi i lavori però rappresentano la volontà di mostrare l’arte, la
                                                            musica in particolare come portavoce di una cultura generale che non
                                                            pone limiti, che non fa prigionieri e che non inganna. Ci sono fin troppe
                                                            trappole nella nostra vita: la classificazione dei generi, delle lingue,
                                                            delle etnie, l’imposizione delle mode sul nostro stile di vita. Tutte
                                                            gabbie da cui dobbiamo rimanere fuori. Se l’Asian Breakbeat fosse stata
                                                            di moda quando abbiamo iniziato a suonare una musica che poi è stata
                                                            definita tale a posteriori, non mi sarei neppure avvicinato, non mi
                                                            avrebbe interessato. Gli artwork dei rispettivi album rispecchiano le
                                                            stesse tematiche: in Beyond Skin ho il volto coperto dalla creta che
                                                            immobilizza uno spasmodico urlo nel tentativo di comunicare in modo
                                                            disperato chi sono alla gente e non chi, secondo loro, dovrei essere:
                                                            Hindi, Asian, British Asian… Altrettanto in Prophesy l’immagine della
                                                            copertina ritrae un uomo in controluce che avanza o forse proviene da
                                                            una montagna molto ricca di vegetazione, un luogo profondamente
                                                            spirituale. Prophesy infatti è un divenire, un percorso profondamente
                                                            spirituale.



materica, si deve toccare e sentire. Mi piace l’idea di
creare un mondo completo da guardare e ascoltare
dove la gente possa immergersi in una totalità senza
differenze.

Parliamo di due canzoni dell’album. The Preacher
è retta su un ritmo spiritual blues. Prophesy è
un’ipnotica danza con tratti tribali. Questi due
esempi sottolineano che il futuro passa attraverso
l’antico, la tradizione e il passato?
Prophesy è una connessione tra passato e futuro, tra
differenti genti e culture, tra me stesso e gli altri. E’
un album di continue connessioni. Connessioni da capire
e da comprendere dato che già esistono attorno a noi.
Recentemente un giornalista mi ha definito un artista
fusion ed io gli ho risposto che sono un artista, un
musicista non necessariamente da definire. E’ come
se ti dicessero guardandoti in faccia che il tuo volto
è una fusione del tuo naso, della tua bocca, del tuo
mento, dei tuoi occhi. Perché avanzare sempre da
posizioni di separazione? Perché non valutare l’insieme?
E perché definire, aggettivare, soggettivare? Io cerco
di scrivere l’insieme: proviamo a leggerlo come tale,
NITIN SAWHNEY
                                                                                                             L’intero album è pervaso dalla malìa
                    L’arte della profezia                                                                    che questo artista sa evocare attraverso
                                                                                                             i continui incroci sonori di terre così
                                                                                                             lontane eppur così familiari tra loro.
                                                                                                             L’equilibrio tra contenuto e musica dà
“E’ impossibile giovare a questa cupa umanità; nella maggior parte dei casi non restò che tacere,            la misura perfetta di questo ennesimo
per non essere considerati folli come Cassandra quando profetizzammo ciò che ormai era alle                  capolavoro di Sawhney. L’elenco è quasi
porte” Goethe (1794)                                                                                         necessario: dall’apertura in territorio
                                                                                                             soul, tra Prince e Massive Attack, di
Paroxysmos in greco significa eccitazione. Paroxiton in prosodia è la sillaba che precede l’ultima.          “Sunset” alla sofferta abulia di
Jean Baudrillard suggerisce che “il parossismo sarebbe dunque il penultimo momento, che non                  “Nothing” per passare poi alle sensuali
è quello della fine, ma quello poco prima della fine, poco prima che non ci sia più niente da                ballate di drum and bass, vera
dire”. L’eccitazione nell’approssimarsi della fine del mondo, il nervosismo da raggiungimento                peculiarità compositiva di Nitin
della soglia, la certezza di aver superato determinati limiti e di aver iniziato un processo irreversibile   Sawhney, per piano, violino, basso e
(il post-umano!), queste sono state alcune delle temperature sociali parossistiche che l’attualità           batteria di cui una, “Acquired Dreams”,
ha registrato.                                                                                               è speziata dalla voce di Natacha Atlas
L’epoca della modernità si trova a gestire esplosivamente la corrosione di Senso dell’uomo                   mentre l’altra, “Breathing Light”, di
contemporaneo, lo sfaldamento di ogni centro, la crisi sistemica del Progresso e delle ideologie             maestoso portamento, sfila solo
ad esso collegate. Più modelli di società sembrano essere entrati in crisi simultaneamente,                  strumentale. Non rimane che illustrare
lasciando nell’aria indeterminatezze e riduzioni. Siamo a un crocevia: privati di un filtro che possa        gli altri due apici dell’album: il primo,
leggere il presente restituendoci un Senso e un percorso di Conoscenza, erriamo alla ricerca di              “The Preacher”, un grave e solenne
uno spirito del tempo che colga il flusso e il movimento inarrestabile della contemporaneità.                universal blues dove un monsonico Terry
                                                                                                             Callier sermoneggia dell’attuale
Qui entra in gioco Nitin Sawhney e il suo album “Prophesy”. Il titolo richiama l’arte del profetare,         incapacità nel decodificare le vere
la pazzia della visione, il dislocare il punto di vista in un tempo a venire, il diverso racconto di         profezie grazie a torme di millantatori
un futuro ipotetico ma probabile. Nitin Sawhney è certo abituato ad affrontare temi profondi,                del Verbo che si accreditano profeti
tra il sociale e il vissuto personale. In passato la sua attenzione si era soffermata sulla religione        ma, al contrario, sono ciarlatani. Il
e la spiritualità (Displacing the Priest), l’identità e la razza (Beyond Skin), l’immigrazione e il          secondo, a suggello dell’intero album
multiculturalismo (Migration), l’incontro/scontro tra classicità e contemporaneità (Spirit Dance).           e quindi posto in chiusura, ha titolo
Ciò che rende tuttora prezioso il percorso artistico di Sawhney è la sua straordinaria abilità, sui          “Prophesy” ed è un ipnotico viaggio
grandi temi sociali, di essere poeticamente semplice e profondo. L’abbiamo definito (cfr. UT nr.             gospel-tablas con forti richiami tribali.
zero) un artista rinascimentale per la sua capacità di vedere l’arte in modo globale, che esuli              Tra le sue volute torbide, nel suo
dagli stretti e angusti confini specialistici. La genialità del pianista anglo-indiano sta nella sua         crescendo selvaggio, l’unica lingua
specifica forma musicale, anch’essa figlia di una cultura vastissima e poliforme. Umanista delle             possibile sembra essere quella
sette note, se proprio vogliamo definirlo, Nitin Sawhney è, comunque, già oltre la definizione               ancestrale, babelica del glossolalico
“Asian”: la sua raffinata poetica parla a tutti e non solo alla propria comunità anglo indiana               scat di Jayanta Bose, che rinuncia a
sospesa tra i continenti. La sua arte è cifra universale.                                                    svelare il divenire e pare annunciare,
                                                                                                             per l’uomo e il suo destino, il sorgere
Della profezia, si diceva prima. Lontano dalla territorialità religiosa della predizione, l’opera ci         di un tempo differente, nomade,
parla, attraverso differenti figure di veggenti di strada, dell’inquietudine dell’uomo moderno.              estatico.
E’ quindi l’Uomo Quotidiano che pre-vede e buca il tempo, pensando il proprio limite, il proprio             Prophesy, un’opera straordinaria.
sfaldarsi. Ideale allora che tale deriva esistenziale venga raccontata da un taxista (di Chicago,
per la cronaca) in “Street Guru”, sorta di talking funk urbano che riemerge più volte, come un
fiume carsico, nel corso dell’album.
Il traghettatore di anime metropolitano profetizza sul proliferare delle tecnologie, sul destino
delle città, sugli uomini del potere mediatico che inseguono brandelli di Tempo e logica del                 “Perchè il mondo è ormai una fortezza
Profitto. Il taxista, “catturato” da Nitin Sawhney durante un tour americano, narra in presa                 e il linguaggio vi aderisce senza grinze.
diretta: rappresenta, nell’economia del racconto “Prophesy”, il vaticinio quotidiano di piccole              Di tutto ciò che sfugge alla fortezza
e grandi apocalissi, come il suo predire un “backlash against technology”, una violenta reazione             non resta che tacere. Oppure bisogna
contro la tecnologia da parte della Natura.                                                                  trovare le crepe che permettono di
                                                                                                             interrompere il silenzio” Christa Wolf
L’album “Prophesy” è musicalmente ben giocato sul magico melting pot creato e arricchito negli
anni da Nitin Sawhney. Dentro al suo scrigno vi prospera il dub, il drum and bass, il flamenco, la
black music americana, i violini di Bollywood, l’arrangiamento sensuale orientale, il jazz,
l’ipercussione africana. Una gemma preziosa di tale cosmo aurale la troviamo in Moonrise, vero
esempio da manuale di poetica sawhneyana: una chitarra flamenca, quella del maestro spagnolo
Josè Carmona, duetta con la magica voce araba di Cheb Mami su un ritmo jazz spezzato, madido
di violini dell’orchestra sinfonica brasiliana. Che magica combinazione di suoni! Siamo a un crocevia
inusitato, dove il Mediterraneo si contamina con le terre del Medio Oriente, con la saudade
brasiliana e i colori dell’Africa. Un patchwork di melodie, suoni e voci difficile da eguagliare.            NITIN SAWHNEY
                                                                                                             Prophesy - V2
L’anno 2000/2001 si è dimostrato particolarmente intenso per la scena         Il successo internazionale del catalogo/libro Clubspotting, oltre 5.000
dance ed elettronica. La stagione nei club italiani ha visto affermarsi       copie distribuite e vendute, significa anche una maggiore attenzione allo
definitivamente alcuni locali e relative serate. A Milano l’attività del      stile italiano in ambito elettronico internazionale. La seconda edizione
venerdì in Pergola è stata particolarmente attiva nei settori nu-jazz         di Clubspotting, aprirà i battenti il 23 giugno prossimo all’interno dei
e drum and bass, mentre il Leoncavallo ha organizzato rave enormi,            Chiostri di S.Pietro a Reggio Emilia…
storici, di cui quello con Goldie e Storm è stato il maggiore, oltre          La logica prosecuzione di Clubspotting è Re.Set. Cosa si nasconde dietro
6000 presenze. Segnaliamo pure il mercoledì di Magazzini Generali,            tale sigla? Un festival di musica dance elettronica che si svolgerà a Reggio
storica serata con alle spalle 5 anni di attività e la novità di X Hop,       Emilia l’8 settembre, nello spazio della Festa Nazionale dell’Unità. Ok,
rave itinerante che coinvolge intere città con una formula veramente          andiamo per ordine…Un festival di musica elettronica a Reggio Emilia?
innovativa.                                                                   Perché no? Ci sono forti motivazioni per tale scelta...
La scena più effervescente sembra essere quella di Roma, con serate           La nostra attività si svolge durante l’intera stagione all’interno del Maffia
come quella di Agatha il venerdì oppure il sabato del Classico Village.       e attraverso l’IOD in tutta Italia. A partire dall’anno scorso, in estate, in
Interessante il lavoro che sta svolgendo l’agenzia DNA e il festival da       collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia,
loro organizzato, Dissonanze, e un nuovo locale, il Blue Cheese,              organizziamo Clubspotting, mostra di approfondimento sulla club culture.
dedicato ai nuovi suoni del breakbeat e del drum and bass. Storico            Al tassello di attività incentrate sulla musica dance ed elettronica manca
rimane il locale Goa con la serata del giovedì che ha Coccoluto come          solo un grande appuntamento live, di respiro italiano, che diventi un punto
resident e che ha ospitato Goldie, Darren Emerson e la Boutique di            di riferimento per l’intera scena italiana ed estera. All’estero i festival
Fatboy Slim. A Roma il successo è equamente diviso tra questi locali          di musica elettronica hanno decisamente ottenuto un enorme riscontro.
e associazioni, con punte di migliaia di clubbers a settimana che             Dall’epocale Love Parade di Berlino, che dopo oltre dieci anni, è arrivata
seguono la programmazione delle varie serate molto diverse tra loro           alla stordente cifra di un milione di persone ai più misurati happening di
come indirizzo sonoro.                                                        Parigi (500.000 persone) o Zurigo (300.000 persone), l’intera scena europea
Città di punta della scena più rivolta al suono tech-house sono invece        è percorsa da festival di grande impatto. Anche le manifestazioni più
Torino e Bologna, dove il Link rimane l’imprescindibile punto di              strettamente musicali come il Tribal Gathering o Sonar ruotano oltre i
riferimento della scena dance underground. Mancano all’appuntamento           50.000 spettatori. Altre manifestazioni sparse in diverse nazioni hanno
città storiche come Genova, Napoli, Bari, Verona, Firenze, dove a             line up più raccolte e numeri inferiori ma il risultato non cambia. L’offerta
parte lo storicissimo Tenax, pare non esserci traccia di altre one night      è quindi numerosa e anche selettiva. Manca all’appello di questo scenario
elettroniche. Ma sotto la cenere qualcosa sembra covare…                      musicale ricco e affascinante, solo l’Italia. Una novità? Persino nazioni
La sensazione è quella di una scena elettronica in forte crescita             come la Turchia hanno festival elettronici dignitosissimi con migliaia di
qualitativa e quantitativa. Mai tante persone hanno frequentato locali,       adepti ( Istanbul a settembre ospiterà Fatboy Slim!).
serate, rave, anche al di fuori dei circuiti tradizionali. Dj e gruppi,       Anche in Italia le cose si stanno muovendo, non alla velocità della luce,
agenzie di booking e locali sono in frenetica attività mentre si inizia       ma si stanno muovendo. Roma, Montevarchi, Bologna, Rovereto, Reggio
a programmare festival ad ampio raggio in differenti location, tra cui        Emilia, sono alcuni dei luoghi dove si è tentato di costruire un discorso
preme ricordare Rovereto e Montevarchi. Anche se a macchia di                 sulla scena elettronica e dance. Piccoli segni che speriamo siano l’inizio
leopardo, tutta l’Italia pare muoversi e interessarsi alla club e dj          di un più grande sommovimento. Re.set cercherà quindi di colmare un
culture.                                                                      gap che si sta facendo larghissimo ogni anno che passa. Alcuni artisti hanno
All’estero sono diverse le opportunità estive, tra cui ricordiamo il          già dato la loro disponibilità.
Sonar di Barcellona (14/16 giugno), il Montreux Jazz Festival (dal 6          Può sembrare inopportuno segnalare ora dei nomi, ma alcuni li spifferiamo
luglio al 22 luglio) e l’Ars Electronica di Linz in Austria. In Italia, con   lo stesso: Howie B, Nitin Sawhney, Badmarsh & Shri, Roni Size e l’intera
ambizioni più ridotte, abbiamo organizzato l’anno scorso a Reggio             Full Cycle crew, Fabio & Grooverider, Etienne De Crecy e la sua Solid,
Emilia la mostra di Clubspotting, il cui catalogo KFM/Happy Books è           Llorca, Herbert… Fermiamoci per il momento, perché altri nomi si
stato distribuito in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti.           aggiungeranno. Una cosa sicuramente non mancherà: la qualità della
                                                                              proposta musicale. Buona estate e buon divertimento a tutti.




                                                                      Re.Set
         SPECIALE
         FESTIVAL

                                          FESTIVAL DI MUSICA ELETTRONICA
                                                   REGGIO EMILIA, 8 SETTEMBRE 2001                                              paolo davoli
NU DIRECTORS



                                                                                                                 Tricky, “Hell is round the corner”



   STÉPHANE SEDNAOUI
   VIVE LA FRANCE!
         matteo bittanti

   Artista transalpino noto soprattutto per le sue suggestive
   fotografie, Stephane Sednaoui vanta una lunga serie di
   collaborazioni per le riviste piu’ trendy del pianeta, da The Face
   ad Arena, senza dimenticare Details, Vogue Hommes, Detours,
   Interview, Per Lui e altre ancora. Sednaoui ha anche ricoperto
   una piccola parte – quella di un fotografo - nel terzo film di
   Gregg Araki, Nowhere (1997), che racconta la storia di un gruppo
   di alienati liceali losangelini. Sednaoui si cimenta con l’arte dei
   video musicali a partire dalla fine degli anni ottanta. Produce
   clip per artisti per lo piu’ francesi come Shawn Christopher, El
   DeBarge, Eram, Naomi, High Five, Go West, Father MC, Suave,
   Smokey Robinson, Ex-Girlfriend, Alain Souchon. E’ suo il video
   tratto dal catastrofico Hudson Hawk (1991), interpretato Dr.
                                                                         Madonna, “Fever”
   John & Bruce Willis. La sua sensibilita’ artistica, unita ad una
   freschezza fuori dal comune, non passano inosservate e, all’inizio
   degli anni novanta, il tocco magico di Sednaoui finisce per
   impreziosire i lavori visuali di super star come U2 (“Mysterious
   Ways”), Madonna (“Fever”), R.E.M. (“Lotus”) e Alanis Morissette
   (“Ironic”). Oltre ai video, il nostro realizza copertine per icone
   pop del calibro di Madonna, Chic, Mick Jagger, Grace Jones e
   PM Dawn. La sua struggente e peculiare sensibilita’ artistica gli
   hanno consentito di vincere l’MTV Award per il video piu’
   innovativo dell’anno nel 1992 con “Give it Away” (Red Hot Chili
   Peppers). Il clip, tecnicamente semplice ma caratterizzato da
   una straordinaria energia, mostra i membri della band,
   interamente ricoperti di vernice metallica, impegnati in un ballo
   spastico nel bel mezzo del deserto. I lavori di Sednaoui per Bjork    che appare, come nel famoso aforisma di Gilbot e Sullivan tanto caro a
   non sono visivamente originali quanto quelli di Chris Cunningham,     Philip K. Dick (“Le cose non sono mai quello che sembrano/Il latte magro
   ma posseggono tuttavia un fascino particolare. E’ difficile restare   si maschera da crema”). Ad esempio, nel video "The Chemicals Between
   calmi ed indifferenti di fronte all’isteria contagiosa di “Big Time   Us” per Bush, tratto dall’album The Science Of Things, il regista gioca con
   Sensuality” (1993), in cui la telecamera riprende l’irresistibile     il concetto degli universi paralleli. Il video alterna scene della band che
   balletto di Bjork nelle vie di New York. Sednaoui sembra inoltre      suona in una strada desolata e senza vita, e altre tratte da una dimensione
   essere ossessionato dall’idea che la realta’ non e’ mai quella        alternativa, bianco, pieno di geishe, bambini, monaci Shaolin e giardini




Bjork, “Big Time Sensuality”
Tricky, “Pumpkin”
                                                                                 giapponesi. Allo stesso modo, nel video di “Sly”, per Massive
                                                                                 Attack, il contrasto e’ tra la frenesia della citta’ e la tranquillita’
                                                                                 del giardino, tra materialismo e leggerezza buddista. In questo
                                                                                 psichedelico ed iper-realista video, i membri della band passano
                                                                                 da una scena all’altra provoncando vere e proprie esplosioni di
                                                                                 colori che finiscono per contaminare l’asettico scenario
                                                                                 metropolitano.
                                                                                 E’ tuttavia nei video realizzati per Tricky che il talento di Sednaoui
                                                                                 emerge in modo dirompente. “Hell’s around the corner”, che
                                                                                 debutta nell’agosto del 1995, e’ un trip schizoide ma al tempo
                                                                                 stesso ipnotico dominato da cromatismi magenta, un riflessione
                                                                                 cinematica sulla follia e sulla insostenibile leggerezza dell’essere
                                                                                 (“Lobotomy ensures my good behavior/The constant struggle
                                                                                 ensures my insanity”).
                                                                                 melanconia. Una luce rossa, simile ad un laser, illumina il volto
                                                                                 dei cantanti. Man mano che il video prosegue, misteriosi personaggi
                                                                                 equipaggiati con torce elettriche si materializzano nelle strade e
                                                                                 si avvicinano a Tricky ed Allison in modo inquietante (come la
                                                                                 folla dell’omonimo, magnifico racconto di Ray Bradbury). Il video
                                                                                 e’ pervaso da una luce marcia che, come quella virtuale di William
                                                                                 Gibson, acceca anziche’ illuminare (“I can't breathe and I can't
                                                                                 see… And it feels like I must be blind”). I temi ricorrenti –
                                                                                 alienazione, isolamento, ostilita’ – ritornano anche in “Here Come
                                                                                 The Aliens” (febbraio 1996), prodotto piu’ di un anno prima che
                                                                                 il brano venisse pubblicato insieme al singolo “Makes Me Wanna
                                                                                 Die” e presenta arrangiamenti leggermente differenti. Il rosso ed
                                                                                 il blu sono evaporati. Qui dominano bianco e nero. Il video,
                                                                                 interpretato da Tricky, Martina e Afrika Izlam, si svolge in larga
                                                                                 parte nella metropolitana, chiara metafora del subsconscio. Seduti
                                                                                 sul treno, i tre percorrono tunnel interminabili mentre risuonano
                                                                                 liriche formattate secondo lo stream-of-consciousness. Le immagini
                                                                                 sono spesso sfuocate e la macchina da presa ondeggia nervosamente.
                                                                                 La mancaza di messa a fuoco riflette chiaramente la crescente
                                                                                 incapacita’ dei personaggi di distinguere tra realta’ e fantasia,
Videografia Essenziale                                                           veglia e sonno. Le immagini sono talvolta filtrate dal vetro del
Alanis Morisette, “Ironic” (1996), “Thank You” (1998),                           treno: incapaci di trovare il senso delle cose non nelle cose stesse
Beck, “Mixed Bizness” (2000)                                                     (Husserl), dobbiamo ci affacciamo disperati da altre “finestre”,
Bjork, “Possibly Maybe” (1996), “Big Time Sensuality”, (1993), “Vessel” (Long
                                                                                 dai mille schermi della televisione e dei computer. Come in
Form)
                                                                                 Allucinazione Perversa (1991), questo e’ un viaggio di sola andata,
Fiona Apple, “Sleep To Dream” (1997), “Never Is A Promise” (1997)
                                                                                 la cui ultima fermata e’ l’inferno. Biglietti, prego. Spazio e tempo
Garbage, ”Milk” (1996), “Queer” (1995), You look so fine” (1999)
                                                                                 sono compressi, estesi ed accelerati: vediamo solo per un istante
Kula Shaker, “Hey Dude” (1995)
                                                                                 degli incompresibili graffiti, luci lampeggianti, poi la corsa rallenta,
Madonna, “Fever” (1993)
                                                                                 quindi accelera di nuovo, quindi rallenta di nuovo. Ancora piu’
Massive Attack, “Sly” (1994)
MC Solaar, “Gangster Moderne” (1997)
                                                                                 criptico e’ “For Real” (1999), il primo video tratto dall’album
Mirwais, “Disco Science” (2000), “I Can’t Wait” (2000)                           Juxtapose. Qui Tricky e’ seduto su un tavolo di un ristorante
Neneh Cherry & Youssou N'Dour, “Seven Seconds” (1994)                            orientale. Il movimento circolare della camera attorno al tavolo
Q-Tip, “Let’s Ride” (2000)                                                       mostra clienti sempre diversi. Tricky blatera parole sensa senso,
Red Hot Chili Peppers, “Give It Away” (1991), “Breaking The Girl” (1992)         a volte a se stesso, altre volte ai suoi apatici vicini (“It's not
R.E.M., “Lotus” (1998)                                                           real/It's just passed the time”). Poco dopo lascia il ristorante e
Smashing Pumpkins, “Today” (1993)                                                si avvia verso un barbiere. Seduto nel negozio con un asciugamani
Towa Tei featuring Kylie Minogue, “GBI” (1996)                                   sul volto, Tricky resta solo, a fissare la sua immagine riflessa nello
MC Solaar, “Gangster Moderne” (1997), “Le Nouveau Western” (1994)                specchio, oggetto/icona che ritroviamo anche nel bellissmo video
Traci Lords,“Fallen Angel” (1995)                                                di MC Solaar, “Le Nouveau Western”. Nel video, l’interazione tra
Tricky, “Pumpkin” (1995), “Here Come The Aliens” (1996),                         Tricky e gli altri personaggi e’ pressoche’ inesistente. “For Real”
“Hell Is Round The Corner” (1995), “For Real – feat. DJ Muggs & Grease” (1999)   esplora i temi della solitudine e della incomunicabilita’.
U2, “Discotheque” (1997), “Mysterious Ways” (1991)                               Siamo soli, per davvero.
Ziggy Marley, “Kozmik” (1991)
SOLESIDES                                                                                   “ G R E AT E S T B U M P S ”
                                                                                            Quannum / Ninja Tune
Certo, si parla di crisi creativa più o meno passeggera nell’hip hop, ma è anche vero che ci siamo persi un bel po’ di cose
carine in questi anni, giusto mentre si diceva che il rap stava sfornando poco di nuovo e di appetibile… per fortuna ora c’è
la possibilità di recuperare. La Solesides è un collettivo di artisti della Bay Area (Oakland per la precisione) nato nel 1991 e
che dal 1997 ha cambiato nome in Quannum. Con quest’ultima incarnazione è arrivata la notorietà anche dalle nostre parti:
Dj Shadow più di tutti, poi Blackalicious, Latyrx… L’accordo che l’anno scorso hanno stretto con l’inglese Ninja Tune a livello
concede di dare uno sguardo alla loro attività passata, quella appunto che usciva sotto il nome di Solesides: ora si può andare in un
qualsiasi negozio dischi con la ragionevole speranza di trovare in maniera agile del loro materiale. Questo doppio cd o quadruplo lp
antologico testimonia l’attività di questi validissimi personaggi nei primi anni dei loro trip artistici e il risultato è esaltante. Il tutto infatti
non risulta per nulla datato, la mancanza di lustrini ed effetti speciali a livello di produzione musicale non inficia assolutamente la felicità
creativa di questa gente di Oakland. Il pattern di base è quello che vede degli ottimi breakbeat (ma veramente ottimi…) accompagnarsi
a spensierate acrobazie liriche degli mc, con condimento di sample piuttosto originali lontani dai cliché che hanno imperversato (e
imperversano) nell’hip hop mainstream delle due coste. Una ventata di aria fresca; e, tenete conto, stiamo parlando di registrazioni
che ormai hanno anni e anni alle spalle. Paradossale. Non è necessario indicare qualche nome o brano particolare: lo standard
qualitativo scorre omogeneo e molto ispirato, pur rispettando la diversa personalità artistica dei vari personaggi coinvolti. Per tutti
quelli che vittime di certi eccessi di purismo hip hop non hanno mai affrontato Blackalicious, Shadow e soci pensando fossero fighettume
modaiolo (e ahiloro ce ne sono), l’invito è senz’altro quello di farsi conquistare dall’incedere cantilenato delle rime e dal ruvido swing
delle produzioni. E lo stesso discorso vale per chi ha amato “Endtroducing” di Dj Shadow,
ritenendolo comunque tutt’altra faccenda rispetto al (seminoioso?) incedere di qualche
produzione newyorkese stretta fra l’insulso Puff Daddy, il patinato r’n’b da classifica e la
approssimazione travestita da ruvidezza di molti prodotti rap degli ultimi anni (tutta roba
che sì, è hip hop pure quella, come no, tanto quanto lo è Shadow…). Questa della Solesides
è materia che rende felici e che fa innamorare di questa musica e cultura come ai migliori
tempi della old school. Ce n’era bisogno, anche come segno di rispetto verso le radici
storiche della musica fatta coi campionatori e coi breakbeats. Sia benedetta quindi la
Bay Area, che va a riscoprire, rivitalizzare e a dare nuovo splendore a questo splendido
patrimonio culturale nato a New York e che una ventina d’anni fa si mise a rivoluzionare
il mondo della musica partendo da un microfono e due giradischi.
     damir ivic                       vanshun brown
SONAR
   KOLLEKTIV
Berlino è una città estrema e
schizofrenica, sventrata da
borbottanti cantieri che, come
Penelope, sembrano non avere
alcuna intenzione di portare a
termine le loro trame.
Ogni quartiere nasconde
un'identità differente che si rivela
improvvisamene all'uscita della
metropolitana: l'inquietudine
multi etnica di Kreuzberg, la
creatività bohemienne in perenne
divenire di Mitte, la goliardica
serenità di Prenzlauerberg,
l'arroganza pomposa della nuova
"city" di Renzo Piano a Postdamer
Platz. Sono tutti aspetti diversi
di una metropoli per niente
omogenea, frutto dell'amalgama
di diversi elementi.
Non a caso tra le parole dei
Jazzanova, nelle note
introduttive di questa
compilation, emerge il concetto
di un'estetica formata da
frammenti musicali diversi, un
mosaico forse premonitore di un
futuro da costruire sulla sinergia
di veri tasselli culturali, non
necessariamente in armonia tra
loro. L'unico patto è quello di
rispettare l'ammonimento inciso
sulla facciata di una sopravvissuta    Kollektiv si riconoscono otto diverse sub etichette, ognuna delle quali dotata delle proprie caratteristiche
"zattera" di muro, relitto alla        sonore: Dialog, Airdrops, No Zession, Best Seven, Recreation, Mermaid, Hotdrops e Aspekte. Ciascuna
deriva in quel mare di eventi che,     di loro fa riferimento ad un direttore artistico, mentre la supervisione generale spetta ai Jazzanova.
dalla fine della guerra ad oggi,       L'obiettivo è quello di riuscire a far convivere sotto lo stesso tetto stili musicali diversi non sempre
ha segnato in modo indelebile          omogenei tra loro. All'interno di questa comunità tutti i dj, produttori e musicisti sono liberi di crescere
questa capitale: "Non cancellate       collaborando reciprocamente.
la storia".                            La Dialog è forse il ramo principale dell'etichetta, se non altro perché è diretto da due sesti dei
La struttura della Sonar Kollektiv     Jazzanova: Axel Reinemer e Stefan Liesering (aka Extended Spirit e Pathless). Non a caso gran parte
è in effetti un labirinto degno        del materiale presente all'interno della prima compilation ufficiale della Sonar Kollektiv proviene da
della migliore tradizione              lì. Vicina alle atmosfere nu jazz minimali della Cinematic Orchestra, l'ouverture di Pathless rientra
mitologica greca, all'interno del      senz'altro tra gli episodi migliori dell'album, più classico invece l'intervento degli Extended Spirit. Di
quale non è facile orientarsi.         assoluto rispetto è anche il contributo fornito dalla Airdrops. Due sono i pezzi di Meitz, molto bello
Questa label è il risultato            l'afro beat Africa, qui presente in versione alternativa.
dell'esperienza accumulata in          Emerge chiaramente tra le righe della compilation l'intenzione di avvicinare l'elettronica alla tradizionale
questi anni dai Jazzanova che,         forma canzone. La strategia è quella di alternare una traccia strumentale ad un brano cantato. In
dopo il successo riscosso dal loro     quest'ambito va sottolineato la "canzone" dei Micatone, provenienti dalla No Zession di Stefan Rogall,
primo EP, hanno deciso di              in bilico tra sapori jazzy e atmosfere trip hop.
proseguire da soli il proprio          Tra tutti gli inediti della compilation merita di essere segnalato My Day, di Daniel Paul and Tobe feat.
cammino. Nel nome Sonar                Amra 8, che prevede la collaborazione di Vikter Duplaix, il quale a detta degli interessati l'anno prossimo
                                       dovrebbe partecipare al live dei Jazzanova.


                                          michele sotgiu               courtesy of STYLE n. 037, febbraio 2001
SONAR KOLLEKTIV
Jazzanova talks...

Dopo il sorprendente successo del nostro primo piccolo EP – una white label che abbiamo stampato da soli nella camera da letto di
Jurgen (dei Jazzanova ndr.) tre anni fa – abbiamo cominciato a gasarci ed entusiasmarci. In modo molto naive abbiamo provato a fare
quello che chiunque altro prima di noi ha fatto: fondare un’etichetta indipendente. A dir la verità, si è trattato di un impegno faticoso.
Da allora ci sono stati molti sali e scendi: come traslocare per ben tre volte gli uffici, perdere denaro qua, acquistare un po’ di esperienza
là…
Perché abbiamo fatto tutto questo? In primo luogo abbiamo sentito la necessità di costruire una piattaforma comune, o più semplicemente
un’infrastruttura urbana per la buona musica della nostra amata città natale: Berlino. In particolar modo per tutti quegli amici e
concittadini che ci hanno sostenuto lungo il cammino. Poi abbiamo aperto un ufficio, organizzato una clubnight fissa, costruito uno
studio e così via…
Si è trattato di un processo lento ma regolare. La Sonar Kollektiv si è evoluta in una vera e propria casa, dando vita ad una comunità
musicale aperta a tutti. La nostra struttura ci permette di trasformare gli artisti in imprenditori, manager delle sub etichette che
dirigono, conferendo loro un ruolo più importante, lasciando a noi lo spazio di creare e dirigere. Dall’alto di questa struttura, unica
nel suo genere, possiamo osservare la crescita ed il lavoro di squadra compiuto da tutti i musicisti e da tutti i produttori: Pathless
che programma le percussioni per Dixon, Meitz che suona il Fender Rhodes qui e là, oppure Axel che registra, mixa e lavora con le
voci.
La musica realizzata dalla Sonar Kollektiv riflette il nostro amore per diversi stili musicali: r&b, rock, 2step o jazz. All’interno di questa
compilation troverete alcuni classici della Sonar Kollektiv, ma anche del materiale inedito. Fatela scivolare nello stereo di casa vostra
o in quello della vostra macchina. Ascoltatela nel modo da voi preferito: si tratta di musica che vi conquisterà e vi farà divertire.
Jazzanova & D. W. Best
SUMMER SESSIONS 2001
16 Giugno, Rovereto
                                                                                                           SPECIALE
                                                                                                           FESTIVAL

Che cos'è il Summer Sessions 2001?
E’ una open-air one-nite di musica elettronica e jazz mescolata dai migliori esponenti mondiali
del new- sound per festeggiare la fine dei corsi invernali del CDM

Che cos’è il CDM, Centro Didattico Musicateatrodanza?
E’ una scuola di musica, teatro e danza con sede a Rovereto (Trentino) che vanta la ragguardevole
cifra di circa 800 iscritti. La sua vocazione per quanto riguarda la musica, settore a cui siete
probabilmente più interessati, è di stampo jazz, rock, blues, pop ed etnico(con molta attenzione
a India, Africa e Brasile) ma ultimamente si stà aprendo al mondo del sampling e del turntablism
riconoscendo a pieno le nuove forme di espressione artistica.

Cosa vuole esprimere il vostro festival?
Party, party e ancora party, jazz meets electronic...questo probabilmente il motto ma l’importante
è far capire a tutti che non c’è limite alla creatività se si è padroni del proprio strumento qualsiasi
esso sia.... dopo è tutto istinto!. Charlie Parker amava dire “Impara tutto quello che puoi e
quando suoni dimenticalo.”

Quale è il bilancio della passata edizione?
3000 adorabili matti che saltavano mentre Will White eseguiva il suo set pirotecnico.
Ingresso libero e di conseguenza punti ristoro affollatissimi (ahhh, la psicologia), un camion di
birra, partite di calcetto nel prato, b-boys sul linoleum, tanta gente mai vista che
socializzava.....insomma tutti gli ingredienti per divertirsi sul serio. Secondo te quale è il bilancio?

Quali sono i progetti futuri?
Eeeevooluuziooneee!!! Dall’anno scorso è raddoppiato tutto, abbiamo anche live set e non più
solo DJ’s, doveva venire un gruppo grosso di batucada ma non ci siamo riusciti....quindi il primo
progetto sarà di assicurare un live di questo tipo. Stiamo poi lavorando al nuovo spettacolo della
scuola che comprende musica, teatro, danza e produzione video tutto concepito da docenti e
allievi; una grande sfida dopo il successo del precedente”Strade della terra...” . Nel sito della
scuola troverete tutte le informazioni comprese le news su cosa succederà e links interessanti,
venite a webisitarci!!!
LA CALDA ESTATE
La Svizzera è si conosciuta                                                       creata una seconda sala,
per il cioccolato, gli orologi                                                    denominata Miles Davis Hall,
e le banche, stereotipi che                                                       nella quella ha luogo la
spesso nascondono realtà
poco considerate o               DEI FESTIVAL SVIZZERI                            programmazione più tesa
                                                                                  verso le sonorità più "giovani",
conosciute all'estero. Dal                                                        verso le scoperte musicali.
punto di vista culturale, in                                                      Nei posteggi sotterranei nasce
particolar modo nell'ambito                                                       dal nulla il Montreux Jazz
della musica, la Svizzera è                                                       Café, un luogo aperto fino alle
uno dei paesi europei in cui                                                      prime luci del mattino, a cui
il rapporto numero di                                                             tutti possono accedere e nel
concerti per abitante è tra                                                       quale si ha la possibilità di
i più elevati. Non solo come                                                      ballare sulle sonorità proposte
quantità ma anche come                                                            da dj's, gruppi e jam session.
varietà. A fare da                                                                Anche quest'anno la
locomotiva sono le decine                                                         programmazione                      è
di club in tutto il paese e,                                                      decisamente eclettica ed
soprattutto, i numerosissimi                                                      aperta: jazz, rock, reggae,
festival estivi. Da giugno a                                                      hip hop, soul, funk, blues,
settembre è un continuo                                                           latin, brazil, world,
fiorire di manifestazioni,                                                        elettronica, house sono tutti
grandi e piccole,                                                                 generi che trovano una loro
internazioneli e locali, a                                                        collocazione. Riassumere in
pagamento o a disposizione                                                        poche parole il programma
di tutti. I due festival                                                          risulta cosi essere impresa
principali hanno luogo sulle                                                      difficile, per non dire
rive del lago Lemano, quello                                                      impossibile. Prendendo spunto
che bagna Ginevra, e si                                                           dai vari generi rappresentati
svolgono uno dietro l'altro,                                                      da citare in ambito di musica
grazie ad un gentlemen                                                            elettronica la presenza,
agreement voluto diversi                                                          sempre al Miles Davis Hall, di
anni fa dai rispettivi                                                            Roni Size/Reprazent e Saul
organizzatori. Ad aprire le                                                       Wi l l i a m s ( 7 . 7 ) , A l p h a ,
danze sarà il Montreux Jazz                                                       Goldfrapp e Maozinha (12.7),
Festival, in programma dal                                                        Talvin Singh e Sussan Dehym
6 al 22 luglio. Quest'anno la                                                     (14.7), una serata carta bianca
manifestazione celebrerà                                                          all'etichetta tedesca K7 con
anche il suo 35.mo                                                                Herber, Kruder & Dorfmeister,
anniversario e per                                                                Shantel, Stefan Strüver e
l'occasione sono previsti                                                         Ursula Rucker (15.7), una
alcuni eventi speciali. Tra                                                       serata carta bianca a Gilles
questi il ritorno, per alcune                                                     Peterson con Cinematic
serate, alla sede del Casino                                                      Orchestra, Peter Kruder, Zero
di Montreux, proprio quello                                                       7 e Bilal (19.7) e la dance
che diede lo spunto ai Deep                                                       night finale con Basement
Purple per scrivere uno dei                                                       Jaxx, Etienne De Crecy, Roger
loro grandi classici (Smoke                                                       Sanchez, DJ Antoine, Anish &
in the water), a seguito di                                                       The Power Dance Group
un incendio che distrusse                                                         (21.7). Neanche il tempo di
all'inizio degli anni 70 lo                                                       rifiatare ed ecco che due
stesso Casino, poi                                                                giorni dopo prenderà il via il
ovviamente ricostruito e                                                          Paleo Festival di Nyon, piccola
"abbandonato" dal festival                                                        cittadina situata a metà strada
qualche anno fa a seguito                                                         tra Losanna e Ginevra. Il Paleo
della        costruzione                                                          è un festival nato nel 1979
dell'Auditorium Strawinski.                                                       con uno spirito decisamente
Quest'ultimo luogo è il fulcro                                                    folk e che nel corso degli anni
di tutte le più importanti                                                        ha saputo allargare i propri
manifestazioni culturali                           SPECIALE                       orizzonti musicali, senza per
della città di Montreux e                          FESTIVAL                       questo perdere la sua magia.
subisce nell'ambito del                                                           Tutto il festival si svolge con
festival jazz parecchie                                                           la formula dell'open air. Anche
trasformazioni. Accanto alla                                                      quest'anno verrà creato un
sala principale, viene infatti   claudio borella       © montreux jazz festival
vero e proprio villaggio, con 5 palchi per      Daniela Mercury, Bonga, Susana Baca, Marcio
i concerti e decine di piccoli ristoranti e     Faraco, Rachid Taha, Geoffrey Oryema), al
boutiques che accoglieranno quasi 200'000       rock (Texas, Pulp, Placebo, Ben Harper,
persone nei 6 giorni della manifestazione.      Young Gods, Manu Chao) e alla musica
Tra le novità di quest'anno la fusione di       elettronica (Llorca, Jori Hulkkonen, A
due palchi in uno (quello della scena           Reminiscent Drive, St Germain, Red Snapper,
elettronica e il Club Tent) e una limitazione   Amon Tobin, Le Peuple de L'Herbe, Mobile
delle entrate da 35'000 a 32'000 per sera.      in Motion, Snooze). Non mancherà inoltre
Quest'ultima decisione dimostra la volontà      l'ormai abituale concerto di musica classica,
degli organizzatori di saper guardare oltre     che quest'anno a vedrà la rappresentazione
al guadagno finanziario e di voler offrire      di "Le Roi David" di Arthur Honegger, con la
al pubblico presente le migliori condizioni     presenza speciale nelle vesti di narratore
possibili di ascolto. Anche il numero dei       dell'attore Jean-Luc Bideau. Altro punto
concerti sarà inferiore rispetto agli scorsi    focale lo spettacolo dedicato alla musica
anni, proprio per permettere a chi sarà         tzigana, che vedrà l'incontro di gruppi tzigani
presente di seguire il maggior numero di        provenienti da cinque paesi diversi. Tra gli
eventi, cercando in modo particolare di         intrattenimenti da segnalare infine gli
meglio valorizzare le scoperte e gli artisti    spettacoli dei clown di strada e del fuoco
emergenti. Accanto al villaggio ci sarà         d'artificio previsto la domenica sera.
ancora una volta lo spazio dedicato al
campeggio, anche in questo caso un piccola      Maggiori informazioni sui siti seguenti:
città che vive 24 ore su 24, nella quale        www.montreuxjazz.com
succede sempre qualcosa di interessante.        www.paleo.ch
Per quanto riguarda la programmazione
da segnalare un particolare accento agli
artisti francesi (Henri Salvador, Claude
Nougaro, Vanessa Paradis, Pascal Obispo),
alla musica world (Baul Bishwa, Joi,
Bollywood Brass Band, Sainkho Namtchylak,
L’AMORE COME POSSIBILE LINGUAGGIO. Topiche
amorose nel tabla’n’bass di Talvin Singh.

"Le mappe che abbiamo in testa corrispondono solo
approssimativa mente agli atlanti che aprivamo sui
banchi di scuola..." Amitav Gosh

Quando Nitin Sawhney me lo consente, io vado a far
visita a Talvin Singh, penso, parafrasando Ripellino.
Perché non ritornare quindi all’album “Ha”, dedicando
ascolti profondi e prolungati, centellinando ogni singolo
suono come fosse un brillante vino d’annata?
Il tema lo richiede. Talvin Singh, questo giovane aedo
dei tempi moderni, anela abbandono e fantasia, coraggio
e luminosità. Sapremo accordargli il tempo necessario
a un ascolto differente? Io spero di sì.
Mi inoltro, allora, nelle geografie amorose della
produzione singhiana, nella Topica “calda” di suoni che
nascondono, oltre la soffice intensità di basso e sarengi,
tematiche di corpi e di profumi, di abbandoni e
abbaglianti incontri.

Facendo rotta sull’universo “anokhiano”, ecco il
resoconto del giornale di bordo.

Fragilità. Coppie sdrucite, amori naufragati, solitudini
inestinguibili, fanno da contraltare a una società, quella
di Bombay, vanitosa nella sua progressione folle eppur
vitalissima. Lo scorcio cittadino è anche lo sfondo di
“It’s not over” (dall’album “Ha”), un sussurrato confronto
a due voci, una maschile e una femminile, su un delicato
teppeto di tablas e flauti: la traccia narra la ritrovata
forza d’appagamento sentimentale di due amanti. Non
ci stupirebbe se le parole annodate tra le labbra fossero
simili a quelle di Vikram Chandra in “Kama o del
desiderio”: “Sulle tue labbra voglio esserci solo io, io
con il nome che vuoi...”

Spaesamento. Un’altra costante nella Topica amorosa
di Talvin Singh è lo spaesamento dei protagonisti. Essi
partono con l’essere stranieri nella terra d’accoglienza,
finiscono con l’essere stranieri nella propria terra
d’origine. Questo sentore stranito viaggia parallelamente
al rapporto di coppia. Più si acclimatano nel nuovo
milieu sociale più diventano estranei al proprio partner.
Questa cristallizzazione del rapporto viene portato alle
estreme conseguenze anche geografiche. La coppia che
va in frantumi si separa lasciando case, contrade, città,
nazioni, intieri continenti. Si rimedia un tetto e un letto
caldo dai nonni a Calcutta, oppure dalla zia materna a
New York o dal fratello a Londra. Frangenti di vita che
si eclissano, corpi che scivolano via, sguardi che si
fermano per sempre (“Eclipse” dall’album OK).

Languore. “Today...oggi fermati qui, oggi, ti prego...”
                                                              paolo davoli   press office
E’ l’esortazione del finale languoroso di “It’s not over”
                                                     ma anche uno dei momenti più sfolgoranti di “Intimacy”,
                                                     film francese tratto da Kureishi, un’altro scrittore abile
  TALVIN SINGH                                       nel descrivere gli allucinati intrecci di amori fallibili,
  HA - UNIVERSAL UK 2001                             anche qui sospesi tra i continenti e le città. Genitori
                                                     pakistani o bengalesi, nascite a Londra o Delhi,
                                                     adolescenza a New York o Birmingham, gli amori avvolti
                                                     in valigia come indumenti, i dolori impacchettati come
                                                     libri, le lontananze gestite dai cavi telefonici o digitali.
                                                     “Fermati adesso...”, è l’istante che conta, prima che i
                                                     flutti della vita travolgano anche l’ombra del presente,
                                                     prima che il lampo dell’amore si spenga nella solitudine.
                                                     I ricordi sono come “il frutto maturo dell’albero del
                                                     pane. Nemmeno sfiorarlo devi, altrimenti scoppia” e le
                                                     macchie sono indelebili, insopportabili. (da “Banana
                                                     Flower” di Bulbul Sharma, libro edito da Marcos Y Marcos).

                                                     “Nella mia vita, io incontro milioni di corpi, di questi
                                                     milioni io posso desiderarne delle centinaia; ma, di
                                                     queste centinaia, io ne amo uno solo.” (Roland Barthes)
                                                     Sensualità. E’ uno degli aspetti più appariscenti degli
                                                     amori che stiamo frequentando. Le coppie non sembrano
                                                     essere intaccate dal gelido sessismo o dall’assenza di
                                                     libido dell’Occidente. Quando si ama, si trascende.
                                                     L’amore è estasi, perdita di padronanza, perdita di sè
                                                     stessi.
                                                     Il sarengi di “Silver Flowers” (da Ha) sottolinea la
                                                     sensualità insita nel rapporto a due. La bellezza luminosa
                                                     di un corpo è descritta dall’incantevole voce di
                                                     Mahalakshmi Iyer, dorato suono femminile che è in grado
                                                     di catturare la purezza delle Sacerdotesse dei Sensi quali
                                                     sono le donne orientali.
                                                     Nel fiume sacro della sensualità si è bagnata anche la
                                                     coppia di “The beat goes on” (Cleveland Watkiss e Samar
                                                     Estaphane le voci intriganti). E’ un amore stordente,
                                                     possessivo, eppure pieno senza mai troppo saturare. I
                                                     piaceri delle trasgressioni, vincoli e obblighi reciproci
                                                     della coppia, vengono affrontati da un tapori di periferia,
                                                     mentre l’innamorata, esigente e istruita, diventa la sua
                                                     preziosa guardiana del sesso.

                                                     Innocenza. Quando ci si lascia è perchè non ci si ama
Co-testo:                                            più. La felicità, anche infinitesimale, si raggiunge solo
Hanif Kureishi    Nell’intimità                      con l’amore. L’innocenza è totale. Non esiste calcolo,
                  Bompiani                           combine, atto di riparazione, ordito o tradizione. Di
Hanif Kureishi    Love in a Blue Time                fronte alla purezza dell’amore non si può obiettare. Ci
                                                     si inabissa. “Coming up roses”, arrivano le rose, rose
                  Bompiani                           inaspettate, gioia che ci appartiene, segnale di voluttà,
                                                     piccola epifania rivelatrice. Il cuore della bellezza
Patrice Chèreau Intimacy
                                                     appartiene al gesto, il dono è ospitalità dei sentimenti.
                Mikado
                                                     Nella terra dei matrimoni combinati (l’India), il profumo
Roland Barthes    Frammenti di un discorso amoroso   dei petali rimane ancor oggi la dichiarazione d’amore
                  Einaudi                            più innocente. L’amore è fiore che fulmina. (da “Coming
Vikram Chandra    Amore e nostalgia a Bombay         Up Roses” remix di Talvin Singh per Curve).
                  Instar                             “Pare che il dio dell’amore abbia per dardi i fiori...(da
                                                     “Banana Flower” di Bulbul Sharma).
Bulbul Sharma     Banana-flower
                  Marcos Y Marcos                    Erosa la superficie, potenziata l’intesità, il tabla’n’bass
Amitav Gosh       Estremi orienti                    di Talvin Singh diventa scintilla di gioia, ferita di sensualità
                  Einaudi                            e contagio di bellezza: armonie rare di questi tempi.
A.M. Ripellino    Nel giallo dello schedario
                  Cronopio
UT prosegue nell’esplorazione                                                                                costituisce un’infatuazione
sonica di tutti i luoghi geografici                                                                          sonora che trascina da un
in cui serpeggia il vocabolario                                                                              episodio all’altro, come
elettronico, da Armando                                                                                      lungo i fotogrammi di un
Gentilucci ai 4Hero.                                                                                         sogno, pagine fra loro
Il nostro viaggio ci porta ad                                                                                incoerenti, ma animate da
approdare lungo i lidi del                                                                                   un humus onirico ricco di un
progetto collettivo TIMET                                                                                    fascino profondo.
capitanato da Lorenzo Brusci.                                                                                Qualche considerazione
All’interno di una più vasta                                                                                 finale per individuare una
strategia che coinvolge anche                                                                                linea generale d’approccio
amministrazioni pubbliche ed                                                                                 a queste musiche. In
associazioni culturali, si è                                                                                 particolare si distingue
sviluppata un’interessante                                                                                   l’assenza di quella
“strategia obliqua”, come                                                                                    smaterializzazione del beat,
direbbe il buon Brian Eno, e noi                                                                             cara ai teppisti sonici
siamo qui anche a rilevare                                                                                   ipertecnologizzati in favore
questa sinergia d’intenti che,                                                                               di un modus operandi che
se all’estero è ormai prassi                                                                                 getta le sue radici nella
consolidata in Italia si presenta                                                                            scuola postdodecafonica e
come rara eccezione. La politica                                                                             nelle sovrapposizioni con il
culturale rivolta alle forme                                                                                 freejazz.
                                           enrico marani                       artwork cd
artistiche           giovanili,                                                                              Questo tentativo d’ambiziosa
contemporanee dell’espressione                                                                               sedimentazione, evidente in
musicale, langue nella                                                                                       “Colazione con la pietra”
discontinuità delle iniziative o      L’effetto complessivo predilige al beat disintegrato di tipperiana     paga a tratti il pegno di un
sovente nella completa assenza        memoria l’aprirsi d’atmosfere astratte ed atonali: le percussioni      certo intellettualismo
di finanziamenti…                     appaiono “lavorate” secondo una prassi eminentemente jazzistica,       ricercato, ma alimentato da
Torniamo al timone della nostra       cercando quel terreno contaminato caro al freejazz negli anni          autentico spessore artistico.
nave con Timet. Siamo fra le          Settanta.                                                              Ne è prova ”Carne capitata”
acque di un suono vicino alla         Le molteplici attività dell’associazione Matrix, che culminano nel     ricca di densi suoni
musica colta contemporanea,           festival “Cicli” organizzato da Brusci e compagni, hanno portato il    crepuscolari dove la
sideralmente lontano dal sound        progetto TIMET a contatto con le leve più fresche di quella club       sospensione ossessiva dei
della clubculture, ma allo stesso     culture così care ad UT.                                               canti e delle sonorità pare
tempo vicino nella filosofia          “Carne capitata”, colonna sonora alle poesie di Giancarlo Majorino,    gettarci fuori della realtà.
d’azione, tanto per usare quel        si bagna a fondo nella grammatica cara ad un certo suono elettronico   Questa musica chiede di
linguaggio contraddittorio cui        filmico, mutuandolo con quel linguaggio compositivo colto di cui       concedersi pienamente al
ci costringe sempre più spesso        si diceva precedentemente. Si ricordano in particolare episodi come    suo fluire ed in un paesaggio
il panorama elettronico odierno.      “T’abitui” e “Perché ora puoi passare la mano” od “Ascoltare la        sonoro dove sovente l’ascolto
In particolare l’album                mente”. Alle atmosfere dipinte dal campionatore di Brusci si unisce    è un’attività passiva,
“Colazione con la pietra”             sovente il canto di Monica Demuru, secondo moduli che pagano           spogliata d’ogni fascino
appare limitrofo alle esperienze      nella complessiva atonalità dell’impianto una certa monoliticità       sottile, il progetto TIMET
musicali d’autori come                che a tratti tradisce un approccio “a programma” forse                 innesta un virus fruttuoso,
Sciarrino, là dove il suono si fa     eccessivamente rigido.                                                 degno delle sperimentazioni
scultura, secondo quei canoni         Se “Colazione con la pietra” sviluppa la volontà di una fusione di     sonore europee più
“materici” (come conferma il          un materiale così denso e molteplice, “Carne Capitata” si muove        significative.
titolo dell’album) che hanno          fra onde più rarefatte, cercando la costruzione di un’architettura     Una nota sul collettivo TIMET,
fatto la fortuna di questo            consona alle poesie di Majorino. I due lavori appaiono animati da      o meglio sull’identità
compositore. Gli episodi, da          identità diverse.                                                      “dispersa” dei collettivi in
“Piccola donna” a “La pietra”         Più riuscito sembra l’album “Carne capitata”, dove la prosa poetica    generale. Sempre più
codificano una ricerca                                                                                       l’attività di promozione
linearmente parallela alla                                                                                   culturale, la necessità
musica contemporanea. A                                                                                      d’energie umane e quindi di
queste coordinate si deve                                                                                    capitali emotivi e finanziari,
aggiungere l’uso delle                                                                                       richiede il formarsi di
metodologie plagiariste, con la                                                                              sinergie consapevoli. La
                                                                TIMET
fusione di molteplici partiture                                                                              qualità del progetto TIMET
                                                                Carne capitata
da Bach a Schoenberg, da Berio                                                                               (dalla musica alla veste
                                                                matrix-i dischi forma 2000
agli Orbital fino a dj Food ed a                                                                             grafica) parla dell’urgenza
Bill Laswell, secondo la prassi                                                                              di rapide convergenze fra
del deejaying più colto.                                        TIMET                                        cospiratori consapevoli. A
                                                                Colazione con la pietra                      quando un collettivo in terra
                                                                XB 1997                                      reggiana?
UNDERWOLVES




              Probabilmente il nome degli Underwolves risulta nuovo alla maggior parte degli appassionati di musica elettronica.
              Infatti, il loro primo album si concretizza ora, dopo diversi anni di intensa attività produttiva, con numerosi dodici pollici
              in vinile realizzati come autori o come remixers. Usciti allo scoperto nel periodo del primo drum'n'bass jazzato, 1996
              circa, con il singolo "Nine lives" per l'etichetta Filter, Ned Kelly e Professor Stretch, si allineano con il filone allora
              mainstream di LTJ Bukem e Alex Reece. Come la maggior parte dei produttori di quel periodo, anche i nostri due
              Underwolves, provengono dalla scena Jazz-rare groove dei primi anni novanta. Il nascente movimento di contaminazione
              tra il suono organico e quello drum'n'bass, muoveva i primi passi in club come il Bar Rumba, nella serata di Gilles Peterson
              e Ben Wilcox "That's how it is". Ned Kelly, il DJ del duo, non si perdeva una serata, assorbendo in maniera ossessiva quel
              suono misto di funk, soul, jazz, mescolato ai nuovi suoni elettronici, pronto a sviluppare il suo personale gusto nella
              corretta direzione. Il compagno Professor Stretch, veniva da una lunga esperienza di studio, a fianco di DJ Pulse, come
              sound engineer specializzato in breaks, dagli inizi hardcore fino alla vera e propria scena jungle. Il discreto successo del
              singolo su Filter, permette ai Nostri di realizzare immediatamente un bellissimo remix per Bim Sherman ("Can I Be Free
              From Crying"), non a caso esaltando la passione di entrambi per la cultura musicale Giamaicana. Nelle intenzioni degli
              Underwolves, il concetto di album prende già piede nel 1997. Dopo il loro singolo per la Creative Source di Fabio, Ned
              e Stretch, saranno tra i primi produttori di drum'n'bass ad applicare la loro passione per i suoni organici ad altri tipi di
              ritmi, pur non abbandonando la sintassi del basso e batteria a 170 bpm.
              Nella storia discografica degli Underwolves, Ross Allen, DJ radiofonico e resident al Bar Rumba, rappresenta un personaggio
              chiave: fu lui che li incaricò di preparare l'album quando diventò label manager della Blue records. La triste storia della
              Blue records comincia nel 1998, quando l'Island decide di affidare a Ross Allen una sotto-etichetta che si dedichi alle
              nuove sonorità dance. Vengono così scritturati personaggi come Peshay, Kirk DeGiorgio, Tom Middelton/Cosmos, Spacek
              e gli Underwolves. Peshay ha già l'album pronto: viene programmato come prima uscita, Underwolves e Kirk DeGiorgio
              a seguire. Dopo l'uscita nel maggio del '99 dell'album di Peshay, la Blue records sembra avere grossi problemi di
              sopravvivenza, così Ross Allen decide di ritornare a fare solamente il DJ. Risultato, sia l'album di Ned e Stretch, sia quello
              di Kirk DeGiorgio rimangono in un cassetto.
              I più svantaggiati sono gli Underwolves, che hanno seguito tutto l'iter di promozione, per la pubblicazione di due singoli
              con autorevoli remix (Photek vs Peshay, Ian Simmonds, Phil Asher), che dovevano servire come ponte dell'album, più
volte annunciato per fine '99, poi posticipato al 2000, ma mai uscito. La strategia di crescita
di interesse sul nome degli Underwolves, li porta fortunatamente a remixare brani di artisti
indiani e nu jazz per le più svariate etichette, espandendo la loro fama tra le fila dei DJ.
Il promo dell'album "Under your sky" gira già tra le mani di Gilles Peterson, Patrick Forge
e nelle trasmissioni radiofoniche di Rainer Truby, Michael Reinboth e Jazzanova.
Il fascino di pubblicare un album così senza tempo, non moderno ma potenzialmente
"classico", non lascia indifferente il boss della Compost, che insieme agli amici berlinesi
offre agli Underwolves un conveniente contratto per la pubblicazione dell'album tramite
la tedesca Jazzanova Compost Records.
del primo catalogo Talkin' Loud (Young Disciples, Galliano) e incursioni nel suono underground
asiatico, condito di dub e con la sintassi ritmica del drum'n'bass.
Canzoni come "So Blue It's Black", "Stay a While", la soul jazz ballad "Bird Song", o "68 Moves",
impreziosite dalle voci di Madeline Edgehill, Ghetto Priest degli African Headcharge (On-U Sound)
o Paula Crawford, non aggiungono nulla di innovativo, ma portano un genere fino a poco tempo
fa underground, alle orecchie di una potenziale moltitudine di amanti del suono ricercato. Sapienti
arrangiamenti di archi su strutture ritmiche scomposte, si avvalgono di leggere melodie che
magicamente trasformano l'ostico in musica di classe, non pomposa, ma agile, tanto da ritrovarti
a fischiettarla senza accorgertene.
Ottimo prodotto pop d'avanguardia per un etichetta, la JCR, che è al confine tra lo sperimentale
ed il post acid jazz, tra la musica jazz di nuova generazione e la dance più progredita. A seguito
del debutto su album, non mancheranno ulteriori remix a cura della scena mitteleuropea più
agguerrita, come gli Earthbound dello svizzero Alex Dallas o il progetto 2step di casa Jazzanova,
il bravissimo Intega, o i formidabili Fauna Flash.
La lunga avventura discografica degli Underwolves è finalmente giunta al giro di boa, con un rilancio
in grande stile rivolto alla conquista delle charts.
                                                                                                        UNDERWOLVES              Under
                                                                                                        your sky Compost records
      luca roccatagliati                                 press office
[N]old Pop ?
Semplicemente Zero 7                                                                      valerio tamagnini



In questo scorcio di nuovo millennio, si fa un gran                                   indeterminato per il debutto vero e proprio.
parlare di una neonata scena elettronica, un                                          E invece, proprio a fine primavera 2001, esce
movimento battezzato talvolta easytronica, altre                                      sul mercato Little Things, la splendida conferma
chill out, addirittura downbeat, tanto per risultare                                  dei buoni auspici intuiti dalle prime produzioni
generici e alquanto dispersivi.                                                       del combo.
La presunta compagnia – facente capo ai francesini                                    Avari nella produzione inedita – 6 delle 12
Air – mutuerebbe sonorità retrò, specialmente sixties                                 canzoni presenti erano già nei suddetti EP,
e seventies, agganciandole a immaginari                                               peraltro introvabili – gli Zero 7 hanno
[electro]pop, condendo il tutto con vocalizzi soul                                    confezionato un esordio di rara bellezza ed
e ritmi relax.                                                                        eleganza.
Le forzature sono assai evidenti, ma è indubbio ci                                    Fascinoso l’incipit I Have Seen, funk drammatico
sia qualcosa in comune fra i vari Bent, Lemon Jelly,                                  su cui sono montati i vocalizzi di Mozez, in un
Hefner e Zero 7, nonostante le derive soundtrack                                      fluire di atmosfere languide e raffinatissime.
dell’uno, piuttosto che le sublimazioni jazzy                                         Il miele prosegue con Polaris: partenza in bassa
dell’altro.                                                                           battuta, richiami lunari ed archi, quindi lo
Coniamo la nostra definizione - divertissement:                                       spleen di synth e il loop di batteria, che donano
[N]old Pop, ovvero Nu + Old Pop.                                                      nuova linfa all’opera.
Il perché ? Semplice: riferimenti passati, tradizioni                                 Destiny si adagia su ritmiche morbidissime
rivisitate, attitudini lounge, ma anche l’utilizzo del                                sublimate da una chitarra acustica, fiati e le
computer, dell’elettronica più easy, di influenze                                     voci di Sia Furler e Sophie Barker; i paesaggi
dancefloor, il tutto in chiave smaccatamente pop.                                     sono quelli dei ’60, le emozioni quelle del soul
E allora, sarà meglio indagare attentamente sui                                       più calibrato.
nomi caldi di cui sopra: dopo le panoramiche su                                       Arriva Give It Away e capisci che il tributo ai
Hefner (UT #6 e #7), ora tocca agli Zero 7.                                           gemellini d’oltralpe bisognava pagarlo: così
Approdati in questi giorni all’attesissimo long debut                                 come in Out Of Town, i richiami sono evidenti,
su Ultimate Dilemma, in realtà i due londinesi sono                                   gli arpeggi simili, le orchestrazioni ammiccano,
in attività già da un biennio; college friends di Nigel                               i tinteggi da colonna sonora esistono; sono
Godrich, produttore di Ok Computer, questo gli                                        melodie retrò - il buon Bacharach ha fatto
aveva commissionato il remix di Climbing Up The                                       scuola - dal tocco spaziale che pagano dazio
Walls: occasione imperdibile per Sam & Henry che                                      alle famose atmosfere air-eggianti di Moon
iniettano dub e raffinatezze alla melodia                                             Safari.
radioheadiana.                                                                        La title track usa battute hip hop e melodie
Il guru Gilles Peterson, resident di Radio One –                                      sdolcinate, combinando la parte più
nonché scopritore del buon Hefner - se ne innamora,                                   convenzionale del trip hop ad una sentita
manda in heavy rotation il brano e prende sotto                                       interpretazione soul che evita la riesumazione
l’ala il duo, commissionandogli il remix della leggenda                               di fantasmi fastidiosi. Everyday we’ll find the
soul Terry Callier, in Love Theme From Spartacus.                                     way.
Manco a dirlo, altro centro: il Padre Putativo li                                     Si ascoltano volentieri le rarefazioni ambient-
inserisce nella compilation Worldwide con This                                        pop di Red Dust, ma ci si sofferma su
World, la stampa inizia a mormorare e The Face                                        Distractions, suadente e al contempo
srotola il tappeto rosso di fronte al duo.                                            malinconica, illuminata dalla solita coppia
L’esordio è col botto, 1000 copie del primo 12” che                                   Furler & Barker.
si volatilizzano in pochi giorni e il gotha della scena                               Le emozioni continuano nella magnifica In The
elettronica britannica che se li coccola: si parla di                                 Waiting Line, dall’appeal irresistibile: il singolo
risposta inglese agli Air, denotando come, in terra                                   perfetto dell’album, una simple thing deliziosa.
d’Albione, non sia ancora stato digerito il predominio                                Do you believe in what you feel ?
francese in alcuni campi dell’elettronica.                                            This World scopre linee passionali ed è
L’EP è composto da This World, Out Of Town,                                           arrangiata sfarzosamente, senza mai risultare
Likufanele (tutte riprese nel recente album), Lo e                                    eccessiva, mentre l’epilogo strumentale di End
One Arm Break.                                                                        Theme è una rincorsa d’archi e intrecci ritmici
L’hype attorno agli Zero 7 diventa davvero grosso                                     d’altissima fattura.
quando il duo produce il successivo EP 2 (Give It                                     Parentesi a parte per l’incredibile Likufanele:
Away, Polaris, Distractions, Monday Night) insieme                                    gospel in salsa downtempo o slow beats con
ai remix per Lenny Kravitz, Sneaker Pimps e                                           cori africani che dir si voglia, è comunque
Lambchop: qualcuno, addirittura, inizia a pensare                                     spiraglio imprescindibile sulle future evoluzioni
d’essere di fronte alla sindrome Kruder &                                             degli Zero 7, al di là di quel duo.
Dorfmeister, per cui si dovrà attendere un tempo                                      Un nome da tenere sotto costante osservazione.



                                                      ZERO7   Simple Things
                                                              Ultimate Dilemma 2001

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UT Numero 09

  • 1. BALLY SAGOO “DUB OF ASIA” ECHO BEACH Bud(dha) of Asia. Il capo mi recapita a casa la roba. Smercio clandestino di fascinazioni. Il mio pusher maffioso difficilmente sbaglia, sa quali sono i miei gusti, sa che sono “molto sensibile” al viaggio esotico ed allucinatorio. La nuova droga si chiama “Bally Sagoo” ed è estremamente potente. E’ capace di tenermi su per un’oretta circa. La mente così si espande e lo spazio-tempo si dilata, la coscienza alterata si propaga come l’inconfondibile Space-Echo a nastro Roland. Sento musica nella testa, non so se esista veramente, forse è un effetto dello stupefacente. “Bally Sagoo” sta entrando in circolo. La sua formula chimica stimola i miei neuro-recettori: dilatazioni, deelay e riverberi profondi come filosofie, frattali sonici che si ripetono immutabili all’infinito. Mi ritrovo in un mondo che è India e Giamaica allo stesso tempo, è una deriva impazzita ed illogica che porta il continente asiatico ed i caraibi ad incontrarsi. Tutto ciò crea sommovimenti, fusioni, sincretismi, eventi cataclismatici. Lo sfregamento dei continenti fa risorgere dalle ceneri i Black Ark Studios di Lee Scratch Perry, dai sobborghi di Kingston riprende vita la mistica del mixer. King Tubby liberatosi dal suo karma negativo incomincia a dubbare manovrando polverosi macchinari di rudimentale tecnologia, è lui il nuovo Siddharta capace di modificare con un semplice Revox la velocità della luce e del suono. Il tempo si riavvolge su stesso come un nastro da 24 pollici, crea effetti sonori a spirale, risucchia e confonde cose, persone, nomi: Mad Professor, Ariwa Sounds, Scientist, ONU Sound, Bim Sherman, African Head Charge, Banghramuffin, Material… i bassi esasperati riecheggiano dal Nirvana, là si ascoltano i dub-plate della Trojan. Salaam, Salaam, Salaam batte e ribatte con frequenza costante dall’allievo indiano al maestro giamaicano. I Bramini innalzano i loro mantra tra i riverberi naturali dei luoghi di culto, le armonie e le parole si fanno liquide, diventano acqua che a tutto si adatta, che prende la forma del suo contenitore. Il Bodhisattva perde con meraviglia la strada per la troppa confusione di divinità: Jah, Buddha, Hailé Selassié, Brahma, Rastafari, Visnu, Loop. Dov’è Babilonia, dove brucia? Ancora una volta a Bombay, a Londra, a Kingston? Quali sono i composti chimici della nuova droga “Bally Sagoo”? Come vanno calibrate le dosi? C’è probabilmente un qualche segreto di laboratorio, qualche miscela sconosciuta. Una serie di trucchi da guru del mixer che smanetta e spistola tra cursori e manopole. Rimango stupefatto nella big hall della grande cattedrale, nella big hall della moschea, nella big hall del reverbero artificiale dello studio di registrazione. Il trip è perfettamente riuscito ed appare vissuto e nuovo. Appagante. Bally Sagoo è un religioso sballo. fabrizio tavernelli press office
  • 2. SPECIALE FESTIVAL Che cos'è Matrix? L’Associazione Culturale Matrix nasce nel 1997 come contenitore formale per molte pratiche produttive già esistenti a Montevarchi: l’organizzazione di Festival multidisciplinari, attività didattiche musico-teatrali, produzioni musicali e video-artistico-documentative. Ad oggi abbiamo 20 associati effettivi, artisti e tecnici della comunicazione, intenzionati a rendere costantemente visibile il proprio impegno. Lorenzo Brusci – compositore e sound designer (Timet) – vi sta scrivendo queste righe. Che cos'è Cicli? Cicli è la nostra Rassegna annuale. Un concept Festival voluto da un gruppo di lavoro profondamente convinto della necessità di svelare la naturalezza e le professionalità che si nascondono dietro le pompose mitologie mediatiche create attorno all’arte contemporanea. Nei limiti oggettivi dei nostri interventi finanziari, per lo più resi possibili dal supporto economico dei Comuni di Montevarchi e Terranuova Bracciolini, Matrix intende Cicli come un’occasione per intessere pericolose relazioni tra sezioni apparentemente distanti dello scenario artistico contemporaneo. Dalla musica dance all’avanguardia newyorkese, dalla ricerca elettronica colta ai molti artisti del montaggio di campione di origine post-dance o hip hop... Questi sono solo alcuni esempi della radicalità con la quale Matrix-Cicli si è mossa negli anni. Qual’è la strategia di Cicli, cosa vuole esprimere? Esprimiamo quello che la nostra ricerca musicale – Timet - esprime da sempre: la storicizzazione e la multiformità della cultura contemporanea. Contemporaneità come assunzione centrale significa per noi arte delle relazioni inesplorate, renderle evidenti, rendere evidente il metodo e il coraggio della loro costruzione. Qual’è il bilancio dell'edizione di quest'anno (Cicli 4)? Circa 3.500 persone per le 4 serate di rassegna. Siamo di fronte all’apertura di un orizzonte, quello della relazione tra una musica funzionale quali sono la dance e la pratica Deejaying, e la dimensione musicale dell’ascolto e della sedimentazione compositiva. Durante il Festival abbiamo più volte incrociato le inevitabili direzioni-evoluzioni dell’elettronica popular: una maggiore astrazione del beat e del riferimento al campione; una storicità fluidificata e allusa con grande senso dell’ambiente di fruizione... In definitiva una forte consapevolezza: la prassi fisica del dj sarà senz’altro uno dei principale garanti tecnici e formali di questa evoluzione. Implicazioni imprevedibili quindi, ma è certo che alcuni anticipatori sono passati di qua... Quali sono i progetti futuri? Un piccolo segreto metodologico... un’idea di Festival capace di rappresentare davvero le molte tendenze dell’elettroacustica contemporanea... vi terremo informati. Un abbraccio a tutti.
  • 3. CLUBSPOTTING 2.0 STREET & CLUB CULTURE Dal 23 giugno al 4 agosto i Chiostri benedettini di San Pietro a Reggio Emilia ospiteranno, per il secondo anno consecutivo, Clubspotting, la rassegna che in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, ospita le visioni, gli umori e le trasformazioni di tutto ciò che è club culture. L’Amministrazione comunale - dice l’assessore Sandra Piccinini - ed in particolare l’Assessorato alla Cultura del Comune, in questo modo ha voluto sostenere la cosi detta Club Culture, una cultura diffusa a livello nazionale ed europeo. La cultura giovanile supera molto spesso il contesto locale, il progetto Clubspotting mostra con un respiro ampio, una realtà che si sta affermando tra le più interessanti. Intervista a Sandra Piccinini Intervista a Fabio Caleffi Assessore alla Cultura e Sapere SPECIALE (HappyBooks) del Comune di Reggio Emilia FESTIVAL editore del catalogo Clubspotting Qual’è personalmente la cosa che la colpisce Ad un anno di distanza dalla pubblicazione di più di questo progetto? del catalogo della prima edizione di Trovo particolarmente interessante la Clubspotting, qual è il bilancio di presenza di più espressioni artistiche che quest'operazione? contribuiscono al racconto di questa cultura Direi certamente positivo. Anche la terza giovanile che nasce nei club europei. Le arti ristampa è andata ormai esaurita ed è in fase figurative, la musica, la fotografia, di progettazione il secondo volume della multimedialità e la letteratura di Clubspotting serie. Si sono create sinergie positive e fertili, sono un laboratorio generazionale nel quale collaborazioni fra i team di grafici e operatori è possibile trovare un modo di vivere e di del mondo della comunicazione che hanno pensare la cultura. partecipato alla realizzazione del volume. Quali pensa che possano essere gli sviluppi Oltre all'Italia in quali altri paesi è stato Sato Labo design futuri per Clubspotting? distribuito questo libro? La crescita di qualsiasi rassegna o festival, Clubspotting è stato pubblicato in Italia in dipende oltre che dalla qualità della proposta versione bilingue, ma ha poi conosciuto una artistica in se, anche dalla rete di relazioni distribuzione capillare in tutta Europa, nel che sarà in grado di sviluppare trovando nuovi Nord America, in Giappone e nel resto interlocutori. dell’estremo Oriente. Quali segnali di cambiamento vede Come è stata accolta la pubblicazione di nell’universo giovanile che dalla sua questo libro in Italia ed all'estero? “postazione privilegiata” ha potuto Direi senz’altro molto bene. Accanto ad un osservare? pubblico costituito per lo più da designer e Il mondo giovanile locale, paradossalmente, grafici si è però aggiunto il consenso di una si muove in modo abbastanza consueto. Mi clientela più ampia ed eterogenea fatta di piacerebbe che i giovani osassero di più, DJ, P.R. o semplicemente di appassionati di mettendo in luce gli aspetti creativi del Roberto Bagatti (MTV) musica, che hanno acquistato Clubspotting proprio carattere. In questo senso nei Virgin Megastores e nei negozi di dischi Clubspotting, riportando i giovani in uno dei soprattutto degli USA e del Giappone. luoghi più suggestivi della nostra città e Attendiamo poi ulteriori riscontri dalla facendoli venire in contatto un immaginario distribuzione su Amazon. così creativo, mi appare un progetto importante. Quali sono le ragioni di quest'accoglienza Mi pare di poter dire che le proposte più positiva? interessanti, dal punto di vista culturale, A mio parere il successo del libro va attribuito vengano dalla cultura dei clubs e dei centri alla capacità degli autori di amalgamare in sociali, anche se può sembrare paradossale modo originale e suggestivo il materiale questa affermazione, perché sembrano due estremamente variegato che era stato mondi molto distanti, ma proprio per questo, raccolto. Inoltre va segnalato il fatto che in questi “territori di confine” mi sembra si tutta la Jay Culture attualmente rappresenta faccia ricerca. un forte richiamo per l’universo dei creativi, Dal mio punto di vista, è importante che la in quanto è ormai uno degli spazi di città sappia offrire - non solo occasioni di elaborazione di tendenze e forme artistiche consumo culturale – ma opportunità a chi d’avanguardia della civiltà occidentale. produce…. Il consumo ci rende un po’ tutti uguali, ci a cura di Michele Sotgiu omologa… è il momento della produzione e della ricerca che fa la differenza. Flyer (Dinamo Dvash club, Israel) a cura di Vincenzo Cavallarin
  • 4. INTERVISTA: MICHAEL REINBOTH La Compost Records, di Monaco di Baviera, compie 100 dischi e per festeggiare questo anniversario pubblica un album doppio formato da tracce scritte appositamente per questo disco, a cui partecipano tutti suoi artisti più importanti. Una conversazione con Michael Reinboth, direttore artistico e stratega dell’etichetta, è il modo migliore per verificare qual è il suo stato di salute. Tra le righe scopriamo quali sono i progetti futuri della Compost, la filosofia e l’estetica di Reinboth, ma soprattutto che questo è solo l’inizio… michele sotgiu press office La prima domanda è d’obbligo. Dopo otto anni la Compost ha C’è una forte interazione tra i due. E’ stata proprio la gestione di una raggiunto il traguardo del disco numero 100 all’interno del suo clubnight a spingermi verso la realizzazione e la produzione di dischi e, catalogo. Qual è il bilancio di Michael Reinboth su questo periodo quindi, verso la creazione di un’etichetta indipendente. All’interno del di lavoro? club, e come dj ogni volta che mi spostavo, sperimentavo i pezzi che Michael Reinboth: Godiamo di un’ampia credibilità internazionale. suonavo e ne traevo una lezione, di come la musica da club potesse e Beneficiamo del rispetto degli appassionati di hiphop, funk, soul, dovesse suonare jazzy ed intelligente. Qualsiasi nostra uscita ha subito house, techno, jazz e freestyle. e subisce ancora oggi questo trattamento. Gli arrangiamenti, i suoni, la Ciò significa, che abbiamo compiuto il primo passo verso la creazione produzione, i beat ed i groove, ognuno di questi particolari viene di un’etichetta rigorosa e professionale. Adesso l’intenzione è quella accuratamente sperimentato all’interno del club. Un’etichetta di musica di concentrarci sui nostri artisti, per sviluppare la loro personalità da club non può definirsi tale senza club o dj. Questo è il motivo per e far crescere ancora di più la loro notorietà ed immagine. Trüby cui molte delle compilation pubblicate dalle major falliscono. Trio, Fauna Flash, Beanfield, Les Gammas, Minus 8 e Jazzanova su Non solo, all’interno del nostro locale possiamo sperimentare qualsiasi JCR: si tratta di nomi conosciuti un po’ ovunque, oggi. Giunti a questo tipo di uscita. Siamo liberi d’invitare i dj più importanti, i quali ci ispirano punto, l’obiettivo è quello di incrementare la loro reputazione e le non solo con i loro set, ma anche grazie alla loro cultura musicale e ai loro vendite. Vogliamo compiere tutte le mosse necessarie per loro suoni. diventare famosi (compresa la frequentazione delle classifiche), fino Insomma, progettiamo la nostra musica pensando sia al club che all’ascolto alla realizzazione dell’uscita numero 200. domestico, ma in fin dei conti la dimensione del club è importante anche Riuscire ad ottenere il rispetto di tanti musicisti, dj e produttori, per per l’ascolto domestico. quello che abbiamo fatto, è molto importante per noi. Non possiamo neanche lamentarci del riconoscimento ottenuto all’interno dei media Risalendo a ritroso il corso del tempo, quali sono stati i passaggi che (soprattutto stampa e radio) anche se potrebbe essere ancora migliore. si sono poi rivelati decisivi per la Compost? Ci siamo accorti, a nostre spese, che la qualità della musica non Individuiamo i passaggi decisivi: Il ciclo di compilation “Future Sounds garantisce di per sè la copertura dei media. La stampa, la tv, la radio of Jazz”, giunto oggi all’ottavo volume. Sei anni fa, era l’unica compilation e i dj si occupano spesso solo di musica commerciale e le loro scelte di future jazz o nu-jazz ad avere una prospettiva davanti a se. Il concetto sono scontate. Il nostro motto, invece, è: “don’t believe the hype – che esprimeva il suo titolo e la musica contenuta erano, allora, avanti just listen!” nei tempi. Il primo disco generò immediatamente un certo consenso. I primi quattro volumi della compilation “Glücklich”. I primi due Compost Records & Into Somethin', questi sono i due poli attorno contenevano soprattutto materiale old school, musica datata, ma rara, a cui ruota la strategia di Michael Reinboth. Come interagiscono sconosciuta che, però, poteva convivere con le nuove produzioni, tra di loro? adattandosi perfettamente all’atmosfera da club. Il terzo volume
  • 5. momenti topici e dalla spontaneità. La sfida è quella di riuscire ad ottenere la medesima interazione e lo stesso feeling, ben strutturato ed organizzato, con il semplice aiuto del mouse e del computer. Oggi la Compost ha sotto contratto circa 20 artisti. Alcuni di loro sono musicisti ed altri sono dj. Penso che Michael Reinboth meglio di tanti altri possa spiegare qual è la relazione tra questi due differenti ruoli ed attitudini nella musica contemporanea. Si, questi sono i due grandi atomi che ruotano attorno al nucleo: i DJ ed i musicisti. La maggior parte dei nostri progetti, quasi tutti, prevedono la partecipazione di dj e musicisti. Il dj porta all’interno dello studio di registrazione la conoscenza del suono del club, del suono dei rave, i beat o dei piccoli sample. Il contributo del musicista, invece, riguarda la struttura della canzone, la melodia, le tastiere, i “ponti” o i versi. Insieme riescono a creare quello che possiamo definire il “vibe”, tra le strutture matematiche ed il sentimento umano. Da solo, il dj creerebbe strutture sonore fatte di frammenti musicali, beat e scratch. Si tratterebbe di materiale adatto solo agli stessi dj. Non è questo il nostro scopo, quei tempi sono finiti. Adesso è necessario tornare alla musica e la musica è di più. La voce, per fare solo un esempio. Le voci sono tornate. I Novanta hanno rappresentato l’era del suono e del beat (drum & bass, techno) il nuovo secolo o, almeno, la nuova decade ci restituirà le voci. Non si può imitare la voce umana con un sintetizzatore o un computer. La voce umana è unica. Ecco perché è importante portare la voce umana conteneva sia pezzi vecchi che nuovi ed aveva lo scopo di dimostrare l’inesistenza dei all’interno del club: l’unicità dell’aspetto umano. confini tra il vecchio ed il nuovo. Poi ci sono i primi album di Beanfield, Fauna Flash e A Forest Mighty Black che riuscirono Dopo otto anni di attività, la Compost è arrivata ad un a guadagnarsi il rispetto internazionale. Quindi arrivarono i Jazzanova, che ci portarono bivio? Pensi che un’etichetta indipendente abbia ancora più avanti. La creazione dell’etichetta Jazzanova-Compost-Records, gestita da bisogno di emergere oppure può rimanere underground? me e da loro, fu un passo naturale. Entrambe le cose. A noi non importa avere successo o restare underground. Percorriamo la nostra strada, se Parlando del lato artistico della Compost. Quali sono gli elementi sonori che avremo successo tanto meglio. Vogliamo semplicemente contraddistinguono il suo suono. essere un’etichetta professionale, senza per questo Jazz, beat o groove, lick, hook… Hmm, si tratta poi dei soliti elementi che contraddistinguono smettere di divertirci. Se si trattasse solo di business, la buona musica: abilità, conoscenza musicale, cultura (non esclusivamente connessa al sarebbe finita. In questo momento siamo in tanti e club), una canzone completa o un “cenno” di rave. Mi rendo conto che si tratta di elementi produciamo molta musica che amiamo. Per questo sono molto diversi tra di loro. Dovendo però riassumere in poche parole la filosofia della ottimista. Penso che riusciremo a raggiungere un’audience Compost, direi questo: musica positiva (e non distruttiva), che funziona nel club, ma più vasta senza diventare “commerciali”. E’ difficile anche nell’ambito dell’ascolto domestico, in grado di resistere all’erosione del tempo. trovare, all’interno delle classifiche di vendita, musica Positiva non significa “corretta”. Con questo termine mi riferisco ad una musica rispettosa rispettabile e comunque la musica a cui aspiriamo non del passato e dei nostri eroi, dotata contemporaneamente, però, di una prospettiva. Ogni è certo quella. Non abbiamo mai ragionato in termini di traccia deve contenere, all’interno dei suoi cinque minuti, il passato, il presente ed il underground/mainstream, classifica o non classifica. Per futuro. Questi sono gli ingredienti che contano. Ma siamo appena agli inizi. Non siamo noi si tratta semplicemente di una questione di qualità. un’etichetta breakbeat o una label al servizio esclusivo dei dj. Cerchiamo di più, la nostra prospettiva va ben al di là dei beat. Quali sono, oggi, gli artisti che godono del rispetto di Michael Reinboth? Qual è il concetto di nu-jazz per Michael Reinboth? Sono sempre tanti. Ecco alcuni nomi provenienti La chance che ha la mente di una singola persona di partorire una grande canzone, da dall’underground: Wagon Cookin, Joseph Malik, Plural, sola, nella sua camera o nel suo studio di registrazione, con computer, sample e sequencer. Intuit, Atjazz, Victor Davis, Block 16, Jazztronic, Daniel Un pezzo che suoni come se fosse interpretato da una jazz band di otto elementi oppure Paul, Stereotyp, Sequel, Slow Supreme ed altri ancora. da un gruppo funk con anni di esperienza alle spalle. Nu-jazz significa per me la possibilità E’ veramente impossibile menzionarli tutti. di tracciare un sentiero tra diversi generi musicale, possibilità che di solito un piccolo gruppo non ha. Una session di jazz è caratterizzata dall’abilità dei suoi musicisti, dai suoi
  • 6. COMPOST 100 L’inizio… A Monaco il delta dell’autostrada sfocia nel mezzo della città. Non ci sono tangenziali chill out o uscite di decompressione. Un paio d’ore fa stavi valicando il confine, alle prese con una bufera di neve talmente arrabbiata da non poter essere descritta a chi a casa attendeva il tuo ritorno, adesso sei lì, fermo ad un semaforo rosso, a pochi chilometri di distanza dall’Into Somethin’, il club di Michael Reinboth, con la paura di arrivare a danze già finite. Non serve consultare la piantina o cercare qualche cartello segnaletico: Monaco di Baviera t’investe improvvisamente. L’Into Somethin’… L’Into Somethin’ è un piccolo privè all’interno di un edificio molto più grande, il Muffathalle Café, situato sulla riva di un bucolico canale che contribuisce a dare al paesaggio una romantica atmosfera bohemienne, da rive gauche parigina, trasportata dentro la foresta nera teutonica. All’interno le delicate e grumose tinte pastello scelte per le pareti scaldano il locale, rilassando il clima. La consolle, in fondo alla pista da ballo, è appoggiata sopra una bassa pedana a dir poco essenziale; a destra il bar, gestito da giovani valchirie simpatiche e carine; di fronte le finestre a schiera che, una volta superate le colonne ed una fila di tavolini, per ora ancora vuoti, si affacciano sul canale. Lo scrosciare dell’acqua che fluisce crea strane suggestioni e piuttosto che in una stanza sembra quasi di stare nel corridoio coperto di un barcone galleggiante sul fiume. Fluidi a parte, chiunque conosce il londinese Bar Rhumba tanto caro a Gilles Peterson, nota la somiglianza con l’Into Somethin’. Michael Reinboth lo ha voluto così, il primo fulcro strategico attorno al quale ha costruito la propria scena. “Conosco Gilles Peterson dalla metà sensazione è tutt’altro che spiacevole. Florian alza il tiro lentamente, l’unica degli anni Ottanta”, racconta, “ed è da allora che sto provando a cosa è lasciarsi andare. La temperatura e la marea di adrenalina salgono creare una scena simile a Monaco. All’inizio leggevo di lui su giornali dolcemente, ma è chiaro che a questo punto tutti attendono i beat bavaresi di nicchia come “Soul Underground” o in fanzine di Northern Soul di Reinboth e quelli reggiani di Rocca. Scocca l’una - in realtà potrebbe essere (“Voices From The Shadow”). Contemporaneamente frequentavo mezzanotte, ma anche le due - ed è solo l’inizio. Il club si è riempito clubnight famose come “High On Hope” e “Talkin Loud And Say improvvisamente, adesso ci si muove a fatica. Naturalmente spetta al “padrone” Somethin” a Dingwalls. Uomini come lui, o come Norman Jay, fare gli onori di casa. Sylvester, Patrick Forge, Coldcut e pochi altri hanno cominciato a Eccolo il puro suono della Compost! Finalmente arrivano le calde robotiche far girare questi introvabili 7inches, questi pezzi dal sapore jazzy, percussioni latine, addolcite da melodie ed aromi jazzy. Il clima diventa torrido ancora prima che nascessero i termini acid jazz o rare groove. Oltre e quando parte Havana di Eric Kupper sembra di essere nella jungla. A Rocca a Gilles, all’interno di queste mura, ho invitato Norman Jay, l’arduo compito di andare oltre. Non si può che pestare ancora più duro ed il Sylvester (il dj latino), James Lavelle, prima che fondasse la MoWax, resident del Maffia non si tira indietro. I dischi si susseguono in progressione ed altri ancora”. uno dopo l’altro: Life on Mars di Dexter Wansel, Pressure Drop e tanti altri tra cui Click di Zero db. Il comunicato stampa che accompagna l’uscita Il set del Maffia Sounsystem… dell’album del “centenario” della Compost descrive Zero db come l’hype Nella sala vicina, quella più grande ed importante, è in corso di underground londinese del momento. Dietro questo nome si nasconde Chris svolgimento un’imbarazzante pantomima hiphop, goffa quasi quanto Vogado, fondatore insieme ad Aydin the Funki Chile e Frank De Jojo dell’etichetta il bagaglino berlusconiano. In realtà si tratta di uno spettacolo Fluid Ounce. Chi vuole ascoltare Come Party, il loro brano più conosciuto, indegno perfino del cloroformizzante meriggio domenicale italiano. deve cercare il secondo volume di Beats & Pieces, raccolta della BBE. Michael Nel privè, invece, i caldi rare groove di Theo Thönnessen accolgono Reinboth ha affidato proprio a Zero db il compito di remixare Galicia, il nuovo i primi ospiti che, sfilacciati, penetrano nel locale. Tutti passano pezzo del Trüby Trio che apre Compost 100. Rainer Trüby, regista compilatore davanti al cartello che indica l’ospite della serata: Dj Rocca del di Glücklich, è il braccio destro di Reinboth. In estate uscirà il suo Dj-Kicks Maffia Soundsystem. per la K7. Insieme al suo trio, di cui fanno parte anche i Fauna Flash, non ha A quest’ora, la folla stenta ancora ad arrivare, perché oggi è un mai pubblicato un album per la Compost, ma i suoi 12inch sono pietre miliari giorno di festa a Monaco e l’Into Somethin’ ha deciso di organizzare all’interno del percorso artistico dell’etichetta bavarese. Naturalmente lui un party. Come riportano gli orari affissi al portone, il locale starà all’Into Somethin’ è di casa. aperto fino a tardi. Stasera più che mai, infatti, i battenti sono Rocca suona per più di due ore dopo di che inizia il back to back. Tre dischi a destinati a chiudersi alle quattro e mezza del mattino. Trascorre testa, il loop sembra inarrestabile: Reinboth, Keller, Rocca, Reinboth, Keller, un po’ di tempo e la gente comincia ad affluire. Il testimone passa Rocca…Sono le tre passate ma la gente continua ancora ad arrivare. all’altro resident: Florian Keller. La stanchezza si fa sentire, è Alla fine è Made In Italy, del Maffia Sounsystem e Peshay, a chiudere una volta notte inoltrata, ma i gin lemon cominciano a fare effetto: la per tutte le danze. Le luci del club si accendono proprio sulle note del suo
  • 7. Group, Ben Mono, Worldless People. Ognuno di loro fornisce una testimonianza importante al disco e fra tutti merita forse di essere citato il brano dei Syrup: D/A/D. In questi otto anni, Reinboth è riuscito a portare alla luce la sua realtà locale, esportandola poi al di là della Manica, in quella piattaforma di lancio che è l’Inghilterra. Nomi come quello dei Jazzanova, di Beanfield godono, senza dubbio, di un rispetto internazionale. Nel doppio album, che festeggia questo anniversario, i Jazzanova sono presenti solo in parte e sotto “mentite spoglie”, con il brano Ism. Nello pseudonimo Twice si riconoscono, infatti, Daniel Paul e Alexander Barck, membri del collettivo berlinese resident del WMF, club costruito sulle ceneri del Delicious Doughnauts. Assolutamente positiva è anche la prestazione di Beanfield (Close The Gap Pt. 1 e Re-ac-tion) tra le cui fila milita anche Michael Reinboth. Il trio ha, da poco, cambiato organico, Michael Mettke ha infatti sostituito il precedente tastierista Tobias Meggle. Gli “ospiti” internazionali, Kyoto Jazz Massive – leader della scena nu jazz giapponese - , The Amalgamation Of Soundz e Dj Force, sono arrivati in un secondo momento quando tutto sommato il prestigio dell’etichetta si era già consolidato. Monaco… Di notte, in città, il freddo diventa insopportabile. Passeggiando per le viuzze del quartiere non si incrocia nessuno, solo il vento gelido e qualche ombra che di corsa scappa a rifugiarsi dentro un locale. Entrando in questi cafè, tutti stracolmi, si respira una ventata d’aria nuova. Contrariamente a quanto succede in Italia, la musica non viene sparata a manetta, è soffusa, concilia la conversazione ed il diffondersi della socializzazione. All’interno di ogni pub si trova una consolle e il dj in plancia di comando flauto. è spesso un ragazzino. Volti giovanissimi, che magari nel pomeriggio ti era capitato d’incrociare dentro la boutique La Compost… dell’Into Somethin’. Gli uffici di Michael Reinboth non sono molto lontani dall’Into Somethin’. Qui ormai la musica dal vivo è uno scomodo manierismo. Mettere Si trovano nell’East Side di Monaco, il Greenwich Village della città, il dischi, per i ragazzi tedeschi, è la nuova cosa. Si percepisce in quartiere degli artisti e dei nottambuli della Baviera. La macchina non usa loro la netta convinzione di essere dentro qualcosa. da queste parti, è inutile, anzi, scomoda. Si gira in bicicletta o a piedi meglio Rilassato ad un tavolino, Theo Thönnessen racconta dell’ascesa ancora, dato che spesso il breve tragitto si compie in compagnia dello scrigno di Minus 8 e delle speranze che la Compost nutre nei sui dei dischi. Tutto il necessario si trova nel raggio di pochi chilometri. In questa confronti. Svizzero di Zurigo, Robert Meyer è ancora molto zona c’è la Compost Records appunto e la boutique dell’Into Somethin’. giovane ma ha già alle sue spalle un’intensa biografia: un Qui ci sono i cafè ed i locali più frequentati, qui ci abita lo stesso Reinboth, passato da techno junkie, che lo ha spinto più volte in Italia, ma anche Christian Prommer e Roland Appel, aka Fauna Flash. fino a Roma per le nottate romane patrocinate da Andrea I Fauna Flash, che rappresentano il versante drum & bass della Compost, Benedetti e Marco Passarani, a cui ha fatto seguito un’evoluzione stanno beneficiando di un momento particolarmente ispirato. Recentemente verso la jungle. Due sono i dischi che ha pubblicato per l’etichetta hanno pubblicato un buon disco, dal titolo Fusion, accolto molto bene anche Higher Ground. Il suo debutto per la Compost, l’album nu jazz dalla critica inglese e le loro due tracce presenti all’interno di Compost 100 Elysian Fields, ha suscitato un buon consenso. Recentemente rientrano tra le migliori di tutto il disco. la Apple ha scelto un suo pezzo, Snowblind, per lo spot Ten è remixata da Pole, produttore della Scape Records, etichetta dub pubblicitario del nuovo powerbook. L’obiettivo naturalmente urban di Berlino, mentre Don’t Know 2001, probabilmente uno degli episodi è quello di raggiungere il grande pubblico. A questo bisogna migliori di tutto il disco, prevede la collaborazione di Wei Chi. Frequentatori aggiungere anche l’incisione della colonna sonora del nuovo ormai abituali delle compilation dell’etichetta (Future Sounds Of Jazz e film del regista Lars Kraume: “Viktor Vogel – Commercial Man”. Glücklich) gli stessi Wei Chi contribuiscono personalmente all’album con il E’ proprio un bel momento per Robert Meyer... pezzo Never Let Me Down. I componenti del duo sono Franz Schogler, di Monaco, ed il newyorchese Raoul Walton, ricercato session man jazz e fusion Epilogo… della metà degli anni Ottanta. Nel corso della sua carriera Walton ha suonato Due giorni a Monaco sono passati, è giunto il momento di con musicisti del calibro di Sam Rivers e Kenny Kirkland. ripartire. Il piccolo tour del Maffia Soundsystem prosegue. La La Compost è una piccola etichetta, i suoi uffici occupano un appartamento prua dell’inossidabile Clio di Rocca punta verso Zurigo, la città di poche stanze, con una prestigiosa autorità, acquisita grazie ad anni di Minus 8 e Spruzzi. Ma questa è tutta un’altra storia… pignolo lavoro. Oggi ha più di venti artisti sotto contratto. La capacità di Michael Reinboth è stata proprio quella di contare unicamente sulle proprie AA.VV. COMPOST 100 forze, o quasi. Con tenacia ha perseverato nel coltivare il suo vivaio: Les Gammas, Karl Berger, A Forest Mighty Black, Syrup, Supersempft, Salvador
  • 8. Che cos'è Dna? Che cos'è Dissonanze? SPECIALE DNA è una agenzia impegnata E’ un festival dedicato alla musica FESTIVAL nell’organizzazione di concerti e tours. elettronica. Secondo alcuni - forse molti Siamo nati a Roma tre anni fa circa, - quella più oscura e sperimentale, quella con una passione smisurata e con del “che ci vuole, riuscirei a farla anche l’intento di lavorare con un gruppo di io”. DNA / artisti che secondo il nostro parere Il successo della prima edizione, nata grazie all’entusiasmo del Goethe Institut Rom, ci DISSONANZE meritava di essere promosso anche in ha portato quest’anno a organizzare un Qual è la strategia di dissonanze, cosa Qual è il bilancio dell'edizione di Quali sono i progetti futuri? vuol esprimere? quest'anno? Sul piano organizzativo il primo obiettivo è Dissonanze vuole essere un festival di Ottimo per quanto riguarda l’affluenza di trovare una struttura adeguata e interessata respiro europeo. Vuole essere di pubblico, triplicato rispetto alla prima a ospitare il festival. Il secondo è di estendere alternativo rispetto ai festival italiani, edizione. Ottimo anche dal punto di la durata da due a più giorni, creando troppo commerciali o troppo prestigiosi. vista artistico, nonostante i dubbi sulla situazioni ad hoc per le diverse proposte e La strategia è di favorire anche in Italia capacità di alcuni artisti di rielaborare un migliore confort per il pubblico. Dal punto la crescita di una cultura che unisce dal vivo i propri progetti. di vista artistico l’idea è di rafforzare l’identità intrattenimento e sperimentazione, di Dissonanze, concentrandosi sulla musica grandi numeri e qualità. digitale e sulle arti visive. Intervista a DNA, a cura di Mediablitz X HOP 2000 SPECIALE FESTIVAL Qual è il bilancio dell'edizione di quest'anno? Abbiamo realizzato X Jazz a Milano nell’ottobre scorso, un festival che ha messo insieme Che cos'è X hop 2000? musicisti jazz del calibro di Piero Umiliani e X hop 2000 é una libera associazione di amici, Luigi Bonafede con virtuosi dei piatti come appassionati e professionisti presenti Painè e Gak Sato, coinvolgendo diversi locali attivamente all’interno del panorama musicale contemporaneamente (tra i quali Leoncavallo, milanese, in particolare sul fronte degli eventi Tunnel e Magazzini Generali) e registrando per legati alla musica elettronica. Siamo promoters, promotion. X hop 2000 è anche la prima agenzia tutta la durata del festival circa cinquemila djs, giornalisti, grafici, fumettisti, fotografi, di booking ad occuparsi esclusivamente di djs passaggi. Abbiamo una serata residente al Tunnel art directors accomunati dall’interesse per la italiani. (Lele Sacchi e Bruno Bolla) il primo sabato di cosidetta club culture italiana. X hop 2000 è Qual è la strategia di X hop 2000, cosa vuole ogni mese chiamata Milano ConneXion dedicata stato anche il primo festival di breakbeat esprimere? alla house e alla deep house. Abbiamo itinerante, un ricco evento che ha dimostrato Sicuramente quella di spingere il più possibile organizzato diverse one night con Plaid, Goldie l’alta qualità dei protagonisti nazionali della questa scena a crescere e a svilupparsi secondo e Howie B. Direi che anche quest’anno abbiamo club culture, che racchiude dj e artisti di criteri ben precisi. Prima di tutto slegando contribuito a far crescere la scena e soprattutto altissima levatura. E’ un appuntamento che l’entertainment dal profitto e dal business: abbiamo ballato di brutto! riesce a riunire sotto lo stesso tetto un pubblico rivendichiamo (e lavoriamo per) un uso diverso Quali sono i progetti futuri? eterogeneo, legato sia ai centri sociali che ai della notte e un diverso modo di gestire il Per l’estate porteremo in giro il B side-Agatha club, tendenzialmente recettivo e partecipe di divertimento. Quindi cercando di mantenere, tour, con Alessio Bertallot e i dj di Agatha fronte alle proposte più o meno mainstream o dove è possibile, il prezzo di ingresso agli eventi Andrea Lai&Riccardo Petitti. Per l’autunno overground. Ma X hop 2000 non è solo un accessibile a tutti e a tutte; rendendo le location abbiamo in programma un altro grosso evento, festival; X hop 2000 è impresa ed evento al confortevoli all’attraversamento dei corpi in di cui posso rivelare solo il nome, XseX, il resto tempo stesso, è contenitore e proposta, movimento puntando sull’alta qualità della ve lo lascio immaginare… promuove e contamina. musica, ma anche su luci e allestimenti che X hop 2000 è realizzazione e promozione di sono parte integrante dell’evento stesso, nonché eventi spettacolari e momenti di formazione, allestendo spazi morbidi e di rilassamento. ufficio stampa e local management and Intervista a Matteo “Flipper” Marchetti, a cura di Mediablitz
  • 9. George Tooker, La metropolitana, tempera all’uovo su truciolato MAFFIATRAVELLER LAXative BAY AREA TRIP matteo bittanti “attention travelers! you are not required to give money to riflessi platino e tsukareta. sono stanca. anche io, aggiungo forse solicitors. this airport does not sponsor their activities. i repeat…” mentalmente o forse a voce alta perche’ la ragazza si volta nella la scossa aurale mi riporta in vita. dove mi trovo? ma soprattutto, mia direzione e mi sorride e mi sento improvvisamente un bimbo mi trovo? riluttante a zonzo in quella che sembra essere e forse ci sentiamo tutti bimbi negli aereoporti improvvisamente un’antologia di spazi generici e allo stesso tempo familiari. mi sembra di poter provare emozioni collettive ma forse e’ lo stato ripetibili perfino, come le emozioni sony. modulari ecco modulari catatonico e insieme elettrico in cui mi ritrovo non so da quanto. la parola che cercavo. soundtrack rigorosamente muzak, welcome nota mentale: sono finito nella versione virtuale de la jetee’ di to tom bradley international airport, chris maker? probabilmente no, ma non ho grande importanza. mi tibit, los angeles, california, stati trovo in un non-luogo dunque non- uniti. ora so. credo. tutti i viaggi sono. in un non-tempo visto che il cominciano in un aereoporto un mio orologio indica un’ora diversa luogo dislocato che non e’ veramente da tutte le altre. lax sta in rapporto da nessuna parte ed e’ dappertutto metonimico con los angeles, quasi bombay new york francoforte mosca un frattale, non ha centro ne’ addis abeba... deambulo senza periferia, inizio o fine. lax come troppa convinzione nei corridoi l.a. e’ uno spazio mentale. labirintici dell’elefantiaca struttura “attention travelers! you are not e so gia’ che non riusciro’ mai ad required to give money to uscirne. prigioniero dei girone solicitors. this airport does not infernali del lax mentre movimenti sponsor their activities. i repeat…” intestinali inquietanti [ggggooorgle] scarico giu’ per il gargarozzo (ma scuotono ritmicamente il mio corpo. si dira’ ancora gargarozzo?) una spasmi spasmi dannati spasmi. il mio tripla dose di caffeina che una stomaco e’ un vortice. il mio barista ispanica di starbucks (don’t stomaco si contrae. il mio stomaco let your friends go to starbucks) pulsa. nota mentale: sto per mi ha allungato da dietro il bancone partorire un alien? genki genki, come con scarso entusiasmo. soundtrack stai, chiede la rappongi girl al mio rigorosamente muzak, come lo fianco della sua girlfriend pupattola shopping center di menroville di che sembra appena uscita da una romero. “attention customers!” boutique ginza, calze viola volti di passeggeri in viaggio da fosforescenti, capelli adornati da Diagramma su Los Angeles tratto dal libro Geografie della Paura di Mike Davis innumerevoli ore-giorni pallidi. (Feltrinelli editore)
  • 10. Supermercati Best Product, California, USA opera del gruppo avanguardista SITE (Sculpture in the environment) zombie con le valigie che percorrono terminali grigi, agglomerati di cemento-acciaio, fibra di vetro, resina di plastica. [ggggooorgle] spasmi spasmi dannati spasmi mentre rumino una barra energetica fuel plax lite di twin labs che sa di catrame ma in compenso consegna quarantacinque grammi di proteine al mio stomaco e solo uno punto cinque di grasso non polinsaturo e poi c’e’ anche lo zma che incrementa la tonicita’ muscolare. mi aspetto di trovare il babau o un gruppo di terroristi libanesi che tiene in ostaggio un arancione dietro ad una delle porte che dice no access. lercio mi sento sporco lercio e vorrei farmi una doccia. questo e’ il punto in cui devo inserire la clip musicale ma non ci riesco i miei pensieri sono opachi, obliqui, trasversali e batto a casaccio i tasti del vaio. sull’ascensore insieme a jaffa. i clienti che hanno comprato questo prodotto hanno comprato anche yonderboi, hefner e big nelle orecchie e mi sento meglio, centomila herz di leggende. le vibrazioni bud. mi piacerebbe esplorare articoli analoghi, degli aerei si combinano a quelle del discman, solo me ne vo per la ma ora no magari dopo. follia a destra, follia a cittadella simulata nella mia bolla comunicazionale. levo le cuffie, sinistra. paura e delirio a los angeles. mi guardo soundtrack rigorosamente muzak, cinquantamila addetti e oltre ventitremila in giro e concludo che l’america e’ finta, ma la posti parcheggio. lax e’ una citta’ nella citta’, una citta’ sulla citta’ attacco finzione dopo tutto non e’ che un’altra forma di nichilismo mi coglie impreparato e non ho neppure il percodan da mixare di realta’e quando l’hyper realta’ e’ pervasiva, al red bull. mi sento scarico come una duracell dopo quindici ore filate la finzione acquista consistenza ontologica. si’, di effe zero su game boy advance. tutti i viaggi finiscono in aereoporto. viaggiare. “attention travelers! you are not “attention travelers! You are not required to give money to solicitors. required to give money to solicitors. this airport this airport does not sponsor their activities. i repeat…” sembra mother does not sponsor their activities. i repeat…” di aliens questa astronave esplodera’ tra dieci minuti vi preghiamo di un mix di suoni parole luci mi bombarda da ogni affrettarvi intanto mi accorgo che mi stanno scivolando i pantaloni, per direzione possibile ed impossibile sperimento inerzia ed entropia, lungo la vita fasten your seat bealt while seated. una sensazione di alienazione completa sono [ggggooorgle] spasmi spasmi dannati spasmi i tapis roulant mi ipnotizzano fuori dal mio corpo ed i miei ricordi svaniscono mentre mi sposto senza muovermi in uno degli otto satelliti dell’aereoporto uno ad uno volano via come borse di plastica delle stele vago senza meta nei miei pantaloni di seta. sono nel bar adesso bianca di safeway al vento. l’aria condizionata ma forse non me ne sono mai andati da un bar dove nessuno sa il tuo nome mi condiziona il respiro. faccio entrare air pulita guardo nello specchio la mia immagine riflessa che guarda cnn da uno dei televisori sono in quel peculiare stato mentale che si raggiunge solo con sostanze sospette, sono qui ma al tempo stesso sono da tutt’altra parte, stordito, assente, sindrome acuta da jet lag sciolgo la melatonina in un oddwalla con l’erba spirulina e mi sogno l’adrenalina dei giorni lontani sono quasi commosso i colori diventano piu’ brillanti luci fosforescenti odori, odori, odori, aromi mcdonald’s misto a taco bell euro coffee sushy boy warner bros kenneth cole jack in the box misto al detergente misto a profumi sudore umori [r]umori stimulazione audio-visuale-olfattiva nel regno della simulazione sorrido intanto sorrido e “attention travelers! you are not required to give money to solicitors. this airport does not sponsor their activities. i repeat…” un senso di vertigini mi prende flaneur post- metropolitano il mio senso di identita’ galleggia in un limbo imprecisato solo il passaporto mi restituisce un minimo di sicurezza lingue che non conosco parole lontane sempre vicine un movimento costante frenetico cellulari che squillano a ripetizione il villaggio globale e’ questo una simulazione perpetua senza baricentro piazze strade e’ tutto bidimensionale come in un colossale videogame minimalls e negozi area transitoria e trascendentale lontano da casa ma vicino al mondo che mi scorre davanti e abbasso il finestrino ma la velocita’ non rallenta tutti i viaggi finiscono in un aereporto. spasmi dannati spasmi.
  • 11. Quando hai iniziato a programmare è vero che lo hai fatto per dei giochi video? Non esattamente. Quando avevo 13-14 anni muovevo i miei primi passi nella musica elettronica. Iniziai con un paio di computer fino a quando mi comprarono un Commodore 64. Era uno strumento attraverso il quale nacque una scena di musica elettronica, con dei veri e propri compositori, nomi che a volte non dicono nulla al grande pubblico, ma che avevano un grande talento nel comporre musiche a 3 voci con dei suoni che oggi sarebbero un po' difficili da ascoltare. Quando sentii queste musiche, cercai di seguire le tracce di questi giovani compositori. All’epoca c'era una scena di videogiochi molto sviluppata. C'erano artisti che componevano le musiche per videogiochi o per alcune demo dimostrative di giochi. Mi è capitato di comporre delle musiche per queste demo, ecco tutto Cosa ti ha spinto a diventare dj? L'incontro con David Duriez, che oltre ad essere un mio amico, è anche un membro dei Maçons de la Musique. Lui era già dj, aveva già questa cultura del deejaying, del vinile, che era molto forte. Io invece ero più orientato a produrre musica, ai computer, alla passione per l’informatica. INTERVISTA: Si è quindi avuto uno scambio tra me e Duriez: io gli ho dato il gusto all'informatica musicale mentre lui mi ha iniziato alla cultura del dj, al LLORCA vinile. Inoltre all'epoca cominciavo a pubblicare i miei primi dischi in vinile e avevo voglia di passarli… Quale genere prediligevi? Allora ero decisamente nell'elettronica, anche se i miei primi dischi erano… beh, come dire…. non che io rimpianga di averli fatti, non voglio denigrare il mio lavoro di allora, sono molto contento di averlo fatto, però erano i miei primi passi. Producevo della happy house con influenze claudio borella press office trance: devo ammettere che era un pò di tutto e tutto di nulla. Quando li riascolto adesso li trovo divertenti. Come componi la tua musica, parti dai suoni per arrivare al brano oppure parti da un'idea e cerchi i suoni che ti permettono di I tuoi genitori hanno avuto un ruolo fondamentale nel tuo sviluppo concretizzarla? musicale… Di fatto mi capitano entrambe le cose. C'è una parte di bricolage che Fondamentale, nel senso in cui ognuno è influenzato da quel che ascolta viene fatta, è evidente. Ho una grande biblioteca di suoni che va da piccolo, fino ai 10 anni circa. Dopo si inizia ad avere interesse alla dall’assolo jazz al piccolo charlie di TE808 o TE809. Poi capita che quando musica e, a partire dai 15-16, si formano i propri gusti musicali. Io pongo le basi di un pezzo mi vengono in mente delle melodie che cerco sono cresciuto nel boom della disco music. Mia madre è da sempre di ricreare con un suono, provando ad avvicinarmi il più possibile a quello un'innamorata della musica black e quindi la musica è sempre stata che ho in mente. molto presente in casa, molto più della televisione. Mio padre, invece, non ne era molto attratto, ma ha fatto parte della prima generazione Da dove prendi l'ispirazione? degli analisti-programmatori in ambito informatico. Ora è un mestiere Per quanto mi riguarda sono soprattutto degli stati d'animo, delle molto sviluppato, ma alla fine degli anni '70 non lo era per niente. emozioni. Può essere la visione di un film, oppure discutere animatamente Mio padre ha sempre avuto una grande passione per l'informatica e con qualcuno di un tema che mi sta a cuore o leggere un libro. Può quindi ha cercato di rendermi partecipe di questa sua passione. Sin essere qualsiasi cosa ma in genere il tutto inizia con un'emozione. dall'inizio si è interessato al computer da casa, acquistando i primi esemplari che allora si collegavano alla televisione. Ecco come sono Questo tuo primo disco contiene un fil rouge, un'idea di base? arrivato a fare della musica black tramite il computer… Fare un disco sincero, senza compromessi, che non fosse troppo prodotto ma che desse l'idea dell'espressione più semplice delle mie idee. Volevo E' vero che tua madre ti portava con sé nelle discoteche di allora? che i brani avessero una forma base, non volevo qualcosa di troppo Si, è vero. Lei è una vera club-addicted, come si dice… Ancora oggi complicato. Mi piaceva che si sentisse che tra l'idea e la sua realizzazione frequenta regolarmente i club, adora la musica e adora ballare. Ho un c'era un cammino breve. Questo è, se vuoi, il fil rouge del disco. Poi, è rapporto molto sano con la musica. Mia madre mi ha sempre dimostrato vero che nell'insieme del disco c'è una certa unità di suono: ci sono che la musica era bella, che il ballo era bello. Mi ha trasmesso questo parecchi suoni di contrabbasso, di piano, di vera batteria. senso del groove, cercando di coinvolgermi in questa sua passione. E' ovvio che quando sei giovane cerchi di prendere una direzione diversa Potresti parlarmi di coloro che hanno collaborato a questo disco? da quella che volevano i tuoi genitori, però devo riconoscere che non Di fatto ci sono 3 vocalist, due cantanti donne e un cantante. Il mio posso negare l'evidenza e cioè che sono stato molto influenzato da primo contatto è stato con quest'ultimo, Mandell Turner (voce di “I cry”), quel periodo. che avevo sentito cantare in diverse serate e poi con un gruppo francese
  • 12. il campionamento era piuttosto lungo. Abbiamo deciso di non utilizzare questo campionamento e abbiamo chiesto a Christian di suonare a partire dalle prime 4 note del sample. E lui ha quindi fatto una cosa a modo suo. Il secondo musicista è Bruno Casties, che suona la chitarra sul pezzo nascosto (una versione alternativa di “I Cry”) Il brano “Lalo caught me dancing” è riferito al famoso Lalo Schifrin: c'è un motivo particolare? Non saprei dirti se Lalo Schifrin mi ha ispirato. Non ho una grande cultura jazz: ascolto tante cose diverse, alcune mi piacciono, altre meno. Questo vale anche per il repertorio di Lalo Schifrin. Ma sono anche un grande fan delle colonne sonore tipo “Operazione Dragone”. Quando ho finito questo pezzo, che tra l'altro non contiene alcun campionamento di Schifrin, ho avuto l'impressione che avesse questo spirito da soundtrack stile funk-jazz anni 60-70. Per questo ho deciso di dare questo titolo al brano. Quali sono le tue speranze riguardo “New Comer”? Al momento abbiamo avuto dei buoni riscontri, anche da parte di persone che non sono troppo iniziate al jazz o alla house o alla musica elettronica. Sinceramente però non ho delle attese particolari riguardo a questo disco. Sono talmente contento di averlo fatto, del risultato ottenuto…vendere 10 o 100'000 copie per me non cambia molto. Chiaro, se venderò 100'000 copie non sarò ipocrita dicendo che non sono contento. Francamente non ho attese particolari riguardo “New Comer”. Quanto tempo è stato necessario per fare questo disco? Io non sono uno che lavora in modo intensivo, non sono un funzionario che inizia alle otto del mattino e che finisce a mezzogiorno per poi riprendere dalle 2 alle 6. A volte passo 3 giorni di fila per 12 ore al giorno su un pezzo o due, a volte non faccio nulla per una settimana. Dipende dal mio stato d'animo. Ma globalmente mi ci è voluto un anno e mezzo Avresti voglia di fare un progetto live per il disco? Si, ci sto già pensando. Al momento siamo in tre: io, un tastierista che si chiama Marc e la cantante Ladybird. Poi mi piacerebbe inserire un contrabassista, un trombettista, un sassofonista…Non so ancora quale sarà la composizione, ma penso che ingrandirò la cosa poco alla volta. Comunque è sicuro, in futuro ci sarà un live. chiamato Playing For City. Poi ho fatto appello a Nicole Graham, un'amica di Mandell che conoscevo per averla sentita cantare nei club. L'ultima collaborazione è con Ladybird, tutt'ora attiva con il gruppo Soldiers of Twilight, un gruppo francese. L'avevo sentita cantare in un caffè-ristorante di nome L'Alcazar: ero rimasto molto impressionato dalla sua voce e quindi decisi di contattarla per l’album, facendola poi cantare su due brani, “True to me” e “My precious thing”. C'è anche un musicista jazz, Julien Loureau, in “Lights behind windows”… Su questo pezzo all'inizio, al posto di Julien, c'era un campionamento di clarinetto. Ma trovavo che non andava affatto bene e quindi l'ho tolto. Dopo aver cercato a lungo, mi sono ricordato di Julien Loureau, che avevo visto suonare in tv. Ho chiamato Frédéric Galliano, che aveva parecchi contatti e effettivamente conosceva Julien. L'ho chiamato, gli ho fatto ascoltare il pezzo ed è tornato dopo 3-4 giorni con il suo sax e ha fatto il suo assolo come un grande professionista sa fare, in poche riprese. Bisogna precisare che nell’album ci sono altri due musicisti. Uno è Christian Lechevretel, un trombettista che suona la parte su “Anyhow”. In origine questo pezzo conteneva un campionamento di un celebre trombettista oggi scomparso che non abbiamo potuto utilizzare. Gli editori in questo caso non sono stati molto simpatici, anche se è vero che seb jarnot
  • 13. LUDOVIC LLORCA: Il generale iberico nella battaglia di Parigi Chi vincerà il nuovo bello gallico? L’ora è grave. La guerra fratricida in Gallia si è fatta quasi certa, dopo l’annuncio che un milite novus sfida i generali dell’esercito elettronico francese. Certo che, nel duello, colui che parte avvantaggiato è il generale Germano, già auto proclamatosi santo ai Campi Elisi, per supposti meriti guerreschi. Proprio l’anno scorso Germano, travestito da turista, aveva sbaragliato i rivali parigini, anche loro anelanti il bastone del comando. L’imminenza dell’assalto, alla terra degli Scoti e dei Britanni, aveva stimolato gli appetiti dei vanagloriosi capi galli. Della micidiale lotta, ne avevan fatto le spese alcuni valorosi graduati: tutti a loro tempo vittoriosi, come la coppia di consoli Dafti, della stirpe feroce degli Unni Punk, o il fanatico delle congiure di corte, l’ex-schiavo Cassius, oppure il generale Garnieri, glorioso tecnocrate merovingio dalle foltissime cesarìe. Ma il nuovo sfidante, il misterioso gladiatore, chi è? Si mormora, negli accampamenti di Lutetia, che il nuovo pretendente sia ispano o giù di lì e che sia mandatario occulto di quel tenace Garnieri che, perduto il comando, tesse trame losche, dal Catai a Bisanzio, contro Germano. Il perché è presto detto: l’infame santo, lo tradì anni or sono. Ludovico, pare sia il suo nome o Ludovic come lo chiamano in Gallia; Llorca è il suo titolo in battaglia. Come tutti i valorosi Iberi, arrembati sulla Senna, Ludovic non si è mai risparmiato nella pugna. Llorca è stato prima valoroso centurione, poi emerito console, ora la fresca nomina a generale. Ma qual’è la posta in gioco della singolar tenzone? Certamente la conquista della Gallia, poi di tutto l’orbe terraqueo, ivi comprese le Americhe e l’odiata Britannia. Gli informatori bavari mormorano che il nuovo arrivato ha concluso in segreto grandi patti con dei temibili Pagani, le truppe mauritane e cirenaiche del console Galliano di stanza nelle Afriche, che combattono con gran tamburi e strumenti a fiato: sembra, ma ciò pare blasfemo, che abbiano, tra loro trogloditi, donne virago con grandissime barbe e ugole e tutto ciò per spaventare le truppe nemiche. In ogni caso le legioni del generale Llorca sono più fresche, dinamiche e allenate: questi gallo-iberici hanno i Puni di Cartagine e gli Egizi d’Alessandria dalla loro; cosa può tramare il Germano, se non ritirarsi nella Selva Nera con Teutoni, Sarmati e Burgundi? La ritirata, ora, è quasi agognata: hanno pure l’arma segreta, le schiere di Llorca, sbarcate dalle Americhe, altezzose centurie latine o lusitane di istanza in Amazzonia o nelle isole Hispaniole, son pronte a intervenire da San Germano. La notte prima della gran battaglia, nell’esagono di Llorca si scatena il putiferio: il gran ruggito che arriva dalle tende baldanzose, è una felicissima bagarre di Africa, Mediterraneo e Indie Occidentali e i nomi degli stendardi levati in battaglia, han tutti nomi forestieri e non più galli o latini o germani. Delle Americhe hanno le insegne: “Indigo Blues”, “Lalo caught me dancing”, “The novel sound”, “My precious thing with Lady Bird”. Accampate sulla Senna, le truppe del Germano, vedono e vivono con terrore uno degli spettacoli più mirabolanti della loro vita. Una volta che i genieri di Llorca han costruito una orrida piramide guerresca di arcigne casse e neri amplificatori, con l’aiuto dei tecnici di Garnieri orientano il canagliesco macchinario verso le centurie in muta attesa. E con grande smarrimento, il Germano e i suoi accoliti, odono uno spaventevole suono provenire dalle casse, oltre misura ritmato, e immediatamente vedono danzare l’intero esercito nemico e, dannazione, anche il proprio… Llorca New Comer FCOMM 2001 federino ghiaia seb jarnot
  • 14. MAFFIA TRAVELLER NEW YORK CITY: Lo spazio non esiste più… I nostri corpi sono immersi nel divano sul quale sediamo e il divano avvolge i nostri corpi. Il tram si lancia sulle case che sorpassa e le case a loro la città futurista volta si trasformano in tram e si confondono con esso”. Umberto Boccioni, 1910 gabriele fantuzzi Vedere per la prima volta New York significa farsi travolgere da una metropoli permane nelle opere di quel manipolo di artisti valanga di stati d’animo già vissuti. italiani (Boccioni, Depero, Severini) che agli inizi del secolo Una via di Manhattan, un angolo di Central Park, un quartiere di scorso dipinsero l’essenza della città che sale. Brooklyn o di Harlem; ovunque posi lo sguardo vedi luoghi riconosciuti, Si può immaginare una città attraverso l’interpretazione di un quasi familiari. artista così come si può fantasticarla con un libro. Questo è Questa sensazione di continuo deja vù deriva in buona parte dalla il caso de “L’intuizionista” di Colson Whitehead (Mondadori, massiccia esposizione a centinaia di film girati in questa città e 2000), romanzo avvincente e di straordinaria immaginazione. assimilati nei nostri immaginari di occidentali periferici. Martin Scorsese, In una grande metropoli spessa e verticale (il modello, mai Spike Lee, John Carpenter, Ridley Scott sono solo alcuni dei guru visivi citato, è New York) l’Ispettorato Ascensori si è trasformato in una influente lobby di potere a cui spetta il compito di che hanno già visto e controllare raccontato per noi questa funzionalità e città. sicurezza di migliaia Così l’effetto sorpresa a New di grattacieli. York è un lusso concesso solo All’interno della agli sguardi vergini dei corporazione bambini. Per noi adulti persiste una spietata l’emozione visiva della lotta tra due diverse Umberto boccioni, “la città che sale” 1911 (MOMA NEW YORK) - in alto, due studi preparatori (1910)
  • 15. inez van lamsweerde In questa pagina: immagini tratte da BITSREAMS (Whitney museum © 2001) LO/TEK, installazione scuole di pensiero, gli empiristi e gli intuizionisti. insieme ad una flotta di ristoranti e locali alla I primi controllano gli ascensori toccando con moda. Molto prima era toccato a Midtown, mano gli ingranaggi e verificando pezzo per poi al quartiere artistico del Greenwich Village pezzo la loro efficienza. I secondi non hanno e domani, magari, toccherà all’East Village bisogno di guardarli perché li sentono, popolato da studenti e artisti fai-da-te.. intuendone i punti deboli e logorati dall’usura. Tutto questo non esclude lo sviluppo di zone L’intuizionista Lila, unica ispettrice di colore, temporaneamente autonome che prendono è la protagonista al centro di un complotto che la forma di club sorti a decine soprattutto emerge dopo l’inspiegabile caduta di un lungo la riva del fiume Hudson, all’interno di modernissimo ascensore del palazzo comunale. depositi dismessi o nei bassifondi di zone Whitehead (classe 1969), che è considerato uno industriali ormai spopolate. Da queste parti dei migliori black writers dell’attuale letteratura Sally Elesby è tutto un dentro/fuori da locali dove si evince americana, in questo suo romanzo d’esordio che l’offerta di musica suonata coi piatti batte utilizza la metafora dell’universo degli ascensori, decisamente quella suonata con strumenti per scendere nel profondo di temi come la lotta tradizionali. Sulle pagine del Village Voice o per il potere, il conflitto tra razionale e di TONY gli appuntamenti con DJ o situazioni irrazionale, la discriminazione razziale. elettroniche sovrastano settimanalmente quelli di rock et similia tanto che in un venerdì notte A proposito di razze è facile verificare la pacifica l’offerta di spettacoli prevedeva, tra l’altro, coesistenza di diverse etnie in un’isola/metropoli un mega-evento dedicato al drum’n’bass con multirazziale come Manhattan. Semmai la vera dieci DJ anglosassoni (headliners Fabio & differenza viene fatta dallo stato sociale Grooverider), un concerto dei Basement dell’individuo, meno si possiede e più si è Jaxx, e, sparsi in diversi club, performance marginali. di Shantel, Spooky e Pathaan. Lo svolgimento delle mansioni rende evidente carl fudge una suddivisione in vere e proprie caste. Forte è la sensazione che i fermenti artistici Nell’ultimo livello troviamo la casta dei tassisti, più interessanti ruotino, ora, intorno alla formata dalle recenti ondate migratorie figura del DJ, inteso come creatore, provenienti dall’Est Europa, Asia e Africa, la manipolatore e disegnatore del suono. La quale ha sostituito gli afroamericani stanziati conferma di questa impressione viene dalla ad Harlem che, giunti alla mezza età, si mostra “Bitstreams and data dynamics” suddividono in autisti di bus e portieri di (www.whitney.org/bitstreams) commissionata boutique. dal prestigioso Whitney Museum of American Ai numerosi ispanici grava il compito di gestire Arts. l’enorme turn over legato al catering e alla Piegare, rompere, costruire: la risonanza ristorazione di massa mentre buona parte del della tecnologia digitale nella sperimentazione terziario avanzato è in mano ai bianchi,ormai sonora, questo è il sottotitolo che introduce in progressiva minoranza. all’esperienza di diverse installazioni visive Si dice che New York non sia mai la stessa per (spesso realizzate con moderni software come dieci giorni di seguito ma è la possibilità o meno Flash) e sonore coinvolgendo tra gli altri DJ di arricchirsi che modifica, oltre alle classi Olive, Matmos, DISC, Paul D. Miller (in arte sociali, parte del territorio. Da qualche anno il DJ Spooky, that subliminal kid) flusso economico sta viaggiando verso il quartiere Bitstreams è un’affascinante esplorazione di Soho dove è in atto una ristrutturazione ad nell’arte digitale intesa non come “techno- ampia scala per poter meglio accogliere i prossimi style” ma piuttosto come una costellazione empori di Prada e delle altre migliori firme john f. simon jr. di forme, emozioni e fenomeni cognitivi che ridefiniscono il concetto di arte, e in modo
  • 16. F. GEHRY, PROGETTO PER IL NUOVO GUGGENHEIM A NEW U. BOCCIONI, DINAMISMI, 1912 YORK simultaneo, trasformano importanti aspetti Quest’ultimo ama esibirsi in piccoli club dell’esperienza umana. dell’Upper East Side, preferendo un pubblico di amici e colleghi rispetto alla L’offerta artistica più eclatante la offrono, però, i grande audience che incontra nei teatri e colossi chiamati MOMA e Guggenheim; quest’ultimo nei festival di mezzo mondo. vero e proprio capolavoro architettonico di Frank Sul palco del Tonic quasi si stentava a Lloyd Wright soffocato dai grattacieli circostanti. riconoscere che quel ragazzone Sarà anche per questo motivo che tra pochi anni vistosamente freak, sguardo curioso, capelli vedrà la luce un nuovo Guggenheim costruito nelle lunghi con permamente e aspetto sornione acque della baia dell’Hudson, a pochi passi da Wall era proprio Zorn. Dubbi svaniti quando il Street: La presentazione del progetto (plastici, TOKYO, © 2001 A. GURSKY nostro, imbracciando il suo sax , si è disegni e fotografie) di questa nona meraviglia del lanciato in un assolo da brividi su un tappeto mondo - opera di Frank Owen Gehry, lo stesso avant-blues, duettando con la chitarra di autore dell’ottava situata a Bilbao - occupa un’intera Elliot Sharp, altro geniale costruttore di ala del “vecchio” Guggenheim, a conferma suoni. dell’importanza sempre maggiore del contenitore Sperimentazioni affascinanti, bosse nove (il museo) rispetto al contenuto (le opere degli improbabili e brani jazz stralunati hanno artisti). Il genio di Gehry è fuori discussione, semmai contraddistinto una performance da lasciare resta singolare come la sua ricerca stilistica che increduli anche i conoscitori più intimi riguarda la visione della spazialità e del dinamismo della galassia zorniana. riporti diverse analogie con la maggior parte dei Un discorso analogo vale per DJ Spooky, futuristi italiani, soprattutto con le sculture di esibitosi anche lui in particolare stato di Umberto Boccioni. grazia al Cooler come ospite nella storica La collezione del Guggenheim racchiude tutti i più serata MUTINY dedicata alla importanti artisti del Novecento disseminati lungo contaminazione tra melodie indiane e i sei anelli che formano la struttura a spirale e priva furiose ritmiche elettroniche. di gradini del Museo. Mi piace pensare a “Quel Ragazzo Meno affascinante come architettura, il Museum Of Subliminale” come una interpretazione Modern Art, oltre alla consueta collezione di ultramoderna di due personalità storiche capolavori, offre sempre personali e rassegne di del Futurismo: Marinetti nell’aspetto altissimo livello. E’ il caso dell’antologica dedicata teorico nonchè di agitatore della scena all’artista tedesco Andreas Gursky, che con le sue artistica e Luigi Russolo per via della monumentali fotografie raffigura il peso, la vastità ricerca musicale capace di azzardare verso e il vuoto del mondo contemporaneo. Oppure della nuove frontiere sonore. rassegna di concept & design “Workspheres” dove E così il cerchio si chiude intorno a questa fanno bella mostra di sé, sedie, scrivanie, oggetti, città disincantata e cinica ma pur sempre prototipi di uffici d’avanguardia, realizzati o solo SHANGAI, © 2001 A. GURSKY fedele allo spirito futurista. pensati da famosi designer, molti dei quali italiani (Enzo Mari, Ettore Sottsass, Achille Castiglioni). Dopo sette giorni vissuti a New York si resta sommersi Il futuro ci prepara un cielo da un mare di sensazioni visive e uditive. sconfinato d'armature Quelle più persistenti riguardano la musica di due architettoniche. artisti che incarnano, nell’anima, il suono di questa Manifesto dell’architettura futurista. città: DJ Spooky e John Zorn. Umberto Boccioni, 1912
  • 17. MILANO 24.04.01 INTERVISTA A NITIN SAWHNEY “HO INIZIATO IN STUDIO A MODELLARE LA STRUTTURA DELL’ALBUM, DICIAMO LO SCHELETRO, POI HO GIRATO IL MONDO PER DARGLI UN’ANIMA”. letizia rustichelli press office
  • 18. Milano, Hotel Diana. Nonostante le fatiche della maratona Ho iniziato in studio a modellare la struttura dell’album - diciamo promozionale Nitin Sawhney ci accoglie sorridente e si prepara ad lo scheletro - poi ho girato il mondo per dargli un’anima. Il leit- affrontare un’altra giornata di lavoro con i giornalisti. Si siede ed motiv dell’album è la ricerca di un equilibrio tra ciò che vediamo accende il suo lap top: le immagini del DVD che accompagneranno e percepiamo e ciò che sarà... una sorta di profezia in grado, forse, l’album, scorrono veloci. Sono immagini di vita, di volti, di ricordi, di rispondere ad un’antica domanda che assilla la mente di noi immagini di viaggio, lo stesso che ha percorso per raccogliere la uomini: uso della tecnologia o ritorno alla natura, alla spontaneità, musica del suo nuovo album Prophesy. Ed è proprio da qui che all’istinto? Noi occidentali abbiamo spesso la boria della superiorità partiamo.... tecnologica ma poi ci troviamo Il viaggio è sempre fonte di fronte a bambini che negli d’ispirazione. In questo Stati Uniti si sparano e, al album usi suoni, sampler, contrario, a bambini sorridenti voci e testimonianze di che corrono per le strade di artisti e gente da tutto il Soweto. Può sembrare banale mondo. Qual’è il tema o e al tempo stesso utopistico, meglio il leit-motiv ma questa immagine di un dell’album? graffito a Soweto lo dimostra: L’idea di base è nata davanti ad una Primary School dall’esigenza di uscire, c’è una scritta che recita così: varcare la soglia, “Libertà ed Educazione incamminarsi, entrare nel Obbligatoria per tutti”... di mondo e provare a tutti i graffiti che ho visto rappresentarlo. Ragionavo negli Stati Uniti il tema della spesso sul fatto che molti scritta più o meno era: “Fuck, dei contatti che avevo con Fuck and Fuck...something”. il mondo esterno erano L’aggressività porta solo altra filtrati dai soliti canali aggressività. Quando ero media: televisione, radio, piccolo ero molto passivo se internet, cellulare... e più mi prendevano in giro per il aumentavano le colore della mia pelle o perché informazioni, più mi sentivo meno sensibile ad esse. La notizia ero un British Asian, poi sono cresciuto e la mia mente mi suggeriva della morte di quindicimila bambini in nazioni sventrate di ribellarmi. E’ stata dura non cedere alla tentazione di essere economicamente si perdeva nel mare delle altre notizie... e aggressivi reagendo in maniera fisica. Lo stesso Gandhi parlava di questo mi scoraggiava sempre più. Quindi ho pensato che il resistenza passiva e Nelson Mandela durante un nostro incontro ha modo migliore di produrre un album fosse quello di crearne la risposto ad una mia banale domanda “Ti senti libero ora?” con struttura globale e poi rappresentarne l’aspetto emozionale. un’illuminante risposta ”Abbiamo la libertà di essere liberi”. E questa
  • 19. è una bella responsabilità! Dare enfasi alla spiritualità anziché ad argomentazioni politiche o religiose aiuterebbe i bambini a non sentirsi competitivi, a non fare discriminazioni tra la gente, a leggere la foto dell’umanità senza guardarne o giudicarne i singoli volti, ma solo vedendo l’insieme. Parli molto di bambini ed spinge a dar loro nozioni che discriminano, che dividono, separano, scindono entità positive da in questo album sono anche entità negative, differenziano il singolo dal tutto, analizzano il particolare prima ancora di saper rappresentati con un brano leggere il globale (le etnie diverse, i colori diversi, le tradizioni diverse, i difetti fisici,...). I interamente cantato da bambini hanno un loro proprio profondo senso morale di rispetto ed una istintiva visione d’insieme, loro, Footsteps, dove il coro che noi adulti perdiamo nel corso della nostra experienced life, per dirla alla Blake. L’atteggiamento della Rishile Primary School di un bambino alla vita e alla conoscenza è veramente progressivo e il nostro codice morale è di Soweto si esibisce in una un codice che in loro non ha senso e motivo d’esistere. dolce canzone. Quale ruolo DVD: come mai l’inserimento di questo elemento tecnologico? Credi che l’interazione tra hanno, sono forse i profeti? musica e immagini, l’ipertesto, abbia molta forza e possa svilupparsi ulteriormente in Non so, non è detto che siano futuro? loro, ... chiunque può essere Sono sempre stato un grande amante delle immagini. Vengo anche da un background di scenografia il profeta del proprio futuro. e teatro e credo che l’immagine richiami in noi alcuni aspetti emotivi fondamentali che concorrono Eppure i bambini mi hanno assieme alla musica e ad altre arti, a creare un immaginario preciso e aiutino l’artista a sostenere regalato molto in questa un’idea. Inoltre molto spesso abbiamo assistito ad immagini corredate da suoni, da musiche, esperienza ed ho capito che colonne sonore di film, documentari. Credo sia altrettanto interessante, e allo stesso tempo la nostra arroganza di adulti innovativo, vedere la cosa dall’altra parte: le immagini che corredano la musica ma non come e di occidentali ci fa insegnar in un video, che ha una struttura più chiaramente commerciale, bensì come un’integrazione di loro ciò che è giusto e ciò diverse forme artistiche che assumono spessore e materia. Le immagini non devono essere perfette, che è sbagliato, o meglio ci devono essere calde ed evocare un mondo di odori e ricordi. Lo stesso mi accade con la chitarra: quando la suono picchio le nocche anche sul legno, non pizzico solo le corde. L’arte deve essere
  • 20. come esperienza globale. L’album rappresenta una lingua universale, che include tutti e tutto. La voce dello Street Guru, il taxista di Chicago, la rapper Pinky Tuscadero di Los Angeles o i bambini di Soweto, sono le testimonianze di come si possa avere una prospettiva migliore nella lettura del mondo e nell’esperienza di vita. Il taxista guidava e filosofava, Pinky ha improvvisato un rap freestyle talmente reale che spesso la lingua era più lenta del pensiero, facendola spesso balbettare, i bambini cantano in coro per la festa della loro scuola. A mio parere l’impressione che tutto questo determina è di onestà. Quali differenze individui tra i tuoi due ultimi lavori, Beyond Skin e Prophesy e come vedi la tua esperienza ormai conclusa con la Outcaste Records e con il mondo più esplicitamente Asian Breakbeat? Beyond Skin era incentrato su come il mondo mi percepiva, Prophesy invece è su come io percepisco me stesso ed il mondo circostante. Entrambi i lavori però rappresentano la volontà di mostrare l’arte, la musica in particolare come portavoce di una cultura generale che non pone limiti, che non fa prigionieri e che non inganna. Ci sono fin troppe trappole nella nostra vita: la classificazione dei generi, delle lingue, delle etnie, l’imposizione delle mode sul nostro stile di vita. Tutte gabbie da cui dobbiamo rimanere fuori. Se l’Asian Breakbeat fosse stata di moda quando abbiamo iniziato a suonare una musica che poi è stata definita tale a posteriori, non mi sarei neppure avvicinato, non mi avrebbe interessato. Gli artwork dei rispettivi album rispecchiano le stesse tematiche: in Beyond Skin ho il volto coperto dalla creta che immobilizza uno spasmodico urlo nel tentativo di comunicare in modo disperato chi sono alla gente e non chi, secondo loro, dovrei essere: Hindi, Asian, British Asian… Altrettanto in Prophesy l’immagine della copertina ritrae un uomo in controluce che avanza o forse proviene da una montagna molto ricca di vegetazione, un luogo profondamente spirituale. Prophesy infatti è un divenire, un percorso profondamente spirituale. materica, si deve toccare e sentire. Mi piace l’idea di creare un mondo completo da guardare e ascoltare dove la gente possa immergersi in una totalità senza differenze. Parliamo di due canzoni dell’album. The Preacher è retta su un ritmo spiritual blues. Prophesy è un’ipnotica danza con tratti tribali. Questi due esempi sottolineano che il futuro passa attraverso l’antico, la tradizione e il passato? Prophesy è una connessione tra passato e futuro, tra differenti genti e culture, tra me stesso e gli altri. E’ un album di continue connessioni. Connessioni da capire e da comprendere dato che già esistono attorno a noi. Recentemente un giornalista mi ha definito un artista fusion ed io gli ho risposto che sono un artista, un musicista non necessariamente da definire. E’ come se ti dicessero guardandoti in faccia che il tuo volto è una fusione del tuo naso, della tua bocca, del tuo mento, dei tuoi occhi. Perché avanzare sempre da posizioni di separazione? Perché non valutare l’insieme? E perché definire, aggettivare, soggettivare? Io cerco di scrivere l’insieme: proviamo a leggerlo come tale,
  • 21. NITIN SAWHNEY L’intero album è pervaso dalla malìa L’arte della profezia che questo artista sa evocare attraverso i continui incroci sonori di terre così lontane eppur così familiari tra loro. L’equilibrio tra contenuto e musica dà “E’ impossibile giovare a questa cupa umanità; nella maggior parte dei casi non restò che tacere, la misura perfetta di questo ennesimo per non essere considerati folli come Cassandra quando profetizzammo ciò che ormai era alle capolavoro di Sawhney. L’elenco è quasi porte” Goethe (1794) necessario: dall’apertura in territorio soul, tra Prince e Massive Attack, di Paroxysmos in greco significa eccitazione. Paroxiton in prosodia è la sillaba che precede l’ultima. “Sunset” alla sofferta abulia di Jean Baudrillard suggerisce che “il parossismo sarebbe dunque il penultimo momento, che non “Nothing” per passare poi alle sensuali è quello della fine, ma quello poco prima della fine, poco prima che non ci sia più niente da ballate di drum and bass, vera dire”. L’eccitazione nell’approssimarsi della fine del mondo, il nervosismo da raggiungimento peculiarità compositiva di Nitin della soglia, la certezza di aver superato determinati limiti e di aver iniziato un processo irreversibile Sawhney, per piano, violino, basso e (il post-umano!), queste sono state alcune delle temperature sociali parossistiche che l’attualità batteria di cui una, “Acquired Dreams”, ha registrato. è speziata dalla voce di Natacha Atlas L’epoca della modernità si trova a gestire esplosivamente la corrosione di Senso dell’uomo mentre l’altra, “Breathing Light”, di contemporaneo, lo sfaldamento di ogni centro, la crisi sistemica del Progresso e delle ideologie maestoso portamento, sfila solo ad esso collegate. Più modelli di società sembrano essere entrati in crisi simultaneamente, strumentale. Non rimane che illustrare lasciando nell’aria indeterminatezze e riduzioni. Siamo a un crocevia: privati di un filtro che possa gli altri due apici dell’album: il primo, leggere il presente restituendoci un Senso e un percorso di Conoscenza, erriamo alla ricerca di “The Preacher”, un grave e solenne uno spirito del tempo che colga il flusso e il movimento inarrestabile della contemporaneità. universal blues dove un monsonico Terry Callier sermoneggia dell’attuale Qui entra in gioco Nitin Sawhney e il suo album “Prophesy”. Il titolo richiama l’arte del profetare, incapacità nel decodificare le vere la pazzia della visione, il dislocare il punto di vista in un tempo a venire, il diverso racconto di profezie grazie a torme di millantatori un futuro ipotetico ma probabile. Nitin Sawhney è certo abituato ad affrontare temi profondi, del Verbo che si accreditano profeti tra il sociale e il vissuto personale. In passato la sua attenzione si era soffermata sulla religione ma, al contrario, sono ciarlatani. Il e la spiritualità (Displacing the Priest), l’identità e la razza (Beyond Skin), l’immigrazione e il secondo, a suggello dell’intero album multiculturalismo (Migration), l’incontro/scontro tra classicità e contemporaneità (Spirit Dance). e quindi posto in chiusura, ha titolo Ciò che rende tuttora prezioso il percorso artistico di Sawhney è la sua straordinaria abilità, sui “Prophesy” ed è un ipnotico viaggio grandi temi sociali, di essere poeticamente semplice e profondo. L’abbiamo definito (cfr. UT nr. gospel-tablas con forti richiami tribali. zero) un artista rinascimentale per la sua capacità di vedere l’arte in modo globale, che esuli Tra le sue volute torbide, nel suo dagli stretti e angusti confini specialistici. La genialità del pianista anglo-indiano sta nella sua crescendo selvaggio, l’unica lingua specifica forma musicale, anch’essa figlia di una cultura vastissima e poliforme. Umanista delle possibile sembra essere quella sette note, se proprio vogliamo definirlo, Nitin Sawhney è, comunque, già oltre la definizione ancestrale, babelica del glossolalico “Asian”: la sua raffinata poetica parla a tutti e non solo alla propria comunità anglo indiana scat di Jayanta Bose, che rinuncia a sospesa tra i continenti. La sua arte è cifra universale. svelare il divenire e pare annunciare, per l’uomo e il suo destino, il sorgere Della profezia, si diceva prima. Lontano dalla territorialità religiosa della predizione, l’opera ci di un tempo differente, nomade, parla, attraverso differenti figure di veggenti di strada, dell’inquietudine dell’uomo moderno. estatico. E’ quindi l’Uomo Quotidiano che pre-vede e buca il tempo, pensando il proprio limite, il proprio Prophesy, un’opera straordinaria. sfaldarsi. Ideale allora che tale deriva esistenziale venga raccontata da un taxista (di Chicago, per la cronaca) in “Street Guru”, sorta di talking funk urbano che riemerge più volte, come un fiume carsico, nel corso dell’album. Il traghettatore di anime metropolitano profetizza sul proliferare delle tecnologie, sul destino delle città, sugli uomini del potere mediatico che inseguono brandelli di Tempo e logica del “Perchè il mondo è ormai una fortezza Profitto. Il taxista, “catturato” da Nitin Sawhney durante un tour americano, narra in presa e il linguaggio vi aderisce senza grinze. diretta: rappresenta, nell’economia del racconto “Prophesy”, il vaticinio quotidiano di piccole Di tutto ciò che sfugge alla fortezza e grandi apocalissi, come il suo predire un “backlash against technology”, una violenta reazione non resta che tacere. Oppure bisogna contro la tecnologia da parte della Natura. trovare le crepe che permettono di interrompere il silenzio” Christa Wolf L’album “Prophesy” è musicalmente ben giocato sul magico melting pot creato e arricchito negli anni da Nitin Sawhney. Dentro al suo scrigno vi prospera il dub, il drum and bass, il flamenco, la black music americana, i violini di Bollywood, l’arrangiamento sensuale orientale, il jazz, l’ipercussione africana. Una gemma preziosa di tale cosmo aurale la troviamo in Moonrise, vero esempio da manuale di poetica sawhneyana: una chitarra flamenca, quella del maestro spagnolo Josè Carmona, duetta con la magica voce araba di Cheb Mami su un ritmo jazz spezzato, madido di violini dell’orchestra sinfonica brasiliana. Che magica combinazione di suoni! Siamo a un crocevia inusitato, dove il Mediterraneo si contamina con le terre del Medio Oriente, con la saudade brasiliana e i colori dell’Africa. Un patchwork di melodie, suoni e voci difficile da eguagliare. NITIN SAWHNEY Prophesy - V2
  • 22. L’anno 2000/2001 si è dimostrato particolarmente intenso per la scena Il successo internazionale del catalogo/libro Clubspotting, oltre 5.000 dance ed elettronica. La stagione nei club italiani ha visto affermarsi copie distribuite e vendute, significa anche una maggiore attenzione allo definitivamente alcuni locali e relative serate. A Milano l’attività del stile italiano in ambito elettronico internazionale. La seconda edizione venerdì in Pergola è stata particolarmente attiva nei settori nu-jazz di Clubspotting, aprirà i battenti il 23 giugno prossimo all’interno dei e drum and bass, mentre il Leoncavallo ha organizzato rave enormi, Chiostri di S.Pietro a Reggio Emilia… storici, di cui quello con Goldie e Storm è stato il maggiore, oltre La logica prosecuzione di Clubspotting è Re.Set. Cosa si nasconde dietro 6000 presenze. Segnaliamo pure il mercoledì di Magazzini Generali, tale sigla? Un festival di musica dance elettronica che si svolgerà a Reggio storica serata con alle spalle 5 anni di attività e la novità di X Hop, Emilia l’8 settembre, nello spazio della Festa Nazionale dell’Unità. Ok, rave itinerante che coinvolge intere città con una formula veramente andiamo per ordine…Un festival di musica elettronica a Reggio Emilia? innovativa. Perché no? Ci sono forti motivazioni per tale scelta... La scena più effervescente sembra essere quella di Roma, con serate La nostra attività si svolge durante l’intera stagione all’interno del Maffia come quella di Agatha il venerdì oppure il sabato del Classico Village. e attraverso l’IOD in tutta Italia. A partire dall’anno scorso, in estate, in Interessante il lavoro che sta svolgendo l’agenzia DNA e il festival da collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, loro organizzato, Dissonanze, e un nuovo locale, il Blue Cheese, organizziamo Clubspotting, mostra di approfondimento sulla club culture. dedicato ai nuovi suoni del breakbeat e del drum and bass. Storico Al tassello di attività incentrate sulla musica dance ed elettronica manca rimane il locale Goa con la serata del giovedì che ha Coccoluto come solo un grande appuntamento live, di respiro italiano, che diventi un punto resident e che ha ospitato Goldie, Darren Emerson e la Boutique di di riferimento per l’intera scena italiana ed estera. All’estero i festival Fatboy Slim. A Roma il successo è equamente diviso tra questi locali di musica elettronica hanno decisamente ottenuto un enorme riscontro. e associazioni, con punte di migliaia di clubbers a settimana che Dall’epocale Love Parade di Berlino, che dopo oltre dieci anni, è arrivata seguono la programmazione delle varie serate molto diverse tra loro alla stordente cifra di un milione di persone ai più misurati happening di come indirizzo sonoro. Parigi (500.000 persone) o Zurigo (300.000 persone), l’intera scena europea Città di punta della scena più rivolta al suono tech-house sono invece è percorsa da festival di grande impatto. Anche le manifestazioni più Torino e Bologna, dove il Link rimane l’imprescindibile punto di strettamente musicali come il Tribal Gathering o Sonar ruotano oltre i riferimento della scena dance underground. Mancano all’appuntamento 50.000 spettatori. Altre manifestazioni sparse in diverse nazioni hanno città storiche come Genova, Napoli, Bari, Verona, Firenze, dove a line up più raccolte e numeri inferiori ma il risultato non cambia. L’offerta parte lo storicissimo Tenax, pare non esserci traccia di altre one night è quindi numerosa e anche selettiva. Manca all’appello di questo scenario elettroniche. Ma sotto la cenere qualcosa sembra covare… musicale ricco e affascinante, solo l’Italia. Una novità? Persino nazioni La sensazione è quella di una scena elettronica in forte crescita come la Turchia hanno festival elettronici dignitosissimi con migliaia di qualitativa e quantitativa. Mai tante persone hanno frequentato locali, adepti ( Istanbul a settembre ospiterà Fatboy Slim!). serate, rave, anche al di fuori dei circuiti tradizionali. Dj e gruppi, Anche in Italia le cose si stanno muovendo, non alla velocità della luce, agenzie di booking e locali sono in frenetica attività mentre si inizia ma si stanno muovendo. Roma, Montevarchi, Bologna, Rovereto, Reggio a programmare festival ad ampio raggio in differenti location, tra cui Emilia, sono alcuni dei luoghi dove si è tentato di costruire un discorso preme ricordare Rovereto e Montevarchi. Anche se a macchia di sulla scena elettronica e dance. Piccoli segni che speriamo siano l’inizio leopardo, tutta l’Italia pare muoversi e interessarsi alla club e dj di un più grande sommovimento. Re.set cercherà quindi di colmare un culture. gap che si sta facendo larghissimo ogni anno che passa. Alcuni artisti hanno All’estero sono diverse le opportunità estive, tra cui ricordiamo il già dato la loro disponibilità. Sonar di Barcellona (14/16 giugno), il Montreux Jazz Festival (dal 6 Può sembrare inopportuno segnalare ora dei nomi, ma alcuni li spifferiamo luglio al 22 luglio) e l’Ars Electronica di Linz in Austria. In Italia, con lo stesso: Howie B, Nitin Sawhney, Badmarsh & Shri, Roni Size e l’intera ambizioni più ridotte, abbiamo organizzato l’anno scorso a Reggio Full Cycle crew, Fabio & Grooverider, Etienne De Crecy e la sua Solid, Emilia la mostra di Clubspotting, il cui catalogo KFM/Happy Books è Llorca, Herbert… Fermiamoci per il momento, perché altri nomi si stato distribuito in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti. aggiungeranno. Una cosa sicuramente non mancherà: la qualità della proposta musicale. Buona estate e buon divertimento a tutti. Re.Set SPECIALE FESTIVAL FESTIVAL DI MUSICA ELETTRONICA REGGIO EMILIA, 8 SETTEMBRE 2001 paolo davoli
  • 23. NU DIRECTORS Tricky, “Hell is round the corner” STÉPHANE SEDNAOUI VIVE LA FRANCE! matteo bittanti Artista transalpino noto soprattutto per le sue suggestive fotografie, Stephane Sednaoui vanta una lunga serie di collaborazioni per le riviste piu’ trendy del pianeta, da The Face ad Arena, senza dimenticare Details, Vogue Hommes, Detours, Interview, Per Lui e altre ancora. Sednaoui ha anche ricoperto una piccola parte – quella di un fotografo - nel terzo film di Gregg Araki, Nowhere (1997), che racconta la storia di un gruppo di alienati liceali losangelini. Sednaoui si cimenta con l’arte dei video musicali a partire dalla fine degli anni ottanta. Produce clip per artisti per lo piu’ francesi come Shawn Christopher, El DeBarge, Eram, Naomi, High Five, Go West, Father MC, Suave, Smokey Robinson, Ex-Girlfriend, Alain Souchon. E’ suo il video tratto dal catastrofico Hudson Hawk (1991), interpretato Dr. Madonna, “Fever” John & Bruce Willis. La sua sensibilita’ artistica, unita ad una freschezza fuori dal comune, non passano inosservate e, all’inizio degli anni novanta, il tocco magico di Sednaoui finisce per impreziosire i lavori visuali di super star come U2 (“Mysterious Ways”), Madonna (“Fever”), R.E.M. (“Lotus”) e Alanis Morissette (“Ironic”). Oltre ai video, il nostro realizza copertine per icone pop del calibro di Madonna, Chic, Mick Jagger, Grace Jones e PM Dawn. La sua struggente e peculiare sensibilita’ artistica gli hanno consentito di vincere l’MTV Award per il video piu’ innovativo dell’anno nel 1992 con “Give it Away” (Red Hot Chili Peppers). Il clip, tecnicamente semplice ma caratterizzato da una straordinaria energia, mostra i membri della band, interamente ricoperti di vernice metallica, impegnati in un ballo spastico nel bel mezzo del deserto. I lavori di Sednaoui per Bjork che appare, come nel famoso aforisma di Gilbot e Sullivan tanto caro a non sono visivamente originali quanto quelli di Chris Cunningham, Philip K. Dick (“Le cose non sono mai quello che sembrano/Il latte magro ma posseggono tuttavia un fascino particolare. E’ difficile restare si maschera da crema”). Ad esempio, nel video "The Chemicals Between calmi ed indifferenti di fronte all’isteria contagiosa di “Big Time Us” per Bush, tratto dall’album The Science Of Things, il regista gioca con Sensuality” (1993), in cui la telecamera riprende l’irresistibile il concetto degli universi paralleli. Il video alterna scene della band che balletto di Bjork nelle vie di New York. Sednaoui sembra inoltre suona in una strada desolata e senza vita, e altre tratte da una dimensione essere ossessionato dall’idea che la realta’ non e’ mai quella alternativa, bianco, pieno di geishe, bambini, monaci Shaolin e giardini Bjork, “Big Time Sensuality”
  • 24. Tricky, “Pumpkin” giapponesi. Allo stesso modo, nel video di “Sly”, per Massive Attack, il contrasto e’ tra la frenesia della citta’ e la tranquillita’ del giardino, tra materialismo e leggerezza buddista. In questo psichedelico ed iper-realista video, i membri della band passano da una scena all’altra provoncando vere e proprie esplosioni di colori che finiscono per contaminare l’asettico scenario metropolitano. E’ tuttavia nei video realizzati per Tricky che il talento di Sednaoui emerge in modo dirompente. “Hell’s around the corner”, che debutta nell’agosto del 1995, e’ un trip schizoide ma al tempo stesso ipnotico dominato da cromatismi magenta, un riflessione cinematica sulla follia e sulla insostenibile leggerezza dell’essere (“Lobotomy ensures my good behavior/The constant struggle ensures my insanity”). melanconia. Una luce rossa, simile ad un laser, illumina il volto dei cantanti. Man mano che il video prosegue, misteriosi personaggi equipaggiati con torce elettriche si materializzano nelle strade e si avvicinano a Tricky ed Allison in modo inquietante (come la folla dell’omonimo, magnifico racconto di Ray Bradbury). Il video e’ pervaso da una luce marcia che, come quella virtuale di William Gibson, acceca anziche’ illuminare (“I can't breathe and I can't see… And it feels like I must be blind”). I temi ricorrenti – alienazione, isolamento, ostilita’ – ritornano anche in “Here Come The Aliens” (febbraio 1996), prodotto piu’ di un anno prima che il brano venisse pubblicato insieme al singolo “Makes Me Wanna Die” e presenta arrangiamenti leggermente differenti. Il rosso ed il blu sono evaporati. Qui dominano bianco e nero. Il video, interpretato da Tricky, Martina e Afrika Izlam, si svolge in larga parte nella metropolitana, chiara metafora del subsconscio. Seduti sul treno, i tre percorrono tunnel interminabili mentre risuonano liriche formattate secondo lo stream-of-consciousness. Le immagini sono spesso sfuocate e la macchina da presa ondeggia nervosamente. La mancaza di messa a fuoco riflette chiaramente la crescente incapacita’ dei personaggi di distinguere tra realta’ e fantasia, Videografia Essenziale veglia e sonno. Le immagini sono talvolta filtrate dal vetro del Alanis Morisette, “Ironic” (1996), “Thank You” (1998), treno: incapaci di trovare il senso delle cose non nelle cose stesse Beck, “Mixed Bizness” (2000) (Husserl), dobbiamo ci affacciamo disperati da altre “finestre”, Bjork, “Possibly Maybe” (1996), “Big Time Sensuality”, (1993), “Vessel” (Long dai mille schermi della televisione e dei computer. Come in Form) Allucinazione Perversa (1991), questo e’ un viaggio di sola andata, Fiona Apple, “Sleep To Dream” (1997), “Never Is A Promise” (1997) la cui ultima fermata e’ l’inferno. Biglietti, prego. Spazio e tempo Garbage, ”Milk” (1996), “Queer” (1995), You look so fine” (1999) sono compressi, estesi ed accelerati: vediamo solo per un istante Kula Shaker, “Hey Dude” (1995) degli incompresibili graffiti, luci lampeggianti, poi la corsa rallenta, Madonna, “Fever” (1993) quindi accelera di nuovo, quindi rallenta di nuovo. Ancora piu’ Massive Attack, “Sly” (1994) MC Solaar, “Gangster Moderne” (1997) criptico e’ “For Real” (1999), il primo video tratto dall’album Mirwais, “Disco Science” (2000), “I Can’t Wait” (2000) Juxtapose. Qui Tricky e’ seduto su un tavolo di un ristorante Neneh Cherry & Youssou N'Dour, “Seven Seconds” (1994) orientale. Il movimento circolare della camera attorno al tavolo Q-Tip, “Let’s Ride” (2000) mostra clienti sempre diversi. Tricky blatera parole sensa senso, Red Hot Chili Peppers, “Give It Away” (1991), “Breaking The Girl” (1992) a volte a se stesso, altre volte ai suoi apatici vicini (“It's not R.E.M., “Lotus” (1998) real/It's just passed the time”). Poco dopo lascia il ristorante e Smashing Pumpkins, “Today” (1993) si avvia verso un barbiere. Seduto nel negozio con un asciugamani Towa Tei featuring Kylie Minogue, “GBI” (1996) sul volto, Tricky resta solo, a fissare la sua immagine riflessa nello MC Solaar, “Gangster Moderne” (1997), “Le Nouveau Western” (1994) specchio, oggetto/icona che ritroviamo anche nel bellissmo video Traci Lords,“Fallen Angel” (1995) di MC Solaar, “Le Nouveau Western”. Nel video, l’interazione tra Tricky, “Pumpkin” (1995), “Here Come The Aliens” (1996), Tricky e gli altri personaggi e’ pressoche’ inesistente. “For Real” “Hell Is Round The Corner” (1995), “For Real – feat. DJ Muggs & Grease” (1999) esplora i temi della solitudine e della incomunicabilita’. U2, “Discotheque” (1997), “Mysterious Ways” (1991) Siamo soli, per davvero. Ziggy Marley, “Kozmik” (1991)
  • 25. SOLESIDES “ G R E AT E S T B U M P S ” Quannum / Ninja Tune Certo, si parla di crisi creativa più o meno passeggera nell’hip hop, ma è anche vero che ci siamo persi un bel po’ di cose carine in questi anni, giusto mentre si diceva che il rap stava sfornando poco di nuovo e di appetibile… per fortuna ora c’è la possibilità di recuperare. La Solesides è un collettivo di artisti della Bay Area (Oakland per la precisione) nato nel 1991 e che dal 1997 ha cambiato nome in Quannum. Con quest’ultima incarnazione è arrivata la notorietà anche dalle nostre parti: Dj Shadow più di tutti, poi Blackalicious, Latyrx… L’accordo che l’anno scorso hanno stretto con l’inglese Ninja Tune a livello concede di dare uno sguardo alla loro attività passata, quella appunto che usciva sotto il nome di Solesides: ora si può andare in un qualsiasi negozio dischi con la ragionevole speranza di trovare in maniera agile del loro materiale. Questo doppio cd o quadruplo lp antologico testimonia l’attività di questi validissimi personaggi nei primi anni dei loro trip artistici e il risultato è esaltante. Il tutto infatti non risulta per nulla datato, la mancanza di lustrini ed effetti speciali a livello di produzione musicale non inficia assolutamente la felicità creativa di questa gente di Oakland. Il pattern di base è quello che vede degli ottimi breakbeat (ma veramente ottimi…) accompagnarsi a spensierate acrobazie liriche degli mc, con condimento di sample piuttosto originali lontani dai cliché che hanno imperversato (e imperversano) nell’hip hop mainstream delle due coste. Una ventata di aria fresca; e, tenete conto, stiamo parlando di registrazioni che ormai hanno anni e anni alle spalle. Paradossale. Non è necessario indicare qualche nome o brano particolare: lo standard qualitativo scorre omogeneo e molto ispirato, pur rispettando la diversa personalità artistica dei vari personaggi coinvolti. Per tutti quelli che vittime di certi eccessi di purismo hip hop non hanno mai affrontato Blackalicious, Shadow e soci pensando fossero fighettume modaiolo (e ahiloro ce ne sono), l’invito è senz’altro quello di farsi conquistare dall’incedere cantilenato delle rime e dal ruvido swing delle produzioni. E lo stesso discorso vale per chi ha amato “Endtroducing” di Dj Shadow, ritenendolo comunque tutt’altra faccenda rispetto al (seminoioso?) incedere di qualche produzione newyorkese stretta fra l’insulso Puff Daddy, il patinato r’n’b da classifica e la approssimazione travestita da ruvidezza di molti prodotti rap degli ultimi anni (tutta roba che sì, è hip hop pure quella, come no, tanto quanto lo è Shadow…). Questa della Solesides è materia che rende felici e che fa innamorare di questa musica e cultura come ai migliori tempi della old school. Ce n’era bisogno, anche come segno di rispetto verso le radici storiche della musica fatta coi campionatori e coi breakbeats. Sia benedetta quindi la Bay Area, che va a riscoprire, rivitalizzare e a dare nuovo splendore a questo splendido patrimonio culturale nato a New York e che una ventina d’anni fa si mise a rivoluzionare il mondo della musica partendo da un microfono e due giradischi. damir ivic vanshun brown
  • 26. SONAR KOLLEKTIV Berlino è una città estrema e schizofrenica, sventrata da borbottanti cantieri che, come Penelope, sembrano non avere alcuna intenzione di portare a termine le loro trame. Ogni quartiere nasconde un'identità differente che si rivela improvvisamene all'uscita della metropolitana: l'inquietudine multi etnica di Kreuzberg, la creatività bohemienne in perenne divenire di Mitte, la goliardica serenità di Prenzlauerberg, l'arroganza pomposa della nuova "city" di Renzo Piano a Postdamer Platz. Sono tutti aspetti diversi di una metropoli per niente omogenea, frutto dell'amalgama di diversi elementi. Non a caso tra le parole dei Jazzanova, nelle note introduttive di questa compilation, emerge il concetto di un'estetica formata da frammenti musicali diversi, un mosaico forse premonitore di un futuro da costruire sulla sinergia di veri tasselli culturali, non necessariamente in armonia tra loro. L'unico patto è quello di rispettare l'ammonimento inciso sulla facciata di una sopravvissuta Kollektiv si riconoscono otto diverse sub etichette, ognuna delle quali dotata delle proprie caratteristiche "zattera" di muro, relitto alla sonore: Dialog, Airdrops, No Zession, Best Seven, Recreation, Mermaid, Hotdrops e Aspekte. Ciascuna deriva in quel mare di eventi che, di loro fa riferimento ad un direttore artistico, mentre la supervisione generale spetta ai Jazzanova. dalla fine della guerra ad oggi, L'obiettivo è quello di riuscire a far convivere sotto lo stesso tetto stili musicali diversi non sempre ha segnato in modo indelebile omogenei tra loro. All'interno di questa comunità tutti i dj, produttori e musicisti sono liberi di crescere questa capitale: "Non cancellate collaborando reciprocamente. la storia". La Dialog è forse il ramo principale dell'etichetta, se non altro perché è diretto da due sesti dei La struttura della Sonar Kollektiv Jazzanova: Axel Reinemer e Stefan Liesering (aka Extended Spirit e Pathless). Non a caso gran parte è in effetti un labirinto degno del materiale presente all'interno della prima compilation ufficiale della Sonar Kollektiv proviene da della migliore tradizione lì. Vicina alle atmosfere nu jazz minimali della Cinematic Orchestra, l'ouverture di Pathless rientra mitologica greca, all'interno del senz'altro tra gli episodi migliori dell'album, più classico invece l'intervento degli Extended Spirit. Di quale non è facile orientarsi. assoluto rispetto è anche il contributo fornito dalla Airdrops. Due sono i pezzi di Meitz, molto bello Questa label è il risultato l'afro beat Africa, qui presente in versione alternativa. dell'esperienza accumulata in Emerge chiaramente tra le righe della compilation l'intenzione di avvicinare l'elettronica alla tradizionale questi anni dai Jazzanova che, forma canzone. La strategia è quella di alternare una traccia strumentale ad un brano cantato. In dopo il successo riscosso dal loro quest'ambito va sottolineato la "canzone" dei Micatone, provenienti dalla No Zession di Stefan Rogall, primo EP, hanno deciso di in bilico tra sapori jazzy e atmosfere trip hop. proseguire da soli il proprio Tra tutti gli inediti della compilation merita di essere segnalato My Day, di Daniel Paul and Tobe feat. cammino. Nel nome Sonar Amra 8, che prevede la collaborazione di Vikter Duplaix, il quale a detta degli interessati l'anno prossimo dovrebbe partecipare al live dei Jazzanova. michele sotgiu courtesy of STYLE n. 037, febbraio 2001
  • 27. SONAR KOLLEKTIV Jazzanova talks... Dopo il sorprendente successo del nostro primo piccolo EP – una white label che abbiamo stampato da soli nella camera da letto di Jurgen (dei Jazzanova ndr.) tre anni fa – abbiamo cominciato a gasarci ed entusiasmarci. In modo molto naive abbiamo provato a fare quello che chiunque altro prima di noi ha fatto: fondare un’etichetta indipendente. A dir la verità, si è trattato di un impegno faticoso. Da allora ci sono stati molti sali e scendi: come traslocare per ben tre volte gli uffici, perdere denaro qua, acquistare un po’ di esperienza là… Perché abbiamo fatto tutto questo? In primo luogo abbiamo sentito la necessità di costruire una piattaforma comune, o più semplicemente un’infrastruttura urbana per la buona musica della nostra amata città natale: Berlino. In particolar modo per tutti quegli amici e concittadini che ci hanno sostenuto lungo il cammino. Poi abbiamo aperto un ufficio, organizzato una clubnight fissa, costruito uno studio e così via… Si è trattato di un processo lento ma regolare. La Sonar Kollektiv si è evoluta in una vera e propria casa, dando vita ad una comunità musicale aperta a tutti. La nostra struttura ci permette di trasformare gli artisti in imprenditori, manager delle sub etichette che dirigono, conferendo loro un ruolo più importante, lasciando a noi lo spazio di creare e dirigere. Dall’alto di questa struttura, unica nel suo genere, possiamo osservare la crescita ed il lavoro di squadra compiuto da tutti i musicisti e da tutti i produttori: Pathless che programma le percussioni per Dixon, Meitz che suona il Fender Rhodes qui e là, oppure Axel che registra, mixa e lavora con le voci. La musica realizzata dalla Sonar Kollektiv riflette il nostro amore per diversi stili musicali: r&b, rock, 2step o jazz. All’interno di questa compilation troverete alcuni classici della Sonar Kollektiv, ma anche del materiale inedito. Fatela scivolare nello stereo di casa vostra o in quello della vostra macchina. Ascoltatela nel modo da voi preferito: si tratta di musica che vi conquisterà e vi farà divertire. Jazzanova & D. W. Best
  • 28. SUMMER SESSIONS 2001 16 Giugno, Rovereto SPECIALE FESTIVAL Che cos'è il Summer Sessions 2001? E’ una open-air one-nite di musica elettronica e jazz mescolata dai migliori esponenti mondiali del new- sound per festeggiare la fine dei corsi invernali del CDM Che cos’è il CDM, Centro Didattico Musicateatrodanza? E’ una scuola di musica, teatro e danza con sede a Rovereto (Trentino) che vanta la ragguardevole cifra di circa 800 iscritti. La sua vocazione per quanto riguarda la musica, settore a cui siete probabilmente più interessati, è di stampo jazz, rock, blues, pop ed etnico(con molta attenzione a India, Africa e Brasile) ma ultimamente si stà aprendo al mondo del sampling e del turntablism riconoscendo a pieno le nuove forme di espressione artistica. Cosa vuole esprimere il vostro festival? Party, party e ancora party, jazz meets electronic...questo probabilmente il motto ma l’importante è far capire a tutti che non c’è limite alla creatività se si è padroni del proprio strumento qualsiasi esso sia.... dopo è tutto istinto!. Charlie Parker amava dire “Impara tutto quello che puoi e quando suoni dimenticalo.” Quale è il bilancio della passata edizione? 3000 adorabili matti che saltavano mentre Will White eseguiva il suo set pirotecnico. Ingresso libero e di conseguenza punti ristoro affollatissimi (ahhh, la psicologia), un camion di birra, partite di calcetto nel prato, b-boys sul linoleum, tanta gente mai vista che socializzava.....insomma tutti gli ingredienti per divertirsi sul serio. Secondo te quale è il bilancio? Quali sono i progetti futuri? Eeeevooluuziooneee!!! Dall’anno scorso è raddoppiato tutto, abbiamo anche live set e non più solo DJ’s, doveva venire un gruppo grosso di batucada ma non ci siamo riusciti....quindi il primo progetto sarà di assicurare un live di questo tipo. Stiamo poi lavorando al nuovo spettacolo della scuola che comprende musica, teatro, danza e produzione video tutto concepito da docenti e allievi; una grande sfida dopo il successo del precedente”Strade della terra...” . Nel sito della scuola troverete tutte le informazioni comprese le news su cosa succederà e links interessanti, venite a webisitarci!!!
  • 29. LA CALDA ESTATE La Svizzera è si conosciuta creata una seconda sala, per il cioccolato, gli orologi denominata Miles Davis Hall, e le banche, stereotipi che nella quella ha luogo la spesso nascondono realtà poco considerate o DEI FESTIVAL SVIZZERI programmazione più tesa verso le sonorità più "giovani", conosciute all'estero. Dal verso le scoperte musicali. punto di vista culturale, in Nei posteggi sotterranei nasce particolar modo nell'ambito dal nulla il Montreux Jazz della musica, la Svizzera è Café, un luogo aperto fino alle uno dei paesi europei in cui prime luci del mattino, a cui il rapporto numero di tutti possono accedere e nel concerti per abitante è tra quale si ha la possibilità di i più elevati. Non solo come ballare sulle sonorità proposte quantità ma anche come da dj's, gruppi e jam session. varietà. A fare da Anche quest'anno la locomotiva sono le decine programmazione è di club in tutto il paese e, decisamente eclettica ed soprattutto, i numerosissimi aperta: jazz, rock, reggae, festival estivi. Da giugno a hip hop, soul, funk, blues, settembre è un continuo latin, brazil, world, fiorire di manifestazioni, elettronica, house sono tutti grandi e piccole, generi che trovano una loro internazioneli e locali, a collocazione. Riassumere in pagamento o a disposizione poche parole il programma di tutti. I due festival risulta cosi essere impresa principali hanno luogo sulle difficile, per non dire rive del lago Lemano, quello impossibile. Prendendo spunto che bagna Ginevra, e si dai vari generi rappresentati svolgono uno dietro l'altro, da citare in ambito di musica grazie ad un gentlemen elettronica la presenza, agreement voluto diversi sempre al Miles Davis Hall, di anni fa dai rispettivi Roni Size/Reprazent e Saul organizzatori. Ad aprire le Wi l l i a m s ( 7 . 7 ) , A l p h a , danze sarà il Montreux Jazz Goldfrapp e Maozinha (12.7), Festival, in programma dal Talvin Singh e Sussan Dehym 6 al 22 luglio. Quest'anno la (14.7), una serata carta bianca manifestazione celebrerà all'etichetta tedesca K7 con anche il suo 35.mo Herber, Kruder & Dorfmeister, anniversario e per Shantel, Stefan Strüver e l'occasione sono previsti Ursula Rucker (15.7), una alcuni eventi speciali. Tra serata carta bianca a Gilles questi il ritorno, per alcune Peterson con Cinematic serate, alla sede del Casino Orchestra, Peter Kruder, Zero di Montreux, proprio quello 7 e Bilal (19.7) e la dance che diede lo spunto ai Deep night finale con Basement Purple per scrivere uno dei Jaxx, Etienne De Crecy, Roger loro grandi classici (Smoke Sanchez, DJ Antoine, Anish & in the water), a seguito di The Power Dance Group un incendio che distrusse (21.7). Neanche il tempo di all'inizio degli anni 70 lo rifiatare ed ecco che due stesso Casino, poi giorni dopo prenderà il via il ovviamente ricostruito e Paleo Festival di Nyon, piccola "abbandonato" dal festival cittadina situata a metà strada qualche anno fa a seguito tra Losanna e Ginevra. Il Paleo della costruzione è un festival nato nel 1979 dell'Auditorium Strawinski. con uno spirito decisamente Quest'ultimo luogo è il fulcro folk e che nel corso degli anni di tutte le più importanti ha saputo allargare i propri manifestazioni culturali SPECIALE orizzonti musicali, senza per della città di Montreux e FESTIVAL questo perdere la sua magia. subisce nell'ambito del Tutto il festival si svolge con festival jazz parecchie la formula dell'open air. Anche trasformazioni. Accanto alla quest'anno verrà creato un sala principale, viene infatti claudio borella © montreux jazz festival
  • 30. vero e proprio villaggio, con 5 palchi per Daniela Mercury, Bonga, Susana Baca, Marcio i concerti e decine di piccoli ristoranti e Faraco, Rachid Taha, Geoffrey Oryema), al boutiques che accoglieranno quasi 200'000 rock (Texas, Pulp, Placebo, Ben Harper, persone nei 6 giorni della manifestazione. Young Gods, Manu Chao) e alla musica Tra le novità di quest'anno la fusione di elettronica (Llorca, Jori Hulkkonen, A due palchi in uno (quello della scena Reminiscent Drive, St Germain, Red Snapper, elettronica e il Club Tent) e una limitazione Amon Tobin, Le Peuple de L'Herbe, Mobile delle entrate da 35'000 a 32'000 per sera. in Motion, Snooze). Non mancherà inoltre Quest'ultima decisione dimostra la volontà l'ormai abituale concerto di musica classica, degli organizzatori di saper guardare oltre che quest'anno a vedrà la rappresentazione al guadagno finanziario e di voler offrire di "Le Roi David" di Arthur Honegger, con la al pubblico presente le migliori condizioni presenza speciale nelle vesti di narratore possibili di ascolto. Anche il numero dei dell'attore Jean-Luc Bideau. Altro punto concerti sarà inferiore rispetto agli scorsi focale lo spettacolo dedicato alla musica anni, proprio per permettere a chi sarà tzigana, che vedrà l'incontro di gruppi tzigani presente di seguire il maggior numero di provenienti da cinque paesi diversi. Tra gli eventi, cercando in modo particolare di intrattenimenti da segnalare infine gli meglio valorizzare le scoperte e gli artisti spettacoli dei clown di strada e del fuoco emergenti. Accanto al villaggio ci sarà d'artificio previsto la domenica sera. ancora una volta lo spazio dedicato al campeggio, anche in questo caso un piccola Maggiori informazioni sui siti seguenti: città che vive 24 ore su 24, nella quale www.montreuxjazz.com succede sempre qualcosa di interessante. www.paleo.ch Per quanto riguarda la programmazione da segnalare un particolare accento agli artisti francesi (Henri Salvador, Claude Nougaro, Vanessa Paradis, Pascal Obispo), alla musica world (Baul Bishwa, Joi, Bollywood Brass Band, Sainkho Namtchylak,
  • 31. L’AMORE COME POSSIBILE LINGUAGGIO. Topiche amorose nel tabla’n’bass di Talvin Singh. "Le mappe che abbiamo in testa corrispondono solo approssimativa mente agli atlanti che aprivamo sui banchi di scuola..." Amitav Gosh Quando Nitin Sawhney me lo consente, io vado a far visita a Talvin Singh, penso, parafrasando Ripellino. Perché non ritornare quindi all’album “Ha”, dedicando ascolti profondi e prolungati, centellinando ogni singolo suono come fosse un brillante vino d’annata? Il tema lo richiede. Talvin Singh, questo giovane aedo dei tempi moderni, anela abbandono e fantasia, coraggio e luminosità. Sapremo accordargli il tempo necessario a un ascolto differente? Io spero di sì. Mi inoltro, allora, nelle geografie amorose della produzione singhiana, nella Topica “calda” di suoni che nascondono, oltre la soffice intensità di basso e sarengi, tematiche di corpi e di profumi, di abbandoni e abbaglianti incontri. Facendo rotta sull’universo “anokhiano”, ecco il resoconto del giornale di bordo. Fragilità. Coppie sdrucite, amori naufragati, solitudini inestinguibili, fanno da contraltare a una società, quella di Bombay, vanitosa nella sua progressione folle eppur vitalissima. Lo scorcio cittadino è anche lo sfondo di “It’s not over” (dall’album “Ha”), un sussurrato confronto a due voci, una maschile e una femminile, su un delicato teppeto di tablas e flauti: la traccia narra la ritrovata forza d’appagamento sentimentale di due amanti. Non ci stupirebbe se le parole annodate tra le labbra fossero simili a quelle di Vikram Chandra in “Kama o del desiderio”: “Sulle tue labbra voglio esserci solo io, io con il nome che vuoi...” Spaesamento. Un’altra costante nella Topica amorosa di Talvin Singh è lo spaesamento dei protagonisti. Essi partono con l’essere stranieri nella terra d’accoglienza, finiscono con l’essere stranieri nella propria terra d’origine. Questo sentore stranito viaggia parallelamente al rapporto di coppia. Più si acclimatano nel nuovo milieu sociale più diventano estranei al proprio partner. Questa cristallizzazione del rapporto viene portato alle estreme conseguenze anche geografiche. La coppia che va in frantumi si separa lasciando case, contrade, città, nazioni, intieri continenti. Si rimedia un tetto e un letto caldo dai nonni a Calcutta, oppure dalla zia materna a New York o dal fratello a Londra. Frangenti di vita che si eclissano, corpi che scivolano via, sguardi che si fermano per sempre (“Eclipse” dall’album OK). Languore. “Today...oggi fermati qui, oggi, ti prego...” paolo davoli press office
  • 32. E’ l’esortazione del finale languoroso di “It’s not over” ma anche uno dei momenti più sfolgoranti di “Intimacy”, film francese tratto da Kureishi, un’altro scrittore abile TALVIN SINGH nel descrivere gli allucinati intrecci di amori fallibili, HA - UNIVERSAL UK 2001 anche qui sospesi tra i continenti e le città. Genitori pakistani o bengalesi, nascite a Londra o Delhi, adolescenza a New York o Birmingham, gli amori avvolti in valigia come indumenti, i dolori impacchettati come libri, le lontananze gestite dai cavi telefonici o digitali. “Fermati adesso...”, è l’istante che conta, prima che i flutti della vita travolgano anche l’ombra del presente, prima che il lampo dell’amore si spenga nella solitudine. I ricordi sono come “il frutto maturo dell’albero del pane. Nemmeno sfiorarlo devi, altrimenti scoppia” e le macchie sono indelebili, insopportabili. (da “Banana Flower” di Bulbul Sharma, libro edito da Marcos Y Marcos). “Nella mia vita, io incontro milioni di corpi, di questi milioni io posso desiderarne delle centinaia; ma, di queste centinaia, io ne amo uno solo.” (Roland Barthes) Sensualità. E’ uno degli aspetti più appariscenti degli amori che stiamo frequentando. Le coppie non sembrano essere intaccate dal gelido sessismo o dall’assenza di libido dell’Occidente. Quando si ama, si trascende. L’amore è estasi, perdita di padronanza, perdita di sè stessi. Il sarengi di “Silver Flowers” (da Ha) sottolinea la sensualità insita nel rapporto a due. La bellezza luminosa di un corpo è descritta dall’incantevole voce di Mahalakshmi Iyer, dorato suono femminile che è in grado di catturare la purezza delle Sacerdotesse dei Sensi quali sono le donne orientali. Nel fiume sacro della sensualità si è bagnata anche la coppia di “The beat goes on” (Cleveland Watkiss e Samar Estaphane le voci intriganti). E’ un amore stordente, possessivo, eppure pieno senza mai troppo saturare. I piaceri delle trasgressioni, vincoli e obblighi reciproci della coppia, vengono affrontati da un tapori di periferia, mentre l’innamorata, esigente e istruita, diventa la sua preziosa guardiana del sesso. Innocenza. Quando ci si lascia è perchè non ci si ama Co-testo: più. La felicità, anche infinitesimale, si raggiunge solo Hanif Kureishi Nell’intimità con l’amore. L’innocenza è totale. Non esiste calcolo, Bompiani combine, atto di riparazione, ordito o tradizione. Di Hanif Kureishi Love in a Blue Time fronte alla purezza dell’amore non si può obiettare. Ci si inabissa. “Coming up roses”, arrivano le rose, rose Bompiani inaspettate, gioia che ci appartiene, segnale di voluttà, piccola epifania rivelatrice. Il cuore della bellezza Patrice Chèreau Intimacy appartiene al gesto, il dono è ospitalità dei sentimenti. Mikado Nella terra dei matrimoni combinati (l’India), il profumo Roland Barthes Frammenti di un discorso amoroso dei petali rimane ancor oggi la dichiarazione d’amore Einaudi più innocente. L’amore è fiore che fulmina. (da “Coming Vikram Chandra Amore e nostalgia a Bombay Up Roses” remix di Talvin Singh per Curve). Instar “Pare che il dio dell’amore abbia per dardi i fiori...(da “Banana Flower” di Bulbul Sharma). Bulbul Sharma Banana-flower Marcos Y Marcos Erosa la superficie, potenziata l’intesità, il tabla’n’bass Amitav Gosh Estremi orienti di Talvin Singh diventa scintilla di gioia, ferita di sensualità Einaudi e contagio di bellezza: armonie rare di questi tempi. A.M. Ripellino Nel giallo dello schedario Cronopio
  • 33. UT prosegue nell’esplorazione costituisce un’infatuazione sonica di tutti i luoghi geografici sonora che trascina da un in cui serpeggia il vocabolario episodio all’altro, come elettronico, da Armando lungo i fotogrammi di un Gentilucci ai 4Hero. sogno, pagine fra loro Il nostro viaggio ci porta ad incoerenti, ma animate da approdare lungo i lidi del un humus onirico ricco di un progetto collettivo TIMET fascino profondo. capitanato da Lorenzo Brusci. Qualche considerazione All’interno di una più vasta finale per individuare una strategia che coinvolge anche linea generale d’approccio amministrazioni pubbliche ed a queste musiche. In associazioni culturali, si è particolare si distingue sviluppata un’interessante l’assenza di quella “strategia obliqua”, come smaterializzazione del beat, direbbe il buon Brian Eno, e noi cara ai teppisti sonici siamo qui anche a rilevare ipertecnologizzati in favore questa sinergia d’intenti che, di un modus operandi che se all’estero è ormai prassi getta le sue radici nella consolidata in Italia si presenta scuola postdodecafonica e come rara eccezione. La politica nelle sovrapposizioni con il culturale rivolta alle forme freejazz. enrico marani artwork cd artistiche giovanili, Questo tentativo d’ambiziosa contemporanee dell’espressione sedimentazione, evidente in musicale, langue nella “Colazione con la pietra” discontinuità delle iniziative o L’effetto complessivo predilige al beat disintegrato di tipperiana paga a tratti il pegno di un sovente nella completa assenza memoria l’aprirsi d’atmosfere astratte ed atonali: le percussioni certo intellettualismo di finanziamenti… appaiono “lavorate” secondo una prassi eminentemente jazzistica, ricercato, ma alimentato da Torniamo al timone della nostra cercando quel terreno contaminato caro al freejazz negli anni autentico spessore artistico. nave con Timet. Siamo fra le Settanta. Ne è prova ”Carne capitata” acque di un suono vicino alla Le molteplici attività dell’associazione Matrix, che culminano nel ricca di densi suoni musica colta contemporanea, festival “Cicli” organizzato da Brusci e compagni, hanno portato il crepuscolari dove la sideralmente lontano dal sound progetto TIMET a contatto con le leve più fresche di quella club sospensione ossessiva dei della clubculture, ma allo stesso culture così care ad UT. canti e delle sonorità pare tempo vicino nella filosofia “Carne capitata”, colonna sonora alle poesie di Giancarlo Majorino, gettarci fuori della realtà. d’azione, tanto per usare quel si bagna a fondo nella grammatica cara ad un certo suono elettronico Questa musica chiede di linguaggio contraddittorio cui filmico, mutuandolo con quel linguaggio compositivo colto di cui concedersi pienamente al ci costringe sempre più spesso si diceva precedentemente. Si ricordano in particolare episodi come suo fluire ed in un paesaggio il panorama elettronico odierno. “T’abitui” e “Perché ora puoi passare la mano” od “Ascoltare la sonoro dove sovente l’ascolto In particolare l’album mente”. Alle atmosfere dipinte dal campionatore di Brusci si unisce è un’attività passiva, “Colazione con la pietra” sovente il canto di Monica Demuru, secondo moduli che pagano spogliata d’ogni fascino appare limitrofo alle esperienze nella complessiva atonalità dell’impianto una certa monoliticità sottile, il progetto TIMET musicali d’autori come che a tratti tradisce un approccio “a programma” forse innesta un virus fruttuoso, Sciarrino, là dove il suono si fa eccessivamente rigido. degno delle sperimentazioni scultura, secondo quei canoni Se “Colazione con la pietra” sviluppa la volontà di una fusione di sonore europee più “materici” (come conferma il un materiale così denso e molteplice, “Carne Capitata” si muove significative. titolo dell’album) che hanno fra onde più rarefatte, cercando la costruzione di un’architettura Una nota sul collettivo TIMET, fatto la fortuna di questo consona alle poesie di Majorino. I due lavori appaiono animati da o meglio sull’identità compositore. Gli episodi, da identità diverse. “dispersa” dei collettivi in “Piccola donna” a “La pietra” Più riuscito sembra l’album “Carne capitata”, dove la prosa poetica generale. Sempre più codificano una ricerca l’attività di promozione linearmente parallela alla culturale, la necessità musica contemporanea. A d’energie umane e quindi di queste coordinate si deve capitali emotivi e finanziari, aggiungere l’uso delle richiede il formarsi di metodologie plagiariste, con la sinergie consapevoli. La TIMET fusione di molteplici partiture qualità del progetto TIMET Carne capitata da Bach a Schoenberg, da Berio (dalla musica alla veste matrix-i dischi forma 2000 agli Orbital fino a dj Food ed a grafica) parla dell’urgenza Bill Laswell, secondo la prassi di rapide convergenze fra del deejaying più colto. TIMET cospiratori consapevoli. A Colazione con la pietra quando un collettivo in terra XB 1997 reggiana?
  • 34. UNDERWOLVES Probabilmente il nome degli Underwolves risulta nuovo alla maggior parte degli appassionati di musica elettronica. Infatti, il loro primo album si concretizza ora, dopo diversi anni di intensa attività produttiva, con numerosi dodici pollici in vinile realizzati come autori o come remixers. Usciti allo scoperto nel periodo del primo drum'n'bass jazzato, 1996 circa, con il singolo "Nine lives" per l'etichetta Filter, Ned Kelly e Professor Stretch, si allineano con il filone allora mainstream di LTJ Bukem e Alex Reece. Come la maggior parte dei produttori di quel periodo, anche i nostri due Underwolves, provengono dalla scena Jazz-rare groove dei primi anni novanta. Il nascente movimento di contaminazione tra il suono organico e quello drum'n'bass, muoveva i primi passi in club come il Bar Rumba, nella serata di Gilles Peterson e Ben Wilcox "That's how it is". Ned Kelly, il DJ del duo, non si perdeva una serata, assorbendo in maniera ossessiva quel suono misto di funk, soul, jazz, mescolato ai nuovi suoni elettronici, pronto a sviluppare il suo personale gusto nella corretta direzione. Il compagno Professor Stretch, veniva da una lunga esperienza di studio, a fianco di DJ Pulse, come sound engineer specializzato in breaks, dagli inizi hardcore fino alla vera e propria scena jungle. Il discreto successo del singolo su Filter, permette ai Nostri di realizzare immediatamente un bellissimo remix per Bim Sherman ("Can I Be Free From Crying"), non a caso esaltando la passione di entrambi per la cultura musicale Giamaicana. Nelle intenzioni degli Underwolves, il concetto di album prende già piede nel 1997. Dopo il loro singolo per la Creative Source di Fabio, Ned e Stretch, saranno tra i primi produttori di drum'n'bass ad applicare la loro passione per i suoni organici ad altri tipi di ritmi, pur non abbandonando la sintassi del basso e batteria a 170 bpm. Nella storia discografica degli Underwolves, Ross Allen, DJ radiofonico e resident al Bar Rumba, rappresenta un personaggio chiave: fu lui che li incaricò di preparare l'album quando diventò label manager della Blue records. La triste storia della Blue records comincia nel 1998, quando l'Island decide di affidare a Ross Allen una sotto-etichetta che si dedichi alle nuove sonorità dance. Vengono così scritturati personaggi come Peshay, Kirk DeGiorgio, Tom Middelton/Cosmos, Spacek e gli Underwolves. Peshay ha già l'album pronto: viene programmato come prima uscita, Underwolves e Kirk DeGiorgio a seguire. Dopo l'uscita nel maggio del '99 dell'album di Peshay, la Blue records sembra avere grossi problemi di sopravvivenza, così Ross Allen decide di ritornare a fare solamente il DJ. Risultato, sia l'album di Ned e Stretch, sia quello di Kirk DeGiorgio rimangono in un cassetto. I più svantaggiati sono gli Underwolves, che hanno seguito tutto l'iter di promozione, per la pubblicazione di due singoli con autorevoli remix (Photek vs Peshay, Ian Simmonds, Phil Asher), che dovevano servire come ponte dell'album, più
  • 35. volte annunciato per fine '99, poi posticipato al 2000, ma mai uscito. La strategia di crescita di interesse sul nome degli Underwolves, li porta fortunatamente a remixare brani di artisti indiani e nu jazz per le più svariate etichette, espandendo la loro fama tra le fila dei DJ. Il promo dell'album "Under your sky" gira già tra le mani di Gilles Peterson, Patrick Forge e nelle trasmissioni radiofoniche di Rainer Truby, Michael Reinboth e Jazzanova. Il fascino di pubblicare un album così senza tempo, non moderno ma potenzialmente "classico", non lascia indifferente il boss della Compost, che insieme agli amici berlinesi offre agli Underwolves un conveniente contratto per la pubblicazione dell'album tramite la tedesca Jazzanova Compost Records. del primo catalogo Talkin' Loud (Young Disciples, Galliano) e incursioni nel suono underground asiatico, condito di dub e con la sintassi ritmica del drum'n'bass. Canzoni come "So Blue It's Black", "Stay a While", la soul jazz ballad "Bird Song", o "68 Moves", impreziosite dalle voci di Madeline Edgehill, Ghetto Priest degli African Headcharge (On-U Sound) o Paula Crawford, non aggiungono nulla di innovativo, ma portano un genere fino a poco tempo fa underground, alle orecchie di una potenziale moltitudine di amanti del suono ricercato. Sapienti arrangiamenti di archi su strutture ritmiche scomposte, si avvalgono di leggere melodie che magicamente trasformano l'ostico in musica di classe, non pomposa, ma agile, tanto da ritrovarti a fischiettarla senza accorgertene. Ottimo prodotto pop d'avanguardia per un etichetta, la JCR, che è al confine tra lo sperimentale ed il post acid jazz, tra la musica jazz di nuova generazione e la dance più progredita. A seguito del debutto su album, non mancheranno ulteriori remix a cura della scena mitteleuropea più agguerrita, come gli Earthbound dello svizzero Alex Dallas o il progetto 2step di casa Jazzanova, il bravissimo Intega, o i formidabili Fauna Flash. La lunga avventura discografica degli Underwolves è finalmente giunta al giro di boa, con un rilancio in grande stile rivolto alla conquista delle charts. UNDERWOLVES Under your sky Compost records luca roccatagliati press office
  • 36. [N]old Pop ? Semplicemente Zero 7 valerio tamagnini In questo scorcio di nuovo millennio, si fa un gran indeterminato per il debutto vero e proprio. parlare di una neonata scena elettronica, un E invece, proprio a fine primavera 2001, esce movimento battezzato talvolta easytronica, altre sul mercato Little Things, la splendida conferma chill out, addirittura downbeat, tanto per risultare dei buoni auspici intuiti dalle prime produzioni generici e alquanto dispersivi. del combo. La presunta compagnia – facente capo ai francesini Avari nella produzione inedita – 6 delle 12 Air – mutuerebbe sonorità retrò, specialmente sixties canzoni presenti erano già nei suddetti EP, e seventies, agganciandole a immaginari peraltro introvabili – gli Zero 7 hanno [electro]pop, condendo il tutto con vocalizzi soul confezionato un esordio di rara bellezza ed e ritmi relax. eleganza. Le forzature sono assai evidenti, ma è indubbio ci Fascinoso l’incipit I Have Seen, funk drammatico sia qualcosa in comune fra i vari Bent, Lemon Jelly, su cui sono montati i vocalizzi di Mozez, in un Hefner e Zero 7, nonostante le derive soundtrack fluire di atmosfere languide e raffinatissime. dell’uno, piuttosto che le sublimazioni jazzy Il miele prosegue con Polaris: partenza in bassa dell’altro. battuta, richiami lunari ed archi, quindi lo Coniamo la nostra definizione - divertissement: spleen di synth e il loop di batteria, che donano [N]old Pop, ovvero Nu + Old Pop. nuova linfa all’opera. Il perché ? Semplice: riferimenti passati, tradizioni Destiny si adagia su ritmiche morbidissime rivisitate, attitudini lounge, ma anche l’utilizzo del sublimate da una chitarra acustica, fiati e le computer, dell’elettronica più easy, di influenze voci di Sia Furler e Sophie Barker; i paesaggi dancefloor, il tutto in chiave smaccatamente pop. sono quelli dei ’60, le emozioni quelle del soul E allora, sarà meglio indagare attentamente sui più calibrato. nomi caldi di cui sopra: dopo le panoramiche su Arriva Give It Away e capisci che il tributo ai Hefner (UT #6 e #7), ora tocca agli Zero 7. gemellini d’oltralpe bisognava pagarlo: così Approdati in questi giorni all’attesissimo long debut come in Out Of Town, i richiami sono evidenti, su Ultimate Dilemma, in realtà i due londinesi sono gli arpeggi simili, le orchestrazioni ammiccano, in attività già da un biennio; college friends di Nigel i tinteggi da colonna sonora esistono; sono Godrich, produttore di Ok Computer, questo gli melodie retrò - il buon Bacharach ha fatto aveva commissionato il remix di Climbing Up The scuola - dal tocco spaziale che pagano dazio Walls: occasione imperdibile per Sam & Henry che alle famose atmosfere air-eggianti di Moon iniettano dub e raffinatezze alla melodia Safari. radioheadiana. La title track usa battute hip hop e melodie Il guru Gilles Peterson, resident di Radio One – sdolcinate, combinando la parte più nonché scopritore del buon Hefner - se ne innamora, convenzionale del trip hop ad una sentita manda in heavy rotation il brano e prende sotto interpretazione soul che evita la riesumazione l’ala il duo, commissionandogli il remix della leggenda di fantasmi fastidiosi. Everyday we’ll find the soul Terry Callier, in Love Theme From Spartacus. way. Manco a dirlo, altro centro: il Padre Putativo li Si ascoltano volentieri le rarefazioni ambient- inserisce nella compilation Worldwide con This pop di Red Dust, ma ci si sofferma su World, la stampa inizia a mormorare e The Face Distractions, suadente e al contempo srotola il tappeto rosso di fronte al duo. malinconica, illuminata dalla solita coppia L’esordio è col botto, 1000 copie del primo 12” che Furler & Barker. si volatilizzano in pochi giorni e il gotha della scena Le emozioni continuano nella magnifica In The elettronica britannica che se li coccola: si parla di Waiting Line, dall’appeal irresistibile: il singolo risposta inglese agli Air, denotando come, in terra perfetto dell’album, una simple thing deliziosa. d’Albione, non sia ancora stato digerito il predominio Do you believe in what you feel ? francese in alcuni campi dell’elettronica. This World scopre linee passionali ed è L’EP è composto da This World, Out Of Town, arrangiata sfarzosamente, senza mai risultare Likufanele (tutte riprese nel recente album), Lo e eccessiva, mentre l’epilogo strumentale di End One Arm Break. Theme è una rincorsa d’archi e intrecci ritmici L’hype attorno agli Zero 7 diventa davvero grosso d’altissima fattura. quando il duo produce il successivo EP 2 (Give It Parentesi a parte per l’incredibile Likufanele: Away, Polaris, Distractions, Monday Night) insieme gospel in salsa downtempo o slow beats con ai remix per Lenny Kravitz, Sneaker Pimps e cori africani che dir si voglia, è comunque Lambchop: qualcuno, addirittura, inizia a pensare spiraglio imprescindibile sulle future evoluzioni d’essere di fronte alla sindrome Kruder & degli Zero 7, al di là di quel duo. Dorfmeister, per cui si dovrà attendere un tempo Un nome da tenere sotto costante osservazione. ZERO7 Simple Things Ultimate Dilemma 2001